[Nonviolenza] La domenica della nonviolenza. 366



 

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LA DOMENICA DELLA NONVIOLENZA

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Supplemento domenicale de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XVII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 366 del 10 aprile 2016

 

In questo numero:

1. Associazione "Respirare": Manca una settimana al referendum

2. Al referendum del 17 aprile voteremo si'

3. Dieci ragioni piu' una per il si' al referendum del 17 aprile

4. Due siti utili per l'informazione sul referendum del 17 aprile

 

1. APPELLI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": MANCA UNA SETTIMANA AL REFERENDUM

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Manca una settimana al referendum del 17 aprile per cercar di salvare l'ambiente marino e le coste italiane dalle pratiche inquinanti e devastanti dell'avida e proterva lobby del petrolio; e mentre non e' incerto se tra i votanti prevarranno i si' a difendere la vita e la civilta', e' incerto se il numero di coloro che si recheranno alle urne superera' il quorom richiesto dalla legge (ovvero il 50% piu' uno degli aventi diritto al voto) affinche' l'esito referendario abbia valore vincolante.

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Misero il paese governato da siffatti messeri

Il governo, infatti, le ha tentate tutte per impedire che il referendum raggiunga il quorum. Dapprima fissando la data in un giorno distinto e distante da quello del voto per le elezioni amministrative (che coinvolgono molti comuni ed alcune popolosissime citta' come Milano, Napoli e Roma), sperperando cosi' stoltamente centinaia di milioni di euro del pubblico erario quando sarebbe stato ovvio allestire i seggi per il referendum e le elezioni una sola volta nella stessa giornata. Successivamente con reiterate dichiarazioni menzognere di prominenti suoi rappresentanti: menzogne peraltro anche incoerenti, intese a far credere sia che il referendum nulla contasse sia che il referendum fosse una catastrofe (si decidano i signori del governo: o sostengono l'una bugia o l'altra, giacche' ambedue e' impossibile: ma agli imbroglioni ovviamente della logica non cale granche'). Infine propagandando forsennatamente l'astensione dal voto con dichiarazioni in flagrante contrasto con i doveri di chi occupa cariche pubbliche in un ordinamento democratico che appunto si regge sul diritto di voto, ovvero sulla partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche. Misero il paese governato da siffatti messeri.

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Null'altro che la pura e semplice legalita', moralita' e ragionevolezza

Sta di fatto che quanto dal quesito referendario letteralmente richiesto e' null'altro che la pura e semplice legalita', moralita' e ragionevolezza. Poiche' esso chiede precisamente ed inequivocabilmente di stabilire regole e limiti certi ai contratti. Ed e' tristissimo dover rilevare come nel nostro paese in ambiti di importanza - come si usa dire - "strategica" sia necessario un referendum per ottenere che nei negozi giuridici vi sia il rispetto della logica, dell'etica, del diritto.

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Noi diciamo di si'

Vero e' anche che il referendum ha un valore che va oltre il semplice tema del quesito proposto (ne erano stati peraltro proposti anche altri, che al voto non sono pero' giunti), e questo valore e' a tutti chiaro: se si debba difendere l'ambiente dall'assalto degli speculatori, degli avvelenatori, dei devastatori: e noi diciamo di si'; se di debba difendere la salute delle persone dai crimini ambientali degli avidi inquinatori: e noi diciamo di si'; se si debba difendere il diritto delle future generazioni a un mondo vivibile: e noi diciamo di si'; se si debba difendere la bellezza del mondo vivente da chi vorrebbe ridurlo a cloaca e deserto: e noi diciamo di si'; se si debba difendere il bene comune: e noi diciamo ancora una volta di si'.

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Grazie al cielo, la magistratura

Se ancora pochi giorni fa la maggioranza della popolazione poteva essere distratta e turlupinata dalle ciance di lorsignori, se ancora poteva essere torpida e ignara della posta in gioco, ebbene, le inchieste della magistratura - come quella che proprio in questi giorni e' giunta a sentenza e quella che proprio in questi giorni ha portato all'imputazione di personaggi "eccellenti" della lobby del petrolio e del regime della corruzione - hanno aperto gli occhi a tutti: hanno rivelato quali infami crimini siano stati commessi dai mascalzoni che pretendono di continuare a delinquere a danno del bene comune, a danno del nostro ambiente di vita, a danno dei diritti di tutti i cittadini e dell'umanita' intera. E tutto il castello di menzogne costruito dai signori del regime della corruzione a vantaggio dei loro compari arraffatori e devastatori e' crollato come un castello di carte: tutti i cittadini hanno finalmente capito il sordido gioco ed i loschi interessi di chi vuole boicottare il referendum per poter continuare a favoreggiare gli amici degli amici.

