raccolta differenziata della carta i problemi i programmi



da ecodallecittà.it
lunedi 4 ottobre 2004

Carta, la parola ai "rifiutologi"

Proviamo a chiedere a tre noti esperti del settore di indicarci i momenti di
difficoltà di una raccolta che si crede molto avanzata. Risultato: si deve
migliorare!. E le utenze non domestiche.
Abbiamo chiesto a tre riconosciuti esperti "rifiutologi" di spiegarci i
problemi della raccolta differenziata della carta, quali bacini ancora sono
sfruttabili, e come farlo. Dopo una serie di inchieste su situazioni
specifiche, passiamo oggi ad uno sguardo panoramico, ad una veduta d'insieme
sul "mondo della carta".
Ne esce una situazione che, sebbene la raccolta carta sia quella attiva da
più tempo e, conseguentemente quella più redditizia, presenta ampie
possibilità di miglioramento. "Andando a lavorare sulle utenze non
domestiche - concordano gli intervistati - che producono più del 50% della
carta italiana, e che, troppo spesso non raccolgono differenziatamente".

Andrea Cirelli "Il punto dolente sono le utenze non domiciliari"

Parla l'ex direttore di Federambiente, attuale responsabile dell' Autorità
per la vigilanza dei servizi idrici e di gestione dei rifiuti urbani della
Regione Emilia Romagna

Ing. Cirelli, qual è lo stato della raccolta carta in Italia?
Partiamo da alcune nozioni ovvie. Nella composizione merceologica dei
Rifiuti Solidi Urbani (RSU), circa un quarto, ovvero il 25%, è composto da
carta. E questa percentuale subisce variazioni di piccola entità, qualunque
sia la zona o la realtà geografica e sociale italiana presa in esame.
Con questo voglio dire, per sgomberare subito il campo da alibi, che non è
vero che esistano difficoltà gestionali nella raccolta in base alla
localizzazione geografica della realtà presa in esame. Per altri materiali,
queste potrebbero essere giustificazioni valide, non per la carta. Detto
questo, la raccolta della carta ha ancora grossi margini di miglioramento,
che devono essere sfruttati.
Come agire, dunque?
Credo che sia quasi necessario superare gli obiettivi generici del Decreto
Ronchi. Così come è stato fatto dal Conai, si devono fissare obiettivi
specifici per ogni materiale anche nei piani di gestione dei rifiuti
comunali, provinciali e regionali. Perché se qualcuno raggiunge la
percentuale del 35% di differenziata solo con il vetro, a mio parere non è
un virtuoso.
E credo che l'obiettivo per la raccolta differenziata della carta si debba
assestare attorno al 50/60% dell'immesso.
Faccio l'esempio dell'Emilia Romagna. La regione ha una media di Raccolta
Differenziata pari a circa il 30%, ma l'obiettivo specifico sulla raccolta
carta, non sarebbe raggiunto in nessuna provincia: si oscilla fra il 20 e il
40%. Questo anche perché alcune province hanno privilegiato altri materiali,
ad esempio il vetro, ottenendo altre e più alte percentuali di
intercettamento.
Quali i metodi più adatti, dunque per intercettare maggiori quantità di
carta?
Credo che si debba portare avanti la strategia dell' "anche" e non quella
dell' "oppure". Mi spiego meglio: in Italia stiamo assistendo a una
divisione netta fra i sostenitori della raccolta porta a porta e coloro che
invece la avversano. Io non mi voglio schierare né con gli uni né con gli
altri: il tema dell'ambiente è così complesso che dobbiamo sparare tutte le
cartucce in nostro possesso. Quindi ci devono essere le isole ecologiche,
con relativi premi al diligente cittadino che si carica l'auto di carta per
andare a conferirla; ci deve essere il cassonetto stradale, perché il
cittadino devo avere la possibilità di differenziare i piccoli rifiuti anche
per strada, senza doversi riempire le tasche di scontrini per poi gettarli
nel sacchetto giusto che tiene in casa; ci deve essere un puntuale sistema
di raccolta porta a porta, obbligatorio per le utenze non domestiche.
Porta a porta obbligatorio per le utenze commerciali, dunque?
Si, necessariamente!
Dobbiamo finirla di prendercela con le famiglie. E' necessaria, invece, un'
azione forte sul settore delle utenze non domestiche: il 50% della carta non


