[Nonviolenza] Nonviolenza. Femminile plurale. 667



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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Numero 667 del 25 dicembre 2017

In questo numero:
1. Scriviamo al Quirinale che dia tempo al Parlamento di deliberare l'adesione al disarmo atomico e la cittadinanza a tutti i bambini che sono nati e vivono in Italia
2. Un appello al Presidente della Repubblica
3. "Lo tempo e' poco omai che n'e' concesso". Una lettera aperta ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati
4. Il Senato approvi la legge sullo "ius soli / ius culturae"
5. "Una persona, un voto". Un appello all'Italia civile
6. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
7. La Casa siamo tutte. Un appello
8. Alessandro Zanotelli: Armi. E' questo il nostro Natale di pace?
9. Alessandro Zanotelli: Migranti, non c'e' posto per loro!
10. Alessandro Marescotti: La nostra Marcia del sale
11. Norma Santi presenta "Pioniere e rivoluzionarie. Donne anarchiche in Spagna (1931-1975)" di Eulalia Vega
12. Federica Voci e Nicoletta Stellino: Un breve profilo di Angela Ales Bello
13. Sara Pierallini: Un breve profilo di Angela Balzano
14. Angela Lamboglia, Nicoletta Stellino, Valentina Riolo: Un breve profilo di Maria Luisa Boccia

1. UN APPELLO ALLE PERSONE AMICHE. SCRIVIAMO AL QUIRINALE CHE DIA TEMPO AL PARLAMENTO DI DELIBERARE L'ADESIONE AL DISARMO ATOMICO E LA CITTADINANZA A TUTTI I BAMBINI CHE SONO NATI E VIVONO IN ITALIA

Carissime e carissimi,
vi preghiamo di voler scrivere al Presidente della Repubblica di non sciogliere prematuramente le Camere, e di dare al Parlamento il tempo necessario a deliberare l'adesione al disarmo atomico e la cittadinanza a tutti i bambini che sono nati e vivono in Italia.
Il modo piu' semplice e sicuro  per mandare messaggi al Presidente della Repubblica e' attraverso il sito www.quirinale.it nella home page cliccando in alto a destra sul simbolo della busta postale e poi compilando il modulo.
I messaggi devono essere brevi (meno di cinquemila caratteri); un possibile modello puo' essere il seguente:
"Egregio Presidente della Repubblica,
poiche' nulla la costringe a sciogliere le Camere durante le vacanze natalizie (giacche' nulla impone che si debba andare al voto entro il mese di marzo, e come gia' in passato si puo' benissimo fissare la data delle elezioni politiche entro giugno), dia al Parlamento il tempo di deliberare su due temi di grande importanza: 1. in pro dell'adesione e della ratifica al Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari; 2. in pro del riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia e che in Italia vivono e studiano (la legge cosiddetta sullo "ius soli - ius culturae" gia' approvata anni fa dalla Camera dei Deputati che attende solo di essere confermata dal voto del Senato).
Confidando nella sua attenzione e nel suo discernimento, augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, recapito del mittente".
Facciamo sentire al Presidente della Repubblica anche la nostra voce.
Grazie dell'attenzione ed auguri di buone feste a tutte e tutti.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 25 dicembre 2017

2. REPETITA IUVANT. UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente della Repubblica,
poiche' nulla la costringe a sciogliere le Camere durante le vacanze natalizie (giacche' nulla impone che si debba andare al voto entro il mese di marzo, e come gia' in passato si puo' benissimo fissare la data delle elezioni politiche entro giugno),
dia al Parlamento il tempo di deliberare su due temi di grande importanza:
1. in pro dell'adesione e della ratifica al Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari;
2. in pro del riconoscimento della cittadinanza italiana ai bambini nati in Italia e che in Italia vivono e studiano (la legge cosiddetta sullo "ius soli - ius culturae" gia' approvata anni fa dalla Camera dei Deputati che attende solo di essere confermata dal voto del Senato).
Confidando nella sua attenzione e nel suo discernimento, augurandole ogni bene

3. REPETITA IUVANT. "LO TEMPO E' POCO OMAI CHE N'E' CONCESSO". UNA LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DEL SENATO DELLA REPUBBLICA E DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
alla Presidente della Camera dei Deputati
e per opportuna conoscenza:
a tutte e tutti i parlamentari italiani
a tutte e tutti i componenti del Consiglio dei Ministri
Oggetto: richiesta di impegno affinche' il Parlamento prima del termine della legislatura deliberi ed impegni il Governo all'adesione e alla ratifica del Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Gentile Presidente del Senato della Repubblica,
gentile Presidente della Camera dei Deputati,
la legislatura volge al suo termine, ma prima del suo scioglimento un atto di fondamentale importanza il Parlamento potrebbe e dovrebbe ancora compiere: deliberare ed impegnare il governo all'adesione e alla ratifica del Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017.
Dopo Hiroshima e' a tutti finalmente evidente che non vale piu' l'antico e sciagurato motto secondo cui se vuoi la pace devi preparare la guerra; e' a tutti finalmente evidente che non vale piu' la celebre e tristissima constatazione che la guerra e' la prosecuzione della politica con altri mezzi.
Dopo Hiroshima l'umanita' sa che se prepari la guerra non vuoi la pace, perche' solo guerra e stragi e devastazioni otterrai; dopo Hiroshima l'umanita' sa che la guerra e' il contrario della politica e la catastrofe dell'umanita'.
*
Gentile Presidente del Senato della Repubblica,
gentile Presidente della Camera dei Deputati,
e' per il vostro ruolo istituzionale che ci rivolgiamo a voi, ed attraverso voi a tutte le persone che in Parlamento siedono.
Come legislatori e come esseri umani non ignorate che il primo dovere e' salvare le vite.
Abolire le armi atomiche e' il primo dovere che ogni essere umano ed ogni legittima istituzione ed ogni ordinamento giuridico ha nei confronti dell'umanita' intera.
Abolire le armi atomiche ed avviare con cio' il necessario e urgente disarmo universale e' il primo punto del programma comune della politica dell'umanita'.
La repubblica italiana, che solennemente nella sua Costituzione "ripudia la guerra", non puo' essere complice delle armi atomiche che in se stesse sono gia' dittatura e guerra, e che minacciano la civilta' umana e l'umanita' stessa di estinzione.
Il Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari del 7 luglio 2017 adempie un voto dell'umanita' intera, costituisce un passo decisivo nel cammino verso il bene comune, e' un ineludibile appello che convoca ogni persona ed ogni stato alla politica prima: la politica che salva le vite.
*
Gentile Presidente del Senato della Repubblica,
gentile Presidente della Camera dei Deputati,
in questo poco tempo che resta prima della fine della legislatura, vogliate adoperarvi affinche' il Parlamento italiano si esprima affinche' l'Italia aderisca e ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi atomiche del 7 luglio 2017.
*
Augurandovi ogni bene