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Ditelo dai tetti

Domenica 17 aprile, tra una settimana, occorre votare si' alla verita', sia alla legalita', si' all'umanita'.

Occorre votare si' alla salvezza dell'ambiente marino e delle coste italiane, si' alla democrazia, si' al bene comune.

Chi legge queste parole lo faccia sapere a chi non lo sa, persuada i pigri e gli incerti a difendere insieme i diritti di tutti.

L'associazione "Respirare"

Viterbo, 10 aprile 2016

L'associazione "Respirare" e' stata promossa da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente. Dal 2007 i suoi animatori hanno promosso e guidato fino alla vittoria la campagna che ha salvato dalla devastazione il prezioso bene comune dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria - iniziativa che ebbe tra i promotori gli indimenticabili Alfio Pannega, Gianni Fiorentini, Mario Onofri, Giuseppe Tacconi, amici e compagni di lotta che ci hanno lasciato ma che vivono nel nostro ricordo e che con la loro testimonianza ci hanno donato anche un esempio di impegno per il bene comune dell'umanita', esempio a cui chi resta intende restare fedele.

 

2. REPETITA IUVANT. AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO SI'

 

Al referendum del 17 aprile voteremo si'.

Per difendere le coste italiane dalle devastazioni, dal degrado e dai pericoli provocati dalle trivellazioni.

Per difendere dall'inquinamento l'ambiente marino e tutte le sue forme di vita.

Per difendere il diritto di tutte le persone alla salute e a un ambiente salubre.

Per difendere il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.

Per difendere la bellezza della natura, un bene comune prezioso e insostituibile.

Per sostenere l'approvvigionamento energetico da fonti pulite e rinnovabili.

Per far cessare lo sfruttamento dissennato e distruttivo delle risorse naturali.

Per far prevalere la ragione, la responsabilita', il diritto, la solidarieta'.

Con la forza della verita', con la forza della democrazia, per il bene comune.

Al referendum del 17 aprile voteremo si'.

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Osvaldo Ercoli, Antonella Litta, Emanuele Petriglia, Alessandro Pizzi, Peppe Sini

 

3. REPETITA IUVANT. DIECI RAGIONI PIU' UNA PER IL SI' AL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

La prima ragione

La prima ragione e' quasi ovvia: con il referendum si chiede che le concessioni a trivellare in mare nei pressi delle coste italiane in cerca di combustibili fossili non abbiano di fatto una durata pressoche' illimitata, ma limiti certi e insormontabili, come ogni legittimo negozio giuridico.

Votare si' a regole certe e limiti rigorosi e' quindi un atto di puro e semplice buon senso.

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La seconda ragione

La seconda ragione e' che l'unico quesito referendario su cui si vota (gli altri proposti - e proposti non solo da movimenti di cittadini, ma da istituzioni dello stato italiano come le Regioni che si affacciano su ambienti marini devastati dagli impianti di trivellazione) assume obiettivamente un significato piu' ampio: esso ha infatti il valore di difesa dell'ecosistema marino, delle coste italiane, dei legittimi interessi e dei diritti soggettivi delle popolazioni (e delle istituzioni di esse rappresentative) che nelle aree immediatamente interessate dalle conseguenze delle trivellazioni vivono e lavorano.

Votare si' per difendere legittimi diritti e interessi collettivi di primaria rilevanza e' un dovere ineludibile di impegno per la legalita', per la civilta' giuridica, per il bene comune della popolazione (e delle istituzioni democratiche) del nostro paese.

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La terza ragione

La terza ragione e' che il referendum pone in termini stringenti un caso concreto di difesa dell'ambiente, e quindi del diritto degli esseri umani a un ambiente vivibile, non inquinato, non devastato.

