[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 10



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo"
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 10 del 4 marzo 2021
 
In questo numero:
1. Maria Paiano: Ernesto Balducci
2. Alcune proposte di lettura (2015)
 
1. MAESTRI. MARIA PAIANO: ERNESTO BALDUCCI
[Dal sito www.treccani.it riprendiamo la seguente voce apparsa nel Dizionario Biografico degli Italiani nel 2014]
 
Ernesto Balducci nacque a Santa Fiora (Grosseto) il 4 agosto 1922 da Luigi, minatore, e Domenica Pasqualini. Alla sua nascita fece seguito quella delle sorelle Agnese, Maria e Beppina. A causa della difficile situazione economica della famiglia, a dodici anni ando' a lavorare presso un fabbro, l'anarchico Manfredi Cicaloni, abbandonando gli studi malgrado la propensione dimostrata per questi ultimi.
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Gli studi in seminario
Grazie all'interessamento di un amico della madre originario di Santa Fiora, Domenico Bulgarini (scrittore, agente librario e successivamente anche editore) il 12 novembre 1934 entro' nello "Speranzinato", il collegio dei padri scolopi di Empoli. Il 12 settembre 1937 vesti' l'abito religioso nella casa di noviziato scolopica di Finalborgo e l'anno successivo, il 25 settembre, emise i voti semplici con il nome di Giacomo di Cristo Re. Subito dopo si trasferi' nello studentato filosofico-teologico interprovinciale italiano dell'ordine, Calasanctianum, sito a Roma (Monte Mario), dove resto' fino al 1944. Qui si mostro' insofferente per una formazione spirituale improntata alla coltivazione delle virtu' passive (che educavano all'ascetismo e all'obbedienza) e a un primato della pieta' sulla scienza spinto al limite di una vera e propria diffidenza per uno studio che andasse al di la' di quello previsto dai programmi scolastici. Ebbe pertanto forti tensioni con il rettore Giuseppe Righetti che, nel novembre 1943, chiese al generale Giuseppe Del Buono il suo allontanamento dallo studentato con l'accusa di fare letture profane e di leggere di notte passando poi i libri che si era procurato di nascosto ai compagni. Il generale decise – dopo un colloquio con Balducci – per una semplice sospensione di tre mesi della decisione sulla sua professione solenne, che alla fine pote' effettuare il 23 aprile 1944.
I diari del seminario attestano l'intensita' e la determinazione dello sforzo di Balducci di costruirsi un percorso formativo autonomo, rielaborando in modo personale i contenuti delle sue letture (di tipo sia letterario sia filosofico) e cercando di mettere a punto una propria visione del mondo nel cui orizzonte iscrivere in modo originale il senso della sua vocazione religiosa. Il suo impegno in queste direzioni conobbe varie fasi. All'inizio degli anni Quaranta persegui' un obiettivo di costruzione morale e psicologica del proprio carattere e cerco' di conciliare la vocazione religiosa con quella allo studio e alla poesia, per lui altrettanto forte. Dall'estate 1942 comincio' a maturare l'esigenza di formarsi "una soda e chiara se non vasta cultura moderna", non solo sul piano letterario, ma estesa agli "altri lati il filosofico, l’economico, il religioso specialmente" (Balducci, 2002, p. 89). Questa nuova attenzione era stata sollecitata dalle conversazioni avute a Santa Fiora con Ferdinando Di Giulio, futuro dirigente del Partito comunista italiano (PCI), del quale aveva ammirato la vastita' della cultura. Gia' a queste date e' evidente come concepisse la propria formazione in funzione di una presenza nel dibattito culturale contemporaneo non strettamente religioso.
Nei mesi e negli anni successivi, letture filosofiche si intrecciarono con altre incentrate sul rapporto del cristianesimo con la cultura e la societa' moderne. Tra il dicembre 1942, dopo la lettura di Josef Holzner (Paulus, Freiburg im Breisgau 1937), Ferdinando Prat (La teologia di san Paolo, Torino 1927), Hermann Schmidt (Organische Aszese, Paderborn 1939) e Maurice Blondel (L'azione, letta nell'edizione italiana a cura di Ernesto Codignola del 1921), giunse a individuare nel tema dell'umanesimo cristiano e nella filosofia di Agostino la strada per comporre in modo armonico natura e grazia, naturalismo e misticismo, ragione e sentimento. Dalla primavera-estate 1943 le letture relative ai rapporti del cattolicesimo con i fondamenti della scienza e delle societa' moderne assunsero un peso preponderante. Attribui' alla lettura di Scienza e religione nella filosofia contemporanea di Etienne Emile Boutroux (letto nell'edizione Mondadori del 1941) il fatto di essere riuscito a dare un'adeguata collocazione filosofica al problema religioso al cui interno la filosofia dell'azione di Blondel gli sembrava fornire la chiave per un giusto equilibrio tra soprannaturale e ragione filosofica. Di particolare suggestione fu la lettura di Henri Daniel-Rops, Quel che muore e quel che nasce (nell'edizione Morcelliana del 1937), che lesse piu' volte traendone il convincimento che il concetto di umanesimo (inteso come rapporto equilibrato tra natura e soprannaturale) costituisse un ideale formativo efficace sul piano non solo individuale, ma anche sociale. Negli ultimi mesi del seminario tale concetto divenne centrale anche per il modello sacerdotale che andava elaborando – ispirato dal volume di Josef Sellmair, Der Priester in der Welt (Regensburg 1939) – nel quale la dimensione umana del sacerdote si componeva con la vita soprannaturale. Balducci usci' dunque dal seminario con un ampio bagaglio di letture, determinato a saldare il proprio impegno specificamente religioso con una riflessione capace di dare un contributo significativo alla costruzione di una cultura cattolica in grado di confrontarsi con la societa' e il pensiero moderni.
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Gli anni del primo apostolato fiorentino: dal dopoguerra al trasferimento a Roma
Il 29 luglio 1944 lascio' lo studentato romano per la provincia toscana, soggiornando per alcune settimane a Siena, presso la casa della comunita' scolopica che gestiva l'Istituto Pendola per la educazione dei sordomuti. Il 3 settembre fu ordinato diacono dall'arcivescovo Mario Toccabelli e il 12 ottobre giunse a Firenze, stabilendosi nell'istituto degli scolopi di via Cavour, dove si occupo' del convitto. Riprese a leggere e studiare, questa volta con liberta', attingendo ampiamente al prestito della Biblioteca nazionale. Nel 1945 sostenne la maturita' al liceo Michelangelo e si iscrisse alla facolta' di lettere dell'universita'. Il 26 agosto dello stesso anno ricevette l'ordinazione sacerdotale.