4. REPETITA IUVANT. IL SENATO APPROVI LA LEGGE SULLO "IUS SOLI / IUS CULTURAE"

Non e' possibile che un bambino ovvero una bambina, un ragazzo ovvero una ragazza, nati in Italia, cresciuti in Italia, che studiano in Italia, che vivono nella comunita', nella lingua e nella cultura italiane, possano essere ritenuti alieni: sono con tutta evidenza cittadine e cittadini italiani ancor prima di aver compiuto i diciotto anni, quando la legge vigente gia' riconosce loro il diritto di decidere di essere cittadini italiani con una semplice dichiarazione personale.
Perche' quindi continuare a umiliare e perseguitare dei bambini?
Perche' quindi continuare a negare la flagrante realta' che chi nasce e vive in Italia e' un cittadino italiano?
Ad eccezione di un'infima minoranza di pervertiti, nessuno in Italia vuole essere un persecutore di bambini.
Ad eccezione di un'infima minoranza di razzisti, nessun senatore potrebbe in scienza e coscienza negare il suo voto a una legge che prende atto della realta' e riconosce a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un diritto che loro appartiene: il riconoscimento giuridico del fatto inconfutabile che sono parte del popolo italiano, che sono cittadini italiani.

5. REPETITA IUVANT. "UNA PERSONA, UN VOTO". UN APPELLO ALL'ITALIA CIVILE

Un appello all'Italia civile: sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia.
Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui.
Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
Una persona, un voto. Il momento e' ora.

6. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

7. REPETITA IUVANT. LA CASA SIAMO TUTTE. UN APPELLO
[Dalla Casa Internazionale delle Donne riceviamo e diffondiamo]

Sostegno alla Casa
lacasasiamotutte (lacasasiamotutte at gmail.com)
#lacasasiamotutte
A tutte le amiche e gli amici,
come avrai saputo dalla stampa o dalla televisione, la Casa Internazionale delle Donne ha bisogno di aiuto.
Abbiamo ricevuto moltissime dimostrazioni di affetto e vicinanza che ci hanno molto commosso, e ve ne siamo grate, ma anche siamo state sollecitate a richiedere un aiuto economico a quante, come te, ci conosce, ha lavorato nella Casa e con la Casa.
Essere luogo di riflessione politica delle donne, ospitare in modo sostenibile tante associazioni e tante attivita', costruire, produrre attivita' culturali, tenere aperto il piu' grande archivio della storia e della produzione femminista, mantenere decorosamente un edificio storico, farlo restare aperto, fruibile a disposizione delle donne e di tutta la citta', fornire servizi di assistenza, consulenza, sostegno al lavoro e alla vita delle donne e dei bambini, promuovere formazione, costa e costa molto.
Per questo ti chiediamo di contribuire alla sopravvivenza della Casa, per farla essere sempre di piu' e sempre meglio quel luogo unico a Roma, in Italia, in Europa che e' la nostra Casa Internazionale delle donne.
Ringraziandoti fin d'ora e ricordandoti che la Casa si sostiene solo con l'autofinanziamento, ti chiediamo anche di far partecipare le persone a te vicine al sostegno della Casa.
Per la donazione:
http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/sostienici-support-us
IBAN IT38H0103003273000001384280
causale: "Donazione per la Casa Internazionale delle Donne"

8. RIFLESSIONE. ALESSANDRO ZANOTELLI: ARMI. E' QUESTO IL NOSTRO NATALE DI PACE?
[Ringraziamo padre Alessandro Zanotelli per questo intervento del 5 dicembre 2017]

