[Nonviolenza] Telegrammi. 2496



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2496 del 9 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Oggi

2. Alcuni testi del mese di dicembre 2013 (parte prima)

3. Contro l'omicidio, quindi contro la pena di morte, quindi contro la guerra

4. Un incontro in memoria di Etty Hillesum

5. In memoria di Christa Wolf, a due anni dalla scomparsa

6. Un incontro in memoria di Ivan Illich nell'anniversario della scomparsa

7. A due mesi dalla strage del 3 ottobre

8. In ricordo di Guido Calogero

9. Ricordato a Viterbo Duccio Galimberti

10. Per Emilio Lussu nell'anniversario della nascita

11. Il parlamento, lo scannatoio

12. Louise Bryant

13. Un paradosso viterbese

14. Nelson Mandela

15. Commemorato Nelson Mandela a Viterbo

16. Associazione "Respirare": In memoria di Nelson Mandela

17. Per Ferruccio Parri

18. Un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo

19. Nell'anniversario della nascita di Petr Alekseevic Kropotkin

20. Segnalazioni librarie

21. La "Carta" del Movimento Nonviolento

22. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. OGGI

 

Oggi la marcia Perugia-Assisi ancora una volta dira' la sua parola.

Parola di pace, parola che consola, parola che chiama alla lotta nonviolenta.

Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

Per la difesa del mondo casa comune dell'umanita'.

Solo la pace salva le vite.

Solo la nonviolenza contrasta la violenza.

Solo l'umanita' si oppone alla disumanita'.

Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

 

2. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2013 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2013.

 

3. CONTRO L'OMICIDIO, QUINDI CONTRO LA PENA DI MORTE, QUINDI CONTRO LA GUERRA

 

Ogni essere umano ha diritto a vivere.

E solo se si riconosce il diritto a vivere, ogni altro diritto sussiste; poiche' se si toglie a una persona la vita, ogni altro suo diritto viene annientato.

L'omicidio e' quindi il crimine piu' grave, il piu' inammissibile, il piu' antiumano.

Il divieto di uccidere e' la base della civile convivenza, il fondamento della civilta' umana, la promessa reciproca della comune solidarieta', il riconoscimento dell'umanita' di tutti gli esseri umani, il primo indispensabile passo per l'edificazione di una societa' di persone libere ed eguali in diritti, la premessa di ogni ordinamento giusto e sollecito del bene comune, l'azione che invera il principio responsabilita', l'estrinsecazione primaria della regola aurea del non fare ad altri cio' che non si vorrebbe fosse fatto a se stessi.

Il comandamento "non uccidere" e' il nucleo ed il cuore di ogni morale e di ogni politica degna.

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Essendo l'omicidio il crimine piu' grave e quindi il piu' inammissibile, la pena di morte - che dell'esecuzione di un omicidio consiste - e' anch'essa inammissibile. La pena di morte rende criminale, assassino, nemico dell'umanita', lo stato che la prevede e la irroga.

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Ed e' inammissibile altresi' la guerra, che di innumerevoli omicidi consiste.

Nella giornata dedicata a chiedere la fine della pena di morte nel mondo, si chiede pertanto ipso facto anche la fine di tutte le guerre; e quindi l'abolizione delle strutture - gli eserciti - all'esecuzione di esse preposte; e quindi la cessazione della produzione, del commercio, della detenzione e dell'uso degli strumenti - le armi - attraverso cui gli omicidi e le guerre si realizzano.

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Ogni essere umano ha diritto a vivere.

Soccorrere e salvare le vite di tutti gli esseri umani e' il primo dovere dell'umanita'.

 

4. UN INCONTRO IN MEMORIA DI ETTY HILLESUM

 

Si e' svolto nel pomeriggio di sabato 30 novembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio in memoria di Etty Hillesum, a settanta anni dalla sua morte ad Auschwitz.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari testi dal Diario e dalle Lettere della testimone della dignita' umana vittima della Shoah.

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Etty Hillesum e' nata a Middelburg il 15 gennaio 1914 e deceduta ad Auschwitz il 30 novembre 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004; Luciana Breggia, Parole con Etty, Claudiana, Torino 2011.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

Nel nome e nel ricordo di Etty Hillesum prosegue l'impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; contro tutte le guerre, le uccisioni, le persecuzioni.

Nel nome e nel ricordo di Etty Hillesum la nonviolenza e' in cammino.

 

5. IN MEMORIA DI CHRISTA WOLF, A DUE ANNI DALLA SCOMPARSA

 

Si e' svolto nella mattinata di domenica primo dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Christa Wolf, a due anni dal decesso della grande scrittrice pacifista e femminista.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari brani dalle sue opere narrative, saggistiche e diaristiche principali.

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Christa Wolf, nata il 18 marzo 1929 e deceduta il primo dicembre 2011, e' considerata la maggiore scrittrice tedesca contemporanea; impegnata nel movimento femminista e pacifista, le sue opere hanno dato un rilevante contributo alla riflessione e alle pratiche di pace e di solidarieta'. Tra le opere di Christa Wolf segnaliamo almeno Il cielo diviso (1963), Edizioni e/o, Roma 1983, poi Mondadori, Milano 1987; Riflessioni su Christa T. (1968), Mursia, Milano 1973, poi Edizioni e/o, Roma 2003; Sotto i tigli (1974), Edizioni e/o, Roma 1986, 2009; Nessun luogo. Da nessuna parte (1979), Edizioni e/o, Roma 1997, 2009; Cassandra (1983), Edizioni e/o, Roma 1984; Premesse a Cassandra (1983), Edizioni e/o, Roma 1984; Che cosa resta (1990), Edizioni e/o, Roma 1991, 2009; Medea. Voci (1996), Edizioni e/o, Roma 1996; Un giorno all'anno (2003), Edizioni e/o, Roma 2006. Tra le opere su Christa Wolf: Joerg Magenau, Christa Wolf. Una biografia, Edizioni e/o, Roma 2004.

