messina all'ombra del ponte il business degli espropri



dalla repubblica.it
GIOVEDÌ 24 MARZO 2005

Imprenditori e professionisti, famiglie facoltose e appaltatori sospetti si contendono i
terreni dove sorgeranno i piloni
"Pedaggio sulla Salerno-Reggio"

Messina, all´ombra del ponte il business degli espropri d´oro

La  procura nazionale antimafia ha avviato "un´indagine conoscitiva"
Ecco i nomi di chi sta costruendo nelle zone in cui sarà realizzata una rampa
ATTILIO BOLZONI

MESSINA - Ci vogliono salire tutti sul Ponte. Anche brigando con i terreni alla punta
estrema della Sicilia. Stanno aspettando gli espropri per fare un mucchio di soldi.
«Quell´area è al centro di imponenti manovre speculative», segnalano i poliziotti della
Divisione anticrimine nell´ultimo rapporto «informativo» sugli affari che si allacciano su
questa sponda. I nomi dei signori dei lotti d´oro e dei loro soci sono tutti in fila.
Ci sono imprenditori influenti e i soliti appaltatori molto sospetti, rampolli di
facoltose famiglie della borghesia messinese, improbabili finanzieri, commercialisti,
qualche uomo politico, professori universitari. Tutti insieme in un labirinto di società,
in un incastro di sigle. Le tracce portano sempre al lago di Ganzirri, le terre dove
sorgeranno le due torri, i due giganteschi piloni del Ponte.
E´ l´inchiesta «sui tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata» nelle
attività economiche intorno alla grande opera, un´esplorazione partita nell´ottobre del
2002 e ultimata nel dicembre del 2004. Sono 3827 le imprese monitorate in Sicilia e 2500
quelle in Calabria. Sei «relazioni», migliaia di visure, centinaia di analisi di strutture
societarie, una «Banca Dati» che incamera notizie e numeri. Tutte le carte sono state
inviate al procuratore capo di Messina Luigi Croce e poi girate al procuratore nazionale
antimafia Pier Luigi Vigna. Fino ad ora sul Ponte si è sviluppata un´indagine puramente
«conoscitiva» (nessun estremo di reato individuato tranne qualche violazione urbanistica)
che è entrata però a fondo nel «contesto» messinese, città di misture pericolose, di
contiguità affaristiche.
Il primo atto formale dell´inchiesta è stata l´acquisizione del Piano regolatore generale
e delle mappe catastali. I poliziotti della task force delegata a investigare si sono
concentrati sul foglio numero 46, «la parte oggetto di esproprio per consentire
l´insediamento dei cantieri per la realizzazione dei pilastri di sostegno». E hanno
cominciato a cercare i padroni dei terreni, i titolari delle licenze edilizie più recenti.
Paradossalmente qualcuno sta costruendo proprio nei luoghi dove sarà alzata una delle
colossali rampe di cemento e acciaio.
Le prime aree scandagliate sono state quelle appartenenti al gruppo familiare
Rosa-Faranda, le prime società incontrate la «Soler» e la «Due Torri srl». Già una ventina
di anni fa avevano progettato in quella superficie un complesso immobiliare, ma a partire
dal maggio del 2000 - e cioè quando sono iniziati i sopralluoghi della «Stretto di Messina
spa» per individuare i terreni da espropriare - hanno ricominciato a scavare e buttare
calcestruzzo. Riporta un dossier: «La realizzazione del secondo complesso potrebbe essere
collegato a operazioni speculative direttamente riconducibili al Ponte». E poi: «Esistono
elementi per ipotizzare tentativi di infiltrazione da parte di associazioni mafiose in
alcune società e in riferimento alle procedure espropriative.». E ancora: «Negli assetti
societari vi è una compresenza di soggetti con possibili legami di tipo mafioso con
soggetti appartenenti all´ambiente universitario messinese o all´alta imprenditoria».
L´amministratore delle «Due Torri srl» è Renato Irrera, un personaggio che non ha molta
visibilità a Messina ma che negli ultimi due anni ha ricoperto importanti cariche
societarie. L´»identikit finanziario» di Irrera ha riservato tante sosrprese. Per esempio
