Coi piedi per terra. 291



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 291 del 13 luglio 2010
 
In questo numero:
1. Segnalazioni librarie
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Laura Tussi (parte prima)
3. Il 5 agosto una iniziativa a Viterbo per il terzo anniversario del comitato che si oppone al mega-aeroporto
4. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Gaston Bachelard, La poesia della materia, Red edizioni, Como 1997, pp. 64 + 2 Cd.
- Gaston Bachelard, La terra e il riposo, Red edizioni, Como 1994, pp. 288.
- Gaston Bachelard, La terra e le forze, Red edizioni, Como 1989, pp. 360.
- Gaston Bachelard, Poetica del fuoco, Red edizioni, Como 1990, pp. 144.
- Gaston Bachelard, Psicanalisi dell'aria, Red edizioni, Como 1988, pp. 278.
- Gaston Bachelard, Psicanalisi delle acque, Red edizioni, Como 1987, 1992, pp. 232.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO LAURA TUSSI (PARTE PRIMA)

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Laura Tussi.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Per un sintetico profilo di Laura Tussi si veda la sua risposta alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Laura Tussi: Tramite il professor Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink (www.peacelink.it), il professor Giovanni Salio, fondatore del Centro Studi Sereno Regis di Torino, il direttore del sito www.ildialogo.org Giovanni Sarubbi, il responsabile del Centro di ricerca per la pace di Viterbo Peppe Sini.

Ho sviluppato tematiche relative alla nonviolenza, allo sviluppo sostenibile, alla cultura della pace e alla memoria storica, collegandomi anche alle vicende piu' attuali, dal dialogo interreligioso alla violazione dei diritti umani nel mondo, alla negazione delle pari opportunita', attraverso il progetto dal titolo “Per non dimenticare”, organizzato dall'Istituto Comprensivo Prati di Desio (Monza e Brianza), con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale e dell'Assessorato alla Cultura di Nova Milanese. Questo progetto si pone l’ambizioso traguardo di unire tutte le forze democratiche che hanno a cuore i valori dell’antifascismo e della Costituzione, presenti sul territorio, in merito alle tematiche collegate al ricordo, al recupero della memoria storica e alla tutela dei diritti umani. In qualita' di docente presso l’Istituto Comprensivo Prati di Desio (Monza e Brianza), ho organizzato in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Nova Milanese, l’Arci, l’Anpi, l’Aned, l’Apei, Emergency, Peacelink, "Il Dialogo" e la Rete antifascista nord ovest Milano, incontri a tema, volti ad approfondire il Progetto Memoria Storica a Nova Milanese, dal titolo “Per non dimenticare” intrapreso, a partire dagli anni ’70, dall’Amministrazione Comunale e dalla Biblioteca Civica Popolare di Nova Milanese, con la raccolta di videotestimonianze, interviste e documentazioni inerenti la memoria dei campi di concentramento e di sterminio nazisti.

I primi interventi hanno aperto il dibattito sul pluralismo e il dialogo interreligioso, sulle pari opportunita' e i diritti umani, considerati al vaglio della memoria storica e dell'attualita'.

La presentazione di Moni Ovadia del libro “Memorie e Olocausto” di Laura Tussi ha dato inizio al ciclo di iniziative.

Nel primo incontro dal titolo “Pluralismo e dialogo interreligioso. Per non dimenticare”, il sindaco Laura Barzaghi e la giornalista Annalisa Tagliabue hanno introdotto i vari interlocutori e le associazioni partecipanti all'evento con la loro testimonianza. Le tematiche collegate al pluralismo religioso e al dialogo interculturale tra i culti e le fedi, nel diritto alla liberta' di culto, sono state affrontate da Laura Tussi, docente, scrittrice e giornalista e dal teologo Brunetto Salvarani, direttore di "Cem Mondialita'". Gli argomenti affrontati sono stati l'importanza del dialogo tra le differenze soggettive, psicologiche, identitarie nel tessuto sociale e comunitario, dove come sostiene Hermann Hesse, in Narciso e Boccadoro:”la nostra meta non e' di trasformarci l'un l'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e di imparare a vedere e a rispettare nell'altro cio' che egli e': il nostro opposto e il nostro completamento”. Il confronto tra le religioni in dialogo non viene riconosciuto dalla politica attuale a livello sociale e giuridico e la liberta' di culto si prospetta ancora come una lontana utopia, anche se costituisce un diritto umano imprescindibile per ogni persona appartenente a professioni religiose diverse, per una cittadinanza interculturale e una prospettiva di convivenza planetaria.

