Ogni vittima ha il volto di Abele. 14



 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100

Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 14 del 18 ottobre 2011

 

In questo numero:

1. Mao Valpiana: Con il metodo della nonviolenza

2. Un appello del Movimento Nonviolento, di Peacelink e del Centro di ricerca per la pace di Viterbo per il 4 novembre: Ogni vittima ha il volto di Abele

3. Alcune poesie di Ingeborg Bachmann

4. Pierangelo Monti: Ultimo giorno di guerra

5. Elena Pulcini: La domanda

6. Peppe Sini: Nel ricordo e nel nome di tutte le vittime facciamo diventare il 4 novembre una giornata nazionale contro tutte le guerre e tutte le uccisioni

 

1. EDITORIALE. MAO VALPIANA: CON IL METODO DELLA NONVIOLENZA

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"); attualmente e' presidente del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa per la nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del comitato scientifico e di garanzia della Fondazione Alexander Langer Stiftung; fa parte del Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta istituito presso L'Ufficio nazionale del servizio civile; e' socio onorario del Premio nazionale "Cultura della pace e della nonviolenza" della Citta' di Sansepolcro; ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Le celebrazioni nonviolente del 4 novembre, in memoria dei caduti di tutte le guerre e per rinnovare l'impegno contro tutti gli eserciti e tutte le armi, si svolgeranno esclusivamente con il metodo della nonviolenza.

Saranno rispettose e silenziose, sobrie e austere.

 

2. INIZIATIVE. UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

[Riproponiamo il seguente appello]

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

*

Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

*

A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

*

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

3. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI INGEBORG BACHMANN

[Riproponiamo ancora una volta i seguenti testi estratti da Ingeborg Bachmann, Poesie, Guanda, Parma 1978, Tea, Milano 1996 (traduzioni di Maria Teresa Mandalari) e da Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999 (traduzioni di Luigi Reitani).

Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Opere su Ingeborg Bachmann: un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.]

 

Il tempo dilazionato

 

S'avanzano giorni piu' duri.

Il tempo dilazionato e revocabile

gia' appare all'orizzonte.

Presto dovrai allacciare le scarpe

e ricacciare i cani ai cascinali:

le viscere dei pesci nel vento

si sono fatte fredde.

Brucia a stento la luce dei lupini.

Lo sguardo tuo la nebbia esplora:

il tempo dilazionato e revocabile

gia' appare all'orizzonte.

 

Laggiu' l'amata ti sprofonda nella sabbia,

che le sale ai capelli tesi al vento,

le tronca la parola,

le comanda di tacere

la trova mortale

e proclive all'addio

dopo ogni amplesso.

 

Non ti guardare intorno.

Allacciati le scarpe.

Rimanda indietro i cani.

Getta in mare i pesci.

Spengi i lupini!

 

S'avanzano giorni piu' duri.

 

*

 

Tutti i giorni

 

La guerra non viene piu' dichiarata,

ma proseguita. L'inaudito

e' divenuto quotidiano. L'eroe

resta lontano dai combattimenti. Il debole

e' trasferito nelle zone del fuoco.

La divisa di oggi e' la pazienza,

medaglia la misera stella

della speranza, appuntata sul cuore.

 

Viene conferita

quando non accade piu' nulla,

quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,

quando il nemico e' divenuto invisibile

e l'ombra d'eterno riarmo

ricopre il cielo.

 

Viene conferita

per la diserzione dalle bandiere,

per il valore di fronte all'amico,

per il tradimento di segreti obbrobriosi

e l'inosservanza

di tutti gli ordini.

 

*

 

Nella bufera di rose

 

Ovunque ci volgiamo nella bufera di rose,

la notte e' illuminata di spine, e il rombo

del fogliame, cosi' lieve poc'anzi tra i cespugli,

ora ci segue alle calcagna.

 

*

 

Discorso ed epilogo

 

Non varcare le nostre labbra,

parola che semini il drago.

E' vero, l'aria e' soffocante,

la luce schiuma di acidi e fermenti,

sulla palude nereggia un velo di zanzare.

 

Ama le biccherate la cicuta.

E' in mostra una pelle di gatto:

la serpe s'avventa soffiando,

lo scorpione inizia la danza.

 

Non raggiungere le nostre orecchie,

fama dell'altrui colpa:

parola, muori nella palude

da cui la pozzanghera sgorga.

 

Parola, stai al nostro fianco

tenera di pazienza

e d'impazienza. Bisogna

che questa semina abbia fine!

 

Non domera' la bestia colui che ne imita il verso.