Nei primi anni di vita fiorentina gli interessi letterari continuarono a occupare largo spazio, anche per le sollecitazioni che gli venivano dagli studi universitari e dalla frequentazione di letterati illustri, come Giovanni Papini, Piero Bargellini, Nicola Lisi, e piu' in generale dell'ambiente della rivista Frontespizio. Cerco' anche di realizzare, insieme ad alcuni confratelli o ex alunni di scuole scolopiche, progetti di animazione culturale rivolti sia all'interno dell'ordine sia, piu' ampiamente, alla citta', attraverso la fondazione di circoli o riviste. Nel febbraio 1945 abbozzo' un primo profilo del Circolo umanistico, che concepi' come un luogo di riflessione e dibattito per costruire un "umanesimo cristiano" (Balducci, 2009, p. 187). Benche' attirasse l'attenzione di intellettuali e artisti fiorentini (tra gli altri Mario Donadoni, Mario Casella, Francesco Bernardino Cicala), ebbe vita breve e dalla primavera del 1946 Balducci partecipo' all'attivita' di un circolo analogo, il Chiostro nuovo. Da questo periodo la sua attivita' pastorale conobbe un costante ampliamento in piu' direzioni: da guida spirituale di circoli religiosi informali che si riunivano attorno ad alcune donne nobili (come quello della contessa Castelnuovo e della marchesa Trigona) al ruolo di assistente ecclesiastico e di animatore di vari gruppi giovanili. Nel 1947 divenne assistente dell'Azione cattolica delle Scuole pie fiorentine e responsabile di un Gruppo cattolico universitario che aveva sede nei locali del Circolo culturale ricreativo universitario Alfa 48.
Partecipo' al dibattito interno all'ordine sui fini del proprio apostolato (tradizionalmente quelli dell'istruzione e della direzione spirituale dei giovani) in un contesto nel quale la scuola pubblica e l'assorbimento di gran parte degli studenti cattolici nella GIAC (Gioventu' italiana di azione cattolica) sembravano delegittimarne l'esistenza. In una relazione su Il sacerdote scolopio nei nuovi tempi al convegno di studio nazionale sulla formazione e le attivita' scolopiche svoltosi a Roma nel 1948, sostenne la necessita' di rafforzare, da un lato, le associazioni giovanili interne alle Scuole pie e, dall'altro, l'impegno dell'ordine nell'apostolato tra i giovani anche al di la' dell'ambiente strettamente scolastico. Giunse cosi' a delineare una sorta di primato scolopico nell'assistenza religiosa di tutto l'associazionismo giovanile cattolico.
Nel corso del 1948 stabili' una serie di rapporti che concorsero negli anni successivi a fare di lui un personaggio pubblico, non solo a Firenze. Comincio' a scrivere per Citta' di vita e Al Focolare, espressione, rispettivamente, dello Studio teologico per laici che aveva sede in Santa Croce e dell'Opera della Madonnina del Grappa di don Facibeni.
Nel diario si coglie, a partire dal settembre di quell'anno, un certo disagio per il trionfalismo del cattolicesimo italiano, malgrado pochi mesi prima lui stesso fosse stato partecipe del clima di crociata della campagna elettorale che aveva preceduto le elezioni di aprile. Nei mesi e poi negli anni successivi assegno' un'importanza crescente alla dimensione intima della fede, distinguendola dalle sue manifestazioni esteriori e dalle sue affermazioni terrene e conferendole un primato rispetto all'azione. Sono significativi, al riguardo, l'articolo Mistica del riposo, pubblicato su Al Focolare tra il luglio e l'agosto 1949 e i commenti al Vangelo domenicale trascritti sul diario tra il gennaio e il marzo 1951, nei quali prendeva le distanze dall'idea di un regno di Dio che si realizzasse sulla Terra nel segno del trionfo della Chiesa (Balducci, 2009, pp. 343-342).
Nel 1949 comincio' un'esperienza che porto' avanti con continuita' fino al 1959: la "Messa degli artisti", una celebrazione eucaristica specificamente dedicata ai cultori di arte. L'iniziativa era nata sul modello di quella avviata a Roma nel marzo 1941 da mons. Ennio Francia (allora giovane sacerdote) insieme a un gruppo di artisti laici. A proporla a Firenze furono Piero Bargellini e il pittore Primo Conti insieme, tra gli altri, a Nicola Lisi, Carlo Betocchi e Giovanni Papini (che suggeri' a Francia il nome di Balducci come celebrante adatto a questo tipo di funzione).
Nel 1950 si laureo' con Attilio Momigliano con una tesi su Antonio Fogazzaro, pubblicata nel 1952 da Morcelliana. Pur non abbandonando del tutto la frequentazione di ambienti letterari (collaboro' con le riviste L'Ultima e Mal'Aria) successivamente si dedico' prevalentemente allo studio e alla divulgazione teologica e a una pastorale attenta ai poveri e alla formazione spirituale, culturale e religiosa dei giovani. Rivolse particolare impegno alla promozione della cultura teologica del laicato cattolico, nel convincimento dell'importanza, in un mondo secolarizzato, di costruire una cultura cristiana autentica e capace di rispondere ai problemi del tempo preservando la fede dei credenti. Nelle sue meditazioni, conferenze e lezioni (tenute per la maggior parte presso il Chiostro nuovo e lo Studio teologico per laici) si ispiro' largamente alle tesi della nouvelle theologie francese, attestandosi su una linea di progressivo distacco dal cattolicesimo intransigente di matrice ottocentesca e di adesione alle tesi maritainiane sulla nuova cristianita'.
Partecipo' ai convegni per la pace e la civilta' cristiana organizzati dal 1952 al 1956 da Giorgio La Pira (divenuto sindaco di Firenze nel 1951) e anche la sua attivita' pastorale si svolse in un rapporto sempre piu' intenso con quest'ultimo. Proprio La Pira, alla fine degli anni Quaranta, gli aveva chiesto di occuparsi del settore giovanile della S. Vincenzo, e su questa esperienza Balducci innesto', tra il 1952 e il 1953, la fondazione del centro di impegno cristiano, Il Cenacolo. La spiritualita' del gruppo si ispirava a quella dei Piccoli fratelli di Gesu' di Rene' Voillaume, che lo scolopio ebbe modo di conoscere nel 1959 grazie all'amico Arturo Paoli. All’interno del Cenacolo si costitui' un piu' ristretto Gruppo di iniziativa sociale e dal suo stesso ambiente nel 1958 nacque la rivista Testimonianze, di cui Balducci fu direttore fino al 1961 (dal 1960 insieme a Danilo Zolo). L'area che a lui faceva riferimento, per l'intreccio tra formazione religioso-spirituale e interesse politico-sociale, si trovo' spesso a convergere con le iniziative lapiriane (dalle lotte operaie per la Pignone ai Convegni per la pace), suscitando diffidenza nella gerarchia ecclesiastica. I rapporti di Balducci con quest'ultima divennero sempre piu' tesi dopo l'arrivo a Firenze, nel 1954, di Ermenegildo Florit, in qualita' di vescovo coadiutore di Elia Dalla Costa.
