Minime. 18



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 18 del 4 marzo 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Parole nel vento
2. Luciano Bonfrate: La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul
3. Miriam Rawi: Afghanistan, contro il terrorismo per la democrazia e la
pace
4. Adolfo Perez Esquivel: L'Italia non dimentichi il "Plan Condor"
5. Letture: Francesco Pistolato (a cura di), Die verborgene Tugend - La
virtu' nascosta
6. Riletture: Simone de Beauvoir, La ceremonie des adieux
7. Riedizioni: Erodoto, Storie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PAROLE NEL VENTO

Una politica che uccide non e' una politica, e' barbarie.
Un governo che viola la Costituzione non e' un governo, e' una masnada di
fuorilegge.
Un parlamento che avalla il terrorismo, le stragi, le guerre (degli stati,
di gruppi, di singoli) ha abdicato al suo ruolo di fare leggi che proteggano
le concrete vite degli esseri umani di cui l'umanita' consiste.
*
La guerra e' il primo nemico dell'umanita' intera.
L'unica politica di pace e' scegliere la pace.
La pace si costruisce con la pace: disarmo, smilitarizzazione, aiuti
umanitari, difesa intransigente ed alacre promozione di tutti i diritti
umani per tutti gli esseri umani, rispetto e cura della biosfera,
consapevolezza che vi e' una sola umanita', e che questo e' l'unico mondo
che abbiamo.
La nonviolenza e' la via.

2. LE ULTIME COSE. LUCIANO BONFRATE: LA BEFFA DELL'ASSASSINO, OVVERO: IL
SEGRETO DI KABUL

Traduco nella lingua di noi plebei
le lunghe concioni dei prominenti
dinanzi alle gelide tombe degli assassinati:
morire vi abbiamo lasciati morire
a morire e ad uccidere vi abbiamo mandati
noi siamo ancora vivi.
Quanto e' bella la luce del mondo.

3. TESTIMONIANZE. MIRIAM RAWI: AFGHANISTAN, CONTRO IL TERRORISMO PER LA
DEMOCRAZIA E LA PACE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 febbraio 2007 riprendiamo il testo
dell'intervento di Miriam Rawi, rappresentante dell'organizzazione delle
donne afghane "Rawa" in Afghanistan e nei campi profughi in Pakistan, a
un'assemblea del movimento pacifista svoltasi il 25 febbraio a Roma (la
traduzione e' di Marina Impallomeni). Dalla medesima fonte riprendiamo anche
la seguente scheda sull'associazione (redatta da Simona Cataldi, del
Coordinamento italiano di sostegno alle donne afgane): "Rawa, associazione
rivoluzionaria delle donne afghane, da trent'anni porta avanti una battaglia
per la difesa dei diritti delle donne nell'ambito di uno stato laico e
democratico, libero dal fondamentalismo religioso. Rawa nasce nel 1977 alla
vigilia del colpo di stato diretto da Mosca. Nel '79, in seguito
all'occupazione sovietica, l'associazione fu direttamente coinvolta nella
guerra di resistenza e assunse una posizione piu' definita che, al contrario
dei jehadi, combattenti della "guerra santa", rivendicava la laicita' come
unica base da cui partire per la costruzione di uno stato democratico e come
unico strumento per garantire il rispetto di tutte le religioni ed impedire
il loro uso politico. In quel momento storico il sostegno degli americani e
delle potenze straniere coinvolte (Pakistan e Arabia Saudita) ando'
solamente alla resistenza fondamentalista che aveva propugnato la jihad
contro l'invasore ateo e nessuno bado' alle discriminazioni sessuali e agli
omicidi di massa di cui i jehadi si macchiarono ne' qualcuno si preoccupo'
della soppressione violenta di moderati e democratici della resistenza
antisovietica. La fondatrice di Rawa, Meena, allora appena trentenne, fu
assassinata dagli agenti dei servizi segreti afghani. Da allora ad oggi, il
destino delle opposizioni democratiche non e' cambiato. Ancora oggi Rawa e'
costretta a lavorare nell'ombra e ad adottare estreme misure di sicurezza
pena il rischio per chi ne fa parte di perdere la vita. Rawa e' l'unica
organizzazione femminile che lavora sul doppio binario sociale e politico
accompagnando all'assistenza umanitaria per i bisogni materiali causati da
poverta' e sfruttamento l'ininterrotta denuncia delle disparita' e delle
violazioni dei diritti umani generati dall'integralismo religioso.
L'attivita' di rawa e' testimoniata e fruibile ogni giorno dal sito
www.rawa.org, che sono riuscite a costruire da autodidatte"]

