Coi piedi per terra. 67



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 67 del 9 gennaio 2008

In questo numero:
1. Antonella Litta: Invito alla riunione del comitato del 21 gennaio 2008
2. Barry Commoner: La lezione
3. Un intervento della dottoressa Antonella Litta il 20 dicembre a
Capranica. Difendere la salute e difendere l'ambiente, uno stesso impegno
4. Un intervento della dottoressa Antonella Litta il 4 gennaio a Veiano.
Difendere ambiente, salute, qualita' della vita nell'Alto Lazio
5. Sergio Dalmasso: Un disastro ecologico, sanitario ed economico per il
viterbese
6. Lettera dal sud sulla sobrieta'
7. Roberto Saviano: Imprese, politici e camorra. Ecco i colpevoli della
peste
8. Riletture: Guido Viale, Un mondo usa e getta
9. Riletture: Guido Viale, Tutti in taxi
10. Riletture: Guido Viale, Governare i rifiuti
11. Riletture: Guido Viale, Vita e morte dell'automobile
12. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. INCONTRI. ANTONELLA LITTA: INVITO ALLA RIUNIONE DEL COMITATO DEL 21
GENNAIO 2008
[Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' nazionale
ed internazionale. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata
in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al
rispetto dell'ambiente]

Carissime tutte e carissimi tutti,
vi scrivo per invitarvi alla prossima riunione del comitato che si oppone
all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo.
La riunione si terra' il 21 gennaio 2008, con inizio alle ore 17,30, a
Viterbo, presso la sede dell'Arci, in via Garibaldi n. 34 (via Garibaldi e'
la strada che collega Porta Romana a Piazza Fontana Grande, la sede
dell'Arci e' sopra il negozio di frutta e verdura).
Dopo il convegno del 4 dicembre scorso vogliamo tornare a riflettere insieme
sulla situazione, sulle iniziative da intraprendere, sulla disponibilita' di
ciascuna persona ad impegnarsi.
*
Come sicuramente gia' saprete, la scelta del Ministro dei Trasporti di
indicare Viterbo come sede di un nuovo mega-aeroporto non solo non ha chiuso
la questione, ma - al contrario - l'ha resa finalmente concreta, cosicche' i
propagandisti di questa opera disastrosa non possono piu' continuare a fare
chiacchiere astratte su quanto sia bello volare, ma devono scendere nel
concreto, nel pratico.
E quando si va nel concreto, nel pratico, le nostre ragioni di opposizione a
questa opera sono fortissime e inconfutabili:
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per la salute della popolazione locale, che
subira' su una vastissima area l'inquinamento atmosferico particolarmente da
polveri sottili, l'inquinamento acustico, e nelle piu'immediate vicinanze
anche l'inquinamento elettromagnetico;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per l'ambiente, che verra' ulteriormente
devastato ed inquinato;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per rilevantissimi beni culturali, come le grandi
emergenze ad un tempo naturalistiche e storico-culturali dell'area piu'
direttamente investita dall'impatto dell'opera;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per le autentiche vocazioni produttive del
territorio (la valorizzazione dei beni ambientali e culturali, l'agricoltura
di qualita', il turismo di qualita', il termalismo, la ricerca e l'alta
formazione...), poiche' intensifichera' invece la riduzione ad area di
"servitu'" di Viterbo e dell'Alto Lazio;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per la mobilita' altolaziale, gia' ridotta in
condizioni pessime; sperperare fondi per un mega-aeroporto per il turismo
"mordi e fuggi" per Roma significa in realta' sottrarre finanziamenti
pubblici alle vere esigenze della popolazione e del territorio: ovvero il
potenziamento delle ferrovie che subiscono un pluridecennale abbandono
(migliorando i peggio che inadeguati collegamenti con Orte, Civitavecchia e
Roma) e il miglioramento della malconcia viabilita' locale;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per la biosfera, poiche' il trasporto aereo e'
gia' tra le principali cause del surriscaldamento climatico che sta portando
la biosfera al collasso e costituisce la prima e piu' tragica emergenza
ambientale globale, ed ogni incremento del trasporto aereo e' quindi un
passo verso la catastrofe planetaria: occorre ridurre immediatamente e
drasticamente il trasporto aereo, non accrescerlo;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per il pubblico erario, poiche' esso implica un
immenso sperpero di soldi pubblici, soldi oltretutto usati scelleratamente
per fare del male ai cittadini, alla comunita', al territorio; soldi
sprecati a fine di male comune, quando invece essendo i soldi di tutti
dovrebbero essere usati a vantaggio di tutti;
- e' infatti indiscutibile che la realizzazione del mega-aeroporto
costituisce un grave danno per la sicurezza e la legalita'; una voce
istituzionale autorevole come quella del Prefetto di Viterbo ha lanciato
alcuni giorni fa un allarme preciso cosi' riassunto dalla stampa:
"L'aeroporto rischia di portare la mafia".
E queste sono solo alcune delle conseguenze pratiche della realizzazione del
mega-aeroporto, conseguenze assolutamente nocive, conseguenze che nessuno
puo' ignorare, conseguenze che la scandalosa e dissennata propaganda della
lobby politico-affaristica che vuole speculare sulla "grande opera" non
potra' riuscire a nascondere ancora a lungo.
Infine, la realizzazione del mega-aeroporto e' del tutto priva delle
verifiche e quindi dei requisiti richiesti dalla legislazione in vigore in
materia di Valutazione d'impatto ambientale (in sigla: Via), Valutazione
ambientale strategica (Vas), Valutazione d'impatto sulla salute (Vis).
Come si vede, quando si va sul concreto, quando si scende nel pratico,
quando finalmente si affronta la realta', e' del tutto evidente che il
mega-aeroporto per Viterbo costituisce un disastro e che ci sono sia ottime
ragioni sia adeguati strumenti anche di carattere amministrativo e normativo
per impedire questa sciagura.
*
Ma come sapete il nostro impegno non e' soltanto contro il mega-aeroporto a
Viterbo, ma anche per la riduzione del trasporto aereo. In questi mesi
abbiamo costruito contatti in tutta Italia, abbiamo promosso incontri e
iniziative, abbiamo raccolto e diffuso informazione e documentazione: e' un
lavoro di tessitura di una rete che dara' molti buoni frutti.
Cosi' come il nostro impegno si collega a quello degli altri comitati
impegnati sulle varie altre drammatiche emergenze ambientali e sanitarie
dell'Alto Lazio: anche qui la collaborazione reciproca aiutera' tutte le
esperienze di difesa del territorio e dei diritti fondamentali di tutte le
persone.
*
Ma per questa lettera basta cosi', ci vediamo lunedi' 21 gennaio a Viterbo;
prego tutte e tutti di essere puntuali per consentire un uso proficuo di
tutto il tempo disponibile.
Un cordiale saluto,
Antonella Litta