A determinare tali tensioni fu, oltre alla vicinanza del suo gruppo a La Pira, la sua adesione a orientamenti del cattolicesimo francese condannati dall'enciclica Humani generis (1950). Il 20 maggio 1959 il generale Vincenzo Tomek gli comunico' che il Santo Uffizio aveva imposto il suo allontanamento dalla Toscana, e con lettera del primo luglio successivo lo nomino' visitatore generale delle Scuole pie. In ottobre Balducci si trasferi' dunque a Roma. Fino al 1962 la sua sede fu Frascati (dove insegno' religione in un istituto di suore) mentre successivamente si stabili' a Monte Mario, nella parrocchia di S. Francesco, insegnando storia della Chiesa al Calasanctianum.
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L’esilio romano negli anni del Concilio
All'esilio romano non corrispose un suo completo isolamento sul piano ecclesiale. Egli pote' constatare la stima di cui godeva presso autorevoli esponenti della curia romana (come il sostituto alla segreteria di Stato Angelo dell'Acqua) e dell'episcopato italiano (come l'assistente centrale dell'Azione cattolica italiana Franco Costa) e persino l'ostilita' del prefetto del Santo Uffizio Alfredo Ottaviani si attenuo' nel corso del tempo.
Nondimeno, negli stessi anni, gli ambienti che gravitavano attorno a La Pira e a Testimonianze furono oggetto di attacchi romani, soprattutto per la loro disponibilita' al dialogo con i comunisti. Balducci continuo' a seguirne le vicende da vicino e a sostenerne indirettamente le posizioni attraverso conferenze e commenti al dibattito e ai documenti conciliari (in larga parte pubblicati su Il Regno e sulla stessa rivista fiorentina) che sottolineavano gli elementi di novita' emersi al loro interno tali da rendere obsoleta l'opposizione pregiudiziale a quel dialogo. Tra questi elementi vi erano idee e principi da tempo valorizzati nella sua riflessione: il primato della coscienza individuale, il superamento del tema della cristianita' (in relazione al quale, per documentare il proprio personale percorso, nel 1963 pubblico' Cristianesimo e cristianita'), l'esigenza di un rinnovato rapporto con il mondo nel segno del dialogo inteso come confronto tra verita' diverse e mondi ideologici distanti, un'accettazione piena della laicita' dello Stato e la corrispondente rinuncia della Chiesa a dare specifiche indicazioni sull'organizzazione della vita pubblica, il riconoscimento della dignita' propria dei laici e della loro autonomia sul piano delle realta' temporali.
Tra il 1963 e il 1964 fu al centro della scena pubblica per le posizioni assunte sull'obiezione di coscienza. In un'intervista pubblicata il 13 gennaio 1963 su Il Giornale del Mattino aveva sostenuto – criticando la sentenza di condanna di Giuseppe Gozzini, primo obiettore cattolico in Italia – che occorresse ridimensionare il concetto di patria e che in alcuni casi si avesse il dovere di disobbedire. Fu cosi' denunciato alla procura della Repubblica e al contempo vennero presentati un esposto al provinciale degli scolopi e un'accusa al Santo Uffizio. Si apri' un processo contro di lui che si concluse, dopo l'assoluzione in primo grado, con una sentenza definitiva di condanna della Cassazione nel giugno 1964. La sentenza, che entrava nel merito di motivazioni di tipo religioso imputando allo scolopio un difetto di ortodossia, suscito' proteste e attestazioni di solidarieta' nei suoi confronti. Non vi furono critiche alle sue posizioni da parte del pontefice.
Alla fine del 1964 comincio' a delinearsi la possibilita' di un ritorno a Firenze. Paolo VI, in un'udienza privata dell'ottobre di quell'anno, gli manifesto' il proprio favore. La sua richiesta di rientro nella provincia ottenne il sostegno di Tomek e nel gennaio 1966 anche Ottaviani gli comunico' di non avere piu' obiezioni, sollecitandolo tuttavia a limitarsi alla predicazione e allo studio e a evitare interventi sul piano politico. Resto' invece ferma l'opposizione di Florit e alla fine si trovo' una soluzione di compromesso con il suo trasferimento, con decreto generalizio del 16 luglio 1966, nella comunita' scolopica della Badia fiesolana, che rientrava nella giurisdizione del vescovo di Fiesole. Intanto, nell'aprile 1966, con l'accordo suo e di Zolo, la curia fiorentina aveva tolto la dicitura "con approvazione ecclesiastica" a Testimonianze. La rivista passo' cosi' a una direzione laica e collegiale e, non impegnando la gerarchia ecclesiastica, pote' esprimersi con maggiore liberta'.
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Il ritorno a Firenze nelle tensioni del postconcilio
Nell'immediato postconcilio Balducci intensifico' la propria attivita' di conferenziere, chiamato da diversi vescovi italiani per commentare i testi conciliari. Il tema della chiesa locale divenne centrale nella sua riflessione degli anni 1966-1967, in uno stretto rapporto con la Chiesa bolognese di Giacomo Lercaro e Giuseppe Dossetti: a Bologna si svolse nel maggio 1967 il secondo convegno di Testimonianze dedicato a La coscienza del popolo di Dio. Premesse per un rinnovamento in Italia.