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Concludendo l'incontro, il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha ricordato particolarmente l'importanza dell'opera e dell'azione di Christa Wolf nel movimento per la pace che postosi all'ascolto e alla scuola del femminismo negli anni Settanta e Ottanta si oppose ai missili nucleari e favori' l'avvio del disarmo in Europa, nella nascita del movimento ecologista, nell'impegno per i diritti umani e dei popoli.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte". E piu' in generale hanno espresso sostegno all'appello contro il razzismo affinche' "siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti. Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che 'La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo' e all'articolo 10 afferma che 'Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica'. Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto 'reato di clandestinita''. Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid. Vi e' una sola umanita'".

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Le persone partecipanti all'incontro hanno inoltre espresso ancora una volta pieno sostegno all'impegno per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan: "come si puo' restare indifferenti dinanzi all'orrore dei quotidiani massacri in Afghanistan? Come si puo' restare indifferenti dinanzi all'illegale ed insensata partecipazione italiana a quella guerra scellerata? Troppe persone sono gia' state assurdamente uccise. La guerra consiste di stragi. Solo la pace salva le vite. Si adoperi l'Italia per la pace e i diritti umani. Il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso. Cessi subito la partecipazione italiana alla guerra. Chiediamo al governo di far cessare immediatamente l'illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan. Chiediamo al governo di cessare immediatamente di sperperare delittuosamente ingentissime risorse pubbliche per far morire degli esseri umani. Chiediamo al governo di utilizzare piuttosto quelle ingentissime risorse pubbliche per salvare la vita delle persone: per educazione, sanita', assistenza, infrastrutture civili, tutela e risanamento ambientale, diritto alla casa e al lavoro. Chiediamo al governo di rispettare finalmente la Costituzione della Repubblica Italiana a cui tutti i ministri hanno giurato di essere fedeli; la Costituzione troppo a lungo scandalosamente violata; la Costituzione che dichiara che l'Italia ripudia la guerra".

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Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' espresso ancora una volta pieno sostegno all'impegno per il disarmo: "La guerra e' nemica dell'umanita'. Le armi servono a uccidere. Meno armi, piu' vite umane salvate".

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Le persone partecipanti all'incontro hanno infine espresso ancora una volta piena condivisione della persuasione che dal femminismo tutte e tutti ricevemmo molti doni: "Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera. Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione. Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza. Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza. Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'".

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Anche nel ricordo di Christa Wolf prosegue l'impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; contro tutte le guerre, le uccisioni, le persecuzioni.

Anche nel ricordo di Christa Wolf prosegue l'impegno per la liberazione dell'umanita' da tutte le violenze, l'impegno per la solidarieta' che unisce ogni essere umano, l'impegno in difesa della biosfera.

Anche nel ricordo di Christa Wolf la nonviolenza e' in cammino. Come e' scritto nella "Carta programmatica" del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini: "Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo".

A due anni dalla scomparsa, il ricordo di Christa Wolf ancora ci convoca all'impegno per la pace, la giustizia, la solidarieta'.

 

6. UN INCONTRO IN MEMORIA DI IVAN ILLICH NELL'ANNIVERSARIO DELLA SCOMPARSA

 

Si e' svolto nel pomeriggio di lunedi' 2 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro in memoria di Ivan Illich, uno dei maggiori pensatori del Novecento e una delle figure piu' grandi della nonviolenza, nell'anniversario della scomparsa (Illich nacque il 4 settembre 1926 ed e' deceduto il 2 dicembre 2002).

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati vari suoi testi.