Nel secondo incontro dal titolo “Diritti umani e pari opportunita'. Per non dimenticare”, la scrittrice, massmediologa, vicepresidente dell'Osservatorio Nazionale ed Europeo per il Rispetto delle Pari Opportunita', Wanda Montanelli, ha introdotto con un resoconto molto dettagliato la problematica della violazione dei diritti delle donne e l'importanza del fare memoria della storia passata e dell'attualita' in cui la componente femminile e' indubbiamente sempre presente.

Il preside dell'Istituto Comprensivo Prati di Desio, Gianni Trezzi, animatore e leggistorie, ha letto alcuni brani tratti dall'ultimo libro di Laura Tussi, dal titolo Memorie e Olocausto. Interessante, partecipato e sentito e' stato l'intervento dell'ex partigiano, presidente dell'Anpi, Emilio Bacio Capuzzo, che ha portato una personale testimonianza ed esperienza di guerra durante gli anni del nazifascismo. Importante la testimonianza dell'Aned rappresentata dal ricercatore Giuseppe Valota che ha scritto un trattato sulla deportazione politica degli scioperanti di Sesto San Giovanni in un libro edito dalla Guerini e Associati. Peacelink, associazione che si occupa di temi ambientalisti, di antimilitarismo e nonviolenza per un futuro sostenibile, e' intervenuta nella persona del professor Lorenzo Galbiati che ha testimoniato le nefandezze della situazione politica in cui si trova il popolo palestinese. La Rete antifascista nord ovest Milano di Bollate ha presentato un resoconto del pericolo incombente a seguito della costituzione di una Skinhouse, (associazione neonazista) insediatasi sul territorio bollatese. Presenti anche i lavoratori della Lares metalli preziosi, che stanno vivendo momenti difficili in seguito alla chiusura dell'azienda, ma che con tenacia continuano a difendere la loro dignita' di lavoratori, secondo l'articolo 1 della Costituzione Italiana. Presente all'iniziativa e' l'associazione Emergency di Monza e Nova Milanese che raccoglie fondi per il funzionamento di centri di primo soccorso per le vittime di guerra in Afghanistan e in molti paesi belligeranti.

La libreria L’Antologia di Nova Milanese ha messo in vendita i libri dei vari autori intervenuti in questi incontri.

Il 18 aprile 2010 e' stato ospite dell'evento “Per non dimenticare” il maestro Renato Sarti, attore, regista, opinionista e fondatore e direttore del Teatro della Cooperativa di Milano. L'intervento dal titolo “Memoria storica e diritti umani... per non dimenticare”, presso la sala consiliare del Comune, si e' basato su una riproposizione e rilettura degli eventi del nazifascismo, osservati nel testo teatrale del maestro Sarti, dal titolo “I me ciamava per nome: 44787. Risiera di San Sabba”. Il testo racconta di esperienze di deportazione per motivazioni politiche, con agghiaccianti riferimenti alla tragedia degli eventi a livello individuale e collettivo, nel dramma di ogni singolo personaggio. Sempre per il tema dell'antifascismo e della deportazione, sono stati organizzati degli eventi di testimonianza diretta e indiretta con il presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani, di Nova milanese Emilio Bacio Capuzzo e il presidente dell'Associazione Nazionale Ex Deportati di Sesto San Giovanni, Giuseppe Valota. Gli incontri con i testimoni si sono svolti presso l'Istituto Erasmo da Rotterdam di Bollate e presso l'Istituto Comprensivo Prati di Desio, alla presenza di centinaia di studenti dei licei e degli istituti superiori del territorio, sempre all'interno del ciclo di eventi “Per non dimenticare”.