L'Afghanistan non e' il paese liberato e pacificato del quale parlano i
media. Cinque anni fa gli Usa e i loro alleati hanno attaccato il nostro
paese dicendo di voler portare diritti umani, democrazia e liberta' in
questo paese sconvolto dalla guerra. Il regime taleban e' caduto e si e'
insediato il regime fantoccio di Hamid Karzai, del quale fanno parte i
criminali dell'Alleanza del Nord che tutto il mondo conosce.
Le politiche di Karzai e dei suoi padroni occidentali hanno oggi portato
l'Afghanistan a una situazione molto critica: il disastro e' una bomba a
orologeria che puo' esplodere in qualunque momento. In questi cinque anni,
sotto le insegne della "democrazia" e della "liberta'", sono stati usati con
successo il tradimento e la beffa, e la situazione in cui versano i diritti
umani e' l'effetto del doloroso inganno di questo governo, guidato dai
signori della guerra.
Senza dubbio la guerra al terrore ha rovesciato il regime misogino e barbaro
dei taleban, ma non ha rimosso il fondamentalismo islamico, che e' alla
radice della sofferenza di tutto il popolo afghano. Essa ha semplicemente
sostituto un regime fondamentalista con un altro.
Ora abbiamo un parlamento pieno di signori della guerra, tra cui capi
criminali jehadi, ex comandanti taleban e alcuni ex fantocci dell'Urss.
Persone che dovrebbero essere processate prima di chiunque altro per i loro
crimini, si apprestano a legiferare in nome del popolo afghano. Il dominio
degli eserciti privati dei signori della guerra in diverse parti del paese,
e gli scontri interni ai diversi gruppi, hanno causato la perdita di vite
innocenti.
*
I signori dell'oppio e degli aiuti
La coltivazione del papavero da oppio si e' estesa. Il governo ha vietato ai
coltivatori, poveri e affamati, di coltivare il papavero da oppio, ma
permette ai potenti signori della droga di continuare a fare affari sporchi
con il narcotraffico.
L'Afghanistan ha ricevuto 12 miliardi di dollari di aiuti, e alla conferenza
di Londra sono stati promessi altri 10 miliardi. Ma neanche una minima parte
di questi fondi e' stata usata per il benessere della popolazione. La
corruzione e le frodi del governo fanno confluire miliardi di dollari nelle
tasche dei pezzi grossi.
Le condizioni di sicurezza in Afghanistan sono critiche: le donne e le
bambine sono le piu' colpite. Uomini armati dell'Alleanza del Nord hanno
preso parte a stupri, rapimenti, omicidi, saccheggi e ad altre forme di
violenza. Nonostante la presenza di piu' di 35.000 militari stranieri a
Kabul e in altre citta', gli operatori delle organizzazioni non governative
(ong) e dell'Onu vengono rapiti alla luce del giorno, mentre persone
innocenti vengono uccise in missioni suicide. Secondo l'Onu, l'Afghanistan
sta affrontando disastri sanitari ancora peggiori dello tsunami del 2004.
Ogni giorno, 700 bambini e 50-70 donne muoiono per mancanza di assistenza
medica. Centinaia di persone muoiono di fame o per i rigori dell'inverno.
Contrariamente a quanto si sostiene, non c'e' traccia di liberta'
d'espressione. Secondo l'Associazione afghana dei giornalisti indipendenti,
solo lo scorso anno si sono verificati piu' di quaranta casi di aggressioni
a giornalisti, tra cui omicidi e molti casi di rapimento, aggressioni,
incarcerazioni. Recentemente il sindacato dei giornalisti afghani ha anche
protestato per il grado di censura imposta dal governo.
L'imbarazzante sconfitta riportata nella guerra in Iraq non ha lasciato agli
Stati Uniti altra scelta se non quella di spacciare l'Afghanistan per un
successo, che cio' si traduca in dolore e sofferenze per il popolo afghano,
o no. La mancanza di accordo tra i paesi membri della Nato, e alcune prese
di posizione sgradite agli Usa, hanno reso la situazione piu' difficile per
la Casa Bianca. L'America cerca di mantenere in Afghanistan una stabilita'
fragile e momentanea. Cosi' facendo, spera di far passare in tutto il mondo
un'immagine di successo nella promozione di un Afghanistan "democratico",
una "democrazia dei B52".
Spero abbiate capito che il nostro devastato paese non e' affatto liberato.
Noi siamo convinte che le condizioni attuali non cambieranno, e
l'Afghanistan non sara' liberato dalla piaga del terrorismo e del
fondamentalismo religioso, finche' i signori della guerra non saranno
disarmati, rimossi dalla scena politica e processati per i loro crimini di
guerra.
Negli ultimi ventitre anni abbiamo avuto un atteggiamento critico verso le
politiche afghane, specialmente nell'ultimo decennio, perche' e' stato il
governo americano a creare, armare e sostenere i gruppi fondamentalisti
criminali e i mercenari arabi che hanno poi portato alla terribile tragedia
dell'11 settembre.
E' un segreto di Pulcinella che tutte queste bande terroristiche islamiche,
dall'Alleanza del Nord ai taleban e ad Al-Qaeda, sono un prodotto del
governo Usa. Cio' ha reso la vita della popolazione afghana una tortura, e
mette a rischio anche quella della popolazione americana.
*
L'Alleanza peggio dei talebani
Ora il paese e' governato da esponenti dell'Alleanza del Nord, i piu' infidi
stupratori e assassini, con l'appoggio dell'America. Essi sono peggiori dei
terroristi taleban e arabi. Oggi tutti i principali leader dell'Alleanza del
Nord sono al potere e hanno posizioni chiave nel governo.
Anche Human Rights Watch ha scritto, il 27 settembre 2006: "I taleban ed
altri gruppi anti-governativi in Afghanistan hanno ottenuto il consenso
della popolazione perche' il governo afghano non ha garantito un livello
minimo di sicurezza e sviluppo; essi hanno usato la presenza nel governo dei
signori della guerra per screditare l'amministrazione del presidente Karzai
e i suoi sostenitori internazionali".
Le forze di peace-keeping si trovano nel nostro paese per la pressione degli
Usa sui rispettivi governi. Anche se hanno intenzione di aiutare
l'Afghanistan, purtroppo le loro azioni avvantaggiano interessi politici,
economici e strategici degli Usa.
Il nostro popolo considera il governo americano un amico dei nostri nemici.
Negli ultimi tre decenni gli Stati Uniti hanno sostenuto gli elementi e i
gruppi responsabili di tutte le disgrazie, i problemi e le devastazioni che
hanno colpito il nostro paese. E questa politica prosegue.
Se i governi vogliono giocare un ruolo positivo nell'aiutare l'Afghanistan,
devono rendersi indipendenti dalle politiche Usa; devono dimostrare al
popolo afghano di essere sia contro i taleban, sia contro Al Qaeda, sia
contro i terroristi dell'Alleanza del Nord. I veri amici del popolo afghano
devono opporsi sia ai terroristi filo-americani dell'Alleanza del Nord, sia
ai terroristi anti-americani (taleban).
*
Una iniziativa senza gli Usa
Pensiamo che nessun paese possa esportare liberta' e democrazia in un altro
paese, ma altri paesi possono essere d'aiuto alla nostra gente per
combattere i suoi nemici. Se altri governi volessero giocare un ruolo
positivo in Afghanistan dovrebbero agire indipendentemente dalle politiche
statunitensi; dovrebbero dimostrare alla popolazione afghana di essere sia
contro i terroristi talebani e di al-Qaeda, sia contro quelli dell'Alleanza
del Nord.
Se le truppe internazionali rimanessero sulla base di una loro iniziativa,
senza obbedire alla politica statunitense, sicuramente godrebbero del
sostegno e delle simpatie del popolo afghano. Se vogliono veramente essere
d'aiuto al popolo afghano, le truppe di pace devono avere una loro linea
politica chiara, che si opponga ai fondamentalisti di tutte le fazioni, che
rimuova dal potere i signori della guerra e i leader terroristi e completi
il disarmo delle loro milizie; che faccia pressione sui paesi confinanti
affinche' smettano di interferire, che si fidi del popolo afghano, sostenga
le forze democratiche e ci aiuti ad arrestare e a processare in un tribunale
internazionale i criminali che hanno violato i diritti umani e che siedono
nei posti di potere dell'attuale governo.
"Rawa" e' stata fondata a Kabul nel 1977. Da allora abbiamo aperto scuole,
orfanotrofi, ambulatori medici, progetti di microcredito. Abbiamo
organizzato dimostrazioni pubbliche, prodotto pubblicazioni, oltre al nostro
sito web, e cosi' via.
*
Le donne contro i fondamentalisti
Ci battiamo per un governo democratico e laico, la sola cura per le ferite
del popolo afghano e in particolare delle donne. E' evidente che le donne di
"Rawa", battendosi contro il terrorismo e il fondamentalismo, corrono forti
rischi in un paese ancora controllato dai signori della guerra armati.
Lavoriamo per accrescere la consapevolezza e organizzare le donne in settori
legali e sociali, e per aumentare il loro livello di istruzione e
alfabetizzazione. Crediamo che l'istruzione sia potere. Le donne afghane non
potranno combattere per i loro diritti finche' non saranno equipaggiate con
l'arma piu' affilata contro l'ignoranza e il fondamentalismo. Con le armi
dell'istruzione, i loro diritti non potranno essere ignorati da nessun
governo del paese.
Rawa ha chiesto spesso che i veri amici del nostro popolo sostengano le
forze democratiche e non i nostri nemici. Essi dovrebbero fare pressione
perche' i terroristi siano rimossi dal potere e i comandanti militari
disarmati, e perche' i criminali siano giudicati da un tribunale
internazionale. Se i nemici della democrazia e della pace possono essere
uniti, perche' non dovrebbero unirsi le persone che amano la liberta' e
combattono il fondamentalismo nel mondo? Fate sentire la vostra voce insieme
a noi, contro il terrorismo e per difendere la democrazia e la pace.

