Coi piedi per terra. 184



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 184 del 4 maggio 2009

In questo numero:
1. Una lettera all'assessore alla partecipazione della Regione Lazio
2. Adesione alla campagna di indignazione nazionale contro lo sperpero di
oltre 13 miliardi di euro per l'acquisto di 131 cacciabombardieri
3. Antonio Mazzeo: Sigonella
4. Marinella Correggia: I popoli indigeni per il clima
5. Giorgio Nebbia: Contro il nucleare
6. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

1. DOCUMENTI. UNA LETTERA ALL'ASSESSORE ALLA PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
LAZIO

All'Assessore alla Partecipazione della Regione Lazio
e per opportuna conoscenza: al Presidente della Giunta Regionale del Lazio
Oggetto: Richiesta di un incontro per illustrarle le molte inconfutabili
ragioni per cui il mega-aeroporto a Viterbo e' un'opera disastrosa e
fuorilegge. E richiesta quindi di un impegno affinche' la Regione Lazio
receda dalla scelta folle di avallare un'operazione speculativa che
provochera' danni immensi e irreversibili.
*
Egregio assessore,
si resta sorpresi nell'apprendere dai mezzi d'informazione che la Regione
Lazio persisterebbe nel sostenere la realizzazione di un insensato ed
illegale mega-aeroporto nel cuore dell'area termale del Bulicame a Viterbo,
un'area preziosa per i beni archeologici, naturalistici, storici,
terapeutici, estetici ed economici che vi si trovano, beni che sarebbero
irreversibilmente devastati dalla realizzazione di un distruttivo e nocivo
mega-aeroporto.
A lei che guida l'assessorato alla Partecipazione vorremmo quindi chiedere
di consentire la partecipazione dei cittadini alla discussione sulle scelte
amministrative, ovvero di ascoltare i cittadini, e di rispettarne i diritti.
Il mega-aeroporto provochera' un disastro ambientale ed infrastrutturale nel
viterbese.
Il mega-aeroporto provochera' un'aggressione scellerata alla salute, alla
sicurezza, alla qualita' della vita e ai diritti dei cittadini viterbesi.
Non le sembra opportuno ascoltare quanto abbiamo da dire come Comitato che
si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti?
*
E ad esempio considerare che:
a) come gia' ricordato, il mega-aeroporto ricadrebbe nell'area termale del
Bulicame, un bene di estrema rilevanza, un bene peculiare ed irrinunciabile
che la realizzazione dell'opera mega-aeroportuale devasterebbe
irreversibilmente;
b) il mega-aeroporto ricadrebbe su un'area di rilevantissime emergenze
archeologiche e relativi vincoli di salvaguardia;
c) il mega-aeroporto confligge con il Piano territoriale paesaggistico
regionale e relativi vincoli di salvaguardia;
d) il mega-aeroporto confligge con il Piano regolatore generale del Comune
di Viterbo e relativi vincoli di salvaguardia;
e) la decisione ministeriale che avviava le procedure per la realizzazione
del mega-aeroporto  e' viziata ab ovo da colossali errori di fatto oltre che
procedimentali tali da invalidarla in toto;
f) ai sensi della vigente legislazione italiana ed europea il mega-aeroporto
e' del tutto privo dei requisiti richiesti (non vi e' ne' un vero e proprio
progetto, ne' Valutazione d'impatto ambientale - Via -, ne' Valutazione
ambientale strategica - Vas-);
g) come gia' detto, il mega-aeroporto avrebbe effetti assai gravi sulla
salute, la sicurezza e la qualita' della vita della popolazione viterbese;
h) il mega-aeroporto devasterebbe un'area pregiata anche dal punto di vista
delle colture agricole;
i) il mega-aeroporto avrebbe un impatto assai negativo sull'Orto botanico
sito nelle immediate vicinanze e sull'attivita' di ricerca scientifica
dell'Universita' della Tuscia;
l) inoltre la rete infrastrutturale viterbese - gia' inadeguata -
collasserebbe immediatamente se venisse realizzato il mega-aeroporto;
m) un mega-aeroporto illecito e irrealizzabile, nocivo e distruttivo,
costituirebbe inoltre un colossale sperpero di pubblico denaro configurabile
non solo come illecito amministrativo ma anche come reato penale in capo a
quanti se ne rendessero corresponsabili;
n) illustri scienziati e cattedratici di fama internazionale, autorevoli
rappresentanti delle istituzioni - a cominciare dalla vicepresidente del
Parlamento Europeo Luisa Morgantini -, figure prestigiose delle istituzioni,
della cultura e della societa' civile come Ferdinando Imposimato, Guglielmo
Epifani, Francesco Guccini, Dacia Maraini, padre Alex Zanotelli, hanno
espresso una esplicita opposizione all'opera.
*
Con la presente siamo quindi a richiederle:
- un incontro per illustrarle le molte inconfutabili ragioni per cui il
mega-aeroporto e' un'opera disastrosa e fuorilegge;
- e conseguentemente un impegno affinche' la Regione Lazio receda dalla
scelta folle di avallare un'operazione speculativa che provochera' danni
immensi e irreversibili.
