Minime. 810



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 810 del 4 maggio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La bambina
2. Maria G. Di Rienzo: Herat
3. Peppe Sini: Cessino le uccisioni
4. "Azione nonviolenta" di maggio 2009
5. Francesca Caferri intervista Marina Nemat
6. Umberto De Giovannangeli intervista Hassiba Hadj Sahroui
7. A Palmi dal 18 al 23 maggio
8. Giulio Vittorangeli: Primo maggio
9. Ida Dominijanni: La favola e l'impero
10. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto
11. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento
12. Riletture: Domenica Scalera, Polis interculturale mediterranea
13. Riedizioni: Friedrich Nietzsche, La volonta' di potenza
14. Riedizioni: Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
15. Riedizioni: Karl Raimund Popper, La societa' aperta e i suoi nemici
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. LA BAMBINA

La bambina
che in Afghanistan
la nostra guerra, i nostri soldati
hanno ucciso.

La bambina
che in Afghanistan
la nostra Costituzione, la nostra nonviolenza
non ha salvato.

La bambina
che in Afghanistan
mi guarda ancora negli occhi stupefatta
mi chiede perche' l'ho lasciata ammazzare.

2. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: HERAT
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo intervento]

Il ministro degli Esteri apprende con sgomento
che una bambina muore se di proiettili e' farcita.
Quello della Difesa dichiara il suo tormento
per l'incidente tragico che ha spento una vita.

Profondo cordoglio a tutta la famiglia
e se per caso aveste, diciamo, un'altra figlia
e se per caso ella fosse abbastanza carina
per vostra compensazione ne faremo una velina.

Anzi il nostro Capo ha detto che se la madre non e' male
e sa piangere a comando, passera' al telegiornale.

Dei terremotati, sapete, non se puo' gia' piu'.
C'e' bisogno di sangue fresco per gli ascolti in tv.

3. EDITORIALE. PEPPE SINI: CESSINO LE UCCISIONI

Quella in corso in Afghanistan da decenni e' una guerra terrorista e
stragista, imperialista e razzista, totalitaria e mafiosa, patriarcale e
disumanante.
E la partecipazione militare italiana a quella guerra viola oltre che il
diritto internazionale anche la legalita' costituzionale, essendo in
flagrante contrasto con l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica
italiana.
Ogni guerra consiste dell'uccisione di esseri umani.
Ogni guerra e' nemica dell'umanita' intera.
Solo la pace salva le vite.
Cessi la partecipazione italiana alla guerra.
S'impegni l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei
conflitti, il riconoscimento e la promozione di tutti i diritti umani per
tutti gli esseri umani.
Cessino le uccisioni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

4. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI MAGGIO 2009
[Dalla redazione di "Azione nonviolenta" (per contatti: tel. 0458009803,
fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)
riceviamo e diffondiamo]

E' uscito il numero di maggio 2009 di "Azione nonviolenta", rivista del
Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di
formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in
Italia e nel mondo.
In questo numero: Variazioni climatiche, nucleare, effetto serra, rifiuti,
petrolio, di Giorgio Nebbia; Difficile entrare e uscire dalla gabia di Gaza.
Tutto e' relativo, niente e' assoluto, di Paolo Bergamaschi; Ma dov'e'
questa crisi? 13 miliardi per 131 caccia, a cura della redazione; Tra fede
ed ateismo, la libera ricerca religiosa, di Antonio Vigilante; Il pensiero e
le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni, di
Raffaella Mendolia; Aikido, come arte della pace per uscire dal
combattimento, di Ylenia Fiorini; Vivere la nonviolenza, campi estivi, a
cura del Mir-Mn Piemonte Valle d'Aosta; Sardegna, estate 2009, a cura della
Casa per la pace di Ghilarza.
Le rubriche: Educazione. Contro il razzismo, l'ascolto dell'altro, a cura di
Pasquale Pugliese; Economia. Navigare in un mare di plastica e spazzatura, a
cura di Paolo Macina; Per esempio. La spada dell'assassino non e' la
bilancia della giustizia, a cura di Maria G. Di Rienzo; Musica. Quarant'anni
fa il "bed-in" di Give Peace a Chance, a cura di Paolo Predieri; Libri.
Filosofia, poetica, letteratura per uscire dalla violenza, a cura di Sergio
Albesano; Il calice. La democrazia e i cambiamenti climatici, a cura di
Christoph Baker.
In copertina: Religione aperta tra fede e ateismo.
In seconda: 5 per mille al Movimento Nonviolento.
In terza di copertina: Materiale disponibile.
In ultima: L'ultima di Biani, Dispersi.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212,
e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363
intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile
chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