4. TESTIMONIANZE. ADOLFO PEREZ ESQUIVEL: L'ITALIA NON DIMENTICHI IL "PLAN
CONDOR"
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 2 marzo 2007 riprendiamo il seguente
intervento pubblicato come anticipazione dal numero 97 della rivista
"Latinoamerica", in uscita a meta' marzo in libreria.
Adolfo Perez Esquivel e' nato in Argentina nel 1931, scultore e architetto,
attivista nonviolento per i diritti umani, impegnato nel Movimento
Internazionale della Riconciliazione, fondatore del "Servicio Paz y
Justicia"; incarcerato, torturato, perseguitato per il suo impegno
nonviolento; premio Nobel per la Pace nel 1980; e' una delle grandi figure
della nonviolenza. Da un sito dedicato alle persone cui sono stati
attribuiti i premi Nobel per la pace riprendiamo la seguente piu' ampia
scheda: "Adolfo Perez Esquivel nasce a Buenos Aires, Argentina, nel 1931.
Completati gli studi alla Scuola nazionale di belle arti e all'Universita'
di La Plata, insegna per 25 anni nelle scuole elementari e secondarie, e
all'universita'. Come artista, realizza numerose opere plastiche e gli
vengono dedicate mostre internazionali. Negli anni '60, Adolfo Perez
Esquivel inizia a lavorare con organizzazioni popolari coinvolte nel
movimento cristiano nonviolento in America Latina. Nel 1974 viene eletto
coordinatore generale dei gruppi di base che militano in modo nonviolento
per la liberazione del continente. Dopo il golpe argentino del 1976, quando
i militari mettono in atto una politica di repressione sistematica,
contribuisce alla formazione e al rafforzamento dei legami tra le
organizzazioni popolari che lottano per i diritti umani e aiutano le
famiglie delle vittime. In questo contesto nasce il Servicio Paz y Justicia
di cui e' fondatore e che e' stato uno strumento di difesa dei diritti
umani, promuovendo una campagna internazionale per denunciare le atrocita'
commesse dal regime militare. Nel 1975 Adolfo Perez Esquivel viene arrestato
in Brasile dalla polizia militare, e di nuovo nel 1976 in Ecuador, insieme a
vescovi latinoamericani e statunitensi, e di nuovo nel 1977 a Buenos Aires,
nel quartier generale della polizia federale dove e' torturato, detenuto
senza processo, e liberato soltanto 14 mesi piu' tardi. Mentre e'
incarcerato riceve, tra gli altri riconoscimenti, il Memoriale per la Pace
di Papa Giovanni XXIII; nel 1980, gli viene conferito il Premio Nobel per la
Pace, per il suo impegno in difesa dei diritti umani E' presidente del
comitato d'onore del Servicio Paz y Justicia dell'America Latina e della
Lega internazionale per i diritti e la liberazione dei popoli, ed e' membro
del Tribunale permanente dei popoli. Ha pubblicato El Cristo del Poncho e
Caminar junto a los Pueblos (1995) sulle esperienze nonviolente in America
Latina"]