*
Restando a disposizione per ogni ulteriore informazione ed opportuno
chiarimento (e rinviandola fin d'ora alla vasta documentazione disponibile
nel nostro sito www.coipiediperterra.org), e restando altresi' in attesa di
un cortese riscontro, voglia gradire un cordiale saluto,
dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del
trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia,
dei diritti di tutti
Viterbo, 30 aprile 2009

2. INIZIATIVE. ADESIONE ALLA CAMPAGNA DI INDIGNAZIONE NAZIONALE CONTRO LO
SPERPERO DI OLTRE 13 MILIARDI DI EURO PER L'ACQUISTO DI 131
CACCIABOMBARDIERI

Ai promotori della campagna di indignazione nazionale contro lo sperpero di
oltre 13 miliardi di euro per l'acquisto di 131 cacciabombardieri F-35
Cari amici,
aderiamo alla campagna di indignazione nazionale contro lo sperpero di oltre
13 miliardi di euro per l'acquisto di 131 cacciabombardieri F-35 da parte
dello stato italiano.
Come e' stato da piu' parti rilevato, e' scandaloso che si sperperi un cosi'
ingente ammontare di pubblico denaro per finanziare la realizzazione e
l'acquisto di strumenti di morte.
Come comitato impegnato per la riduzione del trasporto aereo, in difesa
della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti, ed
altresi' impegnato per la pace e il disarmo, ci sentiamo doppiamente
coinvolti nell'iniziativa civile e nonviolenta per chiedere a governo e
parlamento di recedere da una decisione dissennata e delittuosa.
L'umanita' ha bisogno di pace, scelte di giustizia, difesa della biosfera,
riconoscimento e promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Non
di altre armi, non di altro inquinamento e devastazione ambientale, non di
altre guerre, non di altre uccisioni.
Un cordiale saluto,
Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 30 aprile 2009

3. RIARMO. ANTONIO MAZZEO: SIGONELLA
[Ringraziamo Antonio Mazzeo (per contatti: a_mazzeo at yahoo.com) per questo
testo del primo maggio 2009 dal titolo "Il Grande Mostro di Sigonella", il
sommario "Come la Sicilia si prepara alle prossime guerre" e la nota "Scheda
preparata da Antonio Mazzeo per la Campagna per la smilitarizzazione di
Sigonella in occasione del Controvertice G8 sull'Ambiente, Siracusa, aprile
2009"]

La base siciliana di Sigonella e' destinata ad ospitare il nuovo Sistema di
sorveglianza terrestre Ags Nato. Intanto si moltiplicano i lavori di
costruzione ed ampliamento di piste aeree, hangar e sistemi di
telecomunicazione spaziale delle forze armate Usa. In attesa dei velivoli
senza pilota Euro e Global Hawk, la stazione aeronavale si trasforma nel
maggiore centro logistico ed operativo per gli interventi di guerra in
Africa, Medio Oriente e Golfo Persico. E le transnazionali protagoniste
della nuova corsa al nucleare fanno grandi affari in Sicilia.
*
Sigonella e il "grande fratello"
"Faremo di Sigonella una delle piu' grandi base d'intelligence del mondo".
Ignazio La Russa lo aveva promesso nel giugno 2008. Adesso e' certo: la
stazione aeronavale in mano all'Us Navy ospitera' il nuovo sistema Ags
(Alliance Ground Surveillance) dell'alleanza atlantica per la sorveglianza
della superficie terrestre e la raccolta e l'elaborazione d'informazioni
strategiche. Il governo italiano ha sbaragliato un'agguerritissima
concorrenza: a volere i sofisticati impianti di spionaggio c'erano Germania,
Grecia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna e Turchia. Ma gli
Stati Uniti dovevano ripagare in qualche modo l'incondizionata fedelta'
italiana alle scelte piu' scellerate di questi ultimi anni (guerre in
Afghanistan e Iraq, nuova base militare di Aviano, comandi Africom a Napoli
e Vicenza, stazione radar satellitare Muos a Niscemi, interventi in Libano,
Darfur, Somalia e Gaza, ecc.). L'Alliance Ground Surveillance e' stato
progettato per supportare le operazioni di dispiegamento in tempi
rapidissimi e in qualsiasi scacchiere internazionale, di forze terrestri,
velivoli aerei, navi, sottomarini, unita' missilistiche. L'Ags e' dunque lo
strumento chiave per rendere piu' incisiva la Forza di Risposta della Nato
(Nrf), divenuta operativa nel giugno 2006.
