Intervista in Esclusiva COINARIR a Edwin Luc'o Gutiérrez Borbúa



[Intervistatore] Mancano poche ore al secondo turno elettorale. Quale è il
suo stato d'animo?

[Lucío] Io sono molto ottimista, con grandi speranze. Secondo le inchieste
dovrei vincere con sufficiente vantaggio il prossimo 24 Novembre.
Semplicemente stiamo chiedendo a tutti gli organismi nazionali ed
internazionali che raddoppino i loro sforzi perché si controlli e si
rispetti la volontà del popolo ecuatoriano; perché ci sono alcuni leggeri
rumori sul fatto che il nostro avversario potrebbe cercare di fare alcune
cose in virtù della disperazione per i risultati che potrebbero darsi. E
con grandi quantità di denaro, tutto può succedere. Semplicemente è una
piccola preoccupazione che abbiamo, però crediamo che come la differenza è
grande secondo le inchieste, tutto sarebbe già definitivo.

[I] Chi è Lucío Gutiérrez?

[L] Lucío Gutiérrez è un ecuatoriano, un sognatore, un idealista che ha i
piedi per terra e che cerca equilibri nell'Ecuador: equilibrio di genere,
equilibrio di tendenze, equilibrio generazionale, equilibrio etico,
equilibrio regionale e che vuole un paese dove uomini e donne siano uguali
di fronte alla legge, che abbiano gli stessi obblighi, le stesse
responsabilità, gli stessi diritti e che si compiano i sogni di tutti gli
ecuatoriani di avere maggiore benessere ed una vita molto più degna.

[I] Lei è nato a Quito, però la sua gioventù l'ha vissuta nel Tena, nella
provincia del Napo, che ruolo ha avuto questa terra nella sua crescita,
nella sua formazione?

[L] Io sono nato nella città di Quito, però i miei genitori sono del Tena,
ragione per cui, da molto piccolo, dopo pochi giorni d'essere nato, mi sono
trasferito nel Tena dove ho vissuto fino ai quindici anni , quando sono
andato al collegio militare. Io credo che è stata molto importante questa
esperienza di vita nel Tena, una città molto piccola, molto tranquilla,
dove le porte delle case rimangono aperte, la roba stesa nei cortili, non
ci mancava assolutamente nulla e forse questa onestà è ciò che ha influito
maggiormente nel mio modo d'essere: nel rispetto alla proprietà privata,
nel rispetto per i diritti umani, nel rispetto per la vita, nel rispetto
per la libertà e nel rispetto per la felicità. In quel momento la vita era
bella, non c'erano molti veicoli ed allora noi bambini andavamo sempre al
parco, camminavamo praticamente senza pericoli.

[I] Come nasce il Partito Società Patriottica 21 Gennaio?

[L] Il partito sorge praticamente per richiesta di giovani studenti
universitari. La nostra idea iniziale fu quella di formare un gruppo di
carattere cittadino, per cercare di ottenere un cambiamento di mentalità,
di atteggiamento nei giovani. Allora abbiamo iniziato una battaglia civile
con alcune università e collegi. Però i giovani ci iniziarono a porre in
discussione, nel senso che diventava difficile ottenere l'obiettivo di
cambiare la mentalità del popolo ecuatoriano, se non si arrivava alla
Presidenza della Repubblica. Allora nacque l'idea, il sogno di arrivare
alla Presidenza della Repubblica. Ma io, per arrivare alla Presidenza della
Repubblica, non volevo contaminarmi con la vecchia partitocrazia politica.
Così formammo un nuovo grande partito politico. Alcuni mi dissero che ero
un pazzo perché era necessario molto denaro, circa sei milioni di dollari
per poter formare un partito politico. Però noi non avevamo denaro, ma si,
una immenso patrimonio spirituale e c!
osì potemmo formare il nostro partito politico. Poi decidemmo partecipare
alle elezioni ed anche lì ci dissero che era una pazzia, che partivamo
svantaggiati rispetto ad altri partiti politici, con sessant'anni
d'esperienze in elezioni, che avevano deputati, che avevano sindaci,
prefetti, cheno tutta una infrastruttura ed inoltre denaro e che io non
avevo nessuna delle due cose. Eppure, con lo stesso entusiasmo ci siamo
dedicati alle elezioni fino a che non sono arrivato primo, con la paura di
alcuni ecuatoriani e credo della maggioranza dei paesi del mondo. Ed
ancora, credo che si abbiamo molte possibilità di vincere il secondo turno.

[I] Potrebbe definire quali sono i punti fondamentali del suo Programma di
Governo?

[L] Il principale è la lotta contro la corruzione per la quale proponiamo
al depoliticizzazione, la departitizzazione ed il rafforzamento delle
istituzioni democratiche ecuatoriane per ottenere una vera
istituzionalizzazione, una democrazia autentica in Ecuador.  Il secondo
obiettivo è ridurre la povertà nel paese, ragione per cui abbiamo dato
priorità agli investimenti nell'educazione, nella salute e per creare posti
di lavoro nel settore agrario, in quello turistico e nel settore minerario.
Il terzo obiettivo è quello di dare sicurezza all'Ecuador: sicurezza
giuridica, sicurezza sociale, sicurezza cittadina, sicurezza ambientale e
sicurezza alimentare. Ed il quarto grande obiettivo è quello di migliorare
la competitività del nostro paese, ovvero abbassare il costo dell'Ecuador,
il costo paese. Per questo abbiamo almeno cinque punti da realizzare in
Ecuador. In primo luogo dobbiamo abbassare i tassi d'interesse e, in
secondo luogo, dobbiamo importare tecnologia. Come ter!
zo punto dobbiamo ridurre alcune imposte e come quarto dobbiamo migliorare
i servizi e per ultimo ridurre il tempo, la durata dei tramiti burocratici,
amministrativi e giudiziari nel nostro paese.