Il 23 maggio 2010 si e' proposto al pubblico di Nova Milanese il tema “Ecologia e lotte sociali”, utilizzando il titolo di un celebre libro del relatore dell'incontro, il professor Virginio Bettini, docente di analisi e valutazione ambientale presso l'universita' Iuav di Venezia. Interessante anche la relazione di Ilaria Merati, dottore di ricerca in politiche pubbliche del territorio e pianificazione territoriale, che ha proposto una rilettura in termini attuali del caso Seveso, e l’esposizione dell’Associazione Nova Ecologia, attiva a livello territoriale con importanti eventi di tutela ambientalista, per fare fronte al pericolo di emissioni di diossine e furani nell'ambiente da parte di poli e complessi industriali e degli inceneritori, presenti sul territorio a livello locale, globale e planetario. Durante l’evento e' stato letto un comunicato del presidente dell’Associazione Peacelink, professor Alessandro Marescotti, che sostiene il progetto “Per non dimenticare” e conduce campagne civili di rivendicazione ambientalista a Taranto e in ambito nazionale ed internazionale. Questo incontro ha voluto divulgare il messaggio dell'importanza e del valore della tutela ambientale a livello di ecosistema planetario, senza scadere in localismi ed in particolarismi di interesse privato e speculativo, individuale e personalistico.

Gli eventi del ciclo “Per non dimenticare” vogliono proporre all'attenzione del pubblico delle importanti riflessioni sull'attualita' dei valori sociali e dei diritti civili e umani, di cui occorre continuamente fare memoria, ripercorrendo l'analisi del passato storico, per evitare di compiere di nuovo gli errori della storia, a livello di violazione della dignita' delle persone, sotto varie forme e vari aspetti, dall'intolleranza per le diversita', dall'oppressione delle differenze, alla considerazione del dialogo tra le parti e le categorie e tipologie umane, nel rispetto dell'ambiente circostante e dell'ecosistema, per un futuro a misura di persona, in un contesto ecosostenibile e nonviolento, basato sui valori della pace e della valorizzazione delle differenze di ogni genere e tipologia umana, nella liberta' di espressione e di pensiero.