L'elemento cardine del sistema sara' rappresentato da un modernissimo
velivolo senza pilota (Uav) equipaggiato con sistemi radar e sensori in
grado di rilevare, seguire ed identificare con grande accuratezza e da
grande distanza il movimento dei mezzi "nemici" per poi dirigere gli
attacchi e i bombardamenti. Lo scorso anno, l'alleanza atlantica ha
formalizzato la scelta per l'Euro Hawks Uav, una variante specifica del
Global Hawk gia' acquisito da Us Air Force e Us Navy. Le caratteristiche
tecniche dei Global Hawk sono invidiabili: con un peso di 13 tonnellate,
questi aerei possono volare a circa 600 chilometri all'ora a quote di oltre
20.000 metri; e sono in grado di monitorare un'area di 103,600 chilometri
quadrati grazie ad un potentissimo radar e all'utilizzo di telecamere a
bande infrarosse. La loro rotta e' fissata da mappe predeterminate, un po'
come accade con i missili da crociera Cruise, ma da terra gli operatori
possono cambiare le missioni in qualsiasi momento. I velivoli senza pilota
destinati in Sicilia dovrebbero essere 6, a cui si aggiungeranno i 4 RQ-4B
che l'Us Air Force dislochera' a Sigonella quando sara' completata la
realizzazione degli hangar di manutenzione degli aerei, a cui il Comando
delle forze armate degli Stati Uniti in Europa ha destinato 26 milioni di
dollari. Secondo quanto dichiarato dal Capo di Stato Maggiore della Difesa,
Vincenzo Camporini, a Sigonella verra' pure allestito il sistema Sigint
(acronimo di Signals Intelligence), per centralizzare le attivita' Usa e
Nato di raccolta ed analisi d'informazioni e comunicazioni straniere,
trasformando l'isola in un'immensa centrale di spionaggio mondiale. E non
solo. I sistemi Sigint sono infatti lo strumento chiave di ogni "guerra
preventiva" ed hanno una funzione determinante per scatenare il "first
strike", convenzionale o nucleare che sia.
*
Cresce il numero dei militari Usa e Nato
Per il funzionamento di aerei senza pilota, Ags e centrali di spionaggio, e'
stato preannunciato l'arrivo in Sicilia di "800 uomini della Nato, con le
rispettive famiglie". Ma dalla lettura delle schede allegate al piano
finanziario militare Usa per il 2007, emerge pero' un altro dato
estremamente preoccupante. La Us Navy prevede infatti che entro la fine del
2012 il personale militare in forza a Sigonella raggiungera' le 4.327
unita', contro le 4.097 presenti il 30 settembre 2005. I solerti sindaci dei
comuni di Motta Sant'Anastasia (Catania) e Lentini (Siracusa) saranno cosi'
premiati. Ben quattro varianti ai piani regolatori approvate negli ultimi
anni consentiranno bibliche colate di cemento su terreni agricoli e
aranceti: su di essi prolifereranno residence e villaggi per i militari
nordamericani. Il ministro La Russa ha decantato le "positive ricadute
economiche e sociali dell'Ags in Italia". Ma e' sufficiente una lettura di
documenti e dichiarazioni prodotti dal governo spagnolo, alleato Nato, per
capire che ci troviamo di fronte ad una grave menzogna. In un primo tempo,
Zapatero aveva proposto l'aeroporto di Zaragoza come centro di comando e
controllo dell'Ags, ma a fine 2008 il governo spagnolo decise di ritirarsi
dal progetto Nato. "La candidatura di Zaragoza per il sistema di vigilanza
terrestre, fu voluta perche' era uno dei programmi piu' ambiziosi
dell'alleanza atlantica", ha spiegato il delegato del governo spagnolo in
Aragona, Javier Fernandez. "Una volta che Bruxelles ha deciso di prescindere
dall'utilizzo dei velivoli Airbus 321, per puntare esclusivamente
sull'utilizzo dei velivoli senza pilota Global Hawk della statunitense
Northrop Grumman, la Spagna ha perso ogni interesse economico per l'Ags. Si
trattava infatti di comprare aerei e radar negli Stati Uniti, senza benefici
per l'industria del nostro paese".
Javier Fernandez ha poi spiegato che l'Ags a Zaragoza "presentava molti
inconvenienti perche', dovendo essere implementato nei pressi dell'aeroporto
della citta', poteva generare restrizioni al traffico aereo, saturazione
nello spazio aereo e problemi durante gli atterraggi e i decolli. Proprio
per questo l'uso di aerei senza pilota non e' stato ancora regolato in
Spagna". Prima il governo Prodi, poi quello Berlusconi, hanno preferito
dimenticare che a Sigonella operano quotidianamente centinaia di
cacciabombardieri, aerei cargo e cisterna di Stati Uniti, Italia e paesi
alleati, e che a meno di una ventina di chilometri sorge lo scalo di
Catania-Fontanarossa, piu' di sei milioni di passeggeri all'anno, il cui
traffico e' regolato da due impianti radar di Sigonella, gestiti da
personale dell'Aeronautica militare italiana.
