Coi piedi per terra. 143



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 143 del 15 dicembre 2008

In questo numero:
1. Di meno, e piu' lentamente
2. Antonella Litta: Sinossi della relazione sul tema dell'"Impatto sanitario
delle strutture aeroportuali" al convegno nazionale dei "Medici per
l'ambiente", Genova, 11-12 dicembre 2008 (parte prima)
3. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. EDITORIALE. DI MENO, E PIU' LENTAMENTE

Per contrastare l'inquinamento globale e il surriscaldamento del clima, tra
le scelte piu' necessarie ed urgenti vi sono certamente le seguenti: ridurre
l'automobilismo privato incentivando l'uso del trasporto pubblico, e della
bicicletta per la mobilita' personale sulle brevi distanze; ridurre per
quanto possibile il trasporto a motore su gomma trasferendolo su rotaia;
ridurre il trasporto aereo, in particolare riducendo drasticamente quello a
fini di diporto.
*
Se non ve ne e' necessita' ci si deve spostare di meno, su distante piu'
brevi, e comunque piu' lentamente; i lunghi viaggi erano una volta
esperienza di vita, incontro di umanita': se se ne devono fare, che tornino
ad essere questa piena esperienza.
Si possono e si devono valorizzare le nuove tecnologie della comunicazione
per evitare di spostare le persone e gli oggetti quando e' possibile
trasmettere messaggi e documenti per via telematica; cosi' come la
teleconferenza rende inutili gli spostamenti per convegni e incontri di
lavoro.
*
Presa coscienza dei "limiti dello sviluppo" e della finitezza delle risorse,
occorre abbracciare quella prospettiva che gli studiosi negli ultimi anni
hanno cominciato a chiamare "decrescita", e che ha invero con altre e varie
denominazioni una lunga tradizione: ed alla quale ci esortarono e ci
esortano personalita' come Mohandas Gandhi e Ivan Illich, come Murray
Bookchin e Vandana Shiva, come Susan George e Serge Latouche.
*
Si deve condurre una vita piu' sobria, piu' solidale col resto
dell'umanita', piu' responsabile nei confronti della biosfera, piu'
sollecita del bene comune dell'umanita' presente e delle generazioni future.
*
Anche per queste ragioni siamo impegnati contro il nocivo e distruttivo
mega-aeroporto che una lobby politico-affaristica irresponsabile e
vandalica, speculatrice e devastatrice, vorrebbe imporre a Viterbo in
violazione della legalita' e della ragionevolezza, danneggiando l'ambiente e
la salute di tutti, facendo scempio del pubblico bene, della dignita' e dei
diritti dei cittadini.

2. MATERIALI. ANTONELLA LITTA: SINOSSI DELLA RELAZIONE SUL TEMA
DELL'"IMPATTO SANITARIO DELLE STRUTTURE AEROPORTUALI" AL CONVEGNO NAZIONALE
DEI "MEDICI PER L'AMBIENTE", GENOVA, 11-12 DICEMBRE 2008 (PARTE PRIMA)
[Riportiamo la seguent e sinossi, gia' apparsa in "Nonviolenza. Femminile
plurale".
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente]

Il problema
Nell'ultimo decennio il traffico aereo ha registrato una fase di crescita
costante soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto merci e
quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche
"mordi e fuggi".
Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le
drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal
trasporto aereo, sono subite dall'intera umanita' in termini di
desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici cosi' gravi
che determinano distruzioni e carestie in aree sempre piu' estese del
pianeta [1].
Il traffico aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni di anidride
carbonica - le stime internazionali piu' accreditate vanno da un minimo del
3% ad un massimo del 10% - contribuendo cosi' in misura decisiva all'effetto
serra e all'inquinamento dell'aria [2]. Le persone che vivono in prossimita'
di scali aeroportuali sono costrette a subire oltre all'inquinamento
dell'aria anche quello acustico ed elettromagnetico [3] [4] [5].
Secondo le stime di Eurocontrol (www.eurocontrol.int), un'organizzazione cui
partecipano 38 Stati europei e il cui scopo principale e' di sviluppare e
mantenere un efficiente sistema di controllo del traffico aereo a livello
europeo, il numero dei voli nell'Unione Europea  raddoppiera' nel 2020
rispetto al 2003 e cosi' l'entita' delle emissioni nocive da trasporto
aereo.
Il traffico aereo si configura cosi' sempre piu' come un elemento
d'inquinamento ambientale e danno alla salute. Diverse sono le problematiche
ambientali e sanitarie legate a questo  particolare tipo di mobilita' e
riguardano in particolar modo le emissioni prodotte dai motori degli aerei,
l'inquinamento acustico ed elettromagnetico subito dai residenti in aree
prossime agli scali aeroportuali [3].