2. MAESTRI E COMPAGNI. BARRY COMMONER: LA LEZIONE
[Da Barry Commoner, Il cerchio da chiudere, Garzanti, Milano 1972, 1977, p.
270.
Barry Commoner, nato a Brooklyn nel 1917, biologo, ecologo, e' uno degli
autori piu' significativi dell'impegno ecopacifista internazionale. Dal sito
dell'Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali di Pisa
(www.anisn.it/pisa) riprendiamo la sguente scheda redatta da Brunella
Danesi: "Barry Commoner (1917), di formazione fisiologo delle piante, negli
anni Cinquanta comincio' ad occuparsi delle fonti di inquinamento dovute ai
test nucleari e divenne in breve tempo uno degli esponenti di maggiore
spicco del movimento ecologista che fra i primi denuncio' i problemi
connessi con uno sviluppo economico irrispettoso delle esigenze ambientali;
nel 1958, insieme ad altri scienziati, fondo' infatti il notiziario "Nuclear
information", trasformatosi nel 1969 nella rivista "Environment"; fu anche
grazie al diretto coinvolgimento dell'opinione pubblica che il movimento
ecologista riusci' a suscitare, che nel 1963 Stati Uniti, Urss ed
Inghilterra stipularono il trattato che vietava le esplosioni di bombe
nucleari nell'atmosfera. Per circa venti anni ha diretto il Centro per la
Biologia dei Sistemi Naturali presso il Queens College di New York. Fra i
suoi saggi ricordiamo: Science and Survival (1967), The Closing Circle
(1971), Energy and Human Welfare (1975), The Poverty of Power (1976), The
Politics of Energy (1979), Making Peace with the Planet (1990). In
particolare il saggio The closing circle (Il cerchio  da chiudere) del 1972,
tradotto in italiano lo stesso anno, divenne subito un testo-base del
movimento ecologista anche italiano; il libro era una serrata denuncia dei
danni perpetrati nei confronti dell'ambiente da parte di tutta una serie di
inquinanti; secondo l'autore il maggior responsabile dell'attuale situazione
ambientale e' da ricercarsi nei metodi industriali che utilizzano
prevalentemente combustibili fossili che per formarsi hanno avuto bisogno di
milioni e milioni di anni e che invece saranno consumati in un periodo di
tempo brevissimo dal punto di vista geologico, con gravissime ripercussioni
sui delicati equilibri ambientali. Soltanto la logica del profitto guida un
tale comportamento, una logica che manca completamente di una dimensione
etica. In quel libro venivano fra l'altro sinteticamente enunciate le
"quattro leggi dell'ecologia": 1. ogni cosa e' connessa con qualsiasi altra,
in cui si denunciano i limiti di un pensiero riduzionista, che pensa di
poter isolare i singoli problemi dal loro contesto; 2. ogni cosa deve finire
da qualche parte: la legge fisica della conservazione della materia e' stata
e continua ad essere troppo spesso dimenticata, anche nelle azioni di tutti
i giorni, come quelle legate alla gestione dei rifiuti di casa; le cose
utilizzate dall'uomo, come le pile, la plastica, gli oli, non scompaiono per
magia una volta portati fuori dalla porta delle abitazioni o delle
fabbriche, ma prima o poi ritornano nei suoli, nelle acque, nell'aria; 3. la
natura e' l'unica a sapere il fatto suo: non si puo' intervenire a caso nei
delicati equilibri ambientali; non e' lecito, pertanto, immettere
nell'ambiente sostanze nuove, create nei laboratori dall'uomo, come
pesticidi, detersivi, erbicidi; 4. non si distribuiscono pasti gratuiti:
l'affermazione, mediata dall'economia, sintetizza le tre leggi precedenti.
Secondo l'autore, ci sono alternative possibili all'attuale situazione di
degrado ambientale e vanno perseguite, ma cio' e' possibile solo a patto che
vi sia una ferma volonta' politica di cambiare le regole del gioco". Tra le
opere di Barry Commoner: Il cerchio da chiudere, Garzanti; La tecnologia del
profitto, Editori Riuniti; La poverta' del potere, Garzanti; (con Virginio
Bettini), Ecologia e lotte sociali, Feltrinelli; La politica dell’energia,
Garzanti; Se scoppia la bomba, Editori Riuniti; Far pace col pianeta,
Garzanti]