*
Nel cuore delle Star Wars
L'espansione operativa delle infrastrutture della piu' grande base della
Marina militare Usa nel Mediterraneo e' pure confermata da quanto sta
avvenendo all'interno della rete di telecomunicazione satellitare "Global
Broadcast Service" (Gbs). Dal marzo 2009, i terminal terrestri presenti a
Sigonella e nelle basi "sorelle" di Norfolk (Virginia) e Wahiawa (isole
Hawaii), sono passati sotto il comando e il controllo del 50th Space
Communications Squadron, lo speciale squadrone di telecomunicazioni spaziali
dell'Us Air Force. "Il Gbs e' parte integrante dell'arsenale informativo che
abbiano creato per le operazioni di guerra in un'area geografica che si
estende dall'Oceano Pacifico all'Afghanistan", ha dichiarato il colonnello
Donald Fielden, comandante dello squadrone. Il Global Broadcast Service e'
il sistema chiave per le trasmissioni satellitari di altissimo livello
strategico. Il Gbs e' dotato di grandi antenne che trasmettono Uhf ed Ehf
(Ultra and Extremely High Frequency - frequenze ultra e ed estremamente
alte, con un range compreso tra i 300 Mhz e i 300 Ghz, quello cioe' delle
cosiddette "microonde"). "Il Global Broadcast Service - aggiungono i manuali
Usa - sostiene le operazioni di routine e le esercitazioni militari, le
attivita' speciali, le risposte in caso di crisi, la predisposizione degli
obiettivi degli attacchi. Il Gbs supportera' inoltre il passaggio e la
conduzione di brevi operazioni di guerra nucleare".
La nuova architettura delle comunicazioni per le Star Wars Usa sara'
operativa entro il 2015 con il completamento del Muos (Mobile User Objetive
System), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari in Uhf che si
affianchera' agli Ufo, i cui terminal terrestri sono in avanzata fase di
realizzazione a Niscemi (Caltanissetta), Kojarena-Geraldton (Australia) e
nelle basi del Gbs di Norfolk e Wahiawa. La stazione di telecomunicazioni
dell'Us Navy di Niscemi e' stata scelta al posto di Sigonella dopo che uno
studio sulle onde elettromagnetiche del sistema Muos aveva determinato che
esse potevano causare la detonazione dei sistemi d'arma e creare gravi
pericoli al traffico aereo che anima lo scalo militare siciliano (si tratta
del cosiddetto "Hero - Hazards of Electromagnetic to Ordnance"). In Sicilia
pero' esiste gia' un'articolata e pericolosa  rete di stazioni di
telecomunicazioni a microonde, che mette in collegamento tra loro Niscemi,
Sigonella e la base navale Usa di Augusta (Siracusa), utilizzata
quest'ultima per l'approdo e il rifornimento di armi e carburante delle
unita' da guerra, comprese le portaerei e i sottomarini atomici. Nella baia
di Augusta, area al centro del "triangolo della morte"
Augusta-Priolo-Melili, dove impianti petrolchimici, cementifici, raffinerie,
ecc. convivono con una delle principali basi navali della Marina da guerra
italiana e della Nato, e dove sono presenti due grandi depositi di
carburante a Punta Cugno e San Cusumano piu' un sospetto deposito di
munizioni a Cava Sorciaro, a disposizione delle forze armate Usa e dei
partner atlantici.
*
Nuovi lavori per 170 milioni di dollari
A fine 2008, il "Naval Facilities Engineering Command" della Marina militare
degli Stati Uniti d'America ha sottoscritto contratti per lavori sino a 6
milioni di dollari per ampliare altre importanti infrastrutture della base
di Sigonella. Il primo di essi prevede la riparazione di una parte delle
piste di volo, la demolizione e la ricostruzione di circa 27,700 metri
quadri di superfici aeroportuali, il rifacimento dell'impianto
d'illuminazione. Il secondo contratto prevede invece la ristrutturazione di
uffici, spazi comuni e degli hangar per gli aerei. Sigonella si conferma
cosi' come la base estera dove e' maggiore lo sforzo finanziario della Us
Navy, 535 milioni di dollari negli ultimi otto anni per il Piano Mega che ha
modificato il volto delle due stazioni aeronavali (Nas 1 e Nas 2) in cui la
base e' divisa.
Ma i cantieri si moltiplicheranno anche nei prossimi anni. Stando alle
previsioni di bilancio per l'anno fiscale 2007, a Sigonella sono stati
destinati stanziamenti aggiuntivi per oltre 163 milioni di dollari da
spendere nel triennio 2008-2010. In particolare, 21 milioni di dollari
andranno invece per creare una "facility" per l'Eod - Explosive Ordnance
Disposal Mobile Unit Eight Detachment (Eodmu 8), il reparto speciale della
Us Navy che cura la manutenzione di mine, armi convenzionali, chimiche e
nucleari e la loro installazione a bordo di portaerei e sottomarini. Eodmu 8
e' stato assegnato a Sigonella nell'ottobre del 1991 per supportare le
operazioni del Comando della Us Navy, dei servizi segreti statunitensi e del
Dipartimento di Stato in un'area compresa tra Europa, Africa e Medio
Oriente. Il reparto, in particolare, e' stato operativo nel teatro di guerra
del nord Afghanistan sin dal 2002, mentre si e' guadagnato la "Stella di
Bronzo" per i "servizi" resi alle forze armate impegnate in Iraq. Dal 2004
un gruppo di militari dell'Eodmu 8 e' pure operativo presso la nuova base di
Camp Lemonier, Gibuti.