Sono indignato davanti a quest'Italia che si sta sempre piu' militarizzando. Lo vedo proprio a partire dal Sud, il territorio economicamente piu' disastrato d'Europa, eppure sempre piu' militarizzato. Nel 2015 e' stata inaugurata a Lago Patria (parte della citta' metropolitana di Napoli) una delle piu' importanti basi Nato d'Europa, che il 5 settembre scorso e' stata trasformata nell'Hub contro il terrorismo (centro di spionaggio per il Mediterraneo e l'Africa). Sempre a Napoli, la famosa caserma della Nunziatella e' stata venduta dal Comune di Napoli per diventare la Scuola europea di guerra, cosi' vuole la Ministra della Difesa Pinotti. Ad Amendola (Foggia) e' arrivato lo scorso anno il primo cacciabombardiere F-35 armabile con le nuove bombe atomiche B 61-12. In Sicilia, la base militare di Sigonella (Catania) diventera' nel 2018 la capitale mondiale dei droni. E sempre in Sicilia, a Niscemi (Trapani) e' stato installato il quarto polo mondiale delle comunicazioni militari, il cosidetto Muos. Mentre il Sud sprofonda a livello economico, cresce la militarizzazione del territorio. (Non e' per caso che cosi' tanti giovani del Sud trovino poi rifugio nell'Esercito italiano per poter lavorare!).
Ma anche a livello nazionale vedo un'analoga tendenza: sempre piu' spese in armi e sempre meno per l'istruzione, sanita' e welfare. Basta vedere il Fondo di investimenti del governo italiano per i prossimi anni per rendersene conto. Su 46 miliardi previsti, ben 10 miliardi sono destinati al Ministero della Difesa : 5.3 miliardi per modernizzare le nostre armi e 2.6 per costruire il Pentagono italiano ossia un'unica struttura per i vertici di tutte le nostre forze armate, con sede a Centocelle (Roma).
L'Italia infatti sta investendo sempre piu' in campo militare sia a livello nazionale, europeo ed internazionale. L'Italia sta oggi spendendo una barca di soldi per gli F-35, si tratta  di 14 miliardi di euro!
Questo, nonostante che la Corte dei Conti abbia fatto notare che ogni aereo ci costera' almeno 130 milioni di euro contro i 69 milioni previsti nel 2007. Quest'anno il governo italiano spendera' 24 miliardi di euro in Difesa, pari a 64 milioni di euro al giorno. Per il 2018 si prevede un miliardo in piu'.
Ma e' ancora piu' impressionante l'esponenziale produzione bellica nostrana: Finmeccanica (oggi Leonardo) si piazza oggi all'VIII posto mondiale. Lo scorso anno abbiamo esportato per 14 miliardi di euro, il doppio del 2015! Grazie alla vendita di 28 Eurofighter al Kuwait per otto miliardi di euro, merito della ministra Pinotti, ottima piazzista d'armi. E abbiamo venduto armi a tanti paesi in guerra, in barba alla legge 185 che ce lo proibisce. Continuiamo a vendere bombe, prodotte dall'azienda Rmw Italia a Domusnovas (Sardegna), all'Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen, dov'e' in atto la piu' grave crisi umanitaria mondiale secondo l'Onu (tutto questo nonostante le quattro mozioni del Parlamento Europeo!). L'Italia ha venduto armi al Qatar e agli Emirati Arabi con cui quei paesi armano i gruppi jihadisti in Medio Oriente e in Africa (noi che ci gloriamo di fare la guerra al terrorismo!). Siamo diventati talmente competitivi in questo settore che abbiamo vinto una commessa per costruire quattro corvette e due pattugliatori per un valore di 40 miliardi per il Kuwait.
Non meno preoccupante e' la nostra produzione di armi leggere : siamo al secondo posto dopo gli Usa! Sono queste le armi che uccidono di piu'! E di questo commercio si sa pochissimo.
Quest'economia di guerra sospinge il governo italiano ad appoggiare la militarizzazione dell'Unione Europea. E' stato inaugurato a Bruxelles il Centro di pianificazione e comando per tutte le missioni di addestramento, vero e proprio quartier generale unico. Inoltre la Commissione Europea ha lanciato un Fondo per la Difesa che a regime sviluppera' 5,5 miliardi di investimento l'anno per la ricerca e lo sviluppo industriale nel settore militare. Questo fondo, lanciato il 22 giugno, rappresenta una massiccia iniezione di denaro pubblico nell'industria bellica europea. Sta per nascere la "Pesco - Cooperazione strutturata permanente" dell'Unione Europea nel settore militare (la Schengen della Difesa!) "Rafforzare l'Europa della Difesa - afferma la Mogherini, Alto Rappresentante dell'Unione Europea per gli Affari Esteri - rafforza anche la Nato".
La Nato, di cui l'Unione Europea e' prigioniera, e' diventata un mostro che spende 1000 miliardi di dollari in armi all'anno. L'Europa si rafforza militarmente (e' la Schengen della Difesa!), ma ancora di piu' la Nato. Trump chiede ora ai 28 paesi membri della Nato di destinare il 2% del Pil alla Difesa. L'Italia destina oggi 1,2 % del Pil  per la Difesa. Gentiloni e la Pinotti hanno gia' detto di si' al diktat di Trump. Cosi' l'Italia arrivera' a spendere 100 milioni al giorno in armi. Cosi' la Nato trionfa, mentre e' in forse il futuro dell'Unione Europea. Infatti e' la Nato che ha forzato l'Unione Europea a creare la nuova frontiera all'Est contro il nuovo nemico, la Russia, con un imponente dispiegamento di forze militari in Ucraina, Polonia, Romania, Bulgaria, in Estonia, Lettonia e con la partecipazione anche dell'Italia. La Nato ha stanziato 17 miliardi di dollari per lo "Scudo anti-missili". E gli Usa hanno l'intenzione di installare in Europa missili nucleari simili ai Pershing 2 e ai Cruise (come quelli di Comiso). E la Russia sta rispondendo con un altrettanto potente arsenale balistico.
Fa parte di questo piano anche l'ammodernamento, in Europa delle oltre duecento bombe atomiche, B-61 piazzate in Europa con le nuove B 61-12. Il Ministero della Difesa ha pubblicato in questi giorni sulla Gazzetta Ufficiale il bando di costruzione a Ghedi (Brescia) di nuove infrastrutture che ospiteranno una trentina di F-35 capaci di portare cadauno due bombe atomiche B61-12. Quindi solo a Ghedi potremo avere 60 B61-12, il triplo delle attuali! Sara' cosi' anche ad Aviano? Se fosse cosi' rischiamo di avere in Italia una forza atomica pari a 300 bombe atomiche di Hiroshima! Nel silenzio piu' totale!
Mai come oggi, ci dicono gli esperti, siamo vicini al "baratro atomico". Ecco perche' e' stato provvidenziale il Trattato dell'Onu, votato il 7 luglio scorso, che mette al bando le armi nucleari. Eppure l'Italia non l'ha votato e non ha intenzione di votarlo. E' una vergogna nazionale.
Siamo grati a Papa Francesco per aver convocato un incontro, lo scorso novembre, in Vaticano sul nucleare, proprio in questo grave momento in cui il rischio di una guerra nucleare e' alto e per il suo invito a mettere al bando le armi nucleari.
Quello che non riesco a capire e' l'incapacita' del movimento della pace a mettersi insieme e scendere in piazza a urlare contro un'Italia e un'Unione Europea che si stanno armando sempre di piu', davanti a guerre senza numero, davanti a un mondo che rischia l'olocausto nucleare. Eppure in Italia c'e' una straordinaria ricchezza di gruppi, comitati, associazioni, reti che operano per la pace. Ma purtroppo ognuno fa la sua strada.
E come mai tanto silenzio da parte dei vescovi italiani? E che dire della parrocchie, delle comunita' cristiane che si apprestano a celebrare la nascita del "Principe della Pace"?
"Siamo vicini al Natale - ci ammonisce Papa Francesco - ci saranno luci, ci saranno feste, alberi luminosi, anche presepi - tutto truccato: il mondo continua a fare guerra!".
Oggi piu' che mai c'e' bisogno di un movimento popolare che contesti radicalmente questa economia di guerra.