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Ivan Illich e' nato nel 1925; laurea in mineralogia a Firenze, studi ulteriori di psicologia, arte, storia (dottorato a Salisburgo); ordinato sacerdote nel 1951, per cinque anni opera in una parrocchia portoricana a New York, poi e' prorettore dell'Universita' Cattolica di Portorico; a Cuernavaca (Messico) fonda il Cidoc (Centro interculturale di documentazione); docente in varie universita', conferenziere, studioso costantemente impegnato nella critica delle istituzioni e nella indicazione di alternative che sviluppino la creativita' e dignita' umana; pensatore originale, ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia, la medicina, il lavoro. E' scomparso nel 2002. Tra le opere di Ivan Illich: Descolarizzare la societa', Mondadori; La convivialita', Mondadori, poi Red; Rovesciare le istituzioni, Armando; Energia ed equita', Feltrinelli; Nemesi medica: l'espropriazione della salute, Mondadori, poi Red; Il genere e il sesso, Mondadori; Per una storia dei bisogni, Mondadori; Lavoro-ombra, Mondadori; H2O e le acque dell'oblio, Macro; Nello specchio del passato, Red; Disoccupazione creativa, Red; Nella vigna del testo, Cortina. Raccoglie i materiali di un seminario con Illich il volume Illich risponde dopo "Nemesi medica", Cittadella, Assisi 1978. Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994. Utile anche il volume di AA. VV., Le professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978 (che si apre con un intervento di Illich). Da "A. rivista anarchica", anno 33, n. 294, novembre 2003 riprendiamo la seguente scheda su Ivan Illich: "Ivan Illich (1926-2002). Nato nel 1926 a Vienna da un padre di nobili origini dalmate e da una madre ebrea sefardita, fin da piccolo compi' frequenti viaggi in Europa e rimase fino all'ultimo un instancabile viaggiatore. La sua formazione avvenne tra Salisburgo, Firenze, Roma, ma Illich non ebbe mai un buon rapporto con le scuole, ne' con le discipline. Era sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue), teologo, ma forse piu' di ogni altra cosa uno storico delle istituzioni. Dopo la formazione teologica all'Universita' Gregoriana in Vaticano, fu ordinato prete ed ebbe come primo incarico la cura di una parrocchia a prevalenza portoricana vicino a Manhattan. E' li' forse che nel cuore del primo mondo a contatto con i reietti, gli ultimi, comincio' a capire i meccanismi dell'esclusione e dell'alienazione degli individui attraverso l'istituzionalizzazione della vita. Nel 1956 divenne vicerettore dell'Universita' di Puerto Rico, e nel 1961 fondo' il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) a Cuernavaca in Messico, un centro in cui passo' gran parte dell'intellettualita' radicale degli anni Sessanta e Settanta, centro che avrebbe dovuto formare i volontari e missionari per i paesi del terzo mondo. Qui nasce la critica di Illich allo sviluppo, all'idea stessa di paesi in via di sviluppo, condannati a un'eterna poverta' dall'impari confronto con i paesi gia' sviluppati. Contemporaneamente Illich si impegnava contro la guerra, le banche, le grandi corporation, e percio' riusci' facilmente a divenire sospetto alla Cia, al governo americano e al Vaticano. Il Santo Uffizio comincia un procedimento contro di lui e Illich abbandona il proprio abito, la funzione sacerdotale e la Chiesa. Gli anni Settanta furono quelli della notorieta' per la pubblicazione dei suoi scritti piu' noti e polemici sulla critica alle istituzioni, della scuola, della salute, per una rivoluzione nonviolenta verso un modello sociale di convivialita'. Nei decenni successivi continuo' a lavorare secondo uno stile diverso: conferenze in ogni parte del mondo, brevi saggi che esploravano nuovi campi dei suoi multiformi interessi, seminari interdisciplinari con gruppi di collaboratori scelti al di fuori dell'istituzione accademica, provenienti da ogni parte del mondo, soprattutto alle universita' di Brema e della Pennsylvania. Ecco alcuni dei temi affascinanti dei suoi ultimi scritti: la velocita', l'esperienza del dolore nella contemporaneita', i mutamenti nello sguardo nell'epoca delle immagini, la mente alfabetizzata e l'impatto con il computer. Tra i suoi libri tradotti in italiano, ma in parte non piu' disponibili, si possono ricordare: Descolarizzare la societa' (Mondadori, 1972), La convivialita' (Mondadori, 1974), Nemesi medica (Mondadori, 1977), Il genere e il sesso (Mondadori, 1984), Lavoro ombra (Mondadori, 1985), Nello specchio del passato (Red, 1992), Nella vigna del testo (Cortina, 1994). Particolarmente interessante per avere un'immagine del percorso di Illich e' il libro Conversazioni con Ivan Illich (a cura di David Cayley), Eleuthera 1994". Una piu' ampia notizia biografica di Ivan Illich e' nel n. 1262 de "La nonviolenza e' in cammino", e nel n. 1263 una piu' ampia bibliografia; altri utili materiali sono in "Voci e volti della nonviolenza" n. 17 e ne "La domenica della nonviolenza" n. 68; ulteriori materiali nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 229.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso profondo cordoglio per le vittime della tragedia di Prato, una tragedia che e' diretta conseguenza di due concomitanti oppressioni: quella razzista che nega alle persone immigrate pienezza di diritti umani, e che quindi getta i migranti nelle mani dei poteri criminali; e quella schiavista che nega i piu' elementari diritti a chi lavora e che acquisisce enormi profitti anche proprio riducendo in schiavitu' i lavoratori dipendenti. Solo con l'affermazione della pienezza di diritti per tutti gli esseri umani si fronteggia, si contrasta e si elimina la violenza razzista e schiavista; solo con la legalita' che salva le vite e che difende ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani si fronteggia, si contrasta e si elimina la violenza mafiosa e lo sfruttamento selvaggio; solo con il riconoscimento, la difesa e la promozione della dignita' e dei diritti di ogni essere umano si sconfigge lo sfruttamento disumano e onnidistruttivo.

Le persone partecipanti all'incontro hanno inoltre espresso ancora una volta pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

Le persone partecipanti all'incontro hanno infine nuovamente espresso la piu' nitida ed energica opposizione alla guerra, agli eserciti e alle armi; come a tutti i poteri criminali e assassini.

Contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; in difesa della biosfera unica casa comune dell'umanita' intera; nell'attiva fedelta' all'insegnamento di Ivan Illich: la nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

7. A DUE MESI DALLA STRAGE DEL 3 OTTOBRE

 

A due mesi dalla strage del 3 ottobre nel Mediterraneo che e' costata la vita a centinaia di esseri umani, il governo ed il parlamento italiani non hanno ancora fatto quello che e' assolutamente necessario per impedire nuove stragi: consentire a tutti gli esseri umani di giungere in Italia in condizioni di legalita' e di sicurezza, e garantire nel territorio italiano a tutti gli esseri umani il rispetto dei loro inalienabili diritti umani.

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Fu subito a tutti evidente quali fossero le cause di quella strage e cosa occorresse immediatamente fare. Noi lo scrivemmo con queste parole: "Occorre immediatamente riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi sull'intero pianeta casa comune dell'umanita' intera.