*
L'African Connection
Negli ultimi tempi e' ulteriormente cresciuta la presenza in Africa di
organismi, reparti e mezzi di stanza a Sigonella. Ufficiali del "Naval
Criminal Investigative Service" (Ncis) del distaccamento presente nello
scalo siciliano, sono impegnati nell'addestramento "in tecniche di sicurezza
marittime e portuali", della "Africa Partnership Station" (Aps), la forza
multinazionale che gli Stati Uniti hanno promosso con paesi dell'Africa
occidentale e centrale.
Ufficiali della "Combined Task Force 67 - Ctf-67", hanno partecipato ad
esercitazioni congiunte con le forze armate del Ghana nel Golfo di Guinea
(febbraio 2007). Il Ctf-67 e' il comando che sovrintende le operazioni delle
forze aeree della Marina Usa nel Mediterraneo, trasferito da Napoli a
Sigonella nell'ottobre 2004 proprio per rafforzare la sua proiezione nel
continente africano. Ma il fiore all'occhiello dell'intervento di Sigonella
nel continente africano e' rappresentato dalla "Joint Task Force Jtf Aztec
Silence", la forza speciale creata dal Dipartimento della difesa degli Stati
Uniti per condurre missioni dí'intelligence, sorveglianza terrestre, aerea e
navale, nonche' vere e proprie operazioni di combattimento in Africa
settentrionale ed occidentale. Il primo ad illustrarne le finalita' e' stato
il generale James L. Jones, comandante delle forze armate Usa in Europa
(Eucom), il primo marzo 2005. "Eucom - ha dichiarato Jones - ha istituito
nel dicembre 2003 Jtf Aztec Silence per contrastare il terrorismo
transnazionale nei paesi del nord Africa e costruire alleanze piu' strette
con i governi locali". Il generale statunitense si e' poi soffermato sulle
unita' d'eccellenza prescelte per coordinarne le operazioni. "A sostegno di
Jtf Aztec Silence, le forze d'intelligence, sorveglianza e riconoscimento
(Isr) della Us Navy basate a Sigonella, Sicilia, sono state utilizzate per
raccogliere ed elaborare informazioni con le nazioni partner".
Sino a due anni fa, la Jtf Aztec Silence si basava sullo sforzo operativo di
differenti squadroni di pattugliamento aereo della Us Navy che venivano
trasferiti in Sicilia per periodi di circa sei mesi da basi aeronavali
statunitensi. Il 7 dicembre 2007, tuttavia, il Comando Centrale degli Stati
Uniti ha istituito il "Patrol Squadron Sigonella" (Patron Sig). L'elemento
strategico per "individuare, attaccare e colpire" gli obiettivi nemici e'
rappresentato dall'aereo radar Orion P-3C, nato per il pattugliamento
marittimo e la guerra antisottomarini, ma che a partire dagli anni '90 e'
stato orientato sempre di piu' alle attivita' d'intelligence e alla
cosiddetta "lotta al terrorismo", l'eufemismo di Washington per giustificare
i programmi di guerra globale. Per la sua versatilita', il P-3C e' stato
usato in supporto alle forze terrestri in Iraq ed Afghanistan, e in numerose
missioni "umanitarie" in Golfo Persico, Corno d'Africa e Filippine.
*
Sangue nel Sahara
La Sicilia e' gia' stata coinvolta nelle scorribande militari degli Stati
Uniti in terra d'Africa. Vere e proprie operazioni di guerra erano state
lanciate dai centri di comando e dai velivoli di stanza a Sigonella sin dai
mesi che avevano preceduto l'istituzionalizzazione della Jtf Aztec Silence.
Nell'autunno del 2003, ad esempio, il Pentagono ricevette l'autorizzazione a
trasferire dalla Sicilia alcuni P-3 Orion presso l'aeroporto di Tamanrasset,
nel sud dell'Algeria. Nel marzo del 2004 questi velivoli furono utilizzati
in una vasta operazione d'intelligence per individuare presunti "terroristi"
algerini presenti in alcuni campi in Ciad. Adesso che Africom e' nel pieno
delle sue funzioni, sta crescendo ancora di piu' nel teatro
europeo-mediterraneo il traffico aereo finalizzato al trasporto di reparti e
mezzi statunitensi. Una sfida, quella rappresentata dalle missioni in
Africa, che l'Air Mobility Command (Amc), l'alto comando Usa per la
mobilita' aerea, si trova ad affrontare dopo quella generata dalle guerre in
Iraq ed Afghanistan. Il generale Duncan J. McNabb, la piu' alta autorita'
militare nel settore del trasporto aereo statunitense, in un'intervista
rilasciata al periodico "Air Forces Magazine" (novembre 2008), ha spiegato
che "per assicurare il successo dell'intervento in Africa" e' indispensabile
"sviluppare le infrastrutture delle basi chiave, come Lajes Field, l'isola
Ascensione nell'Atlantico e Sigonella, Sicilia". "L'Air Mobility Command -
ha aggiunto McNabb - sta lavorando con il comando dell'Us Air Force in
Europa per trasferire in queste installazioni, dalla base aerea di Ramstein,
Germania, il traffico aereo di Africom".