Chi rivela segreti d'alcova, rinunzia per sempre all'amore.

La parola bastarda serve al frizzo per immolare uno stolto.

 

Chi ti richiede un giudizio su questo straniero?

Se non richiesto lo formuli, prosegui tu il suo cammino

da una nottata all'altra con le sue piaghe ai piedi: va'! e non ritornare.

 

Parola, sii nostra,

libera, chiara, bella.

Certo, dovra' avere fine

ogni cautela.

 

(Il gambero si ritrae,

la talpa dorme troppo,

l'acqua dolce dissolve

la calce, che pietre ha filato).

 

Vieni, benevolenza fatta di voci e d'aliti,

questa bocca fortifica

quando la sua fralezza

si inorridisce e inceppa.

 

Vieni e non ti negare,

poiche' in conflitto siamo con tanto male.

Prima che sangue di drago protegga l'avversario

questa mano cadra' dentro il fuoco.

O mia parola, salvami!

 

*

 

Prender paese

 

Nella terra del pascolo giunsi

quand'era gia' notte,

fiutando le cicatrici nei prati

e il vento, prima che si levasse.

L'amore piu' non pascolava,

le campane erano spente

e i cespugli affranti.

 

Un corno piantato nel terreno,

ostinato dalla guidaiola,

confitto nel buio.

 

Dalla terra lo presi,

al cielo lo levai

con piena forza.

 

Per colmare

questo paese con suoni

soffiai nel corno,

volendo nel vento incombente

e tra steli increspati

vivere di ogni origine!

 

*

 

Colle di cocci

 

Giardini in amplessi col gelo -

il pane bruciato nei forni -

fiabesco il serto di messi

e' miccia tra le tue mani.

 

Taci! Conserva i tuoi stracci,

le frasi, sgomente di lacrime,

ai piedi del colle di cocci

che i solchi sempre succinge.

 

Se tutte le brocche s'infrangono,

che resta nella brocca del pianto?

Giu' in basso crepe roventi

e lingue guizzanti di fuoco.

 

Si creano ancora vapori

tra clamori di acqua e di fuoco.

O scala di nubi, di frasi,

affidata al monte dei cocci!

 

*

 

Ombre rose ombre

 

Sotto un cielo straniero

ombre rose

ombre

su una terra straniera

tra rose e ombre

in un'acqua straniera

la mia ombra

 

*

 

Dai Canti lungo la fuga

 

XV.

 

L'amore ha un trionfo e la morte ne ha uno,

il tempo e il tempo che segue.

Noi non ne abbiamo.

 

Solo tramontare intorno a noi di stelle. Riflesso e silenzio.

Ma il canto sulla polvere dopo,

alto si levera' su di noi.

 

4. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. PIERANGELO MONTI: ULTIMO GIORNO DI GUERRA

[Ringraziamo Pierangelo Monti (per contatti: monti.pierangelo at libero.it) per questo intervento.

Pierangelo Monti, nato nel 1952, ha studiato teologia per cinque anni presso il Pontificio Istituto Missioni Estere, laureato in scienze politiche, obiettore di coscienza, docente di religione nelle scuole medie superiori, iscritto al Mir, e' stato coordinatore della Tavola della pace del Canavese, membro dell'Associazione Good Samaritan, promotore della campagna "Pace in Uganda", attivo nonviolento, ma convinto di non esserlo mai abbastanza]

 

Non era quello l'inizio della pace?

... Non era l'inizio della pace.

Dopo tanto orrore,

ribrezzo dovevano suscitare le armi,

i cannoni, i bombardieri e le bombe.

Ripudio di sangue, odio e violenza.

Invece no!

Le fabbriche di morte si sono rimesse al lavoro,

la politica e l'economia hanno creato altre inimicizie:

e' ricominciata un'altra era di sprechi e di inimicizie.

Si preparano altre guerre, altri lutti, sofferenze e distruzioni.

Chi le prepara? Chi le vuole?

Sia denunciato per apologia di reato.

 

5. OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. ELENA PULCINI: LA DOMANDA

[Ringraziamo Elena Pulcini (per contatti: e_pulcini at unifi.it) per questo intervento.

