[Nonviolenza] Telegrammi. 2322



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2322 del 18 aprile 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Sull'esito del referendum del 17 aprile

2. Dichiarazione congiunta a Lesbo il 16 aprile 2016

3. Le parole di papa Francesco durante il volo verso Lesbo il 16 aprile 2016

4. Le parole di papa Francesco durante il volo di ritorno da Lesbo il 16 aprile 2016

5. Peppe Sini: Due messaggi da Lesbo

6. Piero Arcangeli ricorda Piero Pinna

7. L'associazione "Io, Noi" ricorda Piero Pinna

8. Vanni Capoccia ricorda Piero Pinna

9. Francesco Zaffuto ricorda Piero Pinna

10. Una breve notizia su Piero Pinna

11. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

12. Segnalazioni librarie

13. La "Carta" del Movimento Nonviolento

14. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. SULL'ESITO DEL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

E' una grave sconfitta per la democrazia, per l'ambiente, per l'umanita'.

Attraverso l'astensionismo vince l'irresponsabilita' complice dei poteri rapinatori ed avvelenatori; vince il regime della corruzione.

Ma la lotta in difesa del mondo vivente, la lotta in difesa del diritto alla salute, la lotta per il bene comune, non cessa, non puo' cessare.

Questa sconfitta convoca tutte le persone di retto discernimento e di volonta' buona ad un piu' intenso impegno intellettuale, morale e politico per contrastare la violenza distruttiva e l'irresponsabilita' che la favoreggia.

Questa sconfitta convoca ad una piu' nitida ed intransigente, persuasa e persuasiva azione nonviolenta in difesa della biosfera, della civilta', della verita', dell'umanita'.

 

2. DOCUMENTI. DICHIARAZIONE CONGIUNTA A LESBO IL 16 APRILE 2016

 

Noi, Papa Francesco, Patriarca Ecumenico Bartolomeo e Arcivescovo di Atene e di Tutta la Grecia Ieronymos, ci siamo incontrati sull'isola greca di Lesbo per manifestare la nostra profonda preoccupazione per la tragica situazione dei numerosi rifugiati, migranti e individui in cerca di asilo, che sono giunti in Europa fuggendo da situazioni di conflitto e, in molti casi, da minacce quotidiane alla loro sopravvivenza. L'opinione mondiale non puo' ignorare la colossale crisi umanitaria, che ha avuto origine a causa della diffusione della violenza e del conflitto armato, della persecuzione e del dislocamento di minoranze religiose ed etniche, e dallo sradicamento di famiglie dalle proprie case, in violazione della dignita' umana, dei diritti e delle liberta' fondamentali dell'uomo.

La tragedia della migrazione e del dislocamento forzati si ripercuote su milioni di persone ed e' fondamentalmente una crisi di umanita', che richiede una risposta di solidarieta', compassione, generosita' e un immediato ed effettivo impegno di risorse. Da Lesbo facciamo appello alla comunita' internazionale perche' risponda con coraggio, affrontando questa enorme crisi umanitaria e le cause ad essa soggiacenti, mediante iniziative diplomatiche, politiche e caritative e attraverso sforzi congiunti, sia in Medio Oriente sia in Europa.

Come capi delle nostre rispettive Chiese, siamo uniti nel desiderio della pace e nella sollecitudine per promuovere la risoluzione dei conflitti attraverso il dialogo e la riconciliazione. Mentre riconosciamo gli sforzi gia' compiuti per fornire aiuto e assistenza ai rifugiati, ai migranti e a quanti cercano asilo, ci appelliamo a tutti i responsabili politici affinche' sia impiegato ogni mezzo per assicurare che gli individui e le comunita', compresi i cristiani, possano rimanere nelle loro terre natie e godano del diritto fondamentale di vivere in pace e sicurezza. Sono urgentemente necessari un piu' ampio consenso internazionale e un programma di assistenza per affermare lo stato di diritto, difendere i diritti umani fondamentali in questa situazione divenuta insostenibile, proteggere le minoranze, combattere il traffico e il contrabbando di esseri umani, eliminare le rotte di viaggio pericolose che attraversano l'Egeo e tutto il Mediterraneo, e provvedere procedure sicure di reinsediamento. In questo modo si potra' essere in grado di assistere quei Paesi direttamente impegnati nell'andare incontro alle necessita' di cosi' tanti nostri fratelli e sorelle che soffrono. In particolare, esprimiamo la nostra solidarieta' al popolo greco che, nonostante le proprie difficolta' economiche, ha risposto con generosita' a questa crisi.

Insieme imploriamo solennemente la fine della guerra e della violenza in Medio Oriente, una pace giusta e duratura e un ritorno onorevole per coloro che sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Chiediamo alle comunita' religiose di aumentare gli sforzi per accogliere, assistere e proteggere i rifugiati di tutte le fedi e affinche' i servizi di soccorso, religiosi e civili, operino per coordinare le loro iniziative. Esortiamo tutti i Paesi, finche' perdura la situazione di precarieta', a estendere l'asilo temporaneo, a concedere lo status di rifugiato a quanti ne sono idonei, ad ampliare gli sforzi per portare soccorso e ad adoperarsi insieme a tutti gli uomini e le donne di buona volonta' per una fine sollecita dei conflitti in corso.

L'Europa oggi si trova di fronte a una delle piu' serie crisi umanitarie dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Per affrontare questa grave sfida, facciamo appello a tutti i discepoli di Cristo, perche' si ricordino delle parole del Signore, sulle quali un giorno saremo giudicati: "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. [...] In verita' io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli piu' piccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,35-36.40).