Il trasferimento in pianta stabile a Sigonella dei grandi aerei da trasporto
C-5 Galaxi, C-17 Globemaster e C-130 Hercules e degli aerei cisterna KC-10 e
KC-135 avra' impatti ancora piu' rilevanti sulla salute della popolazione.
Questi velivoli militari sono quelli che piu' contribuiscono alla
dispersione nell'ambiente delle cosiddette "scie chimiche", emissioni in cui
si registrano pericolosissime concentrazioni di veleni e sostanze
cancerogene, quali alluminio, arsenico, cobalto, mercurio, piombo, quarzo,
sali di bario, silicio, torio, uranio, ecc.
*
Grandi affari per i contractor atomici
In attesa che nella base di Sigonella cooperative ed imprese di costruzioni
si spartiscano centinaia di milioni di euro per realizzare centrali
spionistiche e nuovi trampolini di morte, c'e' chi si accontenta di gestire
tutta una serie di "servizi" funzionali alle missioni in Africa, Caucaso e
Golfo Persico. "Accontentarsi" e' mero eufemismo, dato che si tratta di
contratti per un valore complessivo di 16 milioni di dollari, che potrebbero
diventare 96 se il Comando d'Ingegneria Navale della marina militare Usa
decidesse di prorogarne la durata sino al 2013.
Ad accaparrarsi le commesse e' stato il "Team Bos Sigonella", un consorzio
composto dalle italiane Gemmo Spa e LA.RA. e dalla statunitense Del-Jen Inc.
L'elenco dei lavori comprende l'"esecuzione, supervisione, trasporto di
armamenti ed attrezzature", la "gestione dei servizi ambientali e di quelli
denominati janitorial", il "controllo delle sostanze nocive, la raccolta e
il riciclaggio dei rifiuti". Tutti i servizi saranno realizzati a Sigonella
e nelle "installazioni siciliane collegate", prime fra tutte il complesso
portuale di Augusta, la stazione di telecomunicazione di Niscemi e il
"Pachino Target Range", in localita' Marza (Siracusa), centro di supporto
per le esercitazioni aeree e navali Usa e Nato nel Mediterraneo centrale.
Del consorzio "Team Bos Sigonella" fa parte la Del-Jen Inc. di Clarksville,
Tennessee, al suo debutto in Italia. La societa' e' uno dei piu' fedeli
contractor del Dipartimento della Difesa e fornisce tutti i servizi
possibili, dalla progettazione e costruzione di basi ed infrastrutture
logistiche, alla manutenzione di edifici, attrezzature, velivoli ed
abitazioni. Esegue poi la movimentazione negli scali aeroportuali, la
fornitura di combustibili ai cacciabombardieri, la gestione di "programmi
ambientali" in complessi di ogni tipo, comprese le stazioni missilistiche
piu' segrete e i poligoni utilizzati dal Pentagono per la sperimentazione di
testate atomiche. La "nuclear connection" della compagnia e' tuttavia piu'
ampia. A partire dal 1970, la holding di cui e' parte (la "Fluor
International") ha costruito negli Stati Uniti d'America una ventina di
centrali atomiche; inoltre opera per conto dei Dipartimenti dell'Energia e
della Difesa nella "decontaminazione" di buona parte delle centrali Usa e
dei siti di arricchimento dell'uranio e del plutonio destinati a fini
militari. A seguito dell'impulso dato dall'amministrazione Bush alla
produzione dell'energia nucleare e alla realizzazione di nuove centrali, la
Fluor International ha creato nel marzo 2007 uno specifico dipartimento di
ricerca e produzione atomica. Oggi, grazie alla controllata Del-Jen, Fluor
International sbarca in Italia. I cantieri di guerra non mancano, da
Sigonella a Vicenza, da Napoli-Capodichino ad Aviano. Adesso che il nucleare
non e' piu' un tabu' nel belpaese, chissa' se il gigante dei contractor Usa
non voglia concorrere alla costruzione delle tante centrali annunciate da
Silvio Berlusconi & C.

4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: I POPOLI INDIGENI PER IL CLIMA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 aprile 2009 col titolo "Saggezze
indigene e clima"]

Di fronte a quegli irresponsabili che sono responsabili della crisi
climatica, i non responsabili della crisi stessa mostrano quanto sanno
essere, da sempre, responsabili. I popoli indigeni portano avanti da
millenni, adeguandole alle nuove situazioni, saggezze pratiche e ideali che
salverebbero il clima. Ne hanno discusso nei giorni scorsi quattrocento
delegati riunitisi in Alaska ad Anchorage per il Vertice mondiale dei popoli
indigeni sui cambiamenti climatici (la "crisi climatica di Madre Terra").
Tutto mentre in questi giorni otto nazioni artiche e scienziati di vari
paesi sono riuniti nella citta' norvegese di Tromsoe per discutere dello
scioglimento dei ghiacciai: un disastro (anche per l'agricoltura e dunque
per l'alimentazione a valle di centinaia di milioni di persone) che passa
per l'Himalaya, le Ande, le Alpi, il Kilimanjaro, la Groenlandia, il Polo
Nord e il Polo Sud.
