Telegrammi. 1340



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 1340 del 19 luglio 2013

Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it , centropacevt at gmail.com

 

Sommario di questo numero:

1. Da una lettera a un amico, sui compiti dell'ora

2. Peppe Sini: Cinque note di commento al frammento che precede

3. La "Carta" del Movimento Nonviolento

4. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. DA UNA LETTERA A UN AMICO, SUI COMPITI DELL'ORA

 

... forse l'epoca dell'impunita' berlusconiana sta finendo, e questo potrebbe riaprire finalmente una dialettica democratica decente nel nostro paese dopo vent'anni di orrori (ma questo esito e' evidentemente tutt'altro che scontato). Penso che sarebbe non solo opportuno, ma necessario ed urgente che le persone amiche della nonviolenza svolgessero un ruolo attivo in questo frangente in vista della possibilita' della caduta del governo e di nuove elezioni politiche anticipate.

Come sai, credo che sia necessario che la nonviolenza si faccia anche programma di governo delle istituzioni democratiche; che le persone amiche della nonviolenza si pongano l'obiettivo di essere presenti in quanto tali in parlamento; che la nonviolenza diventi per cosi' dire la lingua comune e l'asse teorico-pratico della cultura e dell'azione del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, diventi il programma politico concreto e adeguato della sinistra necessaria alla distretta presente.

... credo che sarebbe necessario che almeno la parte capitiniana dell'area nonviolenta in Italia (la parte capitiniana: quindi costitutivamente liberalsocialista, indipendente di sinistra, e caratterizzata dalla "carta ideologico-programmatica del Movimento Nonviolento" presa sul serio) svolga un ruolo politico autonomo ed egemonico, di orientamento e di organizzazione del fronte democratico (un ruolo politico: Gandhi non esito' a porsi a capo del Partito del Congresso quando gli sembro' necessario) in questa crisi che tra molte orribili cose e' tuttavia anche una opportunita' di cambiamento da non delegare a un ceto politico e burocratico che ha dato cosi' pessima prova ne' agli apprendisti stregoni (ed ai loro idolatri) che veramente non sanno quel che dicono.

Mi rendo conto che scriverti della necessita' che la "sinistra della nonviolenza" (e quindi altresi' necessariamente femminista, ecologista, socialista e libertaria) svolga un ruolo attivo e propositivo nel costruire l'ampio fronte elettorale democratico che alle prossime elezioni possa finalmente sconfiggere il blocco della destra eversiva berlusconiana, e sollecitare che il Movimento Nonviolento abbia una funzione promotrice di questo tentativo, puo' dar l'impressione di voler caricare il Movimento Nonviolento di un peso enorme e forse insostenibile, ma ci sono momenti in cui occorre decidersi a tentare anche le imprese che sembrano impossibili, poiche' solo cosi' se ne schiude la possibilita'.

Occorrerebbe cominciare a lavorarci ora. Ovviamente mi rendo conto che questo impegno avrebbe una serie di pesanti implicazioni, tra cui, e senza infingimenti: una esplicita finalita' di presentazione elettorale autonoma dell'area nonviolenta all'interno di una coalizione democratica la piu ampia possibile, coalizione che potrebbe essere tenuta insieme dal comune riferimento alla democrazia come metodo e come sistema e alla Costituzione della Repubblica Italiana; coalizione di cui l'area nonviolenta dovrebbe farsi decisa promotrice sapendo che essa sara' composta di molte e molto rilevanti diversita' (per dirlo chiaro: qualcosa come il Cln nella Resistenza antifascista); e quindi richiederebbe tutta quella congerie di incontri e trattative, gravami organizzativi ed attivita' di coagulo e di confronto, formative e comunicative, deliberative ed operative, peculiari e faticosissime; e che quindi potrebbe mettere in difficolta' la preparazione stessa di altre iniziative (dato che immediatamente scatterebbe da parte dei mascalzoni e degli ipocriti l'accusa di "strumentalizzazione" per ogni iniziativa, anche la piu' limpida e benefica ed inclusiva).

Mi rendo conto di tutto cio'. E tuttavia mi sembra comunque necessario e urgente ragionarci seriamente; la situazione italiana (politica, economica, sociale, culturale) e' tale che credo che siamo giunti a un "momento di verita'", a una prova ineludibile: hic et nunc la nonviolenza organizzata e' chiamata a dare un contributo ancor piu' consistente al bene comune, un contributo che mi sembra possa essere decisivo, e che per essere tale deve essere anche tempestivo (se non altro per contrastare derive irrazionaliste, violentiste, razziste e totalitarie)...

In poche parole e senza avere adesso il tempo di articolare in modo piu' adeguato il ragionamento, questo e' cio' che in questo  momento mi sembra piu' urgente discutere tra persone amiche della nonviolenza...

 

2. MATERIALI. PEPPE SINI: CINQUE NOTE DI COMMENTO AL FRAMMENTO CHE PRECEDE

 

I. Non ci si puo' girare intorno: si puo' sconfiggere Berlusconi alle prossime elezioni solo se si coalizza tutto il campo antifascista democratico. Chi non si pone questo obiettivo aiuta nei fatti lo schieramento golpista, razzista, maschilista, schiavista, filomafioso e neofascista berlusconiano.

II. Della coalizione di tutto il campo antifascista democratico deve essere parte integrante e caratterizzante la sinistra della nonviolenza, femminista ed ecologista, socialista e libertaria.

III. Il programma comune della coalizione del campo antifascista democratico - basato sui principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana scaturita dalla Resistenza e sulle inequivocabili indicazioni della Dichiarazione universale dei diritti umani - deve essere concentrato su pochi punti condivisi concernenti precisi atti legislativi e concreti interventi amministrativi, poiche' e' nella natura di una coalizione cosi' ampia e con caratteri di emergenza ovvero di "salvezza comune" che solo su pochi punti sia raggiungibile un consenso persuaso ed operativo; su tutti gli altri ogni componente rinviera' alla immediatamente successiva dialettica parlamentare ed alla prevedibilmente rapida evoluzione della situazione sociale e culturale il confronto e il conflitto.

IV. E' indispensabile che nel programma comune della coalizione di tutto il campo antifascista democratico vi sia un esplicito, concreto, cogente riferimento alla nonviolenza.

V. E' indispensabile che nel proprio programma la sinistra della nonviolenza rechi come qualificanti ed irrinunciabili i quattro punti della Carta del Movimento Nonviolento:

"1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo".

 

3. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

4. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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