9. RIFLESSIONE. ALESSANDRO ZANOTELLI: MIGRANTI, NON C'E' POSTO PER LORO!
[Ringraziamo padre Alessandro Zanotelli per questo intervento del 22 dicembre 2017]

Questo Natale vede milioni di migranti in fuga da fame e da guerre, che bussano alla porta dell'Europa, ma non c'e' posto per loro, restano fuori. Proprio come in quel primo Natale, quando per quei due poveri migranti, "non c'era posto nella locanda": Gesu' nasce fuori. Cosi' oggi i migranti, la "carne di Cristo" come ama chiamarli Papa Francesco, restano fuori.
Per tenerli fuori, l'Europa "cristiana" ha fatto prima un patto con Erdogan perche' bloccasse in Turchia milioni di rifugiati siriani, regalando a quel despota sei miliardi di euro. Poi sempre per tenerli fuori, l'Unione Europea ha convinto l'Italia a bloccare la rotta dei migranti africani, in fuga da guerre e fame. Per cui il governo italiano ha siglato un accordo con uno dei leader libici, El Serraj (controlla solo Tripoli!), per bloccare i migranti in Libia e cosi' restano fuori. Il risultato: un milione di migranti nell'inferno libico, rinchiusi in lager, violentati, torturati e stuprati. Le terrificanti immagini della Cnn mostrano come in quei lager, vengono persino allestite aste di profughi-schiavi.
"E' disumana la politica dell'Unione Europea di assistere le autorita' libiche nell'intercettare i migranti nel Mediterraneo e riconsegnarli nelle terrificanti prigioni", cosi' l'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein. "La sofferenza dei migranti detenuti in Libia e' un oltraggio alla coscienza dell'umanita'". Ancora piu' dura Amnesty International: "I governi europei, in particolare l'Italia ,sono complici delle torture e degli abusi sui migranti detenuti dalle autorita' libiche". Infine il Tribunale permanente dei popoli, riunitosi a Palermo pochi giorni fa, ha emesso una storica sentenza: Italia e Unione Europea sono corresponsabili degli abusi sui migranti!
E' altrettanto disumana la politica dell'Unione Europea, quando chiede all'Onu di evacuare i migranti bloccati nell'inferno libico. A parte i pochi rifugiati (somali e eritrei) che verranno riconosciuti dall'Onu, dove andranno tutti gli altri? Saranno rispediti nel disastro dei loro paesi, da dove sono fuggiti?
E' disumana la politica dell'Europa verso l'Africa quando proclama: "Aiutiamoli a casa loro". Nel vertice di Abidjan (Costa d'Avorio), i leader dell'Unione Europea hanno promesso ai leader dell'Unione Africana un Piano Marshall per l'Africa. Quanto sia ipocrita questa politica la si evince dal viaggio in Africa di Macron e di Gentiloni proprio alla vigilia del summit di Abidjan. Gentiloni da parte sua ha visitato quattro paesi: Tunisia, Angola, Ghana e Costa d'Avorio, tutte nazioni dove l'Eni ha enormi interessi di petrolio e di gas. E' una politica la nostra che non aiuta le comunita' africane a rimettersi in piedi, ma aiuta noi a continuare a saccheggiare il continente africano. Il vero slogan della nostra politica estera e': "Aiutiamoci a casa loro!". La maledizione dell'Africa e' la sua ricchezza!
E' disumana la politica della Ue di esternalizzare le frontiere per bloccare le rotte africane. La nuova frontiera per bloccare i migranti ora diventa quella saheliana: Niger, Ciad e Mali. E' disumana questa politica perche' finanziata utilizzando i soldi del Fondo per l'Africa e della Cooperazione italiana che dovrebbero invece essere usati per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni. Ben 50 milioni di euro di quei fondi finiranno nelle casse del Niger per la militarizzazione dei suoi confini. Come se questo non bastasse, l'Italia, d'accordo con Francia e Germania, schierera' in Niger una missione militare che nel 2018 contera' 470 soldati "per la sorveglianza e il controllo del territorio del Niger". L'Italia ha gia' una presenza militare in Mali. Ne avremmo presto una anche in Ciad?
E' questa la politica disumana che l'Unione Europea e il nostro governo stanno perseguendo in questo continente crocifisso.
Papa Francesco con grande coraggio ha bollato tali politiche disumane in tanti suoi interventi coraggiosi. Un coraggio che non trovo nelle chiese europee ne' in quella italiana. Troppo silenzio anche da parte degli ordini religiosi che operano in Africa. E' necessario soprattutto che noi missionari condanniamo questa politica criminale del nostro governo e dell'Unione Europea. Potrebbe essere questo il piu' bel regalo di Natale per tanti nostri fratelli e sorelle in cerca di vita e di speranza.

10. RIFLESSIONE. ALESSANDRO MARESCOTTI: LA NOSTRA MARCIA DEL SALE
[Ringraziamo Alessandor Marescotti per questo intervento]

Tanti anni fa c'era una nazione che voleva imporre su una colonia la propria volonta' a tutti i costi. Dominatori contro sudditi. La popolazione non poteva neanche disporre del sale. Ad un certo punto la popolazione non ce la fece piu' e, invece di prendere le armi, decise di mettersi in marcia per andare a prendersi il sale, pacificamente.
"Noi non siamo sudditi, ci riprenderemo il sale".
A guidarli c'era un avvocato di nome Gandhi. Si misero in marcia. Arrivarono al mare. Raccolsero una manciata di sale. Con il sale in mano, alzato al cielo, rivendicarono la sovranita' popolare. Rivendicarono un diritto. La lotta fu lunga. Ma alla fine vinsero perche' il mondo intero non seppe piu' tollerare di stare dalla parte di chi violava i diritti degli uomini.
Non datemi dell'esagerato. Ma io vedo delle straordinarie similitudini con quello che sta avvenendo a Taranto. Con piu' decreti i governi hanno stabilito che se qualcuno ci dovesse uccidere con l'inquinamento dell'Ilva, questo qualcuno non ne rispondera' nelle aule dei tribunali.
Con l'ultimo decreto la "licenza d'uccidere" e' garantita fino al 2023.
A Taranto stiamo dicendo: "Ci riprendiamo la sovranita' popolare".
Stiamo rivendicando il nostro diritto alla vita e alla salute.
Solo un governo dispotico potrebbe sottrarci tali diritti inalienabili.
Stiamo dicendo, come Gandhi: "Noi non siamo sudditi".
La nostra Marcia del sale e' cominciata e finira' solo quando i decreti del governo saranno annullati. In ognuno di noi vive oggi lo spirito di quella liberta' per cui vale la pena lottare. Chi non avverte dentro questo spirito di liberta' e' suddito dentro e vive inutilmente la propria vita, la spreca da ignavo.
In marcia.

