[Nonviolenza] Telegrammi. 2128



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2128 del 6 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. A tutte le guerre occorre opporsi

2. Commemorato a Viterbo Denis Diderot

3. Hic et nunc, quid agendum

4. Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo: Un appello per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"

5. Verso la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" del 25 novembre

6. Per sostenere il centro antiviolenza "Erinna"

7. In memoria di Jessie Bernard, di Elizabeth Bishop, di Fannie Lou Hamer, di Ernesto Laclau, di Gerda Weiler

8. Maria Muti presenta "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Milan Kundera

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. SIC ET SIMPLICITER. A TUTTE LE GUERRE OCCORRE OPPORSI

 

A tutte le guerre occorre opporsi.

A tutte le stragi.

A tutte le uccisioni.

A tutti gli eserciti.

A tutte le armi.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

2. INCONTRI. COMMEMORATO A VITERBO DENIS DIDEROT

 

Ricorrendo l'anniversario della nascita, si e' svolto lunedi' 5 ottobre 2015 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro commemorativo dell'illustre filosofo Denis Diderot (Langres, 5 ottobre 1713 - Parigi, 31 luglio 1784).

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Nel corso dell'incontro sono stati letti e commentati alcuni testi del grande intellettuale e militante per la liberazione, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

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Conclusivamente e' stato riaffermato quanto gia' detto due anni fa nella celebrazione viterbese del terzo centenario della nascita di Diderot: "il grande illuminista, l'uomo dell'eroica impresa dell'Enciclopedia, il sostenitore dei diritti umani e della pace, e' una delle figure piu' luminose della civilta' umana, campione della nonviolenza in cammino. Si possa noi essere degni della sua eredita', possa l'umanita' adempiere la sua speranza, la sua lotta, la speranza inestinguibile e incessante la lotta per un mondo in cui ogni essere umano sia di aiuto agli altri esseri umani ed all'intero mondo vivente, in cui l'eguaglianza di diritti sia il fondamento dell'universale solidarieta', in cui il bene comune sia il compito da tutti condiviso. La testimonianza e il messaggio di Denis Diderot convocano ogni persona di volonta' buona a perseverare nel vero, nel giusto, nel bene: vi e' una sola umanita' e tutti gli esseri umani ne sono parte; vi e' un solo mondo vivente bene comune di cui tutti gli esseri umani sono insieme parte e custodi; la nonviolenza e' il cammino dell'umanita' verso l'adempimento del proprio dovere di solidarieta' che degnifica e salva".

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Le persone partecipanti all'incontro hanno riaffermato l'impegno contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni; per la difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e della biosfera. Hanno quindi rinnovato la richiesta che lo stato italiano cessi di partecipare alle guerre ed attui finalmente una necessaria e urgente politica di disarmo e smilitarizzazione; che l'Italia soccorra, accolga, assista tutte le persone in fuga dalla fame e dalle guerre; che il Parlamento italiano abolisca immediatamente tutte le scellerate misure razziste scandalosamente imposte nel nostro paese da governi violatori della Costituzione e dei diritti umani.

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Con un minuto di silenzio sono state ricordate le vittime del bombardamento dell'ospedale di Kunduz e con loro le vittime di tutte le guerre, le uccisioni, le omissioni di soccorso. Vi e' una sola umanita'. Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

3. REPETITA IUVANT. HIC ET NUNC, QUID AGENDUM

[Riproponiamo ancora una volta]

 

Occorre soccorrere, accogliere, assistere tutti gli esseri umani in fuga dalla fame e dalle guerre.

Occorre riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere in modo legale e sicuro nel nostro paese.

Occorre andare a soccorrere e prelevare con mezzi di trasporto pubblici e gratuiti tutti i migranti lungo gli itinerari della fuga, sottraendoli agli artigli dei trafficanti.

Occorre un immediato ponte aereo di soccorso internazionale che prelevi i profughi direttamente nei loro paesi d'origine e nei campi collocati nei paesi limitrofi e li porti in salvo qui in Europa.

Occorre cessare di fare, fomentare, favoreggiare, finanziare le guerre che sempre e solo consistono nell'uccisione di esseri umani.

Occorre proibire la produzione e il commercio delle armi.

Occorre promuovere la pace con mezzi di pace.