Per la dirimente ragione che gia' Immanuel Kant esplicitava nel 1795 nel terzo articolo definitivo del suo Progetto filosofico per la pace perpetua.

Per la dirimente ragione affermata nell'articolo 10, comma terzo, della Costituzione della Repubblica Italiana.

Riconoscendo a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi sul pianeta casa comune, tutti potranno farlo in condizioni di legalita' e di sicurezza, e quindi non vi saranno piu' "clandestini" negli artigli degli "scafisti": e' infatti la scellerata legislazione razzista dell'Unione Europea e degli Stati membri che favoreggia le mafie dei trafficanti e degli schiavisti e provoca le stragi nel Mediterraneo; muti radicalmente la legislazione europea, cessi il regime dell'apartheid planetario, e le stragi finirebbero di colpo.

Si riconosca a tutti gli esseri umani il diritto di spostarsi liberamente: cesserebbero ipso facto le stragi nel Mediterraneo, e le mafie dei trafficanti e degli schiavisti verrebbero d'un sol colpo annientate.

Vi e' una sola umanita'. Siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano".

Cosi' scrivevamo due mesi fa.

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In questi due mesi abbiamo incessantemente chiesto al parlamento italiano un provvedimento semplice, necessario, urgente, che "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

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E da molto piu' tempo insistiamo affinche' le infami, criminali e criminogene antileggi razziste e assassine siano finalmente abrogate; affinche' si torni alla legalita' costituzionale.

Ripetiamo una volta ancora quanto abbiamo gia' detto e scritto innumerevoli volte: siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti. Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica". Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'". Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid. Vi e' una sola umanita'.

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In questi due mesi molti membri del governo e del parlamento hanno piu' volte pubblicamente riconosciuto e solennemente dichiarato che occorre abrogare le misure piu' criminalmente razziste tuttora scandalosamente vigenti in Italia, ma ne' il governo ne' il parlamento lo hanno fatto: e quelle misure razziste e assassine sono ancora in vigore.

Ripetiamolo una volta ancora: sono le antileggi razziste che provocano le stragi di migranti; sono le antileggi razziste che favoreggiano le mafie e lo schiavismo. I morti nel Mediterraneo ed i morti di Prato sono vittime della stessa oppressione, dello stesso crimine: sono vittime della violenza razzista, mafiosa e schiavista. Sono vittime delle antileggi razziste tuttora in vigore.

Vi e' un solo modo per salvare innumerevoli vite umane ed uscire dal mostruoso ordine hitleriano: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita e alla dignita', riconoscere tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

Siano immediatamente abrogate tutte le antileggi razziste.

Sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto di entrare in Italia in modo legale e sicuro.

Sia riconosciuta a tutti gli esseri umani la protezione delle leggi - come dispone la Costituzione della Repubblica Italiana - contro la violenza razzista, mafiosa e schiavista.

Salvare le vite e' il primo dovere.

 

8. IN RICORDO DI GUIDO CALOGERO

 

Il 4 dicembre del 1904 nasceva a Roma Guido Calogero.

Ricorrendo l'anniversario della nascita il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo ricorda con profonda gratitudine l'insigne pensatore, il combattente antifascista, l'amico e collaboratore di Aldo Capitini, il militante per la democrazia e il socialismo, il grande educatore, il filosofo del dialogo.

La nonviolenza e' in cammino.

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Guido Calogero, figura illustre della cultura e della vita civile italiana del Novecento, nato a Roma il 4 dicembre 1904, filosofo, antifascista, organizzatore del movimento liberalsocialista e del Partito d'Azione, e' scomparso a Roma il 17 aprile 1986. Tra le opere di Guido Calogero segnaliamo particolarmente La scuola dell'uomo, Sansoni, Firenze 1939; Lezioni di filosofia, Einaudi, Torino 1946-1948; Filosofia del dialogo, Comunita', Milano 1962, 1977; Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1968, poi Diabasis, Reggio Emilia 2001. Su Guido Calogero cfr. anche il n. 1329 de "La nonviolenza e' in cammino" e il supplemento "Voci e volti della nonviolenza" n. 26.

 

9. RICORDATO A VITERBO DUCCIO GALIMBERTI

 

Si e' svolto nel pomeriggio di mercoledi' 4 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro commemorativo di Duccio Galimberti nell'anniversario della morte.

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Duccio Galimberti (nato a Cuneo il 30 aprile 1906, ucciso a Centallo (Cuneo) il 4 dicembre 1944) e' uno degli eroi della Resistenza.