La lezione della crisi ambientale e', dunque, chiara. Se vogliamo
sopravvivere, le considerazioni ecologiche devono guidare quelle economiche
e politiche. E se vogliamo imboccare la via della saggezza ecologica,
dobbiamo accettare infine la saggezza ancora maggiore di riporre la nostra
fiducia non nelle armi che minacciano una catastrofe mondiale ma nel
desiderio, ovunque condiviso nel mondo, di essere in armonia con l'ambiente
e in pace con la gente che lo abita. Cosi' come l'ecosfera, i popoli del
mondo sono legati, attraverso le loro necessita' diverse, ma interconnesse,
a un destino comune. Il mondo sopravvivera' alla crisi ambientale nella sua
integrita', oppure soccombera' tutto intero.

3. INCONTRI. UN INTERVENTO DELLA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA IL 20 DICEMBRE A
CAPRANICA. DIFENDERE LA SALUTE E DIFENDERE L'AMBIENTE, UNO STESSO IMPEGNO
[Riportiamo il seguente comunicato del comitato]

Giovedi' 20 dicembre si e' svolta a Capranica (Vt) presso la sala Nardini
una riunione sulla vicenda della centrale a biomasse di Barbarano Romano.
All'incontro e' intervenuta anche la dottoressa Antonella Litta, referente
locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International
Society of Doctors for the Environment - Italia) e portavoce del comitato
che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del
trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia,
dei diritti di tutti.
La dottoressa Litta ha particolarmente segnalato l'importanza di un
approccio concreto, complesso, globale e coerente alle questioni ambientali
e sanitarie, e come la difesa della salute dei cittadini e la difesa
dell'ambiente siano intrecciate tra loro.
La dottoressa Litta ha ricordato anche le risultanze del recente convegno
del 4 dicembre 2007 a Viterbo su "Le emergenze ambientali e sanitarie
nell'Alto Lazio. La situazione attuale, le azioni da proseguire, le
iniziative da intraprendere" (terzo dei convegni di approfondimento
scientifico promossi dal Comitato che si oppone al terzo polo aeroportuale
del Lazio e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo - i due
precedenti convegni si sono svolti il 21 settembre e il 18 ottobre 2007).
La dottoressa Litta ha anche richiamato le istituzioni ad impegnarsi
finalmente per un rigoroso rispetto della legislazione vigente in materia di
difesa della salute e della sicurezza delle persone, e in materia di difesa
dei beni ambientali del territorio.

4. INCONTRI. UN INTERVENTO DELLA DOTTORESSA ANTONELLA LITTA IL 4 GENNAIO A
VEIANO. DIFENDERE AMBIENTE, SALUTE, QUALITA' DELLA VITA NELL'ALTO LAZIO
[Riportiamo il seguente comunicato del comitato]

Il 4 gennaio 2008 a Veiano (Vt) presso la sede della Camera del lavoro si e'
svolta una riunione sulla questione della centrale a biomasse di Barbarano
Romano.
All'iniziativa ha preso parte anche la dottoressa Antonella Litta, referente
locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde
(International Society of Doctors for the Environment - Italia) e portavoce
del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la
riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della
democrazia, dei diritti di tutti.
Anche in questa circostanza la dottoressa Litta ha chiarito la necessita' di
opporsi all'inquinamento dell'ambiente per difendere la salute, la sicurezza
e la qualita' della vita delle persone, e per salvaguardare le straordinarie
risorse del nostro territorio e quindi le sue potenzialita' di sviluppo
sostenibile, con economie autocentrate e tecnologie appropriate,
valorizzando le autentiche vocazioni produttive per costruire occupazione
stabile, solidarieta' sociale, benessere condiviso, civile convivenza.
La dottoressa Litta ha confermato la necessita' di un impegno per l'ambiente
e per la salute non episodico e non "strabico", ma costante ed attento a
tutte le emergenze ed i fattori di rischio.
La dottoressa Litta ha anche proposto iniziative di studio e
sensibilizzazione con qualificati materiali e strumenti scientifici,
affinche' tutti i cittadini dispongano di un'informazione adeguata come base
per esercitare i propri diritti democratici e difendere il territorio, le
comunita', il benessere proprio e delle generazioni future.
La dottoressa Litta ha altresi' collegato l'impegno locale con la situazione
globale, evidenziando come ogni iniziativa civica in difesa dell'ambiente e
della salute e' un contributo alla difesa dei diritti umani di tutti gli
esseri umani, e un aiuto alla lotta per impedire il collasso della biosfera
oggi gravemente minacciata dall'inquinamento.

