SIAMO TUTTI STRANIERI!!



Da: carta.org
 
4 giugno2002

Se il razzismo diventa legge

Raffaele K Salinari*

Siamo tutti Palestinesi in Israele, Kurdi in Turchia, Neri ad un raduno del
Ku Klux Klan, dichiarava qualche tempo fa il Sub Comandante Marcos. Da oggi
potrebbe aggiungere anche "Immigrati in Italia". La Bossi-Fini è stata
approvata questa mattina dalla Camera con 279 voti favorevoli. Tornerà in
Senato e da settembre, con ogni probabilità sarà in vigore. Tra le perle
della legge ricordiamo: il rilevamento delle impronte digitali a tutti i
migranti che chiedono o rinnovano il permesso di soggiorno, la concessione
dell'ingresso in Italia solo ai chi ha già in tasca un contratto di lavoro,
la riduzione della durata del permesso di soggiorno da due a tre anni, la
restrizione dei ricongiungimenti familiari, l'arresto per l'immigrato che
rientra in Italia dopo l'espulsione, l'aumento del trattenimento nei centri
di detenzione e la restrizione del diritto di asilo.

La decisione di prendere le impronte agli immigrati in particolare lancia il
nostro paese ai vertici delle classifiche mondiali quanto a violazione dei
più elementari diritti umani, inaugurando una nuova pagina di quella
riscrittura del diritto internazionale che lo vorrebbe sotto il "tallone di
ferro" del più forte. È questa una caratteristica connaturale a tutte le
destre, contemporanee e passate, un tratto genetico che ben mostra come ci
siano ancora profondissime differenze tra chi si batte per una civiltà
dell'inclusione e quanti propugnano il potere delle aristocrazie. Bisogna
assolutamente impedire che questa legge iniqua diventi parte costitutiva del
nostro modo di vivere e di costruire la società di domani. Schedare gli
immigrati oggi significa, lo sappiamo bene, schedare tutti i dissidenti di
qualunque tipo o colore siano, domani. Il paese più "avanzato" da questo
punto di vista, il faro Americano, si è già avviato con passi da gigante in
questa direzione, attraverso la riforma dei sistemi di sicurezza interni e
le leggi antiterrorismo.

A questo punto la risposta non può essere che popolare, un'iniziativa di
massa che metta in campo tutti i soggetti interessati a non far passare una
norma oscurantista. L'abolizione della Bossi-Fini sta al diritto
all'accoglienza come l'articolo 18 sta ai diritti dei lavoratori. Seguiamo
quindi la suggestione del Sub Comandante Marcos, prendiamo le nostre
impronte digitali e inviamole al ministro degli Interni [piazzale del
Viminale, Roma; scajola at mininterno.it] con una bella letterina: "Anche io
sottoscritto sono un Immigrato e vi trasmetto le mie impronte digitali. No
alla legge Bossi-Fini!".

*presidente Terre des Hommes International