Dal sito dell'Anpi (www.anpi.it) riprendiamo la seguente scheda: "Nato a Cuneo il 30 aprile 1906, ucciso a Centallo (Cuneo) il 4 dicembre 1944, avvocato, Medaglia d'oro della Resistenza, proclamato eroe nazionale dal Cln piemontese, Medaglia d'oro al valor militare. Suo padre, Tancredi, era stato ministro delle Poste con Giovanni Giolitti e poi senatore fascista; la madre, l'inglese Alice Schanzer, era una poetessa. A Duccio erano stati imposti i nomi di Tancredi, Achille, Giuseppe, Olimpio, ma per tutta la vita sarebbe stato, appunto, Duccio, il vezzeggiativo familiare che gli e' rimasto pure e, soprattutto, dopo la morte, anche se per un certo periodo nella Resistenza fu conosciuto come professor Garnera. Duccio, considerato un valente penalista gia' in giovane eta', non venne mai, nonostante la posizione del padre, a compromessi con il fascismo. Quando giunse il momento della leva, non pote' fare il corso di allievo ufficiale perche' per frequentarlo avrebbe dovuto iscriversi al fascio; fece cosi' il servizio da soldato semplice. Negli anni tra il 1940 e il 1942 tento' di organizzare a Cuneo, lui mazziniano fervente, gli antifascisti del luogo. E' con la caduta di Mussolini che Duccio viene clamorosamente allo scoperto: il 26 luglio del 1943 arringa la folla dalla finestra del suo studio che dava sulla Piazza Vittorio a Cuneo; nello stesso giorno parla in un comizio a Torino. Riferendosi al proclama del generale Badoglio grida: "Si', la guerra continua fino alla cacciata dell'ultimo tedesco, fino alla scomparsa delle ultime vestigia del regime fascista". Queste parole gli valgono subito un mandato di cattura delle autorita' badogliane, che sara' revocato soltanto tre settimane dopo. L'8 settembre lo Studio Galimberti a Cuneo si trasforma in centro operativo per l'organizzazione della lotta armata popolare, dopo che Duccio non riesce a convincere il Comando militare di Cuneo ad opporsi in armi ai tedeschi. Tre giorni dopo Galimberti, con Dante Livio Bianco ed altri dieci amici e' gia' in Val di Gesso, dove costituisce il primo nucleo della banda "Italia Libera" (analoga banda viene formata in Valle Grana da Giorgio Bocca, Benedetto Dalmastro ed altri amici di Duccio), dalla quale nasceranno le brigate di Giustizia e Liberta'. Nel gennaio del 1944 Duccio, durante un rastrellamento, viene ferito; e' curato sommariamente da una dottoressa, ebrea polacca, sfuggita ai nazisti e riparata tra i partigiani. Ma le ferite sono troppo gravi e Galimberti viene trasportato, su una slitta, sino all'ospedale di Canale. Quando si ristabilisce, viene nominato comandante di tutte le formazioni GL del Piemonte e loro rappresentante nel Comitato militare regionale. In tale veste, il 22 maggio del 1944, conclude a Barcelonette un patto di collaborazione e di amicizia con i "maquisards" francesi. In veste di "diplomatico" tratta pure l'unificazione e il coordinamento delle bande operanti in Val d'Aosta. Si sposta poi a Torino ed e' qui che viene localizzato e bloccato dai repubblichini. E' il 28 novembre del 1944. Inutili i frenetici tentativi delle forze della Resistenza di operare uno scambio con i tedeschi. I repubblichini considerano Duccio una loro preda, tanto che quattro giorni dopo, nel pomeriggio del 2 dicembre, un gruppo di fascisti dell'Ufficio politico di Cuneo arriva a Torino e lo preleva dal carcere. Lo trasportano nella caserma delle brigate nere di Cuneo: qui Galimberti viene interrogato e ridotto in fin di vita dalle sevizie, ma non parla. Il mattino del 4 dicembre, l'eroico comandante di Giustizia e Liberta' viene caricato su un camioncino, trasportato nei pressi di Centallo e abbattuto dai suoi aguzzini con una raffica alla schiena".

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La memoria di Duccio Galimberti, la memoria della Resistenza, alimenta l'impegno per la dignita' e la liberazione dell'umanita'.

Nella memoria di Duccio Galimberti, nella memoria della Resistenza, e' una essenziale radice della nonviolenza in cammino.

Nel ricordo di Duccio Galimberti, nel ricordo di tutti i martiri della Resistenza, le persone partecipanti all'incontro hanno espresso pieno sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte".

Nel ricordo di Duccio Galimberti, nel ricordo di tutti i martiri della Resistenza, le persone partecipanti all'incontro hanno espresso la piu' nitida ed energica opposizione a tutti i poteri criminali e assassini.

Nel ricordo di Duccio Galimberti, nel ricordo di tutti i martiri della Resistenza, le persone partecipanti all'incontro hanno espresso un rinnovato impegno contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni; per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani; in difesa della biosfera unica casa comune dell'umanita' intera.

La Resistenza continua nella nonviolenza in cammino. Vi e' una sola umanita'. A tutti gli esseri umani siano riconosciuti tutti i diritti umani.

 

10. PER EMILIO LUSSU NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

 

Molte cose abbiamo appreso da Emilio Lussu.

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Che la guerra e' sempre un orrore, e' sempre un atroce delitto dei ricchi contro i poveri, e' sempre e solo ingiustizia e violenza e follia, e' sempre un crimine contro l'umanita': e quindi alla guerra tu devi opporti.

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Che il fascismo e' un male assoluto che offende, umilia, disumanizza le persone; e' un male che annichilisce la dignita' umana, la convivenza, la civilta'; e' l'orrore che sempre e solo reca persecuzioni e stragi, miseria e sofferenza, iniquita' e morte: e quindi al fascismo tu devi resistere sempre.

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Che tutti gli esseri umani hanno ugualmente diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; che tutti sono uniti dal dovere della responsabilita', della solidarieta', della condivisione; che tutti ed ognuno sono valore infinito e l'umanita' si incarna ed esiste soltanto in ciascuno di essi e pertanto ogni essere umano e' legato ad ogni altro essere umano da un dovere di fedelta' e di amore, di rispetto e di conforto, di fraternita': e quindi tu sempre devi adeguare il tuo agire alla massima aurea di considerare e trattare le altre persone come vorresti essere considerato e trattato tu, alla massima aurea di difendere ed aiutare le altre persone come la tua stessa persona, alla massima aurea di riconoscere che una e' l'umanita' e proprio tu devi lottare perche' non sia oppressa, violata, annientata.