Da parte nostra, in obbedienza alla volonta' di nostro Signore Gesu' Cristo, decidiamo con fermezza e in modo accorato di intensificare i nostri sforzi per promuovere la piena unita' di tutti i cristiani. Riaffermiamo con convinzione che "riconciliazione [per i cristiani] significa promuovere la giustizia sociale all'interno di un popolo e tra tutti i popoli [...]. Vogliamo contribuire insieme affinche' venga concessa un'accoglienza umana e dignitosa a donne e uomini migranti, ai profughi e a chi cerca asilo in Europa" (Charta Oecumenica, 2001). Difendendo i diritti umani fondamentali dei rifugiati, di coloro che cercano asilo, dei migranti e di molte persone che vivono ai margini nelle nostre societa', intendiamo compiere la missione di servizio delle Chiese nel mondo.

Il nostro incontrarci oggi si propone di contribuire a infondere coraggio e speranza a coloro che cercano rifugio e a tutti coloro che li accolgono e li assistono. Esortiamo la comunita' internazionale a fare della protezione delle vite umane una priorita' e a sostenere, ad ogni livello, politiche inclusive che si estendano a tutte le comunita' religiose. La terribile situazione di tutti coloro che sono colpiti dall'attuale crisi umanitaria, compresi tantissimi nostri fratelli e sorelle cristiani, richiede la nostra costante preghiera.

Lesbo, 16 aprile 2016

Ieronymos II, Francesco, Bartolomeo I

 

3. DOCUMENTAZIONE. LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO DURANTE IL VOLO VERSO LESBO IL 16 APRILE 2016

 

- Padre Lombardi: Santo Padre, benvenuto in mezzo a noi. Auguri per questo viaggio cosi' impegnativo, in cui speriamo di accompagnarLa facendo un buon servizio, perche' il Suo messaggio, il Suo gesto venga capito bene da tutto il mondo. Siamo circa cinquanta. Come al solito rappresentiamo un po' tutti i diversi Paesi, continenti, lingue e media. E siamo riusciti a mettere insieme questo gruppo in pochissimi giorni. Questo vuol dire che c'e' sempre una grande attenzione, desiderio e disponibilita' ad accompagnarLa. Se vuole dirci due parole all'inizio di questo viaggio...

- Papa Francesco: Prima di tutto, buongiorno! Vi auguro una buona giornata. Vi ringrazio di questa compagnia. E' un viaggio un po' diverso dagli altri. Nei viaggi apostolici noi andiamo a fare tante cose: vedere la gente, parlare... c'e' anche la gioia dell'incontro. Questo e' un viaggio segnato dalla tristezza, questo e' importante. E' un viaggio triste. Noi andiamo ad incontrare la catastrofe umanitaria piu' grande dopo la seconda guerra mondiale. Andiamo - e lo vedremo - da tanta gente che soffre, che non sa dove andare, che e' dovuta fuggire. E andremo anche ad un cimitero: il mare. Tanta gente li' e' annegata. Lo dico non per amareggiare, non per amarezza, ma perche' anche il vostro lavoro di oggi possa trasmettere nei vostri media lo stato d'animo con cui io faccio questo viaggio. Grazie di accompagnarmi. Grazie tante!

Un'ultima parola. Vorrei ricordarvi che oggi Papa Benedetto XVI fa l'ottantanovesimo compleanno. Una preghiera per lui!

 

4. DOCUMENTAZIONE. LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO DURANTE IL VOLO DI RITORNO DA LESBO IL 16 APRILE 2016

 

- Padre Lombardi: Allora, diamo il benvenuto tra noi al Santo Padre, per una conversazione dopo questo viaggio breve ma estremamente intenso. Io rileggo il comunicato che avete ricevuto, in modo che se qualcuno non l'ha potuto sentire o ricevere sul suo telefono, ne abbia il testo completo. Il Papa desidera che sia chiaro tutto il contenuto.

"Il Papa ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di rifugiati dalla Siria, dodici persone in tutto, di cui sei minori. Si tratta di persone gia' presenti nei campi di Lesbo prima dell'accordo fra l'Unione Europea e la Turchia. L'iniziativa del Papa e' stata realizzata tramite una trattativa della Segreteria di Stato con le autorita' competenti greche e italiane. I membri delle famiglie sono tutti musulmani. Due famiglie vengono da Damasco e una da Deir Azzor, che e' nella zona occupata dal Daesh. Le loro case sono state bombardate. L'accoglienza e il mantenimento delle famiglie saranno a carico del Vaticano. L'ospitalita' iniziale sara' garantita dalla Comunita' di Sant'Egidio".

Ora diamo subito la parola ai nostri colleghi, chiedendo che facciano anzitutto domande sul viaggio, anche se poi il Papa, come sappiamo, e' disponibile sempre con noi. Ines San Martin di "Crux" e' la prima.

- Papa Francesco: Prima di tutto, voglio ringraziarvi per questa giornata di lavoro che e' stato per me troppo forte, troppo forte... anche per voi, sicuramente. Prego, Signora...