5. RASSEGNA STAMPA. SERGIO DALMASSO: UN DISASTRO ECOLOGICO, SANITARIO ED
ECONOMICO PER IL VITERBESE
[Ringraziamo Sergio Dalmasso (per contatti: oltresergio at lillinet.org) per
questo articolo apparso sul periodico locale cuneese "La Guida".
Sergio Dalmasso e' impegnato nei movimenti di pace, di solidarieta', per i
diritti umani di tutti gli esseri umani; fa parte del Tavolo delle
associazioni del cuneese]

La sindrome Nimby ("non nel mio giardino") e' una delle piu' frequenti
accuse rivolte ai movimenti che lottano in difesa del loro territorio. Di
sicuro non se la merita il comitato contro l'aeroporto di Viterbo.
Li' dovrebbe sorgere il terzo aeroporto del Lazio. Il comitato ritiene che
la nuova struttura rappresenterebbe un disastro ecologico, sanitario ed
economico per il viterbese. Il suo sito ricco di informazioni
(www.coipiediperterra.org) propone una riflessione piu' ampia rivolta alla
riduzione del traffico aereo.
Si tratta del settore in cui il contributo all'effetto serra cresce piu' di
ogni altro (10% circa del totale). Il carburante dei velivoli gode di
un'esenzione totale internazionale che costa alle casse pubbliche dei paesi
europei oltre 35 miliardi di euro l'anno. Finora il trasporto aereo e' stato
esentato dall'imperativo di ridurre le emissioni, secondo quanto imposto dal
protocollo di Kyoto.
Il Presidente del Lazio Marrazzo, ex conduttore di un programma televisivo
in difesa dei diritti dei cittadini, sostiene il progetto sul quale i
cittadini non hanno avuto alcuna possibilita' di esprimersi.
Il Ministro dei Trasporti Bianchi ha pensato di recarsi sul posto per
esprimere il suo consenso alla costruzione dell'aeroporto. Il giorno
precedente l'Agenzia dell'Onu per lo Sviluppo Umano aveva diffuso il suo
rapporto annuale, secondo il quale, per evitare irreversibili conseguenze
catastrofiche per la biosfera e per l'umanita', le emissioni inquinanti
responsabili dell'effetto serra dovrebbero essere ridotte dell'80% entro il
2050.

6. DOCUMENTI. LETTERA DAL SUD SULLA SOBRIETA'
[Da Eugenio Scardaccione (per contatti: mareug at libero.it) riceviamo e
diffondiamo.
Eugenio (Gege') Scardaccione, educatore, preside, formatore alla pace e alla
nonviolenza, vivacissimo costruttore di pace. Riportiamo questa nota di
qualche anno fa di vivace autopresentazione: "Eugenio Scardaccione (Gege'),
nasce ad Aliano in provincia di Matera, la Gagliano di Carlo Levi, in un
torrido pomeriggio del 1952. Oggi vive a Bari e dopo aver piantato un
albero, aver avuto tre figli, e' alla sua prima sfida nello scrivere un
libro [Tu bocci. Io sboccio, edito da La Meridiana - ndr]. Un disastroso
passato da scolaro non gli ha impedito di conseguire due lauree e di
superare cinque concorsi e di diventare preside, o, come si usa dire oggi:
dirigente scolastico. Svolto il servizio civile come obiettore di coscienza,
nel 1992 dopo aver frequentato Barbiana e San Gimignano, insieme ad una
pattuglia di amici fonda il G. E. P. (Gruppo Educhiamoci alla Pace). Con
entusiasmo, coordina da sette anni campi estivi denominati Allegra...mente
[ora 11 - ndr], durante i quali la pace, la riflessione, la natura, la
lentezza, i giocattoli, la danza, i burattini, la poesia e soprattutto i
partecipanti sono i protagonisti. Assiduo ed inguaribile tifoso di relazioni
umane, pensa positivo, ama i viaggi e trascrive i suoi sogni". Opere di
Eugenio Scardaccione: Tu bocci. Io sboccio, La Meridiana, Molfetta 2003; Tu
secchi, io fiorisco. Sogni, viaggi e ricordi di un educatore impertinente,
Progedit, Bari 2006]