5. NON UCCIDERE. FRANCESCA CAFERRI INTERVISTA MARINA NEMAT
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 3 maggio 2009 col titolo "Continuare a
lottare" e il sommario "Parla Marina Nemat, condannata a morte in Iran,
riusci' a evitare l'esecuzione sposando il suo carceriere. Cosi' sono
sfuggita a quella forca ma altre mille donne rischiano la vita. A 17 anni
aveva confessato ma, disse dopo, sotto l'effetto della tortura. In Iran
tantissimi ragazzi e ragazze sono arrestati e uccisi come se niente fosse.
Dobbiamo continuare a fare pressione in nome della democrazia"]

Aveva 16 anni Marina Nemat quando fu arrestata per "attivita'
rivoluzionaria" in Iran: uno meno di Delara Darabi. Come lei, fu torturata,
costretta a confessare crimini che non aveva commesso e condannata a morte.
In carcere ha passato piu' di due anni. Poi una guardia carceraria
ossessionata da lei convinse le autorita' prima a commutare la sua pena in
ergastolo e poi a liberarla. Marina fu costretta a sposare il carceriere:
solo alla sua morte riusci' a fuggire dall'Iran. Sulla sua vicenda ha
scritto un libro - Prigioniera a Teheran - diventato un best seller
internazionale.
*
- Francesca Caferri: Signora Nemat, quale e' stata la sua reazione quando ha
saputo di Delara Darabi?
- Marina Nemat: Sono rimasta paralizzata. Non riuscivo a respirare. Non
riuscivo a parlare. Anche ora non posso crederci: la sua storia e' cosi'
simile alla mia che mi e' sembrato di rivivere l'incubo. Io sono fuori dalle
carceri iraniane da anni, ma non posso dire di stare bene: ho ancora incubi
e visioni. E tutto e' tornato fuori appena ho saputo della morte di quella
povera ragazza.
*
- Francesca Caferri: Le autorita' iraniane dicono che aveva confessato di
essere colpevole...
- Marina Nemat: Anche io avevo "confessato". Non so cosa, ma ho confessato
qualunque cosa volevano sentirsi dire. Anche la giornalista americana Roxana
Saberi ha "confessato". Tutti "confessano", nella speranza che l'incubo
finisca, le torture terminino. Quando passi una settimana legata a una sedia
con una benda sugli occhi. O quando hai fame e ti lanciano la zuppa addosso.
Quando ti minacciano. Chi non confesserebbe?
*
- Francesca Caferri: Lei ha parlato di Roxana Saberi: poche ore dopo la
morte di Delara le autorita' iraniane hanno annunciato che la sua condanna
sara' rivista. Crede che i due casi siano legati?
- Marina Nemat: Non lo so. Puo' darsi che qualcuno abbia scelto di uccidere
Delara per dare un segnale, per dire "questo e' quello che siamo capaci di
fare". E trattandosi di una iraniana e' stato facile. La Saberi e'
americana, per lei sara' diverso: ma ci sono migliaia di Delara rinchiuse
nelle carceri. Ragazze e ragazzi arrestati per motivi pretestuosi e uccisi
come se niente fosse. A centinaia sono morti mentre ero in carcere io:
sparivano e le famiglie non ricevevano neanche i corpi. Pensavo sempre che
presto sarebbe successo a me.
*
- Francesca Caferri: Cosa puo' fare la comunita' internazionale?
- Marina Nemat: Continuare a fare pressione. Usare i mezzi di comunicazione
per arrivare in Iran e far entrare nella testa dei milioni di giovani
cresciuti solo con la rivoluzione un messaggio di democrazia. Non spetta a
noi decidere per gli iraniani, non dobbiamo dirgli noi che e' tempo di
eliminare la sharia. E non possiamo pensare a un intervento armato. Ma
possiamo continuare a spingere per un cambiamento.

6. NON UCCIDERE. UMBERTO DE GIOVANNANGELI INTERVISTA HASSIBA HADJ SAHROUI
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 3 maggio 2009 col titolo "Intervista a
Hassiba Hadj Sahroui: Sui diritti umani gli ayatollah sfidano l'Occidente" e
il sommario "La vicepresidente di Amnesty Asia: sul caso Darabi hanno
accelerato i tempi per timore delle pressioni internazionali"]