Occorre cessare di rapinare interi popoli, interi continenti.

In Italia occorre abolire i campi di concentramento, le deportazioni, e le altre misure e pratiche razziste e schiaviste, criminali e criminogene, che flagrantemente confliggono con la Costituzione, con lo stato di diritto, con la democrazia, con la civilta'.

In Italia occorre riconoscere immediatamente il diritto di voto nelle elezioni amministrative a tutte le persone residenti.

In Italia occorre contrastare i poteri criminali, razzisti, schiavisti e assassini.

L'Italia realizzi una politica della pace e dei diritti umani, del disarmo e della smilitarizzazione, della legalita' che salva le vite, della democrazia che salva le vite, della civilta' che salva le vite.

L'Italia avvii una politica nonviolenta: contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Salvare le vite e' il primo dovere.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

 

4. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO, PEACELINK E CENTRO DI RICERCA PER LA PACE E I DIRITTI UMANI DI VITERBO: UN APPELLO PER IL 4 NOVEMBRE: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE"

[Riproponiamo l'appello promosso gia' negli scorsi anni da Movimento Nonviolento, Peacelink e Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo per il 4 novembre: "Ogni vittima ha il volto di Abele"]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Movimento Nonviolento, per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink, per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, per contatti: e-mail: nbawac at tin.it e centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

5. REPETITA IUVANT. VERSO LA "GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE" DEL 25 NOVEMBRE

 

Si svolge il 25 novembre la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne".

Ovunque si realizzino iniziative.

Ovunque si contrasti la violenza maschilista e patriarcale.

Ovunque si sostengano i centri antiviolenza delle donne.

Ovunque si educhi e si lotti per sconfiggere la violenza maschilista e patriarcale, prima radice di tutte le altre violenze.

 

6. REPETITA IUVANT. PER SOSTENERE IL CENTRO ANTIVIOLENZA "ERINNA"

 

Per sostenere il centro antiviolenza delle donne di Viterbo "Erinna" i contributi possono essere inviati attraverso bonifico bancario intestato ad Associazione Erinna, Banca Etica, codice IBAN: IT60D0501803200000000287042.

O anche attraverso vaglia postale a "Associazione Erinna - Centro antiviolenza", via del Bottalone 9, 01100 Viterbo.

Per contattare direttamente il Centro antiviolenza "Erinna": tel. 0761342056, e-mail: e.rinna at yahoo.it, onebillionrisingviterbo at gmail.com, sito: http://erinna.it

Per destinare al Centro antiviolenza "Erinna" il 5 per mille inserire nell'apposito riquadro del modello per la dichiarazione dei redditi il seguente codice fiscale: 90058120560.

 

7. ANNIVERSARI. IN MEMORIA DI JESSIE BERNARD, DI ELIZABETH BISHOP, DI FANNIE LOU HAMER, DI ERNESTO LACLAU, DI GERDA WEILER

 

Ricorre oggi, 6 ottobre, l'anniversario della scomparsa di Jessie Bernard (Minneapolis, 8 giugno 1903 - Washington, 6 ottobre 1996), della scomparsa di Elizabeth Bishop (Worcester, 8 febbraio 1911 - Boston, 6 ottobre 1979), della nascita di Fannie Lou Hamer (Montgomery County, 6 ottobre 1917 - Mound Bayou, 14 marzo 1977), della nascita di Ernesto Laclau (Buenos Aires, 6 ottobre 1935 - Siviglia, 13 aprile 2014), della scomparsa di Gerda Weiler (Berlino, 24 dicembre 1921 - Friburgo, 6 ottobre 1994).

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Anche nel ricordo di Jessie Bernard, di Elizabeth Bishop, di Fannie Lou Hamer, di Ernesto Laclau, di Gerda Weiler, proseguiamo nell'azione nonviolenta per la pace e i diritti umani; contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.

Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' e la biosfera.

 

8. LIBRI. MARIA MUTI PRESENTA "L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE" DI MILAN KUNDERA

[Ringraziamo Maria Muti per questo articolo.

Maria Muti e' una collaboratrice del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo.

