[Nonviolenza] Archivi. 391



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 391 dell'8 giugno 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di maggio 2020 (parte sesta)
2. Per la Giornata internazionale dell'Africa
3. Omero Dellistorti: Il lavoro mio
4. Ergo
5. Un commento
6. Ricordando don Milani
7. L'argomento
8. Salvatori della patria
9. Monia Andreani
10. Luciano Berio
11. Stefano Casadio
12. Gardner Dozois
13. Jackson Kaujeua
14. Kazimierz Leski
15. Jawaharlal Nehru
16. Michael Riffaterre
17. Sergio Rossi
18. Joseph Roth
19. Gretchen Wyler
20. Un uomo giace a terra ammanettato
21. Sollevare un ginocchio di qualche centimetro

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI MAGGIO 2020 (PARTE SESTA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di maggio 2020.

2. PER LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'AFRICA

Il 25 maggio ricorre la Giornata internazionale dell'Africa, nell'anniversario della fondazione dell'Organizzazione per l'unita' africana nel 1963.
E' una ricorrenza importante, che convoca ogni persona di volonta' buona ed ogni istituzione democratica a una profonda riflessione, a un esame di coscienza, a un impegno concreto.
Tutto l'umanita' deve all'Africa: poiche' e' in Africa che l'umanita' ha avuto inizio e da li' si e' irradiata su tutto il pianeta. Siamo quindi tutte e tutti discendenti da africani.
Ma in una plurisecolare vicenda l'Africa e' stata selvaggiamente depredata e le popolazioni africane hanno subito violenze inaudite innanzitutto dall'imperialismo e dal colonialismo europei.
L'Africa e' ancor oggi un continente insieme ricchissimo e depredatissimo. Se le risorse africane fossero - come dovrebbero - nella disponibilita' dei popoli africani, e non dei poteri vampiri transnazionali e delle elites dittatoriali in combutta col neocolonialismo, in Africa non vi sarebbe ne' fame ne' violenza; le popolazioni africane vivrebbero nel benessere se i loro beni non fossero loro rapinati dalle gerarchie stragiste e dal totalitarismo globalizzato del Nord sul Sud del mondo come dai regimi e gruppi criminali e terroristici che ne riproducono a livello regionale la violenza onnicida.
Questa e' la verita': che le popolazioni africane subiscono fame e violenze inaudite perche' le ricchezze di tutte e di tutti sono rapinate dalla violenza armata e assassina di pochi oppressori che hanno i loro centri di comando nelle stanze blindate del nord del mondo, nei consigli d'amministrazione del capitale finanziario, nei gruppi sociali dominanti che hanno imposto senza esitare le catastrofi ed i genocidi al fine di incrementare il tasso di profitto; i gruppi di potere che schiavizzano e riducono a merce ed a scarto la stragrande maggioranza dell'umanita'; i gruppi di potere che stanno avvelenando, devastando e distruggendo l'intera biosfera.
Le persone che in Africa e in altri luoghi degli sterminati sud del mondo sono vittima di questo sistema di potere mafioso e nazista di dimensioni planetarie, per sfuggire a una cruda esistenza di orrori e a una celere morte di stenti, possono solo lottare - se e quando e fino a quanto e' umanamente possibile - ovvero fuggire per sopravvivere altrove. Raramente vi e' un'alternativa alla migrazione, che non e' un atto di resa ma di resistenza, come resistettero gli esuli che dovettero abbandonare l'Italia mentre il criminale regime razzista trionfava e si consolidava nell'indifferenza del resto del mondo: sovente l'emigrazione e' l'unico modo per restare in vita e per poter ancora aiutare i propri familiari, il proprio popolo e l'umanita' intera.
L'epocale fenomeno migratorio ha qui le sue radici.
Tutte le culture antiche lo sapevano, in questo tanto piu' civili di noi: in tutte esse l'ospite e' sacro; la persona che ha dovuto abbandonare la sua casa e viene chiedendo aiuto riceve aiuto, perche' essere umani e' questo: avere bisogno di aiuto e dare aiuto a chi ne ha bisogno. Chi rifiuta o minaccia od opprime il migrante dimentica la sua stessa umanita', da persona si fa bruto.
La Costituzione italiana, che sia benedetta, riconosce a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani; stabilisce il dovere della repubblica di aiutare chiunque di aiuto ha bisogno; prevede il diritto d'asilo per chiunque nel proprio paese si vede negati i diritti che l'Italia invece riconosce. Si vede che chi scrisse la Costituzione ricordava ancora bene l'orrore del fascismo, del nazismo, della guerra; e sentiva il dovere morale e civile di stabilire per legge il dovere di salvare le vite, il dovere di non abbandonare nessuno negli artigli dell'oppressione, della sofferenza, della paura, della morte.
*
L'Africa ci chiama, ci convoca a riconoscere la nostra umanita', i nostri doveri: e il primo dovere e' rispettare e salvare tutte le vite.
Nel secondo Novecento, dopo l'orrore del fascismo e delle due guerre mondiali, l'esperienza forse piu' luminosa dell'umanita' e' stata la lotta vittoriosa di Nelson Mandela, che dal capo estremo dell'Africa ha saputo essere voce e volto dell'umanita' intera affermando il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla giustizia e alla liberta', alla responsabilita' per il bene comune, alla condivisa sobria felicita' possibile.
L'Africa ci parla, ci interroga, ci indica i nostri comuni doveri, e primo fra tutti il dovere di condividere il bene ed i beni fra tutti gli esseri umani, tutti ugualmente appartenenti all'unica umana famiglia, tutti ugualmente abitanti di quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera.
