Telegrammi. 681



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 681 del 17 settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Cosa e' e a cosa serve la marcia Perugia-Assisi: opposizione alla guerra assassina, opposizione alla persecuzione razzista

2. Sei domande a Cecilia D'Elia

3. Sette domande a Lugi Fasce

4. Maria G. Di Rienzo: Bambine in Africa

5. Brina Manenga: Determinazione e dignita'

6. "Clags" intervista Tami Gold sul documentario "Passionate Politics" dedicato a Charlotte Bunch

7. Giulio Vittorangeli: Le farfalle della solidarieta'

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI:  COSA E' E A COSA SERVE LA MARCIA PERUGIA-ASSISI: OPPOSIZIONE ALLA GUERRA ASSASSINA, OPPOSIZIONE ALLA PERSECUZIONE RAZZISTA

 

Questo, e nient'altro che questo, e' il significato e il fine della marcia Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli" del 25 settembre: opposizione alla guerra assassina, opposizione alla persecuzione razzista.

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Poiche' lo stato italiano sta partecipando alla guerra in Afghanistan e in Libia, due guerre scellerate che come tutte le guerre consistono nella massiva uccisione di esseri umani.

E una marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" questo primo e principale scopo deve avere: far cessare le stragi, far cessare le guerre.

La  marcia Perugia-Assisi e' l'insurrezione morale del popolo italiano contro la guerra, contro le uccisioni, per il diritto di ogni essere umano a non essere ucciso.

Cessi immediatamente la partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan e in Libia.

*

Poiche' lo stato italiano sta perseguitando i migranti con anomiche norme, misure amministrative ed azioni istituzionali semplicemente criminali e criminogene, semplicemente razziste e golpiste, semplicemente naziste.

E una marcia "per la pace e la fratellanza dei popoli" questo primo e principale scopo deve avere: far cessare le persecuzioni razziste, difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.

La  marcia Perugia-Assisi e' l'insurrezione morale del popolo italiano contro il razzismo, contro le persecuzioni, per il diritto di ogni essere umano alla dignita', al rispetto, alla solidarieta'.

Siano abolite immediatamente nel nostro paese tutte le misure e le pratiche razziste e golpiste.

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A CECILIA D'ELIA

[Ringraziamo Cecilia D'Elia (per contatti: m.barbieri at provincia.roma.it) per questa intervista.