Puo' uno stile di vita piu' sobrio renderci piu' liberi e felici?
Siamo convinti che la sobrieta' sia diventata una scelta necessaria.
Le risorse della terra si esauriscono, le diseguaglianze aumentano,
costringendo miliardi di persone a vivere nella poverta' piu' assoluta.
Qualcosa deve cambiare!
Questa lettera aperta vuole essere un messaggio di speranza, un invito ad
avviare - da subito - azioni personali, iniziative collettive, scelte
politiche che portino ad un cambiamento di mentalita' e di stili di vita per
"vivere piu' semplicemente e permettere agli altri semplicemente di vivere".
Infatti "la civilta' moderna e' la moltiplicazione all'infinito di
necessita' non necessarie".
*
Chi siamo e a chi ci rivolgiamo
A 40 anni dalla pubblicazione di Lettera a una professoressa e dalla morte
di don Lorenzo Milani, ci siamo confrontati con alcuni allievi della scuola
di Barbiana. Siamo cittadini che da anni partecipano alle settimane di
formazione del Gruppo Educhiamoci alla Pace (in sigla: Gep) di Bari che
ricercano "stili di vita nonviolenti" e affrontano "sfide formative per il
cambiamento di mentalita'".
Ci rivolgiamo a coloro che hanno responsabilita', ai politici, agli
educatori, a tutte le persone, bambini e bambine, donne  e uomini
"semplici", che vivono vicino o lontano da noi.
*
Cosa vogliamo e cosa ci proponiamo
Vivere e' - per noi - come un grande viaggio sulle strade della terra. La
terra e' il "bene comune" di tutta l'umanita'. Quando prepariamo una valigia
mettiamo dentro mille e mille cose che si pensa possano servire. Ci
incamminiamo, ma durante il percorso siamo affaticati dal carico e ciascuno
di noi si chiede: "Cosa posso lasciare per rendere il mio cammino piu'
leggero?".
Vivere in sobrieta' per noi significa alleggerire questo bagaglio.
*
In altri termini:
1. Piccolo e' bello
Per risolvere i bisogni di ognuno di noi non servono grandi strutture e
grandi numeri. E. F. Schumacher ci ricorda che "L'uomo e' piccolo, e percio'
piccolo e' bello. Procedere verso il gigantismo significa procedere verso
l'autodistruzione".
*
2. Produzione locale
Utilizzare prodotti locali vuol dire salvaguardare i mestieri e l'economia
del luogo in cui viviamo.
Quando ci riferiamo al cibo abbiamo la garanzia di maggior freschezza, piu'
gusto, minor spostamento di merci e quindi minor inquinamento. Coltiviamo
semi antichi che si sono adattati al clima e al suolo di ogni singolo
territorio.
*
3. Meglio e meno
Abbiamo bisogno di strumenti e beni che durino a lungo. E' meglio
privilegiare la qualita' e non la quantita', in contrapposizione alla logica
dell'usa e getta.
*
4. Vivere i tempi naturali
C'e' una stagione per seminare e una stagione per raccogliere. Ritorniamo a
rispettare i luoghi e i tempi della natura.
*
5. Mani abili
Le mani sono uno strumento importante dell'uomo. La mano e' l'arto che
caratterizza gli esseri umani da tutti gli altri esseri viventi. Riteniamo
che soprattutto nella scuola, lavorare con le mani significa recuperare il
rapporto con un rito, con una manualita', che contribuisce allo sviluppo
armonico della persona.
*
6. Convivialita'
Siamo parte di comunita': abbiamo a cuore ("I care") il ben-vivere
dell'essere  piuttosto che il benessere dell'avere. La sobrieta' e' per noi
strettamente legata allo "star bene", all'autorealizzazione, alla
consapevolezza, all'apertura agli altri, alla pienezza delle relazioni
interpersonali.
*
7. Economia della solidarieta'
L'economia, per noi, e' la via per favorire l'aiuto reciproco fra le
persone. Oggi abbiamo esempi concreti di economia di mutuo sostegno: gruppi
collettivi di acquisto, banche del tempo, distretti di economia solidale,
finanza critica, mercatini locali, forme di scambio e di baratto di beni
autoprodotti. Esiste quindi l'economia privata, l'economia pubblica, ma
anche l'economia del "far da se'".
*
8. Semplicita' ed essenzialita'
Un modello di sviluppo orientato esclusivamente alla "crescita quantitativa"
e al "consumismo sfrenato" crea un conflitto mondiale permanente. Lo
squilibrio fra Nord e Sud del mondo si puo' ridurre solo se ci impegniamo a
soddisfare i "bisogni essenziali" di tutti.
*
9. Uso e non possesso
Gli oggetti sono oggi usati quasi esclusivamente per "mostrare" e per creare
"immagine".
Diamo valore a beni e prodotti, quando vengono "usati" e non posseduti.
Molti strumenti di uso quotidiano (energia, auto, lavatrice...) li possiamo
condividere o acquistare collettivamente.
*
10. Bio-diversita'
La biodiversita' non si improvvisa. E' il lavoro costante e incessante della
natura e di generazioni di uomini e donne che, giorno dopo giorno, per
"prove ed errori" sono arrivati a produrre la vita. Salvaguardiamo "colture"
e "culture" diverse.
*
I partecipanti al Campo Allegra...mente 11, "Dalla sobrieta' necessaria alla
sobrieta' felice", Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
Gege' Scardaccione, Anna Tomasicchio, Francesco D'Alessandro, Edoardo
Martinelli, Francuccio Gesualdi, Giuseppe Carbone, Piera Gornati, Michele
Cecere, Mimma Visone, Lucrezia Carbonara, Ester Picchio, Luca Tomagnone,
Marilu' Galiani, Andrea Stella, Lucrezia Stella, Milly Paparella, Rosalina
Ammaturo, Anna Rosa Romano, Ester Loredana Ranito, Gianfranco Zavalloni,
Nica Franco, Francesco Scardaccione, Heli Becker, Fatima Vilardi, Giovanni
Caramia, Sofia Sciardo', Sabina Di Michele, Gianpaolo Petrucci, Elena Musci,
Anna Chinni, Gianfranco Juliano.
*
Per contatti e adesioni:
- Gruppo Educhiamoci alla Pace di Bari
- Centro Nuovo Modello di Sviluppo
- Centro di Documentazione Scuola di Barbiana
Sito web www.scuolacreativa.it
Villa della Speranza, Ostuni (Brindisi), 21 luglio 2007