Elena Pulcini e' professore ordinario di Filosofia sociale presso il Dipartimento di filosofia dell'Universita' di Firenze. Ha conseguito il titolo di Nouveau Doctorat nel giugno 1991 presso l'Universita' di Paris III - Sorbonne Nouvelle di Parigi. La sua ricerca verte su temi di antropologia filosofica e di filosofia sociale e politica. Al centro dei suoi interessi e' il tema delle passioni nell'ambito della teoria dell'individualismo moderno e delle forme del legame sociale, con un'attenzione anche al problema della soggettivita' femminile. Su questi temi ha tenuto varie comunicazioni a convegni nazionali e internazionali (Universite' libre di Bruxelles, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, Universite' de Paris 8, Istituto Universitario Europeo di Firenze, Institute of Philosophy - Czech Academy of Sciences di Praga, Institut fur die Wissenschaften vom Menschen di Vienna; Festival internazionale di filosofia di Modena, Universita' Puc e Unisinos del Brasile, Humboldt Universitat di Berlino, ecc.). Tra i suoi lavori: La famiglia al crepuscolo, Editori Riuniti, Roma 1987; Teorie delle passioni (a cura di), Kluwer, Dordrecht-Bologna 1989;  Amour-passion e amore coniugale. Rousseau e l'origine di un conflitto moderno, Venezia, Marsilio 1990 (traduzione francese presso Champion-Slatkine, Parigi 1998); (a cura di, con P. Messeri), Immagini dell'impensabile. Ricerche interdisciplinari sulla guerra nucleare, Marietti, Genova 1991. Ha pubblicato numerosi saggi su riviste nazionali e internazionali e in volumi collettanei. Ha curato opere di Jean-Jacques Rousseau e Georges Bataille. Tra le sue pubblicazioni piu' recenti: L'individuo senza passioni. Individualismo moderno e perdita del legame sociale, Bollati Boringhieri, Torino 2001, ristampa 2005 ("menzione speciale" al Premio Internazionale di filosofia Salvatore Valitutti; "menzione speciale" al Premio Internazionale di filosofia Viaggio a Siracusa), la traduzione tedesca e' stata pubblicata presso l'editore Diaphanes, Berlino 2004; Sulla teoria del soggetto femminile ha pubblicato, oltre a numerosi saggi, il volume Il potere di unire. Femminile, desiderio, cura, Bollati Boringhieri, Torino 2003. E' inoltre co-autrice (con E. Skaerbaek, D. Duhacek, M. Richter) del libro Common Passion, Different Voices. Reflections on Citizenship and Intersubjectivity, Raw Nerve Books, York 2006; e del libro Teaching Subjectivity. Travelling Selves for Feminist Pedagogy, Athena, Utrecht University 2009 (pubblicato nell'ambito delle attivita' del gruppo "Travelling Concepts", afferente al network europeo di Gender Studies "Athena"). Le sue ricerche vertono di recente sulle trasformazioni dell'identita' e del legame sociale in eta' globale. Su questi temi ha curato (con Dimitri D'Andrea) il volume collettivo Filosofie della globalizzazione, Ets, Pisa 2001; e (con Mariapaola Fimiani e Vanna Gessa Kurotschka) il volume Umano post-umano. Potere, sapere, etica nell'eta' globale, Editori Riuniti, Roma 2004. Il suo recente libro: La cura del mondo. Paura e responsabilita' in eta' globale, Bollati Boringhieri, Torino 2009, ha ricevuto il I Premio di Filosofia "Viaggio a Siracusa", e' inoltre prevista la traduzione inglese presso l'editore Springer. Il suo piu' recente libro e' Invidia. La passione triste, Il Mulino, Bologna 2011. E' membro del Comitato di consulenza della rivista "Iride" (Il Mulino) e del Comitato scientifico della rivista "Iris" (Florence University Press); fa parte del Comitato scientifico di varie riviste tra cui "La societa' degli individui" (Angeli), "Quaderno di comunicazione" (Meltemi), "Politica & societa'" (Carocci). E' stata membro, per l'Universita' di Firenze, del progetto europeo "Athena" (European Thematic Network Project for Women's Studies Athena) diretto da Rosi Braidotti (Universita' di Utrecht). Ha fatto parte (per due mandati consecutivi) della Giunta direttiva della Societa' Italiana di Filosofia Politica (Sifp)]

 

Purtroppo la domanda che diede origine negli anni Trenta al carteggio tra Freud e Einstein - Perche' la guerra - risuona ancora alle nostre coscienze nella sua drammatica attualita'.

Se e' vero che la prima guerra mondiale ha segnato uno spartiacque nella stessa concezione moderna della guerra, coinvolgendo per la prima volta i civili inermi, e' vero anche che da allora le atrocita' della guerra si sono moltiplicate.