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Che nessun essere umano e' veramente libero finche' vi sono degli esseri umani oppressi dalla violenza, dall'ingiustizia, dalla miseria; che nessun essere umano puo' essere felice finche' vi sono degli esseri umani oppressi dalla violenza, dall'ingiustizia, dalla miseria; che nessun essere umano puo' trovare quiete finche' vi sono degli esseri umani oppressi dalla violenza, dall'ingiustizia, dalla miseria; e quindi tu lotta e lotta e lotta per liberare l'umanita' dalla violenza, dall'ingiustizia, dalla miseria.

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Emilio Lussu e' stato e resta uno dei grandi testimoni, maestri e compagni della lotta per difendere e promuovere la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.

La memoria, la meditazione e l'assunzione di tutta la sua riflessione ed azione e speranza convoca alla scelta della nonviolenza: poiche' la nonviolenza e' la necessaria teoria e prassi concreta e coerente della solidarieta' e della liberazione dell'umanita'.

Vi e' una sola umanita'. La nonviolenza e' in cammino.

 

11. IL PARLAMENTO, LO SCANNATOIO

 

Il parlamento italiano ha approvato l'ennesimo rifinanziamento della partecipazione alla guerra afgana, ovvero la prosecuzione della guerra.

Altre persone verranno uccise.

Solo la pace salva le vite.

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La Costituzione della Repubblica Italiana ripudia la guerra.

Quei parlamentari che ancora una volta hanno votato per la guerra, ancora una volta hanno violato la Costituzione.

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Uccidere e' un crimine, e la guerra che consiste di uccisioni e' il crimine supremo.

Quei parlamentari che ancora una volta hanno votato per la guerra, ancora una volta hanno commesso un crimine.

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Ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso, e' il primo diritto che tutti gli altri fonda e consente.

Quei parlamentari che ancora una volta hanno votato per la guerra, ancora una volta hanno negato quel diritto, e con esso tutti gli altri diritti umani.

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La guerra e' un crimine contro l'umanita'.

Torni il parlamento italiano all'umanita': deliberi finalmente la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra.

Solo la pace salva le vite.

 

12. LOUISE BRYANT

 

Il 5 dicembre 1885 a San Francisco nasceva Louise Bryant, giornalista e rivoluzionaria.

Fu insieme a John Reed in Russia nel 1917 testimone della rivoluzione, e sulla rivoluzione russa e i suoi protagonisti scrisse due libri.

Persona versatile e generosa, di appassionato impegno e incandescente amore, ebbe vita intensa e travagliata. Mori' a Sevres il 6 gennaio 1936.

La ricordiamo ancora.

 

13. UN PARADOSSO VITERBESE

 

A Viterbo si continua a bere acqua avvelenata dall'arsenico.

Ed i pubblici poteri continuano a dimostrarsi sostanzialmente incapaci di cogliere la drammaticita' della situazione, e gli interventi approntati sono a dir poco terribilmente inadeguati a fronte delle dimensioni del problema, dell'enorme danno per la salute di cui la popolazione continua ad essere vittima.

*

Eppure vi e' chi da anni ha detto parole di verita', fatto tutto quanto in suo potere per informare e coscientizzare la popolazione e le istituzioni, proposto gli interventi necessari e urgenti. Ma restando sostanzialmente inascoltata da quei pubblici poteri che avrebbero il dovere di realizzare quegli interventi. E' la dottoressa Antonella Litta, autorevole rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente, che da anni si batte in difesa della salute della popolazione e che ha formulato sulla specifica questione della presenza dell'arsenico nelle acque erogate per il consumo umano dettagliate, adeguate, indispensabili proposte di intervento.

*

Ma si presenta questo paradosso: che in altre parti d'Italia alla dottoressa Litta vengono attribuiti riconoscimenti prestigiosi di rilevanza internazionale (quest'anno in marzo ha ricevuto a Roma il "Premio Donne, Pace e Ambiente Wangari Maathai", in ottobre ad Arezzo il riconoscimento della "International Society of Doctors for the Environment", in novembre a Salerno il Premio internazionale "Trotula de Ruggiero") e nei giorni scorsi il suo intervento e' stato tra i piu' apprezzati alla Conferenza internazionale su "Salute e Ambiente" presso il Cnr (il Consiglio Nazionale delle Ricerche); mentre a Viterbo le istituzioni continuano ad essere sostanzialmente cieche e sorde, ad ignorare e persino ostacolare il lavoro straordinario di documentazione, analisi e proposta svolto dalla dottoressa Litta e a disattendere le sue fondamentali indicazioni operative per gli interventi necessari.

Una criminale stupidita', una criminale irresponsabilita', una criminale protervia: le cui tragiche conseguenze sono pagate da tutti i cittadini vittime dell'avvelenamento da arsenico.

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E poiche' nella tragedia non manca la farsa, si arriva anche all'episodio - degno del teatro dell'assurdo - di veder promuovere a Viterbo pomposi convegni sulla questione dell'arsenico con la partecipazione di tutte le istituzioni (gli enti locali, ma anche le strutture accademiche, sanitarie e chi piu' ne ha piu' ne metta), ai quali convegni prendono la parola ogni sorta di presunti esperti e di autentici gabbamondo, mentre neppure si invita l'unica persona che ha veramente il merito grande di aver denunciato, dimostrato e documentato la gravita' della situazione quando tutti tacevano ed i pubblici poteri erano complici dell'avvelenamento della popolazione: complicita' che tuttora persiste, avvelenamento che tuttora continua.

Avvelenamento, e complicita', che dovra' pur venire il giorno che i responsabili ne rispondano a tutti gli effetti nei tribunali della repubblica.