11. LIBRI. NORMA SANTI PRESENTA "PIONIERE E RIVOLUZIONARIE. DONNE ANARCHICHE In SPAGNA (1931-1975)" DI EULALIA VEGA
[Dal sito www.iaphitalia.org riprendiamo e diffondiamo]

Eulalia Vega, Pioniere e rivoluzionarie. Donne anarchiche in Spagna (1931-1975), Edizioni Zero in Condotta, Milano 2017.
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La parola scritta, la lettura, il libro/oggetto, in quanto atti creativi, avendo da sempre la capacita' intramontabile di creare una distanza tra la vita reale ed il suo doppio e proprieta' taumaturgiche se vissuti in maniera del tutto inconsapevole, mnemonico e superficiale, in ogni epoca, hanno allontanato la cultura di massa dal sapere critico e dall'acquisire metodi e capacita' analitiche. La scarsita' di conoscenza poi, a volte, nel corso della breve storia dell'umanita', ha generato maggiore fragilita', paura e incertezza nella crescita e sviluppo in autonomia dell'individuo rendendo fertile il terreno per l'instaurazione e diffusione di sistemi conformisti e metodi propri della cultura autoritaria.
Nell'era digitale, come nel medioevo, le immagini, i suoni e le parole, correndo a flusso costante, stanno rendendo i personaggi narrati o in essi rappresentati o descritti, indistintamente essi siano realmente esistiti oppure fantastici, visivamente ed emotivamente sempre piu' spesso spogliati di particolare carattere, odore e sapore, a volte stagnanti in discipline intellettuali retoriche diffuse.
Per la necessita' di dover far correre tutto a velocita' simultanea, con gli strumenti acriticamente acquisiti, i nativi digitali passivi hanno rielaborato una diversa percezione sensoriale del se', dello spazio e del tempo ed i profili virtuali stanno offrendo, attimo dopo attimo, un'apparentemente aulica facile via di fuga separando ancor di piu' il corpo del lettore e del narratore dalla memoria della consapevolezza materica.
La vita di Concha, Antonia, Sara, Joaquina e delle Donne Libere, Mujeres Libres, racchiuse in questo libro, attraverso la raccolta di fonti orali e scritte, ha aperto uno squarcio nell'immaginario virtuale, una luce che si e' accesa e ci e' stata restituita dall'autrice, Eulalia Vega, come un dono prezioso, perche' il racconto della loro vita e' stata la ricerca della Liberta' e dell'emancipazione in Terra non solo per se' ma per tutte e tutti.
Ribelli al patriarcato dentro e fuori la coppia e la famiglia, insofferenti alla disciplina nelle scuole cattoliche spagnole e sul lavoro, hanno narrato la vitalita' e la fame nei quartieri, la solidarieta' come mutuo appoggio, la vita al tempo della seconda repubblica del 1931 in Spagna, del sollevamento popolare libertario in risposta al golpe militare del 1936, di donne militanti nell'Agrupacion Cultural Femenina di Barcellona, S. Sebastian e Madrid antesignana dell'organizzazione delle Mujeres Libres. Hanno raccontato la creazione della rivista Mujeres Libres, annunciata da Lucia Saornil su Solidaridad Obrera e i loro obiettivi enunciati nell'editoriale del primo numero.
La Liberta' e' stata narrata come una necessita', frutto della volonta' ma anche della crescita intellettuale e culturale dell'umanita' e la sua ricerca ed il suo desiderio, soprattutto se proveniente dagli strati sociali ed economici piu' oppressi e sfruttati, e' vissuto come una condizione imprescindibile dal vivere quotidiano.
Le loro biografie, a tratti intersecandosi nel ricordo dell'una per l'altra, hanno reso visibili soggetti che non hanno trovato spazio in altre narrazioni e la loro storia, in queste pagine, non e' risolta con una ricerca retorica artificiosa di un generico vivere liberale borghese ne' viene affrontato come un banale libro/oggetto frutto di un puro esercizio estetico lanciato sul mercato in caduta libera considerando la cultura di massa un bacino informe composto da un pubblico amorfo.
Le protagoniste sono state donne, operaie, adolescenti e bambine, soggetti cresciuti anche in ambienti famigliari libertari, nelle scuole razionali anticlericali, negli atenei libertari e nella scuola Natura della Spagna degli anni Trenta del Novecento, la cui esistenza, seppur vissuta da ognuna in maniera diversa, non ha mai avuto un attimo di esitazione di fronte alla diseguaglianza di genere e sociale e non ha mai chinato il capo, nella gioia poetica del momento rivoluzionario libertario nella Spagna del 1936 come nella tragedia piu' estrema al tempo della reazione misogina del fascismo del dittatore Franco, della seconda guerra mondiale, della deportazione, il passaggio della frontiera e dei campi di concentramento in Francia, del nazismo e della cosiddetta sconfitta rivoluzionaria.
Militanti nella Fai, nella Juventudes Libertarias e nella Cnt Pura, Conxa, Gracia sono state rivoluzionarie libertarie, donne di azione al fronte, collettiviste nella retroguardia, hanno vissuto l'esilio e la clandestinita', i rastrellamenti dello stalinismo, sono state fucilate, deportate, incarcerate ed internate, anarchiche che non hanno mai perso di vista la rivoluzione sociale costruendo consapevolmente una cultura alternativa a quella patriarcale e statalista operando e lottando per l'emancipazione e l'autorganizzazione delle donne dal basso per una vera e propria alternativa sociale e libertaria.
"Erano giovani all'avanguardia, educate a essere indipendenti e ad avere idee proprie contrariamente alla maggior parte delle donne di quel periodo. Queste erano cresciute invece per trovare un compagno con il quale formare una famiglia e a loro non erano consentite certe liberta', come quella di rientrare a casa dopo le 22".
Le protagoniste hanno operato conducendo un'analisi critica di distruzione ma anche di ricerca e costruzione di abitudini e cultura antiautoritaria ed antigerarchica nel vivere quotidiano per se' ma anche per le altre organizzando conferenze sull'importanza dell'indipendenza personale ed economica delle donne come condizione prima e necessaria per uscire dall'oppressione patriarcale, sull'uguaglianza dei salari sui posti di lavoro, sul tema dell'amore e della sessualita', sul metodo contraccettivo Ogino e la maternita' consapevole, l'aborto libero, sul libero consenso, sulla prostituzione, sulle unioni libere. Hanno concepito le relazioni di coppia eteronormate in modo libertario, ovvero come "unioni in cui l'unico vincolo era dato dalla sola volonta' dei partner. Non riteneva che lo stato ne' nessun altro dovesse mettere becco nelle questioni amorose".
"Vuole far sentire una voce sincera, ferma e disinteressata: la voce della donna; una voce propria, che nasce dalla sua natura piu' profonda, non suggerita ne' appresa dai cori teorizzanti. Per questo si cerchera' di evitare che la donna, sottomessa ieri alla tirannia della religione, cada oggi sotto un'altra tirannia, che gia' la sta sfidando e minacciando ai fini delle sue ambizioni: la politica". (Cultura y documentacion social, Mujeres Libres, n. 1, 1936).
Le Mujeres Libres sono state pioniere di quella che negli anni Sessanta, trenta anni dopo, e' stata la rivoluzione sessuale in Europa.
La storia borghese, seppur breve rispetto alla storia dell'umanita', seguendo un filo lineare visivo aberrante ha la necessita' permanente di confermare il suo potere ed il controllo della maggioranza delle persone attraverso la celebrazione dei suoi trionfi nelle guerre di oppressione.
La storia delle oppresse e' assai diversa perche' e' la storia della loro lotta per aprire varchi nel desiderio di giustizia sociale perche' le idee non potendo morire, hanno attraversato la storia e la lotta di liberazione dalla schiavitu', dall'autoritarismo, dallo stato, dal controllo, dal dominio, dall'oppressione, dall'ingiustizia sociale ed economica, dal fascismo, dal patriarcato, interessando diverse epoche e generazioni, ha danzato senza un attimo di tregua cavalcando le onde dei mari, in tempesta ed in quiete, accarezzando di volta in volta il loro nascere, defluire e rinascere, seguendo il respiro forte e lieve del vento o della brezza.
Sara, Joaquina, Antonia, Isabel, Concha, Julia, Pura, Aurora, Conxa e Gracia sono state pioniere rivoluzionarie, anarchiche poco note, che non hanno avuto molto tempo di scrivere ma la loro narrazione, i loro sorrisi, il loro affetto attraverso il racconto orale e scritto, e' giunto fino a noi, oggi, come il testamento di madri universali alle loro figlie, alle donne ribelli ed alle libertarie dell'avvenire.