- Ines San Martin: (in spagnolo) Santo Padre, spero di non disturbarla ma le faro' due domande su due argomenti distinti. La prima e' specifica riguardo al viaggio. Questo viaggio viene dopo l'accordo tra l'Unione Europea e la Turchia nel tentativo di risolvere la questione dei rifugiati in Grecia. Le sembra che questo piano possa funzionare, o e' una faccenda politica per cercare di guadagnare tempo e vedere cosa succede? E la seconda domanda, se posso. Questa mattina Lei ha incontrato il candidato presidenziale degli Stati Uniti Bernie Sanders a Santa Marta. Le vorrei chiedere un commento su questo incontro e se questo e' il suo modo di inserirsi nella politica nordamericana. E Le chiedo di rispondere in italiano. Grazie.

- Papa Francesco: No, prima di tutto non c'e' alcuna speculazione politica perche' questi accordi tra la Turchia e la Grecia, io non li conoscevo bene. Ho visto sui giornali... ma questa e' una cosa puramente umana [si riferisce all'iniziativa di accogliere un gruppo di profughi]. E' un fatto umanitario. E' stata un'ispirazione di una settimana fa che propriamente e' venuta a un mio collaboratore, e io ho accettato subito, subito, subito, perche' ho visto che era lo Spirito che parlava. Tutte le cose sono state fatte in regola: loro vengono con i documenti, i tre governi - lo Stato della Citta' del Vaticano, il Governo italiano e il Governo greco - tutto, hanno ispezionato tutto, hanno visto tutto e hanno dato il visto. Sono accolti dal Vaticano: sara' il Vaticano, con la collaborazione della Comunita' di Sant'Egidio, a cercare loro un posto di lavoro, se c'e', o il mantenimento... Sono ospiti del Vaticano, e si aggiungono alle due famiglie siriane che sono accolte gia' nelle due parrocchie vaticane. Secondo. Questa mattina, quando uscivo, c'era li' il senatore Sanders che era venuto al convegno della Fondazione Centesimus Annus. Lui sapeva che io uscivo a quell'ora e ha avuto la gentilezza di salutarmi. L'ho salutato, ho stretto la mano a lui, alla moglie e a un'altra coppia che era con lui, che alloggiavano a Santa Marta, perche' tutti i membri, eccetto i due presidenti partecipanti che credo alloggiassero nelle loro ambasciate, tutti alloggiavano a Santa Marta. E quando io sono sceso, lui si e' presentato, ha salutato, una stretta di mano e niente di piu'. E' educazione, questa; si chiama educazione e non immischiarsi in politica. E se qualcuno pensa che dare un saluto sia immischiarsi in politica, gli raccomando di trovarsi uno psichiatra! (ride)

- Padre Lombardi: Allora, la seconda domanda la fa Franca Giansoldati che conosce bene il Papa e il Papa la conosce bene, e quindi - eccola che arriva...

- Papa Francesco: Ma, deve prepararsi per l'Armenia, lei... (ride)

- Franca Giansoldati: Grazie, Santita'. Lei parla molto di accoglienza, ma forse parla troppo poco di integrazione. Vedendo quello che sta accadendo in Europa, specie sotto questo massiccio afflusso di immigrati, vediamo che ci sono parecchie citta' che soffrono di quartieri-ghetto - In tutto questo emerge chiaramente che gli immigrati musulmani sono quelli che fanno piu' fatica a integrarsi con i valori nostri, con i valori occidentali. Le volevo chiedere: non sarebbe forse piu' utile per l'integrazione privilegiare l'arrivo, privilegiare l'emigrazione di immigrati musulmani cristiani? E poi: perche' lei oggi, con questo gesto molto bello, molto nobile ha privilegiato tre famiglie interamente musulmane?

- Papa Francesco: Non ho fatto la scelta fra cristiani e musulmani. Queste tre famiglie avevano le carte in regola, i documenti in regola e si poteva fare. C'erano, per esempio, due famiglie cristiane nella prima lista che non avevano le carte in regola. Non e' un privilegio. Tutti e dodici sono figli di Dio. Il privilegio e' essere figli di Dio: questo e' vero. Sull'integrazione: e' molto intelligente quello che lei dice. La ringrazio di dirlo. Lei ha detto una parola che nella nostra cultura attuale sembra essere dimenticata, dopo la guerra... Oggi esistono i ghetti. E alcuni dei terroristi che hanno fatto atti terroristici - alcuni - sono figli e nipoti di persone nate nel Paese, in Europa. E cosa e' successo? Non c'e' stata una politica di integrazione e questo per me e' fondamentale; a tal punto che lei vede che nella Esortazione post-sinodale sulla famiglia - questo e' un altro problema - una delle tre dimensioni pastorali per le famiglie in difficolta' e' l'integrazione nella vita della Chiesa. Oggi, l'Europa deve riprendere questa capacita' che sempre ha avuto, di integrare. Perche' in Europa sono arrivati i nomadi, i Normanni e tante genti, e le ha integrate e ha arricchito la sua cultura. Credo che abbiamo bisogno di un insegnamento e di un'educazione all'integrazione. Grazie.

- Padre Lombardi: Chiamiamo Elena Pinardi, dell'Ebu.

- Elena Pinardi: Santo Padre, si parla di rinforzi alle frontiere di vari Paesi europei, di controlli, addirittura di dispiegamento di battaglioni lungo le frontiere dell'Europa. E' la fine di Schengen, e' la fine del sogno europeo?