"Quello condotto contro Delara Darabi e' stato un processo iniquo; iniquo
rispetto agli stessi standard della giustizia iraniani. La Corte che l'ha
giudicata si e' rifiutata di prendere in considerazione prove a favore di
Delara; il suo avvocato non e' stato informato (dell'impiccagione, ndr)
nonostante l'obbligo di legge di avere comunicazione 48 ore prima
dell'esecuzione".
A denunciarlo e' Hassiba Hadj Sahroui, vicedirettrice di Amnesty
International per il Medio Oriente e l'Asia. "I diritti umani - sottolinea
Sahroui - devono diventare una priorita' nell'azione della comunita'
internazionale". La dirigente di Amnesty sta seguendo direttamente anche un
altro caso scottante che investe l'Iran: quello della giornalista Roxana
Saberi, condannata a otto anni di reclusione per spionaggio a favore degli
Usa. Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato e senza
condizioni della giornalista. Roxana Saberi, denuncia Hassiba Hadj Sahroui,
"e' solo una pedina degli sviluppi politici in corso tra Iran e Usa". La
pedina di un gioco sporco. "Il fatto che le accuse siano di volta in volta
cambiate, dal momento del suo arresto fino al processo, indica chiaramente
che le autorita' iraniane cercano qualsiasi scusa per tenerla in prigione".
*
- Umberto De Giovannangeli: Nonostante i ripetuti appelli delle
organizzazioni umanitarie, Delara Darabi e' stata giustiziata.
- Hassiba Hadj Sahroui: Un atto gravissimo che viene a conclusione di un
processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard, del tutto opinabili,
di giustizia iraniani...
*
- Umberto De Giovannangeli: L'esecuzione e' avvenuta nonostante fosse stata
accordata all'imputata, il 19 aprile scorso, una sospensione di due mesi
della pena.
- Hassiba Hadj Sahroui: Quando parlo di processo iniquo e di una condotta
cinica da parte delle autorita' iraniane, mi riferisco anche a questo. Hanno
voluto far presto. E' come se avessero voluto evitare le proteste interne e
internazionali che avrebbero potuto salvare la vita a Delara. C'e' da
aggiungere che questa triste, drammatica vicenda testimonia che persino le
decisioni presa dal potere giudiziario centrale (la sospensione di due mesi
della pena) non hanno nessuna incidenza e vengono disattese nei distretti
provinciali. L'esecuzione di Delara e' un oltraggio al diritto umanitario,
ad un senso minimo di giustizia. La comunita' internazionale non puo', non
deve tacere di fronte a questo scempio. Cosi' come deve fare i conti con un
dato inquietante...
*
- Umberto De Giovannangeli: Quale?
- Hassiba Hadj Sahroui: Dall'inizio dell'anno almeno 84 persone sono state
impiccate in Iran. Oggi sono oltre 150 i giovani, come Delara, condannati
all'impiccagione per omicidi commessi quando erano minorenni. Non
abbandoniamoli nelle mani del boia di Stato.
*
- Umberto De Giovannangeli: Un altro caso scottante e' quello della
giornalista irano-statunitense Roxana Saberi.
- Hassiba Hadj Sahroui: Roxana e' ostaggio delle relazioni non certo
amichevoli tra Teheran e Washington. Se, come appare, e' detenuta solo per
ragioni politiche legate ai rapporti dell'Iran con gli Usa o per aver
esercitato in modo pacifico il diritto alla liberta' d'espressione, Saberi
e' una prigioniera di coscienza e deve essere rilasciata immediatamente e
senza condizioni. L'annuncio da parte iraniana della revisione della sua
condanna e' un primo passo ma non basta. La vicenda di Roxana come quella,
ancor piu' tragica, di Delara, confermano quanto Amnesty documenta da tempo:
e' difficile avere giustizia in Iran.

7. INCONTRI. A PALMI DAL 18 al 23 MAGGIO
[Da Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) riceviamo e
diffondiamo]

