[Nonviolenza] Telegrammi. 2140



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2140 del 18 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. La politica necessaria

2. Hic et nunc, quid agendum

3. In memoria di Henri Bergson, di Norberto Bobbio, di Andrea Zanzotto

4. Alcune poesie di Emily Dickinson tradotte da Cristina Campo

5. Alcune poesie di Emily Dickinson tradotte da Margherita Guidacci

6. Alcune poesie di Emily Dickinson tradotte da Barbara Lanati

7. Una poesia di Emily Dickinson tradotta da Giovanni Giudici

8. Una poesia di Emily Dickinson tradotta da Mario Luzi

9. Una poesia di Emily Dickinson tradotta da Eugenio Montale

10. Una poesia di Emily Dickinson tradotta da Amelia Rosselli

11. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

12. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

13. Segnalazioni librarie

14. La "Carta" del Movimento Nonviolento

15. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. LA POLITICA NECESSARIA

 

Si oppone alla guerra.

Si oppone al razzismo.

Si oppone al maschilismo.

Si oppone all'ecocidio.

*

E' la politica del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita'.

E' la politica della nonviolenza.

 

2. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

[Riproponiamo ancora una volta]

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI HENRI BERGSON, DI NORBERTO BOBBIO, DI ANDREA ZANZOTTO

 

Ricorre oggi, 18 ottobre, l'anniversario della nascita di Henri Bergson (Parigi, 18 ottobre 1859 - 4 gennaio 1941), della nascita di Norberto Bobbio (Torino, 18 ottobre 1909 - 9 gennaio 2004), della scomparsa di Andrea Zanzotto (Pieve di Soligo, 10 ottobre 1921 - Conegliano, 18 ottobre 2011).

*

Anche nel ricordo di Henri Bergson, di Norberto Bobbio, di Andrea Zanzotto, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

4. REPETITA IUVANT. ALCUNE POESIE DI EMILY DICKINSON TRADOTTE DA CRISTINA CAMPO

[Da Cristina Campo, La Tigre Assenza, Adelphi, Milano 1991, 2001, pp. 85-90, ma l'ordine in cui le abbiamo qui disposte e' quello dedotto dalla cronologia dell'opera dickinsoniana, ed utilizzato anche in Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, in cui le "versioni d'autrice" di Cristina Campo sono alle pp. 1643-1646.

Emily Dickinson - poetessa imprescindibile - visse ad Amherst, Massachusetts, tra il 1830 e il 1886; molte le edizioni delle sue poesie disponibili in italiano con testo originale a fronte (tra cui quella integrale, a cura di Marisa Bulgheroni: Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005; ma vorremmo segnalare anche almeno la fondamentale antologia curata da Guido Errante: Emily Dickinson, Poesie, Mondadori, Milano 1956, poi Guanda, Parma 1975, e Bompiani, Milano 1978; e la vasta silloge dei versi e dell'epistolario curata da Margherita Guidacci: Emily Dickinson, Poesie e lettere, Sansoni, Firenze 1961, Bompiani, Milano 1993, 2000); per un accostamento alla sua figura e alla sua opera: Barbara Lanati, Vita di Emily Dickinson. L'alfabeto dell'estasi, Feltrinelli, Milano 1998, 2000; Marisa Bulgheroni, Nei sobborghi di un segreto. Vita di Emily Dickinson, Mondadori, Milano 2002. Ebbe a scrivere della sua opera Luciano Bonfrate: "Mi capita di usare dei suoi versi / come fosser sentenze di sibilla / della mia vita specchio, e vi scintilla / cio' che trovai, che non trovai, che persi"]

 

Per sempre al suo fianco camminare,

la piu' piccola dei due,

cervello del suo cervello, sangue del suo sangue,

due vite, un Essere, ora.

 

Per sempre del suo fato gustare,

se dolore, la piu' larga parte,

se gioia, mettere il mio pezzo in disparte

per quel diletto cuore.