- Papa Francesco: Non lo so. Io capisco i governi, anche i popoli, che hanno una certa paura. Questo lo capisco e dobbiamo avere una grande responsabilita' nell'accoglienza. Uno degli aspetti di tale responsabilita' e' questo: come ci possiamo integrare questa gente e noi. Io ho sempre detto che fare muri non e' una soluzione: ne abbiamo visto cadere uno, nel secolo scorso. Non risolve niente. Dobbiamo fare ponti. Ma i ponti si fanno intelligentemente, si fanno con il dialogo, con l'integrazione. E per questo, io capisco un certo timore. Ma chiudere le frontiere non risolve niente, perche' quella chiusura alla lunga fa male al proprio popolo. L'Europa deve urgentemente fare politiche di accoglienza e integrazione, di crescita, di lavoro, di riforma dell'economia... Tutte queste cose sono i ponti che ci porteranno a non fare muri. La paura ha tutta la mia comprensione; ma dopo quello che ho visto - e cambio il tema, ma voglio dirlo oggi - e che voi stessi avete visto, in quel campo per rifugiati... era da piangere! I bambini... Ho portato con me, per farvi vedere: i bambini mi hanno regalato tanti disegni. Uno: cosa vogliono i bambini? Pace, perche' soffrono. Li' hanno corsi di educazione, nel campo... Cosa hanno visto, quei bambini! Guardate questo: hanno visto anche un bambino annegare. Questo i bambini l'hanno nel cuore! Davvero, oggi era da piangere. Era da piangere. Lo stesso tema lo ha fatto questo bambino dell'Afghanistan: il barcone che viene dall'Afghanistan arriva in Grecia. Questi bambini hanno nella memoria questo! E ci vorra' tempo per elaborarlo. Questo: il sole che vede e piange. Ma se il sole e' capace di piangere, anche noi: una lacrima ci fara' bene.

- Padre Lombardi: Fanny Carrier della France Presse.

- Fanny Carrier: Buongiorno. Perche' lei non fa la differenza tra quelli che fuggono dalla guerra e quelli che fuggono dalla fame? L'Europa puo' accogliere tutta la miseria del mondo?

- Papa Francesco: E' vero. Ho detto oggi nel discorso: "alcuni che fuggono dalle guerre, altri che fuggono dalla fame". Tutti e due sono effetto dello sfruttamento... Mi diceva un capo di governo dell'Africa, un mese fa, piu' o meno, che la prima decisione del suo governo era riforestare, perche' la terra era diventata morta per lo sfruttamento della deforestazione. Si devono fare opere buone con tutti e due. Ma qualcuno fugge per fame ed altri dalla guerra. Io inviterei i trafficanti di armi - perche' le armi, fino ad un certo punto, ci sono accordi, si fabbricano, ma i trafficanti, quelli che trafficano per fare le guerre in diversi posti, per esempio in Siria: chi da' le armi ai diversi gruppi - io inviterei questi trafficanti a passare una giornata in quel campo. Credo che per loro sara' salutare!

- Padre Lombardi: Diamo la parola a Nestor Ponguta' de Colombia, per il gruppo spagnolo.

- Nestor Ponguta' de Colombia: (in spagnolo) Santita', buonasera. Le faccio la domanda in spagnolo, ma mi puo' rispondere in italiano. Questa mattina lei ha detto qualcosa di molto speciale, che ci ha richiamato molto l'attenzione: che questo era un viaggio triste, e lo ha dimostrato attraverso le sue parole che era molto commosso... Pero' qualcosa deve essere cambiato anche nel suo cuore sapendo che ci sono queste dodici persone e che con questo piccolo gesto ha dato una lezione a coloro che a volte girano la testa davanti a tanto dolore, a questa terza guerra mondiali a pezzi che lei ha denunciato.

- Papa Francesco: Faro' un plagio! Rispondo con una frase che non e' mia. La stessa cosa domandarono a Madre Teresa: "Ma lei, tanto sforzo, tanto lavoro, solo per aiutare la gente a morire... Quello che lei fa non serve! Il mare e' grande!". E lei rispose: "E' una goccia d'acqua nel mare! Ma dopo questa goccia il mare non sara' lo stesso!". Rispondo cosi'. E' un piccolo gesto. Ma quei piccoli gesti che dobbiamo fare tutti, gli uomini e le donne, per tendere la mano a chi ha bisogno.

- Padre Lombardi: ... del gruppo americano.

- ...: Grazie Santo Padre. Siamo venuti in un Paese di migrazione, ma anche di politica economica di austerita'. Vorrei chiedere se lei ha un pensiero sull'economia di austerita'? Anche per un'altra isola, Porto Rico. Se ha un pensiero su questa politica di austerita'.

- Papa Francesco: La parola austerita' ha un significato diverso a seconda del punto di vista dal quale la prendi: economicamente significa un capitolo di un programma; politicamente significa un'altra cosa; spiritualmente e cristianamente un'altra ancora. Quando io parlo di austerita', parlo di austerita' in confronto con lo spreco. Ho sentito dire alla Fao - credo che fosse in una riunione della Fao - che con lo spreco dei pasti si potrebbe saziare tutta la fame nel mondo. E noi, a casa nostra, quanti sprechi, quanti sprechi facciamo senza volerlo! E' questa cultura dello scarto, dello spreco. Io parlo di austerita' in quel senso, nel senso cristiano. Fermiamoci qui e viviamo un po' austeramente.

- Padre Lombardi: E chiamiamo Francisco Romero, de ... Report e poi Francis Rocca e poi chiudiamo.

