Il Brasile di Lula sfida Bill Gates e ingaggia il pinguino per risparmiare sul software



 24.11.2003
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 Il governo brasiliano, con una strategia di taglio dei costi, che per
Microsoft potrebbe significare una riduzione dei ricavi per milioni di
dollari, sta spingendo affinché la sua enorme burocrazia utilizzi per i suoi
sistemi informatici software gratuito come Linux. L'iniziativa tenta di
ridurre il peso delle licenze di software proprietario che la pubblica
amministrazione acquista per utilizzare i sistemi operativi della casa di
Redmond, utilizzati su almeno il 90% dei computer del pianeta.
Lo stato brasiliano dichiara di spendere per queste licenze circa 34 milioni
di dollari all'anno, una cifra ritenuta eccessiva dalla coscienziosa
amministrazione dello staff del presidente Luiz Inacio Lula da Silva.
La politica pro-Linux di Lula lo ha messo in linea con analoghe iniziative
adottate dai più svariati governi: Cina, Giappone e Corea del Sud, solo per
citarne alcuni, che in settembre hanno lanciato una campagna per creare un
sistema operativo aperto in concorrenza con Windows. L'ente statale National
Institute of Information Technology punta inoltre a far si che l'iniziativa
aiuti la bilancia commerciale, favorendo l'esportazione di maggiori quantità
di software prodotto il loco.
La Brazilian Software Excellence Promotion Society stima che il paese abbia
importato quest'anno 1 miliardo di dollari di software in più di quanto ne
abbia esportato nel 2001. "Acquistiamo dieci volte tanto quello che
esportiamo" ha dichiarato il presidente dell'Iti Sergio Amadeu. Inizialmente
il governo si era raccomandato che i ministeri e le agenzie federali
cessassero l'acquisto di computer con sistemi operativi gia installati,
quasi sempre Windows, ma una completa conversione a Linux richiederà tempo.
"Contiamo di raggiungere l'80% in tre anni" ha precisato il direttore del
Ministero della Pianificazione Ricardo Sigaud.