Cecilia D'Elia, laureata in filosofia, ha scritto diversi testi sulla politica delle donne e ha pubblicato il libro L'aborto e la responsabilita'. Le donne, la legge, il contrattacco maschile. Da maggio 2008 e' vicepresidente e assessore alle Politiche Culturali della Provincia di Roma. Dal 2007 al 2008 e' stata assessore alla Semplificazione, alla Comunicazione e alle Pari Opportunita' del Comune di Roma. Dal 2003 al marzo 2007 e' stata consigliera provinciale e presidente della Commissione delle elette. Dal 2001 al 2003 ha lavorato all'Assessorato alle politiche educative del Comune di Roma. E' stata condirettrice del mensile "Fuoriluogo" e presidente dell'Associazione Forum droghe. E' stata dirigente nazionale della Federazione giovanile comunista, poi nel Pci romano. Dirigente dei Democratici di sinistra di Roma, poi nella presidenza nazionale di Sinistra democratica. Attualmente fa parte della presidenza nazionale di "Sinistra ecologia e liberta'"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Cecilia D'Elia: La Marcia Perugia-Assisi e', ed e' stata, uno dei grandi eventi dell'Italia repubblicana. Una palestra di politica e di formazione democratica per migliaia e migliaia di giovani donne e uomini. La marcia ha intrecciato come un fil rouge i grandi eventi della nostra storia recente. Oltre al pacifismo negli anni '60 esplosero il movimento studentesco, il femminismo, il movimento per i diritti civili e la liberazione sessuale, le lotte per la liberta' di parola. Nata in questo contesto di grande fermento intellettuale e sociale, non solo nazionale, la Marcia cammino' accanto ai grandi movimenti che sconvolsero gli assetti sociali e politici del tempo, senza mai perdere la sua identita'. La marcia Perugia-Assisi ha rappresentato un'agora' di riconciliazione e confronto i cui contenuti hanno ispirato le migliori pratiche politiche e anticipato, talvolta in modo preveggente, la riflessione sul formarsi dei nuovi diritti e dei nuovi bisogni nelle societa' democratiche contemporanee. Primo fra tutti il merito di avere imposto all'attenzione il bisogno primario di integrazione e la lotta ai fondamentalismi, origini di tanti conflitti moderni. Un tributo al Movimento Nonviolento di Capitini che non va mai dimenticato e' inoltre l'asilo, l'assistenza e la forza morale che ha dato, per molti anni in assoluta solitudine, all'obiezione di coscienza in Italia; oggi e' una legge e un diritto ma non dimentichiamo che negli anni Sessanta chi obiettava andava in galera.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Cecilia D'Elia: Quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario della prima Marcia voluta da Aldo Capitini nel 1961 ed e' quindi anche il cinquantesimo anniversario del Movimento Nonviolento che nacque contestualmente. Questa ricorrenza ha un valore simbolico e civile altissimo e sono felice che cada nell'anno in cui si festeggiano anche i 150 anni dell'Unita' d'Italia. Questo fatto ribadisce la sintonia di questa esperienza con la crescita democratica del nostro paese.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Cecilia D'Elia: Premesso che l'agire pacifista trova coerenza, fondamento e nutrimento nella nostra Costituzione, la piu' pacifista delle Costituzioni moderne. Oggi il movimento e la pratica nonviolenta si trova davanti a nuove sfide che interrogano il concetto stesso di nonviolenza, le cosiddette "guerre umanitarie", le "missioni di pace". Termini ed esperienze che hanno posto contraddizioni forti e spesso disorientato la politica e l'opinione pubblica. Comunque nel nostro Paese il G8 di Genova e' stato uno spartiacque, li' qualcosa si e' rotto nel rapporto tra movimenti e stato democratico. La fiducia nelle istituzioni ha vacillato ed e' rimasta tuttora una ferita aperta. Dopo l'11 settembre la comunita' giuridica occidentale e' regredita. Nel nome della lotta al terrorismo sono stati violati i diritti umani fondamentali, paradossalmente per difendere quell'idea stessa di democrazia che si stava tradendo. Del resto Christa Wolf in "Cassandra" ha raccontato di come la guerra trasforma la polis e la fa regredire.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Cecilia D'Elia: I movimenti, e intendo proprio tutti i movimenti, dal movimento delle donne a quello ambientalista, a quello pacifista, al movimento glbt, tutti con forti connotazioni nonviolente, svolgono oggi un ruolo fondamentale nella nostra societa', rinvigorito anche dal pessimo stato di salute della politica che e' sempre piu' distaccata dalla vita reale e non comprende i grandi cambiamenti in atto. I movimenti possono, nella loro autonomia, garantire un raccordo e una sinergia tra autorganizzazione e rappresentanza, tra politica e societa' civile. In questo contesto il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, per sua storia e suo grande carisma, puo' rappresentare un sensibile punto di riferimento. In un'epoca come la nostra, che vive la crisi delle grandi narrazioni e la fine delle ideologie, il ritorno dei fondamentalismi e delle identita' chiuse ed esclusive, la cultura della nonviolenza puo' davvero unire, integrare e generare speranza. La nonviolenza puo' trasformare il paradigma su cui si fonda la politica facendole abbandonare la logica amico/nemico. Il movimento oggi deve essere attento e presente dove si spostano i fronti di guerra e di violenza nelle nostre societa': uno su tutti e' rappresentato dalle ingiustizie generate dalla nostra attuale legge sull'immigrazione che istituendo la clandestinita' rende illegale la persona e non l'atto che compie. I movimenti devono essere in prima linea sul fronte dell'allargamento dell'orizzonte della cittadinanza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Cecilia D'Elia: Scelgo di mettere l'accento sul contributo del movimento delle donne che negli ultimi mesi in Italia ha riportando nelle piazze il valore e la dialettica dello stare insieme. L'esperienza del movimento "Se non ora quando" ha risposto ad una domanda di liberta' e di dignita' che nel nostro Paese si era fatta impellente. Le donne si sono fatte portavoce di una nuova umanita' che nasce dal rispetto del corpo contro ogni vecchia e nuova prevaricazione. Da questo rifiuto delle gerarchie piu' profonde che si annidano nelle relazioni e da li' si espandono nella vita sociale non puo' che scaturire un nuovo vigore per il pensiero e le pratiche nonviolente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Cecilia D'Elia: La nonviolenza nasce in uno spazio privato che diventa pubblico traducendo la responsabilita' individuale in una pratica politica. E' un sentimento che illumina, laicamente, tutte le proprie azioni e i propri pensieri; che parte da un intimo dialogo con se stessi e diventa pratica politica intesa come manifestazione del proprio rapporto col mondo e le sue regole. Comunque, sia ai completamente ignari che a i non, direi di leggere o rileggere alcune pietre miliari come "Antiche come le montagne" di Gandhi, "La forza di amare" di Martin Luther King, tutto il lavoro di Simone Weil, e le splendide e ancora attualissime pagine scritte da Aldo Capitini. Ma soprattutto imparare dalla straordinaria e felice esperienza di Nelson Mandela ed in particolare dalle "Commissioni per la verita' e la riconciliazione". Il modo in cui il Sudafrica ha ricostruito, senza rinunciare a dimenticare, la propria comunita' superando le politiche di segregazione razziale e' un esempio concreto della forza della nonviolenza. Questo e' un passaggio della storia contemporanea poco studiato che invece potrebbe insegnare molto alle nostre societa' cosi' divise.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A LUIGI FASCE

