[Nonviolenza] Telegrammi. 3032



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3032 dell'11 aprile 2018
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XIX)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

Sommario di questo numero:
1. "L'Europa delle guerre e della pace". Un incontro di studio a Viterbo
2. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
3. L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari
4. Alcuni fogli volanti del 2014 e del 2015
5. La nonviolenza non indossa il frac
6. Io sono quello
7. Persone
8. Il lamento del vecchio
9. Mattinata di sole a Roma
10. E il nostro silenzio
11. La festa degli assassini
12. "Non mi abbandonare"
13. Una vecchia fotografia
14. Tra pochi giorni
15. La nostra bandiera (quasi un comizio)
16. Intorno al fuoco
17. In questi giorni, in questi gironi
18. La catena delle uccisioni
19. Per qualche giorno le televisioni
20. Cosa vedi?
21. Litania del troppo tardi
22. Segnalazioni librarie
23. La "Carta" del Movimento Nonviolento
24. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. "L'EUROPA DELLE GUERRE E DELLA PACE". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

Si e' svolto la sera di martedi' 10 aprile 2018 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio sul tema "L'Europa delle guerre e della pace. Analisi di una vicenda storica che lumeggia conflitti ancora drammaticamente attuali".
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
*
Una breve notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it

2. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

3. REPETITA IUVANT. L'ITALIA SOTTOSCRIVA E RATIFICHI IL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI

L'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. MATERIALI. ALCUNI FOGLI VOLANTI DEL 2014 E DEL 2015

Riproponiamo qui alcuni fogli volanti apparsi nel nostro notiziario nel 2014 e nel 2015.

5. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
*
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.
*
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto, sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione; sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole: la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.
*
La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme, dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita; l'intera umanita' unita contro il male e la morte; si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.
*
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo, il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce; sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti con il fine della verita' e del bene. Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti. Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti, li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.
*
La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

6. IO SONO QUELLO

Io sono quello che piange le vittime
tutte le vittime vittime per sempre
io sono quello che sa che tutti i morti
restano morti ed il resto e' silenzio.

Io sono quello che sa che il colpo dato
e' dato per sempre, per sempre la ferita
sanguina e sanguina e mai si richiude
vomita un fiume di sangue e di fuoco.

Io sono quello che i medicamenti
sa che non possono guarire nessuno
resta nel buio del sepolcro Lazzaro
resta grido e cenere Giordano.

Io sono quello che sa che il dolore
inflitto una volta e' inflitto per sempre
la carne inchiodata resta inchiodata
lungo la via tra il Golgota e Roma.

Poiche' sono quello che sa quel che so
non sono disposto a sputare a sparare
non sono disposto a plaudire agli artigli
non sono disposto a subire il fascismo.

Cessi all'istante di fare l'Italia
la guerra in Afghanistan, cessi all'istante
il riarmo assassino, cessi all'istante
la persecuzione nazista dei migranti.

Cessi l'orrore che strazia e che uccide
io sono quello che so solo questo:
che tu devi opporti all'orrore presente
che tu devi opporti al fascismo.

7. PERSONE

Noi siamo le persone che le guerre uccidono.

8. IL LAMENTO DEL VECCHIO

I miei maestri sono tutti morti
divenni vecchio tra le sconfitte
ho sempre saputo che nulla
conta oltre questo: salvare
le vite.

Il mondo in cui vissi e' scomparso
nessuna sa piu' la mia lingua
ho sempre saputo che solo
questo conta: salvare le vite.

Dei miei fallimenti non so darmi pace
nessuna mai ebbi speranza
sempre volli fare l'unica cosa giusta:
salvare le vite.

E' quasi l'alba. Esco di casa
per incamminarmi una volta ancora
sulla strada che da Perugia porta
ad Assisi.

Ovunque i padroni mangiano il cuore
dei loro operai, ovunque
le classi proprietarie controllano
le catene dell'umanita' loro schiava
ovunque le truppe imperiali
menano strage ancora.

Penso ancora i miei veri pensieri
sono felice di essere vivo
la lotta
continua.

9. MATTINATA DI SOLE A ROMA

Noi siamo le oppresse e gli oppressi,
l'umanita' dolente.
Noi che facciamo tutto, noi siamo resi niente.
Da ora in poi mai piu'
subire iniquita':
siam l'internazionale futura umanita'.

