[Nonviolenza] Archivi. 360



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 360 del 3 gennaio 2020

In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di novembre 2019 (parte prima)
2. Il 4 novembre contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni
3. Remo Ceserani
4. Sandro Provvisionato
5. Mariasilvia Spolato
6. Tina Anselmi
7. Dalla parte delle vittime. Il 4 novembre contro la guerra
8. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". I. Cosa e' diventato questo paese
9. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". II. Diritto di voto
10. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". III. A cosa serve il diritto di voto
11. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". IV. Senza il diritto di voto
12. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". V. Noi classi pericolose
13. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". VI. Il nostro programma
14. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". VII. La questione
15. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". VIII. Ricordo
16. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". IX. Cecita'
17. Iniziate a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre
18. Alberto Sed

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI NOVEMBRE 2019 (PARTE PRIMA)

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di novembre 2019.

2. IL 4 NOVEMBRE CONTRO TUTTE LE GUERRE, CONTRO TUTTE LE UCCISIONI

Il 4 novembre in varie citta' d'Italia si rinnovera' l'iniziativa nonviolenta di commemorazione delle vittime di tutte le guerre, iniziativa che con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele" da diversi anni il Movimento Nonviolento ed altre esperienze di pace e di solidarieta' promuovono affinche' il ricordo addolorato delle persone dalla guerra uccise sia monito che impegni l'umanita' intera ad abolire le guerre, le stragi, le uccisioni, le persecuzioni.
Ancora una volta i movimenti nonviolenti convocano ogni persona di volonta' buona a testimoniare e costruire la pace, bene comune dell'umanita' e condizione necessaria per l'affermazione di tutti i diritti umani muovendo da quello fondamentale: il diritto a non essere uccisi, il diritto ad essere soccorsi, il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Facciamo sentire la voce delle vittime della guerra: la guerra e' nemica dell'umanita', solo abolendo la guerra l'umanita' puo' salvarsi dalla catastrofe.
Facciamo sentire la voce degli esseri umani assassinati: le armi uccidono le persone, solo abolendo le armi si salvano le vite umane.
Facciamo sentire la voce dell'umanita' sofferente: si cessi di sperperare enormi risorse per fini di morte, ci si adoperi invece per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Cessare di uccidere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime ogni persona senziente e pensante manifesti la sua umanita', dichiari la sua decisione di opporsi a tutte le guerre e a tutte le uccisioni.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime ogni persona capace di discernere il bene dal male chieda a tutte le istituzioni democratiche di deliberare un concreto impegno di pace, di disarmo, di coerente aiuto umanitario, di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e di rispetto, tutela e risanamento dell'intero mondo vivente.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime ogni persona cosciente e responsabile si adoperi per la conversione nonviolenta della societa', dell'economia, della politica, della cultura.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Sii tu il buon samaritano, sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Salvare le vite e' il primo dovere.
All'ascolto dell'appello nonviolento "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele" facciamo del 4 novembre un giorno di sincera commemorazione e di autentico lutto per tutte le persone dalla guerra uccise; un giorno di verita', di solidarieta', di misericordia; un giorno di esortazione all'impegno nonviolento per far si' che nel ricordo delle vittime delle guerre passate l'umanita' si adoperi a far cessare subito e per sempre tutte le guerre e le uccisioni.
All'ascolto dell'appello nonviolento "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele" esercitiamo le virtu' della parresia e della carita', dell'innocenza agente, ahimsa e satyagraha.
All'ascolto dell'appello nonviolento "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele" opponiamoci alla morte e ai suoi strumenti, chiamiamo l'umanita' all'umanita', onoriamo gli esseri umani defunti agendo per salvare gli esseri umani viventi.
Riconoscere l'umanita' di ogni essere umano.
Agire nei confronti delle altre persone cosi' come vorremmo che le altre persone agissero verso di noi.
Inverare i diritti di tutti gli esseri umani attraverso il compimento del dovere di rispettare, difendere e sostenere tutte le vite umane.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Allegato: il testo integrale dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019.
4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo più austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perché le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volontà buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanità.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno.
Per questo chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
Per questo chiediamo un impegno particolare a contrastare la violenza maschilista, prima radice e primo paradigma di ogni violenza.
Per questo ci opponiamo al razzismo, crimine contro l'umanità, e chiediamo che siano immediatamente revocate tutte le sciagurate decisioni governative che configurano omissione di soccorso, pratiche segregative e persecutorie, flagranti violazioni dei diritti umani e della stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Per questo chiediamo una politica di disarmo, poiché le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani.
Anche in questo periodo l'umanità intera è messa in pericolo da guerre e nuove escalation belliche. E ancora una volta il Medio Oriente in fiamme è simbolo di questo baratro. Mentre la guerra in Siria prosegue senza alcuna speranza, così come in Yemen ormai non si contano più le atrocità dei bombardamenti sauditi, l'attacco turco contro i curdi aumenta ancor di più il livello del conflitto, la barbarie, le sofferenze, i lutti. E, ancora una volta, Stati Uniti d'America e Unione Europea - Italia compresa - mentre emettono balbettii diplomatici o roboanti proclami, di fatto rimangono a guardare, o peggio: sostengono l'industria bellica, e quindi le stragi che le armi provocano.
Chiediamo in nome dell'umanità l'immediata sospensione di produzione ed esportazioni di armi verso la Turchia, l'Arabia Saudita, tutti i paesi belligeranti e tutti i regimi che violano i diritti umani. Così come chiediamo che vengano immediatamente ritirati i soldati italiani impegnati nell'ambito della Nato sul confine turco.
A oltre cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 20 anni dai bombardamenti su Belgrado che prolungarono la guerra nei Balcani e diedero avvio alla stagione delle guerre travestite da ingannevoli alti proclami ("umanitaria", "per la democrazia" e simili), a 18 anni dall'inizio della "guerra al terrore" che ha distrutto l'Afghanistan e l'Iraq e reso il mondo molto più insicuro e disumano: basta guerre, basta armi, basta sofferenze e lutti.
E' l'ora di una svolta, in nome dell'umanità e della pace. Nonostante il silenzio delle istituzioni, nonostante si continui ad ignorare la richiesta di centinaia di migliaia di italiani, la campagna "Un'altra difesa è possibile" può ancora rappresentare questa svolta. Chiediamo che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite è il primo dovere.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