- Francisco Romero: Santita', le vorrei semplicemente dire che lei ha detto che questa crisi dei rifugiati e' la crisi peggiore dopo la seconda guerra mondiale. Io le vorrei chiedere: cosa ne pensa della crisi degli immigrati che arrivano in America, negli Stati Uniti, dal Messico, dall'America Latina?

- Papa Francesco: E' lo stesso! E' lo stesso, perche' li' arrivano fuggendo dalla fame, piuttosto. E' lo stesso problema. A Ciudad Juarez ho celebrato la Messa a cento metri, forse meno, dal reticolato. Dall'altra parte c'erano una cinquantina di vescovi degli Stati Uniti e uno stadio con cinquantamila persone che seguivano la Messa sul maxischermo; di qua, in Messico c'era quel campo pieno di gente... Ma e' lo stesso! Arrivano in Messico dal Centro America. Lei si ricorda, due mesi fa, un conflitto con il Nicaragua perche' non voleva che i rifugiati transitassero: e' stato risolto. Li portavano in aereo nell'altro Paese, senza passare per il Nicaragua. E' un problema mondiale! Io ne ho parlato li', ai Vescovi messicani; ho chiesto di aver cura dei rifugiati.

- Padre Lombardi: Ora Francis Rocca e poi c'e' Guenard. Cosi' concludiamo anche con il gruppo francese.

- Francis Rocca: Grazie Santo Padre! Vedo che le domande sull'immigrazione che avevo pensato sono state gia' fatte, e lei ha risposto molto bene. Quindi se mi permette vorrei fare una domanda su un altro evento degli ultimi giorni, che e' stata la sua Esortazione Apostolica. Come lei ben sa, c'e' stata molta discussione su uno dei molti punti - lo so che vi ci siamo concentrati molti - dopo la pubblicazione: alcuni sostengono che niente sia cambiato rispetto alla disciplina che governa l'accesso ai Sacramenti per i divorziati e i risposati, e che la legge e la prassi pastorale e ovviamente la dottrina rimangono cosi'; altri sostengono invece che molto sia cambiato e che si sono tante nuove aperture e possibilita'. La domanda e' per una persona, un cattolico che vuole sapere: ci sono nuove possibilita' concrete, che non esistevano prima della pubblicazione dell'Esortazione o no?

- Papa Francesco: Io potrei dire si', e punto. Ma sarebbe una risposta troppo piccola. Raccomando a tutti voi di leggere la presentazione che ha fatto il cardinale Schoenborn, che e' un grande teologo. Lui e' membro della Congregazione per la Dottrina della Fede e conosce bene la dottrina della Chiesa. In quella presentazione la sua domanda avra' la risposta. Grazie!

- Padre Lombardi: Grazie! Allora Guenard. Ultimissima.

- Guenard: Avevo la stessa domanda, ma e' una domanda complementare, perche' non si e' capito perche' lei ha scritto questa famosa nota nella Amoris laetitia sui problemi dei divorziati e risposati - la nota 351.

- Papa Francesco: Che memoria!

- Guenard: Si'. La domanda: perche' una cosa cosi' importante in una piccola nota? Lei ha previsto delle opposizioni o ha voluto dire che questo punto non e' cosi' importante?

- Papa Francesco: Senta, uno degli ultimi Papi, parlando sul Concilio, ha detto che c'erano due Concili: quello Vaticano II, che si faceva nella Basilica San Pietro, e l'altro il "Concilio dei media". Quando io convocai il primo Sinodo, la grande preoccupazione della maggioranza dei media era: Potranno fare la comunione i divorziati risposati?. E siccome io non sono santo, questo mi ha dato un po' di fastidio, e anche un po' di tristezza. Perche' io penso: ma quel mezzo che dice questo, questo, questo, non si accorge che quello non e' il problema importante? Non si accorge che la famiglia, in tutto il mondo, e' in crisi? E la famiglia e' la base della societa'! Non si accorge che i giovani non vogliono sposarsi? Non si accorge che il calo di natalita' in Europa fa piangere? Non si accorge che la mancanza di lavoro e che le possibilita' di lavoro fanno si' che il papa' e la mamma prendano due lavori e i bambini crescano da soli e non imparino a crescere in dialogo con il papa' e la mamma? Questi sono i grandi problemi! Io non ricordo quella nota, ma sicuramente se una cosa del genere e' in nota e' perche' e' stata detta nell'Evangelii gaudium. Sicuro! Dev'essere una citazione dell'Evangelii Gaudium. Non ricordo il numero, ma e' sicuro.

- Padre Lombardi: Grazie Santita', ci ha fatto una conversazione ampia su temi di questo viaggio e si e' adesso anche allargato sull'Esortazione. Le auguriamo buon viaggio e una buona continuazione del suo lavoro.

- Papa Francesco: Grazie della vostra compagnia. Davvero io mi sento tranquillo con voi. Grazie tante! Grazie della compagnia.

 

5. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: DUE MESSAGGI DA LESBO

 

Da Lesbo - l'isola in cui nacque la poesia e la civilta' dell'amore, in cui una poetessa creo' la prima comunita' nonviolenta - ci giungono due messaggi.

Da un lato la povera gente dell'isola che si adopera a soccorrere persone ancora piu' povere in fuga dalla guerra e dalla fame; e con tutti loro ieri tre religiosi, che hanno detto le parole che occorreva dire all'umanita': che ogni essere umano va salvato, che ogni essere umano va accolto, che tutti siamo una sola umanita' e che tra noi il primo dovere e' l'aiuto reciproco sempre.