Il ministro degli Esteri della Bolivia David Choquehuanca Cespedes ha cosi'
riassunto l'incontro di Anchorage: "Siamo tutti stati allevati da Madre
Terra. Siamo dunque fratelli e sorelle e non solo umani, animali e piante. I
popoli indigeni capiscono che la cosa piu' importante di tutte e' la vita,
in tutte le sue forme. E il caos climatico minaccia la vita". A cominciare
da quella delle popolazioni autoctone e povere che sono profondamente
colpite dai cambiamenti, perdendo territori, casa, mezzi di sussistenza,
cibo, proprio loro che possono vantare impronte ecologiche leggere anche
perche' tutelano le foreste e lottano contro l'estrazione di combustibili
fossili.
Un'idea semplice e' stata suggerita da Carrie Dann della Western Shoshone
Nation, gruppo di nativi nordamericani dell'est degli Stati Uniti: "Perche'
non cominciare a bloccare auto e aerei per un giorno? E poi per due, e cosi'
via". Nei suoi territori vede sempre piu' incendi, perche' fa sempre piu'
caldo. E per prevenire simili incendi, distruttivi e causa di emissioni
climalteranti, che hanno messo a fuoco l'Australia e ucciso centinaia di
persone e milioni di alberi e animali, gli aborigeni della Western Arnhem
Land utilizzano la pratica del fuoco controllato dopo la stagione delle
piogge per creare delle barriere. Con successo. In Asia, le popolazioni
indigene sviluppano varieta' di colture diversificate adatte al clima,
producono energia da biomasse locali ecocompatibili e dal
microidroelettrico. Nell'isola di Bali le popolazioni autoctone proteggono e
recuperano le mangrovie, utili al controllo tanto del carbonio che della
furia degli eventi estremi. Nelle Filippine mappano le fonti d'acqua
ancestrali e sviluppano piani di gestione integrati. In Honduras, di fronte
all'imperversare di uragani, il popolo Quezungal pianta le colture sotto gli
alberi cosi' da aiutare l'ancoraggio al suolo e ridurre la perdita dei
raccolti durante i disastri. In Guyana, gruppi indigeni si sono dati al
nomadismo, spostandosi verso zone piu' boscose nella stagione di secca e
piantando ora la manioca nelle pianure alluvionali, in precedenza troppo
umide.
Le nazioni indigene scontano qualche divisione - quelle della regione artica
ricca di petrolio e gas si sono opposte a una richiesta di moratoria totale
delle nuove estrazioni caldeggiata in particolare dai partecipanti piu'
giovani e da quelli asiatici - ma insieme sfidano gli stati contro "le false
soluzioni e i progetti di mitigazione con meccanismi di mercato". Possono
aiutare il resto del mondo ad affrontare la minaccia climatica se il mondo
le ascolta e rispetta a livello locale, nazionale e internazionale, anche
con un maggior coinvolgimento nei negoziati.

5. MONDO. GIORGIO NEBBIA: CONTRO IL NUCLEARE
[Ringraziamo Giorgio Nebbia (per contatti: nebbia at quipo.it) per averci messo
a disposizione il seguente articolo apparso su "La Gazzetta del Mezzogiorno"
del 28 aprile 2009 col titolo "Nucleare senza piu' una discarica"]

Nei giorni scorsi, nella riunione a Siracusa dei ministri dell'ambiente
degli otto paesi piu' industrializzati, si e' discusso a lungo di come
combattere i cambiamenti climatici realizzando una comunita' mondiale di
paesi a basse emissioni nell'atmosfera di anidride carbonica, il "gas serra"
principale responsabile di tali cambiamenti climatici, con tecnologie "a
basso contenuto di carbonio". E' cosi' riemersa la prospettiva di una
ripresa dell'uso dell'energia nucleare che, effettivamente, produce
elettricita' quasi senza emissione di anidride carbonica, anche se le
centrali nucleari lasciano, come residuo, "scorie" radioattive, il cui
smaltimento e' quantomai problematico.
La materia prima per la produzione dell'energia nucleare e' l'uranio-235,
una piccola frazione dell'uranio naturale. Dall'uranio naturale, per
trattamenti mediante "centrifugazione", si ottiene uranio "arricchito"
contenente dal 3 al 4 per cento di uranio-235, il "combustibile" necessario
per il funzionamento delle centrali nucleari commerciali. Nel corso di
alcuni mesi di permanenza nei reattori, entro speciali tubi, l'uranio-235,
in seguito all'urto dei neutroni, libera calore (che e' poi la "merce" che
si vuole ottenere e che si trasforma in elettricita' commerciale) subendo
"fissione".