Nella rete telematica sono disponibili i video del ciclo di eventi “Per non dimenticare”.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Laura Tussi: Sono Mohandas K. Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela, per il loro impegno civile nonviolento e per le lotte sociali di rivendicazione di pari dignita' ed opportunita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Laura Tussi: Vorrei proporre i testi di Galtung e Morin, le pubblicazioni del Centro Studi Sereno Regis di Torino e i miei studi Sacro (Emi 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il disagio insegnante (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2010) e i miei articoli per diverse riviste di settore, con cui collaboro, come "La Rassegna dell’Istruzione" (Le Monnier Mondadori - Miur), "Scuola e didattica" (La Scuola, Brescia).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Laura Tussi: L'impegno di Emergency nel mondo, nel portare cure mediche e sostegno umanitario a tutte le vittime dei conflitti bellici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Laura Tussi: Negli ambiti della violazione dei diritti umani e della tutela ambientale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Laura Tussi: Personalmente segnalo www.peacelink.it, www.ildialogo.org, il Centro Studi Sereno Regis di Torino, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo, il progetto “Per non dimenticare” di Nova Milanese.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Laura Tussi: Come sostiene Gandhi “la verita' non e' mai stata rivendicata con la violenza”. La nonviolenza e' l'arte dell'ascolto, del dialogo, del compromesso, ma richiede tempo per trovare le soluzioni piu' eque, le sintesi che facciano crescere il livello di giustizia, di liberta', di pieno rispetto dei diritti umani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Laura Tussi: Riconoscere la soggettivita' della donna corrisponde a considerarne anche la differenza: la pari dignita' non viene stabilita sulla base di una omogeneizzazione dei due sessi, ma sulla identificazione della differenza come valore. Non si vuole qui fare l’elogio del pensiero della differenza sessuale (che e' comunque un momento alto della partecipazio­ne femminile all’elaborazione culturale), ma  sottolineare ancora una volta che la rilevazione della differenza sessua­le come positivita' attribuisce diritto di cittadinanza culturale a tutte le altre differenze (etnica, culturale appunto, ma anche di eta', di salute, di stato sociale e altro). Cio' sembra importante soprattutto in un momento in cui le differenze etniche e culturali stanno spaccando nazioni, anche da lungo tempo costruite sull’unione di etnie diverse,  in tanti piccoli satelliti. Rimane certamente un problema quello delle varie forme di discriminazione e di violenza sulle donne e sulle bambine. Una questione grave e' il precariato sul lavoro, il cosiddetto mobbing e la precedenza data al licenziamento, o alla messa in cassa integrazione, delle donne nelle situazioni di chiusura totale o di delocalizzazione delle aziende. Legati al fenomeno dell’immigrazione ci sono i problemi dello sfruttamento e del traffico di donne. Di crescente rilievo sociale, giuridico e morale e' la piaga culturale che riguarda quelle donne immigrate le quali, lavorando in particolare quali badanti o infermiere nelle nostre case e nei nostri ospedali, fanno partecipi le nostre famiglie dello stato di disagio in cui si trovano le loro stesse famiglie rimaste nei paesi di provenienza: prive di madri, figlie, sorelle... La sfida del ricongiungimento del nucleo familiare ci coinvolge nel nostro piu' intimo vissuto quotidiano.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Laura Tussi: Come dicono gli aborigeni australiani “la terra non appartiene all'uomo, ma e' l'uomo ad esserne figlio”. Per gli aborigeni la terra non e' un territorio da sfruttare, ma e' vita, cultura. Gli aborigeni sono la terra, perche' condividono con essa parte della loro anima. La loro cultura e' fortemente connessa alla terra e cio' fa si' che non possano vivere senza di essa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Laura Tussi: Il difficile problema della contemporaneita' consiste nell'assemblare il particolare e l’universale, il locale e il globale, evitando, al contempo, che l’universalita' si traduca in omologazione totalitaria, con la conseguente riduzione delle varieta' di forme di vita e di cultura, di intelligenze, saperi e linguaggi, dove la legittima difesa della particolarita' deve evitare il rischio del localismo, del culto esasperato delle radici, in quella ossessione identitaria, causa di violente divisioni, di conflitti e discriminazioni, in cui l'identita' degli altri risulta fissata in stereotipi ai quali si attribuiscono carattere di fissita' e negativita', considerando in modo dispregiativo l'immigrato e il “diverso”. La paura della differenza produce attribuzioni di identita' svalutative e negative, creando insormontabili barriere mentali e simboliche, muri, limiti e confini che legittimano e razionalizzano giudizi di inferiorita' e pratiche di intolleranza, razzismo, sopraffazione e violazione dei diritti imprescindibili della persona. Il genere umano possiede risorse e capacita' creative inesauribili nella possibilita' di una nuova creazione di cittadinanza planetaria, cosmopolita, internazionale attraverso l'educazione della trasmissione del passato, nel recupero della memoria storica e, al contempo, l'apertura della mente per accogliere il nuovo, il cambiamento, la diversita', l’anormalita', al centro della innovativa missione di una progressiva progettualita' interculturale del pensiero delle differenze. Nessun popolo puo' arrogarsi il diritto di una priorita' cronologica e superiorita' qualitativa, perche' ogni civilta' si costituisce su un terreno interculturale, ossia come la risultante di interazioni transculturali, in quanto ogni cultura si e' sempre formata grazie alla complessiva intermediazione con altri saperi, linguaggi, valori, fedi e culture diversi e differenti da se'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Laura Tussi: Noi del progetto “Per non dimenticare” di Nova Milanese sosteniamo l’Osservatorio milanese sulla criminalita' organizzata (Omicron). L'impegno civile puo' seriamente contrastare l'insorgere di interessi malavitosi, sostenuti dall'omerta' e dal silenzio. Tutti siamo molto interessati all'argomento e vorremmo trasmettere ai ragazzi l'importanza e il valore della legalita' e dell'onesta', contro tutte le mafie. Vorremmo far capire cosa e' la mafia e dove si trova e comprenderne i meccanismi, appunto Per non dimenticare le stragi, per evitare vittime e perche' la societa' civile, nei limiti delle proprie possibilita', tramite l'informazione costante, la conoscenza e l'attenzione ai comportamenti omertosi, non permetta l'errore del crimine e della corruzione, anche e soprattutto ad alti livelli.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Laura Tussi: Il progetto “Per non dimenticare” di Nova Milanese sostiene i lavoratori in disoccupazione, con campagne civili di rivendicazione del rinnovo dei contratti, per il diritto al lavoro, al salario e alla dignita', come da articolo 1 della Costituzione italiana. Anche Moni Ovadia, durante la presentazione del mio libro dal titolo “Memorie e Olocausto”, Aracne 2009, ha sostenuto la causa civile nonviolenta di tutti i lavoratori in disoccupazione che tutelano i propri diritti, con la raccolta di firme e fondi, tramite concerti, spettacoli e iniziative culturali, visibili nei video www.youtube.com/lauratussi

