Perù, elezioni: voto per Cocachacra - di Hugo Blanco



VOTO PER COCACHACRA


Hugo Blanco


Cocachacra (Islay) ci ha appena insegnato la corretta attitudine politica che noi peruviani dobbiamo adottare se vogliamo salvare il paese dalla depredazione della natura che porta all'uccisione l'agricoltura e riduce il nostro popolo in miseria.

Con le azioni, non con le parole, ha manifestato:

Qui non comanda la Southern né il suo servo, il governo peruviano! Qui comanda democraticamente l'assemblea degli abitanti di Cocachacra! Vita si, miniera no!

E ha vinto, malgrado le sia costato tre morti e più di cinquanta feriti.

Sono stati tenaci, non hanno voluto “andare a Lima a dialogare con il governo”, e non per superbia, ma per via del criterio democratico per cui è l'assemblea che deve decidere e non i dirigenti. Hanno risposto: “Che vengano qui, a dialogare con l'assemblea”.

Gli hanno chiesto “tregua fino a dopo le elezioni” e giustamente non hanno accettato l'ingannevole “tregua”.

É vero che avevano detto che la loro lotta non era “politica”, perché il popolo peruviano è stato addomesticato in modo che la sua unica partecipazione politica sia “votare alle elezioni” e poi lasciare la politica nelle mani dei “politici di professione” che continueranno a difendere gli oppressori.

Il dizionario dice che politica vuol dire come governare una società, e questa è la lezione che ci ha appena dato Cocachacra: è la società nel suo insieme che deve governare se stessa.


Chi governa il Perù?

Quelli che lo governano non sono quelli che il Perù sceglie. I veri governanti sono le voraci compagnie multinazionali, alle quali non importa niente né della popolazione peruviana né della natura. Si dedicano a saccheggiare le nostre “risorse naturali”, con l'estrazione del petrolio depredando la selva e contaminando i suoi fiumi; depredando la sierra con l'estrazione mineraria a cielo aperto, rubando l'acqua necessaria all'agricoltura e avvelenandola; rubando l'acqua e alterando l'idrografia per la costruzione di centrali idroelettriche per l'estrazione mineraria (pensano di sfollare migliaia di indigeni e contadini di tre dipartimenti per costruire una diga che fornisca elettricità a delle imprese che si trovano in Brasile); istallando imprese agroindustriali che distruggono il suolo con le mono coltivazioni e l'uso di agro chimici, coltivando non per alimentare il Perù ma per l'esportazione, coltivando agro combustibili per alimentare le macchine, non la gente; super sfruttando i lavoratori agricoli.

Queste imprese hanno al loro servizio i governi, la maggioranza dei parlamentari, i grandi mezzi di comunicazione (televisione, radio, stampa scritta), l'esercito, la polizia (che ha appena assassinato impunemente le tre persone a Islay). Tutto questo lo chiamano “progresso”, “Il Perù avanza”. E ci mostrano cifre di macro economia che dimostrano come il Perù vada bene sotto il profilo economico. Ma quando vediamo la situazione di fame, di miseria e la disoccupazione che c'è, capiamo quello che significa questo “progresso”: Saccheggio delle nostre ricchezze a favore delle compagnie multinazionali, distruzione della natura, aumento della disoccupazione e la fame per il nostro popolo.


Chi deve governare il Perù?

Nessuno dei 5 candidati che sono in testa ai sondaggi denuncia quello che è esposto sopra né dice che tutto ciò deve finire.

Humala ha detto timidamente che rispetterà il diritto di consulta delle popolazioni e che tasserà le imprese estrattive. Questo ha scatenato la furia del sistema che si scaglia ferocemente contro di lui usando i grandi mezzi di comunicazione che sono in mano sua, accusandolo di “statalismo” (lui non ha prospettato neanche una timida statalizzazione). Alan García dice che 4 candidati (Kuzinski, Castañeda, Toledo, Keiko) continueranno la sua corretta politica di progresso. Toledo lo chiama “salto nel vuoto”. Il gran capitale semina la paura perché si mantengano inalterati i suoi privilegi.


Dopo le elezioni

Quello che dobbiamo fare è apprendere la lezione che ci ha dato Cocachacra: “La lotta è il cammino”.

Attualmente sta lottando il popolo di Espinar per difendere l'acqua dell'agricoltura contro le ruberie del governo a favore dell'agroindustria, sta lottando Canchis contro la centrale idroelettrica di Salkapucara per l'estrazione mineraria, stanno lottando gli amazzonici contro la contaminazione del fiume Marañón, e molti altri ancora.

Speriamo che tutti loro si sentano rafforzati e incoraggiati dal trionfo di Cocachacra, che si coordinino tra di loro.

Chiunque sia a vincere le elezioni, reprimerà al servizio dei grandi capitali. Probabilmente se vincerà Humala gli sarà più difficile, poiché è la gente che vuole il cambiamento quella che voterà per lui, ma anche lui lo farà e così la gente capirà che può contare solo su se stessa così come hanno fatto a Cocachacra.

