Archivi. 160



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Numero 160 del 6 aprile 2013

 

In questo numero:

1. Alcuni testi del mese di ottobre 2008 (parte prima)

2. Chi teme che la gente di Vicenza

3. Luce Fabbri come educatrice

4. Vicenza dunque il 5 ottobre vota

5. Domenica 5 ottobre a Vicenza si svolge la consultazione popolare autogestita

6. La balena nella vasca da bagno

7. Due cose, che sono una

8. La sola sinistra possibile, e necessaria

9. Solidali con la popolazione vicentina impegnata il 5 ottobre nel referendum autogestito cittadino per la pace e la democrazia

10. Per Vicenza e per l'umanita'

11. Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza

12. In un giorno di festa i vicentini

13. Oggi a Vicenza si vota

14. Per Marco Bemporad

15. La ferita

16. Una postilla

17. Gli assassini e i loro complici

18. Le due maschere

19. La rimozione

20. Fermare la guerra, tornare al diritto internazionale e alla legalita' costituzionale

21. Da Capitini, a quarant'anni dalla scomparsa

22. Degli altri il sangue ed il silenzio nostro

23. Per contrastare il surriscaldamento del clima occorre anche ridurre il trasporto aereo

24. Presenza di Aldo Capitini

25. L'opera e l'ora di Aldo Capitini

26. Contro la guerra, contro il razzismo

27. La pace si costruisce col disarmo e la smilitarizzazione

28. 4 novembre non festa ma lutto

29. Per Vittorio Foa

30. Il clima

31. La cabina di regia di un film gia' visto: La stangata

 

1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI OTTOBRE 2008 (PARTE PRIMA)

 

Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di ottobre 2008.

 

2. CHI TEME CHE LA GENTE DI VICENZA

 

"E altro e' da veder che tu non vedi"

(Dante, Inf., XXIX, 12)

 

Chi teme che la gente di Vicenza

faccia valere verita' ed amore,

chi teme che virtu' d'intelligenza

esprima la pieta' che nutre il cuore,

 

chi teme che vinca la nonviolenza

e fermi il seme di nuovo dolore,

vorrebbe or cancellare la presenza

di una viva citta', strappare il fiore

 

del vivere civile e solidale,

negando liberta' e democrazia

vorrebbe che ci si arrendesse al male.

 

Ma non sara' cosi', lunga e' la via

ma vincera' la scelta naturale

di chi vuol pace e bene. E cosi' sia.

 

3. LUCE FABBRI COME EDUCATRICE

 

Illuminava tutto quella luce

e quella luce era Luce Fabbri

dell'anarchia memoria, storia, volto

e della nonviolenza.

 

Contrasto' sempre il male e sempre volle

giustizia e liberta'. Insegno' sempre

la scienza e la coscienza, e degli oppressi

sempre fu voce, e braccio, e intelligenza.

 

Illuminava tutto quella luce

e quella luce era Luce Fabbri.

 

4. VICENZA DUNQUE IL 5 OTTOBRE VOTA

 

Vicenza dunque il 5 ottobre vota

e se i potenti dicon che non vale

Vicenza ancora il 5 ottobre vota

che la democrazia non fa mai male

 

e il 5 ottobre si' Vicenza vota

poiche' questa e' la regola legale

e il 5 ottobre ecco Vicenza vota

perche' e' logico, e' giusto, ed e' normale.

 

Per dire si' alla pace e si' al diritto

il 5 ottobre si vota a Vicenza

per impedire un sordido delitto

 

il 5 ottobre il popolo a Vicenza

dira' la sua, e non restera' zitto

il 5 ottobre ogni cuore a Vicenza.

 

5. DOMENICA 5 OTTOBRE A VICENZA SI SVOLGE LA CONSULTAZIONE POPOLARE AUTOGESTITA

 

Domenica 5 ottobre a Vicenza si svolge una consultazione popolare autogestita di grandissima rilevanza morale e civile.

Come e' noto, il quesito e' il seguente: "E' Lei favorevole alla adozione da parte del consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di indirizzo politico-amministrativo, di una deliberazione per l'avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa sdemanializzazione, dell'area aeroportuale 'Dal Molin' - ove e' prevista la realizzazione di una base militare statunitense - da destinare ad usi di interesse collettivo salvaguardando l'integrita' ambientale del sito?".

Una improvvida e scandalosa sentenza del Consiglio di Stato, su sollecitazione della lobby bellicista, ha preteso di destituire di valore una consultazione che resta non solo legittima ma necessaria.

Cosicche' la consultazione si fara', in forma autogestita.

*

Tutti i vicentini - noi li preghiamo - votino, sapendo che il loro voto e' un atto di responsabilita' e di amore non solo verso la loro citta' ma verso l'umanita' intera stanca di guerre e di stragi, stanca di armi che sempre sono puntate contro esseri umani, stanca di una militarizzazione del mondo e della vita che la vita e il mondo devastano. Si' alla pace, si' alla democrazia.

E tutti i non vicentini che conoscono persone a Vicenza - noi li preghiamo - telefonino loro per chiedere il loro impegno per la pace, la democrazia, la legalita', chiedano loro di votare, di votare per l'umanita' intera contro la guerra, i suoi strumenti e i suoi apparati. Si' alla pace, si' alla democrazia.

*

Vi e' una sola umanita'. Vi e' un solo mondo.

La guerra e' nemica dell'umanita'.

 

6. LA BALENA NELLA VASCA DA BAGNO

 

Voler realizzare un mega-aeroporto nel cuore dell'area termale del Bulicame devastando per sempre un bene naturalistico, storico-culturale, terapeutico e sociale, economico e simbolico peculiare e insostituibile.

Voler realizzare questo mega-aeroporto a ridosso di popolosi quartieri della citta' di Viterbo aggredendo cosi' violentemente la salute e il benessere di migliaia di cittadini (il disastro di Ciampino insegna).

Voler realizzare questo mega-aeroporto infischiandosene dei vincoli paesaggistici, delle emergenze archeologiche, delle vocazioni e delle attivita' produttive locali, delle norme di legge europee e italiane, dei diritti dei cittadini, dei bisogni e dei problemi del territorio, dell'esigenza di un'amministrazione responsabile e di una corretta gestione dei fondi pubblici.

