Nonviolenza. Femminile plurale. 435



 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Supplemento del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 435 del 20 luglio 2013

 

In questo numero:

1. "Donne, resistenza e rivoluzione". Un incontro di studio a Viterbo

2. Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

 

1. INCONTRI. "DONNE, RESISTENZA E RIVOLUZIONE". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO

 

Si e' svolto la mattina di sabato 20 luglio 2013 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" un incontro di studio basato sul libro di Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione (Women, Resistance and Revolution, 1972; trad. it. Einaudi, Torino 1976).

Nel corso dell'incontro e' stato riassunto il contenuto dell'opera e ne sono stati letti e commentati alcuni brani.

L'opera storica di Sheila Rowbotham costituisce un contributo fondamentale per la ricostruzione delle esperienze e delle riflessioni del movimento di liberazione delle donne.

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Sheila Rowbotham, nata a Leeds nel 1943, insegnante alla Workers' Education Association, impegnata nel Women's Liberation Workshop, e' una prestigiosa intellettuale socialista e femminista. Opere di Sheila Rowbotham: in italiano: Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976; Esclusa dalla storia, Editori Riuniti, Roma 1977; in inglese: Women's Liberation and the New Politics, 1969; Women, Resistance and Revolution, 1973; Woman's Consciousness, Man's World, 1973; Hidden from History: 300 years of Women's Oppression and the Fight against it, Pluto, 1973; New World for Women: Stella Browne, Socialist Feminist, Pluto, 1977; Dutiful Daughters: Women Talk About Their Lives, con Jean McCrindle, Viking, 1977; The Past is Before Us: Feminism in Action since the 1960s, Harper Collins, 1989;  Dignity and Daily Bread: New Forms of Economic Organization Among Poor Women in the Third World and the First, con Swasti Mitter, Routledge, 1993; Women in Movement: Feminism and Social Action, Routledge, 1993; Homeworkers Worldwide, Merlin Press, 1993; Women Encounter Technology: Changing Patterns of Employment in the Third World, con Swasti Mitter, Routledge, 1997; A Century of Women: The History of Women in Britain and the United States, Viking, 1997; Threads Through Time: Writings on History and Autobiography, Penguin, 1999; Promise of a Dream: Remembering the Sixties, Verso, 2000; Looking at Class: Film Television and the Working Class in Britain, con Huw Beynon, River Oram Press, 2001; Women Resist Globalization; Mobilizing for Livelihood and Rights, con Stephanie Linkogle, Zed Books, 2001; Edward Carpenter. A Life of Liberty and Love, Verso, 2008. Opere su Sheila Rowbotham: cfr. il fascicolo n. 14/1980 di "Nuova  dwf", monografico sul tema Femminismo/socialismo partiti/movimento, che contiene ampi brani di un saggio della Rowbotham, tre interventi su di esso di Margherita Repetto, Giovanna Fiume, Mariella Gramaglia, ed altri materiali.

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Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso ancora una volta il loro sostegno a varie iniziative di pace, di solidarieta' e per i diritti:

a) all'iniziativa contro i cacciabombardieri F-35 e le navi da guerra del programma Fremm; iniziativa che deve proseguire anche dopo lo sciagurato voto del Senato il 16 luglio;

b) all'iniziativa per la cessazione immediata della illegale ed insensata partecipazione italiana alla guerra in corso in Afghanistan;

c) all'appello allo sciopero delle donne contro il femminicidio;

d) all'appello per l'asilo ad Edward Snowden;

e) alla richiesta di liberazione di Bradley Manning;

f) all'impegno affinche' siano abolite al piu' presto le infami misure razziste imposte da precedenti governi golpisti: ed in particolare affinche':

- sia rispettata la Costituzione della Repubblica Italiana che all'articolo 2 afferma che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" e all'articolo 10 afferma che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica";

- cessi la persecuzione dei migranti;

- sia abolito il cosiddetto "reato di clandestinita'";

- siano aboliti i campi di concentramento;

- siano abolite le deportazioni;

- cessi la schiavitu';

- sia consentita la libera circolazione di tutti gli esseri umani sull'unico pianeta casa comune dell'umanita' intera;

- sia legiferato subito che ogni persona ha diritto a votare nel luogo in cui vive, lavora, paga le tasse, contribuisce al bene comune;

- sia legiferato subito che ogni persona che e' nata in Italia deve avere i diritti di ogni persona che e' nata in Italia.

