Decreto sulla pedopornografia in Italia. Controllo delle caselle e-mail europee negli Usa



Il Ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha annunciare il decreto sulla pedopornografia in rete.

Tuttavia affiorano delle perplessità sull'efficacia del provvedimento, come si può leggere sul forum
http://punto-informatico.it/pm.aspx?id=1832753&m_id=1832892&r=PI

"Se trattasi della ridicola implementazione con blocco DNS (l'unica che sembra possibile visto che bloccare un IP significa bloccare un server intero quindi centinaia di siti in un colpo solo senza distinzione) allora basta opendns (www.opendns.org). Se invece implementano la follia del blocco IP, allora con Tor (tor.eff.org) si bypasserà anche questo filtro. Comunque, rimango in attesa di vedere cosa si inventeranno" (Wakko Warner).

Intanto negli Usa emerge un concreto controllo delle email europee che ha suscitato reazioni di sconcerto.


--- E-mail e carte di credito sotto il controllo Usa ---

Il provvedimento, che è di carattere unilaterale, riguarda tutti i cittadini che voleranno negli States Un accordo con l’Unione Europea e Stati Uniti permetterà agli americani di accedere a dati sensibili LE CASELLE email e le transazioni delle carte di credito di cittadini britannici e di altri Paesi europei che volano negli Usa potranno essere passate al setaccio dalle autorità americane. Lo scrive il Daily Telegraph, che ha avuto accesso ai documenti relativi a un accordo in questo senso tra Ue e Usa. Fornendo il numero di carta di credito e l'email alla compagnia aerea che vola negli Usa, il passeggero apre di fatto i propri dati personali alle autorità americane, che potranno vedere tutte le transazioni o i messaggi, anche non relativi al viaggio in questione. Il quotidiano ha ottenuto i documenti dal ministero dei Trasporti britannico, grazie alla legge sulla libertà di informazione. Ma la noizia è destinata a mantenere a lungo un’eco, viste le reazioni che ha subito scatenato a vari livelli. Per esempio, a preoccupare le Associazioni per le libertà civili c'è il fatto che la misura è unilaterale, ovvero Washington si è solo limitata a promettere di «incoraggiare» le aerolinee americane a fare lo stesso con i Paesi europei. Al riguardo, il Ministero per la sicurezza nazionale americano ha detto esplicitamente che userà questi dati non solo contro il terrorismo, ma anche indagando su altri reati. Se un cittadino europeo vorrà opporsi, afferma il Telegraph, dovrà farlo in una corte americana: il che rende qualsiasi salvaguardia della privacy di fatto inesistente. Shami Chakrabarti, direttore dell'organizzazione per i diritti umani Liberty, si è detto «inorridito» dalla notizia: «È la rinuncia ai diritti delle persone che viaggiano negli Usa». Al di là dell’«orrore» dimostrato da Shami Chakrabati c’è da chiedersi spontaneamente dove fosse il direttore di «Liberty» durante la non breve e travagliatissima gestazione dell’accordo. Infatti, dopo un lungo braccio di ferro cominciato con le richieste Usa di informazioni sui passeggeri (con la minaccia di mettere al bando dagli aeroporti americani le compagnie che non li consegnassero), nello scorso ottobre l'Ue ha accettato le richieste. Risultato: gli Usa hanno ora accesso a 34 tipi di informazioni sui passeggeri in mano alle compagnie aeree. Molte delle informazioni sono «normali», ma alcune sono particolarmente sensibili: che tipo di pasti vengono ordinati in base alla fede religiosa, o se un passeggero in passato non si è presentato al volo dopo aver comprato il biglietto. Anche per le leggi americane, chi vuole accesso a questi dati ha bisogno di norma del consenso di un magistrato, ma questo non varrà per i passeggeri degli aerei europei.
Fonte: http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1105301
(2/1/07)