Quando l'intero Perù si comporterà come Cocachacra, avremo vinto. Per questo: voto per Cocachacra!

10 aprile 2011


VOTO POR COCACHACRA

Hugo Blanco

Cocachacra (Islay) acaba de enseñarnos la correcta actitud política que los peruanos debemos adoptar si queremos salvar al país de la depredación de la naturaleza matando la agricultura y sumiendo a nuestro pueblo en la miseria.

Con acciones, no con palabras, ha manifestado:

¡Acá no manda la Southern ni su sirviente el gobierno peruano! ¡Acá manda democráticamente la asamblea de los pobladores de Cocachacra!¡Vida sí, mina no!

Y triunfó, aunque le costó 3 muertos y más de 50 heridos.

Fueron persistentes, no quisieron “Ir a Lima para conversar con el gobierno”, no por soberbios, sino por el criterio democrático de que es la asamblea la que debe decidir y no los dirigentes. Respondieron: “Que vengan acá”, a conversar con la asamblea.

Les pidieron “tregua hasta después de las elecciones”, correctamente se negaron a aceptar la engañosa “tregua”.

Es cierto que ellos decían que su lucha no era “política”, porque el pueblo peruano ha sido domesticado en que su única participación política debe ser “votar en las elecciones” y después dejar la política en manos de los “políticos profesionales” que seguirán defendiendo a los opresores.

El diccionario dice que política es cómo gobernar una sociedad, y esa es la lección que acaba de darnos Cocachacra: Es la sociedad en su conjunto la que debe gobernarse a sí misma.


¿Quién gobierna el Perú?

Los que lo gobiernan no son los que el Perú “elije”. Los verdaderos gobernantes son las voraces compañías multinacionales, a las que no les interesa un comino la población peruana ni la naturaleza. Se dedican a saquear nuestros “recursos naturales”, mediante la extracción del petróleo depredando la selva y contaminando sus ríos; depredando la sierra con la minería a tajo abierto, robando el agua de la agricultura y envenenándola; robando el agua y alterando la hidrografía para la construcción de hidroeléctricas para la minería (piensan desalojar miles de indígenas y campesinos de tres departamentos para construir una represa que dote de electricidad a empresas establecidas en Brasil); instalando empresas agroindustriales que depredan el suelo con el monocultivo y el uso de agroquímicos, cultivando no para alimentar al Perú sino para exportar, cultivando agrocombustibles para alimentar a los carros, no a la gente; superexplotando a los obreros agrícolas.

Esas empresas tienen a su servicio a gobiernos, a la mayoría parlamentaria, a los grandes medios de comunicación (televisión, radio, prensa escrita), al ejército, a la policía (que acaba de asesinar impunemente a tres en Islay).

A todo eso llaman “progreso”, “El Perú avanza”. Y nos muestran cifras macroeconómicas de lo bien que está el Perú económicamente. Pero cuando vemos la situación de hambre, miseria y desocupación de la población entendemos lo que ese “progreso” significa: Saqueo de nuestras riquezas por las grandes compañías multinacionales (la bendita “inversión extranjera”), depredación de la naturaleza, aumento de la desocupación y el hambre de nuestro pueblo.


¿Quién ha de gobernar el Perú?

Ninguno de los 5 candidatos que están a la cabeza de las encuestas denuncia lo arriba expuesto ni dice que hay que acabar con eso.

Humala tímidamente ha dicho que respetará el derecho de consulta de los pueblos y que gravará a las empresas extractivas. Eso ha causado la furia del sistema que se lanza ferozmente contra él usando los grandes medios de comunicación en sus manos, acusándolo de “estatista” (él no ha planteado ni siquiera una tímida estatización). Alan García dice que 4 candidatos (Kuzinski, Castañeda, Toledo y Keiko) continuarán su “correcta política de progreso”. Toledo lo llama “salto al vacío”. El gran capital siembra el miedo para que se mantengan inalterados sus privilegios.


Después de las elecciones

Lo que debemos hacer es aprender la lección que nos ha dado Cocachacra: “La lucha es el camino”.

Actualmente está luchando el pueblo de Espinar por defender el agua de la agricultura contra el robo del gobierno para la agroindustria, está luchando Canchis contra la hidroeléctrica de Salkapucara para la minería, están luchando los agricultores de Puno, Madre de Dios y Cusco contra la represa de Inambari que dará electricidad a capitalistas en Brasil, está luchando la población de Puno contra la minería, están luchando los amazónicos contra la contaminación del río Marañón, y muchos otros más.

Esperamos que esos luchadores se sientan fortalecidos e impulsados por el triunfo de Cocachacra, que coordinen entre sí.

Quien sea que entre al gobierno reprimirá al servicio de los grandes capitales. Probablemente si entra Humala le costará más, ya que la gente que quiere el cambio es la que ha de votar por él, pero también lo hará y así la gente aprenderá que sólo puede confiar en ella misma como lo hizo Cocachacra.

Cuando el Perú entero actúe como Cocachacra, conseguiremos el triunfo. Por eso: ¡Voto por Cocachacra!

10 de abril de 2011