7. RIFLESSIONE. ROBERTO SAVIANO: IMPRESE, POLITICI E CAMORRA. ECCO I
COLPEVOLI DELLA PESTE
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 5 gennaio 2008, con l'occhiello
"J'accuse dell'autore di Gomorra: la tragedia e' che Napoli si sta
rassegnando all'avvelenamento", il titolo "Imprese, politici e camorra. Ecco
i colpevoli della peste" e il sottotitolo "Gli ultimi dati dell'Oms parlano
di un aumento vertiginoso, oltre la media nazionale, dei casi di tumore a
pancreas e polmoni. Roberto Saviano e' l'autore di Gomorra, il best-seller
che racconta un viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della
camorra".
Roberto Saviano (Napoli, 1979) e' giornalista e scrittore; laureato in
filosofia all'Universita' di Napoli "Federico II" dove e' stato allievo
dello storico meridionalista Francesco Barbagallo; fa parte del gruppo di
ricercatori dell'Osservatorio sulla camorra e l'illegalita'; per la sua
attivita di scrittore d'inchiesta e denuncia ha subito minacce di morte da
parte della camorra; collabora con varie testate ("L'espresso", "La
Repubblica", "Il manifesto", "Il corriere del mezzogiorno", "Nuovi
argomenti", "Lo straniero",  "Sud", "Pulp", nazioneindiana.com); suoi
racconti e reportages si trovano inclusi in diverse antologie fra cui Best
Off. Il meglio delle riviste letterarie italiane, Minimum Fax, 2005; Napoli
comincia a Scampia, L'Ancora del Mediterraneo 2005. Opere di Roberto
Saviano: Gomorra, Mondadori, Milano 2006; Il contrario della morte, Corriere
della Sera, Milano 2007]