[Ringraziamo Luigi Fasce (per contatti: luigi at fasce.it) per questa intervista.

Luigi Fasce e' presidente del "Circolo Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova (sito: www.circolocalogerocapitini.it).

Guido Calogero, figura illustre della cultura e della vita civile italiana del Novecento, nato a Roma nel 1904, filosofo, antifascista, organizzatore del movimento liberalsocialista e del Partito d'Azione, e' scomparso nel 1986. Tra le opere di Guido Calogero segnaliamo particolarmente La scuola dell'uomo, Sansoni, Firenze 1939; Lezioni di filosofia, Einaudi, Torino 1946-1948; Filosofia del dialogo, Comunita', Milano 1962, 1977; Le regole della democrazia e le ragioni del socialismo, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1968, poi Diabasis, Reggio Emilia 2001. Su Guido Calogero cfr. anche il n. 1329 de "La nonviolenza e' in cammino" e il supplemento "Voci e volti della nonviolenza" n. 26.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Luigi Fasce: L'avere mantenuto  nella memoria la speranza di una pace mondiale, tuttavia metterei sempre in risalto oltre che la parola pace anche la parola dialogo che Calogero, il sodale di Capitini, ci ha indicato quale metodo per conseguire pazientemente la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Luigi Fasce: Il titolo "Costruiamo insieme una nuova cultura", ma occorre spendersi per individuare in concreto i contenuti di questa "nuova cultura" senno' restiamo sempre agli slogan.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Luigi Fasce: Piuttosto sconfortante, forse perche' si resta a declamare la pace come finalita' senza indicarne il metodo, quello del dialogo, i necessari obiettivi pratici per il graduale perseguimento dell'obiettivo, quali per esempio un programma di diminuzione arsenale nucleare e di impedimento di nuovi armamenti, ecc.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Luigi Fasce: Cultura, cultura, cultura della nonviolenza, e coerenza nelle manifestazioni di protesta per qualunque anche giusto motivo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Luigi Fasce: Le manifestazioni dei giovani contro i governi di destra neoliberisti e teocon; giovani che si sono astenuti da ogni forme di violenza e con spirito giocoso ma proprio per questo molto incisivo anche sull'impatto rispetto alla gente che segue tv e giornali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Luigi Fasce: Formulare un programma di obiettivi concreti come gia' detto sopra.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Luigi Fasce: Impegno coraggioso quotidiano proclamato da Gandhi per fermare la deriva liberista e la protervia dei fondamentalismo religiosi (compreso quello cattolico), ricordando che Capitini e' stato il propugnatore della religione universale contro tutte le religioni monoteiste che predicano la pace ma benedicono le armi per le guerre.

 

4. DIRITTI. MARIA G. DI RIENZO: BAMBINE IN AFRICA

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questa intervista.

Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005; (a cura di), Voci dalla rete. Come le donne stanno cambiando il mondo, Forum, Udine 2011. Cfr. il suo blog lunanuvola.wordpress.com Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81; si veda anche l'intervista in "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 250, e quella nei "Telegrammi" n. 425]

 

Camfed - Campaign for Female Education e' un'ong internazionale fondata da Ann Cotton nel 1991, con lo scopo di promuovere l'istruzione femminile in Africa. Nell'Africa sub-sahariana 24 milioni di bambine non possono permettersi di andare a scuola. Una ragazzina puo' essere moglie a 13 anni ed avere una probabilita' su venti di morire partorendo. Uno su sei dei suoi eventuali figli morira' prima di aver compiuto 5 anni.

Ma se una ragazza va a scuola guadagnera' il 25% in piu' con il suo lavoro e ne reinvestira' il 90% nella sua famiglia; avra' tre volte meno probabilita' di diventare sieropositiva: avra' un minor numero di figli che saranno piu' sani ed avranno il 40% di probabilita' in piu' di passare i cinque anni d'eta'.

Grazie al sostegno di Camfed, 602.405 bambine (e bambini) sono andate a scuola e 20.216 giovani donne hanno dato inizio a imprese economiche proprie. Le ex beneficiarie hanno anche fondato un'associazione interafricana affiliata, Cama, che ha di par suo mandato a scuola altre 161.300 bambine. Quella che segue e' la storia di una di loro, Abigail Kaindu, raccontata dalla giornalista Brina Manenga per "The Post", Zambia, il 13 settembre 2011.

 

5. DIRITTI. BRINA MANENGA: DETERMINAZIONE E DIGNITA'

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo di Brina Manenga apparso su "The Post", Zambia, il 13 settembre 2011.

Brina Manenga e' giornalista in Zambia]

 

Mentre cresceva nel villaggio di Chitembo, provincia di Luapula, la vita sembrava senza speranza ad Abigail Kaindu e l'avere un'istruzione un sogno lontano che non sarebbe mai diventato realta'. Ma grazie alla sua determinazione, Abigail ha pian piano realizzato quel sogno: in ottobre otterra' il suo diploma in economia, e nel suo villaggio questa ventitreenne e' diventata un modello per molte giovani e giovanissime. Nella zona rurale in cui vive, Abigail ha sperimentato la poverta' e il rigetto. Aveva sette chilometri da fare ogni giorno a piedi per arrivare a scuola, ma ogni ostacolo sulla sua strada non faceva che rafforzarla nel suo convincimento che l'avere un'istruzione coincideva con la sua liberazione.

"La mamma mori' quando io ero in terza elementare, e non ho mai incontrato mio padre. Mia nonna, che mi ha allevata, non poteva pagare le tasse scolastiche", ricorda Abigail. Nonostante tutto, la ragazza riusci' ad ottenere il diploma delle medie, ma la disponibilita' economica della famiglia non poteva andare oltre. "Allora pensavo che la mia vita fosse finita e tutto cio' che desideravo fosse perduto. Avevo implorato il preside di lasciarmi presenziare alle lezioni anche dopo essere stata cacciata via perche' non potevo pagarle: lui acconsenti' ed anche se era difficile non ne mancavo mai una, e' cosi' che mi sono diplomata alle medie".

Quando le ragazzine al villaggio lasciano la scuola, il passo successivo e' quasi sempre il matrimonio, ma Abigail non voleva prendere quella via: "Camminavo con le lacrime agli occhi ogni giorno. La gente del villaggio diceva che perdevo tempo a crucciarmi per la scuola, e che sposarmi era la scelta migliore, ma sposarmi era l'ultima cosa a cui io pensavo". Fu allora che Abigail venne a sapere del programma di "sponsorizzazione" di Camfed. "Fui la prima a registrarmi durante l'anno scolastico. Poi passo' un po' di tempo e avevo smesso persino di pensarci, ma durante le vacanze mi giunse la comunicazione che ero stata scelta. Ho pianto e pianto, non potevo crederci".

Abigail e' stata sostenuta sino al livello universitario ed e' determinata a sollevare la sua famiglia dalla miseria: "Mi rende orgogliosa essere quella su cui si puo' contare. Moltissime ragazze al villaggio vogliono seguire il mio esempio, ora. Io sono la testimonianza vivente di cio' che l'istruzione puo' fare".