 

Tutta la vita conoscersi l'un l'altro

senza poterci mai imparare,

e piu' tardi un mutamento chiamato "Paradiso" -

rapito vicinato d'uomini

che appena scoprono cio' che ci inquietava

senza il vocabolario!

 

*

 

Che tedio attendere

se non vicino a te,

l'ho saputo iersera

quando si volle avvincermi

forse vedendomi

affaticata o sola

o per cedere quasi

alla pena silente.

Io mi volsi, ducale -

a te solo spettava

quel gesto - un porto solo

vale a questa nave.

Nostra la ventura

per un selvaggio mare

meglio che un ancoraggio

non diviso da te.

A noi piu' tosto il carico

di un perenne viaggio

che le Odorose Isole

desolate di te.

 

*

 

Imparai finalmente che cosa la casa poteva essere,

come sarei stata ignorante

dei graziosi modi del costume,

come goffa all'inno

 

intorno al nostro nuovo focolare, se non per questo,

questa mappa del cammino

la cui memoria mi annega, come il battesimo

di un celestiale mare.

 

Quali mattine nel nostro giardino, immaginate,

quali api per noi a ronzare,

con solo uccelli a interrompere

il mormorio del nostro tema.

 

E un compito per ciascuno quando il gioco sia finito,

il tuo problema della mente,

il mio qualche effetto piu' frivolo,

un pizzo o una canzone.

 

Il pomeriggio insieme trascorso

e il crepuscolo per i sentieri

qualche soccorso a piu' povere vite

viste piu' povere attraverso i nostri doni.

 

E poi ritorno, e notte e casa,

una nuova e piu' divina cura,

finche' l'aurora ci richiami in scena

trasmutati, piu' vividi.

 

Questa sembra una casa e casa non e'

ma cio' che quel luogo potrebb'essere

mi affligge come un sole calante

dove l'aurora sa che cosa essere!

 

*

 

Che faro' io quando turba l'estate,

quando la rosa e' matura?

Quando le uova svolino in melodia

da un carcere d'acero: - che faro' io?

Che faro' io quando dai cieli in gorgheggio

cada su me una canzone?

Quando al ranuncolo dondoli tutto il meriggio

l'ape sospesa - che mai faro' io?

E quando lo scoiattolo si colmera' le tasche

e guarderanno le bacche...

Resistero' io a quelle candide facce

se tu da me sei lontano?

Al pettirosso non sarebbe gran pena:

volano tutti i miei beni.

Io non ho ali: a che servono, dimmi,

i miei tesori perenni?

 

*

 

Tocca leggero la dolce

chitarra della natura

se non conosci ancora

la canzone.

O d'ogni uccello

ti accusera' lo sguardo

che ti facesti bardo

innanzi l'ora.

 

*

 

Morte e' il pieghevole corteggiatore

che vince alla fine.

E' un vagheggiare furtivo

condotto sulle prime

per pallide insinuazioni

e oscuri avvicinamenti:

magnifico alfine di trombe

e un equipaggio a due posti

che ti rapisce in trionfo

a nozze sconosciute -

a parentele vibranti

come le porcellane.

 

5. REPETITA IUVANT. ALCUNE POESIE DI EMILY DICKINSON TRADOTTE DA MARGHERITA GUIDACCI

[Da Emily Dickinson, Poesie, Rizzoli, Milano 1979, Rcs Quotidiani, Milano 2004]

 

L'acqua e' insegnata dalla sete.

La terra, dagli oceani traversati.

La gioia, dal dolore.

La pace, dai racconti di battaglie.

L'amore, da un'impronta di memoria.

Gli uccelli, dalla neve.

 

*

 

E' poca cosa il pianto,

sono brevi i sospiri:

pure, per fatti di questa misura

uomini e donne muoiono!

 

*

 

Fra le mie dita tenevo un gioiello

quando mi addormentai.