12. MAESTRE. FEDERICA VOCI E NICOLETTA STELLINO: UN BREVE PROFILO DI ANGELA ALES BELLO
[Dal sito www.iaphitalia.org riprendiamo e diffondiamo]

Angela Ales Bello è nata a Roma dove ha conseguito la laurea e la specializzazione in Filosofia presso l'Università degli Studi La Sapienza. È professoressa ordinaria di Storia della filosofia contemporanea presso l'Università Lateranense di Roma, già preside della Facoltà di Filosofia, e professoressa a contratto presso la Libera Università Maria Assunta. Tiene corsi presso l'Università Urbaniana e l'Ateneo Antoniano. Ha scritto numerosi libri e saggi sulla scuola fenomenologica, esaminando in modo specifico il contributo di alcune studiose come Edith Stein, Hedwig Conrad Martius e Gerda Walther. Si interessa anche al tema della donna in ambito religioso. È curatrice della traduzione italiana delle opere filosofiche di Edith Stein pubblicate dall'Editrice Città Nuova di Roma.
Fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere fra cui "Aquinas", "Segni e Comprensione", "Per la filosofia", "Analecta Husserliana", "Phenomenological Inquiry", collabora con "Recherches Husserliennes" (Belgio) e "Studien zur interkulturellen Philosophie" (Germania).
Bibliografia
- Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Gerda Walther. Fenomenologia della persona, della vita e della comunità, con F. Alfieri e M. Shahid, Ed. Giuseppe Laterza, Bari 2011;
- Introduzione a Il percorso intellettuale di Edith Stein, a cura di M. Shahid e F.Alfieri, Edizioni Giuseppe Laterza, Bari 2009;
- Edith Stein o dell'armonia. Esistenza, pensiero, fede, Studium, Roma 2009.
- Il ruolo di Maria nella valutazione religiosa e sociale del femminile in Occidente, in AAVV., Mater Dei, Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma 2005, pp. 85-90;
- Sacralità dell'amore, in AAVV., Amore sacro amore profano, vol. II, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 2005, pp. 133-144;
- Sul femminile. Scritti di antropologia e religione, a cura di Michele D'Ambra, Edizioni Città Aperta, Troina (En) 2004;
- Edith Stein: il mettere "armonia" tra fede e ragione in Verità della Rivelazione. I filosofi moderni della "Fides et Ratio", Edizioni Ares, Milano 2003, pp. 153-17;
- Il pensiero femminile nel Novecento, in Madri d'Europa, Centro Documentazione e Studi Presenza Donna, Vicenza 2003, pp. 17-25;
- Per una filosofia al femminile, in Antropologia, Metafisica, Teologia. Studi in onore di Battista Mondin a cura di Renato Serpa, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2003, pp. 405-419;
- Il contributo specifico della donna nella formazione culturale in Donne e Culture dalla prospettiva di un nuovo femminismo, a cura di P. Scarafoni, Ateneo regina Apostolorum, 1, Roma, 2002, pp. 15-24;
- Edith Stein - Ontologia Metafisica Vita, in Il Filo(sofare) di Arianna. Percorsi del pensiero femminile nel Novecento, a cura di A. Ales Bello e F. Brezzi, Mimesis, Milano 2001, pp. 31-43;
- Edith Stein e il male politico in Il male politico. La riflessione sul totalitarismo nella filosofia del Novecento, a cura di R. Gatti, Città Nuova, Roma 2000, pp. 227-241.
Articoli e varie
- What is life? The contributions of Hedwig Conrad-Martinus and Edith Stein, Angela Ales Bello e Antonio Calcagno in "Symposium", volume 16, Issue 2, Fall/Automne 2012, pp. 20-33;
- Edith Stein: una donna, "Religioni e società", Gennaio-Aprile, Firenze, 2005, pp. 8-14;
- Edith Stein, la Germania e lo Stato totalitario, "Koinonia",12, 2003, pp. 15-17.
Elenco di link dove compaiono articoli, testi, interventi dell'autrice
http://www.emsf.rai.it/dati/interviste/In_497.htm
http://siba-ese.unisalento.it/index.php/segnicompr/article/viewFile/4693/4064
Link
Sito curato da Ales Bello con A. Conci riguardante la fenomenologia husserliana:
http://www.hieros.it/ales.htm
Sito curato da Ales Bello insieme a Annamaria Pezzella
http://www.centrostudiedithstein.it/CsEs_Page_Index.php
Iniziative
Dirige il Centro Italiano di Ricerche fenomenologiche, con sede in Roma, affiliato a "The World Phenomenology Institute" (Usa). È stata direttrice di una ricerca finanziata dal Cnr presso la Libera Università Maria Assunta sulle "Politiche della differenza", i cui risultati sono confluiti nel libro da lei curato "La figure dell'altro". Ha collaborato ad un progetto di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia dell'Università di Roma Tre e insieme a Francesca Brezzi ha curato un volume di autori vari sui percorsi del pensiero femminile nel Novecento. A lei è affidato, in qualità di condirettrice, il settore "Età moderna" della collana "Scrittori di Dio" (Cinisello Balsamo, San Paolo). È codirettrice del seminario interuniversitario Hieros e dirige la collana "Idee" dell'editrice Città Nuova di Roma. Dal 2010 è di nuovo presidentessa dell'"Associazione italiana Edith Stein".

