Voci e volti della nonviolenza. 351



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 351 del 18 luglio 2009

In questo numero:
1. Claudio Fava: Per "I Siciliani"
2. Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo
Venezia: Appello per "I Siciliani"
3. Dacia Maraini: Per "I Siciliani"

1. APPELLI. CLAUDIO FAVA. PER "I SICILIANI"
[Da Claudio Fava (per contatti: info at claudiofava.it) riceviamo e
diffondiamo]

Cari amici,
vorremmo ringraziare pubblicamente i primi sottoscrittori che hanno aderito
alla campagna per "I Siciliani" (e i cui nomi trovate qui di seguito).
Consideriamo questa risposta un segno di amicizia, non solo di solidarieta':
la traccia di una Italia civile che - nonostante tutto - esiste e resiste.
La somma che viene pretesa dal tribunale, oltre novantamila euro, resta
comunque molto lontana dalle cifre raccolte fino ad oggi (poco piu' di 10
mila euro). E' la ragione per cui torniamo a scrivervi per chiedervi di
darci una mano. La data del 30 settembre si avvicina: quel giorno, se non
porteremo in tribunale la somma pretesa, dovremo portare i certificati di
vendita delle case sotto pignoramento.
Quale sia il grado di follia e di umiliazione di questa procedura d'incasso
forzoso, un quarto di secolo dopo "I Siciliani" e la morte per mano mafiosa
del suo direttore, lo abbiamo gia' scritto e detto. E vi chiediamo adesso di
farvene interpreti e testimoni. In allegato troverete la nostra lettera che
riepiloga la vicenda e un bell'articolo di Dacia Maraini pubblicato sul
"Corriere della Sera".
Un abbraccio a tutti
Claudio Fava
*
Per informazioni: Resi Fichera: tel. 3498783376; Elena Fava: tel. 3387093821
*
Primo sottoscrittori: Katiuscia Migliorati, Ernesto De Cristofaro, Francesca
Ruggeri, Agos Ruggeri, Luigia Padalino, Ezio Corradi, Marco Arnone, Olga
Baldassi, Eugenio Cosci, Raffaella Manzo, Paolo Rossi, Agatino Giuffre',
Carmelo Passanisi, Edda Anita Rosa Boletti, Antonino Bruschetta, Lorenzo Loi
Baldo Maria da "Antimafia 2000", Medita srl, A. Maria Boitano Baldi
Rosario, Claudio Riolo, Donatella Albino, Davide Tecchi, Luigi Lendon contro
la mafia, Francesca Sancin, Pierfrancesco Asso, Lorenzo Misuraca, Gian Carlo
Caselli, Maria Luisa Sciarra - Turturici, Francesco Messineo, Castelli
Adriana, Nadia Moro. Anna Murru, Enrico Dell'Antone, Marco Nicosia, Angelo
Aiello per conto Associazione culturale, Daria Pietosi, Rober Brusaferri,
Fiorilla Salvatore, Salvatore Gullotta, Emilio De Domenico, Angela Abare,
Alessandro Cigna, Damiano Avinio, Armando Spataro, Corrado Vanzi, Alessandro
Munari, Anna Luisa Bolla, Anna Marzanati, Mirella La Russa, Osvaldo
Mascetti, Tecnocostruzioni, Marzano Gabriele, Claudio Contraffatto, Dacia
Maraini, Andrea Pisati, Davide Ranoffio, Giovanni Del Prete Jungano, Alberto
Spampinato, Simona Cocuzza, Alessio Gabrieli, Carmelo Cecere, Piero
Maiocchi, Alfonso Apostolico Campagna, Stefano Calabria, Giuseppe Berretta,
Sironi Francesco, Parisi Guglielmo, Magri Vincenzo, Lucia Cattaneo, Roberto
Zappa, Giovanna Rota, Carlo Gualini, Alberto Cadorin, Alessandro Magni,
Giocchino Cannizzaro, Oliver Maristella Tobagi G., Brusaferri Giuseppe,
Bruno Lepanto, Bernardo Roset, Aleardo Putti, Silvana Vallin, Bianca
Stancanelli, Claudio Gioacchino Coco, Ciro Sabatino, Antonino Tomasello,
Enrichetta Maccario Malenghini, Luisa Acerbi, Giovanna Califano, Nuccio
Gibilisco, Francesca Manca, Saet spa, Giuseppe Musumeci, Cesare Ruperto,
Riccardo Zucchetti, Giuseppe Geroldi, Igino Raganosi, Giuseppe Alicino.

