CILE: 'DESAPARECIDOS': NUOVO RAPPORTO SUI 'VOLI DELLA MORTE'



24/11/2003 10:56

Tra i 400 e i 500 cileni, 'desaparecidos' durante il regime di Augusto
Pinochet (1973-'90), furono gettati nell'oceano zavorrati da pezzi di ferro
per farli affondare, secondo nuove prove testimoniali pubblicate in un
rapporto del giudice Juan Guzman, reso pubblico dal quotidiano 'La Nación'.
Le informazioni raccolte nel nuovo dossier sono state ottenute con la
collaborazione di 12 meccanici addetti alla manutenzione degli elicotteri
dell'esercito che, rompendo un silenzio durato decenni, hanno raccontato al
giudice e al suo team di detective anche i particolari più macabri dei
'viaggi' che la Dina, la temuta polizia politica del regime, realizzò fin
dalla fine del 1973 e almeno fino al 1978 per eliminare ogni traccia dei
suoi oppositori. I meccanici, che parteciparono ad alcuni 'voli della morte'
tra il 1974 e il '78, sostengono che a pianificare e organizzare le
operazioni era il comando dell'aeronautica militare, in collaborazione con
la stessa Dina, guidata dal generale Manuel Contreras. Si trattò almeno di
40 viaggi a bordo di elicotteri Puma, ognuno dei quali trasportava fino a 15
sacchi contenenti i corpi, o quel che ne restava, dei 'desaparecidos'. I
velivoli partivano dall'aeroporto di Tobalaba, a La Reina, per fare scalo in
una base militare a Peldehue, dove imbarcavano i sacchi con i cadaveri: poi
ripartivano per Quintero prima di dirigersi verso il mare. A un'altezza
predeterminata, una botola si apriva lasciandoli cadere nell'oceano
Pacifico. La principale novità del documento stilato da Guzman è che porta
il numero degli oppositori eliminati con i 'voli della morte' a oltre il
doppio del bilancio fornito dalle forze armate in un rapporto consegnato nel
gennaio del 2001 al 'Tavolo del dialogo' (151 'desaparecidos' in mare con
solo 29 casi attribuiti alla Dina). Secondo i dati pubblicati dalla
'Commissione Rettig' nei 17 anni di regime di Pinochet almeno 3.200 cileni
sono stati uccisi mentre 1.200 risultano 'desaparecidos'.



Copyright © MISNA
Riproduzione libera citando la fonte.
misna at misna.org