*
Le emissioni
Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con il cherosene
(una miscela composta da diversi tipi di idrocarburi), sono generalmente
simili per composizione a quelle generate dalla combustione di altri
carburanti fossili ma contribuiscono fortemente all'effetto serra perche'
sono rilasciate direttamente nell'atmosfera nella parte piu' alta della
troposfera e in quella piu' bassa della stratosfera, e per questo sono
ancora piu' dannose [6].
Queste emissioni, costituite da gas e polveri, alterano la concentrazione
dei gas serra naturali, a cominciare dall'anidride carbonica (CO2), l'ozono
(O3) e il metano (CH4); innescano la formazione di scie di condensazione e
aumentano gli addensamenti di nubi contribuendo fortemente, anche in questa
maniera, al surriscaldamento climatico [7].
*
L'atmosfera terrestre
L'atmosfera terrestre e' una struttura complessa. E' divisa in piu' strati,
che in ordine di altezza sono: la Troposfera, la Stratosfera, la Mesosfera,
la Ionosfera, e l'Esosfera. La sua composizione chimica media al suolo e'
data da: Azoto (N2): 78,08%, Ossigeno: (O2) 20,95%, Argon (Ar): 0,93%,
Vapore acqueo (H2O): 0,33% in media (variabile da circa 0% a 5-6%), Anidride
carbonica (CO2): 0,032%, Neon (Ne): 0,00181%, Elio (He): 0,0005%, Metano
(CH4): 0,0002%, Idrogeno (H2): 0,00005%, Kripton (Kr): 0,000011% , Xeno
(Xe): 0,000008%, Ozono (O3); 0,000004%. Sono anche presenti, in tracce,
Ossidi di azoto (NO, NO2, N2O), Monossido di carbonio (CO), Ammoniaca (NH3),
Biossido di zolfo (SO2), Solfuro di idrogeno (H2S). Non tutti gli strati
hanno le stesse concentrazioni di gas: ad esempio il vapore acqueo e'
presente quasi soltanto nella troposfera, lo strato piu' basso, ed e'
praticamente assente nella termosfera e nell'esosfera, che viceversa
contengono quasi tutto l'elio e l'idrogeno. L'ozono e' un gas, contenuto in
massima parte nella stratosfera, e qui forma un importante schermo di
protezione dalle radiazioni solari ultraviolette. Nell'alta troposfera e
nella bassa stratosfera le emissioni di ossidi di azoto degli aerei tendono
ad accrescere la quantita' di ozono ed hanno come conseguenza il
potenziamento dell'effetto serra. Ad altitudini maggiori (circa 18 Km) le
emissioni di ossidi di azoto degli aerei supersonici tendono a ridurre il
quantitativo di ozono mentre a livello della superficie terrestre ne
aumentano il quantitativo e quindi i suoi effetti tossici sulla salute:
irritazione degli occhi e irritazione e danno delle alte e basse vie
respiratorie, disturbi e danni al sistema cardiocircolatorio, specialmente
nei bambini e negli anziani, e danni all'ambiente in quanto l'ozono e'
corresponsabile del fenomeno delle piogge acide. L'ozono si comporta quindi
in modo diverso a seconda della sua altezza nell'atmosfera: l'ozono presente
nella stratosfera ha un effetto eco-protettivo, in quanto protegge dai raggi
ultravioletti (UV) nocivi del sole che favoriscono i tumori della pelle;
l'ozono presente nella troposfera risulta invece essere un inquinante molto
dannoso in dipendenza della dose e del periodo di esposizione.
*
Gli studi
La letteratura scientifica e gli studi sull'impatto ambientale e sanitario
del trasporto aereo sono ormai sempre piu' numerosi.
Uno studio particolarmente importante, pubblicato nel 1999, Special Report
on Aviation and the Global Atmosphere,  svolto per la prima volta
dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), in collaborazione con
lo Scientific Assessment Panel to the Montreal Protocol on Substances that
Deplete the Ozone Layer, su incarico dell'International Civil Aviation
Organization (ICAO), ha cominciato a  studiare l'impatto del trasporto aereo
sul clima e l'ozono.
Un altro importante studio: Aircraft Particulate matter Emission Estimation
Trough all Phases of Flight, di Alexander Kugele [7], commissionato e
finanziato dall'ente Eurocontrol, ha analizzato in dettaglio le emissioni di
polveri, particolato grossolano, sottile ed ultrasottile (PM) in tutte le
fasi del volo, oltre ai tradizionali gas rilasciati nelle  emissioni dei
motori: l'anidride carbonica (CO2), il monossido di carbonio (CO), gli
ossidi di zolfo (S0x), gli ossidi di azoto (NOx), gli idrocarburi, il vapore
acqueo (H2O). Lo studio ha evidenziato come le fasi del decollo e
dell'atterraggio siano quelle in cui vengono immessi nell'aria i
quantitativi maggiori di polveri.