3. REMO CESERANI

Tre anni fa, il 31 ottobre 2016, moriva Remo Ceserani, critico letterario di forte impegno morale e civile.
Con gratitudine lo ricordiamo.

4. SANDRO PROVVISIONATO

Due anni fa, il 31 ottobre 2017, moriva Sandro Provvisionato, giornalista d'inchiesta, scrittore, militante di forte impegno civile.
Con gratitudine lo ricordiamo.

5.MARIASILVIA SPOLATO

Un anno fa, il 31 ottobre 2018, moriva Mariasilvia Spolato, docente e saggista, militante per i diritti umani, fondatrice nel 1971 del Fronte di liberazione omosessuale, perseguitata per il suo impegno.
Con gratitudine la ricordiamo.

6. TINA ANSELMI

Il primo novembre 2016 moriva Tina Anselmi, partigiana, parlamentare, ministra.
Con gratitudine la ricordiamo.

7. DALLA PARTE DELLE VITTIME. IL 4 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il Movimento Nonviolento ed altre esperienze di pace e di solidarieta' chiamano ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica italiana che "ripudia la guerra", a fare del 4 novembre un giorno di memoria di tutte le vittime della guerra e quindi un giorno di impegno per la pace; per la gestione nonviolenta dei conflitti; per l'eliminazione delle armi che sempre e solo minacciano e uccidono gli esseri umani; per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, difenda e sostenga.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire la guerra e' il passo indispensabile per costruire ovunque la civile convivenza, per difendere il mondo vivente, per salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime si levi la voce del popolo italiano che ripudia la guerra.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime si levi la voce del popolo italiano per una concreta e coerente politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, di cooperazione internazionale e di aiuto umanitario, di difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza invera la democrazia e realizza la civile convivenza.
Solo la nonviolenza contrasta tutte le violenze ed agisce per la salvezza comune.
*
Di seguito il testo integrale dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019.
(...)

8. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". I. COSA E' DIVENTATO QUESTO PAESE

Cosa e' diventato questo paese
in cui il governo decreta
i campi di concentramento
le deportazioni
i lavori forzati
l'apartheid
e l'intera popolazione tace.

Cosa e' diventato questo paese
che a cinque milioni di persone nega
il primo diritto della democrazia
il diritto di voto.

Cosa e' diventato questo paese
il cui governo non fa mistero
di voler finanziare lager e torturatori
in Libia.

Cosa e' diventato questo paese.

9. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". II. DIRITTO DI VOTO

Senza diritto di voto si seccano le lingue
senza diritto di voto solo le fruste parlano

senza diritto di voto e' gia' il passo dell'oca
senza diritto di voto mille televisioni non fanno una democrazia
senza diritto di voto e' gia' il rogo dei libri

senza diritto di voto nessun diritto resta
senza diritto di voto l'umanita' si estingue

senza diritto di voto ogni assemblea e' una farsa
senza diritto di voto le pietre spaccano le persone
senza diritto di voto la casa di filo spinato

senza diritto di voto ogni discorso e' falso
senza diritto di voto una pioggia di sangue e di zolfo

senza diritto di voto la luna e' caduta nel pozzo
senza diritto di voto nei bicchieri coltelli e scorpioni
senza diritto di voto queste stesse parole sono un crimine.

10. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". III. A COSA SERVE IL DIRITTO DI VOTO

Col diritto di voto si fermano le guerre
contando le teste invece di spaccarle

Col diritto di voto si abolisce
la schiavitu' e la mafia e il fascismo

Col diritto di voto si riconosce
l'umanita' di ogni essere umano

Col diritto di voto si esce
dalla preistoria corona di spine

Col diritto di voto la civilta' comincia
spezzando le catene abbattendo le muraglie
intonando un canto comune di liberta' e giustizia

Col diritto di voto
che fa crescere gli alberi
che resuscita il sole
reca l'acqua e il pane alle mense

Col diritto di voto
che appresta strumenti che adempiono i sogni
sognati con le unghie e coi denti nei secoli
da tutte le vittime della violenza

Col diritto di voto che abbatte
ogni dittatura ogni colonia ogni gabbia
le palestre dei sicari i culti del sangue
i campi della sferza l'impero dei vampiri

Col diritto di voto
che ad ogni essere umano reca
la luce la gioia la speranza
il dovere di essere umano

Una sola umanita'
una persona, un voto.

11. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". IV. SENZA IL DIRITTO DI VOTO

Senza il diritto di voto
la solidarieta' e' una menzogna
senza il diritto di voto
la liberta' e' una menzogna
senza il diritto di voto
la democrazia e' una menzogna

Vige oggi in questo paese un regime
di apartheid
vige oggi in questo paese un regime
schiavista
vige oggi in questo paese un regime
che nega a milioni di esseri umani
il primo diritto democratico
senza del quale vi e' solo dittatura

Una persona un voto
cosi' l'umanita' si fa umana
una persona un voto
cosi' il bene e' comune
una persona un voto
cosi' si sconfigge l'orrore.

12. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". V. NOI CLASSI PERICOLOSE

Noi classi pericolose
vogliamo il diritto di voto
noi donne del gineceo
vogliamo il diritto di voto
noi stupidi analfabeti
vogliamo il diritto di voto
noi schiavi nei campi e nei cortili
vogliamo il diritto di voto

Noi che non abbiamo niente
vogliamo il diritto di voto
noi considerati macchine e bestie
vogliamo il diritto di voto
noi avanzi di galera pendagli da forca
vogliamo il diritto di voto
noi ultimi degli ultimi
vogliamo il diritto di voto

Noi che ci hanno mozzato naso e orecchie
vogliamo il diritto di voto
noi che ci hanno spezzato le braccia
vogliamo il diritto di voto
noi schiene da bastone e da frusta
vogliamo il diritto di voto
noi fannulloni noi ebeti noi letame
vogliamo il diritto di voto