Con l'esplodere, nel corso del 1968, del dissenso cattolico, fu indicato come uno dei suoi ispiratori: un'attribuzione di paternita' che respinse pur riconoscendo che alcune delle posizioni dei gruppi che ne erano protagonisti erano state divulgate nel decennio precedente da Testimonianze. Si fece inoltre coinvolgere in un tentativo di mediazione – operato insieme ad altri sacerdoti fiorentini – nelle tensioni esplose nell'ottobre 1968 tra Florit e la comunita' parrocchiale dell'Isolotto, dopo il rifiuto di quest'ultima di ritrattare pubblicamente – secondo quanto richiesto dal vescovo – la lettera di solidarieta' inviata il 30 settembre agli occupanti della cattedrale di Parma. Alla rimozione del parroco Enzo Mazzi il 4 dicembre, la comunita' reagi' rifiutando di partecipare alle celebrazioni eucaristiche tenute presso la parrocchia da sacerdoti inviati da Florit e organizzando autonomamente incontri di preghiera alternativi. Fallito un ulteriore tentativo di pacificazione operato da Balducci e Nando Fabro nell'agosto 1969 su mandato del convegno del Segretariato delle attivita' ecumeniche riunito a Camaldoli, la tensione torno' a innalzarsi dopo che Florit, il 31 agosto, volle celebrare una messa nella chiesa dell'Isolotto senza preavvertire la comunita' e facendovi convenire fedeli da altre parti della citta'. Il I settembre Balducci stese una dichiarazione nella quale criticava, per ragioni analoghe e simmetriche, sia la ripresa della celebrazione autogestita in piazza da parte della comunita' sia l'iniziativa dell'arcivescovo. Riteneva infatti che, poiche' la celebrazione eucaristica richiedeva comunione ecclesiale, una messa celebrata da un membro della Chiesa in polemica con l'altro era in contraddizione con il proprio significato.
Le riflessioni ecclesiologiche fatte durante la vicenda dell'Isolotto furono pubblicate nel volume La Chiesa come eucaristia (Brescia 1969) e quelle relative al complessivo periodo 1960-1970 nel Diario dell'Esodo (1971). In entrambi i volumi la celebrazione eucaristica acquisisce un ruolo sempre piu' centrale in quanto luogo di realizzazione della Chiesa come popolo di Dio.
Le posizioni assunte sul caso dell'Isolotto si ripercossero negativamente su Balducci, procurandogli un duro richiamo del vescovo di Fiesole e nuove tensioni con l'ordine, di cui dall'agosto 1967 era divenuto generale Laureano Suarez Díez. Nell'autunno 1969 circolava la voce di una sua possibile esclaustrazione e di provvedimenti punitivi nei suoi confronti che furono evitati grazie alla mobilitazione a suo favore di numerosi confratelli. Nel 1970 fu eletto assistente provinciale e malgrado venisse posta una serie di vincoli alla sua attivita' di docente, scrittore e conferenziere, divenne sempre piu' un importante riferimento per quanti erano al margine dell'istituzione ecclesiastica. I suoi interventi su temi particolarmente accesi aggravarono la sua posizione nella Chiesa e nell'ordine.
Ripercussioni particolarmente gravi ebbe il dibattito televisivo con Jean Danielou del 28 settembre 1971. Il cardinale francese vi sostenne che la crisi del clero fosse imputabile alla messa in discussione del celibato, mentre Balducci la attribui' allo scandalo di una Chiesa-istituzione che diceva di ispirarsi al Vangelo, ma che di fatto assumeva comportamenti a esso contrari, generando lo smarrimento di molti. Queste affermazioni furono oggetto di critica da parte dello stesso pontefice (che tuttavia in un secondo momento fu piu' benevolo) e sembrarono mettere ancora una volta in discussione lo stato religioso di Balducci. Egli prese le distanze da quanti, in relazione alla vicenda, lo ascrissero all'area della contestazione ecclesiale e indico' il luogo della propria specifica collocazione tra l'annuncio e la testimonianza del Vangelo come ragione della sua esistenza e la ferma volonta' di restare in comunione con la Chiesa.
Negli anni successivi si pronuncio' – nel nome della legittimita' del pluralismo delle opzioni temporali riconosciuta dal Concilio – contro l’'identificazione dei cattolici con un unico partito. In occasione del referendum sul divorzio del 1974 sostenne le posizioni dei cattolici pronunciatisi per il no con la motivazione che, pur costituendo l'indissolubilita' del matrimonio un valore morale e religioso, essa non poteva essere imposta in modo coattivo da parte dello Stato, ma doveva semmai essere testimoniata dai cristiani con la loro vita. Dopo un richiamo del vescovo di Fiesole Antonio Bagnoli, si impegno' a sospendere prese di posizione pubbliche su questo tema limitatamente al periodo della campagna referendaria.
La tensione con i vescovi italiani riemerse in occasione delle elezioni politiche del 1976, quando alcuni cattolici a lui vicini (Mario Gozzini e Raniero La Valle) si candidarono come indipendenti nelle liste del PCI. Proprio alla Badia fiesolana si era svolta nel maggio 1976 la riunione nella quale era stata abbozzata l'ipotesi di queste candidature e a Balducci fu imputata la paternita' dell'operazione. L'8 febbraio 1977 il sostituto alla segreteria di Stato mons. Giovanni Benelli (dal giugno successivo arcivescovo di Firenze) gli invio' una lettera con un "unito appunto personale e privato" nel quale elencava le critiche mosse da piu' parti alle sue posizioni (Archivio Fondazione Balducci, Fiesole, Privato, Sezione IV, Chiesa, fasc. I/7, segreteria di Stato, cc. 254-259) e nel settembre successivo si svolse un incontro tra la congregazione dei Religiosi e la congregazione per la Dottrina della fede per discutere della sua ortodossia. Promosso dallo stesso Benelli e dalla segreteria di Stato, non dette luogo a procedere.
Nel corso di queste vicende in Balducci venne progressivamente meno ogni speranza di rinnovamento dell'istituzione ecclesiastica. Si oriento' cosi' nella direzione dell'assunzione, all'interno di quest'ultima, di una posizione di marginalita' nella quale limitarsi a utilizzare gli spazi di parola che ancora gli venivano lasciati.
Nel 1977 pubblico' il volume Le ragioni della speranza, nel quale rese esplicito il passaggio della sua riflessione a una nuova fase che poneva al centro il rapporto tra vissuto della fede e storia. Vi caratterizzo' la propria posizione come improntata a un'immagine di Chiesa ricondotta a un ambito spirituale e alla disponibilita' a vivere in un mondo non piu' sacrale, ma profano. Indicava inoltre nella "scelta dei poveri [...] la sua vera carta di identita' politica" e nella spiritualita' dei Piccoli fratelli di Gesu' un termine di confronto quotidiano che alimentava un'immagine di Chiesa "totalmente liberata dal gravame del potere". Da qui il progetto di condividere la storia di tutti gli uomini, senza privilegi, nel cuore della loro comune ricerca. Sosteneva l'esigenza, da un lato, di abbandonare la "cultura cattolica" e, dall'altro, di operare una riflessione di fede a partire dalla Theologia crucis, in una "tensione profetica" tra "comprensione scientifica della storia e confessione di fede nel Gesu' della Croce". La fede in un Dio che ama il mondo e cui e' possibile l'impossibile era per lui "un segreto da testimoniare, non un argomento per le dialettiche culturali" (E. Balducci, Le ragioni della speranza, Roma 1977, pp. 5-10). Dalla fine del pontificato di Paolo VI i rapporti con le gerarchie vaticane e con i vescovi italiani si attenuarono e sotto il pontificato di Giovanni Paolo II la sua presenza sulla scena pubblica fu sottoposta a un minore controllo.