Voler realizzare a tutti i costi questo mega-aeroporto pur sapendo che e' un crimine e una follia.

*

La lobby politico-affaristica che a fini speculativi, o perche' persa in deliri fantascientifici o perche' narcotizzata dalle sue stesse mistificazioni, vuole realizzare quest'opera dissennata sa anch'essa che non solo vuol fare una cosa iniqua, ma anche una cosa impossibile.

Realizzare a Viterbo un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma e' come voler mettere una balena in una vasta da bagno.

*

Nella Grecia classica vi era una parola precisa per designare questa incapacita' di riconoscere i limiti, questa dismisura, questo oltraggio, questo violare la natura e la giustizia, questa tracotanza che solo produce frutti nefasti, che solo provoca effetti catastrofici: quella parola e' "hybris".

 

7. DUE COSE, CHE SONO UNA

 

In questa antica citta' da mesi e mesi ormai si sono infittite le aggressioni squadriste di un gruppuscolo di picchiatori nazisti. Ormai tante ragazze e tanti ragazzi non possono piu' entrare in certi bar e gelaterie, non possono piu' passare per certe strade del centro, non possono piu' passeggiare a tarda sera, perche' hanno paura di essere aggrediti, picchiati, massacrati.

Il sindaco di questa antica citta' emana un'ordinanza "per la sicurezza" che sulle aggressioni naziste ovviamente sorvola, ed invece reca sadici interventi per perseguitare i poveri, per impedire la carita', per costringere chi e' nel bisogno a nascondersi, ad aver paura delle pubbliche istituzioni che invece dovrebbero proteggerlo, assisterlo, aiutarlo.

*

Oltre vent'anni fa - lo ho raccontato tante volte, lo faccio una volta di piu' - quando coordinavo la campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano, cercavo di spiegare che l'apartheid non era un esotico residuo del passato: era una grave minaccia per il nostro comune futuro; e cosi' la nostra solidarieta' con le sorelle e i fratelli che in Sudafrica lottavano per abbattere il regime della segregazione razziale, era in realta' il riconoscimento che loro stavano lottando anche per noi, per la nostra liberta', per il nostro futuro; e quella nostra solidarieta' era quindi in realta' un gesto di gratitudine.

Poi l'apartheid in Sudafrica almeno in ambito legislativo e istituzionale e' stato sconfitto, ma da anni tragicamente dilaga su scala planetaria; giorno dopo giorno la furia razzista si va espandendo e consolidando in Europa e in Italia. In questa attuale situazione ancora piu' necessario ed urgente mi sembra contrastare sia la violenza dei picchiatori da strada, sia la violenza dei manipoli che bivaccano nelle istituzioni e che il razzismo stanno introducendo nella legislazione e nell'amministrazione, negli atti e nei comportamenti degli stessi pubblici ufficiali.

*

Il truce teppista nazista che ti aspetta per strada brandendo la lama, e il pubblico amministratore che ridanciano scatena la caccia al povero e all'oppresso - trovando subito zelanti esecutori -, ebbene, vestono diversamente, parlano diversamente, si presentano diversamente, ma la loro azione segue una medesima scellerata logica.

Quelle azioni - il pestaggio brutale e l'ordinanza persecutoria (o la delibera, il regolamento, la circolare, il decreto, la legge razzista) - sembrano due cose diverse: ed invece vi e' tra esse una sostanziale continuita'.

 

8. LA SOLA SINISTRA POSSIBILE, E NECESSARIA

 

La sola sinistra possibile, e necessaria, e' la sinistra che sceglie la nonviolenza.

*

E dire la sinistra che sceglie la nonviolenza significa, qui e adesso, una sinistra femminista ed ecologista, socialista e libertaria, antimafia e antirazzista, disarmista e antimilitarista, della sobrieta' e della cura, polifonica e relazionale, che difende i diritti umani e la biosfera, che contrasta ogni violenza senza riprodurla.

*

Proprio perche' la situazione e' cosi' grave, occorre proporre le ragioni della nonviolenza nella loro radicalita'.

Proprio perche' i poteri criminali sono all'assalto occorre contrapporre la resistenza piu' ferma, la piu' nitida e la piu' intransigente: la resistenza nonviolenta.

Proprio perche' in Europa rinasce il fascismo occore contrapporre ad esso l'antifascismo piu' consapevole, il piu' nitido e il piu' intransigente: l'antifascismo nonviolento.

Proprio perche' grande e' la confusione delle lingue occorre ricostruire una semplicita' e una chiarezza che tutti gli esseri umani raggiunga ed abbracci in colloquio corale: la semplicita' e la chiarezza della nonviolenza.

Proprio perche' i poteri dominanti cosi' intensamente opprimono e devastano e corrompono beni ed istituti, cose e pensieri, rapporti e vissuti, ed infine e soprattutto persone e popoli, occorre proporre ed agire la politica del principio responsabilita', la politica del camminare eretti, la politica del riconoscimento di umanita', la politica della sollecitudine per il bene di tutti: la politica della nonviolenza.

 

9. SOLIDALI CON LA POPOLAZIONE VICENTINA IMPEGNATA IL 5 OTTOBRE NEL REFERENDUM AUTOGESTITO CITTADINO PER LA PACE E PER LA DEMOCRAZIA

 

Il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti esprime la sua persuasa gratitudine e la sua piena solidarieta' alla popolazione vicentina che il 5 ottobre partecipera' allo svolgimento del referendum autogestito cittadino sulla destinazione dell'area su cui alcuni irresponsabili potentati hanno espresso lo sciagurato intendimento di consentire la realizzazione di una base militare di una potenza straniera, base militare intesa a contribuire alla spirale di guerra globale che sta minacciando l'umanita' intera.

*

Con la consultazione popolare del 5 ottobre la cittadinanza vicentina, nel legittimo e doveroso esercizio della democrazia nelle modalita' previste dall'ordinamento vigente, esprimera' una volonta' di cui e' doveroso per tutti gli organi dello stato tener conto.