13. MAESTRE. SARA PIERALLINI: UN BREVE PROFILO DI ANGELA BALZANO
[Dal sito www.iaphitalia.org riprendiamo e diffondiamo]

Angela Balzano è una ricercatrice e un'attivista femminista. Laureata in Scienze Filosofiche all'Università di Bologna è attualmente assegnista di ricerca presso la stessa università per il progetto "Plotina: promoting gender balance and inclusion in research, innovation and training".
A Bologna è stata dottoranda di ricerca vincitrice della borsa di studio per la Scuola di dottorato in Diritto e Nuove tecnologie con tesi intitolata "Normare la vita: biocontrollo e nuove tecnologie". Le sue supervisor sono la Prof.ssa Carla Faralli (Università di Bologna) e la Prof.ssa Rosi Braidotti (Centre for the Humanities-University of Utrecht-NL). Dal 2016 è coordinatrice del modulo scienze del master Universitario di I livello in Studi e politiche di genere organizzato dal dipartimento di Filosofia Comunicazione Spettacolo dell'Università Roma Tre, in collaborazione con IAPh Italia.
Bibliografia
- Le conseguenze dell'amore ai tempi del biocapitalismo. Diritti riproduttivi e mercati della fertilità, in: Il genere tra neoliberalismo e neofondamentalismo, Verona, Ombre Corte di G. Morosato, 2016, pp. 110-125
- Flamigni, Carlo, Sessualità e riproduzione. Due generazioni in dialogo su diritti, corpi e medicina, Torino, Ananke Lab Soc. Coop., 2015, pp. 162 .
- Soggettività autonome, corpi e potenza da Spinoza al neofemminismo, Edizioni Accademiche Italiane 2014
Articoli
- Gestazione per altri e mercato della riproduzione, "Il Mulino", 2017, 492, pp. 564-572
- Maternità surrogata: dal progresso scientifico ai diritti riproduttivi, "Future of Science and Ethics", 2016, 1, pp. 85-87
- Neoliberismo e nuove tecnologie, in: Cooper, Melinda; Waldby, Catherine, Biolavoro globale. Corpi e nuova manodopera, Roma, DeriveApprodi srl, 2015, pp. 5-18
- Best practice e sperimentazioni: dall'interruzione volontaria di gravidanza alla contraccezione, "Bioetica", 2015, 2-3, pp. 431-449
- Angela Balzano, Biocapitale e potenza generativa postumana. Per una critica delle biotecnologie riproduttive transpecie, "La camera blu", 2015, 11, pp. 29-46
- Tecno-corpi e via di fuga postumane, "La Deleuziana", 2015, 2, pp. 137-148
- Una genealogia arendtiana: Fare politica tra scienza e violenza, IAPh-Italia 2015
- Con Stefania Voli, 194 Reloaded, "Alfabeta2", 2014, Luglio 2014 4, pp. 1-3
- Con Lamberti, Raffaella, Fare e disfare i generi e le generazioni, "Il Lavoro Culturale", 2014, Dicembre 2014, pp. 1-6
- Il caso Italia: medicina riproduttiva e obiezione di coscienza, "Revista de Bioetica y Derecho", 2013, 29, pp. 11-23
- Su Sessismo democratico, "DWF", 2012, 1 (93), pp. 76-78
- Genealogie di un'autonoma costituzione della soggettività, Tesi di laurea magistrale, IAPh-Italia 2010
Elenco di link dove compaiono articoli, testi, interventi dell'autrice
- La 194 è scritta male, e fatta per togliere un diritto alle donne. Intervista di Eleonora Dottori ad Angela Balzano del movimento Non una di Meno, ControPagina smart news dal territorio 2017
- Diritto all'aborto: #NonUnaDiMeno verso il 28 settembre. L'assemblea in vista della mobilitazione transnazionale per l'autodeterminazione, Intervista di Alessandro Cannella a Angela Balzano 2017
- Il sapere condiviso. Intervista di Marta Facchini a Angela Balzano 2015
- Sesto incontro - Corpo - Audio di Angela Balzano, Angela Balzano introduce il pensiero post-umano del corpo, IAPh-Italia 2015
- Fare e disfare i generi e le generazioni - Una conversazione tra Angela Balzano e Raffaella Lamberti, Server Donne 2014
- La stabilità dei ponti e la velocità dei contrabbandieri. Intervista ad Angela Balzano traduttrice de Il Postumano di Rosi Braidotti. A cura di Daniela Allocca, Server Donne 2014
- Angela Balzano: Corpi e Biocontrollo. Intervento di Angela Balzano alla "Primavera Queer" 2014.
- Coltura intensiva di differenze, Zoe e la costruttività della differenza. Global Project 2010
Link
Pagina di accademia.edu dedicata all'autrice
Pagina di Angela Balzano sul sito dell'Università di Bologna
Pagina del modulo tenuto dall'autrice del master Studi e politiche di genere di Roma Tre
Biografia di Angela Balzano su IAPh-Italia
Iniziative
Dal 2009 è tutor del corso transdisciplinare in Etica e Politica negli studi di genere, promosso dalla cattedra di Filosofia del diritto della Prof.ssa Faralli, in collaborazione con Raffella Lamberti e l'Ass. Orlando, presso l'Università di Bologna. Angela Balzano è membro del Consiglio responsabili dell'Associazione Orlando (associazione di donne) ed è attivista nell'assemblea Non Una di Meno-Bologna.