Che fare, dunque?
Far cessare le guerre e le stragi, in Africa come ovunque. E per far cessare le guerre e le stragi occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti. L'Italia cessi di rifornire di armi chi ogni giorno in Africa commette stragi. L'Italia cessi di favoreggiare regimi criminali e terroristi. Ogni persona ha il diritto e il dovere di opporsi al male, ogni persona deve impegnarsi per la democrazia e i diritti umani.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, in Africa come ovunque. E per difendere i diritti umani occorre far cessare tutte le dittature, la schiavitu', il razzismo, il maschilismo. E' possibile solo con il disarmo, con la cooperazione pacifica, con gli aiuti umanitari, con la solidarieta' internazionale, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Difendere l'Africa e l'intero mondo vivente dalla devastazione, dalla spoliazione, dalla desertificazione. Il tempo e' poco, e il cambiamento necessario ed urgente deve essere profondo: occorre uscire dalla struttura, dall'ideologia e dalla prassi fondate sulla massimizzazione del profitto dei piu' avidi, sul consumismo illimitato, sul disprezzo per l'altra persona, per gli altri esseri viventi e per la vita nel suo insieme, ed a questo sistema mortifero opporre l'umana convivenza, la pratica del dono, la cura reciproca, il bene comune. Occorre contrastare il male facendo il bene. Occorre sconfiggere la violenza con la nonviolenza.
Siamo una sola umanita'. E' quindi dovere di ogni persona e di ogni umano istituto soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita'. Dobbiamo vivere in pace, nel rispetto e nell'aiuto reciproco.
Siamo una sola umanita'. Occorre abolire la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nessun essere umano sia piu' schiavo. Nessun essere umano sia piu' abbandonato alla fame, alla paura, al dolore e alla morte.
Occorre porsi alla scuola di Nelson Mandela.
Occorre porsi alla scuola di Wangari Maathai.
Occorre porsi alla scuola di Soumaila Sacko.
Occorre porsi alla scuola di tutte le donne e di tutti gli uomini che ci indicano la via del bene, della condivisione, della lotta contro tutte le menzogne e le oppressioni.
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In Italia oggi vige di fatto un illegale regime di apartheid, in cui poteri mafiosi e razzisti tengono in schiavitu' innumerevoli vittime innocenti.
In Italia oggi vige di fatto un illegale regime di apartheid, in cui milioni di persone oneste, gentili e generose sono private di fondamentali diritti.
In Italia oggi vige di fatto un illegale regime di apartheid, con il persistere finanche di scellerate antileggi hitleriane che violano la Costituzione, il diritto internazionale e i diritti umani fondamentali, come ad esempio le ripugnanti misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dallo sciagurato governo caduto un anno fa.
Cosa si attende a tornare alla legalita' che salva le vite?
Cosa si attende a tornare al rispetto della Costituzione repubblicana?
Cosa si attende a tornare alla dignita' e alla civilta'?
Cosa si attende a tornare umani?
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Che la Giornata internazionale dell'Africa ci ispiri i buoni pensieri e le opere buone.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione dell'umanita' intera e per la salvezza non solo della civilta' umana ma anche di quest'unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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Allego in calce a queste righe una breve riflessione "contro mafie ed apartheid" di un paio di giorni fa e un invito a "due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia", invito che da molti anni vado ripetendo.
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Allegato primo: Contro mafie ed apartheid
Nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo
Nelle campagne italiane da anni si sta riproducendo un regime di schiavitu' e di segregazione, di effettuale apartheid, governato dittatorialmente dai poteri mafiosi, dall'economia illegale, dal caporalato, con la complicita' di pubblici amministratori e pubblici funzionari razzisti e conniventi, con la complicita' di chi governa il paese e delle disumane antileggi hitleriane imposte e mantenute da governi ipso facto violatori della dignita' umana.
E' una tragedia ormai pluridecennale: l'aveva gia' fatta emergere drammaticamente nel 1989 l'atroce omicidio di Jerry Essan Masslo, fuggito dal Sudafrica dell'apartheid per poi morire assassinato in Italia, a Villa Literno.
E troppe altre morti si sono susseguite da allora nel nostro paese, una strage infinita causata da schiavitu' e razzismo, nelle campagne e non solo.
Quando finira' questo scandalo, quando finira' questa vergogna?
Cosa diranno di noi gli storici futuri quando dovranno constatare che a settantacinque anni dalla sconfitta del nazifascismo in Italia continuavano schiavitu' e razzismo?
La lotta contro schiavitu' e razzismo, cosi' come la lotta contro il potere mafioso, ci riguarda tutte e tutti.
La liberta' e' una e indivisibile, nessuno e' libero finche' qualcuno e' schiavo.
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Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'