Su Milan Kundera dalla Wikipedia riprendiamo per estratti la seguente scheda: "Milan Kundera e' uno scrittore, saggista, poeta e drammaturgo ceco naturalizzato francese. Nato a Brno, nell'allora Cecoslovacchia (attualmente nella Repubblica Ceca) il primo aprile del 1929, Kundera studio' letteratura e musica a Praga. Suo padre Ludvik (1891-1971) era direttore dell'Accademia musicale di Brno e un noto pianista. Fin da piccolo Kundera studio' musica, in particolare pianoforte, e la passione per la musica tornera' spesso nei suoi testi letterari. Pubblica le prime poesie ancora adolescente, grazie al cugino Ludvik (di alcuni anni piu' anziano di lui, figura poliedrica nella cultura ceca, poeta uscito negli anni della seconda guerra mondiale dalla costola "surrealista" del gruppo Ra, prosatore, pittore, traduttore dal tedesco e studioso del dadaismo, all'epoca gia' collaboratore di varie riviste letterarie). Dopo aver seguito per un anno (a partire dal 1948) i corsi di letteratura all'Universita' di Praga, Kundera passa alla Scuola di cinema, dove si laurea e dove in seguito terra' corsi di letterature comparate. Nel 1948, ancora studente, si iscrisse al Partito comunista, ma ne fu espulso nel 1950 per via di alcune critiche alla sua politica culturale contenute in una lettera a lui indirizzata da un amico; tuttavia nel 1956 fu riammesso, diventando un punto di riferimento importante nelle discussioni di quegli anni. Nel 1968 si schiero' apertamente a favore della cosiddetta "Primavera di Praga", e fu per questo successivamente costretto a lasciare il posto di docente e, nel 1970, nuovamente espulso dal partito. Nel 1975 emigro' in Francia, dove ha insegnato nelle universita' di Rennes e di Parigi, e dove oggi vive con la moglie Vera Hrabankova'. Nel 1979, a seguito della pubblicazione de Il libro del riso e dell'oblio, gli fu tolta la cittadinanza cecoslovacca. Nel 1981, grazie all'interessamento da parte del presidente francese Francois Mitterrand, ottenne quella francese... Dopo la Primavera di Praga le sue opere sono state proibite in Cecoslovacchia; i suoi romanzi piu' recenti li ha scritti in francese... Tra i molti riconoscimenti: il Prix Medicis nel 1973, l'American Common Wealth Award alla carriera nel 1981, il premio Mondello nel 1978, il Jerusalem Prix nel 1985 e la Legion d'Onore nel 1990. Nel 2011 le sue opere sono state raccolte in due volumi, a cura di Francois Ricard, nella Bibliotheque de la Pleiade, prestigiosa collana della Gallimard dove solo raramente vengono ammessi autori viventi. Tra le opere di Milan Kundera: a) romanzi: in lingua ceca: Lo scherzo (1967), Il valzer degli addii (1972), La vita e' altrove (1973), Il libro del riso e dell'oblio (1978), L'insostenibile leggerezza dell'essere (1984), L'immortalita' (1990); in lingua francese: La lentezza (1995). L'identita' (1997), L'ignoranza (2001), La Festa dell'insignificanza (2013); b) raccolte di racconti: Amori ridicoli (1968); c) saggistica: L'occidente rubato e la tragedia dell'Europa centrale (1983), L'arte del romanzo (1986), I testamenti traditi (1992), Il sipario (2005), Un incontro (2009); d) raccolte di poesia: L'uomo, ampio giardino (1953), L'ultimo maggio (1955, 1961), Monologhi (1965); e) teatro: I proprietari delle chiavi (1962), Una castroneria (1966), Due orecchie, due nozze (1968), Jacques e il suo padrone. Omaggio a Denis Diderot in tre atti (1984); f) scritti vari: in La ferita di Praga. Dalla primavera di Dubcek al rinnovamento di Gorbaciov a cura di Antonio Moscato, Edizioni associate, 1988; Intervista con Milan Kundera, a cura di Christian Salmon, Minimum fax, 1999; Milan Kundera, volume monografico di "Riga", n. 20, a cura di Massimo Rizzante e Marco Belpoliti, Marcos y Marcos, 2002; presentazione a Massimo Rizzante, L'albero. Saggi sul romanzo, Marsilio, 2007, prefazione a Oscar V. Milosz, Sinfonia di novembre e altre poesie, Adelphi, 2008. Scritti su Milan Kundera: Lucio Lombardo Radice, Sul socialismo reale: saggi su Robert Havemann e Milan Kundera, Editori Riuniti, Roma 1990; Maria Nemcova Banerjee, Terminal Paradox: The Novels of Milan Kundera, Boston 1991; Martin Rizek, Comment devient-on Kundera? images de l'ecrivain, ecrivain de l'image, L'Harmattan, Paris 2001; Francois Ricard, Le dernier apres-midi d'Agnes: essai sur l'oeuvre de Milan Kundera, Gallimard, Paris 2003; Francois Ricard legge "Lo scherzo" di Milan Kundera, Metauro, Pesaro 2003; Ilaria Vitali, Aritmetica dell'emigrazione: viaggio nella letteratura dell'esilio e nei problemi della comunicazione attraverso l'opera di Milan Kundera, L'Harmattan Italia, Torino 2003; Kvetoslav Chvatik, Il mondo romanzesco di Milan Kundera, Dipartimento di Scienze filologiche e storiche, Trento 2004; Walter Nardon, La parte e l'intero: l'eredita' del romanzo in Gianni Celati e Milan Kundera, Dipartimento di studi letterari, linguistici e filologici, Trento 2007"]