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Laura Tussi: Come ha scritto lo storico israeliano Ilan Pappe nel suo libro sulla pulizia etnica della Palestina, “questa vicenda, la piu' decisiva nella storia moderna della terra di Palestina, e' stata da allora sistematicamente negata, e ancora oggi non e' riconosciuta come un fatto storico e tantomeno ammessa come un crimine con il quale e' necessario confrontarsi sia politicamente sia moralmente”.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Laura Tussi: In un’epoca in cui i conflitti internazionali producono nuove forme di guerra e in cui assistiamo a grandi trasformazioni delle relazioni tra i popoli e le istituzioni, una lettura dei processi individuali e sociali di rappresentazione degli affetti puo' offrire un importante contributo alla costruzione di una nuova cultura, un’arte della pace, come capacita' di soluzione non ideologica dei conflitti. Franco Fornari (1921-1985), uno dei maggiori psicoanalisti ed esponente di primo piano della cultura italiana, ha elaborato un modello teorico, che ha applicato non solo al lavoro clinico individuale, ma anche all’analisi delle dinamiche dei gruppi, dei conflitti istituzionali e sociali, della guerra e dei prodotti culturali, dalla letteratura all’arte e alla musica.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Laura Tussi: L’educazione alla pace e all’antimilitarismo, innanzitutto, transita attraverso la formazione di una personalita', di un’organizzazione psichico-cognitiva in evoluzione nella quale hanno la preminenza gli atteggiamenti positivi, di negoziazione, di cooperazione, rispetto all’antagonismo e alla prevaricazione, nella relazione personale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Laura Tussi: Nella psicologia dello sviluppo si indagano l’origine e l’evoluzione di comportamenti quali l’aggressivita', la competitivita', la prevaricazione, la violenza e gli atteggiamenti opposti a questi, quali la solidarieta', la cooperazione e l’altruismo. La didattica recentemente si sta occupando anche di educazione alla pace, di gestione del conflitto e diseducazione alla guerra. Nella nostra cultura e' profondamente radicato il convincimento secondo cui le guerre internazionali, i conflitti di predominio etnico ed economico, siano avvenimenti addirittura necessari ed inevitabili come, in parallelo, le contese e le diatribe tra gruppi e tra singoli. Gli studi sociologici e psicologici piu' recenti indagano i comportamenti significativi relativi al tema della conflittualita', dimostrando che sussiste continuita' tra comportamenti macrosociali e microsociali. Questo dimostra che e' impossibile educare alla pace e alla gestione dei conflitti esclusivamente predicando la pace o proponendo un ideale nonviolento e pacifista rispetto alle relazioni belliche internazionali, ma occorre intervenire nei comportamenti e nei rapporti sociocomunitari che anche il ragazzo vive e sperimenta nel suo quotidiano. Se non si considerano il conflitto interpersonale, la "guerra tra civilta'", la belligeranza tra potenze nazionali, quali fenomeni connaturati con l’esperienza umana sussistono anche convinzioni circa il ruolo dell’utilita' di un’azione a favore della pace, per impegnarsi in senso nonviolento. Ma l’educazione alla pace, innanzitutto, transita attraverso la formazione di una personalita', di un’organizzazione psichico-cognitiva in evoluzione nella quale hanno la preminenza gli atteggiamenti positivi, di negoziazione, di cooperazione, rispetto all’antagonismo e alla prevaricazione. Gli atteggiamenti di conflitto e prevaricazione interindividuale si costruiscono in primo luogo nel microcosmo o microsistema nell’ambito della quotidianita' del bambino e solo in seguito vengono proiettati, trasferiti e riversati nell’ambito delle relazioni tra i popoli. L’atteggiamento pacifico non si puo' esercitare a livello di istituzioni pubbliche, di relazioni internazionali, a livello mondiale se non ci si abitua a praticare nelle relazioni private e nei rapporti interpersonali comportamenti pacifici che trasmettano ideali di cooperazione, di altruismo, di solidarieta', di collaborazione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Laura Tussi: Occorre ripensare ai popoli del terzo mondo che vengono sfruttati e cui non viene data loro la possibilita' di autodeterminarsi, di gestirsi autonomamente e di ottenere il pieno rispetto dei diritti fondamentali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Laura Tussi: “La follia e' una condizione umana. In noi la follia esiste