La sua gratitudine va ovviamente a Camfed, ma c'e' una persona che l'ha sostenuta in maniera particolare: "Sono molto riconoscente a mia nonna, che ha sacrificato il suo matrimonio per aver cura di me e di altri due orfani che ha allevato. Il nonno non voleva che vivessimo con lui, era solito dire che gli consumavamo il cibo. La nonna lo ha lasciato perche' non voleva permettergli di cacciarci di casa".

Il suo messaggio alle ragazze e' questo: "Siate sempre concentrate e decise. La gente continuera' a dirvi che non potete farcela, ma invece potete eccome. Aprite il cuore alle opportunita' e afferratele con dignita'".

 

6. CINEMA. "CLAGS" INTERVISTA TAMI GOLD SUL DOCUMENTARIO "PASSIONATE POLITICS" DEDICATO A CHARLOTTE BUNCH

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista a Tami Gold sul documentario "Passionate Politics" dedicato a Charlotte Bunch, intervista apparsa nel sito di "Clags" (Center for Lesbian and Gay Studies, sito: www.clags.org).

Charlotte Bunch (1944) e' una prestigiosa attivista per i diritti umani. Tra i libri di Charlotte Bunch: The New Women: A Motive Anthology on Women's Liberation, edited with Joanne Cooke. NY: Bobbs Merrill Co., 1970; Women Remembered: Short Biographies of Women in History, edited with Nancy Myron. Baltimore: Diana Press, 1974; Class and Feminism, edited with Nancy Myron. Baltimore: Diana Press, 1974; Lesbianism and the Woman's Movement, edited with Nancy Myron. Baltimore: Diana Press, 1975; Building Feminist Theory: Essays from Quest, edited with Flax, Freeman, Hartsock, and Mautner. NY: Longman Inc., 1981; Learning Our Way: Essays in Feminist Education, edited with Sandra Pollack. Trumansburg, NY: The Crossing Press, 1983; International Feminism: Networking Against Female Sexual Slavery. Report on Global Feminist Workshop Against Traffic in Women, edited with Barry and Castley. NY: International Women's Tribune Centre, 1984; Passionate Politics: Feminist Theory in Action. NY: St. Martin's Press, 1987; Demanding Accountability: The Global Campaign and Vienna Tribunal for Women's Human Rights, with Niamh Reilly. NY: Unifem, 1994; Los Derechos de las Mujeres son Derechos Humanos: Cronica de una Movilizacion Mundial, edited with Claudia Hinojosa and Niamh Reilly, Mexico City: Edemex, 2000; Holding On to the Promise: Women's Human Rights and the Beijing + 5 Review, edited with Cynthia Meillon, NJ: Center for Women's Global Leadership, 2001; Women at the Intersection: Indivisible Rights, Identities, and Oppressions, edited with Rita Raj and Elmira Nazombe, NJ: Center for Women's Global Leadership, 2002.

Tami Kashia Gold (New York, 1949) e' cineasta, artista e docente di forte impegno civile (sito: www.andersongoldfilms.com).

Joyce Warshow (1937-2007) e' stata una intellettuale e cineasta attivista per i diritti umani di tutti gli esseri umani]

 

I suoi genitori, attivisti della chiesa metodista, l'hanno cresciuta dicendole che "parte dell'essere umani e' l'essere attivi nella propria comunita'". Da studentessa partecipa al Movimento per i diritti civili e nel 1965 marcia con la gente di colore da Selma a Montgomery. Negli anni '70 fa parte del leggendario collettivo separatista "The Furies". Forma coalizioni di donne trasversali all'intero pianeta che si radunano nel 1993 alla Conferenza di Vienna e nel 1995 a quella di Pechino per consegnare il messaggio che "i diritti delle donne sono diritti umani". Crea la campagna internazionale "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere". Fonda il "Center for Women's Global Leadership". E dice: "La rivoluzione e' una sinfonia di liberazioni, ed io sono felice di essere un membro dell'orchestra". Il suo nome e' Charlotte Bunch. La sua vita e' ora narrata nel documentario "Passionate Politics" (per ulteriori informazioni: www.andersongoldfilms.com/films/documentaries/cb.htm).

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- "Clags": Come ti e' venuta l'idea di realizzare il documentario?

