La RAI censura la Giornata della memoria delle vittime del terrorismo



09/05/2008 15:45:02
GRAVE CENSURA NEL GIORNO DELLA MEMORIA 

Oggi, 9 maggio, "Giorno della memoria delle vittime di stragi e terrorismo", 
durante la cerimonia ufficiale che si è svolta davanti al Capo dello Stato, 
la Rai (radio televisione italiana) ha censurato il discorso del Presidente 
dell'Unione Vittime per Stragi Paolo Bolognesi.
Probabilmente la Rai temeva che le sue parole si diffondessero nel Paese. 

Questa è l'ennesima offesa alle vittime e alla ricerca della verità. 

Il Presidente
Paolo Bolognesi 

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TESTO DEL DISCORSO CENSURATO DALLA RAI 

Roma 9 maggio 2008 

Questo intervento è il frutto di una riflessione dell'Unione Vittime per 
Stragi che comprende le associazioni delle vittime delle stragi: di Piazza 
Fontana di Milano del 12 dicembre del 1969, di Piazza della Loggia di 
Brescia del 28 maggio 1974, del Treno Italicus del 4 agosto del 1974, della 
Stazione Centrale di Bologna del 2 agosto 1980, del Treno Rapido 904 del 23 
dicembre 1984, di Via dei Georgofili di Firenze del 27maggio 1993.
L'istituzione di una giornata per ricordare le vittime del terrorismo e 
delle stragi, voluto con determinazione dai familiari delle vittime, dal 
Presidente della Repubblica e da tutto il Parlamento, è un fatto 
estremamente importante, di cui è ampiamente condiviso l'alto valore etico, 
politico e sociale.
Il terrorismo ha indubbiamente segnato nel Paese pagine tragiche, ha messo a 
rischio la tenuta democratica delle nostre istituzioni, è stato sconfitto 
nelle sue forme più organizzate, ma non é morto, anzi é ancora vivo con 
frange pericolose, che gli organi preposti alla sicurezza in più occasioni 
hanno invitato a non sottovalutare.
Vi sono poi i terroristi che godono di grandi spazi pubblici come se i veri 
eroi fossero loro e non le vittime e chi ha perso la vita per contrastarli.
Nel corso degli anni abbiamo assistito ad una costante rimozione della 
verità: sono stati messi in cattedra i terroristi e le vittime hanno dovuto 
subire anche l'umiliazione degli assassini, inopinatamente divenuti 
opinionisti e dispensatori di consigli alle giovani generazioni per le loro 
scellerate esperienze di vita. 

Commemorare le vittime del terrorismo e delle stragi ha quindi il valore 
alto del ricordo, la funzione vitale di strumento per la formazione delle 
nuove generazioni, che non sempre hanno vissuto direttamente quelle 
tragedie.
Ha il compito di ricordare il passato per evitare comunque nel futuro i 
drammi e le sofferenze di quelle tragiche fasi.
Dobbiamo ricordare che in Italia, dal dopoguerra ad oggi, vi sono state 14 
stragi con un numero spaventoso di morti e feriti, ma che in nessuna di esse 
si è arrivati a colpire mandanti e ispiratori politici.
Alla fine degli anni 70, un noto neofascista spiegava a uno dei suoi adepti 
"che una strage non ha senso se non c'è chi può coglierne gli effetti 
politici". Coloro che hanno utilizzato le stragi e il terrorismo per fini 
politici non sono stati individuati dai processi, sono ancora tra noi e sono 
impuniti.
Di quei tragici eventi lascia un ricordo particolarmente amaro il 
coinvolgimento degli apparati di sicurezza, fenomeno talmente esteso da 
chiamare in causa chi aveva su di essi poteri di nomina e controllo 
politico.
Il coinvolgimento di uomini dei servizi segreti nei depistaggi e nelle 
coperture date ai terroristi e l'impedire ai giudici di arrivare alla verità 
è un punto cruciale per la comprensione di quegli anni bui e non deve essere 
in alcun modo accantonato.
Ai parlamentari e ai rappresentanti delle istituzioni che oggi sono qui con 
noi, diciamo che sono qui non solo per ricordare le vittime, ma anche per 
prendere impegni dei quali i familiari e i cittadini nel prossimo 
anniversario chiederanno conto.
L'attuale Parlamento deve inaugurare una nuova stagione politica finalizzata 
alla ricerca della verità, ove non vi sia più spazio per segreti e 
reticenze, anche per dare un senso alla legge n. 124/2007 che recepisce in 
parte la proposta di legge di iniziativa popolare per l'"Abolizione del 
segreto di Stato nei delitti di strage e terrorismo", presentata dalle 
associazioni delle vittime al Senato nel 1984.
Le leggi vanno applicate nella loro interezza, i decreti attuativi non 
debbono stravolgerne o limitarne l'esecuzione
E' importante che chi ha attentato alla vita democratica del Paese venga 
finalmente punito.
Aprire gli armadi non deve essere solo uno slogan, a questo punto vi sono 
anche gli strumenti legislativi per farlo senza incertezze e reticenze
Pensiamo sia giunto il tempo per un giudizio anche politico sullo stragismo 
che determini l'allontanamento dalle istituzioni di chi lo ha favorito anche 
solo con la sua colpevole inerzia. 

Il 9 maggio giorno della memoria deve essere anche il momento per fare il 
punto di una situazione ormai insostenibile per la disattenzione con cui 
vengono trattate le vittime dal Parlamento.
La legge 206/04 già approvata " Nuove norme per le vittime del terrorismo e 
delle stragi di tali matrice" è in gran parte inattuata e disattesa.
Negli anniversari le promesse di soluzione vengono fatte per essere 
dimenticate durante tutto il resto dell'anno. È una situazione inaccettabile 
che vede i familiari sotto continua umiliazione per ottenere quanto previsto 
dalla legge. Occorre venga nominato un autorevole referente a cui 
convogliare le varie problematiche irrisolte per far sì che trovino 
tempestiva attuazione da parte delle rispettive amministrazioni.
Le altre leggi depositate in Parlamento quali: la "Legge quadro per 
l'assistenza alle vittime di reato", la modifica dell'articolo 111 della 
Costituzione detto del "Giusto processo", l'istituzione del "Reato di 
depistaggio", oggi mancante in Italia, tutte queste leggi sono rimaste ferme 
da anni, legislatura dopo legislatura coperte da promesse e assicurazioni di 
ogni tipo per poi essere lasciate immobili nelle varie commissioni.
Credo sia importante un serio impegno da parte dei rappresentanti delle 
istituzioni e degli eletti del popolo affinché finisca questa situazione 
aberrante che vede le vittime ricordate negli anniversari, ma umiliate e 
derise per tutto il resto dell'anno. 

Il Presidente
Paolo Bolognesi
Associazione 2 agosto 1980
lettera tratta da: 
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Lettere&op=esteso&id=4358 





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