Votare si' per proteggere la natura, il mondo vivente che e' la casa comune dell'umanita', e' un diritto e un dovere di tutte le persone ragionevoli e responsabili.

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La quarta ragione

La quarta ragione e' che il referendum pone quindi anche - per il medesimo motivo - un caso concreto di difesa della salute, ovvero del diritto di tutti gli esseri umani a vivere in un ambiente salubre, ergo non inquinato e non devastato; giacche' il benessere psicofisico delle persone e' ovviamente correlato all'ambiente in cui vivono.

Votare si' significa quindi difendere il diritto di tutti alla salute e al benessere.

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La quinta ragione

La quinta ragione e' che su cio' che tutti riguarda - le questioni concernenti l'ambiente, la salute, la civile convivenza, la sicurezza comune - e' giusto e necessario che tutti possano e debbano esprimersi; e che se devono essere prese delle decisioni importanti e impegnative, esse siano prese da tutti insieme: e' la democrazia come metodo e come sistema, e' la democrazia come potere del popolo. Chi invita a non votare, ad astenersi, in realta' vuole che decisioni che riguardano tutti siano prese solo da pochi avidi potentati economici e politici a danno della stragrande maggioranza della popolazione.

Votare al referendum e' quindi un atto di democrazia e di difesa della democrazia.

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La sesta ragione

La sesta ragione e' che le trivellazioni sono finalizzate ad estrarre fonti energetiche fossili. Ma l'umanita' ormai sa che le fonti energetiche fossili non solo sono perlopiu' altamente inquinanti ma anche esauribili, e sa anche che tanta parte della crisi ambientale globale che minaccia l'intera umanita' e' legata a un'economia fondata sulle fonti fossili; e sa quindi che e' necessario ed urgente passare a fonti pulite e rinnovabili, in primis l'energia solare.

Votare si' al referendum e' un modo concreto per sostenere il passaggio da un modello di approvvigionamento energetico - e da un modello di sviluppo -  ecologicamente insostenibile a uno sostenibile, da una societa' dell'avvelenamento e della devastazione della biosfera ad una societa' solidale e responsabile.

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La settima ragione

La settima ragione e' che la scelta referendaria implica anche una scelta su quale modello di economia debba presiedere al presente e al futuro dell'umanita': se si debba perseverare in un'economia predatoria, dello sfruttamento fino all'esaurimento delle risorse, dell'avvelenamento del mondo vivente fino alla desertificazione, della violenza dell'uomo sull'uomo per l'accaparramento di beni che dovrebbero essere e restare comuni, del primato dell'arricchimento individuale ai danni della vita, della dignita' e dei diritti della generalita' degli esseri umani viventi, o se invece si debba finalmente uscire da questa preistoria e sviluppare la civilta' umana nella direzione di una economia (etimologicamente: le regole condivise della casa comune) - ovvero ecologia (etimologicamente: la conoscenza condivisa della casa comune) - della solidarieta', della responsabilita', dell'eguaglianza di diritti, della condivisione dei doveri, della cura reciproca, del rispetto per il mondo vivente, del bene comune.

Votare si' al referendum significa impegnarsi per far cessare l'economia della rapina, della sopraffazione e della devastazione, e per costruire insieme l'economia della condivisione, del rispetto, della responsabilita'.

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L'ottava ragione

L'ottava ragione e' la difesa dei diritti delle generazioni future: poiche' decederemo noi se lasciare loro un mondo vivibile o irreversibilmente devastato; giacche' le generazioni future ancora non esistono, non hanno potere di voto: cosicche' ogni volta che si vota per decisioni pubbliche di interesse collettivo dobbiamo saperci porre anche dal punto di vista dei loro diritti e dei loro interessi: dobbiamo essere noi oggi a rappresentare e salvaguardare i diritti e gli interessi degli esseri umani che verranno. E ponendoci la domanda di come difendere i diritti dell'umanita' futura noi in realta' ci poniamo anche la domanda su come essere fedeli all'umanita' passata: poiche' se noi lasceremo un mondo vivibile all'umanita' futura allora un'umanita' futura vi sara', e l'esistenza delle generazioni passate avra' ancora un senso e un valore nell'impresa comune dell'umanita'; ma se noi distruggiamo oggi il mondo vivente cosi' da mettere a rischio non solo il benessere ma la vita stessa dell'umanita' futura, allora con la fine dell'umanita' futura sara' annichilita per sempre tutta la storia, tutta la memoria, tutta la civilta' umana dalle sue origini.