Effetti sulla salute dei principali inquinanti gassosi:
- Gli Ossidi di Azoto (NO, NO2, NOx) provocano: irritazione dell'apparato
respiratorio, degli occhi, bronchiti e malattie cardiovascolari.
- I Biossidi di zolfo (SOx)  provocano: irritazione delle mucose nasali e
malattie respiratorie.
- Il Monossido di Carbonio(CO) riduce il legame tra emoglobina e l'ossigeno
(O2) provocando  disturbi psicomotori, danno al sistema vascolare e nervoso.
*
Il particolato
Il termine particolato indicato con la sigla PM da Particulate Matter,
designa piccolissime particelle solide o liquide del diametro dei micron (la
millesima parte di un millimetro) che rimangono sospese nell'aria per
periodi variabili e dipendenti dalla loro massa e diametro prima di ricadere
al suolo. Le particelle hanno un diametro che puo' variare da un paio di
nanometri fino a 100 micron (un nanometro e' la millesima parte di un
micron, la milionesima di un metro).
Si indicano con la sigla PM10 tutte le particelle con diametro inferiore a
10 micron (in sigla µm), pertanto il PM2,5 e' un sottoinsieme del PM10, che
a sua volta e' un sottoinsieme del particolato grossolano, cioe' particolato
sedimentabile di dimensioni superiori ai 10 µm, non in grado di penetrare
nel tratto respiratorio superando la laringe, se non in piccola parte. Il
PM10 - particolato formato da particelle inferiori a 10 µm (un centesimo di
millimetro) - e' una polvere inalabile, ovvero in grado di penetrare nel
tratto respiratorio superiore (naso e laringe). Le particelle di diametro
tra 5 e 2,5 µm si fermano prima dei bronchioli. Il PM2,5 - particolato fine
con diametro inferiore a 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro) -, e'
una polvere in grado di penetrare ancora piu' profondamente nei polmoni fino
agli alveoli dove avvengono gli scambi gassosi tra sangue e aria.
Per dimensioni ancora piu' piccole (particolato ultrafine, UFP o UP) si
parla di polvere respirabile, cioe' in grado di penetrare direttamente nel
sangue.
Il PM puo' essere trasportato da fenomeni atmosferici in luoghi molti
distanti dal punto della sua produzione. Il particolato puo' essere distinto
in primario e secondario in base ai processi che lo hanno prodotto: primario
e' il particolato immesso in atmosfera direttamente  da accumuli o fonti
naturali (vulcani, erosioni delle rocce, etc.) o attraverso processi di
combustione ad alta temperatura per la maggior parte di origine antropica
(tra questi il traffico veicolare ed aereo, le attivita' dei cementifici,
delle centrali elettriche a gas, carbone e oli combustibili, le attivita'
delle industrie, delle fonderie e degli inceneritori di rifiuti). Il PM
secondario invece, e' quello che si puo' formare dal primario quando questo
subisce reazioni chimiche successive, anche in luoghi lontani da dove e'
stato prodotto originariamente, coinvolgendo ossidi di azoto, ossidi di
solfuro, ammoniaca (NH3) e i composti organici volatili (Vocs-idrocarburi
diversi dal metano): tra questi il piu' noto e' il benzene, classificato
come cancerogeno di classe 2 dall'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul
Cancro (Iarc), che appartiene al gruppo degli idrocarburi policiclici
aromatici (IPA) [8] [15].
Il particolato formato dalla combustione che avviene nei motori aerei e'
costituito fondamentalmente da solfati, ammonio, ioni idrogeno, particelle
di carbone, metalli pesanti, ceramiche e componenti organici. Il particolato
(PM) derivato dalle emissioni dei motori gioca  un ruolo sempre piu'
importante nel dibattito sul danno da trasporto aereo all'ambiente, agli
ecosistemi e alla salute delle persone, soprattutto di quelle che vivono in
aree prossime agli aeroporti, infatti il quantitativo maggiore di
particolato viene prodotto proprio nelle fasi di decollo ed atterraggio e
anche dall'attrito delle ruote e dei freni degli aerei nella fase di
atterraggio.
Il PM rilasciato delle emissioni aeree ha anche un'azione climalterante
contribuendo al surriscaldamento climatico e provoca danno agli ecosistemi
[6] [7] [8] [9].