Dal 1976 al 1982 fu rettore della Badia fiesolana e negli anni successivi partecipo' al dibattito sulla dissociazione dal terrorismo e sul carcere che precedette il varo, tra il 1986 e il 1987, della legge sulla riforma carceraria (nota come legge Gozzini) e di quella sulla dissociazione. Il suo contributo in questo ambito non fu solo teorico: egli intrattenne un'intensa corrispondenza con molti terroristi di sinistra e promosse alla Badia incontri settimanali con i genitori dei terroristi detenuti. Nel corso di questa esperienza maturo' uno spostamento dell'orizzonte della sua riflessione e del suo impegno dalla Chiesa alla societa' civile, ridefinendo il problema religioso in termini che lo ponevano in stretto rapporto con questioni di tipo esistenziale e antropologico.
Nel volume L'uomo planetario (Brescia 1985) caratterizzo' egli stesso questo sviluppo come "svolta antropologica". Nella nuova prospettiva del suo pensiero, la pace costituiva un imperativo assoluto e imprescindibile da cui dipendeva la sopravvivenza dell'umanita'. Dal 1981 ebbe un ruolo importante nell'animazione del ciclo di convegni di Testimonianze sul tema Se vuoi la pace prepara la pace e nel 1986 fondo', con il supporto economico degli scolopi, le edizioni Cultura dalla pace. Nel corso della guerra del Golfo intervenne ripetutamente, anche su testate della sinistra (L'Unita', Il Manifesto, Rinascita), per richiamare l'ONU e la diplomazia internazionale alla sostituzione della guerra con le armi del diritto. Parallelamente nelle omelie negava che la violenza potesse costituire uno strumento di giustizia.
Nel frattempo la Badia fiesolana era divenuta punto di riferimento per una comunita' di laici e di scolopi che si riuniva attorno alla liturgia domenicale da lui celebrata e che promuoveva incontri di riflessione e solidarieta' sia sul piano internazionale (con l'appoggio a iniziative concrete) sia nella citta' (ad esempio nell'ambito della psichiatria o delle carceri). Si era dunque creato una piccola Chiesa locale, una comunita' eucaristica nella quale meditava la parola e dalla quale diceva e scriveva di trarre ispirazione. La comunita' di Badia fu piu' volte visitata dal cardinale Piovanelli (arcivescovo di Firenze dal 1983) e partecipo' ai lavori del sinodo fiorentino.
All'inizio del 1992 usci' il suo ultimo volume, La terra del tramonto, nel quale sostenne l'esigenza di integrare culture diverse e di recuperare l'intuizione originaria di tutte le religioni. Mori' a Cesena il 25 aprile successivo, due giorni dopo un incidente stradale alle porte di Faenza.
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Fonti e bibliografia
Balducci ha lasciato una documentazione inedita e una bibliografia molto vaste. La prima, raccolta presso l'Archivio della Fondazione a lui intitolata, che ha sede nella Badia fiesolana, e' stata in parte inventariata nel volume Percorsi di archivio. L'archivio di Ernesto Balducci, a cura di B. Bocchini Camaiani, M. Galfre', N. Silvestri, Firenze 2000. La seconda e' stata censita in Ernesto Balducci. Cinquant'anni di attivita', a cura di A. Cecconi, Firenze 1996, pp. 183-299. Anche gli interventi e gli studi su Balducci sono stati raccolti in Ernesto Balducci. Bibliografia critica 1956-2002, a cura di A. Cecconi, San Domenico di Fiesole 2002. Della biblioteca di Balducci e' stato pubblicato il Catalogo della biblioteca privata di padre Ernesto Balducci, a cura di E. Viti, direzione scientifica di M. Guerrini, Firenze 2012.
Rimandando a questi strumenti per una bibliografia piu' puntuale di e su Balducci, ci limitiamo qui a segnalare le edizioni di fonti e gli studi di carattere piu' strettamente scientifico: Fede e poesia nel giovane Ernesto Balducci (1940-1950), a cura di A. Cecconi, presentazione di L. Grassi, Firenze 1998; Ernesto Balducci e "Mal'Aria". Rivista maremmana 1951-1954, Firenze 2000; Agnese Baggio - Ernesto Balducci: Lettere 1950-1979, a cura di N. Silvestri, San Domenico di Fiesole 2001; E. Balducci, Diari (1940-1945), t. I (1940-1943), a cura di M. Paiano, Firenze 2002; Diari (1940-1945), t. II (1943-1945), a cura di Ead., Ibid. 2004; Diari (1945-1978), a cura di Ead., Brescia 2009.
Studi: B. Bocchini Camaiani, Ernesto Balducci. La Chiesa e la modernita', Bari 2002; L. Martini, La laicita' nella profezia. Cultura e fede in Ernesto Balducci, Roma 2002; Ernesto Balducci. La chiesa, la societa', la pace, a cura di B. Bocchini, Brescia 2005; C. Posi, Il Dio planetario. Cristianesimo e religioni nel pensiero di Ernesto Balducci, Assisi 2012; Padre Ernesto Balducci dalla "Messa degli artisti" all'arte contemporanea, a cura di A. Cecconi - C. Giannini, Firenze 2013.
 
2. REPETITA IUVANT. ALCUNE PROPOSTE DI LETTURA (2015)
[Riproponiamo ancora una volta questo estratto da un testo del gennaio 2015]
 
I. Venti letture per una cultura della pace (2003)
[Riproponiamo ancora una volta la seguente proposta di un percorso di lettura originariamente apparsa sulla "Rivista del volontariato" n. 12, dicembre 2003]
Ovviamente non c'e' la biblioteca ideale della pace e della nonviolenza, non ci sono ne' i dieci ne' i cento libri che occorre aver letto. Perche' ogni persona puo' accostarsi all'impegno di pace e alla scelta della nonviolenza (ed e' opinione di chi scrive queste righe che senza la scelta della nonviolenza l'impegno di pace resti inadeguato, subalterno ed ambiguo) a partire dal suo vissuto, dalle sue esperienze e riflessioni, dalle letture che incontra, dal colloquio corale di cui si trova ad esser parte.