Va apprezzato l'impegno del Comune di Vicenza a far si' che la cittadinanza possa esprimere la sua opinione in modo civile e democratico, legittimo e trasparente, coerentemente con quanto stabilito dalla Costituzione della Repubblica Italiana che esplicitamente afferma che la sovranita' appartiene al popolo.

E' invece sconcertante e vaniloquente la sentenza del Consiglio di stato che ha accolto la speciosa e grottesca obiezione di una lobby che vuole impedire che i cittadini si pronuncino; nessuno ignora che e' prerogativa di tutte le istituzioni democratiche promuovere la consultazione della popolazione; nessuno ignora che il parere della cittadinanza vicentina direttamente e liberamente espresso, sebbene possa essere ritenuto non vincolante stricto sensu per altri organi dello stato, e' tuttavia elemento di fondamentale importanza in merito alla destinazione d'uso di aree ricadenti nel territorio ove quella popolazione risiede; nessuno ignora che l'ordinamento giuridico italiano riconosce, difende e promuove i diritti soggettivi e i legittimi interessi dei cittadini come singoli e come collettivita'. Pertanto il parere del Consiglio di stato in questa circostanza sembra essere un monstruum giuridico palesemente irricevibile.

*

La consultazione popolare a Vicenza il 5 ottobre si terra': come e' giusto e come e' doveroso; in forma autogestita dai cittadini e con l'autorevole conferma della disposizione all'ascolto della volonta' popolare da parte della massima autorita' cittadina.

La consultazione popolare a Vicenza dira' se la popolazione vicentina vorra' esercitare, in prima persona e per mezzo degli istituti e delle istituzioni competenti, il diritto-dovere di difendere il territorio, la qualita' della vita, la salute, la sicurezza, i diritti soggettivi e i legittimi interessi - beni giuridicamente riconosciuti e protetti - sia dell'attuale cittadinanza sia delle generazioni future.

*

La realizzazione della nuova base militare americana "Dal Molin" si configura come opera palesemente in conflitto con la Costituzione della Repubblica Italiana.

La procedura decisionale sin qui seguita per imporre tale opera si configura come illecita oltre che irrituale.

Gli esiti concreti dell'opera sono tali da giustificare un inoppugnabile diniego da parte della massima autorita' sanitaria locale come da parte delle altre magistrature ed istituzioni che verranno ulteriormente adite in merito.

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Non solo per tutelare la citta' di Vicenza, ma per difendere l'umanita' intera dal flagello della guerra, e' necessario che domenica 5 ottobre emerga una volta di piu' la volonta' di pace, di democrazia e di legalita' nel referendum consultivo che si tiene in quella citta'.

Che prevalga nitido e corale un forte e consapevole si' alla pace, si' alla democrazia, si' alla legalita'.

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Alla popolazione vicentina impegnata per la pace, la democrazia e la legalita', per la sovranita' popolare e la difesa della biosfera, per il diritto alla vita dell'umanita' intera, contro la guerra e il riarmo, qui attestiamo la nostra gratitudine e la nostra solidarieta'.

 

10. PER VICENZA E PER L'UMANITA'

 

Esprimiamo la nostra solidarieta' alla popolazione vicentina che domenica 5 ottobre terra' una importante consultazione popolare autogestita.

La popolazione di Vicenza ha il diritto di esprimersi rispetto ad una gravissima minaccia, la minaccia costituita dalla realizzazione di una nuova base militare statunitense.

E' scandaloso e inaccettabile il tentativo di imbavagliare la popolazione vicentina, di impedire che essa esprima la sua volonta' di pace, che essa eserciti un fondamentale diritto democratico garantito dall'ordinamento giuridico.

*

La nuova base militare statunitense "Dal Molin" non solo e' un'opera che aggredisce il territorio e promuove il riarmo, ma e' anche un'opera che viola la legalita' costituzionale: e' un'opera finalizzata a preparare e sostenere la guerra; e' un'opera che contribuisce a militarizzare il territorio e la vita quotidiana e quindi a sottrarre democrazia, liberta', sovranita' e diritti alla popolazione.

E' significativo che per imporla il governo precedente e quello attuale abbiano mentito, abbiano violato le procedure, abbiano preso decisioni e compiuto atti autoritari, irrituali, irregolari, illeciti, scandalosi e inammissibili sotto il profilo giuridico come sotto il profilo morale.

*

L'umanita' ha bisogno di pace. Di disarmo. Di smilitarizzazione.

L'umanita' ha bisogno di giustizia, di democrazia, di solidarieta'.

 

11. FORMARE LE FORZE DELL'ORDINE ALLA NONVIOLENZA

 

E tu - mi chiede il sacripante che mi ghigna dall'altro lato dello specchio -, tu non scrivi neppure una misera riga per la Giornata della nonviolenza?

E sia - gli rispondo, stancamente -, e sia.

*

Questo direi nella Giornata della nonviolenza, giornata che deve durare tutti i giorni dell'anno per non essere una beffa. Questo direi: che oltre a impegnarsi per far cessare l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan, e' necessario ed urgente in Italia riprendere quell'iniziativa per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza.

Anni fa grazie ad alcuni parlamentari amici riuscimmo a presentare una proposta di legge in Parlamento a tal fine. Ma non riuscimmo a farla neppure discutere.

Quell'iniziativa oggi mi sembra piu' necessaria ed urgente che mai.

*

Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza, ovvero al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ovvero al dovere di essere fedeli all'umanita' propria e comune, ovvero al dettato della legge fondativa della Repubblica Italiana, ovvero alla voce della coscienza.

Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza, ovvero a una gestione adeguata delle situazioni di conflitto; fornendo gli strumenti cognitivi, interpretativi, critici, deliberativi ed operativi che la nonviolenza mette a disposizione: coerenti col diritto e con la morale, efficaci nel contrastare il crimine e nel promuovere la legalita', la giustizia e la civile convivenza, efficaci nel difendere la sicurezza comune.

Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza: esperienze sono gia' state condotte con esiti assai positivi, occorre moltiplicarle; ed occorre che una legge - regionale, statale, europea - o almeno, e in itinere verso la legge, un regolamento - locale, settoriale, generale - questo subito stabilisca: la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza.

 

12. IN UN GIORNO DI FESTA I VICENTINI

 

In un giorno di festa i vicentini

potranno dire una parola vera.

Oggi e' quel giorno e prima che sia sera

quella parola oltre quei confini

 

giunta sara' ed orientera' i cammini

di quante e quanti alla signora nera

non vogliono di vite un'altra schiera

siano immolate e appese poi agli uncini

 

dei macellai in divisa e dei signori

che dalla guerra traggono profitti.

Si opponga il voto ai lutti ed ai dolori

 

sia il voto voce di tutti gli afflitti

che anelano la pace e i suoi splendori.

Sia il voto si' alla vita e si' ai diritti.

 

13. OGGI A VICENZA SI VOTA

 

Oggi a Vicenza si vota.

Si svolge in forma autogestita la consultazione popolare con la quale il Comune ha chiesto ai cittadini di esprimere la loro opinione sul quesito: "E' Lei favorevole alla adozione da parte del consiglio comunale di Vicenza, nella sua funzione di organo di indirizzo politico-amministrativo, di una deliberazione per l'avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale, previa sdemanializzazione, dell'area aeroportuale 'Dal Molin' - ove e' prevista la realizzazione di una base militare statunitense - da destinare ad usi di interesse collettivo salvaguardando l'integrita' ambientale del sito?".

I cittadini di Vicenza, che hanno gia' ricevuto a domicilio le schede, con esse e con un documento di identita' possono votare nei centri di raccolta predisposti appositamente in prossimita' degli edifici in cui abitualmente si esercita il diritto di voto.

*

Si vota a Vicenza, ma non solo per Vicenza.

Si vota per affermare il diritto alla pace, il diritto alla democrazia, il diritto al rispetto della vita umana.

*

Ai vicentini rivolgiamo una preghiera: votino, votino si'. Votino si' alla pace, si' alla democrazia, si' alla legalita' costituzionale, si' ai diritti umani di tutti gli esseri umani.

Votino anche per noi.

*

Ai non vicentini che hanno amici, parenti, colleghi, conoscenti a Vicenza: facciano loro una telefonata per invitarli ad andare a votare, a votare si'.

*

I non vicentini che non hanno rapporti con persone di Vicenza possono comunque far circolare la notizia che oggi a Vicenza si vota. E possono contribuire in altri modi ancora, come segnalato nel sito www.nodalmolin.it

Diamo una possibilita' alla pace.

*

Per ulteriori informazioni (e per ulteriori opportunita' di contribuire all'iniziativa): www.nodalmolin.it e www.dalmolin5ottobre.it

 

14. PER MARCO BEMPORAD

[E' morto Marco Bemporad, che per me e' stato, piu' che un amico e un compagno, un fratello]

 

Un messaggero giunge al contrafforte:

Compagni, reco adesso due notizie.

E' triste l'una, e' quella della morte

di Marco Bemporad che alle ingiustizie

 

sempre si oppose, e tra i forti il piu' forte

combatter volle tutte le nequizie

e tutte raddrizzar le cose storte

e contrastare tutte le malizie.

 

L'altra notizia che vi reco ancora

e' lieta questa, e fatevi coraggio:

che Marco fino all'ultima sua ora

 

e' stato un uomo buono, e il suo viaggio

servi' l'umanita', e ognor l'onora.

Gli renda ogni persona buona omaggio.

 

15. LA FERITA

 

La guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

Le vittime che miete ogni giorno.

Gli stessi servizi segreti americani che rendono pubblico che la coalizione degli eserciti occupanti sta perdendo la guerra.

Il governo afgano che da tempo tratta coi capi dei talebani.

La produzione dell'eroina in enorme aumento.

Il terrorismo nel mondo ogni giorno piu' forte.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

S'impegni l'Italia contro la guerra, come vuole la sua legge fondamentale.

Opporsi alla guerra e' il primo dovere dell'umanita' intera.

Solo la pace salva le vite.

Solo la pace costruisce la democrazia.

Solo la pace promuove i diritti umani.

 

16. UNA POSTILLA

 

Claudio Bazzocchi, cui sono assai grato per questo acuto intervento (e che qui prego che ne invii altri, e di frequente, a questo foglio) mi consentira', non la difesa d'ufficio di Krippendorff e di Muller - che ovviamente non ne hanno bisogno -, ma due o tre osservazioni ulteriori.

La nonviolenza ovviamente non e' riducibile alla meditazione - alla tradizione teorica - di alcuni pensatori: essa e' teoria-prassi che molti inveramenti ha avuto; ad esempio io che scrivo queste righe dissento finanche da Gandhi e da Capitini su punti che a loro avviso erano sostanziali, ma questo non mi impedisce di essere persona amica della nonviolenza ed anche di apprezzare il molto che del loro meditare ed agire condivido.

Tutti siamo passati attraverso Machiavelli, e personalmente trovo riduzionista e discutibile sia l'immagine che emerge dalle altrui citazioni riportate nell'intervento, sia quella che ne offre l'autore, che pure per certi versi e' anch'essa vicina al mio sentire. Io sono di quelli che hanno lungamente letto e meditato tutte - tutte - le opere di Machiavelli, e studiato anche i principali monumenti di mezzo millennio di riflessione critica sul suo legato; mi permetto pertanto in tutta umilta' di osservare che un pur legittimo e tante volte effettualmente ammannito approccio del tipo "Machiavelli vs Gandhi" e' nella sua ipersemplificazione e rozzezza non solo filologicamente ed ermeneuticamente inadeguato, ma anche operativamente infecondo; ma mi permetto anche di osservare che un approccio storico-critico non esaurisce la questione, e comunque anch'esso deve essere cauto e consapevole di molti limiti e molte contraddizioni.

E' certo bene non ridurre Machiavelli ne' al mefistofele di tanti "Antimachiavel" che si son dati (ed i cui autori, per cosi' dire, non sempre eran tipi raccomandabili), ne' a quell'immaginetta devozionale e strumentale cui una lunga tradizione risorgimentale e rivoluzionaria ha voluto adattarlo.