Occorre quindi regolarizzare immediatamente lo status giuridico e la condizione amministrativa di tutte le persone che si trovano in Italia, a tutte riconoscendo immediatamente tutti i diritti sociali, civili, politici, tutti i diritti umani inerenti a tutti gli esseri umani.
Occorre abrogare immediatamente tutte le folli e scellerate misure razziste ed incostituzionali imposte da governi ebbri e criminali, a cominciare dai due cosiddetti "decreti sicurezza".
Occorre che l'Italia torni alla civilta', al rispetto della legalita' che salva le vite, al rispetto del diritto internazionale, al rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua a violare la stessa Costituzione della Repubblica italiana, che e' la legge a fondamento di tutte le altre leggi italiane, la legge che e' il cuore pulsante del nostro ordinamento giuridico, del nostro sistema istituzionale, della nostra civile convivenza.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia continua ad imporre un regime razzista e schiavista incompatibile con lo stato di diritto, incompatibile con la democrazia, incompatibile con la civilta' giuridica e con la dignita' umana.
Se non si riconoscono tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani presenti nel nostro paese, cio' significa che chi governa l'Italia e' un criminale e un complice di criminali.
Si torni quindi al rispetto rigoroso e intransigente della Costituzione repubblicana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che fa obbligo alle istituzioni di recare aiuto a chi di aiuto ha bisogno, che riconosce il diritto d'asilo a tutte le persone che nel loro paese d'origine non hanno i diritti che la Costituzione garantisce ai cittadini italiani.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
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"Una persona, un voto"
E ci si decida finalmente a riconoscere che chi vive in un luogo e' in quel luogo che deve poter esercitare tutti i suoi umani diritti, e' in quel luogo che deve poter vivere una vita degna, nel rispetto e nell'aiuto reciproco: e che quindi ogni persona deve avere anche il diritto di partecipare democraticamente alle decisioni pubbliche che la sua stessa vita riguardano: "una persona, un voto" e' da sempre il motto e la bandiera della democrazia.
In Italia ancor oggi a milioni e milioni di persone che vivono stabilmente qui e perlopiu' da molti anni, che danno un contributo fondamentale all'economia e alla vita civile, i cui figli hanno studiato e studiano nelle scuole italiane e sono gia' parte dell'Italia di domani come i loro genitori sono gia' parte dell'Italia di oggi, ebbene, a questi milioni e milioni di persone oneste e generose sono ancora assurdamente, scelleratamente negati quei diritti e quella dignita' per il cui universale riconoscimento i martiri della Resistenza diedero la vita; quei diritti e quella dignita' che sono l'umanita' dell'umanita'; quei diritti e quella dignita' che sono il concreto fondamento, la sostanza stessa della repubblica democratica ed antifascista.
E' un dolore immenso e indicibile dover riconoscere che in Italia l'orrore e l'infamia del razzismo, e l'orrore e l'infamia del potere mafioso, ancora non siano stati sconfitti.
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Le braccianti e i braccianti che ci hanno salvato la vita
Questi mesi di epidemia hanno messo a nudo una volta di piu' la fragilita' intrinseca e il bisogno di mutuo soccorso che caratterizzano ogni umana esistenza, ogni umana comunita', l'intera umana famiglia.
In questi mesi di epidemia se la catastrofe e'stata contenuta e' stato anche e soprattutto grazie alle braccianti e ai braccianti che hanno garantito l'approvvigionamento delle nostre mense, che ci hanno sfamato con il loro lavoro, sovente rischiando la loro vita, sovente subendo abusi indicibili.
Al contrario delle ripugnanti menzogne della retorica razzista, la verita' e' che le braccianti e i braccianti ci hanno salvato la vita.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere questa verita', e far cessare quegli abusi.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere loro tutti i diritti inerenti ad ogni essere umano.
Il minimo che si possa fare e' far cessare la schiavitu', il caporalato, la dittatura mafiosa nelle campagne e non solo.
Il minimo che si possa fare e' riconoscere a questi nostri fratelli e a queste nostre sorelle la liberta', l'eguaglianza, la solidarieta' che ad ogni essere umano e' dovuta.
Il minimo che si possa fare e' compiere questo atto di riconoscimento, e di riconoscenza.
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L'ora della verita'
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Il nostro primo dovere di esseri umani e' salvare le vite: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ogni essere umano e' un essere umano, e in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Siano immediatamente abrogate tutte le obbrobriose misure razziste ed incostituzionali imposte da governanti perversi e disumani.
Sia immediatamente finalmente legiferato il pieno riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici a tutte le persone che si trovano in Italia.
S'inveri la volonta' della Resistenza, la verita' della repubblica costituzionale, la sostanza dello stato di diritto, il cuore della democrazia, il valore umano e l'umana giustizia cui e' ordinata ogni legittima umana istituzione.
Si contrasti la mafia e l'apartheid.
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Allegato secondo: Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

3. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: IL LAVORO MIO

Io glielo dico sempre ai miei clienti: "Di cio' di cui non si puo' tacere, si deve parlare". Che sembra una frase celebre di quelle che si leggevano una volta su Tex.
A me mi piace incoraggiare le persone a cui devo applicare il trattamento. Lo faccio per il loro bene, oltre che per il bene della societa'; e dello stato, certo, perche' alla fine e' lo stato che mi passa lo stipendio ed io lo stipendio me lo voglio guadagnare, non sono mica un mangiapane a ufo.
E' il lavoro mio e cerco di farlo bene. Ormai poi ci ho una certa pratica, l'esperienza non e' acqua fresca. I primi tempi, non dico di no, faticavo di piu' perche' quando sei un novellino ancora non li conosci tutti i segreti del mestiere, pero' s'impara presto, perche' questo e' un mestiere che hai voglia a dire, si' lo studio serve, ma le cose s'imparano solo facendo pratica, e io ne ho fatta parecchia, parecchia.
Per esempio: una tecnica efficace e' quando tu stai zitto. Non dici niente, non gli chiedi niente, e intanto gli giri intorno il filo spinato. Si credono tutti di fare i duri, ma quando si trovano nudi come mamma li ha fatti legati sulla sedia nella stanzetta e tu cominci a stringere il filo spinato, e fai il primo giro all'altezza dell'ombelico, e poi il secondo piu' su, poi aspetti un po' e magari ogni tanto una strattonatella, e intanto non dici una parola. E' un trucco che funziona sempre. Perche'qui si vede il tocco del maestro, l'esperienza del veterano, la bravura del campione: non fargli domande, non dirgli niente, torturarli e basta. Finche' non lo vedi che sono cotti a puntino. Allora gli dici che fino a qui abbiamo scherzato, e che il dolore vero deve ancora arrivare che devono sentire quando glielo rigiri sulla faccia, sugli occhietti belli, quello devono sentire.
Ti dicono pure la formazione del Grande Torino, il pi greco fino alla trentesima cifra dopo la virgola, quanti capelli ci avevano i Beatles quando ci avevano il caschetto, tutto ti dicono, figuriamoci se non ti dicono i nomi degli altri sovversivi.
Dice: e se ti dicono i nomi di gente che non c'entra niente? E a noi che ce ne frega? Noi preleviamo tutti e a tutti gli facciamo il trattamento. Primo, perche' comunque se quel nome l'hanno detto il mandrino che lo porta un legame con chi l'ha nominato ce l'ha, senno' come faceva quello a sapere il nome? Secondo, perche' se vuoi fare il regime del terrore non e' che puoi fare chi figli e chi figliastri, il terrore lo devono sentire tutti; terzo, perche' tanto sono tutti colpevoli, tutti. E se dico tutti e' tutti. Fidatevi di uno che certe cose le sa.
A me il lavoro mio mi piace. E lo so fare bene. Lo so che ci sono gli schizzinosi che dicono che pero' tutto quel sangue, e pero' gli errori giudiziari, gli scambi di persona magari per un'omonimia, e pero' di qua e pero' di la'. Tutte bubbole. Intanto da quando faccio 'sto lavoro non ho mai visto un errore giudiziario o uno sbaglio di persona: una volta che li hai prelevati, li hai portati qui nel Ripostiglio (non e' un ripostiglio, lo chiamiamo cosi' noi, per scherzare un po'), li hai legati alla sedia nudi come vermi ed hai cominciato il trattamento, lo vedi subito che sono tutti sovversivi. Basta sentire come urlano, che una persona perbene si vergognerebbe. Quanto al sangue, poi, perche', non ce lo sapevate che dentro la ciccia c'e' il sangue? C'e' il sangue, ci sono le ossa che scrocchiano, e ci sono i nervi. Voi non ci pensate ma quando andate al ristorante e vi gustate il manicaretto che vi credete, che quella saporita bestioletta una volta non ce l'aveva il sangue?
E poi non facciamo tanto le signorine, per favore: quando rientrate a casa un par di briscole alla moglie non gliele mollate forse? Eccome se gliele mollate. Cosi', tanto per tenervi in esercizio e per ricordare a tutti chi e' che comanda. Tutte le sere, tutte le sere, non dite di no. Per educarla, e' chiaro, non dico mica che non va bene. Dico solo che noi facciamo nell'interesse pubblico quello che tutti fate in forma privata. Lo stato e' una grande famiglia.
Non dico che e' un lavoro come un altro. E' un signor lavoro, e a me mi piace, e mi piace farlo bene, l'ho gia' detto. Tutti i lavori fatti bene hanno un'utilita' sociale, e sono tutti rispettabili; io la penso cosi'. Lo scopino, la dattilografa bionda, il bracciante negro, il presentatore della televisione, il calzolaio e il salumiere, il fantino e la cubista, il farmacista da farmacia e quello da muretto, l'acrobata e il riscossore, il pescivendolo e il cravattaro: sono tutti lavori, e ogni lavoro e' rispettabile. Pero' mi piace pure dire che qualche lavoro e' piu' importante degli altri, e quello che faccio io e' di quelli importanti. La verita' e' la verita'. Infatti ci pagano bene, oltre gli extra. E il divertimento per chi ci si diverte. Io non dico di no, e' naturale che mi ci diverto pure io, come fai a non divertirtici? Se non fosse divertente, perche' in televisione fanno sempre i film di ammazzamenti? Perche' la gente si diverte cosi', e' la natura umana. La natura umana e' la natura umana, quelli che pretendevano di cambiarla si e' visto che brutta fine che hanno fatto, che casini che hanno combinato, e poi ci tocca intervenire a noi per rimettere a posto le cose. Io sono contro l'ipocrisia, a me mi piace dire pane al pane e vino al vino. Pero' anche se mi ci diverto non mi piace esagerare, fa male alla salute esagerare. Cosi' ci ho un mio stile, uso la gentilezza.
E' un lavoro che la gentilezza ci sta bene. Per questo a un certo punto con i clienti ci parlo. Non e' che mi limito a passare i giri di filo spinato o attacco gli elettrodi sapete dove, o me ne sto sempre zitto mentre gli faccio vedere come si estraggono i denti e le unghie; no, quando mi pare che e' il momento giusto ci parlo pure, come si deve fare tra persone civili, anche se loro a quel punto, tutti bucati dal filo spinato, senza denti e senza unghie, ignudi e sanguinolenti, insomma, tanto persone civili non sembrano. Ci sono certi colleghi che accendono il registratore e giu' nerbate ogni volta che il cliente s'impunta un attimo; io no. Cioe', quando serve la scossetta, la staffilatina, l'affondo col chiodino arroventato, allora si', sono questioni tecniche, e' ovvio che la tecnica, gli utensili, vanno usati, altrimenti eravamo restati al livello delle scimmie, no? Pero' ci sono anche le relazioni umane, e io ci tengo alle relazioni umane. Cosi' gli dico anche qualche frase celebre su cui meditare, perche' un essere umano che non medita che diventa? Solo un pezzo di carne che gocciola sangue diventa, diventa uno schifo; invece io gli propongo qualche esempio di saggezza, qualche ragionamento di cultura, ci parlo, faccio leva sul fattore umano. Per esempio gli dico che abbiamo arrestato pure la figlia adolescente, credo che un genitore ci ha il sacrosanto diritto di saperlo; oppure gli racconto quello che avevamo fatto al fratello che non l'avevano mai ritrovato, e ci credo che non l'avevano mai ritrovato visto che alla fine l'avevamo sciolto nell'acido; sono cose che uno ci ha diritto di saperle, sono cose di famiglia. E io mi faccio scrupolo di dirgliele, perche' si deve essere scrupolosi quando si lavora, specialmente se si lavora a contatto col pubblico. Se torturi una persona te lo devi ricordare che e' una persona, senno' tutto il gusto finisce.
Per dirne una: una volta mi occupavo di uno che faceva il dottore oltre che il sovversivo. Allora ho colto l'occasione per chiedergli un parere su certi doloretti che ci avevo e farmi dire che medicine prendere. La ricetta non me la poteva fare perche' le mani gliele avevo gia' prese a martellate che ormai sembravano due hamburger. Penso che e' stata una buona azione chiedergli un parere medico, perche' cosi' ha capito che apprezzavo la sua competenza professionale, no? Le persone ci hanno bisogno di un po' di soddisfazione. E poi io mi ci sento portato per le relazioni umane, da giovane ho fatto il portiere in un albergo. Di notte. Un lavoro che ti insegna tanto. Anche il lavoro che faccio adesso t'insegna tanto. T'insegna tanto e poi naturalmente ci ha il vantaggio che ci ha: che se sei tu quello che tortura allora non sei quello che e' torturato. Non mi pare una cosetta da niente, dico bene?

