[Nonviolenza] Telegrammi. 3556



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3556 del 2 novembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Tina Anselmi
2. Luca Kocci ricorda Eugenio Melandri
3. Dalla parte delle vittime. Il 4 novembre contro la guerra
4. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
5. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"
7. Sostenere la Casa internazionale delle donne di Roma
8. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". I. Cosa e' diventato questo paese
9. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". II. Diritto di voto
10. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". III. A cosa serve il diritto di voto
11. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". IV. Senza il diritto di voto
12. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". V. Noi classi pericolose
13. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". VI. Il nostro programma
14. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". VII. La questione
15. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". VIII. Ricordo
16. "Cessi l'apartheid in Italia. Una persona, un voto". IX. Cecita'
17. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"
18. Segnalazioni librarie
19. La "Carta" del Movimento Nonviolento
20. Per saperne di piu'

1. MEMORIA. TINA ANSELMI

Il primo novembre 2016 moriva Tina Anselmi, partigiana, parlamentare, ministra.
Con gratitudine la ricordiamo.

2. MAESTRI E COMPAGNI. LUCA KOCCI RICORDA EUGENIO MELANDRI
[Dal quotidiano "Il manifesto" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 29 ottobre 2019, dal titolo "Quando Bergoglio gli disse: Hai fatto bene!"]

Domenica 27 ottobre e' morto Eugenio Melandri. Quando un anno fa, il 19 ottobre 2018, Eugenio Melandri va a Roma ad incontrare il papa per la messa a Santa Marta e gli riassume brevemente la propria vita di missionario, pacifista e comunista, "Francesco - raccontava lo stesso Melandri - mi prende una mano, me la stringe forte e mi sorride. Poi mi dice: hai fatto bene!". Melandri e' ancora sospeso a divinis e non puo' esercitare il ministero sacerdotale. Il provvedimento gli era stato comminato dal Vaticano trent'anni prima quando, dopo essere stato allontanato dalla direzione di Missione Oggi, il mensile dei saveriani che aveva trasformato in un periodico impegnato sui temi della pace e del disarmo, nel giugno 1989 era stato eletto europarlamentare con Democrazia proletaria, violando il Codice di diritto canonico ("e' fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici...", "non abbiano parte attiva nei partiti politici") e venne punito con la sospensione a divinis.
Quell'"hai fatto bene" di Francesco, pero', non poteva restare senza conseguenze. Cosi' poche settimane fa - con un ritardo di un paio di decenni - la Congregazione vaticana per il clero annulla la sospensione: Melandri viene riammesso all'esercizio del ministero sacerdotale e incardinato nella diocesi di Bologna guidata dal cardinal Matteo Zuppi. Una "riabilitazione" che, durante il pontificato di Bergoglio, ha riguardato anche altri preti, in passato giudicati troppo di sinistra: sia viventi, come il nicaraguense sandinista Ernesto Cardenal, sia gia' morti, come Primo Mazzolari e Lorenzo Milani. La scorsa settimana, il 20 ottobre, Melandri era tornato a celebrare l'eucaristia, insieme ai confratelli amici e "compagni" di una vita ("compagno è una bellissima parola, significa spezzare e condividere il pane", ha detto durante la messa), quella generazione "post-sessantottina" di preti impegnati per la giustizia e la pace dalla seconda meta' degli anni '80: Albino Bizzotto (dei Beati i costruttori di pace, con cui nel 1992 ha partecipato alla marcia per la pace a Sarajevo assediata), Tonio Dell'Olio (gia' coordinatore di Pax Christi, poi responsabile internazionale di Libera, ora alla Pro Civitate Christiana di Assisi), Renato Sacco (coordinatore nazionale di Pax Christi), il vescovo Giorgio Biguzzi, animatore della campagna contro i bambini soldato in Sierra Leone.
Giusto una settimana prima di morire, domenica 27 ottobre, a causa di un tumore, che ha affrontato con forza, condivideva senza reticenze sul suo profilo Facebook tutti i momenti di sofferenza, di speranza e di gioia - come l'incontro con papa Francesco - e senza mai rinunciare ad intervenire sull'attualita' politica, dalle leggi contro i migranti volute dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, alla recente aggressione turca contro i curdi.
Nato a Brisighella (Ra) nel 1948, nel 1974 Melandri entra nei missionari saveriani. Dal 1980 al 1988 dirige Missione Oggi, dalle cui colonne conduce importanti battaglie contro lo scandalo della cooperazione internazionale e per il disarmo, attirando su di se' le ire del governo e della Dc che, con la complicita' del Vaticano e dei vertici dei saveriani, riescono a farlo allontanare dalla rivista. Si impegna in politica (europarlamentare di Dp, poi con Rifondazione comunista), nel sociale (con Dino Frisullo fonda Senzaconfine), per la pace e il disarmo.