Noi che viviamo tra i topi topi noi stessi
vogliamo il diritto di voto
noi che ci nutriamo di ghiande
vogliamo il diritto di voto
noi sfuggiti al plotone d'esecuzione
vogliamo il diritto di voto
noi che ci hanno spento i mozziconi in fronte
vogliamo il diritto di voto

Noi che siamo nulla e tutto
vogliamo il diritto di voto
noi cogli occhi serrati dalla cispa
vogliamo il diritto di voto
noi che mangiamo le nostre stesse feci
vogliamo il diritto di voto
noi pupazzi di stracci del vostro tirassegno
vogliamo il diritto di voto

Noi che non abbiamo pace neppure nei sogni
vogliamo il diritto di voto
noi che siamo solo occhi e sudore
vogliamo il diritto di voto
noi che mastichiamo le scarpe
vogliamo il diritto di voto
noi mai saliti sull'albero della cuccagna
vogliamo il diritto di voto

Noi senza bilancia e libri mastri
vogliamo il diritto di voto
noi senza biglietti del treno
vogliamo il diritto di voto
noi seduti per terra tremanti
vogliamo il diritto di voto
noi che neppure sappiamo se siamo vivi o morti
vogliamo il diritto di voto.

Vogliamo il diritto di voto
liberare l'umanita'.

13. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". VI. IL NOSTRO PROGRAMMA

Salvare le vite.
Una persona, un voto.

14. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". VII. LA QUESTIONE

E' il razzismo la questione, diciamolo.
La pretesa fascista che degli esseri umani
per tutta la vita siano schiavi
che muoiano in silenzio sotto lo sperone
della guerra, della fame, del fascismo.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Se non si riconosce l'eguaglianza
di diritti di tutti gli esseri umani
e' gia' morta la democrazia
e' gia' estinto lo stato di diritto.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Chi non salva le vite e' un assassino
chi non soccorre non accoglie non assiste
la sorella e il fratello in pericolo
ha gia' distrutto l'intera umanita'.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Il razzismo che adora la guerra
il razzismo che odia le donne
il razzismo che mangia carne umana
il razzismo che vomita coltelli.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Si puo' contrastare solo col diritto di voto.
Solo col diritto di voto si puo' contrastare.
Il diritto, il voto, la dignita' di ogni persona
la deliberazione in comune.

15. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". VIII. RICORDO

Io lo ricordo il tempo
in cui non avevamo il diritto di voto
perche' eravamo le classi pericolose
perche' non avevamo beni al sole
perche' non avevamo il sangue blu
e dovevamo vendere la nostra forza lavoro.
Quante lotte durammo a conquistarlo
il diritto di voto per tutti.

E mi ricordo il tempo
che certo non votavano le donne
perche' si sa che sono tutte isteriche
- lo dice la parola - ed hanno il ciclo
ed una donna cosa vota a fare?
Lei serve il suo marito e gli da' figli.
Quante lotte durammo a conquistarlo
il diritto di voto per tutti.

E in questo tempo in cui
a un italiano su dieci il voto e' negato
perche' non e' nativo del paese
perche' non ha la pelle del colore
giusto, perche' ha sbagliato religione
e sa una lingua che il sindaco non parla.
Lottare ancora oggi noi dobbiamo
perche' il diritto di voto sia per tutti.

16. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". IX. CECITA'

E' difficile riuscire a non vedere
cinque milioni di persone
quasi il dieci per cento della gente
che incontriamo ogni giorno per strada
con cui prendiamo il caffe' al bar
con cui lavoriamo
con i cui figli
i nostri figli vanno a scuola
e' difficile riuscire a non vederli
ma c'e' chi ci riesce.

E' difficile riuscire a non vedere
che negare il diritto di voto a una persona su dieci
tra quelle che vivono nel nostro paese
rende il nostro paese qualcosa di diverso
da una democrazia qualcosa di opposto
e' difficile riuscire a non vedere
come nasce l'apartheid
ma evidentemente c'e' chi ci riesce.

E' difficile riuscire a non vedere
la violenza che colpisce qui ed oggi
cinque milioni di persone
cui si nega il diritto che fonda la democrazia
ma c'e' chi ci riesce egregiamente.