Caro Prodi, hai dimenticato i metodi infami del "Plan Condor"? Un detto
popolare dice: "Dimmi con chi vai e ti diro' chi sei". E' un detto che
potrebbe applicarsi alle relazioni internazionali del governo italiano di
Prodi, quando autorizza l'ampliamento della base militare degli Stati Uniti
a Vicenza.
L'Italia ed altri paesi europei si trovano scossi per la violazione della
loro sovranita' e per l'uso dei propri aeroporti da parte degli agenti della
Cia, per il sequestro e la tortura di persone segnalate dagli Stati Uniti
come sospetti terroristi.
La giustizia italiana ha iniziato il processo a ventisei nordamericani e
cinque italiani per il sequestro, a Milano, il 17 febbraio del 2003, di un
imam egiziano, Abu Omar, catturato dagli agenti della Cia e trasportato
prima nella base nordamericana di Aviano, e poi nel vicino Egitto.
Il sequestro e la sparizione di persone, cosi' come la tortura, sono crimini
di lesa umanita', e inoltre ci sono prove in tutta Europa dell'uso e dei
metodi impiegati dagli Stati Uniti, molto simili a quelli delle dittature
militari latinoamericane, come successe nell'"Operazione Condor", che
utilizzo' "gruppi speciali", trasportando prigionieri da un paese all'altro,
violando la sovranita', il diritto internazionale e generando insicurezza e
impunita'.
*
Il governo italiano non puo' ignorare che gli Stati Uniti violano
sistematicamente i diritti umani. Nonostante questo, insiste nel dare
l'autorizzazione per l'ampliamento di una base militare, senza tenere in
conto il danno che questa decisione provoca al popolo italiano e
all'umanita'.
E' necessario rinfrescare la memoria e sapere fino a che punto si e' giunti.
L'Italia ha dimenticato quello che e' successo in Iraq con il sequestro di
Giuliana Sgrena, il riscatto della giornalista e l'assassinio di Nicola
Calipari che si adopero' per liberarla, e l'impunita' dei responsabili della
sua morte, protetti dagli Stati Uniti?
Il governo italiano ha dimenticato le bugie di Bush per invadere
l'Afghanistan e l'Iraq? Ha dimenticato le torture, le vessazioni e le
atrocita' commesse contro i prigionieri nelle carceri dell'Iraq e nella base
militare nordamericana di Guantanamo, a Cuba, negando loro il diritto a una
giusta difesa, applicando la tortura e un atteggiamento crudele e
degradante?
E' necessario che il governo italiano inoltri la richiesta di estradizione
del giudice al governo degli Stati Uniti. Paese che disconosce e scavalca le
Nazioni Unite, i patti e i protocolli internazionali; nonostante sia stato
uno dei paesi che all'epoca appoggio' la creazione delle Nazioni Unite e
della Dichiarazione universale dei diritti umani.
Disgraziatamente il governo di Bush disconosce la storia del suo paese,
spingendolo a un'avventura nei paesi invasi come Iraq e Afghanistan.
Insomma, applica il terrorismo di stato, negando lo stato di diritto.
Il Parlamento europeo ha censurato i governi di dieci paesi, tra i quali
Italia, Gran Bretagna e Germania, per aver coperto i voli della Cia. La
relazione pubblicata ha segnalato che sul territorio europeo ci sono stati
1.245 i voli per il trasporto di prigionieri.
Questi governi si dichiarano democratici, pero' agiscono negando il diritto
ai cittadini e sono complici di gravi violazioni del diritto di persone e
popoli.
E' preoccupante che il governo di Prodi, piuttosto che cercare la verita' e
la giustizia, preferisca occultarle e lasciare la situazione impunita, con
il pretesto del segreto di stato.
Qualunque stato deve essere al servizio del popolo e mai il popolo al
servizio dello stato, e meno ancora puo' permettere al governo di turno
l'occultamento di fatti che danneggino la sua sovranita'.
L'Italia deve rispettare la Convenzione europea dei diritti umani, i patti e
i protocolli internazionali. Deve promuovere e appoggiare il giudizio per i
ventisei agenti della Cia, responsabili del sequestro e trasporto di
persone, che hanno violato la sovranita' nazionale.
*
E' un segno di speranza che il popolo italiano si sia mobilitato a Vicenza
per chiedere al governo di non permettere l'ampliamento di una base militare
degli Stati Uniti. Il mondo non ha bisogno di altre basi militari che
impiegano risorse milionarie per la morte e la distruzione.
Risorse che dovrebbero essere investite per la vita dei popoli, per
sconfiggere la fame nel mondo e promuovere lo sviluppo, dare un posto agli
immigrati e non discriminarli.
E' necessario che il presidente Prodi sia coerente nel dire e nel fare. Non
e' possibile parlare di democrazia e stato di diritto, quando si appoggiano
politiche che attentano contro la vita dei popoli, imposte da un paese come
gli Stati Uniti che, per quanto potente sia, viola sistematicamente i
diritti umani, la sovranita' dell'Italia e di altri paesi, e mette a rischio
l'umanita'.