- Tami Gold: La mia amica Joyce Warshow stava lavorando da qualche anno su questo film come parte dell'impegno che si era presa nel raccontare la storia delle lesbiche piu' anziane che avevano lavorato per la giustizia sociale. Joyce era sempre preoccupata dal fatto che le vite di queste attiviste fossero ignorate, ed era decisa a cambiare la situazione. Per cui inizio' a lavorare sul film che parla di Charlotte Bunch attorno al 2005. Poco dopo le diagnosticarono il cancro e mentre si sottoponeva ad interventi medici e chirurgici non smise mai di lavorare al documentario. Joyce e' morta il 2 ottobre 2007. Una delle sue ultime richieste per me fu quella di realizzare questa sua visione in un film.

*

- "Clags": Come mai la sequenza di apertura e' un cartone animato? Perche' hai deciso di cominciare il film cosi'?

- Tami Gold: Volevo che il film fosse sia dinamico, qualcosa che ti colpisce subito, sia gentile. Quando chiudo gli occhi e penso al femminismo, al potere delle donne, al lesbismo, alle nostre possibilita', io vedo danze, canti, persino fiori che sbocciano. Puo' suonare sdolcinato e non militante, ma io so che questo era al centro della passione di Joyce, ed era cio' che la rendeva cosi' forte, ed e' cio' che io ho maggiormente imparato da lei. L'animazione iniziale e' un riconoscimento a quel che Joyce mi ha insegnato della vita e del nostro potenziale come donne.

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- "Clags": Ci sono anche un bel po' di bellissime immagini di Charlotte Bunch bambina e giovanissima.

- Tami Gold: Come ogni documentario biografico il film aveva bisogno di linguaggio visivo e la sfida consisteva nel crearne uno che coprisse un periodo di cinquant'anni. Quando ho iniziato a lavorare sul film ho esaminato tutto il materiale: le interviste che Joyce aveva condotto, le riprese di Charlotte nella sua casa con la sua compagna Roxanna Carrillo, ritagli di giornale, libri, lettere e molto altro. Ricordo il giorno in cui esaminai le fotografie che Joan Biren e Bettye Lane avevano dato a Joyce affinche' le usasse nel documentario: catturavano momenti davvero unici del movimento delle donne durante gli anni '60 e '70, e sapevo che sarebbero state decisive nel creare un tessuto temporale, ma temevo non sarebbero state sufficienti. Poi seppi che il padre di Charlotte aveva filmato momenti familiari negli anni '40. Questo divenne un tesoro, il dono di un filmato Kodachrome a 16mm, che dura piu' di quindici minuti.

*

- "Clags": Ci sono tanti modi diversi di raccontare una storia. Perche' tu hai scelto di farlo cronologicamente?

- Tami Gold: All'inizio volevo costruire il documentario attraverso le scene contemporanee di Charlotte mentre lavora con differenti gruppi di donne in tutto il mondo, intersecandole con i flash-back della sua infanzia e delle sue prime esperienze. Ma quando tentai in questo modo e proiettai dei pezzi di documentario come test mi accorsi che la maggioranza degli spettatori non capiva la crescita politica di Charlotte. Mentre elaboravo il materiale mi divenne sempre piu' chiaro che dovevo proprio cominciare dall'inizio, raccontare la storia di Charlotte cronologicamente e creare una narrazione che fosse piu' forte.

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- "Clags": Cos'hai imparato girando questo film?

- Tami Gold: Ho appreso della straordinaria vita e dello straordinario lavoro di Charlotte Bunch, e che non tutte siamo leader o strateghe, ma che Charlotte lo e'. Ho imparato il potere della quiete e del riflettere prima di agire. Ho ricordato che il personale e' politico, e che il politico e' personale. E, piu' importante di tutto, sono stata introdotta al potenziale del movimento globale delle donne.

*

- "Clags": Come descriveresti "Passionate Politics"?

- Tami Gold: E' un documentario di un'ora che racconta la storia di Charlotte Bunch, dall'idealista che lottava per i diritti civili, all'attivista lesbica, alla leader - riconosciuta a livello internazionale - della campagna per mettere i diritti delle donne al centro dell'agenda globale sui diritti umani. Charlotte e' sia un prodotto sia una creatrice della sua epoca: ogni capitolo della sua vita e' un capitolo della storia dell'attivismo femminista moderno. Come co-fondatrice del "Center for Women's Global Leadership" Charlotte lavora con donne leader dell'Africa, dell'Asia, dell'Europa dell'est e dell'America Latina, sviluppando strategie per mostrare e combattere la violenza contro le donne in tutte le sue forme. Attraverso l'intero film vi sono scene di questo suo lavoro, soprattutto di quello con le donne del Peru' e del Sudafrica.