*
Effetti del particolato su vegetazione ed ecosistemi
Il PM non e' un singolo inquinante ma una miscela di inquinanti eterogenei
differenti per origine, misura e composizione chimica. Gli effetti della
deposizione di PM sulla vegetazione e sui terreni dipendono dalla sua
composizione chimica e possono produrre effetti sia diretti che  indiretti
sull'ecosistema coinvolto. La risposta dell'ecosistema agli inquinanti e' in
funzione diretta del livello della sua sensibilita' e capacita' di sfruttare
al meglio il cambiamento provocato dalla presenza del PM. Il PM con piu'
grande impatto sull'ambiente e' quello che contiene soprattutto nitrati e
solfati poiche' depositandosi sul suolo altera la disponibilita' e quindi
l'assunzione di nutrienti e di fatto crea una condizione di squilibrio
dell'ecosistema e quindi della biodiversita' che si ripercuote sulla catena
alimentare (processi di eutrofizzazione). I danni sulla crescita delle
piante sono prodotti invece dall'acidificazione di cui sono responsabili i
biossidi di zolfo (SO2), chiamati anche anidridi solforose, che reagendo con
l'acqua si trasformano in acido solforico dando luogo al fenomeno delle
piogge acide (arresto della crescita e defogliazione della vegetazione) come
anche  l'ossido di azoto (NO) che trasformandosi in acido nitrico e'
corresponsabile delle piogge acide. Altri danni sono dovuti alla deposizione
diretta del PM su foglie, ramoscelli e tronchi delle piante e della
vegetazione che formano un ostacolo al passaggio della luce, riducendo cosi'
la fotosintesi del sistema vegetale e aumentandone la suscettibilita' alle
malattie [7] [10].
*
Effetto del PM sull'atmosfera e il riscaldamento globale
Il "radiative forcing" tradotto in italiano con forzante radiativo o
forzante di radiazione e' la misura dell'influenza di un fattore (ad esempio
l'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera) nell'alterazione del
bilancio dell'energia entrante e dell'energia uscente nel sistema
terra-atmosfera. Esso e' indice del peso di un fattore nel complesso
meccanismo dei mutamenti climatici. Un forzante positivo tende a riscaldare
la superficie terrestre mentre uno negativo la raffredda.
Il particolato altera la composizione dell'atmosfera in quanto contribuisce
al "radiative forcing", cioe' allo sbilanciamento tra l'energia solare in
entrata (in forma di onde elettromagnetiche di tipo corto) e l'energia
solare in uscita, riflessa (onde elettromagnetiche  di tipo lungo).
Infatti una volta che la radiazione solare e' giunta sulla superficie
terrestre, essa viene assorbita dal suolo e dai mari, i quali si riscaldano
e aumentano la loro temperatura. Via via che aumenta la temperatura, la
superficie terrestre emette energia sotto forma di calore, cioe' in forma di
radiazione infrarossa (ad onda lunga), fino a quando non si stabilisce
l'equilibrio, tra flusso di energia solare incidente e flusso di energia
terrestre uscente verso lo spazio. L'atmosfera terrestre e' una miscela di
gas che possiede una proprieta' caratteristica: e' trasparente alla
radiazione "ad onda corta", ma e' opaca alla radiazione "ad onda lunga", a
causa della presenza di alcuni gas come il vapor d'acqua e l'anidride
carbonica che sono dei forti assorbitori ed emettitori naturali di
radiazione infrarossa. Questa capacita' di assorbimento e' quella che
determina l'effetto serra naturale cioe' la capacita' dell'atmosfera di
trattenere le radiazioni infrarosse riflesse dalla superficie terrestre e
quindi di mantenere una temperatura media costante per il pianeta Terra. Il
particolato emesso dagli aerei insieme all'anidride carbonica, contribuendo
alla formazione di scie e addensamenti di nubi, che modificano la proprieta'
di assorbimento e rifrazione delle radiazioni infrarosse, nei diversi strati
dell'atmosfera, anche alterando le proprieta' di rifrazione della luce
solare, contribuisce all'effetto serra influenzando il radiative forcing
[11].
*
Le patologie da polveri
E' ormai ben documentato da una vastissima e rigorosa documentazione
scientifica che il PM fine ed ultrafine penetra attraverso tutte le barriere
e membrane organiche, compresi i nervi cranici, la barriera ematocerebrale,
la placenta, gli endoteli, le membrane plasmatiche, raggiungendo i nuclei
cellulari col proprio carico di metalli pesanti ed altri fattori
cancerogeni, interferendo cosi' con i sistemi di riparazione del Dna e con i
meccanismi dell'espressione genica [14] [17]. Qualsiasi sorgente ad alta
temperatura provoca la formazione di particolato, piu' e' elevata la
temperatura di combustione e piu' e' piccola la dimensione delle particelle
prodotte, piu' il diametro della particella e' piccolo e piu' questa ha
capacita' di penetrare nei tessuti. Non esistono meccanismi biologici o
artificiali, al momento conosciuti, capaci di eliminare il particolato una
volta che questo sia stato sequestrato da un organo o un tessuto tramite
inalazione o ingestione di alimenti [8].