La giornata era calda, era tedioso il vento

e dissi: "Durera'" -

 

Sgridai al risveglio le dita incolpevoli,

la gemma era sparita -

Ora solo un ricordo di ametista

a me rimane -

 

*

 

E' questa la mia lettera al mondo

che mai non scrisse a me -

semplici annunzi che da' la natura

con tenera maesta'.

 

Il suo messaggio e' consegnato a mani

per me invisibili.

Per amor suo, miei dolci compaesani,

benignamente giudicatemi!

 

*

 

Tutto imparammo dell'amore:

alfabeto, parole,

un capitolo, il libro possente,

poi la rivelazione termino'.

 

Ma negli occhi dell'altro

ciascuno contemplava un'ignoranza

divina, ancora piu' che nell'infanzia;

l'uno all'altro, fanciulli,

 

tentammo di spiegare

quanto era per entrambi incomprensibile.

Ahi, com'e' vasta la saggezza

e molteplice il vero!

 

*

 

Come se il mare separandosi

svelasse un altro mare,

questo un altro, ed i tre

solo il presagio fossero

 

d'un infinito di mari

non visitati da riva -

il mare stesso al mare fosse riva -

questo e' l'eternita'.

 

*

 

L'incertezza e' piu' ostile della morte.

La morte, anche se vasta,

e' soltanto la morte e non puo' crescere.

All'incertezza invece non v'e' limite,

 

perisce per risorgere

e morire di nuovo,

e' l'unione del nulla

con l'immortalita'.

 

*

 

Abbiamo prima sete - e' l'atto di natura -

e dopo, quando stiamo per morire,

chiediamo supplichevoli un po' d'acqua

a dita che ci passano vicine.

 

Ed e' figura d'un bisogno piu' alto,

la cui risposta adeguata

sono le grandi acque occidentali

chiamate eternita'.

 

*

 

Molte volte pensai giunta la pace

quando la pace era tanto lontana;

cosi' i naufraghi credono di vedere la terra

nel centro del mare,

 

e indeboliti lottano, soltanto per scoprire,

come me disperati,

quante rive fittizie

vengano prima del porto.

 

*

 

Io canto per riempire l'attesa:

annodarmi la cuffia,

richiudere la porta di casa

e non altro ho da fare,

 

finche' risuoni vicino il suo passo,

e insieme camminiamo verso il giorno,

l'uno all'altro narrando di come cantammo

per scacciare la tenebra.

 

*

 

Da un'asse all'altra avanzavo

cosi' lenta, prudente.

Sentivo le stelle sul capo,

e sotto i piedi il mare.

 

Questo solo sapevo: un altro passo

poteva essere l'ultimo.

Ed avevo quell'andatura incerta

che chiamano esperienza.

 

*

 

Immensita' d'argento

con funi di sabbia

a trattenerla, perche' non cancelli

una pista che chiamano la terra.

 

*

 

Come stanno silenti le campane

nelle torri, finche', gonfie di cielo,

balzano con piedi argentei

in melodia frenetica!

 

*

 

Il Paradiso dipende da noi.

Chiunque voglia

vive nell'Eden, nonostante Adamo

e la cacciata.

 

*

 

Questi giorni febbrili condurli alla foresta

dove le fresche acque strisciano intorno al muschio

e l'ombra sola devasta il silenzio:

pare talvolta che questo sia tutto.

 

*

 

Non sappiamo di andare quando andiamo.

Noi scherziamo nel chiudere la porta.

Dietro, il destino mette il catenaccio,

e non entriamo piu'.

 

*

 

Tutti coloro che perdiamo qualcosa ci togono;

resta ancora uno spicchio sottile,

che come luna, qualche torbida notte,

obbedira' al richiamo delle maree.

 

*

 

E' un errore di calcolo:

"Vien poi l'eternita'"

diciamo, come fosse una stazione.

Mentre e' tanto vicina

che mi accompagna nella passeggiata

e condivide la mia casa

ed amico non ho piu' pertinace

di questa eternita'.

 

*

 

E' l'immortalita' forse un veleno

che gli uomini ne sono cosi' oppressi?