In tale operazione si formano dei prodotti di fissione, tutti radioattivi,
costituiti da elementi che hanno piu' o meno la meta' del peso atomico
dell'uranio. Inoltre una parte dell'uranio si trasforma in elementi
"transuranici", con peso atomico maggiore di quelli dell'uranio, fra cui il
plutonio. Quando gran parte dell'uranio-235 ha subito fissione, i tubi
contenenti il "combustibile irraggiato", pieni di elementi radioattivi,
vengono estratti dal reattore. Il combustibile irraggiato puo' essere
conservato in contenitori isolati, a perfetta tenuta, in modo che perda
lentamente la maggior parte della sua radioattivita' con contemporanea
liberazione di calore. In alternativa il combustibile irraggiato puo' essere
sottoposto a operazioni chimiche e fisiche di "ritrattamento" per recuperare
il plutonio, il quale e' "utile" (si fa per dire) come esplosivo per bombe
nucleare ma che, essendo anch'esso fissile come l'uranio-235, potrebbe
essere usato insieme all'uranio in altri reattori nucleari.
In tale "ritrattamento" del combustibile irraggiato il plutonio deve essere
separato dai prodotti di fissione da altri elementi tutti radioattivi, un
insieme di sostanze che costituiscono le "scorie".
Da anni si discute come e dove sistemare il combustibile irraggiato e le
scorie nucleari: occorre un posto in cui gli elementi radioattivi siano
perfettamente isolati dall'ambiente circostante, non vengano a contatto con
le acque e con nessuna forma di vita. Tale sepoltura deve essere sicura per
tempi lunghissimi. Alcuni prodotti di fissione perdono la maggior parte
della loro radioattivita' in pochi giorni o anni (sono i componenti delle
scorie "a vita breve"); altri continuano ad emettere radioattivita' e calore
per migliaia di anni. Il plutonio-239, uno dei componenti delle scorie "a
vita lunga", perde appena meta' della sua radioattivita' in 24.000 anni,
cioe' in 240 secoli, un periodo quattro volte piu' lungo di quello che ci
separa dalle antiche civilta' egiziane e mesopotamiche, due volte e mezzo
piu' lungo di quello che ci separa da quando i nostri lontani predecessori
hanno smesso di vagare nelle foreste e nelle pianure e hanno costruito i
primi villaggi.
Le scorie delle attivita' nucleari devono percio' essere "sepolte" per
secoli e millenni: il plutonio per 100.000 anni, praticamente "per
l'eternita'". Un cimitero di scorie e' difficile da trovare. Finora la
proposta piu' convincente e' stata quella di un grande deposito americano a
Yucca Mountain, nel Nevada, a 150 chilometri da Las Vegas, nelle viscere di
una montagna costituita dalle "ceneri" consolidate di un'eruzione vulcanica
avvenuta milioni di anni fa; la localita' si trova in terre demaniali, di
proprieta' del governo americano, accanto al luogo in cui negli anni
Cinquanta del Novecento sono state fatte esplodere centinaia di bombe
nucleari sperimentali.
Nella montagna e' stato scavato un sistema di gallerie del diametro di otto
metri con sale di deposito, per una lunghezza di otto chilometri. Gallerie e
sale sono attraversate da una speciale rete ferroviaria che collega Yucca
Mountain con le principali localita', sparse nel grande paese, in cui si
trovano attualmente i depositi provvisori delle scorie radioattive. Il
deposito di Yucca Mountain avrebbe dovuto raccogliere 70.000 tonnellate di
rifiuti radioattivi derivanti dai reattori che producono elettricita'
nucleare commerciale e che producono gli "esplosivi" delle bombe atomiche. I
sostenitori dell'energia nucleare hanno sempre sostenuto, citando Yucca
Mountain, che non esiste un problema di sistemazione delle scorie
radioattive. Invece proprio nei giorni scorsi il governo americano ha
dichiarato che intende sospendere le operazioni relative al deposito
progettato per Yucca Mountain e che per ora le scorie resteranno dove sono.
Come se non bastasse, subito dopo il governo americano ha deciso anche il
disimpegno da un'altra iniziativa "globale" che prevedeva l'ampliamento
delle attivita' di ritrattamento del combustibile irraggiato. Il gesto degli
Stati Uniti di voler cosi' evitare la produzione di nuovo plutonio e i
rischi di moltiplicazione delle armi nucleari ha il fine di scoraggiare
anche altri paesi - quelli che le bombe atomiche gia' le hanno, come India,
Pakistan e Israele, e quelli che vorrebbero costruirle, come Iran e Corea
del Nord - dalla produzione di altre bombe atomiche: ce ne sono gia' troppe
nel mondo.
La chiusura di Yucca Mountain e il ritiro da iniziative che produrrebbero
altro plutonio indicano la volonta' degli Stati Uniti di mantenere la
promessa fatta dal presidente Obama, in campagna elettorale, di realizzare
un mondo senza ami nucleari. Forse un vento di pace e di distensione
internazionale comincia a soffiare su questa povera umanita'.
Forse comincia anche a soffiare un vento migliore per l'ambiente perche' le
decisioni americane rendono anche meno conveniente l'energia nucleare
commerciale; altro che venti nuove centrali nucleari all'anno, come qualcuno
ha detto alla riunione dei ministri dell'ambiente a Siracusa!

6. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO
DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di
Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della
salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail:
info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 184 del 4 maggio 2009

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