E cosi' vi e' chi ha fatto la scelta della nonviolenza perche' ha letto Tolstoj e chi l'ha fatta perche' ha letto Dostoevskij; chi e' passato attraverso Voltaire e Zola, e chi per Erasmo e Thomas More, chi leggendo Leopardi e Kafka, e chi i Vangeli e la Bhagavad Gita, o i tragici greci, o Shakespeare e Cervantes, o Kant, o Martin Buber, o Norberto Bobbio.
Qui di seguito si indicano alcune autrici ed alcuni autori, e talvolta dei singoli libri, che a chi scrive queste righe dicono cose toccanti ed ortative in tal senso. Ma certo tanti altri libri e persone citar si potrebbero.
1. Di Simone Weil tutto quello che ha scritto, ma particolarmente i Quaderni, in quattro volumi presso Adelphi (e la sua bella biografia scritta da Simone Petrement, sempre presso Adelphi).
2. Anche di Primo Levi va letto tutto (adesso vi e' per fortuna un'edizione complessiva delle opere in due volumi presso Einaudi) ma prima di ogni altra cosa direi I sommersi e i salvati, l'ultima testimonianza di una Resistenza che ancora ci chiama alla lotta in difesa e a inveramento della dignita' umana.
3. Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, edito da Einaudi, e' la migliore silloge in un solo volume, a cura di Giuliano Pontara, che vi ha premesso un saggio introduttivo importante quanto e forse piu' della stessa antologia, poiche' costituisce la migliore sintesi del pensiero gandhiano disponibile in Italia.
4. Virginia Woolf, Le tre ghinee, Feltrinelli (ma anche presso altri editori); un libro fondamentale, chi non lo ha letto ancora non sa qualcosa di decisivo.
5. Anche di Hannah Arendt si dovrebbe leggere tutto, ma almeno Le origini del totalitarismo (Comunita'), La banalita' del male (Feltrinelli), Vita activa (Bompiani), La vita della mente (Il Mulino); e la sua biografia scritta da Elisabeth Young-Bruehl (Bollati Boringhieri).
6. E tutto bisognerebbe leggere anche di Franco Basaglia e di Franca Ongaro Basaglia; ma del primo almeno i due volumi degli Scritti (Einaudi), e della seconda, oltre i testi a quattro mani nella raccolta teste' citata, anche almeno Salute/malattia (Einaudi) e Una voce (Il Saggiatore).
7. Tutto va letto di Vandana Shiva, ma almeno Terra madre (Utet).
8. Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi.
9. Di Danilo Dolci almeno alcuni libri che raccolgono - scelti dall'autore - vari interventi, come Esperienze e riflessioni (Laterza), e parte cospicua dell'opera poetica, come Creatura di creature (successive edizioni presso vari editori); e Dal trasmettere al comunicare (Sonda).
10. Rosa Luxemburg e' figura imprescindibile; due buone antologie sono Scritti scelti (Einaudi), e Scritti politici (Editori Riuniti); per un'introduzione: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg (Mondadori).
11. Di Rigoberta Menchu' va letto il notissimo libro-intervista a cura di Elisabeth Burgos, Mi chiamo Rigoberta Menchu' (Giunti).
12. Anche di Assia Djebar tutto va letto, e per un primo incontro La donna senza sepoltura, Il Saggiatore.
13. Di Nelson Mandela va letta la bella autobiografia Lungo cammino verso la liberta' (Feltrinelli).
14. Tutto di Guenther Anders, ma almeno L'uomo e' antiquato (Il Saggiatore, Bollati Boringhieri), Noi figli di Eichmann (Giuntina), Essere o non essere (Einaudi), il carteggio con Claude Eatherly, Il pilota di Hiroshima (Einaudi, Linea d'ombra).
15. Hans Jonas, almeno Il principio responsabilita', Einaudi.
16. Anche di Ernesto Balducci occorrerebbe leggere tutto, ma almeno l'antologia curata insieme a Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia (Principato), che costituisce un'ottima introduzione al pensiero di pace dal Rinascimento al XX secolo.
17. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, tre volumi, Edizioni Gruppo Abele.
18. Di Lev Tolstoj almeno La confessione (SE), Il regno di Dio e' in voi (Publiprint-Manca), La vera vita (Manca).
19. Di Aldo Capitini almeno gli Scritti sulla nonviolenza (Protagon), e gli Scritti filosofici e religiosi (Fondazione centro studi Aldo Capitini).
20. Infine segnaliamo tutti i lavori del Centro nuovo modello di sviluppo (di Vecchiano, Pisa) che e' una delle eredita' feconde dell'esperienza della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani; sono editi perlopiu' dalla Emi.
*
II. Cento letture per un accostamento alla pace (2005)
[Riproponiamo ancora una volta la seguente bibliografia originariamente apparsa in Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace, Oltre la guerra. Annuario geopolitico della pace 2005, Altreconomia - Terre di Mezzo, Milano 2005]
Premessa
Una bibliografia del genere e' possibile solo come esercizio di ironia o testimonianza di disperazione. Ho privilegiato testi leggibili e facilmente reperibili, ho rinunciato a molti amori e molte ovvieta' (altre sono restate, chiedo venia), ho diviso in cinque blocchi di venti libri, solitamente segnalando una sola opera per autore o autrice, con qualche inevitabile eccezione. Lacune, ingenuita' ed astuzie di questa proposta credo siano cosi' evidenti che non mette conto parlarne.
Vale forse la pena di aggiungere questo: che e' opinione di chi scrive queste righe che non si dia ormai piu' possibilita' di impegno per la pace se non si fa la scelta della nonviolenza.