è proprietario di quote dell´»Arpa Duemiladue srl» dove dentro c´è Pierluigi Cuzzocrea,
uno dei familiari del potente ex rettore dell´Università di Messina Diego Cuzzocrea. E
dentro c´è pure una società lussemburghese, la Scoha S. A.. Irrera è amministratore unico
dell´I.Co.Ge. srl, detiene anche qui quote insieme alla moglie dell´avvocato e docente
universitario Angelo Falzea. Il figlio del professore Falzea, Paolo, ha invece una delega
ad operare per conto della lussemburghese Scoha S. A.. Poi Irrera è presidente del
consiglio di amministrazione della So.Ge.T.Im.. Le altre cariche sociali di questa
So.Ge.T.Im. sono ricoperte da nomi che contano, a Messina.
Uno è quello di Vincenzo Cambria, il figlio di Francesco, lo storico socio dei cugini
mafiosi Nino e Ignazio Salvo nelle esattorie siciliane. Un altro è quello di Carlo
Borella, imprenditore del movimento terra «al centro di numerose vicende giudiziarie per
gli appalti pubblici». Il terzo nome è quello di Salvatore Cacace, commercialista famoso,
legami solidi negli ambienti politici e una dimestichezza antica per le operazioni in
campo immobiliare. Il capitale sociale della «So. Ge. T. Im» è diviso tra la
lussemburghese Scoha S. A., la Cambrifin dei Cambria, la Iniziative Immobiliari srl dove
tra i titolari delle quote sociali c´è sempre quel Carlo Borella del movimento terra. Una
tela, un nodo.
Nelle sei «relazioni» sul Ponte si fanno altri collegamenti: «Non può essere ignorata la
circostanza che presso la stessa sede sociale della Due Torri c´è anche la Compagnia
Alberghiera Turistica Cat spa che ha in gran parte i medesimi rappresentanti dell´ormai
cessata Soler con l´integrazione di altri soggetti». E si indica un nome: «Presidente del
consiglio di amministrazione è dal 1996 Rosario Pizzino, attuale segretario provinciale
del Nuovo Psi, strettamente legato al segretario regionale Giovanni Cesare Ricevuto detto
Nanni». Dal 30 dicembre del 2004 Nanni Ricevuto è nel governo Berlusconi come
sottosegretario alle Infrastrutture.
Nei dossier si ricostruiscono due nuove lottizzazioni intorno al lago di Ganzirri per
arrivare poi alla Trade Immobiliare srl, una società dei Franza, il più famoso gruppo
d´affari di Messina, costruttori sotto il regime democristiano e vicinissimi all´allora
ministro Nino Gullotti, sono diventati in seguito anche armatori. In compagnia dei
Matacena di Reggio, detengono praticamente il monopolio dei traghetti privati sullo
Stretto. E infine si sono scoperti imprenditori del turismo. Molti i loro alberghi in
Sicilia, qualcuno al nord. E´ dei Franza anche il Messina calcio. Della Trade Immobiliare,
nei rapporti sul Ponte c´è scritto: «L´attività di accertamento ha fatto emergere il suo
inserimento all´interno di un importante gruppo imprenditoriale la cui analisi costituisce
elemento conoscitivo, imprescindibile alla luce dei forti interessi, sia pur
legittimamente perseguibili, connessi alla realizzazione della grande infrastruttura». La
società dei Franza è proprietaria di terreni «su un´area soggetta a possibile esproprio».
E´ un fondo di quasi 26 mila metri quadri in località Pozzicello. Lì stavano tirando su
anche un edificio residenziale. La concessione edilizia è stata però revocata due anni fa.
L´indagine «preliminare» esamina alla fine la compravendita di cave, impianti di
calcestruzzo, ditte di trasporto. E segue anche il percorso societario della Merchant Bank
del Mediterraneo, una sorta di agenzia di consulenza per la fusione di aziende. La
presidente è Isidora Siracusa, una signora che qualche anno fa è finita in una vicenda
molto vischiosa. Aveva relazioni con «personaggi di spicco del mondo politico ed economico
in ambito locale e nazionale», contatti per concludere operazioni finanziarie all´estero
«tali da far presupporre l´esistenza di un´organizzazione finalizzata al riciclaggio».
Prima ancora delle ruspe, ecco dove sta scavando l´inchiesta sul Ponte dei miracoli.