ed e' presente come lo e' la ragione. Il problema e' che la societa', per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla. Il manicomio ha qui la sua ragion d'essere” (Franco Basaglia). La legge 180, Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori, del 13 maggio 1978, meglio nota come legge Basaglia (dal suo promotore Franco Basaglia) e' una nota e importante legge quadro che impose la chiusura dei manicomi e regolamento' il trattamento sanitario obbligatorio, istituendo i servizi di igiene mentale pubblici. Successivamente la legge conflui' nella legge 833/78 del 23 dicembre 1978, che istitui' il Servizio Sanitario Nazionale. La legge fu una vera e propria rivoluzione culturale e medica, basata sulle nuove e piu' umane concezioni psichiatriche promosse e sperimentate in Italia da Franco Basaglia. Prima di allora i manicomi erano poco piu' che luoghi di contenimento fisico, dove si applicava ogni metodo di contenzione e pesanti terapie farmacologiche e invasive. Le intenzioni della legge 180 erano quelle di instaurare rapporti umani rinnovati, riconoscendo appieno i diritti e la necessita' di una vita di qualita' dei pazienti, seguiti e curati da ambulatori territoriali...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Laura Tussi: Per nonviolenza nell’informazione si deve intendere la liberta' di tutti gli apparati di stampa, televisione e simili nel dare opinione, comunicazione e informazione. In queste prerogative si deve sottolineare la responsabilita' morale di chi opera nel settore. Pensiamo a tutti i giornalisti e i fotoreporter che operano nei luoghi di guerra per un'informazione equa, mettendo a repentaglio la propria vita.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Laura Tussi: Gandhi ha scelto per la sua lotta nonviolenta il termine satyagraha che significa “forte adesione alla verita' o filosofia”. La parola “filosofia” indica l'amore, la forte adesione alla verita' espressa nella sapienza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Laura Tussi: La pedagogia del dialogo si esplica in percorsi comunitari militanti e pratiche dialettiche di conduzione anagogica verso il cambiamento tra identita' e differenza quale metabletica implicita nelle transizioni maieutiche di pluralismi religiosi e nelle interdipendenze di alternative cultuali, quali istanze proteiformi contemporanee presenti nelle societa' occidentali, nell’ambito di una costante dialettica maieutica di incontro e confronto secondo empatia e passione tra uomini e donne di differenti pratiche teologiche e di fede, dove incontrare l’altro nella sapienza. L’”alfabeto dialogico” si dipana e propaga nell’ascolto e nella conoscenza in un orizzonte ecumenico globale a contatto con posizioni interreligiose e confini multietnici e pluriculturali in limitrofe concezioni di decentramento solidale, dove dall’omologia teologica si prospettano divergenze ideologiche e teleologiche, immaginando teorie egualitarie nella concezione di uguaglianza tramite il pensare le differenze, tra equita' di opposizioni e contrasto tra posizioni. Dunque “dialogo interreligioso” e racconto intrabiografico, quale prospettiva dialettica costante e connubio dialogico militante tra pluralismi teologici in rievocabili e riattualizzabili ierofanie e fenomenologie teofaniche manifeste come eventi rapsodici nella civilta' occidentale. Il dialogo e' il presupposto comunicativo tra esseri umani, una modalita' relazionale e trasmissiva di contenuti, nozioni e semplici messaggi, come espressione di idee, di valori ed anche sentimenti, emozioni e stati d’animo. Il dialogo diventa pero' opera di cammino comunitario, di percorso ecumenico, quale intento volutamente costruttivo, quando implica atteggiamenti di accoglienza, nel confronto, nell’interscambio proficuo di identita' diverse, in relazioni dialogiche di dinamicita' dialettica, nel contenere in se' la diversita' di cui l’altro si fa portatore. Accogliere, ma anche tollerare e (perche' no?) anche sopportare l’entita' altra, la differenza altrui, quale vessillo e memoria che l’”altrui” identita' ha effigiata ed impressa nel suo essere “altro” da noi. Il dialogo, il confronto, l’interscambio, la condivisione, oltre che a costituire nobili intenti etici, di corretto vivere comunitario, implicano il rapporto con la diversita', nel tollerarla, assimilarla, riconoscerla ed accettarla, farla propria, pur mantenendo le distinte identita' degli interlocutori, i caratteri imprescindibili di ogni cultura, di ogni credo, di ogni ideale politico, nel confronto dialettico tra memorie, storie