Esistono evidenze sempre piu' consistenti di come numerosi inquinanti,
introdotti nel corpo umano, inducano processi infiammatori cronici che
determinano uno stress cellulare progressivo a carico di organi e tessuti,
aprendo la strada a patologie gravi come arterosclerosi e cancro. Studi
scientifici dimostrano l'evidente correlazione tra l'esposizione alle
polveri sottili ed ultrasottili e l'aumento dei ricoveri ospedalieri, della
mortalita', delle malattie respiratorie, delle malattie cronico-degenerative
(Alzheimer, Sclerosi Laterale Amiotrofica, Sclerosi Multipla), delle
malattie endocrine, delle malattie neoplastiche e del sistema
cardiovascolare [18] [19].
Un incremento nella concentrazione atmosferica di PM 2.5 micron comporta un
incremento parallelo della mortalita' per malattie cardiovascolari.
Purtroppo le vigenti disposizioni di legge in Italia, prevedono controlli
solo per la concentrazione del PM 10 presente in atmosfera, controllo che
viene effettuato con  metodo gravimetrico: questo metodo considera solo la
massa complessiva e non il numero delle particelle che la compongono, ma
diverso e' l'impatto che puo' avere una particella grossolana di 10 micron d
i diametro da quello che possono determinare su un organismo l'impatto di
1.000.0000 di particelle da 0.1 micron di diametro la cui massa complessiva
corrisponde alla particella da 10 micron [8].
Attualmente cio' che piu' allarma epidemiologi e pediatri in tutto il mondo,
concerne la possibilita' che il danno genetico indotto dalla presenza delle
nanoparticelle, possa colpire le cellule germinali materne o paterne
(causando la possibile trasmissione alle successive generazioni di lesioni e
patologie anche gravi) o direttamente il feto nel momento piu' delicato del
suo sviluppo [12] [13] [14] [15] [16].
*
Le nanopolveri
Il termine nanopolveri indica le polveri con diametro dell'ordine di
grandezza dei nanometri (un nanometro corrisponde ad un millesimo di
micron), queste, formate da metalli pesanti e leghe di metalli pesanti e
altri composti, in virtu' delle loro dimensioni, possono addirittura
penetrare nel genoma e nell'epigenoma alterando le proprieta' di
trascrizione e riparazione, determinando cosi' alterazioni tali da provocare
danno genetico stabile e malattie.
La composizione chimica e' di grande importanza nel determinare la
tossicita' della particella; ovviamente particelle contenenti piombo o
mercurio sono molto piu' pericolose di quelle contenenti ferro o sodio. Piu'
e' veloce l'ingestione o l'inalazione, maggiore risulta la loro
pericolosita'. Importante nella capacita' di produrre danno e' anche la
forma delle nanopolveri: per esempio quelle "ad ago" come quelle
dell'amianto sono molto piu' penetranti e capaci d'innescare processi
infiammatori di reazione che quelle di forma tondeggiante [8] [17].
*
L'inquinamento acustico
Le zone prossime ad un aeroporto sono sottoposte a dei livelli di
inquinamento acustico generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e
decollo degli aerei e dal connesso traffico veicolare [20].
Nel 2003, dall'Ufficio Regionale per l'Europa dell'Oms, e' stato avviato un
progetto per lo studio dell'impatto acustico sulle popolazioni. Il rapporto
finale di questo progetto, denominato progetto "Linee guida sul rumore
notturno per l'Europa"
(www.epicentro.iss.it/temi/ambiente/rumoreNotturno.asp), e' il risultato di
un lavoro di revisione della letteratura scientifica da parte di un gruppo
di esperti scelti tra 17 istituzioni di 12 Paesi europei. Per l'Italia hanno
partecipato al progetto l'Universita' di Roma "La Sapienza" e il
Dipartimento provinciale di Pisa dell'Arpa Toscana.
I risultati del progetto danno indicazioni importanti ai governi per
modificare le legislazioni in materia di rumore notturno. Da questo lavoro
provengono le seguenti indicazioni:
Decibel e conseguenze sulla salute:
- fino a 30 decibel: non si osservano sostanziali effetti biologici;
- tra 30 e 40 decibel: aumentano i movimenti del corpo, i risvegli, i
disturbi del sonno, l'eccitazione. Gli effetti sembrano modesti, ma non si
puo' escludere che i gruppi vulnerabili ne risentano in misura maggiore;
- tra 40 e 55 decibel: c'e' un marcato aumento degli effetti negativi; la
maggior parte delle persone esposte ne risente e si adatta a convivere con
il rumore. I gruppi vulnerabili, a questo livello di esposizione, sono
severamente colpiti;
- sopra 55 decibel: la situazione e' considerata pericolosa a livello di
salute pubblica. Gli effetti avversi sono frequenti e il sistema
cardiovascolare comincia ad essere sotto stress. Lo stress cardiovascolare
e' l'effetto dominante.
Le raccomandazioni finali di questo documento concludono: "per la
prevenzione primaria degli effetti collaterali sub-clinici del rumore
notturno la popolazione non dovrebbe essere esposta a livelli che superano i
30 decibel durante la notte, considerata la soglia massima per proteggere i
cittadini, compresi i gruppi piu' vulnerabili. Tutte le nazioni devono
essere  incoraggiate a ridurre gradualmente, nella maniera piu' efficace
possibile, la quota di popolazione esposta a livelli acustici che superano i
55 e, poi, i 40 decibel".