3. INIZIATIVE. DALLA PARTE DELLE VITTIME. IL 4 NOVEMBRE CONTRO LA GUERRA

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Il Movimento Nonviolento ed altre esperienze di pace e di solidarieta' chiamano ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica italiana che "ripudia la guerra", a fare del 4 novembre un giorno di memoria di tutte le vittime della guerra e quindi un giorno di impegno per la pace; per la gestione nonviolenta dei conflitti; per l'eliminazione delle armi che sempre e solo minacciano e uccidono gli esseri umani; per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, difenda e sostenga.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Abolire la guerra e' il passo indispensabile per costruire ovunque la civile convivenza, per difendere il mondo vivente, per salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime si levi la voce del popolo italiano che ripudia la guerra.
Il 4 novembre nel ricordo di tutte le vittime si levi la voce del popolo italiano per una concreta e coerente politica di pace, di disarmo, di smilitarizzazione, di cooperazione internazionale e di aiuto umanitario, di difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Solo la nonviolenza invera la democrazia e realizza la civile convivenza.
Solo la nonviolenza contrasta tutte le violenze ed agisce per la salvezza comune.
*
Di seguito il testo integrale dell'appello del Movimento Nonviolento e di altre esperienze nonviolente, di pace e di solidarieta', per il 4 novembre 2019.
4 novembre 2019: non festa ma lutto. Ogni vittima ha il volto di Abele
Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le città d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.
Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.
Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo più austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perché le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volontà buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignità e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.
A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignità e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanità.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano per l'enorme importo di decine e decine di milioni di euro al giorno.
Per questo chiediamo che i fondi pubblici oggi destinati a strutture e strumenti di morte siano invece utilizzati in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e del mondo vivente.
Per questo chiediamo un impegno particolare a contrastare la violenza maschilista, prima radice e primo paradigma di ogni violenza.
Per questo ci opponiamo al razzismo, crimine contro l'umanità, e chiediamo che siano immediatamente revocate tutte le sciagurate decisioni governative che configurano omissione di soccorso, pratiche segregative e persecutorie, flagranti violazioni dei diritti umani e della stessa Costituzione della Repubblica italiana.
Per questo chiediamo una politica di disarmo, poiché le armi sempre e solo uccidono gli esseri umani.
Anche in questo periodo l'umanità intera è messa in pericolo da guerre e nuove escalation belliche. E ancora una volta il Medio Oriente in fiamme è simbolo di questo baratro. Mentre la guerra in Siria prosegue senza alcuna speranza, così come in Yemen ormai non si contano più le atrocità dei bombardamenti sauditi, l'attacco turco contro i curdi aumenta ancor di più il livello del conflitto, la barbarie, le sofferenze, i lutti. E, ancora una volta, Stati Uniti d'America e Unione Europea - Italia compresa - mentre emettono balbettii diplomatici o roboanti proclami, di fatto rimangono a guardare, o peggio: sostengono l'industria bellica, e quindi le stragi che le armi provocano.
Chiediamo in nome dell'umanità l'immediata sospensione di produzione ed esportazioni di armi verso la Turchia, l'Arabia Saudita, tutti i paesi belligeranti e tutti i regimi che violano i diritti umani. Così come chiediamo che vengano immediatamente ritirati i soldati italiani impegnati nell'ambito della Nato sul confine turco.
A oltre cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, a 20 anni dai bombardamenti su Belgrado che prolungarono la guerra nei Balcani e diedero avvio alla stagione delle guerre travestite da ingannevoli alti proclami ("umanitaria", "per la democrazia" e simili), a 18 anni dall'inizio della "guerra al terrore" che ha distrutto l'Afghanistan e l'Iraq e reso il mondo molto più insicuro e disumano: basta guerre, basta armi, basta sofferenze e lutti.
E' l'ora di una svolta, in nome dell'umanità e della pace. Nonostante il silenzio delle istituzioni, nonostante si continui ad ignorare la richiesta di centinaia di migliaia di italiani, la campagna "Un'altra difesa è possibile" può ancora rappresentare questa svolta. Chiediamo che il Parlamento approvi finalmente la proposta di legge d'iniziativa popolare per l'istituzione e il finanziamento del Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite è il primo dovere.
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

4. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

5. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"
[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.
O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.
Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, facebook: associazioneerinna1998
Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

7. APPELLI. SOSTENERE LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE DI ROMA

L'esperienza della "Casa internazionale delle donne" di Roma e' da decenni di importanza fondamentale per tutte le donne e gli uomini di volonta' buona.
In questo momento la "Casa internazionale delle donne" ha urgente bisogno di un particolare sostegno.
Per informazioni e contatti: siti: www.lacasasiamotutte.it, www.casainternazionaledelledonne.org, e-mail: info at casainternazionaledelledonne.org

8. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". I. COSA E' DIVENTATO QUESTO PAESE

Cosa e' diventato questo paese
in cui il governo decreta
i campi di concentramento
le deportazioni
i lavori forzati
l'apartheid
e l'intera popolazione tace.

Cosa e' diventato questo paese
che a cinque milioni di persone nega
il primo diritto della democrazia
il diritto di voto.

Cosa e' diventato questo paese
il cui governo non fa mistero
di voler finanziare lager e torturatori
in Libia.

Cosa e' diventato questo paese.

9. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". II. DIRITTO DI VOTO

Senza diritto di voto si seccano le lingue
senza diritto di voto solo le fruste parlano

senza diritto di voto e' gia' il passo dell'oca
senza diritto di voto mille televisioni non fanno una democrazia
senza diritto di voto e' gia' il rogo dei libri

senza diritto di voto nessun diritto resta
senza diritto di voto l'umanita' si estingue

senza diritto di voto ogni assemblea e' una farsa
senza diritto di voto le pietre spaccano le persone
senza diritto di voto la casa di filo spinato

senza diritto di voto ogni discorso e' falso
senza diritto di voto una pioggia di sangue e di zolfo

senza diritto di voto la luna e' caduta nel pozzo
senza diritto di voto nei bicchieri coltelli e scorpioni
senza diritto di voto queste stesse parole sono un crimine.

10. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". III. A COSA SERVE IL DIRITTO DI VOTO

Col diritto di voto si fermano le guerre
contando le teste invece di spaccarle

Col diritto di voto si abolisce
la schiavitu' e la mafia e il fascismo

Col diritto di voto si riconosce
l'umanita' di ogni essere umano

Col diritto di voto si esce
dalla preistoria corona di spine

Col diritto di voto la civilta' comincia
spezzando le catene abbattendo le muraglie
intonando un canto comune di liberta' e giustizia

Col diritto di voto
che fa crescere gli alberi
che resuscita il sole
reca l'acqua e il pane alle mense

Col diritto di voto
che appresta strumenti che adempiono i sogni
sognati con le unghie e coi denti nei secoli
da tutte le vittime della violenza

Col diritto di voto che abbatte
ogni dittatura ogni colonia ogni gabbia
le palestre dei sicari i culti del sangue
i campi della sferza l'impero dei vampiri

Col diritto di voto
che ad ogni essere umano reca
la luce la gioia la speranza
il dovere di essere umano

Una sola umanita'
una persona, un voto.

11. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". IV. SENZA IL DIRITTO DI VOTO

Senza il diritto di voto
la solidarieta' e' una menzogna
senza il diritto di voto
la liberta' e' una menzogna
senza il diritto di voto
la democrazia e' una menzogna

Vige oggi in questo paese un regime
di apartheid
vige oggi in questo paese un regime
schiavista
vige oggi in questo paese un regime
che nega a milioni di esseri umani
il primo diritto democratico
senza del quale vi e' solo dittatura

Una persona un voto
cosi' l'umanita' si fa umana
una persona un voto
cosi' il bene e' comune
una persona un voto
cosi' si sconfigge l'orrore.

12. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". V. NOI CLASSI PERICOLOSE

Noi classi pericolose
vogliamo il diritto di voto
noi donne del gineceo
vogliamo il diritto di voto
noi stupidi analfabeti
vogliamo il diritto di voto
noi schiavi nei campi e nei cortili
vogliamo il diritto di voto

Noi che non abbiamo niente
vogliamo il diritto di voto
noi considerati macchine e bestie
vogliamo il diritto di voto
noi avanzi di galera pendagli da forca
vogliamo il diritto di voto
noi ultimi degli ultimi
vogliamo il diritto di voto

Noi che ci hanno mozzato naso e orecchie
vogliamo il diritto di voto
noi che ci hanno spezzato le braccia
vogliamo il diritto di voto
noi schiene da bastone e da frusta
vogliamo il diritto di voto
noi fannulloni noi ebeti noi letame
vogliamo il diritto di voto

Noi che viviamo tra i topi topi noi stessi
vogliamo il diritto di voto
noi che ci nutriamo di ghiande
vogliamo il diritto di voto
noi sfuggiti al plotone d'esecuzione
vogliamo il diritto di voto
noi che ci hanno spento i mozziconi in fronte
vogliamo il diritto di voto

Noi che siamo nulla e tutto
vogliamo il diritto di voto
noi cogli occhi serrati dalla cispa
vogliamo il diritto di voto
noi che mangiamo le nostre stesse feci
vogliamo il diritto di voto
noi pupazzi di stracci del vostro tirassegno
vogliamo il diritto di voto

Noi che non abbiamo pace neppure nei sogni
vogliamo il diritto di voto
noi che siamo solo occhi e sudore
vogliamo il diritto di voto
noi che mastichiamo le scarpe
vogliamo il diritto di voto
noi mai saliti sull'albero della cuccagna
vogliamo il diritto di voto

Noi senza bilancia e libri mastri
vogliamo il diritto di voto
noi senza biglietti del treno
vogliamo il diritto di voto
noi seduti per terra tremanti
vogliamo il diritto di voto
noi che neppure sappiamo se siamo vivi o morti
vogliamo il diritto di voto.

Vogliamo il diritto di voto
liberare l'umanita'.

13. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". VI. IL NOSTRO PROGRAMMA

Salvare le vite.
Una persona, un voto.

14. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". VII. LA QUESTIONE

E' il razzismo la questione, diciamolo.
La pretesa fascista che degli esseri umani
per tutta la vita siano schiavi
che muoiano in silenzio sotto lo sperone
della guerra, della fame, del fascismo.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Se non si riconosce l'eguaglianza
di diritti di tutti gli esseri umani
e' gia' morta la democrazia
e' gia' estinto lo stato di diritto.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Chi non salva le vite e' un assassino
chi non soccorre non accoglie non assiste
la sorella e il fratello in pericolo
ha gia' distrutto l'intera umanita'.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Il razzismo che adora la guerra
il razzismo che odia le donne
il razzismo che mangia carne umana
il razzismo che vomita coltelli.