Avvelenamento che occorre far cessare prima possibile, ed a tal fine occorre che le istituzioni preposte si decidano a realizzare al piu' presto tutti gli interventi concreti e adeguati, necessari ed urgenti, che la dottoressa Litta da anni propone.

 

14. NELSON MANDELA

 

Nell'ora della morte, l'intera umanita' rende omaggio a Nelson Mandela.

Ed e' una prova ulteriore della grandezza di quell'uomo eroico e generoso questo unanime riconoscimento, questo unanime riconoscersi in lui, questa unanime riconoscenza: ogni essere umano riconosce in Mandela la parte migliore di se', ed il bene che tutti gli esseri umani affratella e degnifica.

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Nell'ora della morte, l'intera umanita' rende omaggio a Nelson Mandela.

Ma l'intera esistenza di Nelson Mandela costituisce un esempio e un appello: convoca quindi a un dovere, a un impegno di verita', di giustizia, di solidarieta': chiama alla lotta contro tutte le violenze, contro tutte le oppressioni.

E dunque oltre l'omaggio nel giorno del lutto, altro ancora occorre fare per onorare la memoria di Mandela, e per esser fedeli alla sua testimonianza e al suo messaggio di liberta' e di uguaglianza, di pace e di riconciliazione, di liberazione e di solidarieta', di responsabilita' e di condivisione, di universale fraternita' e sororita': occorre proseguirne la lotta.

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Nell'ora della morte, l'intera umanita' rende omaggio a Nelson Mandela.

Ma quel che conta e' proseguirne la lotta: per la vita, la dignita', i diritti, la liberazione e la solidarieta' di tutti gli esseri umani.

La nonviolenza e' in cammino.

 

15. COMMEMORATO NELSON MANDELA A VITERBO

 

Si e' svolto sabato 7 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di commemorazione di Nelson Mandela.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni scritti e discorsi di Mandela.

L'orazione commemorativa e' stata tenuta dal responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, che nel 1987 coordino' per l'Italia la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano.

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Nel ricordo di Nelson Mandela le persone partecipanti all'incontro hanno espresso sostegno all'appello al parlamento italiano affinche' "faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro. Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte". E piu' in generale hanno espresso sostegno all'appello contro il razzismo affinche' "siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte in Italia da precedenti governi golpisti. Sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che 'La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo' e all'articolo 10 afferma che 'Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica'. Cessi la persecuzione dei migranti. Sia abolito il cosiddetto 'reato di clandestinita''. Siano aboliti i campi di concentramento. Siano abolite le deportazioni. Cessi la schiavitu'. Sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune. Sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia. Cessi la complicita' istituzionale con le mafie schiaviste. Cessi finalmente anche in Italia il regime dell'apartheid. Vi e' una sola umanita'".

*

Nel ricordo di Nelson Mandela continua la lotta nonviolenta contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le oppressioni, contro tutte le violenze.

Nel ricordo di Nelson Mandela continua la lotta nonviolenta per l'universale democrazia, per l'uguaglianza di diritti, per la comune responsabilita', la condivisione e la convivenza, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce, raggiunge e sostiene.

Nel ricordo di Nelson Mandela continua la lotta nonviolenta in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani.

Nel ricordo di Nelson Mandela continua la lotta nonviolenta per la liberazione dell'umanita'.

Vi e' una sola umanita'.

Pace, giustizia, fraternita'.

Liberazione, verita', riconciliazione.

Nel ricordo di Nelson Mandela la nonviolenza e' in cammino.

 

16. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": IN MEMORIA DI NELSON MANDELA

 

Che tutta l'umanita' stia rendendo omaggio a Nelson Mandela defunto significa che a questo omaggio si sono associati anche gli oppressori, gli artefici ed i complici dell'oppressione contro cui per tutta la sua vita Mandela si batte' in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, per la liberazione dell'umanita' intera.

Ed e' forse giusto che sia cosi', che anche gli oppressori gli rendano ora omaggio: anche chi opera il male sa riconoscere il bene; anche l'essere umano peggiore sente un'attrazione, un'ammirazione e quasi una nostalgia per l'essere umano migliore, che egli stesso avrebbe voluto e non ha saputo essere. E che dovrebbe decidersi ad essere, ponendosi alla scuola di chi scelse ed incarno' il bene: come Nelson Mandela.

*

Ma gli oppressi e coloro che contro l'oppressione lottano devono rendere omaggio a Mandela rivendicandone pienamente il messaggio, la testimonianza, il pensiero e l'azione: devono proseguirne la lotta.

Questo e' l'autentico omaggio a Nelson Mandela: condividerne la riflessione, continuarne la lotta.

*

In primo luogo la lotta per l'uguaglianza di diritti di tutti gli esseri umani, la lotta per la piena dignita' di tutte e tutti.

E quindi la lotta contro ogni oppressione: etnica, culturale, religiosa, di classe, di genere.

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In secondo luogo la lotta per la sovranita' popolare e per la democrazia.

E quindi la lotta contro ogni autocrazia, ogni oligarchia, ogni gerarchia, ogni autoritarismo, ogni sopraffazione.

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In terzo luogo la lotta per il futuro dell'umanita'.

E quindi la lotta per la salute e l'ambiente, per l'educazione universale e l'universale solidarieta', contro la guerra e le uccisioni, contro i pregiudizi e le persecuzioni, in soccorso di tutte le persone che di aiuto hanno bisogno, per la reciproca assistenza e la comune responsabilita'.

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In quarto luogo la lotta per la verita'.