 

L'autore

Milan Kundera nasce a Brno il primo aprile del 1929. Fin da bambino respira cultura: il padre era un affermato pianista. Studia filosofia a Praga e si laurea presso la facolta' di arti cinematografiche dove poi insegnera' letterature comparate.

Nel 1948 si iscrive al Partito Comunista per poi esserne espulso. E' uno dei protagonisti della Primavera di Praga. All'epoca dei fatti, nel 1968, lo scenario internazionale era quello della guerra fredda. I Paesi dell'Europa dell'Est, tra cui la Cecoslovacchia, erano sottoposti al controllo dell'Unione Sovietica. La Primavera di Praga porta in luce la volonta' del popolo di rompere questo legame con l'Unione Sovietica cercando di attuare una serie di riforme che promuovessero il rispetto della democrazia e delle liberta'. Leader della primavera di Praga e' stato Alexander Dubcek (1921-1992), iniziatore di quello che dagli storici verra' poi chiamato "socialismo dal volto umano".

Kundera aderisce con fervore intellettuale a questo progetto, e per tale ragione successivamente - dopo l'intervento militare sovietico che attua una brutale repressione - perde il lavoro e la cittadinanza cecoslovacca. Si trasferisce in Francia, dove insegna all'universita' e tuttora vive. Le sue opere sono censurate nel suo Paese fino al crollo del sistema sovietico. Nei suoi lavori e' quasi sempre possibile rintracciare una sua visione politica degli eventi di quegli anni e una critica persistente.

Tra le sue opere ricordiamo dapprima alcune raccolte di poesie. Nel 1962 in veste di drammaturgo presenta I proprietari delle chiavi. Ottenne un buon successo con la raccolta di racconti Amori ridicoli (1964). Lo scherzo, suo primo romanzo, risale al 1967, in esso racconta con verve satira cosa fosse il culto di Stalin: questo romanzo, fedele ritratto di quel periodo, l'anno successivo vinse il premio dell'Unione Scrittori Cechi.

Kundera e' conosciuto anche come cultore del romanzo-saggio, miscela dei due generi; di questo tipo risulta essere l'opera L'immortalita' pubblicato la prima volta in Francia nel 1990.

Tra i suoi libri scritti in ceco si ricordano: La vita e' altrove (1969), Il valzer degli addii (1970), Jacques e il suo padrone (1971), Il libro del riso e dell'oblio (1978), L'insostenibile leggerezza dell'essere (1982), L'immortalita' (1988); tra le opere scritte in francese: L'arte del romanzo (1986), I testamenti traditi (1993), La lentezza (1995), L'identita' (1996), L'ignoranza (2000), Il sipario (2004) e Un incontro (2008).

Alcune sue opere sono state insignite di riconoscimenti letterari.