Ed e' certo bene che della nonviolenza si tenga per ferma una nozione contestuale e dialettica, in primis di lotta contro la violenza con la forza della verita': lotta concreta nella situazione concreta - come avrebbe detto quel tale.

Ma e' certo infine necessario altresi' che quel criterio fondamentale della coerenza tra mezzi e fini, e quell'altro altrettanto fondamentale del "tu non uccidere" siano tenuti per dirimenti. Alla luce delle vicende del Novecento la nonviolenza e' la teoria-prassi che da' conto delle radici profonde di tante tragedie, ed offre una via all'azione per la liberazione dell'umanita'. Non a caso il massimo storico inveramento della nonviolenza in cammino ci sembra di cogliere nell'esperienza del movimento delle donne.

Da un amico della nonviolenza marxiano e leopardiano (o sofocleo e kafkiano? o arendtiano e woolfiano? molte sono le lingue, e le vie) si accettino questo brevi considerazioni.

 

17. GLI ASSASSINI E I LORO COMPLICI

 

"Non possono piu' chiedere pieta' gli assassinati

e muto e' d'essi il coro.

Furenti la pretendono invece gli assassini

mentre continuano ghignanti l'opra loro.

Chi gli assassini serve le lor vittime ancide

e nulla giova poi tardivo ploro"

(Persio Malestri)

 

La guerra terrorista e stragista in Afghanistan prosegue.

La guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, mafiosa e totalitaria.

La guerra cui l'Italia partecipa in scellerata, infame, flagrante violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

La guerra che e' il crimine supremo.

La guerra che e' il terrorismo dei terrorismi.

La guerra in Afghanistan prosegue.

*

Sappiamo i nomi degli assassini, e dei loro complici.

Tra essi assassini vi sono i dirigenti e i parlamentari di tutti i partiti politici italiani che in questi anni la partecipazione alla guerra hanno deliberato nei consigli dei ministri e in parlamento.

E tra i loro complici vi sono quei sedicenti "pacifisti" - e peggio: anche quei sedicenti "nonviolenti" - che si sono prostituiti al servizio della propaganda di guerra, al servizio della violazione della legalita' costituzionale, al servizio delle stragi.

Che tra costoro ve ne siano alcuni che senza vergogna pronunciano i nomi di Mohandas Gandhi e di Rosa Luxemburg dimenticando che per opporsi alle stragi l'una e l'altro preferirono subire aggressioni e carcere e persecuzioni fino ad essere uccisi, la dice lunga su questo momento tragico e assurdo dell'umanita', e di quanto abissale possa arrivare ad essere la menzogna e la tracotanza una volta asservitisi alla corruzione onnicida.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

Torni l'Italia al rispetto della sua legge fondamentale.

S'impegni l'Italia contro la guerra.

*

E abbandonino per sempre la rappresentanza politica e la pubblica amministrazione gli assassini.

E tacciano per sempre i loro complici, le cui parole suonano ingiuria alle vittime delle stragi: o abbiano la capacita' di pronunciare finalmente una parola di pentimento. Che non resuscita i morti, non muta la realta', ma almeno varrebbe come dichiarata dismissione della disumana protervia di cui si son resi preda e strumento.

 

18. LE DUE MASCHERE

 

Un giorno col volto costernato dalla televisione annunciano il ferimento di uno dei nostri: ed allora la guerra e' esecrabile necessita', dolore che il cuore dei forti virile sostiene, l'inevitabile male che colpisce tutti noi peccatori.

Il giorno dopo dalla televisione annunciano giubilanti l'uccisione di cento dei loro: ed allora la guerra e' grande gioco, banchetto degli eroi, indiscutibile ordalia.

Ed e' sempre la stessa guerra, nemica dell'umanita'. E' sempre la stessa guerra, fatta di uccisioni e uccisioni e uccisioni di esseri umani.

E chi l'ha voluta e la fa continuare e' un assassino.

 

19. LA RIMOZIONE

 

"- Geronte: Solo restasti?

- Tetragono: Con il vero solo.

E con le vittime di tanta strage.

- Geronte: Non solo dunque..."

(Eufemio Cecidi, Torneamento di vanitati)

 

C'e' una guerra in corso in Afghanistan.

Una guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, mafiosa e totalitaria.

Una guerra cui l'Italia partecipa in violazione della sua legge fondamentale.

*

Che pena le tante riviste pacifiste italiane che dall'estate del 2006 non dicono una parola sulla guerra e le stragi in Afghanistan, sul fatto che l'Italia e' in guerra, sul fatto che prosegue la flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, sul fatto che l'eversione dall'alto nel nostro paese ha vinto anche grazie alla loro omerta', alla loro complicita'.

Che pena le tante organizzazioni pacifiste italiane che dall'estate del 2006 non dicono una parola sulla guerra e le stragi in Afghanistan, sul fatto che l'Italia e' in guerra, sul fatto che prosegue la flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, sul fatto che l'eversione dall'alto nel nostro paese ha vinto anche grazie alla loro omerta', alla loro complicita'.

E che pena i tanti sofisti e burocrati pacifisti e fin pretesamente "nonviolenti" italiani che dall'estate del 2006 non dicono una parola sulla guerra e le stragi in Afghanistan, sul fatto che l'Italia e' in guerra, sul fatto che prosegue la flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, sul fatto che l'eversione dall'alto nel nostro paese ha vinto anche grazie alla loro omerta', alla loro complicita'.

*

Eppure: nessuno puo' ignorare che la guerra e' in corso; nessuno puo' ignorare che la guerra consiste di stragi; nessuno puo' ignorare che la guerra uccide degli esseri umani.

Eppure: nessuno puo' ignorare che la partecipazione italiana alla guerra afgana configura l'abbattimento della Costituzione in uno dei suoi principi fondamentali; nessuno puo' ignorare che la partecipazione italiana alla guerra e' un golpe, un golpe assassino.