[I] Voi nel vostro programma fate riferimento alla base militare di Manta
consegnata agli Stati Uniti del Nord America. In Sucumbíos si parla di
sperimentazioni del fungo transgenico fusarium oxisporum, il fungo che si
impiega nelle fumigazioni in Colombia. Qual è la sua posizione di fronte
alla sovranità nazionale e sull'ingerenza nordamericana in Ecuador?

[L] In politica internazionale, noi rispetteremo i trattati e gli accordi
firmati, eredità dolorosa del governo anteriore e dell'attuale. Noi
ovviamente per la sicurezza giuridica del nostro paese rispetteremo questo
accordo, combatteremo il narcotraffico sempre e quando si rispetti però la
finalità di questo accordo, che è, appunto, la lotta al narcotraffico.
Rispetto alla guerra della Colombia, noi abbiamo una proposta di pace che
immediatamente faremo conoscere ufficialmente al presidente Uribe, perché
dopo la Colombia, il paese più danneggiato dalla violenza, in questa
fraterna repubblica, è giustamente l'Ecuador.

[I] Tornando a processi vicini all'Ecuador: nel caso di vittoria
elettorale, quale sarebbero le differenze tra il processo venezuelano ed il
processo che si genererebbe con la sua vittoria?

[L] Direi che io e Chavez siamo due persone diverse. Io rispetto il modo in
cui si governa in Venezuela, però qui io darò priorità alla unità
nazionale. Realizzerò un governo di convergenza nazionale, dove siano
presenti gli imprenditori onesti, i banchieri onesti, dove ci siano anche i
movimenti sociali progressisti.

[I] Cos'è che gli indios dell'Ecuador guadagnerebbero con la sua vittoria
elettorale?

[L] Gli indios indigeni devono essere incorporati nello sviluppo sociale ed
economico dell'Ecuador. Gli indios non chiedono molto, chiedono ambulatori
medici, acqua potabile, latrine per le proprie comunità. E questo è un
obbligo sociale del governo con i nostri indigeni ecuatoriani. Certo loro
hanno anche diritti e doveri, come qualsiasi altro ecuatoriano. Così che
l'intenzione è quella di incorporarli in modo totale allo sviluppo sociale
ed economico dell'Ecuador.

[I] Nel saluto che ci inviò per il Movimento Indigeno Tupaq Katari, cita
parole da "Ode all'Uomo Semplice" (Oda al Hombre Sencillo) di Pablo Neruda.
Che significato ha per Lei la poesia dello scrittore cileno?

[L] Neruda parlava molto dell'uomo, della libertà dell'uomo, della
uguaglianza delle responsabilitò, dei diritti. Lui parlava molto di questi
sentimenti perfino romantici che ha l'essere umano e per tutto questo,
perché l'uomo compia il sogno e possa continuare a sognare, è fondamentale
che venga incorporato allo sviluppo sociale ed economico di un paese.
Perché l'indio, perché il negro e perché il meticcio siano mediamente
felici, bisogna dare loro una vita mediamente degna, mentre nell'Ecuador
l'80% del popolo non ha una vita mediamente degna. In questo senso,
cercherò di ridurre le disuguaglianze che esistono nel nostro paese, in
particolare contro gli indios che sono stati i più emarginati, i più
esclusi, i più sfruttati dall'epoca coloniale, ovvero da circa cinquecento
anni.

[I] Una volta scrisse al Coordinamento Latinoamericano delle Organizzazioni
del Campo (CLOC), facendo allusione agli Stati Uniti della America Latina e
dei Caraibi. Quanto lontani siamo da questo parto?

[L] Si, io continuo a sognare la possibilità che in un futuro molto vicino,
speriamo tutto il Continente Americano sia una sola Nazione, speriamo che
tutto il mondo sia un solo paese, con una sola moneta, una sola lingua, con
interessi comuni, diciamo liberi come il vento, come i pesci dell'oceano,
come le acque dei mari che non hanno bisogno di visti per andare da una
spiaggia all'altra, che non hanno bisogno di permessi per passare le
frontiere. Speriamo che si compia questo sogno.

[I] Per concludere vuole trasmettere qualcosa ai popoli del mondo che
guardano con curiosità a quanto stà accadendo in Ecuador?

[L] Voglio dirvi che qui in Ecuador c'è un uomo che sogna un paese diverso,
un paese più onesto, con maggior benessere, con democrazia, degno di essere
lasciato in eredità ai nostri figli. E per questo utilizzerò tutto
l'entusiasmo, tutta la mia vitalità, tutta la mia forza fisica e mentale
per ottenerlo nel consenso delle maggioranze dei settori della nazionalità
ecuatoriana.

[I] Citando le parle di Neruda che ama tanto, "ganaremos nosotros,
ganaremos los más sencillos" (vinceremo noi, vinceremo, i più semplici)?

[L] Così è giustamente. Questo si è già dato nel primo turno e speriamo che
anche nel secondo turno si ripeta questa frase che tanto amo di Pablo
Neruda: "ganaremos nosotros, ganaremos los más sencillos".

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