di vita, narrazioni di esperienze, individuali e collettive, dove le ideologie, le fedi, le culture hanno aperto un solco, lasciato un’impronta, depositato un seme da cui germogliano prolifiche idee, innovativi contenuti, fecondi valori. La dinamicita' dialettica del confronto sottintende atteggiamenti di umilta', a scanso di equivoci di prepotenza o di imposizione sull’altro, e implica la deposizione, disposta all’ascolto, della propria precipuita' e recondita ipocrisia individualistica, alimentando propositi costruttivi rispetto al rapporto con le alterita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Laura Tussi: La nonviolenza contribuisce all'educazione tramite i valori dell'accoglienza dell'altro e del dialogo interculturale, tra le molteplici diversita' presenti nel tessuto sociale. Una primaria responsabilita' spetterebbe alla scuola.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Laura Tussi: Il sistema economico mondiale risulta completamente squilibrato e sbilanciato. Una piccola percentuale degli abitanti della terra consuma le giuste necessita' che spetterebbero ad ogni essere umano. Mentre una ridottissima parte di grossi capitalisti usa in modo inappropriato e con eccessivi e inutili squilibri le risorse delle persone del sud del mondo, cosi' che questi sono soggetti in schiavitu' e divengono vittime di guerre che sarebbero risolvibili con una ripartizione equa dei beni e delle risorse, con un impegno concreto di tutte le nazioni.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Laura Tussi: La Costituzione Italiana e la Dichiarazione universale dei diritti umani stabiliscono il diritto degli uomini e delle donne di vivere nella pace e nella ricerca della felicita', nel dovere di rispettare le regole che garantiscano un sistema equo e sostenibile.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Laura Tussi: Dice Gandhi: “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale possono essere valutati dal modo in cui vengono trattati i suoi animali. La carne non e' un alimento adatto all'essere umano. Il nostro errore e' di comportarci come gli animali inferiori, pensando di essere superiori. Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante. Per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo. Per un semplice soldo, ripaga con oro. Per ogni piccolo servizio, dai un compenso dieci volte maggiore: chi e' davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male”.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Laura Tussi: L'International Center for Technology Assessment (Icta) e' un’organizzazione no profit, nata con lo scopo di esplorare l’impatto etico, sociale, ambientale e politico delle nuove tecnologie.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Laura Tussi: L’analisi olistica della complessita' degli eventi storici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Laura Tussi: Consenso indica che si e' d’accordo su qualcosa, ma non significa necessariamente accordo pieno di tutti su tutto, cioe' unanimita'. L’unanimita' puo' anche arrivare, ma non e' certo un obiettivo: il consenso punta a far convivere le differenze, non ad eliminarle. Percio' in una decisione consensuale vi possono essere diversi gradi di accordo e molte sfumature riguardo agli impegni che i diversi membri si assumono rispetto a una determinata decisione, pero' il tutto avviene in modo esplicito e globalmente accettato. Il metodo del consenso da' effettivamente un grande potere al singolo (a ogni singolo indistintamente!) perche' ne riconosce il valore, la dignita', l'unicita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Laura Tussi: La psicologia sociale e la psicanalisi sono accomunate da un grande consenso circa la necessita' di abolire stili educativi repressivi, in quanto forieri di violenze. La realizzazione di se' si incontra con la presenza e l’esigenza di interagire con l’alterita', di relazionarci con gli altri da noi. In questo contesto relazionale si pone il problema di come permettere l’espansione identitaria di ogni soggetto, senza prevaricazione e sopruso. In termini psicologici occorre individuare i meccanismi che possono facilitare e agevolare condizioni di rispetto per la soggettivita' dell’altro e per il controllo della propria aggressivita'. L’uomo e' animale sociale, e se e' in grado di essere aggressivo e distruttivo e' anche capace di collaborazione, altruismo e cooperazione. Dunque e' necessario individuare le situazioni che agevolano nel bambino l’emergere di stabili comportamenti collaborativi e cooperativi.