4. ERGO

Un male che colpisce l'intera umanita'
ci ricorda che siamo una sola umanita'

Ergo

5. UN COMMENTO

Sull'esito del voto della Giunta per le immunita' del Senato di questa mattina un commento in tre proposizioni.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Non c'e' bisogno di aggiungere altro.

6. RICORDANDO DON MILANI

Ricorre il 27 maggio l'anniversario della nascita di Lorenzo Milani, il priore di Barbiana, che nacque a Firenze il 27 maggio 1923 e a Firenze mori' il 26 giugno 1967.
E' difficile rendere un'idea di quanto decisivo sia stato per la mia generazione leggere la Lettera a una professoressa, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Esperienze pastorali.
Sono stati non solo genericamente "testi di formazione" e "livres de chevet", ma hanno costituito strumenti sia di interpretazione del mondo che di lavoro nell'impegno sociale e civile - e quindi politico, nel senso forte del termine - per cercar di contrastare le piu' flagranti ingiustizie e oppressioni, per cercar di contribuire alla lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' da ogni violenza ed iniquita'.
Sono libri che insieme ad Erasmo e Voltaire, a Primo Levi e Victor Serge, al Manifesto marx-engelsiano, all'Istituzione negata goriziana, alle Tre ghinee di Virginia Woolf, agli scritti di Rosa Luxemburg e di Carla Lonzi, di Fromm e di Marcuse, di Russell e di Gandhi, di Danilo Dolci e di Aldo Capitini, di sartre e Camus, di Giulio Alfredo Maccacaro e di Ivan Illich, di Agnes Heller e di Laura Conti, di Alex Langer e Giorgio Nebbia, di Simone Weil e di Hannah Arendt, hanno persuaso all'impegno morale e intellettuale, alla solidarieta' con tutte le oppresse e gli oppressi, all'azione nonviolenta concreta e coerente, innumerevoli giovani che sovente a quell'impegno sono restate e restati fedeli per il resto della loro vita.
Nella testimonianza milaniana e della scuola di Barbiana la denuncia dell'oppressione di classe, della guerra, di un'organizzazione della societa' e delle sue strutture fondamentali intesa a sfruttare e rapinare senza freni e senza limiti, a escludere e opprimere giungendo fino all'orrore dei lager e dell'atomica, e' cosi' nitida ed intransigente, ed esposta con tale chiarezza di dettato, precisione di argomenti e sincerita' di sdegno, che ancor oggi se una giovane amica o un giovane amico mi chiede da dove iniziare le sue letture adulte, rispondo di solito da don Milani, e per anni io stesso ho letto, riletto, commentato e ragionato quei libri con loro negli incontri di accostamento alla nonviolenza che insieme abbiamo fatto: nelle scuole, nei centri sociali, con le volontarie e i volontari in servizio civile, nei gruppi di militanti politici di base.
E non solo la denuncia della violenza e dell'ingiustizia, ma anche la concreta costruzione di un'alternativa nonviolenta in primo luogo attraverso l'educazione come prassi di liberazione (e' la formula di Paulo Freire) ha caratterizzato la testimonianza milaniana e della scuola di Barbiana: la nonviolenza personalmente vissuta, meditata, praticata, con la fatica e con la verita' che le sono inerenti, contro ogni alienante menzogna e consumistica mercificazione, contro ogni rassegnazione e contro ogni subalternita' all'ideologia e ai poteri dominanti.
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Gli anniversari possono dar luogo a due contrapposte modalita' di memoria e di relazione: una che per cosi' mummifica le figure, raggela gli eventi, ipostatizza e quindi distanzia e neutralizza le esperienze e le riflessioni, e cosi' tradisce il senso di quel che si ricorda; e l'altra che invece si pone all'ascolto e alla sequela delle testimonianze di cui si fa memoria, e si ripromette di prolungarne ed inverarne ancora qui e adesso il valore, l'insegnamento, la verita', l'appello alla lotta per il bene comune dell'umanita': e questo vuole essere il nostro commemorare.
Ricordare don Milani significa allora proseguire qui e adesso la lotta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Ricordare don Milani significa allora proseguire qui e adesso la lotta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani contro poteri dominanti schiavisti e rapinatori, insensatamente onnidistruggitori ed effettualmente necrofili.
Ricordare don Milani significa allora proseguire qui e adesso la lotta in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' che i poteri dominanti stanno avvelenando, devastando, desertificando.
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E quindi ricordare don Milani significa oggi in Italia opporsi al regime di apartheid, alla schiavitu' e all'omissione di soccorso, alle abominevoli violazioni dei diritti umani che non solo i poteri mafiosi, ma anche imprenditori vampiri, forze politiche esplicitamente razziste e finanche governanti passati e presenti hanno commesso e continuano a commettere in flagrante violazione della Costituzione italiana, della legalita' che salva le vite, del diritto internazionale, del senso stesso di umanita'.