Il rischio di contrarre patologie cardiovascolari, insonnia e disturbi delle
fasi del sonno, irritabilita', astenia, disturbi del sistema endocrino, del
sistema digestivo e dell'udito, e' elevatissimo nelle persone che subiscono
inquinamento acustico, come ormai noto da moltissimo tempo e dimostrato
scientificamente. Molti studi documentano l'incremento dell'assunzione di
farmaci per l'ipertensione e per l'insonnia in gruppi di studio di residenti
in aree aeroportuali [21] [22].
Ben documentati sono anche i disturbi dell'apprendimento in studenti che
frequentano scuole ubicate in aree sottoposte ad inquinamento acustico.
In uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista "Lancet", Aircraft and
road traffic noise and children's cognition and health: a cross-national
study [23], sono stati analizzati gli effetti del rumore prodotto dal
traffico automobilistico e dal traffico aereo sullo sviluppo cognitivo dei
bambini. Oltre 2.800 bambini dai 9 ai 10 anni di eta' frequentanti 89 scuole
situate nei pressi di tre importanti aeroporti europei (Schiphol in Olanda,
Barajas in Spagna e Heathrow in Inghilterra) sono stati coinvolti nello
studio. I ricercatori hanno misurato i livelli di inquinamento acustico e li
hanno rapportati ai risultati di una serie di test cognitivi sottoposti ai
bambini. Analizzando i dati, si e' rilevato che l'esposizione
all'inquinamento acustico pregiudica la capacita' di leggere correttamente.
L'esposizione al rumore da traffico automobilistico non sembra avere un
effetto altrettanto significativo sulla capacita' di leggere, ma e'
risultato dannoso nei confronti della memoria. Un'esposizione a livelli
elevati di entrambi i tipi di inquinamento acustico e' associata ad una
peggiore qualita' della vita per i bambini e ad un netto aumento dello
stress. Gli autori dello studio concludono il loro lavoro affermando che le
scuole situate nei pressi di aeroporti non sono ambienti salutari ne' adatti
all'educazione e alla crescita dei bambini.
Lo studio Hypertension and Exposure to Noise near Airports (Hyena): study
design and noise exposure assessment, iniziato nel 2005, e' stato un
progetto internazionale finanziato dalla Comunita' Europea per studiare la
correlazione tra inquinamento acustico prodotto dal traffico aereo, da
quello automobilistico e lo sviluppo d'ipertensione arteriosa. Questo studio
ha selezionato e studiato 6.000 persone (dai 45 ai 70 anni) che avevano
vissuto per almeno 5 anni vicino ad uno dei 6 maggiori aeroporti europei. In
Italia sono state selezionate 1.000 persone residenti vicino all'aeroporto
di Milano Malpensa [24].
Le conclusioni di questo studio, pubblicate nel  2008, hanno mostrato una
relazione significativa tra l'esposizione, soprattutto notturna, al rumore
prodotto da traffico aereo e  il rischio di sviluppare ipertensione
arteriosa, mentre non subisce variazioni, con l'esposizione nelle differenti
ore della giornata, il rischio associato al rumore automobilistico.
L'ipertensione arteriosa aumenta il rischio di infarto del miocardio e
ictus,   pertanto l'inquinamento acustico deve essere inserito tra i fattori
che possono causare malattie cardiovascolari. Lo studio infine indica nella
riduzione dell'impatto acustico da traffico automobilistico e da traffico
aereo notturno una misura necessaria per la prevenzione delle malattie
cardiovascolari [25].
*
L'inquinamento acustico in prossimita' dell'aeroporto di Ciampino (Roma)
Lo studio Cristal, dall'acronimo del centro studi che lo sta realizzando:
Centro Regionale Infrastrutture Sistemi Trasporto Aereo del Lazio, ormai in
fase di conclusione, ha evidenziato  di recente i risultati intermedi della
ricerca, che mostrano come le persone residenti nei comuni di Ciampino,
Marino e del X Municipio di Roma, siano sottoposte a livelli d'inquinamento
acustico da traffico aereo estremamente preoccupanti. Infatti, come sopra
riportato, le linee guida dell'Oms affermano che sopra i 35 decibel iniziano
a manifestarsi effetti biologici che si aggravano tra i 40-55 decibel e
diventano molto pericolosi sopra i 55 decibel; questi limiti sono sempre
stati abbondantemente superati nelle rilevazioni finora condotte dallo
studio Cristal.
*
L'inquinamento elettromagnetico
Questa particolare forma d'inquinamento generato da campi elettromagnetici
e' ancora  un aspetto poco studiato del trasporto aereo.