(Parte prima - segue)

 
3. INCONTRI. IL 5 AGOSTO UNA INIZIATIVA A VITERBO PER IL TERZO ANNIVERSARIO DEL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
 
Si svolgera' a Viterbo il 5 agosto 2010 l'iniziativa pubblica in occasione del terzo anniversario della nascita del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
Il comitato fu costituito il 24 luglio 2007 con una assemblea presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo; fin dalla fondazione al comitato partecipo' anche Alfio Pannega, figura storica della Viterbo popolare e antifascista, che e' deceduto il 30 aprile scorso e che sara' ricordato ancora una volta il 5 agosto dai suoi compagni di vita e di lotte.
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Il 5 agosto 2010, in una delle piu' belle piazze di Viterbo, utilizzando variegate forme espressive (e col prezioso contributo di artisti dell'immagine, del suono e della parola), il comitato riassumera' questi tre anni di esperienze di impegno per la verita', per l'ambiente, per i diritti umani, per la legalita', per salvare l'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame dall'insensato ed illegale mega-aeroporto degli speculatori, degli avvelenatori, dei vandali.
Parteciperanno anche varie autorevoli personalita' che da varie parti d'Italia in questi anni hanno sostenuto l'iniziativa del comitato e condiviso il suo impegno locale e globale per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti.
 
4. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
 
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 291 del 13 luglio 2010
 
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