1. Radici
- Aristofane, Lisistrata
- Epicuro
- Eraclito
- Eschilo, tutte le tragedie
- Euripide, tutte le tragedie
- Giobbe
- Giona
- Iliade
- Inni omerici
- Lisia, Contro Eratostene
- Lucrezio
- Odissea
- Platone, Apologia di Socrate; Critone
- Qohelet
- Saffo
- Sofocle, tutte le tragedie
- Stoici antichi, Tutti i frammenti
- Tao Te Ching
- Tucidide
- i Vangeli
2. Passato remoto
- Martin Buber, I racconti dei Chassidim
- Pedro Calderon de la Barca, La vita e' sogno
- Miguel de Cervantes, Don Chisciotte
- Denis Diderot, Il nipote di Rameau
- Fedor Dostoevskij, tutti i romanzi; Ricordi della casa dei morti
- Ludwig Feuerbach, Principi della filosofia dell'avvenire; L'essenza del cristianesimo; L'essenza della religione
- Fonti francescane
- Eduardo Galeano, Memoria del fuoco
- Victor Hugo, I miserabili
- Karl Kraus, Gli ultimi giorni dell'umanita'
- Bartolome' de Las Casas, Brevissima relazione della distruzione delle Indie
- Lazarillo de Tormes
- Lope de Vega, Fuenteovejuna
- Lu Hsun, tutti i racconti
- Herman Melville, Moby Dick; Benito Cereno
- Moliere, Tartufo
- Thomas More, Utopia
- Blaise Pascal, Lettere provinciali
- William Shakespeare, Riccardo III; Amleto; Otello; Re Lear; Macbeth
- Robert Louis Stevenson, Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde
3. Passato prossimo
- Jose' Maria Arguedas, La volpe di sopra e la volpe di sotto
- Bertolt Brecht, L'eccezione e la regola; Poesie di Svendborg
- Albert Camus, La peste; L'uomo in rivolta
- Elias Canetti, Massa e potere
- Hans Magnus Enzensberger, La breve estate dell'anarchia
- Frantz Fanon, I dannati della terra
- Anne Frank, Diario
- Erving Goffman, Asylums
- Bianca Guidetti Serra, Compagne
- Robert Jungk, Gli apprendisti stregoni
- Stanislaw Lem, Solaris
- Lettere dei condannati a morte della Resistenza europea
- Primo Levi, Se questo e' un uomo; I sommersi e i salvati
- George Orwell, Omaggio alla Catalogna; 1984
- Nuto Revelli, tutte le opere
- Jean-Paul Sartre, Le mani sporche
- Mary Shelley, Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno
- Ignazio Silone, Fontamara
- Aleksandr Solzenicyn, Arcipelago Gulag
- Vercors, Il silenzio del mare
4. Presente anteriore
- Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Essere o non essere; Noi figli di Eichmann
- Ernesto Balducci, L'uomo planetario; La terra del tramonto
- Franco Basaglia, Scritti
- Ernesto De Martino, La fine del mondo
- Erich Fromm, Anatomia della distruttivita' umana
- Umberto Galimberti, Psiche e techne
- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza
- Luce Irigaray, Speculum
- Hans Jonas, Il principio responsabilita'
- Franz Kafka, tutte le opere
- Krisztof Kieslowski, Krisztof Piesiewicz, Decalogo
- Emmanuel Levinas, Totalita' e infinito
- Rosa Luxemburg, Scritti scelti; Scritti politici
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta'
- Edoarda Masi, Cento trame di capolavori della letteratura cinese
- Gianni Rodari, Grammatica della fantasia
- Umberto Santino, Storia del movimento antimafia
- Renate Siebert, Le donne, la mafia; La mafia, la morte e il ricordo
- George Steiner, Le Antigoni
- Tzvetan Todorov, La conquista dell'America; Di fronte all'estremo; Memoria del male, tentazione del bene
5. I compiti dell'ora
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo; La banalita' del male; Vita activa
- Simone de Beauvoir, Il secondo sesso; l'opera memorialistica
- Margarete Buber-Neumann, Prigioniera di Stalin e Hitler; Milena, l'amica di Kafka
- Cultura escrita y educacion. Conversaciones con Emilia Ferreiro
- Emily Dickinson, Poesie
- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti; Lontano da Medina; La donna senza sepoltura
- Germaine Greer, L'eunuco femmina; La donna intera
- Etty Hillesum, Diario; Lettere
- Ursula K. Le Guin, La mano sinistra delle tenebre; I reietti dell'altro pianeta
- Rigoberta Menchu' (con Elisabeth Burgos), Mi chiamo Rigoberta Menchu'
- Fatema Mernissi, Islam e democrazia
- Franca Ongaro Basaglia, Salute/malattia; Una voce
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le Madri di Plaza de Mayo
- Adrienne Rich, Nato di donna
- Marthe Robert, L'antico e il nuovo
- Vandana Shiva, tutte le opere
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte; (a cura di), Psicoanalisi al femminile; Volere un figlio
- Simone Weil, Quaderni
- Christa Wolf, Cassandra; Medea. Voci
- Virginia Woolf, Una stanza tutta per se'; Le tre ghinee
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III. Una minima bibliografia sul pensiero filosofico delle donne nel XX secolo
1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009, pp. VI + 266.
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994, pp. 256.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007, pp. VIII + 170.
- Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003, pp. 290.
- Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006, pp. 288.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, pp. 272.
- Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997, pp. 160.
2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994, pp. XXXIV + 286.
- Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989, 2 voll. per complessive pp. 416 + 672.
- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988, 2000, pp. 192; Eadem, La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002, pp. 192.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976, pp. 708; Eadem, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino 1975, 1976, pp. CVIII + 760.
- Simone Weil, La condizione operaia, Edizioni di Comunita', Milano 1952, Mondadori, Milano 1990, pp. 318; Eadem, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993, quattro volumi per complessive pp. 1846.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987, pp. 256.
3. Sette strumenti di lavoro
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2007, Il sole 24 ore, Milano 2010, pp. XII + 476; Eadem, Stupro. Storia della violenza sessuale dal 1860 a oggi, Laterza, Roma-Bari 2009, 2011, pp. VI + 602.
- Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008, pp. IV + 322; Eadem, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246.
- Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernita', Giunti, Firenze 2002, pp. 222; Eadem, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001, pp. 236; Eadem, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192.
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998, 2003, pp. 250.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422.
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976, 1977, pp. VIII + 336; Eadem, Esclusa dalla storia, Editori Riuniti, Roma 1977, pp. 272.
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990, 1996, pp. VI + 282.
4. Sette testimonianze
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977, 2 volumi, pp. XX + 662.
- Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, pp. 268; Eadem, Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001, pp. 158.
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982, pp. X + 150; Eadem, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982, pp. VI + 290.
- Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu', Giunti, Firenze 1987, pp. XXIV + 304.
- Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973, 1982, pp. 200.
- Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985, pp. XVIII + 242.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005, pp. 432.
5. Un'opera di riferimento
- Georges Duby, Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne in Occidente, Laterza, Roma-Bari, 1990-1992, 1994-1996, 5 voll. (vol. I. L'Antichita', a cura di Pauline Schmitt Pantel, pp. XVIII + 606; vol. II. Il Medioevo, a cura di Christiane Klapisch-Zuber, pp. VIII + 600; vol. III. Dal Rinascimento all'eta' moderna, a cura di Natalie Zemon Davis e Arlette Farge, pp. VI + 568; vol. IV. L'Ottocento, a cura di Genevieve Fraisse e Michelle Perrot, pp. VI + 618; vol. V. Il Novecento, a cura di Françoise Thebaud, pp. VI + 714).