*

Ma le tante riviste pacifiste italiane, le tante organizzazioni pacifiste italiane, i tanti sofisti e burocrati pacifisti e fin pretesamente "nonviolenti" italiani con poche, davvero poche e non sempre limpide eccezioni, tacciono, rimuovono, negano che l'orrore sia in corso, e cosi' negano aiuto alle vittime, e cosi' fiancheggiano gli sterminatori.

Eppure ci vorrebbe tanto poco a veder chiaro: e tanto poco ci vorrebbe a capire che se non ci si impegna contro la guerra sterminatrice, tutto il resto (tutto il resto che serve di fatto a occultare questo crimine e questa complicita') e' fasullo e furfantesco, destituito di ogni credibilita'.

*

Perche' accade questo, questo orrore, questo schifo?

Perche' questo accade quando - pensando che sia per una sola volta, come se fosse nulla e invece e' tutto - ci si prostituisce al male: che esso ti rende schiavo per sempre.

Per sempre: finche' non trovi la forza di rompere quella catena in cui da te stesso ti sei imprigionato.

Quelle tante riviste pacifiste italiane, quelle tante organizzazioni pacifiste italiane, quei tanti sofisti e burocrati pacifisti e fin pretesamente "nonviolenti" italiani, se non spezzano questa catena di omerta', di complicita', di correita', di prostituzione alla guerra e alle stragi, nulla piu' mai avranno da dire che altri possano voler ascoltare.

Un atto di pentimento, di contrizione, di ammissione di colpa e vergogna, e' necessario e urgente.

Atti di riparazione non sono piu' possibili: gli assassinati dalla guerra restano assassinati. Nulla e nessuno puo' lavare o perdonare la corresponsabilita' con gli omicidi.

Ma almeno si puo' far cessare l'omerta', almeno si puo' far cessare la complicita', almeno si puo' iniziare a battersi affinche' altre persone uccise non siano.

*

Chiamiamo nonviolenza la forza della verita'.

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

L'Italia torni al rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale.

L'Italia si impegni per la cessazione della guerra, per salvare le vite.

La pace si costruisce con la pace, la solidarieta' tra tutti gli esseri umani, il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti, il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.

Chiamiamo nonviolenza la forza della verita'.

 

20. FERMARE LA GUERRA, TORNARE AL DIRITTO INTERNAZIONALE E ALLA LEGALITA' COSTITUZIONALE

 

Occorre fermare la guerra terrorista e stragista in Afghanistan.

E l'Italia puo' e deve fare il primo passo: cessando di prendervi parte poiche' essa e' un crimine, il maggiore dei crimini, che altri crimini e crimini genera.

L'Italia puo' e deve fare il primo passo: tornando al rispetto del diritto internazionale e al rispetto della legalita' costituzionale; tornando al principio fondamentale della sua politica internazionale scritto nella legge alla base dell'ordinamento giuridico repubblicano: "L'Italia ripudia la guerra".

*

Occorre opporsi alle stragi, occorre opporsi al terrorismo, occorre opporsi alle violazioni dei diritti umani, occorre opporsi alla guerra nemica dell'umanita', che di stragi e terrore e violenze sempre consiste, che di carne umana si nutre.

In questo tragico momento dell'umanita' occorre fare la scelta che salva le vite, la scelta della solidarieta' che affratella e assorella l'umanita' intera: la scelta della pace e del dialogo, la scelta del disarmo e della cooperazione, la scelta della smilitarizzazione di tutti i conflitti, la scelta della nonviolenza.

*

Cessi la partecipazione italiana alla guerra.

S'impegni l'Italia per la cessazione delle stragi.

Il primo e fondamentale diritto umano e' quello di non essere uccisi.

Solo la pace salva le vite.

*

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

Lo diciamo anche oggi, nel quarantesimo anniversario della scomparsa di Aldo Capitini, che della nonviolenza e' stato apostolo in Italia.

 

21. DA CAPITINI, A QUARANT'ANNI DALLA SCOMPARSA

 

Da Capitini ho imparato questo:

che adesso e' l'ora che devi resistere,

non aspettare che comincino altri

sii tu a dare inizio a cio' che e' giusto.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che vince chi non cessa di persistere

nel vero, il giusto, il buono e non dimentica

che la misericordia salva il mondo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che tutto e' da salvare e che mai nulla

di cio' che e' buono e' inutile o va perso

il bene resta bene eternamente.

 

Da Capitini ho imparato questo:

che quel che conta e' mettersi in cammino

e la buona battaglia ovunque attende

te, proprio te; non perdere altro tempo.

 

Da Capitini ho imparato questo:

le molte vie, le molte lingue, i molti

diversi volti ad una stessa cosa

convocan tutti: al dono della pace.

 

22. DEGLI ALTRI IL SANGUE ED IL SILENZIO NOSTRO

 

Si puo' uccidere anche assistendo inerti alle stragi che altri compiono.

Ma in Afghanistan e' in corso una guerra, una guerra terrorista e stragista.

Ma a quella guerra l'Italia prende parte, a quella guerra assassina e assassina.

E l'Italia prende parte a quella guerra in violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

*

Perche' non c'e' un movimento di popolo contro la guerra, il terrorismo e le stragi di cui essa consiste?

Perche' non scendiamo per le strade a chiedere che cessi la partecipazione italiana alla guerra assassina, alla guerra cui l'Italia non avrebbe mai dovuto prender parte giacche' glielo proibisce la sua legge fondamentale?

Perche' si accettano le stragi afgane?

Non e' uno stesso sentire razzista quello che ritiene insignificanti le stragi degli afgani la' e le stragi dei migranti qui in terra e in mare?

Non dovremmo opporci alla guerra e alle stragi, al razzismo e al terrorismo?

Non dovremmo difendere l'umanita' nostra ed altrui, l'unica umanita' di tutte e tutti?

*

Questo silenzio, il sangue degli altri.

 

23. PER CONTRASTARE IL SURRISCALDAMENTO DEL CLIMA OCCORRE ANCHE RIDURRE IL TRASPORTO AEREO

 

Tra le buone pratiche per fronteggiare l'emergenza globale del surriscaldamento del clima vi e' la riduzione delle emissioni di gas serra.