E quindi la lotta contro l'ignoranza e contro la menzogna, per la comprensione reciproca; nel concreto riconoscimento del bene prezioso delle diversita', del bene prezioso dell'uguaglianza, del bene prezioso della civile convivenza; per la liberta' di pensiero, di parola e di espressione; per la diffusione del sapere e del rispetto, dell'amore che unisce gli esseri viventi e l'intero mondo vivente; per il dialogo e la condivisione di tutti i beni comuni ed in primo luogo della conoscenza e della relazione: che formano la coscienza e degnificano l'esistenza.

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In quinto luogo la lotta affinche' dopo la liberazione segua la riconciliazione.

E quindi la lotta contro ogni vendetta e contro ogni riproduzione della violenza; la lotta contro l'odio,  contro la rassegnazione e contro l'indifferenza; la scelta nitida e intransigente della nonviolenza, che e' forza della verita', forza dell'amore, misericordia che instaura la giustizia.

*

In sesto luogo la lotta per l'unita' e la fraternita' del genere umano e la difesa della biosfera.

E quindi la lotta contro lo sfruttamento, la devastazione, l'esaurimento, la distruzione.

*

Ma e' solo per comodita' e semplicita' di esposizione che abbiamo diviso in un elenco articolato quanto da Nelson Mandela abbiamo appreso, e quindi gli ambiti in cui proseguirne la lotta: poiche' in realta' tutti essi costituiscono un medesimo circolo virtuoso, e sono estrinsecazioni dell'unica massima aurea di agire verso gli altri cosi' come vorremmo che gli altri agissero verso noi stessi. Sono una stessa cosa i diritti di liberta' e i doveri di solidarieta': gli uni non esisterebbero senza gli altri. Questo Nelson Mandela ha testimoniato: che ogni essere umano e' un valore infinito; che vi e' una sola umanita' in un unico mondo casa comune di cui siamo ad un tempo parte e custodi; che tutti abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri; che nessuno e' libero finche' qualcuno e' oppresso.

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Nel ricordo di Nelson Mandela la nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

17. PER FERRUCCIO PARRI

 

Si e' svolto domenica 8 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio su Ferruccio Parri, nell'anniversario della scomparsa.

Ferruccio Parri (Pinerolo, 19 gennaio 1890 - Roma, 8 dicembre 1981), antifascista perseguitato, dirigente della Resistenza, presidente del Consiglio dei Ministri nella seconda meta' del 1945, senatore a vita, per l'intera sua esistenza eroico combattente per la democrazia e la dignita' umana, e' una delle figure piu' illustri della vita civile italiana.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati scritti e discorsi di e su Ferruccio Parri.

Nel suo ricordo le persone partecipanti all'incontro hanno confermato l'impegno in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, per la pace, per la democrazia, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

18. UN APPELLO AL PARLAMENTO ITALIANO: FACCIA CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello]

 

Rivolgiamo un appello al parlamento italiano: faccia cessare le stragi nel Mediterraneo legiferando il diritto per tutti gli esseri umani ad entrare in Italia - ed attraverso l'Italia in Europa - in modo legale e sicuro.

Ogni essere umano ha diritto alla vita. Ogni essere umano ha diritto alla libera circolazione sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera. Vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne fanno parte.

 

19. NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI PETR ALEKSEEVIC KROPOTKIN

 

Si e' svolto la mattina di lunedi' 9 dicembre 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di riflessione in memoria di Petr Alekseevic Kropotkin, nell'anniversario della nascita dell'illustre scienziato, filosofo e militante libertario.

Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande rivoluzionario.

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Petr Alekseevic Kropotkin (Mosca, 9 dicembre 1842 - Dmitrov, 8 febbraio 1921), e' una delle figure piu' influenti del pensiero comunista e libertario. Nato da famiglia aristocratica, educato nella cerchia dello zar, dopo il servizio militare si dedica a studi scientifici ed entra nel movimento anarchico. Esule, piu' volte arrestato, e' autore di una vasta opera propagandistica e pubblicistica. Torna in Russia dopo la rivoluzione difendendo posizioni anarcocomuniste, opponendosi alla violenza totalitaria, continuando ad impegnarsi per la rivoluzione e per una societa' anarchica che inveri la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani. Muore mentre attende a scrivere la sua ultima opera che restera' incompiuta, l'Etica. Tra le molte opere di Kropotkin disponibili in italiano (ma edite perlopiu' in opuscolo da piccole case editrici, mentre occorrerebbe finalmente un'edizione dell'opera completa condotta con criteri scientifici), di particolare rilevanza le Memorie di un rivoluzionario, Feltrinelli Milano 1952, 1969. Tra le opere su Kropotkin: Heinz Hug, Kropotkin e il comunismo anarchico, Massari Editore, Bolsena (Vt) 2005.

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Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese ha sottolineato la straordinaria importanza della testimonianza esistenziale, dell'opera teorica e dell'azione pratica di Petr Kropotkin, e come in essa si trovino idee fondamentali per la lotta che ancor oggi e' da condurre in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, in difesa della biosfera casa comune dell'umanita', per la liberazione e la solidarieta' che tutti gli esseri umani riconosca e renda liberi ed eguali in diritti, rispettati ciascuno nella sua unicita', sostenuti ciascuno in relazione ai suoi bisogni in un comune impegno di convivenza, di condivisione e di costruzione del bene comune.

 

20. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- AA. VV., Marxismo e nonviolenza, Editrice Lanterna, Genova 1977, pp. 256.

- AA. VV., Nonviolenza e marxismo, Libreria Feltrinelli, Milano 1981, pp. 216.

 

21. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

22. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2496 del 9 ottobre 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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