Settimana per la nonviolenza. Palmi, 18-23 maggio 2009. "Insieme per
ricostruire la dignita' violata. Insieme verso un mondo nuovo".
La cultura della legalita' e della nonviolenza appaiono spesso poco
conosciute e praticate nella societa' contemporanea e in particolare nel Sud
dove la violenza mafiosa e l'illegalita' diffusa nel quotidiano condizionano
la convivenza civile, le scelte politiche e lo sviluppo economico del nostro
territorio.
Esiste tuttavia, ed ha una tradizione millenaria, una Calabria nonviolenta
che parte da Pitagora e che, attraverso le tracce lasciate nei tanti
monasteri e le opere dei tanti uomini di pace nati o vissuti in Calabria,
arriva fino alle centinaia di piccole e grandi realta' che in tutta la
regione lavorano ogni giorno per costruire una Calabria diversa.
La consapevolezza di questa Calabria positiva e propositiva non e',
tuttavia, patrimonio di tutti i calabresi. Abbiamo avvertito la necessita'
di avviare su questi temi una riflessione piu' profonda nella societa'
civile - soprattutto con i giovani e giovanissimi, in linea con la
risoluzione dell'Assemblea Generale dell'Onu del 1998 che ha proclamato il
periodo 2001-2010 "Decennio internazionale per la promozione di una cultura
della pace e della nonviolenza per i bambini del mondo". La certezza che se
non impariamo a vincere la paura, a riconquistare la speranza, a
riappropriarci del nostro futuro, niente potra' cambiare, ci ha spinti a
formulare e promuovere una settimana di incontri e iniziative sul territorio
che vogliono coinvolgere, sui temi della nonviolenza e della legalita',
scuole, associazioni, la societa' civile tutta.
La legalita', come la pace, si studia, s'impara e si pratica anche e forse
soprattutto nel  quotidiano. La cultura della nonviolenza e' ancora in gran
parte sconosciuta. Accostarsi alle personalita' che hanno contribuito e
ancora contribuiscono attraverso il loro esempio e le loro opere al
diffondersi della cultura della nonviolenza e della legalita' nella nostra
regione,  farne punto di riferimento e soprattutto veicolo e strumento di
conoscenza, puo' servire al processo di ricostruzione di una dignita' e di
una identita' violate per troppo tempo dalla prepotenza, mafiosa e non.
*
Il progetto che presentiamo, vuole fissare l'attenzione su questi temi che
sono capisaldi del vivere civile e principi imprescindibili della crescita
sociale. Essi furono cari al filosofo calabrese della pace Domenico Antonio
Cardone, palmese, candidato al Nobel per la Pace nel 1963 e amico di Aldo
Capitini definito da molti il Gandhi italiano, e furono ripresi e
valorizzati negli anni '80 in Calabria da Danilo Dolci, considerato una
delle figure di massimo rilievo  della teoria e della pratica della
nonviolenza nel mondo.
Lo scopo del progetto e' creare delle occasioni d'incontro tra la societa'
civile e personalita' impegnate a testimoniare i principi della nonviolenza
e della legalita', attraverso l'attivazione di nuovi e inediti rapporti di
solidarieta' e di rete tra le associazioni e istituzioni educative che
insistono ed operano sul territorio calabrese e le  associazioni nazionali
ed internazionali che lavorano sugli stessi obiettivi.
*
Le attivita' previste, coordinate dall'Associazione Casa per la Pace "D. A.
Cardone" di Palmi,  apriranno la settimana dal 18 al 23 maggio, giorno
dell'anniversario della morte del giudice Falcone, e si svolgeranno sulla
base di un calendario che prevede, oltre a momenti di riflessione e
testimonianze di percorsi di vita di nonviolenza, incontri con l'autore per
la presentazione di libri tematici, allestimenti teatrali delle scuole per
le scuole, mostre fotografiche dedicate al territorio e ai suoi uomini piu'
illustri ed uno spettacolo di chiusura, previsto per il 23 maggio, una
kermesse che prevede un pomeriggio di musica e testimonianze in una piazza
simbolo dell'opposizione alla violenza, piazza Giovanni Amendola.
Tutte le attivita' si svolgeranno in luoghi significativi del nostro
territorio e nelle scuole per sottolineare l'importanza di un legame che va
curato e valorizzato perche' la cultura nuova possa derivare dallo scambio