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L'opera

L'insostenibile leggerezza dell'essere e' un'opera intrisa di riferimenti filosofici. Il romanzo si basa sull'idea centrale di Nietzsche dell'eterno ritorno. Secondo tale concetto ogni nostra azione si ripete di continuo: ne consegue che "replicare" le azioni non e' vivere. Per vivere, ci dice Kundera, si dovrebbe avere a disposizione piu' di un'esistenza, per comprendere intimamente il senso dei nostri gesti, poiche' ognuno di noi affronta questo incedere con "il proprio libretto di istruzioni", ma di fatto senza regole prescritte. Si e' impreparati alla vita, ma si puo' essere in ogni caso responsabili. Questa ed altre concezioni filosofiche costituiscono il perno centrale di questo romanzo che spazia non soltanto negli animi dei protagonisti, ma anche nel profilo storico dell'epoca. L'anno e' il 1968, teatro della vicenda Praga e la sua Primavera da una parte, l'invasione militare sovietica dall'altra che mette fine alla Primavera ed impone di nuovo un regime oppressivo. In questo libro si mette in discussione non tanto il comunismo come pensiero politico in se', quanto il comunismo sovietico visto come totalitarismo.

Protagonisti di questa vicenda cinque personaggi e le loro implicazioni affettive.

Tomas. Su di lui Kundera scrive: "L'ho visto alla finestra del suo appartamento, gli occhi fissi al di la' del cortile sul muro della casa di fronte, che non sa che deve fare" (p. 16). Sappiamo che ha un debole per tutte le donne, sappiamo anche che ama profondamente la sua professione di medico chirurgo. Aveva incontrato Tereza nella caffetteria dove lei lavorava. Quasi per scherzo le aveva chiesto di accompagnarlo alla stazione. Il loro incontro duro' circa sessanta minuti. Lei lo aveva visto salire sul treno e dopo circa dieci giorni si presento' da lui a Praga. "Fecero l'amore subito, il giorno stesso" (p. 16), poi le venne la febbre e si trattenne da Tomas circa una settimana in piu'. Poco dopo busso' ancora alla sua porta stavolta per stabilirsi definitivamente in quella casa. Tomas amava Tereza, ma donnaiolo incallito non riusciva in nessun caso a rinunciare alle sue "amicizie erotiche" (p. 23), cosi' come non riusciva a dormire con le sue amanti, bluffava incolpando un'insonnia che non c'era, con Tereza era diverso poiche' l'amava. Reduce da un matrimonio fallito alle spalle e un figlio lasciato in consegna alla madre attirando l'ira dei suoi genitori, Tomas viveva lacerato in due persone: Il Tomas che ama Tereza in una comprensione profonda, "compassione" nel vero senso del termine, e il Tomas che non riesce a rinunciare alle sue amanti, ai suoi vizi erotici, alla sua leggerezza. Il suo teatrino reggeva la scena poiche' alle sue spasimanti dichiarava: "soltanto un rapporto non sentimentale, quando un partner non accampa pretese sulla vita e la liberta' dell'altro, puo' portare la felicita' di entrambi" (p. 23). Cio' che l'attirava delle donne era la loro diversita', con la possibilita' di godere di avventure interessanti. Sara' licenziato dal suo lavoro per aver espresso ad un quotidiano a favore della rivoluzione le sue idee in merito prendendo ad esempio il mito di Edipo. Questo suo scritto sara' strumentalizzato dal regime. Lui resta fedele al suo credo e diventa un lavavetri.

Tereza, bella da togliere il fiato. Nata da un errore che sua madre non manchera' di ricordarle. "Lei cercava di vedere se stessa attraverso il proprio corpo. Per questo stava cosi' spesso davanti allo specchio. E avendo paura di essere sorpresa dalla madre, gli sguardi che dava allo specchio erano il marchio di un vizio segreto. Si guardava a lungo e a volte la contrariava vedere sul proprio viso i tratti della madre" (p. 53). Tereza crede ciecamente nel valore delle coincidenze, ossia negli incontri fortuiti tra le persone. La sua vita "era una lotta con la madre. Era il desiderio di non essere un corpo come gli altri corpi, ma di vedere sulla superficie del proprio viso l'equipaggio dell'anima irrompere dal ventre della nave" (p. 59). Leggeva molto. Nei libri vedeva la possibilita' di migliorare la propria vita. Soffre per le ripetute infedelta' di Tomas, ma reprime il forte sentimento di rabbia e di gelosia dentro di se'. Preferisce l'equilibrio apparente di un matrimonio stabile, basato sostanzialmente sui tradimenti di lui e non esprimera' mai al marito le sue reali emozioni. Lo faranno i suoi incubi. Lei lo ama nonostante tutto ed e' disposta ad accettare ogni atteggiamento di Tomas in nome di questo amore. Trovera' la pace interiore andando a vivere in campagna con lui e Karenin, il cane. La campagna rappresenta per lei una sorta di paradiso, la possibilita' di fuggire dalle brighe cittadine.