Le persone partecipanti all'incontro hanno altresi' espresso profonda gratitudine e persuasa solidarieta' alla ministra Cecile Kyenge e pieno sostegno al suo impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Ugualmente hanno espresso gratitudine e solidarieta' anche alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini, e formulato l'auspicio che essa possa essere la prossima Presidente della Repubblica.

 

2. INIZIATIVE. SCIOPERIAMO. PER FERMARE LA CULTURA DELLA VIOLENZA

[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello che abbiamo ricevuto alcune settimane fa da Barbara Romagnoli (per contatti: duepunti2 at yahoo.it) e dal centro interculturale "Trama di terre" (per contatti: info at tramaditerre.org). Per contattare le promotrici dell'appello e aderire ad esso: scioperodonne2013 at gmail.com]

 

Scioperiamo. Per fermare la cultura della violenza

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Alla presidente della Camera, Laura Boldrini

Alla ministra delle Pari Opportunita', Josefa Idem

Alla segretaria della Confederazione Generale del Lavoro, Susanna Camusso

A tutte le donne delle istituzioni, delle arti e dei mestieri

A tutte noi

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Pensavamo che l'uccisione di Fabiana, bruciata viva dal fidanzato sedicenne, esprimesse un punto di non ritorno. Invece no. L'insulto che e' stato rivolto alla ministra Cecile Kyenge - da un'altra donna - dice molto piu' di quanto non vogliamo ammettere. E di fronte ad una violenza verbale simile, non ci sono scuse o giustificazioni che tengano. Noi non siamo mai state silenziose, abbiamo sempre denunciato questi fatti, le violenze fisiche e quelle verbali. Ma non basta.

Non basta piu' il lavoro dei centri antiviolenza, fondamentale e prezioso. E non bastano le promesse di leggi che neanche arrivano. La ratifica della convenzione di Istanbul? Un passo importante, ma bisogna aspettare e aspettare. E noi non vogliamo piu' limitarci a lanciare appelli che raccolgono migliaia di firme ma restano solo sulla carta; a proclamarci indignate per una violenza che non accenna a smettere; a fare tavole rotonde, dibattiti politici, incontri. Adesso chiediamo di piu'.

Chiediamo di poter vivere in una societa' che vuole realmente cambiare la cultura che alimenta questa mentalita' maschilista, patriarcale, trasversale, acclarata e spesso occulta, che noi riteniamo totalmente responsabile della mancanza di rispetto per le donne, e che non fa nulla per fermare questo inutile e doloroso femminicidio italiano.

Chiediamo che la parola femminicidio non venga piu' sottovalutata, svilita, criticata. Perche' racconta di un fenomeno che ancora in troppi negano, o che sia qualcosa che non li riguarda. O addirittura che molte delle donne uccise o violate, in fondo in fondo, qualche sbaglio lo avevano fatto. Quanta disumanita' nel non voler vedere il nostro immenso lavoro, quello pagato e quello non pagato, il lavoro di cura e riproduttivo, il genio, la creativita', il ruolo multiforme delle donne.

Chiediamo di fermarci. A tutte: madri, sorelle, figlie, nonne, zie, compagne, amanti, mogli, operaie, commesse, maestre, infermiere, badanti, dirigenti, fornaie, dottoresse, farmaciste, studentesse, professoresse, ministre, contadine, sindacaliste, impiegate, scrittrici, attrici, giornaliste, registe, precarie, artiste, atlete, disoccupate, politiche, funzionarie, fisioterapiste, babysitter, veline, parlamentari, prostitute, autiste, cameriere, avvocate, segretarie.

Fermiamoci per 24 ore da tutto quello che normalmente facciamo. Proclamiamo uno sciopero generale delle donne che blocchi questo maledetto paese. Perche' sia chiaro che senza di noi, noi donne, non si va da nessuna parte. Senza il rispetto per la nostra autodeterminazione e il nostro corpo non c'e' societa' che tenga. Perche' la rabbia e il dolore, lo sconforto e l'indignazione, la denuncia e la consapevolezza, hanno bisogno di un gesto forte.

Scioperiamo per noi e per tutte le donne che ogni giorno rischiano la loro vita. Per le donne che verranno, per gli uomini che staranno loro accanto.

Unisciti a noi, firma e diffondi questo appello. Insieme, poi, decideremo una data.

scioperodonne2013 at gmail.com

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Barbara Romagnoli (giornalista freelance)

Adriana Terzo (giornalista freelance)

Tiziana Dal Pra (presidente del centro interculturale Trama di Terre)

 

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NONVIOLENZA. FEMMINILE PLURALE

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Numero 435 del 20 luglio 2013

 

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