Noi siamo la classe operaia,
l'umanita' alienata.
E merce tra le merci veniamo incatenata.
Da ora in poi mai piu'
subire crudelta':
siam l'internazionale futura umanita'.

Noi siamo le schiave e gli schiavi,
l'umanita' abbrutita.
Nutriti di frustate la nostra non e' vita.
Da ora in poi mai piu'
subire l'empieta':
siam l'internazionale futura umanita'.

Ed ecco, noi siamo persone
che si son ribellate.
Spezzando le catene ci siamo sollevate.
Da ora in poi mai piu'
subire la vilta':
siam l'internazionale futura umanita'.

10. E IL NOSTRO SILENZIO

Muoiono ancora i migranti nel mare
sappiamo chi sono i loro assassini.

Le leggi italiane, gli accordi europei
il potere schiavista, i nostri governi
dei morti annegati sono assassini.

E il nostro silenzio.

*

Li sogno la notte, riaffiorano gonfi
mi sorgon di fronte, mi vengono incontro
mi guardano muti, so i loro pensieri
mi chiedono conto.
Del nostro silenzio.

11. LA FESTA DEGLI ASSASSINI

La festa degli assassini
anche quest'anno e' andata molto bene.
Il signor presidente ha commosso l'uditorio
estraendo una pulce dall'orecchio
il generale ha mangiato un canarino vivo
il ministro ha guidato l'automobile
il pubblico cantava giovinezza.

Dinanzi alla tomba degli assassinati
si e' fatta una buona merenda
si e' giocato a bocce
e a chi sputava piu' lontano.

Tutti avevano il telefonino
e si facevano fotografie
e il governo infine ha fatto omaggio
di pane e salame a tutti i presenti.

Questo nostro felice paese
queste giornate di sole e di gloria
una terra, un popolo, una guida.

E' andata molto bene anche quest'anno
la festa degli assassini.

12. "NON MI ABBANDONARE"

"Non mi abbandonare"
e ti guarda con occhi di acqua
nel buio, nel fetore della notte
"Sono qui, non la lascio" rispondi
"sono qui". Ed il vento nei tubi
canta una di morte canzone
con sottili plurali di donne
melodiose voci e paurose.
"Non mi abbandonare", "Sono qui"
ed intanto si sente la morte
il suo soffio pestifero, i tubi
le acri luci piu' buie del buio.

"Sto morendo" lui dice, tu dici
"Non e' vero, lei restera' vivo",
"Sto soffrendo" lui dice "preferisco
il morire a questo dolore".
E tu dici "Non dica sciocchezze
non lo dica neppure per scherzo
una lunga una degna una buona
vita ancora l'attende, resista".

"Non mi abbandonare"
"Sono qui".
Questa notte di segreti e menzogne
questa notte di strazio e d'incanti
questa notte che viene la morte
tu resisti, resisti quest'ora
tu resisti, che l'alba gia' viene.
Questa notte la morte non vince
qui nessuno abbandona nessuno.

13. UNA VECCHIA FOTOGRAFIA

Sembra camminino sul selciato
di una citta' che e' tutte le citta'
la punta di una scarpa che sporge dalle lunghe gonne
Clara con un berretto che pare una frittella
Rosa con una paglietta da guappo
intorno degli uomini che non le vedono
tranne forse uno poco dietro
che guarda verso la macchina fotografica.

La bocca di Rosa socchiusa sembra che parli
quella di Clara forse sorride.
L'immagine sgranata, la mia presbiopia
non mi consentono di cogliere lo sguardo.

Vedono forse il fotografo, e forse
guardano oltre e in quell'oltre
c'e' anche la nostra lotta di oggi
le donne insorte danzando il 14 febbraio
questo nostro otto marzo del duemilaquindici
l'internazionale futura umanita'.

14. TRA POCHI GIORNI

Tra pochi giorni
ancora una volta
tutto sara' dimenticato.

I morti resteranno morti
i vivi parleranno d'altro.

Poi verra' un nuovo massacro
e poi altri ancora.

Finche' i governi europei non saranno costretti
dai popoli europei a riconoscere
che ogni essere umano ha diritto alla vita
che ogni essere umano va accolto e assistito.

Che occorre cessare di fare le guerre
cessare di rapinare e schiavizzare
cessare la strage dei fragili e degli indifesi
cessare di saccheggiare e desertificare il mondo vivente.

Salvare le vite e' il primo dovere.
Unico e' il nostro destino.
Una sola Terra, una sola umanita'.