Dall'altro lato quei governi europei che hanno imposto i campi di concentramento e le deportazioni, che hanno preso accordi col dittatore turco per rigettare nell'inferno gli innocenti in fuga dall'orrore, che hanno aggredito e ridotto in macerie e alla merce' della barbarie interi paesi, che hanno voluto e avallato le guerre e la fame, le dittature e le devastazioni che straziano l'Africa e l'Asia, che hanno allevato, addestrato ed armato il terrorismo globale, che hanno favoreggiato le mafie schiaviste e i trafficanti di carne umana, che sono tra i principali corresponsabili del disastro ambientale che provoca devastazioni e carestie e conseguenti esodi biblici; quei governanti europei - comitato d'affari del capitale finanziario globalizzato e militarizzato - che insieme al loro mentore e imperatore americano sono i primi responsabili dell'orrore presente.

*

Da Lesbo ci giungono due messaggi opposti, ed entrambi ci interpellano e ci chiedono di schierarci.

Il messaggio bellicoso e razzista dei governi europei e dei loro pretoriani che stanno condannando a morte la gran parte dell'umanita' pur di mantenere il loro immorale, barbaro, brutale privilegio di oligarchi.

E di contro il messaggio delle grandi culture religiose e del popolo umile di Grecia - umile ma erede e portavoce della civilta' che ha nutrito l'intera l'umanita', della civilta' che ha ideato la democrazia e che tutte e tutti ci ha reso eguali in diritti - che ci esorta alla dignita' umana, alla verita' umana, alla solidarieta' umana: poiche' questo e non altro e' la civilta': avere a cuore il bene comune, sentirsi parte della medesima umana famiglia e quindi responsabili per ogni altra persona e per l'intero mondo vivente, scegliere di fare la cosa giusta, e la cosa giusta e' salvare le vite, costruire la pace, la giustizia, la liberta', la civile convivenza.

*

Con le lacrime agli occhi abbiamo ascoltato le parole del papa che sono anche da sempre le nostre: opporsi alla guerra e alle armi, salvare tutte le vite; soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto.

Ogni essere umano e' innanzitutto un essere umano, ed in quanto tale ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Ogni essere umano e' innanzitutto un essere umano, ed in quanto tale ha il dovere di prestare aiuto a chi di aiuto ha bisogno.

*

Abolire gli eserciti e le armi.

Opporsi alla violenza con la nonviolenza.

Contrastare il male facendo il bene.

Contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Per la difesa dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

6. COMPRESENZA. PIERO ARCANGELI RICORDA PIERO PINNA

 

Onore alla vita integra e alla memoria di Pietro Pinna, che frequentava la mia casa a Perugia nei primi anni '70, anni intensi, di dignitosa poverta' e di grande responsabilita' soprattutto per lui, subito dopo la morte di Aldo Capitini...

Un grande abbraccio fraterno,

Piero Arcangeli

 

7. COMPRESENZA. L'ASSOCIAZIONE "IO, NOI" RICORDA PIERO PINNA

 

Abbiamo appreso con profonda commozione della scomparsa di Pietro Pinna, ricordato come il primo obiettore di coscienza politico italiano e per aver speso la sua vita per la costruzione della Nonviolenza organizzata nel nostro Paese. Quello di Pinna e' un esempio di vita a cui i volontari e i professionisti che fanno parte delle diverse realta' che compongono il gruppo "Io, Noi" fanno riferimento.

La diffusione e l'ulteriore sviluppo della filosofia della Nonviolenza e' un nostro impegno quotidiano ed e' affidata, in primo luogo, alla nostra Biblioteca per la Nonviolenza, che vuole essere una testimonianza concreta e un punto di riferimento culturale soprattutto per i giovani del territorio e della Nonviolenza come mezzo per la trasformazione sociale.

Oggi, i giovani, che tanto a cuore stavano a Pietro sanno, o dovrebbero sapere, che l'esperienza di una societa' non armata e nonviolenta e' possibile soprattutto grazie all'esempio di una vita come quella di Pietro Pinna.

Ecco perche' una rappresentanza dell'Associazione "Io, Noi" sara' oggi a Firenze, per salutare e ringraziare un uomo che ha fatto della sua vita un esempio per le nuove generazioni.

 

8. COMPRESENZA. VANNI CAPOCCIA RICORDA PIERO PINNA

 

Non so quante persone sappiano o ricordino chi sia Pietro Pinna. E' stato per tutta la vita un nonviolento. Nel 1948 quando lo chiamarono per la leva si rifiuto' di fare il militare diventando il primo obiettore di coscienza italiano, per la prima ma non ultima volta pago' con il carcere la sua fede nonviolenta. Tutti i giovani che poi ebbero la possibilita' di scegliere senza problemi il servizio civile al posto del militare lo debbono prima di tutto a quella sua solitaria, faticosa, dolorosa scelta ed al suo successivo impegno in tal senso.

Stretto collaboratore di Aldo Capitini con il quale ha organizzato diverse Marce della Pace ha vissuto per tanti anni a Perugia. Per tutto quello che in vita aveva fatto da uomo amante della nonviolenza, per la sua vicinanza a Capitini, per il ricordo che aveva lasciato a Perugia la Societa' Generale di Mutuo Soccorso di Perugia il 20 giugno del 2015 lo fece suo Socio onorario.