 

7. NICARAGUA. GIULIO VITTORANGELI: LE FARFALLE DELLA SOLIDARIETA'

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento.

Giulio Vittorangeli, nato a Tuscania (VT) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili; e' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni; tra i convegni da lui promossi ed introdotti di cui sono stati pubblicati gli atti segnaliamo, tra altri di non minor rilevanza: Silvia, Gabriella e le altre, Viterbo, ottobre 1995; Innamorati della liberta', liberi di innamorarsi. Ernesto Che Guevara, la storia e la memoria, Viterbo, gennaio 1996; Oscar Romero e il suo popolo, Viterbo, marzo 1996; Il Centroamerica desaparecido, Celleno, luglio 1996; Donne in America latina, Celleno, luglio 1997; Primo Levi, testimone della dignita' umana, Bolsena, maggio 1998; La solidarieta' nell'era della globalizzazione, Celleno, luglio 1998; I movimenti ecopacifisti e della solidarieta' da soggetto culturale a soggetto politico, Viterbo, ottobre 1998; Rosa Luxemburg, una donna straordinaria, una grande personalita' politica, Viterbo, maggio 1999; Nicaragua: tra neoliberismo e catastrofi naturali, Celleno, luglio 1999; La sfida della solidarieta' internazionale nell'epoca della globalizzazione, Celleno, luglio 2000; Ripensiamo la solidarieta' internazionale, Celleno, luglio 2001; La cultura del nuovo impero: l'uomo a dimensione di merce, Celleno, luglio 2002; America Latina: il continente insubordinato, Viterbo, marzo 2003; America Latina: l'alternativa al neoliberismo, Viterbo, aprile 2004; Mulukuku: un progetto di salute mentale in Nicaragua, Viterbo, novembre 2010. Ha coordinando il Gruppo di approfondimento "Vivere nel nord  impegnati nel sud", all'interno del Convegno "Vivere e amare attraverso le contraddizioni", promosso dall'Associazione Ore Undici, e svolto a Trevi nell'Umbria (Pg), 25-30 agosto 2001. Ha partecipato alla trasmissione di "Rai Utile", del 24 gennaio 2006, dal titolo "America Latina e' sviluppo". Ha contribuito alla realizzazione, stesura, pubblicazione e presentazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

Il prossimo 28 settembre, in occasione della Giornata per la depenalizzazione dell'aborto in America Latina, le donne e le ragazze del Nicaragua manifesteranno pubblicamente per chiedere la depenalizzazione dell'aborto e la fine della violenza sessuale.

Amnesty International (www.amnesty.it) ha lanciato per l'occasione una campagna di solidarieta' internazionale, estremamente semplice ed efficace. Si tratta di creare una farfalla a cui allegare un messaggio di solidarieta' che, via e-mail, verra' inviata alle ragazze dei centri di accoglienza in Nicaragua.

"In un Paese di appena 5,8 milioni di abitanti, di cui piu' della meta' sono donne e il 42,5%  vive sotto la soglia di poverta', e' significativo l'ultimo dato rilevato dalla Rete delle donne contro la violenza: dall'inizio dell'anno sono state uccise 40 donne, tra cui 4 bambine con meno di 10 anni. Nonostante in Nicaragua il movimento femminista sia tra i piu' numerosi e organizzati dell'intera America Latina, retaggio della rivoluzione sandinista del '79, la violenza contro le donne prodotta principalmente in ambito domestico e il machismo continuano a delineare l'identita' nazionale. Molte donne che hanno contribuito alla costituzione del Nicaragua libero dalla dittatura dei Somoza, durata piu' di trent'anni, oggi hanno abbandonato il partito di governo, come la scrittrice di fama internazionale Gioconda Belli, o Monica Baltodano, che oggi e' militante nel Movimiento por el Rescate del Sandinismo, unica parlamentare rimasta in difesa della legalita' dell'aborto. In Nicaragua, infatti, come in Cile e in Salvador, l'aborto e' totalmente illegale. A penalizzare l'interruzione della gravidanza, permessa dalla Costituzione liberale della fine dell'Ottocento, e' stato il Frente Sandinista diretto dal presidente in carica, Daniel Ortega, in seguito a un accordo preelettorale con la Chiesa cattolica nel 2006. A qualche mese dalle prossime presidenziali, che si terranno in novembre, il Frente resta fermo sulle sue posizioni, nonostante il tradimento dei valori rivoluzionari di trent'anni fa" (Cristina Rosati, 14 luglio 2011).