15. LA NOSTRA BANDIERA (QUASI UN COMIZIO)

Siamo il partito dei morti di fame
abbiamo giurato con l'ultimo respiro:
mai piu' nessuno muoia di fame.
Compagni che restate, non ci dimenticate
compagni che restate, vendicateci
compagni che restate, abolite la fame.

Siamo il partito degli annegati
con l'acqua nei polmoni abbiamo giurato:
mai piu' nessuno muoia annegato.
Compagni che restate, non ci dimenticate
compagni che restate, vendicateci
compagni che restate, salvate le vite.

Siamo il partito dei fucilati
dei bombardati, degli sgozzati
abbiamo giurato soffiando sangue e anima:
mai piu' nessuno muoia assassinato.
Compagni che restate, non ci dimenticate
compagni che restate, vendicateci
compagni che restate, abolite la guerra
abolite gli eserciti, abolite le armi.

Siamo il partito delle schiave e degli schiavi
strozzati dalle catene abbiamo giurato:
mai piu' nessuno sia messo in catene.
Compagni che restate, non ci dimenticate
compagni che restate, vendicateci
compagni che restate, abolite il fascismo.

E siamo il partito delle donne uccise
delle donne violate, pestate, spezzate
delle donne fatte merce, e rotte, e annientate
e con l'ultimo respiro abbiamo giurato:
mai piu' nessuna donna subisca violenza
cessi l'orrore del patriarcato
cessi la strage voluta dai maschi
degli orchi il regime sia estinto per sempre.
Compagne e compagni, non ci dimenticate
compagne e compagni, vendicateci
compagne e compagni, abolite il fascismo.

Compagne e compagni, abolite il fascismo.
Compagne e compagni, salvate le vite.

16. INTORNO AL FUOCO

Presto sara' colmo di cadaveri questo mare
e allora verranno a piedi camminando sulle acque
i superstiti delle nostre guerre, delle nostre rapine.

Non verranno allora da vittime, ma da giudici.

Della nostra ferocia ci chiederanno conto
della nostra cecita', del nostro autismo.

Saranno un'umanita' migliore
del dolore patito serberanno memoria
volendo il bene il bene faranno, al male
si opporranno.

Intorno ai fuochi la notte racconteranno
di quando gli uomini erano lupi
come leggende di un tempo impossibile
ai bambini non metteranno paura
per assicurarsene l'obbedienza
ma la verita' diranno, che e' un altro nome dell'amore.
Un'umanita' migliore saranno.

Della nostra scomparsa non riesco a dolermi:
la fine dell'Europa fascista
non sara' la fine, ma l'inizio del mondo.

17. IN QUESTI GIORNI, IN QUESTI GIRONI

Il muro del pianto
il gioco del fuoco
la voce di pietra
il vento di foglie
la strada dell'orco.

La spada di cristallo
lo sguardo di ferro
il volto del nulla
la fame di sabbia
l'albero della paura.

I bambini presi a calci
le donne e gli uomini in gabbia
le gole recise
il bastone sul volto che rompe le ossa
il rogo e nel rogo sfrigola e grida la carne umana.

E la conflagrazione universale
la rotta, la rottura
la notte senza occhi tutta orecchie
il deserto che soffia e dilava
l'alto respiro del mare e i suoi draghi.

La grotta di Polifemo
le case di filo spinato
gli scarponi ferrati, i vagoni
piombati, il rimbombo
del passo dell'oca.

La voragine chiamata Europa
il fosforo bianco sulle lame dei coltelli
il grido muto dell'annegato
il nome senza nome
il cammino senza piedi.

Tu scrivi queste righe
e sai che altro e' da fare
da rovesciare da riscattare
questo lago di sangue
questo tempo di dolore.

18. LA CATENA DELLE UCCISIONI

Nessuna morte ne giustifica un'altra.
Ogni uccisione e' un lutto infinito.
Spezzare la catena delle uccisioni.
Opporsi alla morte. Salvare le vite.
Ogni essere umano ha diritto alla vita.

19. PER QUALCHE GIORNO LE TELEVISIONI

Per qualche giorno le televisioni
piangeranno le vittime afgane
morte nell'ospedale degli occidentali
dagli occidentali bombardato.

Poi tutto sara' dimenticato
continuera' il grande gioco
nel silenzio i papaveri crescono meglio
il mercato mondiale ha bisogno di oppio
tutto funziona nel migliore dei modi
nel migliore dei mondi possibili.