Sabina. E' la "femme fatale" di questo romanzo. Di lei sappiamo che e' divorziata e che lavora come pittrice. E' profondamente legata ad una bombetta lasciatale in eredita' dal nonno. E' un'idealista convinta la cui indole tuttavia e' quella di tradire repentinamente. Ci si potrebbe azzardare a dire che incarna il corrispettivo femminile di Tomas e l'esatto opposto di un altro coprotagonista e suo amante anche lui, Franz. La sua natura ribelle le fa guardare con sospetto non al comunismo in se' come pensiero politico che invece trova piu' che corretto per la societa' in cui vive, bensi' al comunismo totalitario che ordina e impone delle norme a cui lei sente di non dover adempiere come richiesto. E' innamorata di Franz e questo la spaventa. In bilico costante tra la sua "leggerezza" fatta dagli incontri con diversi amanti e quella che per lei e' la "pesantezza", ossia la possibilita' di amare intimamente e profondamente un uomo solo. Scettica verso ogni forma di estremismo per questa e altre ragioni si stabilira' negli Stati Uniti. A proposito di lei, in merito a cosa pensa sul tradimento, possiamo leggere: "Tradire significa uscire dai ranghi e partire verso l'ignoto. Sabina non conosceva niente di piu' bello che partire verso l'ignoto" (p. 104). Ogni personaggio in questo romanzo ha una missione. Sabina si ribella sempre. Si mette continuamente in discussione, ma evita alcune sue verita' per timore di restarne incastrata, intrappolata. Fugge sempre e la maggior parte delle volte da se'. Non accetta per se stessa l'eventualita' di una relazione stabile sebbene la desideri intensamente.

Franz. Marito e padre di famiglia. Ingegnere di professione. Mente brillante, carriera in ascesa. Ricerca nelle donne l'ideale materno da cui nonostante lo scorrere del tempo non riesce a staccarsi: per questo sposa una donna che non ama. Innamoratissimo di Sabina vorrebbe vivere con lei alla luce del sole noncurante della sua distanza emotiva. Onesto, chiaro, sincero, e' dilaniato anche lui come gli altri personaggi. Da una parte sa che l'amore per sua moglie e' finito da molto, o meglio, forse non c'e' mai stato. Dall'altra sa che proprio in ragione di questa sua onesta' non puo' negare a se stesso ne' di essere sposato, ne' di amare fisicamente e realmente Sabina. Su di lui Kundera scrive: "Franz aveva studiato a Parigi e poiche' era straordinariamente dotato, gia' a vent'anni aveva davanti a se' una carriera scientifica assicurata. Voleva uscire dalla propria vita come da un appartamento si esce in strada" (p. 122), e prosegue: "Potrei metterla in un altro modo: a Franz la vita tra i libri pareva irreale. Desiderava fortemente la vita reale, il contatto con l'altra gente che gli camminava a fianco, le loro grida" (p. 113). Non riesce, al contrario di Sabina, a vivere nella menzogna. Per questa ragione alla moglie racconta le sue verita' cosi' da essere lasciato da quest'ultima. Sabina pero' si spaventa proprio perche' intuisce la possibilita' di un legame affettivo stabile, e sparisce anche lei dalla sua esistenza lasciandolo amareggiato. Franz amera' ancora altre donne. Franz pero' amera' sempre Sabina. La donna per cui lui ha deciso di essere del tutto onesto con se' e la societa'. Franz fara' di Sabina, nonostante la lontananza e l'assenza di lei, il centro della sua esistenza. Questa sua malinconia e ricordo della felicita' perduta lo condurra' alla morte.