continuo tra scuola e territorio, tra educatori, giovani generazioni e
istituzioni, e rinsaldi il rapporto tra queste ultime e la societa' civile
su temi di cosi' grande importanza.
Un percorso che abbia come obiettivo il consolidamento delle proprie radici
ed il riconoscimento della propria identita' non puo' prescindere da queste
tappe fondamentali, che sono alla base di un progetto di cambiamento
efficace e duraturo.
*
Soggetti direttamente coinvolti nel Progetto: Presidenza del Consiglio
Regionale della Calabria con patrocinio; Associazione Casa per la Pace "D.
A. Cardone", Palmi; Associazione "Libera" di Polistena; Associazione
"Libera" di Napoli; Associazione Internazionale "Danilo Dolci"; Associazione
"Presenza" onlus, Palmi; Centro di Riconciliazione, Palmi; Amnesty
International, Palmi; Associazione "Hyperborea", Palmi-Roma; Associazione
"Amici della musica", Palmi; Associazione "Percorsi di legalita'",
Polistena; Centro Studi e Iniziative "Danilo Dolci", Partinico; Cooperativa
"Valle del Marro", Polistena; Liceo psicopedagogico "C. Alvaro", Palmi;
Liceo classico e scientifico "Nicola Pizi", Palmi; Scuola media
"Zagari-Milone", Palmi; Scuola media "Minniti", Palmi; Scuola elementare "De
Zerbi", Palmi; Scuola elementare "S. Francesco", Palmi.
Saranno presenti rappresentanti della rete nazionale della nonviolenza.
E' previsto il coinvolgimento delle scuole cittadine e del territorio.
*
Associazione Casa per la pace "D. A. Cardone"
Associazione internazionale "Danilo Dolci"
Settimana per la nonviolenza
Palmi, 18-23 maggio 2009
Programma
Lunedi' 18  maggio
- ore 8,30. I ragazzi della Scuola Media "Zagari-Milone" incontrano Libera
Dolci.
- ore 10,30. Un percorso della memoria : Ricordare il filosofo della pace D.
A. Cardone. Dalla casa del filosofo al monumento in Villa Mazzini. Letture e
interventi delle scuole sul tema della nonviolenza. Musica per la pace, a
cura dei ragazzi della Scuola Media "T. Minniti" e della Scuola Elementare
"R. De Zerbi".
*
Martedi' 19 maggio
- Ore 9. Le classi del Liceo classico e scientifico "N. Pizi" incontrano il
professor Franco Lanzino della Fondazione "Roberta Lanzino" su
"Testimonianza di un percorso nonviolento in Calabria".
- Ore 17. Sala "Pio X". Inaugurazione mostra dei lavori eseguiti dai ragazzi
delle scuole di Palmi sul tema: "Integrazione e nonviolenza. Costruire la
pace a scuola".
*
Mercoledi' 20 maggio
- Ore 9. In cammino per la pace: Ricordare il filosofo D. A. Cardone.
Laboratorio su: "Cardone filosofo della pace e della nonviolenza".
Incontro delle classi del liceo con la figlia del filosofo, la professoressa
Elsa Cardone; con il professor Franco Trifuoggi, esperto della poesia di D.
A. Cardone; con il professor Raffaello Saffioti, della Casa per la pace "D.
A. Cardone".
Visita guidata al monumento al filosofo sul Monte Sant'Elia.
*
Giovedi' 21 maggio
- Ore 9,30. Sala "Pio X". Recitare la nonviolenza: a cura delle scuole medie
inferiori.
- Ore 16,30. Istituto magistrale "Corrado Alvaro": inaugurazione mostra
fotografica "Danilo Dolci: una vita vissuta intensamente", a cura del Centro
Studi ed Iniziative di Partinico, e della mostra "Danilo Dolci a Palmi e in
Calabria".
Presentazione del Carteggio Capitini-Dolci, a cura di Giuseppe Barone.
*
Venerdi' 22 maggio
- Ore 9. Casa della Cultura "Leonida Repaci". Dai giovani per i giovani.
A chiusura del progetto "Percorsi di legalita'" del Liceo psicopedagogico
"C. Alvaro" di Palmi, coordinato dalla Facolta' di Scienze Politiche di
Messina, spettacolo teatrale "Vietato digiunare in spiaggia", della
Compagnia Teatro della Cooperativa di Renato Sarti, Milano, con la
partecipazione degli studenti del liceo.
*
Sabato 23 maggio
- Ore 17,30. "Insieme per" in Piazza Amendola. Inizio kermesse musicale e
testimonianze. "Una Calabria nonviolenta e legale e' gia' in cammino":
spazio informativo ed espositivo della Cooperativa "Valle del Marro"; Mostra
Amnesty International; Associazione "Ammazzateci tutti" di Locri.
*
Per la partecipazione alla Settimana e per ulteriori informazioni contattare
Raffaello Saffioti, tel. 096622183; cell. 3498635728, e-mail:
rsaffi at libero.it

8. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: PRIMO MAGGIO
[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per
questo intervento]

Primo maggio, festa dei lavoratori; e come gia' per il 25 aprile, tante le
iniziative dal basso che hanno attraversato l'Italia.
Una risposta all'insipienza della classe dirigente della sinistra, delle
sinistre frantumate, e della loro fragilita' di pensiero.
"La gioia di trovarsi in tanti sinistri di tutte le sinistre uniti senza
urgenze di verifiche: l'unita' c'e', si sa si sente si vede. Vale la pena di
ragionare su questa unita': sara' anche bassa e dal basso ma quanto e' piu'
bella, piu' forte e come piu' ricca di prospettive per un fare comune di non
so piu' quante unita' scritte, chiacchierate, telemediate, pesate e
ripesate, passate ai vecchi setacci delle segreterie partitiche sinistre e
dei segretari in carica con sgabello e di quelli in fila fuori degli usci
pronti a 'insgabellarsi'... E' una sinistra che coniuga democrazia con
comunismo, che e' perfettamente cosciente della melassa multimediatica del
democlericofascismo che si vive. Che si soffre" (Ivan Della Mea).
Intanto i sindacati confederali della Cgil, Cisl e Uil (nonostante le
divisioni), hanno scelto di celebrare insieme la festa del lavoro
all'Aquila, in solidarieta' con la popolazione terremotata dell'Abruzzo.
Poi il tradizionale e lungo concerto musicale di piazza san Giovanni a Roma;
quest'anno legato alla campagna della raccolta di fondi destinati a borse di
studio per i figli dei morti sul lavoro.
Queste morti, sono uno degli aspetti piu' importanti e piu' drammatici che
fanno parte della nostra realta' quotidiana, ma che emergono solo
casualmente agli onori della cronaca. Si tratta di morti le quali, gia'
drammatiche di per se' se anche fossero ridotte ad una sola all'anno, sono
la punta emergente di un problema di dimensioni inimmaginabili, tanto piu'
se al loro fianco mettiamo tutta la catena di sofferenze dovute
all'organizzazione capitalistica del lavoro: dai patimenti e dalle angosce
della disoccupazione ai salari di fame che peggiorano drasticamente le
condizioni di vita materiali e spirituali della gente che sempre piu' fatica
per procurarsi l'essenziale, alla perdita della serenita' e di ogni
prospettiva futura visto che non si da' piu' valore alla vita se non come
tempo che ognuno dovrebbe spendere unicamente per la produzione di profitto.
E' festa del lavoro, ma c'e' ben poco da festeggiare, tra le cosiddette
"morti bianche", il precariato e la disoccupazione dilagante; il tutto nel
pieno di una crisi economica globale che ripropone il conflitto
capitale-lavoro, in forme certamente diverse dal '900, ma sostanzialmente il
cambiamento relativo delle forme di sfruttamento conserva e accresce lo
sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
La ricerca del profitto e' sempre stata brutale, ma probabilmente mai come
oggi e' stata cosi' spavaldamente esibita e incontrastata; tanto da aver
messo per cosi' dire tutto il mondo al lavoro ai fini dell'accumulazione
capitalistica.  Mai e' stata cosi' estesa la proletarizzazione come ora.
E mai e' stata cosi' debole e inadeguata la sua rappresentanza politica dlle
classi sfruttate e una ricostruzione delle forme di resistenza alla
mercificazione totale del vivente. Mai proletari e dominati sono stati cosi'
privi di un referente organizzativo ed istituzionale e di una elaborazione
in quell'ambito a misura del cambiamento.
Per tutto questo bisogna avere uno sguardo non limitato alle vicende
nazionali, ma esteso all'intera situazione globale, considerando che
l'odierna "civilta' capitalistica" su altro non si fonda che sul trionfo e
sulla legalizzazione di forme di egoismo sociale addirittura totalitarie,
sulla cancellazione di ogni orizzonte solidaristico.
Proprio la ricostruzione di questo orizzonte solidaristico ci sembra
l'elemento determinante se si vuole scongiurare il ritorno di una guerra tra
poveri: occupati conto precari, lavoratori nazionali contro immigrati, e via
di questo passo. Vedere i lavoratori che si azzannano tra loro per qualche
euro in piu', sembra lo sport preferito dai padroni.
La strada per affrontare i mostruosi squilibri planetari e' tutta in salita;
ma ci sembra l'unica strada percorribile, per quanto lunga ed impervia, per
condurre la specie umana a diventare umanita' solidale. Del resto, il
diritto a battersi per una condizione di vita migliore e' un bene
inalienabile per ciascun essere umano. Tutto questo se si vuole costruire
una societa' in cui il dramma delle morti, della perdita della salute e
della inesistente sicurezza nei posti di lavoro siano destinati a
scomparire.

9. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: LA FAVOLA E L'IMPERO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 aprile 2009 col titolo "La favola del
grande seduttore"]

Puo' darsi che per essere credibile Veronica Lario dovrebbe accompagnare le
sue periodiche scenate al marito a mezzo stampa con una bella separazione
coniugale, onde evitare che anch'esse vadano alla fine a vantaggio di quel
"divertimento dell'imperatore" che lei stessa denuncia.
Pero' nei patti matrimoniali c'e' un margine di insondabilita' in cui non si
puo' entrare, anche quand'e' evidente che ci sono di mezzo calcoli che
riguardano il patrimonio, come in questo caso, o il potere, come nel caso,
peraltro imparagonabile sul versante maschile, di Hillary Clinton anni fa.
Fatto sta che due voci femminili non del campo avverso ma del suo - prima
quella di Sofia Ventura sul magazine di "Fare futuro", poi, di conseguenza,
quella di Veronica - hanno rotto l'incantesimo dell'onnipotente seduttivita'
di Silvio Berlusconi nei confronti del gentil sesso, e giusto all'apice
della sua popolarita' guadagnata, anche sulla scena tragica del terremoto,
corteggiando le donne dai tre ai novanta anni, ora nominando una
segretaria-bambina sul campo ora distribuendo dentiere e tailleur. E' una
lesione non irrilevante nella corazza narcisistica del Cavaliere, come
dimostra la sua reazione rabbiosa, e puo' diventare una lesione non
irrilevante nella sicumera delle sue armate, come dimostra la reazione
incarognita dei suoi sodali nel sito del Pdl.
Ad alcuni osservatori - soprattutto stranieri, evidentemente meno impigliati
nello stesso immaginario sessuale schiettamente italico del premier - non
sfugge gia' da tempo l'importanza cruciale, niente affatto accessoria, che
la sfera della sessualita' e del rapporto fra i sessi ha avuto nella
costruzione del consenso di Silvio Berlusconi. Una materia in cui e' bene
tenere freddo il linguaggio e basso il colore, mentre guardate quale nobile
gara ad alzare i toni si scatena anche stavolta sulla stampa nazionale, di
parte e indipendente (esempi: "Libero" e "La Stampa" di ieri), come se il
problema fosse quello di mostrarsi piu' realisti del re, piu' disincantati
del re, piu' amici delle veline e meno amici delle femministe del re. Una
fiera della finezza che copre l'osso del problema e la pelle delle
complicita'.
Dagli anni '80 in poi, prima con le tv poi con la videopolitica, prima da
tycoon poi da premier, Silvio Berlusconi ha accumulato buona parte della sua
popolarita' lucrando sulla crescita di protagonismo femminile, cambiandone
il segno, e riabilitando un immaginario sessuale maschile destabilizzato dal
femminismo e dal cambiamento del rapporto fra i sessi. Non si capisce
granche' riducendo tutto questo alla macchietta volgarotta ma innocua e
familiare dello sciupafemmine, ne' a un referendum pro o contro le veline:
l'operazione e' stata piu' complessa anche se probabilmente, come sempre in
Berlusconi, del tutto istintiva.
Si e' trattato in primo luogo di omaggiare una certa idea del femminile
femminilizzando se stesso, con la cura ossessiva della propria immagine, con
l'uso sbandierato della chirurgia plastica, con un'empatia populista piu' da
Evita che da Peron.
In secondo luogo, di ridurre la liberta' guadagnata dalle donne nei decenni
precedenti a liberta' di mostrarsi in tv e di offrirsi come gadget al
circuito del potere, coerentemente con la piu' vasta manovra di riduzione
della liberta' politica a liberta' di mercato che e' il segno di tutto il
suo regno.
In terzo luogo, di rassicurare l'immaginario maschile, degli amici e dei
nemici, propinando ogni giorno la favola del gran conquistatore, una favola
a cui e' tanto piu' gratificante credere inconsciamente quanto piu' la si
riconosce scaduta consciamente. E che peraltro si smentisce da sola: basta
ricordarselo al G20 di Londra, mentre rincorreva affannosamente la scia
della seduttivita' politica di Obama, solo e senza nessuna Michelle e
nessuna Carla al fianco malgrado i collier portati in dono alle diciottenni
e le promozioni femminili elargite nel Palazzo.
Il fatto e' che anche in questa modalita' la strategia del consenso
berlusconiana non ha incontrato ne' grandi ostacoli ne' grandi alternative.
Una simile "valorizzazione" delle donne ha la strada spianata, se dall'altra
parte non ce n'e' nessuna o c'e' solo la ritornante querelle, tutta di ceto
politico, sulle quote. E una simile riscrittura del maschile ha anch'essa la
strada spianata, se dall'altra parte non si mette neppure a fuoco il
problema. Cosi' tocca ritrovarsi a discutere se una donna puo' essere corpo
e cervello o solo corpo o solo cervello, se sia piu' maschilista mandare le
veline a Strasburgo o lasciarle dove stanno, piu' femminista tutelarle o
giudicarle, piu' democratico avere una classe dirigente impresentabile solo
maschile o mista; o se tanto vale eleggere direttamente premier Emanuele
Filiberto. Dilemmi all'altezza giusta, in tempi di basso impero.

10. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL
TERREMOTO

Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo
particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il
sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili
informazioni e proposte.

11. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il
seguente appello]

Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile
sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di
promozione sociale).
Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente
soldi gia' destinati allo Stato.
Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e'
facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il
numero di codice fiscale dell'associazione.
Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235.
Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille.
Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non
fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola
quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato,
la gratuita', le donazioni.
I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del
Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la
Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la
generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la
promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi
estivi, eccetera).
Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre
quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della
nonviolenza. Grazie.
Il Movimento Nonviolento
*
Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del
commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite
chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento.
Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261
(corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle
Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a
tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno.
*
Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito:
www.nonviolenti.org

12. RILETTURE. DOMENICA SCALERA: POLIS INTERCULTURALE MEDITERRANEA
Domenica Scalera, Polis interculturale mediterranea. Le acque del
Mediterraneo luogo d'incontro tra culture diverse, Emi, Bologna 2005, pp.
128, euro 7. Una ricerca-azione sul campo partecipata e solidale ed una
riflessione socioculturale ed ecclesiale sull'incontro determinato
dall'immigrazione dall'Europa dell'est e dal sud del Mediterraneo in Puglia.
Con un contributo di Graziana Moro e una prefazione di Antonio Ruccia. Per
richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna,
tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it,
ordini at emi.it, sito: www.emi.it