E' una delle persone piu' buone che finora mi sia stato dato d'incontrare. Con Pietro la terra sara' leggerissima.

 

9. COMPRESENZA. FRANCESCO ZAFFUTO RICORDA PIERO PINNA

 

La Storia e' piena di tragedie e di uomini prepotenti che vengono spesso ricordati ed ancora osannati. Ma c'e' una storia parallela di uomini spesso dimenticati, ma che hanno espresso una grande forza per cambiare in meglio l'umanita'. Uno di questi uomini e' Pietro Pinna, morto mercoledi' 13 aprile a Firenze, a 89 anni; fu il primo obiettore di coscienza in Italia al servizio militare per motivi politici e fondatore, con Aldo Capitini, del Movimento Nonviolento.

Nato nel 1927 a Finale Ligure (Savona), rifiuto' la chiamata alle armi nel 1948. Quella scelta era configurata  fino al 1972 come reato di renitenza alla leva obbligatoria (reato abolito completamente nel 2005). Pinna fu processato e condannato complessivamente a 18 mesi di carcere.

Quella scelta nonviolenta segno' in qualche modo la sua vita e divenne un militante della lotta pacifista: collaboro' con Capitini e organizzo', nel 1961, la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi e le tre successive. Protagonista del Movimento Nonviolento, ne divenne segretario nazionale dal 1968 al 1976. Per il suo impegno di lotta subi' altre condanne: nel 1975 fu condannato per vilipendio (reato di affissione di manifesti contro la celebrazione delle Forze armate). In sua difesa ci furono volantinaggi, raccolte di firme, lettere e telegrammi alle autorita' interessate, finche' fu accolta dal Presidente della Repubblica la sua istanza di grazia. Nel 1979 fu condannato per aver messo in atto un blocco stradale.

Nel 1976 fu tra gli organizzatori della prima Marcia antimilitarista internazionale, partita dal sacrario militare di Redipuglia per concludersi in Sardegna, alla Maddalena, dove fu costruito un muro come simbolica barriera per bloccare l'accesso militare americano.

Nel 2008 e' stato insignito del Premio Nazionale Nonviolenza e nel 2012 la facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Pisa gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze per la Pace.

L'esperienza della leva per alcuni giovani era vissuta come esaltante, per altri inutile e noiosa, e per altri ancora era vissuta come pratica violenta da accettare o rifiutare al costo della galera. Grazie a Pinna, e al suo esempio seguito da tanti giovani (alcuni erano aderenti alla chiesa dei Testimoni di Geova ed altri s'ispiravano alle idee del movimento laico pacifista), vennero introdotte in Italia modifiche all'istituto della leva obbligatoria e la possibilita' di sostituirla con il servizio civile.

Oggi siamo a dieci anni dalla cancellazione della leva obbligatoria, i giovani non trovano piu' al raggiungimento della maggiore eta' lo scoglio del servizio militare. Ma non sono finiti gli eserciti e non sono finite le guerre. Il servizio militare e' cambiato in Italia ed e' cambiato in tanti paesi occidentali, gli eserciti sono formati da militari stipendiati di carriera e da volontari che scelgono la ferma per alcuni anni. Preparati, addestrati, armati fino ai denti, in qualche modo somigliano alle truppe mercenarie che la Storia ci ha consegnato con pessimi esempi.

La scelta dell'esercito professionale non e' stata certo fatta per motivi di pace, ma per rendere ancora piu' facili le scelte di guerra. La potenza dell'esercito moderno sta soprattutto nella potenza distruttiva degli armamenti e nelle capacita' di truppe addestrate e motivate al mestiere bellico.

L'eliminazione della leva obbligatoria ha diminuito le  contraddizioni che si venivano a verificare con le cosiddette guerre esportate. Non si vedono piu' soldati di leva partire per il Vietnam, con madri piangenti; sono invece partiti per l'Irak truppe di volontari con un buon stipendio, come se la scelta di uccidere o andare a morire venisse ben compensata dalla paga, e il denaro e' il detersivo migliore per lavare paure e coscienza.

Un tempo, quando c'era la leva obbligatoria poteva nascere un movimento come quello dei Proletari in divisa, che voleva contrastare all'interno dello stesso esercito le scelte piu' militariste; se un tempo ci poteva essere dentro l'esercito qualcuno che poteva contrastare qualche ordine inumano, oggi e' piu' difficile che possa accadere con truppe stipendiate.

Il movimento della pace ha dinanzi a se' una strada lunga e difficile, forse ancora piu' difficile. La strada della lotta per la pace ci puo' portare verso un'umanita' nuova e migliore, ma e' pur sempre una lotta contro la violenza e non un'attesa messianica che la violenza possa svanire da se'.

Un saluto a Pietro Pinna e alla sua grande speranza di Pace che l'ha animato durante tutta la sua vita.

 

10. MAESTRI. UNA BREVE NOTIZIA SU PIERO PINNA

 

Pietro Pinna, nato a Finale Ligure nel 1927 e deceduto a Firenze il 13 aprile 2016, e' stato il primo obiettore di coscienza al servizio militare per motivazioni non confessionali ma specificamente nonviolente, ed e' una delle figure di riferimento per i movimenti e le iniziative per la pace e una delle personalita' piu' illustri della vita civile italiana. Di origine sarda, Pinna viveva a Ferrara quando, alla fine del 1948, fu chiamato alle armi. Diventato fortemente antimilitarista dopo aver vissuto gli orrori della seconda guerra mondiale, e influenzato dal pensiero di Aldo Capitini, decise di rifiutare di prestare il servizio di leva, passando alla storia come il primo obiettore di coscienza d'Italia per motivi politici.