Karenin. E' il cane di Tereza e Tomas. Genuino, gioioso. Nel romanzo incarna il sentimento dell'amore puro e vero che un uomo puo' ricevere da un altro essere, un amore disinteressato. E' l'amico fedele di Tereza, colui che le resta accanto in ogni momento. Colui che vive le sue lacrime. Ha l'abitudine di farsi coccolare e accudire dalla sua padrona anche con il panino che lei gli offre durante i loro giri quotidiani. Vuole bene anche a Tomas, ma lo guarda con sospetto. Tomas infatti decise di prendere Karenin per permettere a Tereza di occuparsi di qualcuno nei periodi in cui lui era impegnato con altre donne. Quando morira' lascera' Tereza nello sconforto.

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L'invito

"I personaggi del mio romanzo sono le mie proprie possibilita' che non si sono realizzate. Per questo voglio bene a tutti allo stesso modo e tutti allo stesso modo mi spaventano. Ciascuno di essi ha superato un confine che io ho solo aggirato. E' proprio questo confine superato (il confine oltre il quale finisce il mio io) che mi attrae. Al di la' di esso incomincia il mistero sul quale il romanzo si interroga. Un romanzo non e' una confessione dell'autore, ma un'esplorazione di cio' che e' la vita umana nella trappola che il mondo e' diventato" (p. 239).

Se questo libro e' divenuto un cult letterario forse piu' di un motivo c'e'. Racconta il risultato del regime totalitario sul modo che le persone hanno di considerare se' stesse all'interno del sistema e del mondo. Questo libro ci invita a riflettere su come vogliamo diventare. Ci invita a pensare anche a quali siano gli effetti che la storia ha su di noi. Quale sia il suo impatto. Ogni personaggio coinvolto nei marasmi affettivi riguarda tutti noi. Quasi a turno abbiamo vissuto queste vite. Quasi certamente nella vita abbiamo avuto l'ebbrezza di Tomas, il suo egoismo e la sua lucidita' nel tenere saldi i suoi principi. Ci sara' capitato piu' di una volta di non sapere bene come agire. Piu' di una volta abbiamo preso con coraggio decisioni che magari, per gli altri, non si sono rivelate buone, ma abbiamo continuato. Non ci siamo arresi.

Ognuno di noi e' Tereza ogni volta che non si accetta una data situazione, ma si e' comunque costretti a viverla. Siamo come lei ogni volta che non esprimiamo un sentimento perche' doloroso.

Siamo Sabina tutte le volte che viviamo d'istinto consapevoli che non siamo solo istinto. Consci del fatto che anche ad essere ribelli, e intendo in tutto, bisogna essere responsabili. Come lei ci sara' capitato di comprendere che la scelta di non appartenenza a qualcosa o qualcuno e' comunque frutto di un percorso personale. Essere liberi significa essere ragionevoli.

Siamo Franz quando vogliamo la verita' per noi stessi e le persone che amiamo, e una volta ottenuta, siamo pronti ad accettarne tutte le conseguenze.

Karenin invece ci ricorda che l'amore puro non ha contrappesi, ne' interessi da tutelare.

Questo romanzo ci insegna l'unicita' di ogni essere umano nel rispetto delle sue scelte e delle sue sfumature. Non si puo' fuggire sempre, cosi' come non si puo' controllare sempre tutto.

Nella sua unicita' ogni persona nasce libera, nel rispetto degli altri, cio' che costruira' in questa vita dipende da lei. Sta a lei prendere coscienza di questa peculiarita'.

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Maurilio Felici (a cura di), Augusto e l'Alto Impero, Rcs, Milano 2015, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Maurilio Felici (a cura di), Diocleziano e la caduta dell'impero romano, Rcs, Milano 2015, pp. 168, euro 5,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

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Riletture

- Gaston Bachelard, L'air et les songes. Essai sur l'imagination du mouvement, Librairie Jose' Corti, 1943, Librairie generale francaise, Paris 1992, pp. 352.

- Gaston Bachelard, La psychanalyse du feu, Gallimard, Paris 1949, 1994, pp. 192.

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Riedizioni

- Massimo Franco, Imperi paralleli. Vaticano e Stati Uniti: due secoli di alleanza e conflitto, Mondadori, Mialno 2005, Rcs, Milano 2015, pp. 288, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera).

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 2128 del 6 ottobre 2015

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XVI)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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