13. RIEDIZIONI. FRIEDRICH NIETZSCHE: LA VOLONTA' DI POTENZA
Friedrich Nietzsche, La volonta' di potenza, Rcs-Bompiani, Milano 2008,
2009, pp. 672, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). A cura
di Maurizio Ferraris e Pietro Kobau la riedizione della scelta di frammenti
postumi ordinati ed editi da Elisabeth Foerster-Nietzsche (la sorella del
filosofo) e da Peter Gast (che di Nietsche era stato abituale trascrittore
dei manoscritti). Diciamolo ancora una volta: quest'opera, pur cosi'
influente nella ricezione nicciana e tragicamente pesante nella storia
europea novecentesca, fu un'operazione nella quale l'autore non ebbe parte
alcuna; e giustamente l'edizione critica di Nietzsche curata da Giorgio
Colli e da Mazzino Montinari (e sempre siano benedetti) la escluse dal
canone, preferendo invece - come e' giusto - proporre in ordine cronologico
tutti i frammenti postumi senza effettuare arbitrarie selezioni a comporre
opere inesistenti nella concreta ed effettualmente compiuta volizione
dell'autore. E quando Bompiani nel 1992 la rimise in circolazione per le
cure di Maurizio Ferraris e Pietro Kobau (rivedendo la vecchia traduzione di
Angelo Treves), ed e' l'edizione che qui si ripropone con le integrazioni
della riedizione del '94, fummo anche noi di quelli che se ne irritarono, ed
agli amici giovini e studiosi dicevano gracchiando molte male parole
eccetera. Pur la leggemmo, va da se'; che' in questi frammenti molto vi e'
da considerare ancora, e non solo tra noi filologi, d'illuminante e di
terribile, di catastrofico e di scellerato, di pietoso e di empio, di falso
e di vero che entrambi uccidono. Che oggi, munita anche di una saggia e
acuta e drammatica presentazione di Silvano Tagliagambe nel segno di
Dostevskij, venga riproposta e diffusa in edicola per piu' versi ci
sconcerta ancora (altro e' il Nietzsche che metterebbe conto di riproporre a
un piu' ampio e anche nuovo uditorio). Ci sconcerta ancora, ma senza piu'
quella fitta alla milza e quel moto di revulsione e rivolta di allora - ed
anche questo e' un segno di come cupa greve la senescenza ci gravi. Questo
diceva Bricco Piccolomo iersera all'osteria giu' da Iaiotto, e tutti
annuivamo e dicevamo, in guisa di sommessa litania, "viva l'umanita', morte
al fascismo".

14. RIEDIZIONI. LUIGI PIRANDELLO: IL FU MATTIA PASCAL
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, RL gruppo editoriale, Santarcangelo
di Romagna (Rimini) 2009, pp. XVIII + 216, euro 2,90. Senza alcuna
indicazione del curatore e un minimissimo apparato introduttivo e di
commento, a un prezzo vantaggioso, un libro che molto amammo nella nostra
adolescenza studiosa, quando Pirandello era ancora Pirandello e quel mondo
era ancora il mondo. Chissa' se per i giovani d'oggi puo' essere ancora un
libro di formazione.

15. RIEDIZIONI. KARL RAIMUND POPPER: LA SOCIETA' APERTA E I SUOI NEMICI
Karl Raimund Popper, La societa' aperta e i suoi nemici, Armando, Roma 2003,
Rcs-Bompiani, Milano 2009, pp. 880, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere
della sera"). A cura di Dario Antiseri che vi premette una nuova
presentazione, e nella traduzione di Renato Pavetto, un libro col quale -
diceva ieri Annibale Scarpone, come al solito concionando al bar di Bozzella
a tarda notte, rauca la voce ed i vinosi occhi e lustri e opachi e
sussultando d'asma - ancor oggi non riesco a decidermi se mi sono mai
riconciliato. Dell'esito interpretabile come totalitario della proposta
politica contenuta nella Repubblica platonica (ovvero del modellarsi delle
ideologie degli "stati etici" e dei regimi totalitari sull'opera di Platone)
ho avuto sempre piena contezza - ma e' uno degli esiti possibili, e vi e' un
altro, molti altri Platoni, e massime quel socratico ad un tempo patriota ed
anarchico (cosi' come in Hegel convivono il sistema carcerario e la rottura
rivoluzionaria che ogni assetto chiuso e claustrofobico nega e rovescia);
sulla disamina popperiana di Marx invece obietto ancora: del fascismo di
certi regimi sedicenti comunisti e di certe ideologie sedicenti marxiste del
successivo secolo non vedo come si possa far cosi' rigidamente e
integralmente carico al pensatore e militante dell'Internazionale del secolo
prima (il che non significa non coglierne limiti e contraddizioni, eccetera
eccetera, e lo scontro con Bakunin aveva gia' posto ineludibili questioni);
e credo che se si leggessero le riflessioni e le proposte dei rivoluzionari
a Marx coevi - il concreto contesto, insomma, che dal '48 giunge alla Comune
di Parigi, e le ferocissime repressioni dai poteri dominanti compiute -,
ebbene, la leggenda del Marx gendarmistico e sanguinolento, occhiuto e
zannuto, terrorista alla scuola di Robespierre e stalinista ante litteram,
cade del tutto come una grottesca e ridicola mistificazione - che certo ha
largo corso, ma non per questo e' meno fasulla. Ma detto tutto questo,
quest'opera di Popper e' di quelle che occorre aver letto, e con molte delle
cui tesi ed analisi non si puo' non consentire, e di cui almeno io ancora
gli son grato (pur prediligendo di Popper, su questo versante, i saggi di
filosofia politica contenuti in Congetture e confutazioni).

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 810 del 4 maggio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe

Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe

In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su
"subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).

L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196
("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing
list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica
alla pagina web:
http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la
redazione e': nbawac at tin.it