5. LETTURE. FRANCESCO PISTOLATO (A CURA DI): DIE VERBORGENE TUGEND - LA
VIRTU' NASCOSTA
Francesco Pistolato (a cura di), Die verborgene Tugend - La virtu' nascosta.
Eroi sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945, Europrint Editore, Quinto
di Treviso 2007, pp. 160, euro 10. Il volume e' il catalogo bilingue
(tedesco e italiano) della mostra fotografica realizzata dall'Associazione
Biblioteca Austriaca di Udine in collaborazione con il Dokumentationsarchiv
des oesterreichischen Widerstandes di Vienna "La virtu' nascosta. Eroi
sconosciuti e dittatura in Austria 1938-1945", con contributi, oltre che del
curatore (coordinatore scientifico della Biblioteca di studi austriaci
presso l'Universita' di Udine e benemerito degli studi per la pace), di Karl
Stuhlpfarrer, Raoul Pupo, Ursula Schwarz, Tina Bahovec, e un'ampia e
pregevole documentazione. E' un lavoro particolarmente utile per gli storici
della Resistenza, per le persone amiche della nonviolenza, per chiunque e'
impegnato nell'educazione alla pace e ai diritti umani, e in definitiva per
ogni persona di volonta' buona. La mostra e' disponibile anche nel sito
www.abaudine.org e puo' essere noleggiata facendone richiesta all'indirizzo
di posta elettronica: fpistolato at yahoo.it (allo stesso indirizzo puo' essere
richiesto il volume).