E' un territorio che non esce dalla notte. E che non trovera' soluzione.
Quello che sta accadendo e' grave, perche' divengono straordinari i diritti
piu' semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia,
vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza
dovere avere l'ossessione di emigrare o di arruolarsi.
E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perche' morire divorati
dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e
inevitabile come il nascere e il morire, perche' chi amministra continua a
parlare di cultura e democrazia elettorale, comete piu' vane delle
discussioni bizantine, e chi e' all'opposizione sembra divorato dal terrore
di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i
meccanismi.
Si muore di una peste silenziosa che ti nasce in corpo dove vivi e ti porta
a finire nei reparti oncologici di mezza Italia. Gli ultimi dati pubblicati
dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' mostrano che la situazione
campana e' incredibile, parlano di un aumento vertiginoso delle patologie di
cancro. Pancreas, polmoni, dotti biliari piu' del 12% rispetto alla media
nazionale. La rivista medica "The Lancet Oncology" gia' nel settembre 2004
parlava di un aumento del 24% dei tumori al fegato nei territori delle
discariche e le donne sono le piu' colpite. Val la pena ricordare che il
dato nelle zone piu' a rischio del nord Italia e' un aumento del 14%.
Ma forse queste vicende avvengono in un altro paese. Perche' chi governa e
chi e' all'opposizione, chi racconta e chi discute, vive in un altro paese.
Perche' se vivessero nello stesso paese sarebbe impensabile accorgersi di
tutto questo solo quando le strade sono colme di rifiuti. Forse accadeva in
un altro paese che il presidente della Commissione Affari Generali della
Regione Campania fosse proprietario di un'impresa - l'Ecocampania - che
raccoglieva rifiuti in ogni angolo della regione e oltre, e non avesse il
certificato antimafia.
Eppure non avviene in un altro paese che i rifiuti sono un enorme business.
Ci guadagnano tutti: e' una risorsa per le imprese, per la politica, per i
clan, una risorsa pagata maciullando i corpi e avvelenando le terre.
Guadagnano le imprese di raccolta: oggi le imprese di raccolta rifiuti
campane sono tra le migliori in Italia e addirittura capaci di entrare in
relazione con i piu' importanti gruppi di raccolta rifiuti del mondo. Le
imprese di rifiuti napoletane infatti sono le uniche italiane a far parte
della Emas, francese, un Sistema di Gestione Ambientale, con lo scopo di
prevenire e ridurre gli impatti ambientali legati alle attivita' che si
esercitano sul territorio.
Se si va in Liguria o in Piemonte numerosissime attivita' che vengono
gestite da societa' campane operano secondo tutti i criteri normativi e nel
miglior modo possibile. A nord si pulisce, si raccoglie, si e' in equilibrio
con l'ambiente, a sud si sotterra, si lercia, si brucia. Guadagna la
politica perche' come dimostra l'inchiesta dei Pm Milita e Cantone,
dell'antimafia di Napoli, sui fratelli Orsi (imprenditori passati dal
centrodestra al centrosinistra) in questo momento il meccanismo criminogeno
attraverso cui si fondono tre poteri: politico imprenditoriale e
camorristico - e' il sistema dei consorzi.
Il Consorzio privato-pubblico rappresenta il sistema ideale per aggirare
tutti i meccanismi di controllo. Nella pratica e' servito a creare
situazioni di monopolio sulla scelta di imprenditori spesso vicini alla
camorra. Gli imprenditori hanno ritenuto che la societa' pubblica avesse
diritto a fare la raccolta rifiuti in tutti i comuni della realta'
consorziale, di diritto. Questo ha avuto come effetto pratico di avere
situazioni di monopolio e di guadagno enorme che in passato non esistevano.
Nel caso dell'inchiesta di Milita e Cantone accadde che il Consorzio
acquisto' per una cifra enorme e gonfiata (circa nove milioni di euro)
attraverso fatturazioni false la societa' di raccolta Eco4. I privati
tennero per se gli utili e scaricarono sul Consorzio le perdite. La politica
ha tratto dal sistema dei consorzi 13.000 voti e 9 milioni di euro all'anno,
mentre il fatturato dei clan e' stato di 6 miliardi di euro in due anni.
Ma guadagnano cifre immense anche i proprietari delle discariche come
dimostra il caso di Cipriano Chianese, un avvocato imprenditore di un
paesino, Parete, il suo feudo. Aveva gestito per anni la Setri, societa'
specializzata nel trasporto di rifiuti speciali dall'estero: da ogni parte
d'Europa trasferiva rifiuti a Giugliano-Villaricca, trasporti irregolari
senza aver mai avuto l'autorizzazione dalla Regione. Aveva pero' l'unica
autorizzazione necessaria, quella della camorra.
Accusato dai pm antimafia Raffaele Marino, Alessandro Milita e Giuseppe
Narducci di concorso esterno in associazione camorristica ed estorsione
aggravata e continuata, e' l'unico destinatario della misura cautelare
firmata dal gip di Napoli. Al centro dell'inchiesta la gestione delle cave X
e Z, discariche abusive di localita' Scafarea, a Giugliano, di proprieta'
della Resit ed acquisite dal Commissariato di governo durante l'emergenza
rifiuti del 2003. Chianese - secondo le accuse - e' uno di quegli
imprenditori in grado di sfruttare l'emergenza e quindi riusci' con
l'attivita' di smaltimento della sua Resit a fatturare al Commissariato
straordinario un importo di oltre 35 milioni di euro, per il solo periodo
compreso tra il 2001 e il 2003.
Gli impianti utilizzati da Chianese avrebbero dovuto essere chiusi e
bonificati. Invece sono divenute miniere in tempo di emergenza. Grazie
all'amicizia con alcuni esponenti del clan dei casalesi, hanno raccontato i
collaboratori di giustizia, Chianese aveva acquistato a prezzi stracciati
terreni e fabbricati di valore, aveva ottenuto l'appoggio elettorale nelle
politiche del 1994 (candidato nelle liste di Forza Italia, non fu eletto) e
il nulla osta allo smaltimento dei rifiuti sul territorio del clan.
La Procura ha posto sotto sequestro preventivo i beni riconducibili
all'avvocato-imprenditore di Parete: complessi turistici e discoteche a
Formia e Gaeta oltre che numerosi appartamenti tra Napoli e Caserta.
L'emergenza di allora, la citta' colma di rifiuti, i cassonetti traboccanti,
le proteste, i politici sotto elezione hanno trovato nella Resit con sede in
localita' Tre Ponti, al confine tra Parete e Giugliano, la loro soluzione.
Sullo smaltimento dei rifiuti in Campania ci guadagnano le imprese del
nord-est. Come ha dimostrato l'operazione Houdini del 2004, il costo di
mercato per smaltire correttamente i rifiuti tossici imponeva prezzi che
andavano da 21 centesimi a 62 centesimi al chilo. I clan fornivano lo stesso
servizio a 9 o 10 centesimi al chilo. I clan di camorra sono riusciti a
garantire che 800 tonnellate di terre contaminate da idrocarburi, proprieta'
di un'azienda chimica, fossero trattate al prezzo di 25 centesimi al chilo,
trasporto compreso. Un risparmio dell'80% sui prezzi ordinari.
Se i rifiuti illegali gestiti dai clan fossero accorpati diverrebbero una
montagna di 14.600 metri con una base di tre ettari, sarebbe la piu' grande
montagna esistente sulla terra. Persino alla Moby Prince, il traghetto che
prese fuoco e che nessuno voleva smaltire, i clan non hanno detto di no.
Secondo Legambiente e' stata smaltita nelle discariche del casertano,
sezionata e lasciata marcire in campagne e discariche.
In questo paese bisognerebbe far conoscere Biutiful cauntri (scritto alla
napoletana), un documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e
Peppe Ruggiero: vedere il veleno che da ogni angolo d'Italia e' stato
intombato a sud massacrando pecore e bufale e facendo uscire puzza di acido
dal cuore delle pesche e delle mele annurche.
Ma forse e' in un altro paese che si conoscono i volti di chi ha avvelenato
questa terra.
E' in un altro paese che i nomi dei responsabili si conoscono eppure cio'
non basta a renderli colpevoli. E' in un altro paese che la maggiore forza
economica e' il crimine organizzato eppure l'ossessione dell'informazione
resta la politica che riempie il dibattito quotidiano di intenzioni
polemiche, mentre i clan che distruggono e costruiscono il paese lo fanno
senza che ci sia un reale contrasto da parte dell'informazione, troppo
episodica, troppo distratta sui meccanismi.
Non e' affatto la camorra ad aver innescato quest'emergenza. La camorra non
ha piacere a creare emergenze, la camorra non ne ha bisogno, i suoi
interessi e guadagni sui rifiuti come su tutto il resto li fa sempre, li fa
comunque, col sole e con la pioggia, con l'emergenza e con l'apparente
normalita', quando segue meglio i propri interessi e nessuno si interessa
del suo territorio, quando il resto del paese gli affida i propri veleni per
un costo imbattibile e crede di potersene lavare le mani e dormire sonni
tranquilli.
Quando si getta qualcosa nell'immondizia, li' nel secchio sotto il lavandino
in cucina, o si chiude il sacchetto nero, bisogna pensare che non si
trasformera' in concime, in compost, in materia fetosa che ingozzera' topi e
gabbiani, ma si trasformera' direttamente in azioni societarie, capitali,
squadre di calcio, palazzi, flussi finanziari, imprese, voti. E
dall'emergenza non si vuole e non si puo' uscire perche' e' uno dei momenti
in cui si guadagna di piu'.
L'emergenza non e' mai creata direttamente dai clan, ma il problema e' che
la politica degli ultimi anni non e' riuscita a chiudere il ciclo dei
rifiuti. Le discariche si esauriscono. Si e' finto di non capire che fino a
quando sarebbe finito tutto in discarica non si poteva non arrivare ad una
situazione di saturazione. In discarica dovrebbe andare pochissimo, invece
quando tutto viene smaltito li', la discarica si intasa.
Cio' che rende tragico tutto questo e' che non sono questi giorni ad essere
compromessi, non sono le strade che oggi sono colpite dalle "sacchette" di
spazzatura a subire danno. Sono le nuove generazioni ad essere danneggiate.
Il futuro stesso e' compromesso. Chi nasce neanche potra' piu' tentare di
cambiare quello che chi li ha preceduti non e' riuscito a fermare e a
mutare. L'80% delle malformazioni fetali in piu' rispetto alla media
nazionale avvengono in queste terre martoriate.
Varrebbe la pena ricordare la lezione di Beowulf, l'eroe epico che strappa
le braccia all'Orco che appestava la Danimarca: "il nemico piu' scaltro non
e' colui che ti porta via tutto, ma colui che lentamente ti abitua a non
avere piu' nulla". Proprio cosi', abituarsi a non avere il diritto di vivere
nella propria terra, di capire quello che sta accadendo, di decidere di se
stessi. Abituarsi a non avere piu' nulla.