I sistemi radar delle torri di controllo e quelli a bordo degli aerei,
insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici
utilizzati per i controlli di sicurezza,  producono un inquinamento
elettromagnetico. I lavoratori degli scali aeroportuali e il personale di
bordo sono sottoposti ai campi elettromagnetici prodotti da  tutte queste
apparecchiature mentre i residenti in aree prossime agli aeroporti possono
essere esposti anche ad effetti di sommazione di campi elettromagnetici
provenienti oltre che dalle strutture aeroportuali e dagli aerei, anche da
altre fonti: antenne di telefonia, cavi elettrici ad alta tensione, linee
elettriche delle ferrovie, i propri telefoni cellulari  etc.[26] [27] [28].
A conferma dell'importanza dello studio di questo particolare aspetto del
trasporto aereo ci sono  state in letteratura negli anni passati alcune
segnalazioni di clusters, gruppi, di  pazienti affetti da una malattia molto
rara, la Sclerodermia, residenti vicino i maggiori aeroporti londinesi [29],
mentre un altro cluster, sempre di questa stessa malattia, e' stato studiato
nel 1992 in un piccolo paese alle porte di Roma dove l'unico fattore
possibile di inquinamento ambientale poteva essere rappresentato da un
numero elevato di antenne per la trasmissione radiotelevisiva e antenne per
la trasmissione di telefonia fissa, ubicate proprio nel centro del piccolo
paese [30].
I campi elettromagnetici (EMF) possono essere classificati in: "a bassa
frequenza" (vi rientrano, ad esempio, le frequenze di 50 Hz utilizzati in
Europa per la rete elettrica), e quelli "ad alta frequenza" (onde radio,
microonde, ecc.), con applicazioni soprattutto nel settore delle
telecomunicazioni e nei processi industriali. Telefoni cellulari, antenne
radio-tv e radar producono campi elettromagnetici di radiofrequenza (RF), da
10 MHz a 300 GHz. Questi campi ad alta frequenza sono usati per trasmettere
informazioni a lunga distanza [31].
L'esposizione a campi elettromagnetici (EMF) induce correnti e assorbimento
di energia nei tessuti del corpo umano, questi fenomeni dipendono dalla
frequenza e dai meccanismi di accoppiamento. Il sistema circolatorio e
quello nervoso sono particolarmente sensibili agli effetti delle EMF (campi
elettromagnetici) a causa delle loro caratteristiche elettriche.
Gli effetti dei campi elettromagnetici sono classificati come "termici" e
"non termici".
Gli "effetti termici" (causati dall'aumento di temperatura corporea indotta
dal campo elettromagnetico) sono ben conosciuti e studiati da lungo tempo
mentre e' necessaria una sempre migliore comprensione degli effetti "non
termici".
Gli organismi viventi scambiano continuamente energia con l'ambiente
circostante tramite la loro attivita' metabolica e sono lontani
dall'equilibrio termico. Per questo motivo l'aggiunta anche di piccole
quantita' di energia puo' comportare conseguenze significative per la
stabilita' energetica dell'intero organismo. Una parte dell'energia dei
sistemi viventi serve a mantenere attivita' elettriche oscillatorie di vario
tipo, nelle quali vengono immagazzinate determinate quantita' di energia.
Esempi di tali attivita' sono i circuiti neuronali del cervello, che
emettono onde EM di diversa frequenza a seconda dello stato del cervello
(veglia, sonno: fase REM e non-REM, ecc.), oppure i circuiti cardiaci,
quelli neuromuscolari, oppure quelli che sovrintendono ai ritmi circadiani e
cosi' via. Questi sono solo gli esempi piu' familiari, che la medicina
riconosce ed utilizza ormai da tempo, per esempio a scopi diagnostici
(elettrocardiogramma, elettroencefalogramma, elettromiogramma, per citare le
tecniche diagnostiche piu' comuni). Forse meno familiari sono i campi EM a
bassissima frequenza (ELF) associati all'elettrochimica del cervello,
all'efflusso del Calcio e ai sistemi neurorecettori, e i campi EM ad alta
frequenza (MO) presenti a livello cellulare e subcellulare, che presiedono a
processi fondamentali, per esempio alla divisione delle cellule. Tutte
queste attivita' sono caratterizzate da varie frequenze, alcune delle quali
sono molto ben definite (scientificamente si dice che costituiscono
eccitazioni EM estremamente "coerenti"), che vengono definite "frequenze
biologiche" [32]. Come un circuito radio puo' sintonizzarsi su una frequenza
esterna, cioe' riconoscerla e ricevere energia da un'onda EM caratterizzata
da quella frequenza specifica amplificandola ad un livello di intensita'
piu' potente, cosi' i circuiti EM biologici possono sintonizzasi e ricevere
energia da radiazioni esterne. In particolare, se la frequenza esterna
eguaglia o e' molto prossima a quella di una bioattivita', quest'ultima puo'
essere influenzata in vario modo, con meccanismi "non termici" o "a bassa
intensita'" quali:
- "amplificazione risonante", che puo' portare a raggiungere un livello
energetico inaccettabilmente alto da un punto di vista biologico;
- "interferenza", risultante in un degrado o nell'inibizione di alcune
attivita' essenziali, per esempio il rilascio di melatonina;
- "forzatura" di una biofrequenza, magari ad un valore incompatibile con
l'omeostasi;
- "accensione" in tempi minimi di qualche processo per il quale la sola
fornitura di energia endogena e' inadeguata.