E pertanto lottare per l'abolizione immediata di tutte le antileggi hitleriane imposte dal precedente governo con i due scellerati, perversi ed infami "decreti sicurezza della razza".
E pertanto lottare per il rispetto del dovere di soccorrere e accogliere i naufraghi in pericolo di morte.
E pertanto lottare per il rispetto del diritto d'asilo che la Costituzione della Repubblica italiana riconosce ad ogni essere umano che nel suo paese d'origine non vede rispettati i diritti che l'ordinamento giuridico italiano riconosce ad ogni essere umano.
E pertanto lottare per riconoscere finalmente tutti i diritti sociali, civili e politici, tutti i diritti umani, a tutte le persone che vivono in Italia.
Lottare affinche' l'Italia torni ad essere quella descritta nella Costituzione della Repubblica: un paese civile, una comunita' di persone libere e solidali, eguali in diritti, che condividono il bene ed i beni, che non permettono che nessuna persona sia uccisa, violata, umiliata: perche' ogni volta che un essere umano subisce violenza tutte e tutti quella violenza subiamo.
*
E ugualmente significa opporsi alla produzione e al commercio delle armi italiane che acquistate da regimi criminali menano strage nel sud del mondo. Le armi sono sempre nemiche dell'umanita', poiche' la loro funzione e' uccidere gli esseri umani. Senza disarmo l'umanita' non si salvera' dalla catastrofe.
E significa opporsi altresi' allo sperpero mostruoso di ingentissime risorse pubbliche per le armi e le organizzazioni istituzionalmente preposte all'uccidere; investendo invece quelle risorse in difesa della vita, della salute, dell'ambiente; investendole in solidarieta', accoglienza, assistenza; investendole in promozione della democrazia, della legalita' che salva le vite, della sicurezza comune che solo scaturisce dall'eguaglianza di diritti e dalla civile convivenza.
E in questa tragica esperienza dell'epidemia di coronavirus ricordare don Milani significa anche impegnarsi affinche' finalmente siano soccorse tutte le persone che hanno bisogno di aiuto, tutte senza eccezioni, perche' ogni vita umana e' un valore infinito.
Ricordare don Milani, opporsi ad ogni violenza, recare aiuto ad ogni persona che di aiuto ha bisogno: sono una sola, una stessa cosa; sono l'antifascismo vivente, sono la nonviolenza in cammino.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
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Una minima notizia su don Lorenzo Milani
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore.
Tra le opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: don Lorenzo MIlani, Tutte le opere, Mondadori, Milano 2017 (finalmente disponibile, e' l'accurata e integrale edizione di riferimento lungamente attesa). Edizioni delle opere singole: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Altri testi e documenti ha pubblicato ancora la Lef (Il catechismo di don Lorenzo; Una lezione alla scuola di Barbiana; La parola fa eguali).
Tra le opere su Lorenzo Milani: sono assai numerose, fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. E ancora: Gerlando Lentini, Don Lorenzo Milani servo di Dio e di nessun altro, Gribaudi, Torino 1973; Giampiero Bruni, Lorenzo Milani profeta cristiano, Lef, Firenze 1974; Renato Francesconi, L'esperienza didattica e socio-culturale di don Lorenzo Milani, Cpe, Modena 1976; Piero Lazzarin, Don Milani, Edizioni Messaggero Padova, Padova 1984; Francesco Milanese, Don Milani. Quel priore seppellito a Barbiana, Lef, Firenze 1987; Giuseppe Guzzo, Don Lorenzo Milani. Un itinerario pedagogico, Rubbettino, Soveria Mannelli 1988; Giovanni Catti (a cura di), Don Milani e la pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1988, 1990; Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.Tra i testi apparsi di recente: Domenico Simeone, Verso la scuola di Barbiana, Il segno dei Gabrielli, Negarine 1996; Michele Ranchetti, Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002; Mario Lancisi, Alex Zanotelli, Fa' strada ai poveri senza farti strada, Emi, Bologna 2003; Mario Lancisi, No alla guerra!, Piemme, Casale Monferrato 2005; Sergio Tanzarella, Gli anni difficili, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2007, 2008; Jose' Luis Corzo Toral, Lorenzo Milani. Analisi spirituale e interpretazione pedagogica, Servitium, Sotto il Monte (Bergamo) 2008; Frediano Sessi, Il segreto di Barbiana, Marsilio, Venezia 2008; Sandra Gesualdi e Pamela Giorgi (a cura di), Barbiana e la sua scuola. Immagini dall'archivio della Fondazione Don Lorenzo Milani, Inprogress-Aska - Fondazione Don Lorenzo Milani, Firenze 2014.