E' il razzismo la questione, diciamolo.
Si puo' contrastare solo col diritto di voto.
Solo col diritto di voto si puo' contrastare.
Il diritto, il voto, la dignita' di ogni persona
la deliberazione in comune.

15. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". VIII. RICORDO

Io lo ricordo il tempo
in cui non avevamo il diritto di voto
perche' eravamo le classi pericolose
perche' non avevamo beni al sole
perche' non avevamo il sangue blu
e dovevamo vendere la nostra forza lavoro.
Quante lotte durammo a conquistarlo
il diritto di voto per tutti.

E mi ricordo il tempo
che certo non votavano le donne
perche' si sa che sono tutte isteriche
- lo dice la parola - ed hanno il ciclo
ed una donna cosa vota a fare?
Lei serve il suo marito e gli da' figli.
Quante lotte durammo a conquistarlo
il diritto di voto per tutti.

E in questo tempo in cui
a un italiano su dieci il voto e' negato
perche' non e' nativo del paese
perche' non ha la pelle del colore
giusto, perche' ha sbagliato religione
e sa una lingua che il sindaco non parla.
Lottare ancora oggi noi dobbiamo
perche' il diritto di voto sia per tutti.

16. REPETITA IUVANT. "CESSI L'APARTHEID IN ITALIA. UNA PERSONA, UN VOTO". IX. CECITA'

E' difficile riuscire a non vedere
cinque milioni di persone
quasi il dieci per cento della gente
che incontriamo ogni giorno per strada
con cui prendiamo il caffe' al bar
con cui lavoriamo
con i cui figli
i nostri figli vanno a scuola
e' difficile riuscire a non vederli
ma c'e' chi ci riesce.

E' difficile riuscire a non vedere
che negare il diritto di voto a una persona su dieci
tra quelle che vivono nel nostro paese
rende il nostro paese qualcosa di diverso
da una democrazia qualcosa di opposto
e' difficile riuscire a non vedere
come nasce l'apartheid
ma evidentemente c'e' chi ci riesce.

E' difficile riuscire a non vedere
la violenza che colpisce qui ed oggi
cinque milioni di persone
cui si nega il diritto che fonda la democrazia
ma c'e' chi ci riesce egregiamente.

C'e' un nome per questo
e quel nome e' razzismo
non e' razzista solo il barbaro
armato di catene e manganello
che rompe le teste e brucia le case
lo e' anche il benevolo signore
che pensa che cinque milioni di esseri umani
che vivono qui e sono parte di questo paese
al piu' possano essere oggetto di elemosina
ma non soggetti portatori di diritti.

Triste e' la condizione di chi non riconosce
come esseri umani gli esseri umani che incontra
infelice chi ha dimenticato il detto antico
che esorta a trattare gli altri
come vorresti essere trattato tu.

17. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"
[Riproponiamo ancora una volta]

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.
- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.
- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.
- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.
- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.
- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.
- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.
- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.
- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.
- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.
- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.
- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.
- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.
- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.
- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.
- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.
- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.
- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.
- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.
- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.
- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.
- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.
- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.
- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.
- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.
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Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:
- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.
- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

18. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Saul Bellow, L'uomo in bilico, Mondadori, Milano 1953, 1966, pp. 294.
- Truman Capote, Du sang froid, Gallimard, Paris 1966, 1972, pp. 512.
- John Steinbeck, L'inverno del nostro scontento, Mondadori, Milano 1962, 1966, pp. 360.
- Walt Withman, Leaves of grass / Feuilles d'herbe, Aubier Flammarion, Paris 1972, pp. 512.
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Riedizioni
- Thabit A. J. Abdullah, Dittatura, imperialismo e caos. L'Iraq dal 1989: ascesa e caduta di Saddam, Edt, Torino 2008, Rcs, Milano 2019, pp. 208, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

19. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

20. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3556 del 2 novembre 2019
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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