Prosegue Fiera Utopie Concrete



Spett.le associazione,
vi invio il comunicato stampa giornaliero della Fiera delle Utopie Concrete,
"Occhio - Vista - Visione", che é iniziata a Città di Castello l'11 e
proseguirà fino al 14 ottobre.
Cordiali saluti

Maria Odoni
addetta stampa

Per ulteriori informazioni:

Agenzia Utopie Concrete
Via Marconi 8
I - 06012 Città di Castello (Pg)
Tel./Fax: x39/075/8554321
http://www.krenet.it/A/utoprac




COMUNICATO STAMPA
Regione dell'Umbria - Provincia di Perugia - Comune di Città di Castello -
Camera di Commercio di Perugia - Comunità Montana Altotevere Umbro
Con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, del Ministero per i Beni e
le Attività Culturali, dell'ANPA e dell'Ordine degli Architetti della
Provincia di Perugia
FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE
Città di Castello (Pg) - 11/14 ottobre 2001
"Quali sensi per la conversione ecologica e la convivenza"
"Occhio - Vista - Visione"

Si è svolta questa mattina presso la Sala del Circolo degli Illuminati, a
Palazzo Bufalini, la conferenza "Costruire ponti, mantenere radici
"traditori della compattezza etnica" ma non "transfughi", coordinata da
Rosario Salvato, vicesindaco di Città di Castello, alla presenza di
Karl-Ludwig Schibel, coordinatore delle Fiera delle Utopie Concrete, del
palestinese Sami Adwan, destinatario del Premio Alexander Langer 2001
insieme all'israeliano Dan Bar-On, di Victor Magiar, del gruppo Martin
Buber-Ebrei per la pace e di Aydeh Adwan. La conferenza ha portato alla
ribalta uno dei problemi più attuali: il conflitto tra Palestinesi e
Israeliani. I premiati hanno infatti fondato insieme, da poco più di un
anno a Beit Jala (territori autonomi palestinesi), il "Peace Research
Institute in the Middle East" (PRIME), un'organizzazione non governativa
israelo-palestinese, che lavora per la coesistenza e per la costruzione
della pace nel Medio Oriente. I progetti di PRIME cercano di "costruire" la
pace tramite un lavoro comune sulla percezione dell'altro, con gruppi di
insegnanti, adolescenti e volontari, israeliani e palestinesi. Il dibattito
è stato introdotto e coordinato da Rosario Salvato che ha sottolineato
l'importanza della presenza di "ospiti di così alto livello, che ci aiutano
a comprendere un momento così difficile". Nel suo intervento ha detto:
"Credo che il problema dell'incontro tra culture possa risolversi
nell'ottica del rispetto del singolo e della sua alterità" .
"Per gli Israeliani e i Palestinesi sta diventando abbastanza chiaro che
con il processo di pace l'identità può essere mantenuta" ha detto Sami
Adwan. "Come Palestinesi siamo stati soggetti a forme di soppressione, la
nostra identità è stata schiacciata, resa invisibile in tutti questi anni,
ma noi l'abbiamo mantenuta".  Sami ha poi parlato del difficile periodo
storico che ci fu dal '73 al '93 con l'occupazione di Israele, della
speranza dopo il '93 con l'accordo di pace, quando ai Palestinesi fu
riconosciuto il loro "diritto di esistere". Da questo momento nacquero
organizzazioni non governative congiunte (israelo-palestinesi), il cui
obiettivo principale era quello di contribuire al riconoscimento reciproco.
"Quello che si è costruito dal '93 al '99 si è andato perdendo, perché ora
l'inimicizia sta crescendo sempre di più" ha spiegato Adwan "Come
Palestinesi non sappiamo questo a cosa ci porterà, soprattutto alla luce di
quello che è accaduto in America. Il ponte che abbiamo creato insieme col
riconoscimento mutuo e reciproco viene distrutto giorno dopo giorno". E ha
ricordato: "Lavorare nei progetti di pace senza risolvere i problemi
politici è difficile. La voce della guerra e della sofferenza hanno più
influenza rispetto al dialogo". Nel suo intervento Victor Magiar ha parlato
del conflitto israelo-palestinese come parte di un conflitto più grande e
della necessità della convivenza: "La convivenza è possibile, non è
un'utopia" ha detto. "Il segreto per costruire la convivenza è sapere che
davanti a noi non c'è uno di un altro gruppo, ma c'è una persona. Tutti noi
siamo delle persone, siamo fratelli e siamo uguali" ha spiegato "Per fare
la pace sul serio ognuno deve riconoscere i propri errori, sia politici che
culturali, altrimenti non si può capire l'altro". A volte anche con grande
rischio personale Sami Adwan e Dan Bar-On rompono la "compattezza etnica",
ma senza diventare "traditori" del proprio gruppo. "Penso che ci siano
delle occasioni in cui tu devi essere convinto che quello che stai facendo
fa bene alla tua società, anche se questa società non capisce quello che
stai facendo" sono le parole di Bar-On. "Puoi solo sperare che in un futuro
vi sia un cambiamento di spirito".

Fiera delle Utopie Concrete, 06012 Città di Castello (Pg). Tel/fax
0758554321. La Fiera su
 Internet: http://www.utopieconcrete.it / E -mail: segreteria
@utopieconcrete.it