La morte di gente che non parla inglese
conta meno della morte di un cane
neppure i cani parlano inglese
ma fanno la guardia si contentano dell'osso
gli esseri umani invece
che non si rassegnano alla schiavitu'
angustiano molto i signori padroni.

Questa eruzione di sangue dai corpi
che come apriscatole aprono le bombe
i coltelli il merletto dei mitra il raffio
nella tonnara di uomini e donne
la quotazione in borsa degli ettolitri di sangue
le condanne a morte scritte sul libretto degli assegni
il ciclo espansivo del mercato trainato
dall'industria delle armi e degli schiavi
la guerra come modello di sviluppo
e vagoni di cenere dall'immenso crematorio
a fecondare i terreni in cui piantare
nuovi denti di drago parole vuote.

Ancora una volta ti chiedi che fare
e che devi fare tu gia' lo sai
abolire la guerra gli eserciti le armi
salvare le vite le misere vite
delle persone che presto svaniscono
salvare le vite e' il primo dovere
abolire la guerra gli eserciti le armi.

*

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre
che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.
Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.
Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.
Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

Ed occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti
gli esseri umani in fuga dalla fame
e dalle guerre.
Occorre riconoscere a tutti
gli esseri umani il diritto di giungere
in modo legale e sicuro nel nostro paese.
Occorre andare a soccorrere e prelevare
con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti
i migranti lungo gli itinerari della fuga
sottraendoli agli artigli dei trafficanti.
Occorre un immediato ponte aereo di soccorso
internazionale che prelevi i profughi
direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi
collocati nei paesi limitrofi e li porti
in salvo qui in Europa.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento le deportazioni
e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste criminali e criminogene
che flagrantemente confliggono con la Costituzione con lo stato di diritto
con la democrazia con la civilta'.
In Italia occorre riconoscere immediatamente
il diritto di voto nelle elezioni amministrative
a tutte le persone residenti.
In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.
L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani
del disarmo e della smilitarizzazione
della legalita' che salva le vite
della democrazia che salva le vite
della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta
contro la guerra e tutte le uccisioni
contro il razzismo e tutte le persecuzioni
contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita alla dignita' alla solidarieta'.
Vi e' una sola umanita'
in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni vittima ha il volto di Abele.

20. COSA VEDI?

Cosa vedi?
Vedo degli insetti piccolissimi
che si agitano buffi e insensati
poi premo sul tasto vedo la nuvoletta
e tutto e' finalmente fermo e vuoto.

Cosa vedi?
Vedo diavoli travestiti da persone
sembrano proprio persone ma so bene
che i diavoli si sanno camuffare
cosi' bene da sembrare proprio persone
prendo la mira e gia' parte la raffica.

Cosa vedi?
Vedo signori elegantissimi
che dicono parole e parole e parole
le dicono e le infilano dentro
certi tubi le dicono e sorridono
da quei tubi lunghissimi quelle
parole infine escono e sono
scudisci asce mascelle
proiettili sottili come aghi
enormi funghi di fiamma e di polvere
bombe intelligentissime
che estinguono stupide vite.

Cosa vedi?
Vedo solo specchi
specchi che sanguinano.

Cosa vedi?
Ohe', cosa vedi?
Cosa vedi? Rispondi.

C'e' nessuno qui?

21. LITANIA DEL TROPPO TARDI

Poiche' e' sempre troppo tardi
tu non dire mai che e' tardi.

Cio' che non hai imparato da giovane
imparalo ora.
Al male fatto in passato
poni rimedio per quanto possibile ora.

Non ti paralizzi la visione della catastrofe
non ti paralizzi l'indebolirsi delle tue forze
sappi tacere
e quando parlare e' necessario parla
sappi astenerti
e quando e' necessario agire agisci.

Non e' mai troppo tardi per fare il bene.
Per fare il bene non e' mai troppo presto.

Contrastalo tu l'orrore del mondo.

22. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Ludwig Feuerbach, Pagine scelte e commentate, Rcs, Milano 2017, pp. 192, euro 6,90. A cura di Leopoldo Sandona'.
*
Riletture
- Aldo Palazzeschi, Poesie, Mondadori, Milano 1971, 1974, pp. XL + 200. A cura di Sergio Antonielli.
*
Riedizioni
- Angelo Vulpiani, Caso, probabilita' e complessita', Ediesse, Roma 2015, Rcs, Milano 2018, pp. 224, euro 7,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

24. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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