Votare si' al referendum significa agire nell'interesse delle generazioni future, e quindi nell'interesse dell'umanita' intera: siamo una sola famiglia umana, ogni persona si senta quindi responsabile per l'umanita' intera ed agisca di conseguenza.

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La nona ragione

La nona ragione e' che ogni essere umano in quanto capace di pensare ha il dovere di dire la verita'. Coloro che stanno cercando di indurre la popolazione a non partecipare al referendum mentono sapendo di mentire, e con la loro menzogna offendono e umiliano l'intelligenza e quindi la dignita' delle persone a cui si rivolgono, delle persone che vogliono ingannare per meglio sottometterle ai loro voleri. Ci indigna un governo che mente alla popolazione. Dire la verita' e' la condotta indispensabile per la civile convivenza.

Votiamo si' al referendum anche per questo: per affermare il diritto alla verita', per opporci a chi ci mente e pretende ingannarci, ed ingannandoci vuole aggredire e diminuire la nostra umana dignita'.

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La decima ragione

La decima ragione e' relativa a quel criterio epistemologico noto come principio di precauzione, che afferma che anche se non si avesse certezza che un'attivita' provochera' dei danni, e' sufficiente il dubbio che essa possa provocarli per opporvisi. Noi sappiamo che le trivellazioni marine producono gravi danni; noi sappiamo che l'utilizzo delle fonti fossili produce gravi danni; noi sappiamo che il modello di sviluppo fondato sul profitto privato a detrimento del bene comune dell'umanita' e della biosfera produce gravi danni; noi sappiamo che questa logica predatrice, questo sistema di potere sfruttatore e devastatore, sono la stessa e lo stesso che presiedono alle guerre (e non solo a quelle per il petrolio), all'ecocidio (fino al disastro ambientale globale che ormai tutti i governi sono costretti a riconoscere), alla riduzione alla fame e alla schiavitu' di tanta parte dell'umanita': ed a questa logica e a questo sistema dobbiamo e vogliamo opporci in difesa dell'umanita' e del mondo vivente. Ma anche se non sapessimo tutto cio', ed avessimo solo il fondato dubbio che queste attivita' estrattive, questo modello di sviluppo, questa logica di dominio e questo sistema di sopraffazione possano essere - come in effetti sono - dannosi per l'umanita', ebbene, basterebbe questo ragionevole dubbio a persuaderci all'impegno per contrastare queste attivita', questo modello, questa logica e questo sistema in nome del principio di precauzione che convoca ogni essere umano a fare e permettere solo quello che non danneggia gli esseri umani.

Votiamo si' al referendum anche per questo: per il principio di precauzione, per esercitare la virtu' della prudenza, per l'amore e il rispetto che dobbiamo all'umanita' e al mondo, per il principio responsabilita'.

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L'undicesima ragione

L'undicesima ragione e' che le trivellazioni deturpano e distruggono la bellezza dei nostri mari e delle nostre coste. Ed anche la bellezza e' un bene comune e tanta parte della felicita' accessibile agli esseri umani. Difendere la bellezza significa difendere il mondo e la civilta' umana - in questo senso "la bellezza salvera' il mondo".

Votiamo si' al referendum anche per difendere la bellezza e quindi l'esistenza del mondo vivente e dell'umanita' in esso.

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Ergo

Votiamo si' al referendum del 17 aprile in difesa del vero, del bello, del bene.

Votiamo si' al referendum del 17 aprile perche' vi e' una sola umanita' in unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Votiamo si' al referendum del 17 aprile per far prevalere il bene comune con la forza della verita', con la forza della ragione, con la forza della democrazia.

 

4. STRUMENTI. DUE SITI UTILI PER L'INFORMAZIONE SUL REFERENDUM DEL 17 APRILE

 

Per l'informazione e la riflessione sul referendum del 17 aprile molti utili materiali sono disponibili sui siti internet www.fermaletrivelle.it e www.notriv.com

 

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Numero 366 del 10 aprile 2016

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