7. L'ARGOMENTO

I patres conscripti si riunirono in Giunta.
L'argomento principe per impedire il processo a sua eccellenza il ministro emerito del governo razzista sembra sia stato che in fin dei conti quelle certe azioni non lo commise mica da solo.
Se le cose si fanno in compagnia, che male c'e'?
E poi, diciamocela tutta, le vittime erano pure negri.

8. SALVATORI DELLA PATRIA

Far annegare i naufraghi
cosi' si salva la patria.

impedire la fuga dei prigionieri dai lager
cosi' si salva la patria.

Aiutare la mafia a tenere schiavi i braccianti
cosi' si salva la patria.

Perseguitare che ha piu' bisogno di aiuto
cosi' si salva la patria.

Restaurare le norme del '38
cosi' si salva la patria.

Negare l'umanita' di chi non appartiene alla tribu' del capo
cosi' si salva la patria.

Impedire che siano processati i criminali razzisti e golpisti
cosi' si salva la patria.

Farla finita con le scempiaggini comuniste della Costituzione repubblicana
cosi' si salva la patria.

Tornare al tempo dei treni in orario e i sovversivi in galera
cosi' si salva la patria.

Questa si' che e' sapienza giuridica
sottile e scintillante come la lama di un rasoio.

Questa si' che e' politica ariana
e santa nostalgia dei fasti dell'impero.

Ognuno al posto suo il libero e lo schiavo
padroni a casa nostra e poi chi crepa crepa.

Lo dice pure l'inno della nazionale
che schiavi di Roma iddio li creo'.

9. MONIA ANDREANI

Il 27 maggio 2018 moriva Monia Andreani
amica della nonviolenza
filosofa e militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani
con gratitudine la ricordiamo

10. LUCIANO BERIO

Il 27 maggio 2003 moriva Luciano Berio
compositore e studioso illustre
con gratitudine lo ricordiamo

11. STEFANO CASADIO

Il 27 maggio 2001 moriva Stefano Casadio
prete, antifascista, missionario, persona buona
con gratitudine lo ricordiamo

12. GARDNER DOZOIS

Il 27 maggio 2018 moriva Gardner Dozois
scrittore di fantascienza e della fantascienza innamorato
con gratitudine lo ricordiamo

13. JACKSON KAUJEUA

Il 27 maggio 2010 moriva Jackson Kaujeua
musicista e militante antirazzista
con gratitudine lo ricordiamo

14. KAZIMIERZ LESKI

Il 27 maggio 2000 moriva Kazimierz Leski
combattente antifascista e Giusto tra le nazioni
con gratitudine lo ricordiamo

15. JAWAHARLAL NEHRU

Il 27 maggio 1964 moriva Jawaharlal Nehru
seguace di Gandhi e statista
con gratitudine lo ricordiamo

16. MICHAEL RIFFATERRE

Il 27 maggio 2006 moriva Michael Riffaterre
resistente, docente e semiologo
con gratitudine lo ricordiamo

17. SERGIO ROSSI

Il 27 maggio 2015 moriva Sergio Rossi
partigiano e militante del movimento operaio
con gratitudine lo ricordiamo

18. JOSEPH ROTH

Il 27 maggio 1939 moriva Joseph Roth
scrittore e giornalista
con gratitudine lo ricordiamo

19. GRETCHEN WYLER

Il 27 maggio 2007 moriva Gretchen Wyler
interprete di musical e attivista per i diritti degli animali
con gratitudine la ricordiamo

20. UN UOMO GIACE A TERRA AMMANETTATO

Un uomo giace a terra ammanettato
e dice all'uomo che gli preme il collo
col ginocchio con tutto il suo peso
che non riesce piu' a respirare

Il collega del soffocatore
in divisa che tiene lontane
le persone col telefonino
che non c'e' niente da vedere circolare

Noi tutti che guardiamo un omicidio
a due passi senza muovere un dito
noi tutti che assistiamo a questa strage
di ogni giorno ovunque nel mondo

Cosa si aspetta ancora a insorgere
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
contro tutte le uccisioni e le violenze
per salvare tutte le vite?