Sulla intera scandalosa vicenda della cancellazione dell'aborto terapeutico rimandiamo alla puntigliosa e documentata ricostruzione contenuta nel libro "Nicaragua: noi donne, le invisibili" a cura dell'Associazione di Amicizia e Solidarieta' Italia-Nicaragua di Viterbo.

Vale la pena, pero', riproporre la lettera molto dura della ex comandante guerrigliera Monica Baltodano: "Se una donna fortemente diabetica resta incinta, il dottore le consiglia l'interruzione della gravidanza, perche' in Nicaragua non c'e' la possibilità concreta di renderti conto delle cose con anticipazione. Se una donna con problemi cardiaci resta incinta, il dottore le raccomanda la stessa cosa per evitare rischi. Tutto questo non importa a questi ipocriti, perche' preferiscono fare politica di basso livello su questi temi. Tutti i giorni mi sorprendo di quanto sia bello il mio paese. Quando vedo il suo sole, le sue piante, i suoi colori. Quando percorro le sue strade e ho contatti con la gente umile. Non finiro' mai di sorprendermi di come la gente semplice sappia sorridere nonostante non abbia nulla da mangiare alla fine della giornata o vivano sul bordo dei canali pieni di spazzatura e nonostante questo siano capaci di darti amore e tenerezza. Non finiro' mai di sorprendermi della tenerezza dei bambini che ci seguono per le strade e scherzano con noi. Continua a sorprendermi la luna e il suo brillare. Mi sembra che la luna e le stelle del Nicaragua siano piu' belle nel nostro cielo... Ma questa condotta cosi' da mascalzoni, cosi' ipocrita, dalla doppia morale, dei dirigenti del Frente Sandinista, che non hanno nessuna preoccupazione nel mandare le loro figlie o donne ad abortire a Cuba, dove esiste una legislazione moderna e rispettosa del nostro diritto alla vita, questo mi sembra orrendo e mi sorprende negativamente. Un saluto arrabbiato, Monica".

Certo, "tutto questo accade lontano da qui, in un paese diverso da quello dove vivo e dove ci sono donne che non possono scegliere e decidere della loro vita e di quella dei loro figli, un fatto gravissimo che mi fa pensare alla fortuna di vivere in Italia e all'importanza di stare come torri ferme di fronte al vento della reazione che muove anche da noi le fronde di molti alberi" (Tina Ingaldi).

Sappiamo che piccole variazioni delle condizioni iniziali possono produrre grandi variazioni (secondo il noto effetto della teoria del caos di Edward Lorenz, che non a caso per descriverlo ha usato la farfalla: il cui battito d'ali in Brasile puo' produrre un uragano in Texas); e' questo il senso auspicato delle farfalle della solidarieta' per le donne del Nicaragua, e non solo.

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riedizioni

- Jacqueline Amati Mehler, Simona Argentieri, Jorge Canestri, La Babele dell'inconscio. Lingua madre e lingue straniere nella dimensione psicoanalitica, Raffaello Cortina Editore, Milano 2003, Fabbri-Rcs, Milano 2008, pp. XXXVIII + 418, euro 9,90.

- Vittorino Andreoli, Casi estremi. Tra normalita' e follia, Rcs, Milano 2011, pp. XXIV + 338, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Federica Armiraglio (a cura di), Van Eyck, Skira'-Rcs, Milano 2004, 2011, pp. 176, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Dino Buzzati, Sessanta racconti, Mondadori, Milano 1958, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. XVI + 618, euro 9,90.

- Fedor Dostoevskij, La mansueta. Il sogno di un uomo ridicolo, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 96, euro 2 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore").

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 681 del 17 settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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