*
IV. Una minima bibliografia per l'analisi critica e il contrasto efficace del razzismo
1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Laura Balbo, Luigi Manconi, Razzismi. Un vocabolario, Feltrinelli, Milano 1993, pp. 136.
- Alessandro Dal Lago, Non-persone. L'esclusione dei migranti in una societa' globale, Feltrinelli, Milano 1999, pp. 272.
- Albert Memmi, Il razzismo. Paura dell'altro e diritti della differenza, Costa & Nolan, Genova 1989, pp. 174.
- Annamaria Rivera, Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, Deriveapprodi, Roma 2003, pp. 160.
- Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003, pp. 172.
- Pierre-Andre' Taguieff, Il razzismo. Pregiudizi, teorie, comportamenti, Raffaello Cortina Editore, Milano 1999, pp. VI + 128.
- Michel Wieviorka, Il razzismo, Laterza, Roma-Bari 2000, pp. VIII + 152.
2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita', Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712.
- Zygmunt Bauman, Modernita' e olocausto, Il Mulino, Bologna 1992, 1999, pp. 284.
- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino 1986, pp. VI + 170.
- Claude Levi-Strauss, Razza e storia. Razza e cultura, Einaudi, Torino 2002, pp. XVIII + 118.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta'. Autobiografia, Feltrinelli, Milano 1995, pp. 606.
- George L. Mosse, Il razzismo in Europa. Dalle origini all'Olocausto, Laterza, Roma-Bari 1985, Mondadori, Milano 1992, 1993.
- Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene, Garzanti, Milano 2001, pp. 406.
3. Sette strumenti di lavoro
- Tahar Ben Jelloun, Il razzismo spiegato a mia figlia, Bompiani, Milano 1998, 1999, pp. 96.
- Marcella Delle Donne, Convivenza civile e xenofobia, Feltrinelli, Milano 2000, pp. 156.
- Teun van Dijk, Il discorso razzista, Rubbettino, Soveria Mannelli 1994, pp. 102.
- Julia Kristeva, Etrangers a' nous-memes, Fayard, Paris 1988, Gallimard, Paris 1991, pp. 314.
- Françoise Sironi, Persecutori e vittime. Strategie di violenza, Feltrinelli, Milano 2001.
- Edward W. Said, Orientalismo, Bollati Boringhieri, Torino 1991, Feltrinelli, Milano 1999, Gruppo editoriale L'Espresso, Roma 2007, pp. VIII + 448.
- Vandana Shiva, Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990), pp. VI + 232; Il bene comune della terra, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 216.
4. Sette testimonianze
- Tahar Ben Jelloun, L'estrema solitudine, Milvia, Torino 1988, Bompiani, Milano 1999, pp. 224.
- Angela Davis, Autobiografia di una rivoluzionaria, Garzanti, Milano 1975, pp. 416.
- Frantz Fanon, Il negro e l'altro, Il Saggiatore, Milano 1965, 1972, pp. 288; Idem, I dannati della terra, Einaudi, Torino 1962, 1976, pp. XXX + 250.
- Fabrizio Gatti, Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini, Rcs, Milano 2007, 2009, pp. 500.
- Antonello Mangano, Gli africani salveranno l'Italia, Rcs, Milano 2010, pp. 176.
- Marco Rovelli, Lager italiani, Rcs, Milano 2006, pp. 288.
- Gian Antonio Stella, L'orda, Rcs, Milano 2002, 2003, R. L. Libri, Milano 2005, pp. 320.
5. Un'opera di riferimento
- Centro studi e ricerche Idos (a cura di), Dossier statistico immigrazione, Roma; rapporto annuale che da molti anni e' uno strumento fondamentale, cfr. anche il sito www.dossierimmigrazione.it
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V. Sette piu' sette testi integrativi
- Adriana Cavarero, Orrorismo ovvero della violenza sull'inerme, Feltrinelli, Milano 2007, pp. 174.
- Shulamith Firestone, La dialettica dei sessi, Guaraldi, Firenze-Rimini 1971, 1976, pp. 250.
- bell hooks, Elogio del margine, Feltrinelli, Milano 1998, pp. 160.
- Lea Melandri, Le passioni del corpo. La vicenda dei sessi tra origine e storia, Bollati Boringhieri, Torino 2001, pp. 192; Eadem, Amore e violenza. Il fattore molesto della civilta', Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 166.
- Azar Nafisi, Leggere Lolita a Teheran, Adelphi, Milano 2004, 2009, pp. 384.
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832; Eadem, Diventare persone, Il Mulino, Bologna 2001, 2011, pp. 362.
- Sylvia Plath, Diari, Adelphi, Milano 1998, 2004, pp. 438.; Eadem, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2013, pp. LXIV + 886.
- Elena Pulcini, La cura del mondo. Paura e responsabilita' nell'età globale, Bollati Boringhieri, Torino 2009, pp. 298.
- Nawal al Sa'dawi, Firdaus storia di una donna egiziana, Giunti, Firenze 2001, pp. 128.
- Marianella Sclavi, Arte di ascoltare e mondi possibili, Bruno Mondadori, Milano 2003, pp. 352.
- Giuliana Sgrena (a cura di), La schiavitu' del velo. Voci di donne contro l'integralismo islamico, Manifestolibri, Roma 1995, 1999, pp. 128; Eadem, Alla scuola dei taleban, Manifestolibri, Roma 2002, pp. 176; Eadem, Il fronte Iraq, Manifestolibri, Milano 2004, pp. 184; Eadem, Fuoco amico, Feltrinelli, Milano 2005, pp. 160; Eadem, Il prezzo del velo, Feltrineli, Milano 2008, pp. 160.
- Edith Stein, L'empatia, Franco Angeli, Milano 1986, 2002, pp. 208.
- Christa Wolf, Cassandra, Edizioni e/o, Roma 1984, pp. 160; Eadem, Premesse a Cassandra, Edizioni e/o, Roma 1984, pp. 176.
- Maria Zambrano, Chiari del bosco, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 184; Eadem, L'agonia dell'Europa, Marsilio, Venezia 1999, 2009, pp. 102; Eadem, Verso un sapere dell'anima, Cortina, Milano 1996, pp. XXIV + 192.
 
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo"
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 10 del 4 marzo 2021
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