Ed in questo ambito la riduzione del trasporto aereo si pone come esigenza primaria.

Per questo sono irresponsabili le manovre affaristiche finalizzate a realizzare nuovi devastanti mega-aeroporti o ad ampliare oltre ogni ragionevole misura le dimensioni e l'uso dei sedimi aeroportuali esistenti.

Anche per questo la realizzazione a Viterbo di un nuovo devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma e' semplicemente insensata.

Nel Lazio occorre ridurre drasticamente i voli su Ciampino, non "ciampinizzare" anche un'altra citta'.

Peraltro la realizzazione di un mega-aeroporto a Viterbo nel cuore dell'area termale del Bulicame e' impossibile oltre che illegale: poiche' devasterebbe fondamentali beni naturali, storico-culturali, terapeutici e sociali, economici e scientifici; poiche' avrebbe effetti disastrosi sulla salute e sulla qualita' della vita di cospicua parte della popolazione di Viterbo e dell'Alto Lazio, un territorio gia' gravato da pesantissime velenosissime servitu' ed aggressioni speculative; poiche' costituirebbe uno sperpero di denaro pubblico immenso e scellerato; infine: poiche' violerebbe piani, vincoli, regolamenti e leggi regionali, italiani ed europei.

Sic stantibus rebus, la mistificante propaganda della lobby politico-affaristica che a danno della popolazione, del territorio e del pubblico erario vuole realizzare un'opera speculativa, nociva e distruttiva si qualifica - ovvero si squalifica - da se'.

 

24. PRESENZA DI ALDO CAPITINI

 

Quarant'anni sono trascorsi dalla morte di Aldo Capitini, ed ogni giorno e' piu' vivo.

 

25. L'OPERA E L'ORA DI ALDO CAPITINI

 

Manca ancora un'edizione nazionale - critica e adeguata - delle opere di Aldo Capitini. Ma dovra' pur venire. E verra' con il riconoscimento della rilevanza della sua opera e della sua azione. Verra' con la comprensione che la nonviolenza e' la proposta decisiva affinche' l'umanita' possa emanciparsi da tanti orrori e salvare ad un tempo la sua comune civilta' e l'unica casa che tutte e tutti abbiamo.

*

Manca ancora un movimento ampio e corale che vittoriosamente si opponga alla guerra, ai suoi strumenti ed ai suoi apparati, che si opponga ad ogni terrorismo, ad ogni strage, ad ogni uccisione. Ma dovra' pur venire. E verra' quando l'orrore per il male percepito o subito o commesso persuadera' tante e tanti a passare dal pacifismo generico, non di rado inane e sovente fin complice della guerra e dell'oppressione, alla nonviolenza specifica, movimento di solidarieta' e di liberazione che tutte le guerre e tutte le oppressioni contrasta con la forza della verita'.

 

26. CONTRO LA GUERRA, CONTRO IL RAZZISMO

 

Contro la guerra, contro il razzismo, per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani, per difendere la biosfera.

Occorre il disarmo, la smilitarizzazione, la scelta della sobrieta' e della condivisione.

Occorre sconfiggere militarismo, patriarcato, sfruttamento, occorre abolire le strutture della violenza e della menzogna, occorre affermare la dignita' di tutti e di ciascuno.

La nonviolenza e' la via.

 

27. LA PACE SI COSTRUISCE COL DISARMO E LA SMILITARIZZAZIONE

 

Non si puo' sconfiggere il terrorismo con piu' terrorismo.

Non si possono fermare le uccisioni con piu' uccisioni.

Non si possono difendere i diritti umani violando i diritti umani.

*

La guerra e' il crimine supremo.

La pace si costruisce col disarmo e la smilitarizzazione.

*

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

28. 4 NOVEMBRE NON FESTA MA LUTTO

 

Si avvicina il 4 novembre, un giorno non di festa ma di lutto.

Lutto per tutte le vittime della guerra, di tutte le guerre.

Giorno in cui facendo memoria degli assassinati dalla macchina bellica e dal militarismo e dalle armi un impegno va assunto, un impegno di pace e di civilta', di democrazia che tutte le persone raggiunga, di difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Opporsi a tutte le guerre.

Opporsi a tutte le armi.

Opporsi a tutti gli eserciti.

Salvare tutte le vite.

Scegliere la nonviolenza.

 

29. PER VITTORIO FOA

 

Di Vittorio Foa sono stato negli anni Settanta compagno di partito, e, ahime', sempre allora acerbamente ne discussi le posizioni. A me giovane - e come accade talvolta ai giovani rigido come uno stoccafisso e fin dottrinario per esigenza di coerenza intellettuale e morale - sembrava allora che il suo pragmatismo fosse troppo agile e troppo fragile teoria politica, e che se a Foa poteva bastare l'intransigenza azionista incarnata nella sua stessa persona, il partito avesse bisogno di piu' rigorosa teoria, quell'esigenza che anima uno dei grandi saggi lukacsiani in Storia e coscienza di classe: "Rosa Luxemburg marxista".

Quando il partito si spacco' prendemmo strade diverse; ci furono in quei convulsi giorni ben tre contemporanee assemblee di scioglimento: io accorsi a quella "unitaria" di Firenze e qui ancora una volta sentii (ancora una volta dissentendo) il grande vecchio nel suo estremo e splendido e inane appello al partito, poi tornai a Roma all'assemblea dei "manifestini" da cui provenivo. Qualche anno o qualche mese dopo ci spaccammo di nuovo (era una sorta di sport nazionale nella nuova sinistra di allora), e pochi anni dopo mi ritrovai che il partito non c'era piu' (e con la scomparsa del partito finivano anche tante altre cose per chi come me ne era stato funzionario e dirigente). E' stato uno dei tanti lutti della mia fiera gioventu'.