 

6. REPETITA IUVANT. ALCUNE POESIE DI EMILY DICKINSON TRADOTTE DA BARBARA LANATI

[Da Emily Dickinson, Poesie, Savelli, Roma 1976]

 

Chi non conosce il successo

ne apprezza la dolcezza.

Solo chi ne prova acre bisogno

conosce il sapore di un nettare.

 

Non uno della purpurea folla che oggi

ha conquistato la bandiera

con tanta chiarezza sapra' definire

la vittoria come chi

 

in agonia, battuto

nello sfaldarsi del proprio sentire

registra limpidi e lacerati

i lontani stridori del trionfo.

 

*

 

L'acqua, la insegna la sete.

La terra - gli oceani trascorsi.

Lo slancio - l'angoscia -

La pace - la raccontano le battaglie -

L'amore, i cumuli della memoria -

Gli uccelli, la neve.

 

*

 

Tenevo un gioiello tra le dita -

e mi addormentai -

la giornata era tepida, i venti monotoni -

dissi: "durera'".

 

Al risveglio rimproverai le mie oneste dita,

la pietra era sparita.

E adesso, un ricordo d'ametista

e' tutto cio' che mi resta.

 

*

 

La "Speranza" e' quella cosa piumata -

Che artigliata all'anima -

Canta melodie senza parole -

E non smette - mai -

 

E la senti - dolcissima - nel vento -

E dura deve essere la tempesta -

Capace di intimidire il piccolo uccello

Che ha dato calore a tanti -

 

Io l'ho sentito nel paese piu' gelido -

E sui mari piu' alieni -

Eppure mai, nemmeno allo stremo,

Ha chiesto una briciola - di me.

 

*

 

Questa e' la mia lettera al mondo

che non ha mai scritto a me -

semplici cose che la natura

ha detto - con tenera maesta'.

 

Il suo messaggio e' affidato

a mani che non posso vedere -

Per amore di lei - amici miei dolci -

con tenerezza giudicate - me.

 

*

 

Chiedeva da bere, una Tigre, in agonia

Filtrai il deserto -

dalla roccia, una goccia

raccolsi e la portai nella mano.

 

Le pupille regali, nella morte offuscate

scrutai, per trovare

nella retina, un'unica visione

dell'acqua e di me.

 

Non per colpa mia: che ero corsa piano.

Non per colpa sua: che era morta

quando stavo per raggiungerla, ormai,

ma perche', era un fatto, essa era gia' morta.

 

*

 

Dapprima e' la sete - processo naturale -

Poi - il momento della morte -

La supplica - di un poco d'acqua -

Da dita che passano vicine -

 

Segno di un piu' sottile bisogno -

cui unica, armonica, compensa,

sono le grandi acque a occidente -

chiamate Immortalita'.

 

*

 

Uno piu' uno - fanno uno -

Basta con il due che -

E' appropriato alle scuole -

Ma non per le scelte interiori -

 

La vita, appunto, o la morte -

O l'eterno -

Due, sarebbe troppo -

Per le capacita' di un'anima -

 

*

 

Io canto per consumare l'attesa -

Allacciare la cuffia

chiudere la porta di casa,

non mi resta nent'altro da fare

 

quando, all'avvicinarsi del suo passo finale

viaggeremo verso il Giorno

raccontandoci di come abbiamo cantato

per tenere lontana la notte.

 

*

 

Atto primo: il ritrovamento

Atto secondo: la perdita

Atto terzo: la spedizione

alla ricerca del vello d'oro.

 

Atto quarto: nessuna scoperta

Atto quinto: nessun equipaggio

Infine: nessun vello d'oro

Un'unica impostura - anche Giasone.

 

*

 

Un ovunque di argento

con corde di sabbia

a impedirgli di cancellare

la Traccia chiamata Terra.

 

*

 

Come per altre cose, l'amore a un certo punto

ci sta stretto: lo riponiamo nel cassetto -

poi un giorno si rivelera' di foggia antiquata -

come i costumi indossati dai re.