14. MAESTRE. ANGELA LAMBOGLIA,  NICOLETTA STELLINO, VALENTINA RIOLO: UN BREVE PROFILO DI MARIA LUISA  BOCCIA
[Dal sito www.iaphitalia.org riprendiamo e diffondiamo]

Nasce a Roma, nel 1945, scrittrice e politica italiana. Docente di Filosofia politica all'Università di Siena, ha iniziato ad occuparsi di politica nel 1964, militando nel PCI. La sua pratica tra donne è cominciata nel 1974 a Firenze con il Collettivo di donne Rosa, da cui anche la rivista "Quaderno di studio e di movimento sulla condizione della donna".
Successivamente ha dato vita ad altre riviste di donne ("Memoria", "Orsaminore", "Reti") e a diverse esperienze di gruppi femminili tra i quali Balena, ancora attivo. Come studiosa di filosofia ha collaborato e collabora con riviste e centri di ricerca, tra i quali il Centro studi e iniziative per la Riforma dello Stato, la Fondazione Basso, il Centro studi filosofici Mario Rossi. Fa parte del movimento pacifista ed è autrice di saggi sul rapporto tra donne e politica, sul "pensiero della differenza", e su temi sociali connessi alle tematiche femminili. Nell'aprile 2006 è stata eletta senatrice nelle liste di Rifondazione Comunista. Attualmente è presidentessa dell'Assemblea nazionale di Sel e nell'esecutivo della Fondazione Centro per la riforma dello Stato-Archivio Ingrao.
Leggi l'articolo di Maria Luisa Boccia Cultura & Visioni. Carla Lonzi, il congedo dal patriarcato. Fare differenza ("il manifesto" 4-03-2010)
Bibliografia
- Con Carla Lonzi. La mia vita è la mia opera, Ediesse, Roma 2014.
- Indignarsi non basta - Pietro Ingrao con Maria Luisa Boccia e Alberto Olivetti, Aliberti, Roma 2011;
- Postfazione a Sputiamo su Hegel e altri scritti, Et al., Milano 2010;
- Presenti, differenti: donne nell'università e nella sfera pubblica con Michela Pereira, Edizioni dell'Università di Siena, Siena 2008.
- L'eredità simbolica in Rossana Rossanda (a cura di), Il manifesto comunista centocinquanta anni dopo, Manifestolibri, Roma 2002;
- La differenza politica. Donne e cittadinanza, Il Saggiatore, Milano 2002;
- Miracolo della libertà, declino della politica. Rileggendo Hannah Arendt e Simone Weil in Ida Dominijanni (a cura di) Motivi di libertà, Angeli, Milano 2001;
- L'eclissi della madre. Fecondazione artificiale, tecniche, fantasie, norme, con Grazia Zuffa, Pratiche editrice, Milano 1998;
- L'io in rivolta. Vissuto e pensiero di Carla Lonzi, La Tartaruga, Milano 1990.
Articoli
- Fra pace impolitica e politica guerriera in "Via Dogana" n. 66, 1-09-2003
- La sinistra e la guerra in "Parolechiave" n. 20/21, 1999;
- Strada privata in "DWF", n.39/40, 1998, pp. 7-12;
- La parola e la pratica in "DWF" n. 34/35, 1997, pp. 58-68.
Elenco dei link dove compaiono articoli, testi, interventi dell'autrice
Link alla pagina di Maria Luisa Boccia dove si possono trovare, tra l'altro, articoli, pubblicazioni e interventi dell'autrice
http://www.marialuisaboccia.it/
Intervista a Maria Luisa Boccia di Laura Eduati ("Gli altri" 20-11-2012)
http://paestum2012.wordpress.com/2012/11/29/intervista-a-maria-luisa-boccia-di-laura-eduati-non-voto-donna-in-quanto-donna/
Parole da discutere dopo Paestum (21 ottobre 2012)
http://paestum2012.wordpress.com/2012/10/21/parole-da-discutere-dopo-paestum/
Potere di generare in tempi di eclissi della madre
http://www.pensierinpiazza.it/pensieri-e-pensatori/108-boccia-maria-luisa.html
Intervento all'assemblea plenaria femminista-Paestum 2012 6-7 ottobre
http://www.youtube.com/watch?v=C09bAQjEE_k&feature=youtu.be&t=58m2s
Intervento su Carla Lonzi al convegno "Taci, anzi parla. Carla Lonzi e l'arte del femminismo", 5-7 marzo 2010
http://vimeo.com/10805313
Intervento nel convegno "Sesso, potere, denaro", 10 ottobre  2009
http://vimeo.com/7215997
Articolo apparso sul quotidiano Liberazione sulla vicenda di Eluana Englaro (con Grazia Zuffa)
http://www.provincia.grosseto.it/pariopportunita/visualizza_file.php?type=file&pag=file&id=3453&name=Boccia
Intervento in merito al referendum sulla legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita (con Grazia Zuffa)
http://www.evelinademagistris.it/risorse/NonSoloReferendum2005.pdf
Articolo su "Via Dogana" n. 66
http://www.libreriadelledonne.it/fra-pace-impolitica-e-politica-guerriera/
Articolo sul rapporto tra corpo e diritto
http://www.evelinademagistris.it/risorse/Trimestrale1996.pdf
Intervento all'incontro Sesso potere denaro, indetto dall'autrice insieme a Ida Dominijanni, Tamar Pitch, Bianca Pomeranzi e Grazia Zuffa, tenutosi il 10 ottobre 2009 alla Casa Internazionale delle donne di Roma
http://vimeo.com/7215997
Interventi trasmessi dall'emittente radiofonica Radio Radicale
http://www.radioradicale.it/soggetti/maria-luisa-boccia
Intervista all'autrice sul tema della ricerca sulle cellule staminali pubblicata sul sito dell'Associazione Luca Coscioni
http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/ripartiamo-dalle-donne
Intervento dell'autrice sul tema dell'accanimento terapeutico pubblicato sul sito dell'Associazione Luca Coscioni
http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/la-costituzione-ha-salvato-eluana
Scheda relativa all'attività e agli incarichi ricoperti dell'autrice in qualità di senatrice nel corso della XV Legislatura
http://www.senato.it/leg/15/BGT/Schede/Attsen/00022714.htm
Articolo relativo all'assemblea del 21 giugno 2008, "Dire no ai giorni del tempo presente" indetta dal gruppo delle femministe del mercoledì (Fulvia Bandoli, Maria Luisa Boccia, Elettra Deiana, Laura Gallucci, Letizia Paolozzi, Isabella Peretti, Bianca Pomeranzi, Bia Sarasini, Rosetta Stella, Stefania Vulterni) presso Palazzo Valentini a Roma
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article2409
Link
http://www.donnealtri.it/2012/05/cosa-e-la-cura/
http://www.centroriformastato.org/crs2/index.php
Iniziative
Fa parte del Gruppo del Mercoledì che fa della cura del vivere la chiave della politica e partecipa al lavoro politico e di ricerca del Centro per la riforma dello Stato.

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE
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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 667 del 25 dicembre 2017

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