Cosa si aspetta ancora a insorgere
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
per soccorrere accogliere assistere
ogni persona bisognosa d'aiuto?

Cosa si aspetta ancora a insorgere
con la forza della verita' con la scelta della nonviolenza
in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani
in difesa dell'umanita' che e' una?

21. SOLLEVARE UN GINOCCHIO DI QUALCHE CENTIMETRO

"Allora Giacobbe chiamo' quel luogo Peniel"
(Gn, 32, 31)

Due episodi che con la forza del simbolo mi sembra riassumano questo momento tragico dell'umanita' e ci convochino a un impegno ineludibile.
*
Il primo: un uomo giace a terra ammanettato, un agente delle forze dell'ordine gli preme un ginocchio sul collo, lo comprime col peso di tutto il suo corpo; l'uomo a terra dice che sta soffocando, l'altro non cessa di premere, la vittima perde i sensi, muore. Un altro agente tiene a distanza i passanti, qualcuno riprende la scena con un telefonino.
Bastava sollevare un ginocchio di qualche centimetro a salvare quella vita umana che si stava spegnendo. Queste immagini fanno il giro del mondo. Le guardo e mi sento sporco e colpevole: non si dovrebbe mai vedere la morte, non si dovrebbe mai permettere la morte.
*
Il secondo: la Giunta per le immunita' del Senato si esprime affinche' un ex-ministro di un governo razzista non sia processato per un reato che ha evidentemente commesso; tra coloro che non hanno voluto votare affinche' l'ex-ministro fosse processato, che non hanno voluto che la legge fosse uguale per tutti, vi e' chi ha enunciato la seguente ragione: che la responsabilita' di quel reato non era solo di quell'ex-ministro.
Come se il fatto che a commettere un crimine si sia in piu' persone faccia si' che quel crimine cessi di essere perseguibile. Con questo criterio non c'e' piu' motivo di processare nessun appartenente a un'organizzazione criminale, poiche' i delitti che commette non li commette da solo. Con questo criterio neanche il genocidio e' piu' un delitto da contrastare e punire, poiche' per commetterne uno occorre la partecipazione di piu' persone.
*
Cosa ci sta accadendo?
Che e' vero che per i poteri dominanti le vite dei neri non valgono niente, non valgono niente le vite delle donne, non valgono niente le vite dei braccianti, non valgono niente le vite dei naufraghi, non valgono niente le vite degli esseri umani che la fame e le guerre costringono a una fuga infinita.
Che e' vero quello che scrisse memorabilmente Primo Levi: "che il dolore e' la sola forza che si crei dal nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non fare".
*
Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo contrastare questa mole di male che tutte e tutti ci opprime, questo diluvio di dolore che tutte e tutti ci minaccia e travolge, questa violenza pervasiva e abominevole che si nutre e si accresce annichilendo ogni bene, divorando la sostanza stessa del nostro consistere, la nostra umanita'.
Che a nessuno - a nessuna persona, a nessuna organizzazione, a nessuna istituzione - sia piu' consentito violentare ed uccidere degli esseri umani.
Che prevalga finalmente la legge il cui primo principio e' salvare le vite; il cui unico fine e' soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Cessi l'Italia di produrre le armi che menano strage di esseri umani in Yemen come in tante altre parti del mondo.
Cessi in Italia la schiavitu' e l'apartheid, e siano finalmente riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani che vivono nel nostro paese, come stabilisce la Costituzione della Repubblica.
Cessi la complicita' italiana cogli aguzzini dei lager libici.
Cessi la strage degli innocenti nel Mediterraneo.
Siano abrogate le misure hitleriane dei due scellerati "decreti sicurezza della razza" e tutte le altre sciagurate misure razziste ed incostituzionali, a cominciare da quelle imposte dall'abominevole antilegge Bossi-Fini in poi.
Siano processati i membri del governo razzista che nel 2018-2019 ha commesso flagranti crimini contro l'umanita'.
L'Italia torni al rispetto della Costituzione repubblicana scritta col sangue dei martiri della Resistenza.
L'Italia adotti finalmente due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia: riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro; riconosca il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.
L'Italia torni alla legalita' che salva le vite, e si adoperi finalmente nel consesso internazionale per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti; si adoperi finalmente per il dialogo, la cooperazione, il diritto e la liberazione dei popoli; si adoperi finalmente per la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani; si adoperi finalmente affinche' cessi l'antipolitica della violenza e inizi la politica della nonviolenza, la politica del bene comune dell'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 391 dell'8 giugno 2020
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