2. APPELLI. ELENA BRANCATI, CLAUDIO FAVA, ROSARIO LANZA, GRAZIELLA PROTO,
LILLO VENEZIA: APPELLO PER "I SICILIANI"

Cari amici,
Dopo l'assassinio mafioso di Giuseppe Fava, il 5 gennaio 1984, i redattori
de "I Siciliani" scelsero di non sbandarsi, di tenere aperto il giornale e
di portare avanti per molti anni la cooperativa giornalistica fondata dal
loro direttore, affrontando un tempo di sacrifici durissimi in nome della
lotta alla mafia e della libera informazione. Anni di rischi personali, di
stipendi mai pagati, di concreta solitudine istituzionale (non una pagina di
pubblicita' per cinque anni!).
Oggi, a un quarto di secolo dalla morte di Fava, alcuni di loro (Graziella
Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo Venezia, membri
allora del CdA della cooperativa) rischiano di perdere le loro case per il
puntiglio di una sentenza di fallimento che si presenta - venticinque anni
dopo - a reclamare il dovuto sui poveri debiti della cooperativa. Il
precetto di pignoramento e' stato gia' notificato, senza curarsi d'attendere
nemmeno la sentenza d'appello. Per paradosso, il creditore principale,
l'Ircac, e' un ente regionale disciolto da anni.
E' chiaro che non si tratta di vicende personali: la redazione de "I
Siciliani" in quegli anni rappresento' molto di piu' che se stessa, in un
contesto estremamente difficile e rischioso. Da soli, quei giovani
giornalisti diedero voce udibile e forte alla Sicilia onesta, alle decine di
migliaia di siciliani che non si rassegnavano a convivere con la mafia. Il
loro torto fu quello di non dar spazio al dolore per la morte del direttore,
di non chiudere il giornale, di non accettare facili e comodi ripieghi
professionali ma di andare avanti. Quel torto di coerenza, per il tribunale
fallimentare vale oggi quasi centomila euro, tra interessi, more e spese.
Centomila euro che la giustizia catanese, con imbarazzante ostinazione,
pretende adesso di incassare per mano degli ufficiali giudiziari.
Ci saranno momenti e luoghi per approfondire questa vicenda, per scrutarne
ragioni e meccanismi che a noi sfuggono. Adesso c'e' da salvare le nostre
case: gia' pignorate. Una di queste, per la cronaca, e' quella in cui nacque
Giuseppe Fava e che adesso, ereditata dai figli, e' gia' finita sotto i
sigilli. Un modo per affiancare al prezzo della morte anche quello della
beffa.
La Fondazione Giuseppe Fava ha aperto un conto corrente (che trovate in
basso) e una sottoscrizione: vi chiediamo di darci il vostro contribuito e
di far girare questa richiesta. Altrimenti sara' un'altra malinconica
vittoria della mafia su chi i mafiosi e i loro amici ha continuato a
combatterli per un quarto di secolo.
Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza, Graziella Proto, Lillo Venezia
*
I bonifici vanno fatti sul cc della "Fondazione Giuseppe Fava"
Credito Siciliano, ag. di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT)
iban: IT22A0301926122000000557524
causale di ogni bonifico: per "I Siciliani"

3. APPELLI. DACIA MARAINI: PER "I SICILIANI"
[Dal "Corriere della sera" del 30 giugno 2009 col titolo "Se il pignoramento
colpisce gli onesti" e il sommario "Dopo 25 anni sentenza di fallimento
contro i giornalisti dei 'Siciliani'"]

"La mafia e' dovunque, a Palermo, a Catania, a Milano, a Napoli, a Roma,
annidata in tutte le strutture come un inguaribile cancro", scriveva
Giuseppe Fava nell'83 su "I Siciliani", un giornale battagliero e coraggioso
che hanno tentato di mettere a tacere assieme al suo direttore. Fava aveva
visto giusto. Oggi sappiamo che la mafia e' una realta' non solo regionale
ma nazionale e costituisce una delle ragioni dell'arretratezza del nostro
Paese. Se non tagliamo con severita' i rapporti fra le mafie e le strutture
dell'amministrazione pubblica, fra le mafie e le banche, fra le mafie e
alcune zone buie della magistratura, non ne usciremo, come diceva Fava.
Il 5 gennaio dell'84 Giuseppe Fava viene ucciso brutalmente da mani mafiose
e il giornale - tutti lo pensano e lo suggeriscono - si accinge a chiudere.
Ma i redattori che hanno lavorato con lui, mettendo nell'impresa le loro
energie, il loro tempo, il loro coraggio, la loro passione civile, decidono
di non chiudere. Sarebbe stato logico che la societa' siciliana li ripagasse
non solo comprando il giornale, come ha continuato a fare, ma anche
finanziandolo con pubblicita' e sostegno. Invece no. In Sicilia chi con
coraggio fa il suo dovere, viene prima o poi punito. Cosi' succede che per
anni "I Siciliani" si trovi completamente privato di pubblicita' e sia
costretto a firmare cambiali. Molti cittadini comprano il foglio ma nessun
industriale o commerciante ci mette piu' una lira. Si cerca in tutti i modi
di fare tacere una voce libera.
Ora dopo piu' di vent'anni dalla morte del suo direttore, i redattori che
nel frattempo hanno inventato altri giornali e altre riviste vengono
attaccati con spirito punitivo, per via legale. Alcuni giornalisti fra cui
Graziella Proto, Elena Brancati, Claudio Fava, Rosario Lanza e Lillo
Venezia, membri del Cda della cooperativa che stampava il giornale,
rischiano di perdere le loro case "per il puntiglio di una sentenza di
fallimento che si presenta dopo venticinque anni... Il precetto di
pignoramento e' stato notificato senza nemmeno curarsi di attendere la
sentenza di appello". Una delle case pignorate e' quella in cui e' nato e
cresciuto Giuseppe Fava. Ma il paradosso, che fa pensare appunto a una
punizione per via burocratica, e' che il creditore principale, l'Ircac, e'
un Ente regionale disciolto da anni. In una citta' come Catania, che ha un
debito colossale dovuto a cattiva amministrazione, una citta' in cui gli
sprechi sono all'ordine del giorno, ci si accanisce contro dei giornalisti
coraggiosi che hanno avuto il solo torto di dire le cose come stanno e che
sono gia' stati puniti brutalmente dalla mafia.
Daro' il buon esempio mandando 200 euro alla Fondazione Giuseppe Fava,
presso il Credito siciliano, agenzia di Cannizzaro, 95021 Acicastello (CT)
IBAN IT22A0301926122 000000557524. Causale: "Per I Siciliani". Spero che
altri mi seguano.

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 351 del 18 luglio 2009

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