Parte degli effetti biologici determinati dai campi elettromagnetici possono
essere cosi' riassunti:
1) alterazione del sistema immunitario determinato dalla capacita' delle
onde elettromagnetiche di modificare il contenuto informale dei segnali
bioelettromagnetici intra ed extracellulari.
2) Modificazioni della permeabilita' della membrana cellulare e conseguente
alterazione del flusso di ioni biologicamente importanti, in particolare del
Calcio, Sodio e Potassio.
3) Redistribuzione delle proteine di membrane, riorganizzazione delle
strutture di microfilamenti e cambiamenti nella concentrazione
intracellulare di ioni calcio Ca2 (omeostasi del Calcio).
4) Intervento nella produzione di ossido di azoto (NO) e induzione di
"stress ossidativo" con conseguente aumento dei danni prodotti da radicali
liberi sulle macromolecole biologiche (lo stress ossidativo aumenta anche la
capacita' di proliferare e produrre collageno da parte dei fibroblasti).
5) Incremento dell'angiogenesi tramite il rilascio dai fibroblasti di growth
factor beta-2 (FGF-2) per azione sull'endotelio vascolare.
6) danni citogenetici (comparsa di micro nuclei (MN) centromero negativi per
alterazione cromosomica dopo esposizione in vitro di colture cellulari e in
particolare di fibroblasti umani a radiofrequenze).
7) Alterazioni della sintesi dell'ormone epifisario melatonina, sostanza
implicata nel controllo di molteplici funzioni neuro-endocrine.
8) Modificazioni dell'attivita' elettrica cerebrale e della permeabilita'
della membrana emato-encefalica con conseguenti danni ai neuroni cerebrali e
alterazioni del funzionamento dei neurorecettori e neurotrasmettitori
cerebrali.
Tali meccanismi ed effetti sono stati dimostrati  da studi e dati
sperimentali ottenuti su sistemi di laboratorio (colture cellulari;
mammiferi, in particolare roditori), su volontari umani e su soggetti
esposti professionalmente, e sono anche alcuni dei meccanismi implicati
nella genesi dei processi che conducono alla SSC.
Studi effettuati su soggetti esposti per lavoro a radiofrequenze hanno
dimostrato alterazioni  nei parametri biochimici ed ematologici,
nell'attivita' cerebrale elettrica, nel sistema neurovegetativo, nelle
caratteristiche capillaroscopiche e in quelle oftalmologiche, sviluppo di
malattie cardiovascolari in giovane eta'.
Tutti gli studi evidenziano e concordano sulla necessita' di approfondire e
incrementare le conoscenze di questo particolare fattore di inquinamento
ambientale anche in considerazione della sempre maggiore espansione e rapida
diffusione di sempre nuove tecnologie di telecomunicazioni [33].
*
Difendere il diritto alla salute
Lorenzo Tomatis, gia' direttore dello Iarc e presidente dell'Associazione
italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for
the Environment - Italia) affermava: "tutti gli esseri umani sono
responsabili dell'ambiente e i medici lo sono due volte".
Lorenzo Tomatis era un medico, scienziato e scrittore, ma soprattutto un
uomo giusto ed onesto.
Un personaggio scomodo perche' capace di dire la verita' in ogni
circostanza. Egli ha sostenuto e dimostrato nella sua lunga attivita' di
ricerca che la maggior parte delle malattie deriva dall'interazione tra
fenomeni di inquinamento ambientale e genetica umana. Questa certezza e
consapevolezza e' stata recepita anche nel nuovo codice di deontologia
medica che all'articolo  5 afferma: "Il medico e' tenuto a considerare
l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante
della salute dei cittadini (...). Il medico favorisce e partecipa alle
iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di
promozione della salute individuale e collettiva".
Quindi i medici sono chiamati ad un ruolo di responsabilita' nella tutela e
salvaguardia dell'ambiente proprio come primo intervento per la difesa della
salute di tutte le persone.
Il traffico aereo rappresenta un inconfutabile fattore di rischio e danno
alla salute e all'ambiente e pertanto deve essere costantemente studiato,
monitorato nei suoi effetti e  soggetto a programmi e politiche di
contenimento e riduzione.
(Parte prima - segue)

3. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 143 del 15 dicembre 2008

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