C'e' un nome per questo
e quel nome e' razzismo
non e' razzista solo il barbaro
armato di catene e manganello
che rompe le teste e brucia le case
lo e' anche il benevolo signore
che pensa che cinque milioni di esseri umani
che vivono qui e sono parte di questo paese
al piu' possano essere oggetto di elemosina
ma non soggetti portatori di diritti.

Triste e' la condizione di chi non riconosce
come esseri umani gli esseri umani che incontra
infelice chi ha dimenticato il detto antico
che esorta a trattare gli altri
come vorresti essere trattato tu.

17. INIZIATE A VITERBO LE COMMEMORAZIONI NONVIOLENTE DELLE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE

Nell'ambito dell'iniziativa "4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele" promossa dal Movimento Nonviolento e da altre esperienze di pace e di solidarieta', sono iniziate sabato 2 novembre a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre.
Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' recata presso il cippo che in piazzale Gramsci ricorda alcune vittime assassinate in quel luogo dai nazisti, e li' ha sostato in silenzio e deposto un omaggio floreale.
Successivamente la stessa delegazione si e' recata in piazza del Sacrario ed anche li' ha deposto un omaggio floreale ed ha sostato in silenzioso raccoglimento dinanzi ai monumenti e alle lapidi che ricordano le vittime delle due guerre mondiali ed i caduti della Resistenza.
Piu' tardi la delegazione nonviolenta ha reso analogo omaggio dinanzi alla lapide che ricorda il martire della Resistenza Mariano Buratti.
Piu' tardi ancora, concludendo il suo periplo in alcuni luoghi-simbolo della citta', la delegazione della struttura nonviolenta viterbese si e' recata in via della verita' dove dinanzi alle pietre d'inciampo ed alla lapide che ricorda i viterbesi deportati ed assassinati nei campi di sterminio nazisti ha reso omaggio alle vittime della Shoah.
L'iniziativa si e' svolta nel piu' assoluto silenzio.
Successivamente, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di riflessione nel corso del quale e' stato letto l'appello alla base delle commemorazioni nonviolente per il 4 novembre, e sono stati letti e commentati alcuni brani da opere di Hannah Arendt, Ernesto Balducci, Aldo Capitini, Mohandas Gandhi, Primo Levi, Rosa Luxemburg, Simone Weil, Virginia Woolf.
Le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre proseguono a Viterbo con ulteriori iniziative nelle giornate di domenica 3 e lunedi' 4 novembre.
*
Di seguito il testo integrale dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019.
(...)
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Concludendo l'incontro di sabato 2 novembre 2019 il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato l'ormai quasi ventennale esperienza delle commemorazioni nonviolente a Viterbo per il 4 novembre con il motto "Ogni vittima ha il volto di Abele", e come esse si siano intrecciate ad altre esperienze nonviolente di pace e di solidarieta' nell'Alto Lazio.
Ed ha sottolineato ancora una volta l'urgenza di una conversione nonviolenta della politica, del'economia, della cultura e della societa'; una conversione nonviolenta che faccia cessare le guerre ed abolisca le armi e le organizzazioni armate, cosicche' ogni umano istituto finalmente si adoperi per salvare le vite anziche' sopprimerle, si adoperi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, si adoperi per il bene comune dell'umanita' intera e in difesa dell'intero mondo vivente unica casa comune dell'umanita'.
Ogni persona senziente e pensante si avvede dell'iniquita' di tutte le violenze; cosi' come si avvede dell'incombente apocalittico pericolo di distruzione che minaccia l'intera umanita'; ogni persona senziente e pensante sa quindi che deve impegnarsi per contrastare tutte le violenze e per costruire la pace e la giustizia sociale, nella solidarieta' che nessun essere umano abbandona, nella condivisione del bene e dei beni.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
La nonviolenza e' la scelta morale e politica necessaria ed urgente per la salvezza dell'umanita' intera.

18. ALBERTO SED

E' deceduto Alberto Sed, testimone della Shoah.
Con gratitudine lo ricordiamo.

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Numero 360 del 3 gennaio 2020
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