 

*

 

Per alcuni

Quando e' detta,

La parola muore.

Per me

Proprio quel giorno

Comincia a vivere.

 

*

 

Di pianeti e di fiori

Facciamo conoscenza,

Ma con noi stessi,

C'e' l'etichetta

L'imbarazzo

E il terrore.

 

*

 

Per fare un prato ci vuole del trifoglio

e un'ape, un trifoglio e un'ape

e sogni ad occhi aperti.

E se le api sono scarse,

bastano i sogni.

 

*

 

Che l'amore e' tutto cio' che c'e',

E' tutto quello che sappiamo dell'amore;

E' abbastanza, il carico in teoria

proporzionale al solco.

 

7. REPETITA IUVANT. UNA POESIA DI EMILY DICKINSON TRADOTTA DA GIOVANNI GIUDICI

[Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p. 1650 (questa, e le altre traduzioni di Giudici presenti nel volume da cui citiamo erano gia' apparse nella silloge di traduzioni poetiche di Giovanni Giudici, Addio, proibito piangere, Einaudi, Torino 1982)]

 

Presentimento - e' la lunga ombra - sul prato -

Annunziatrice che il sole se ne va -

 

Avvertimento all'erba abbrividita

Che la tenebra - presto scendera' -

 

8. REPETITA IUVANT. UNA POESIA DI EMILY DICKINSON TRADOTTA DA MARIO LUZI

[Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p. 1658]

 

C'e' una solitudine di spazio,

una solitudine di mare,

una di morte, ma

faranno lega tutte quante

a paragone con quell'estremo punto,

quella polare ritrosia

di un'anima ammessa a se medesima.

Finita infinita'.

 

9. REPETITA IUVANT. UNA POESIA DI EMILY DICKINSON TRADOTTA DA EUGENIO MONTALE

[Da Eugenio Montale, Quaderno di traduzioni, Edizioni della Meridiana, 1948, Mondadori, Milano 1975, p. 49 (col titolo: Tempesta); poi anche in Eugenio Montale, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1984, 2005, p. 742; ed ovviamente in Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p. 1659]

 

Con un suono di corno

il vento arrivo', scosse l'erba;

un verde brivido diaccio

cosi' sinistro passo' nel caldo

che sbarrammo le porte e le finestre

quasi entrasse uno spettro di smeraldo:

e fu certo l'elettrico

segnale del Giudizio.

Una bizzarra turba di ansimanti

alberi, siepi alla deriva

e case in fuga nei fiumi

e' cio' che videro i vivi.

Tocchi del campanile desolato

mulinavano le ultime nuove.

Quanto puo' giungere,

quanto puo' andarsene,

in un mondo che non si muove!

 

10. REPETITA IUVANT. UNA POESIA DI EMILY DICKINSON TRADOTTA DA AMELIA ROSSELLI

[Da Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 1997, 2005, p. 1666]

 

Una Parola fatta Carne e' di rado

E tremando condivisa

Ne' forse allora riportata

Ma non avro' dunque sbagliato

Ciascun di noi ha assaporato

Con estasi segreta

Proprio quel dibattuto cibo

Secondo nostra specifica forza -

 

Una Parola che respira chiaramente

Non ha potere di morire

Coesiva quanto lo Spirito

Puo' spirare se Egli -

"Fatto Carne e vissuto tra di noi"

Fosse condiscendenza

Come questo consenso del Linguaggio

Quest'amata Filologia

 

11. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

12. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

13. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Manlio Simonetti (a cura di), L'affermazione del cristianesimo, Rcs, Milano 2015, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

*

Riletture

- Marvin Harris, Cannibali e re. Le origini delle culture, Feltrinelli, Milano 1979, 1981, pp. 240.

*

Riedizioni

- Francis Scott Fitzgerald, Jelly-bean. La parte posteriore del cammello, Newton Compton, Roma 2011, Il sole 24 ore, Milano 2015, pp. 80, euro 0,50 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

15. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2140 del 18 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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