6. RILETTURE. SIMONE DE BEAUVOIR: LA CEREMONIE DES ADIEUX
Simone de Beauvoir, La ceremonie des adieux suivi de Entretiens avec
Jean-Paul Sartre aout-septembre 1974, Gallimard, Paris 1981, 2001, pp. 640,
euro 11. Il libro dedicato agli ultimi dieci anni di vita e alla scomparsa
di Sartre, seguito dalle conversazioni registrate tra Roma e Parigi nel '74.
"La sua morte ci ha separato. La mia morte non ci riunira'. E' cosi'; e'
gia' bello che le nostre vite abbiano potuto consonare per cosi' lungo lasso
di tempo". L'insieme dell'opera di Simone de Beauvoir, dal Secondo sesso
alla memorialistica (che ci sembrano essere i suoi due capolavori), dalla
narrativa alla saggistica di pensiero e d'intervento, ci sembra costituire
un documento e un riferimento ineludibili.

7. RIEDIZIONI. ERODOTO: STORIE
Erodoto, Storie, Mondadori, Milano 2000, 2007, 2 voll. per complessive pp.
XLVI + 1696, euro 12,90 + 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).
In una stessa opera hai le Mille e una notte, il Milione, Tristi tropici;
Shakespeare, Cervantes, Melville; Boccaccio, Machiavelli e Guicciardini; la
sapienza arcaica e la ragione greca; la storia come pensiero e come azione e
la gioia di narrare. E' il miracolo erodoteo, che per primo mi rivelo' il
mio maestro di apertura alla grecita' come antifascismo, come rigore morale
ed impegno civile: Raimondo Pesaresi. Con testo a fronte, traduzione e note
a cura di Luigi Annibaletto, un saggio introduttivo di Kenneth H. Waters,
una bibliografia essenziale a cura di Cristina Borgia (puo' esser utile aver
sotto gli occhi anche un'altra edizione tradotta e commentata, ad esempio
quella in quattro volumi presso Rizzoli del 1984 curata da Daniela Fausti -
che ripropone, con un'introduzione di Filippo Cassola, la traduzione di
Augusta Izzo d'Accinni e offre a fronte il testo critico oxoniense di Hude,
mentre la mondadoriana adotta quello delle Belles Lettres di Legrand).

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell’ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell’uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 18 del 4 marzo 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
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