Bisogna inoltre parlare non solo di guerra ma di guerre, di focolai di violenza, eccidi e massacri che costellano il pianeta mettendo a dura prova la nostra fiducia nell'umanita'.

Eppure non possiamo desistere, non dobbiamo stancarci di riformulare la domanda alla quale si puo' forse rispondere, ancora con Freud, che nonostante tutto c'e' sempre la possibilita' di contrastare la forza devastante di Thanatos con la potenza coesiva di Eros e che i sentimenti solidali possono sempre prevalere sull'odio e la violenza.

 

6. EDITORIALE. PEPPE SINI: NEL RICORDO E NEL NOME DI TUTTE LE VITTIME FACCIAMO DIVENTARE IL 4 NOVEMBRE UNA GIORNATA NAZIONALE CONTRO TUTTE LE GUERRE E TUTTE LE UCCISIONI

 

L'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele" che si svolgera' il 4 novembre 2011 in varie citta' d'Italia - e speriamo che si riesca a realizzarla almeno in tutti i capoluoghi di provincia - si propone due obiettivi, uno immediato e uno di medio periodo.

*

Quello immediato: essendo evidente l'assurdita' che a commemorare le vittime della guerra siano i poteri della guerra responsabili e le strutture della guerra esecutrici che quelle vittime hanno assassinato, ovvero l'ignominia che il carnefice pretenda di abusar del cadavere della sua stessa vittima; con l'iniziativa "Ogni vittima ha il volto di Abele" le persone amiche della nonviolenza ricordano le vittime della guerra onorandole con una sincera solidarieta' fondata sulla verita': quegli esseri umani sono stati uccisi, nessun essere umano deve essere ucciso. Con cio' ponendo una questione cruciale, convocando a un dovere ineludibile: l'unico modo per onorare la memoria delle vittime e' far cessare le uccisioni; l'unico modo di rendere omaggio alle persone che la guerra estinse, e' opporsi alla guerra.

Cosicche' questa iniziativa di memoria e' un'iniziativa di immediato impegno morale e civile, educativo e politico: il 4 novembre la nonviolenza che salva le vite si contrappone al militarismo assassino strappandogli la maschera e denunciandone ad un tempo i crimini e la menzogna.

E nel ricordo ed in nome delle vittime la nonviolenza promuove l'opposizione alla guerra e alle uccisioni, a tutte le guerre ed a tutte le uccisioni, cosi' realizzando il compito consegnato all'umanita' fin dal preambolo della Carta delle Nazioni Unite e dall'intera Dichiarazione universale dei diritti umani; cosi' adempiendo il dovere stabilito dai principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.

Questo impegno, qui ed ora, significa cose chiare e concrete, e precisamente: che cessi immediatamente la partecipazione dello stato italiano alle guerre assassine in Afghanistan e in Libia; che cessi immediatamente la persecuzione razzista dello stato italiano nei confronti di migranti e viaggianti; che siano abrogate immediatamente le misure legislative ed amministrative anomiche e disumane in cui si e' concretizzato il colpo di stato razzista; che cessi immediatamente il colossale infame sperpero dei pubblici denari per le armi, gli armigeri, le guerre e le stragi; che si dimetta immediatamente il governo della guerra e del razzismo, delle uccisioni e delle persecuzioni; che si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana che ripudia la guerra e riconosce e sostiene la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Nelle silenziose, austere, rigorose commemorazioni delle vittime della guerra che le persone amiche della nonviolenza realizzeranno il 4 novembre vi e' questo appello alle coscienze, questa forza della verita', questo inveramento del principio fondante la civilta' umana: tu non uccidere.

*

Nel medio periodo, ripetendo e moltiplicando anno dopo anno le commemorazioni nonviolente, vogliamo togliere il 4 novembre dalle grinfie della menzognera e sciagurata propaganda militarista, nazionalista, sciovinista, e farlo divenire finalmente, questo giorno anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, un giorno di memoria delle vittime, un giorno di lotta contro la guerra, un giorno di impegno per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Come possiamo riuscirci? Semplicemente con la forza dell'esempio, realizzando le nostre commemorazioni nel modo piu' semplice e piu' rigoroso: autentico, veritiero. Ogni persona che ne verra' a conoscenza, e che confrontera' la silente e addolorata commemorazione nonviolenta delle vittime, con il fracasso della tronfia ed ebbra o algida e meccanica idolatria della guerra da parte dei poteri assassini e delle macchine belliche, sapra' cogliere il messaggio.

*

E nel lungo periodo? - chiede il solito quidam de populo.

Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

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Numero 14 del 18 ottobre 2011

 

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