8. RILETTURE. GUIDO VIALE: UN MONDO USA E GETTA
Guido Viale, Un mondo usa e getta. La civilta' dei rifiuti e i i rifiuti
della civilta', Feltrinelli, Milano 1994, pp. 184, lire 25.000. Un'adeguata
riflessione, un utile strumento di lavoro.

9. RILETTURE. GUIDO VIALE: TUTTI IN TAXI
Guido Viale, Tutti in taxi. Demonologia dell'automobile, Feltrinelli, Milano
1996, pp. 272, lire 20.000. Un'adeguata riflessione, un utile strumento di
lavoro.

10. RILETTURE. GUIDO VIALE: GOVERNARE I RIFIUTI
Guido Viale, Governare i rifiuti. Difesa dell'ambiente, creazione d'impresa,
qualificazione del lavoro, sviluppo sostenibile, cultura materiale e
identita' sociale dal mondo dei rifiuti, Bollati Boringhieri, Torino 1999,
pp. 176, lire 24.000. Un'adeguata riflessione, un utile strumento di lavoro.

11. RILETTURE. GUIDO VIALE: VITA E MORTE DELL'AUTOMOBILE
Guido Viale, Vita e morte dell'automobile. La mobilita' che viene, Bollati
Boringhieri, Torino 2007, pp. 186, euro 12. Un'adeguata riflessione, un
utile strumento di lavoro.

12. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 67 del 9 gennaio 2008

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