Processato per disobbedienza, fu condannato al carcere una prima volta per dieci mesi, e successivamente per altri otto. Al processo venne difeso dall'avvocato Bruno Segre, che diventera' uno dei piu' famosi difensori italiani nel campo dell'obiezione di coscienza. Venne infine riformato per "nevrosi cardiaca". Pinna in seguito divenne uno dei piu' stretti collaboratori di Capitini, con cui organizzo' la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961 (e dopo la scomparsa del filosofo perugino le tre successive), e con Capitini fu fondatore del Movimento Nonviolento di cui fu anche segretario nazionale dal 1968 al 1976. Ha continuato ad operare nel Movimento Nonviolento per tutta la vita e ad essere direttore responsabile della rivista "Azione nonviolenta". Infaticabile promotore della nonviolenza, per le sue storiche, luminose azioni dirette nonviolente per la pace, il disarmo e la smilitarizzazione, pago' piu' volte in prima persona con il carcere le sue scelte. Il 17 gennaio 1973, gia' segretario del Movimento Nonviolento, in seguito ad una affissione contro la celebrazione delle Forze armate il 4 novembre ("Non festa ma lutto"), fu arrestato a Perugia e condannato per direttissima per vilipendio alle Forze armate. In seguito alle manifestazioni avvenute in suo sostegno in diverse citta', venne liberato quattro settimane dopo su istanza di grazia dell'allora Presidente della Repubblica. Nell'aprile del '79 fu condannato dalla Corte d'Appello di Trieste ad una pena di otto mesi di reclusione per blocco stradale, pena successivamente condonata. Con Carlo Cassola e Davide Melodia fu animatore della "Lega per il disarmo unilaterale". Fu tra gli organizzatori della Marcia Catania-Comiso (24 dicembre 1982 - 3 gennaio 1983) per protestare contro l'installazione della base missilistica statunitense, prima azione concreta di lotta nonviolenta contro le installazioni militari in Italia. Nel 2008 e' stato insignito del Premio Nazionale Nonviolenza. Nel 2012 la Facolta' di Giurisprudenza dell'Universita' di Pisa gli ha conferito la laurea honoris causa in Scienze per la Pace. Tra le opere di Pietro Pinna, fondamentale e' "La mia obbiezione di coscienza", Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 1994; numerosi suoi contributi sono stati pubblicati in vari volumi, oltre ai molti suoi scritti apparsi su "Azione Nonviolenta". Cfr. anche le interviste riprodotte ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 381 e 472, "La domenica della nonviolenza" n. 21 (ripubblicata anche in "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 252), "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 285; tutte disponibili on line.

 

11. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

[L'associazione e centro antiviolenza "Erinna" e' un luogo di comunicazione, solidarieta' e iniziativa tra donne per far emergere, conoscere, combattere, prevenire e superare la violenza fisica e psichica e lo stupro, reati specifici contro la persona perche' ledono l'inviolabilita' del corpo femminile (art. 1 dello Statuto). Fa progettazione e realizzazione di percorsi formativi ed informativi delle operatrici e di quanti/e, per ruolo professionale e/o istituzionale, vengono a contatto con il fenomeno della violenza. E' un luogo di elaborazione culturale sul genere femminile, di organizzazione di seminari, gruppi di studio, eventi e di interventi nelle scuole. Offre una struttura di riferimento alle donne in stato di disagio per cause di violenze e/o maltrattamenti in famiglia. Erinna e' un'associazione di donne contro la violenza alle donne. Ha come scopo principale la lotta alla violenza di genere per costruire cultura e spazi di liberta' per le donne. Il centro mette a disposizione: segreteria attiva 24 ore su 24; colloqui; consulenza legale e possibilita' di assistenza legale in gratuito patrocinio; attivita' culturali, formazione e percorsi di autodeterminazione. La violenza contro le donne e' ancora oggi un problema sociale di proporzioni mondiali e le donne che si impegnano perche' in Italia e in ogni Paese la violenza venga sconfitta lo fanno nella convinzione che le donne rappresentano una grande risorsa sociale allorquando vengono rispettati i loro diritti e la loro dignita': solo i Paesi che combattono la violenza contro le donne figurano di diritto tra le societa' piu' avanzate. L'intento e' di fare di ogni donna una persona valorizzata, autorevole, economicamente indipendente, ricca di dignita' e saggezza. Una donna che conosca il valore della differenza di genere e operi in solidarieta' con altre donne. La solidarieta' fra donne e' fondamentale per contrastare la violenza]

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it, facebook: associazioneerinna1998

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- AA. VV., Bruxelles, il fantasma dell'Europa, "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 3, marzo 2016, Gruppo Editoriale L'Espresso, Roma 2016, pp. 256 (+ 12 tavole fuori testo), euro 14.

*

Riletture

- Giovanni Locke, Il pensiero educativo, Editrice La Scuola, Brescia 1961, 1976, pp. XLIV + 116.

- Jean Piaget, Psicologia dell'intelligenza, Giunti, Firenze-Milano 2011, pp. XIV + 206.

*

Riedizioni

- Andrea Camilleri, Magaria, Mondadori, Milano 2013, Centauria, Milano 2016, pp. 96, euro 6,99.

 

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

14. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2322 del 18 aprile 2016

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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