Nel corso del tempo sono poi venuto sempre leggendo tutto quello che Foa veniva pubblicando, ogni volta trovando di che questionare, ma sempre di piu' scoprendo che da Foa forse piu' ancora che da altri avevo appreso in quegli anni ormai remoti tutti i registri e saldo il gusto della concretezza dell'agire hic et nunc, e il sinolo di intransigenza e allegria ("ironia che resiste e contesa che dura" per dirla con Fortini), virtu' azioniste quanto altre mai.

*

Non mi piace parlarne e leggo malvolentieri le tante rievocazioni degli anni tra '68 e '77 scritte da molti di cui purtroppo conosco fin troppo bene le personali vicende, la malafede e l'esibizionismo, l'irresponsabilita' e talora i crimini su cui hanno costruito le loro carriere (forse un solo libro recente su quei tempi trovo davvero limpido e persuasivo, ed e' A colpi di cuore della sempre luminosa Anna Bravo).

Quando persone piu' giovani mi dicono quale immagine abbiano ricevuto di allora sempre ne resto doppiamente ferito: per come cio' che fu vien sfigurato e trivializzato, e soprattutto per quanto vilmente ingannati siano i giovani oggi. Ma quegli anni furono non solo tragici per la scellerata violenza che vi si dispiego' e che la nostra volonta' buona non riusci' a contrastare adeguatamente, ma anche una meravigliosa esperienza di liberazione, di cui il femminismo fu il cuore pulsante, da cui venne il frutto della nuova consapevolezza ecologica, in cui si ottennero esiti fin legislativi straordinari in termini di riconoscimento di diritti, di inveramento dei principi di eguaglianza e di solidarieta', di giustizia e liberta'.

Foa fu di quelli che recarono a noi giovani di allora la lezione e il legato dell'antifascismo e della Resistenza: gliene sono ancora infinitamente grato.

*

Come gli sono grato della pazienza infinita con cui un eroe dell'antifascismo, un padre della Costituzione e un illustre dirigente del movimento operaio come lui ascoltava lungamente concionare contro le sue stesse tesi un giovinotto insopportabile bastian contrario com'ero io allora, e interloquendo poi nessun nodo eludendo e dalle obiezioni e dalle domande altre domande ed altre obiezioni facendo scaturire - laica, e diremmo oggi: fallibilista, avendo visione e comprensione delle cose del mondo, e delle azioni da condurre, senza dogmi, senza pregiudizi, senza presunzioni, ad ogni tracotanza avverso sempre.

Quella capacita' sua di ascolto e di interrogazione, e quella sua capacita' di pensare concretamente al quid agendum hic et nunc, ho a lungo ruminato e poi sempre cercato di serbare e di mettere a frutto - massime ora che anch'io sono un povero vecchierello. E non e' stato l'ultimo dei suoi doni.

 

30. IL CLIMA

 

Intervenire per difendere la biosfera dalla catastrofe non e' una scelta facoltativa.

E' la scelta necessaria per salvare la civilta' umana e la vivibilita' dell'unico mondo che abbiamo.

*

Gli interventi per ridurre le attivita' e le emissioni che stanno provocando il surriscaldamento del clima sono l'urgenza delle urgenze.

Chi rilutta e rinvia, sta commettendo un crimine contro l'umanita'.

*

Collocarsi dal punto di vista dell'umanita'. E' il solo modo di contrastare il fascismo.

Impedire che la casa comune sia incendiata. E' il solo modo per avere ancora un luogo abitabile.

 

31. LA CABINA DI REGIA DI UN FILM GIA' VISTO: LA STANGATA

 

Talvolta e' persino patetica la lobby politico-affaristica che vorrebbe imporre a Viterbo un nocivo e distruttivo mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma, che vorrebbe replicare a Viterbo il disastro ambientale e sanitario provocato a Ciampino, che vorrebbe violare piani e vincoli di programmazione territoriale e regolamenti e leggi regionali, italiani ed europei, e ancora una volta cerca di ingannare la popolazione, sperperando senza ritegno soldi pubblici e diffondendo una propaganda tanto mistificante quanto grottesca.

Come quando realizza certi convegni a porte chiuse in cui gli allegri compari se la suonano e se la cantano. E vorremmo sapere se e quanti pubblici denari sono stati spesi per queste e consimili operazione di squallida propaganda e di grottesca mistificazione. Poiche' verra' pur il giorno che certi pubblici amministratori malaccorti e irresponsabili saranno chiamati a risarcire di tasca loro il pubblico erario.

O come quando spacciano annunci roboanti di "cabine di regia" per designare modeste riunioni in cui si rifrigge la medesima aria fritta, ovvero si continua a propalare la favola bella delle magnifiche sorti e progressive quando invece il piano e' sempre e solo quello del solito film gia' visto e rivisto: la stangata ai danni dell'ambiente, ai danni della popolazione, ai danni del pubblico erario.

*

Perche' nessuna mistificante propaganda potra' scalfire la dura realta' dei fatti, e i fatti sono ormai a tutti evidenti:

a) e' impossibile realizzare il mega-aeroporto nell'area termale del Bulicame senza devastare irreversibilmente un bene naturalistico e storico, terapeutico e sociale, economico e simbiolico, di importanza fondamentale per Viterbo;

b) e' impossibile realizzare il mega-aeroporto senza danneggiare rilevanti beni ambientali, culturali ed economici, legittimi interessi e diritti soggettivi della popolazione dell'Alto Lazio;

c) e' impossibile realizzare il mega-aeroporto senza aggredire duramente la salute e la qualita' della vita di tanta parte della popolazione di Viterbo e dell'Alto Lazio, area che gia' subisce la violenza di dissennate servitu' e selvagge speculazioni;

d) e' impossibile realizzare il mega-aeroporto perche' un simile scempio lo impediscono le leggi italiane ed europee e gli strumenti di pianificazione, di tutela ambientale ed i vincoli di salvaguardia regionali e locali.

*

Il mega-aeroporto a Viterbo non si fara'. Perche' e' un crimine e una follia. Perche' occorre ridurre il trasporto aereo e non incrementarlo. Perche' occorre difendere la salute delle persone, i diritti dei cittadini, la biosfera che e' l'unica casa comune che l'umanita' intera abbia.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XIV)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 160 del 6 aprile 2013

 

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