è nelle abitazioni private, ma negli uffici, nei negozi, nelle botteghe! Per
questo se Maometto non va alla montagna, la montagna deve andare da
Maometto: è necessario un nuovo modo di programmare le raccolte
differenziate, puntando decisamente sulle utenze non domestiche.
Prevedendo incentivi e penalizzazioni?
Certo, prevedendo incentivi e penalizzazioni. E facendo una grossa
operazione culturale a monte, perché su questi temi il cittadino non ha
ancora una cultura economica. Se io le chiedo quanto costa un cellulare, un
chilo di pane, un'auto, lei sa darmi una risposta. Non altrettanto se le
chiedo quanto costa smaltire un chilo di rifiuti. Non abbiamo ancora un'idea
del valore e del prezzo. E non abbiamo idea di quali siano i materiali più
pregiati. E' ora che si introducano i concetti del valore e del giusto
prezzo, anche all'interno dei temi ambientali.
E proprio in base a questi concetti, si stabiliscano incentivi e
penalizzazioni economiche nei confronti di chi non conferisce separatamente
la carta: è giusto che una banca, tanto per fare un esempio, paghi
profumatamente la non corretta gestione delle grandissime quantità di carta
che produce quotidianamente.

Guido Viale: "Legare le convenzioni ai risultati. Ecco perchè le cooperative
sociali funzionano meglio

Dott. Viale, qual è lo stato di salute della raccolta differenziata della
carta in Italia?
Indubbiamente la raccolta della carta, nell'ambito di tutte le raccolte
differenziate, è quella che ha dato i risultati migliori, assieme alla
raccolta vetro. Probabilmente perché sono le due tipologie merceologiche che
vengono raccolte in maniera differenziata da più tempo, sicuramente per le
caratteristiche dei due materiali: non deteriorabili, facilmente divisibili
dagli altri, pesanti.
Detto questo, bisogna sottolineare come, per arrivare all'optimum ci sia
ancora molta strada da fare: bisognerebbe almeno raddoppiare le quantità
attualmente raccolte.
Dove bisogna intervenire, dunque, per raggiungere l'optimum?
Sarà ovvio, ma innanzitutto nel mezzogiorno, dove tutta la raccolta
differenziata è a livelli bassissimi. E poi, bisogna intervenire
pesantemente negli uffici e nelle utenze non domestiche, dove si creano i
maggiori quantitativi di carta. Penso in particolare a Roma, dove sono per
lavoro almeno una volta a settimana. E' necessario studiare una metodologia
puntuale per la raccolta negli uffici, ma non solo in quelli grandi e
grandissimi, anche in tutti quelli piccoli sparsi su tutto il territorio
cittadino.
Si riferisce a una metodologia in particolare?
Beh, un esempio che conosco e che funziona decisamente bene è quello del
Progetto Cartesio a Torino. È la ditta incaricata di raccogliere la carta
che contatta i vari uffici e, insieme ai responsabili trova la soluzione più
giusta per la realtà presa in analisi: cestini dedicati ogni scrivania,
contenitori di raccolta al piano ed eventualmente anche per tutto lo
stabile. Ma è ovvio che non bastano le infrastrutture per far sì che il
progetto funzioni: ci vuole anche la collaborazione da parte degli
impiegati.
E, tornando all'esempio di Roma, cosa manca per una buona raccolta
differenziata? Le infrastrutture o la collaborazione?
Beh, io spesso vedo le signore delle pulizie degli uffici trascinare fuori
dagli uffici enormi sacchi neri di indifferenziato. Ora, non basta mettere
il cestino dedicato alla raccolta carta, se poi non c'è un accordo fra
responsabili dell'ufficio e ditte di pulizia. Io posso raccogliere la carta
tutta in un cestino, ma se questo viene svuotato nel sacco nero dell'
indifferenziato.
La soluzione, potrebbe dunque essere un "Cartesio" Romano?
Beh, Cartesio o chi per esso. Credo però che sia ormai chiaro che i
risultati in termini di raccolta differenziata si raggiungono molto più
facilmente dove l'impresa è in qualche modo legata ai risultati raggiunti. E
mi spiego meglio: Cartesio raccoglie molto perché è legata a delle quantità
minime che, se non vengono raggiunte, prevedono penali o, addirittura la non
conferma della convenzione. Ma parlo di Cartesio perché è un esempio che
conosco bene. Non accade altrettanto, ad esempio per le aziende
municipalizzate. Ecco perché, probabilmente è meglio esternalizzare il
servizio, affidandolo a cooperative sociali.

Duccio Bianchi (Ambiente Italia): "Tariffazione mirata e informazione ad hoc
per le utenze commercia

Dott. Bianchi, qual è lo stato della raccolta carta in Italia?
Diciamo che potrebbe essere migliore.
Percentuali che, secondo lei dunque potrebbero e dovrebbero migliorare.
Certo, e percentuali che variano troppo a seconda del valore commerciale
della carta.
In che senso, scusi?
Penso ai grossi uffici privati che producono molta carta. Nel momento in cui
questa carta assume un valore di mercato abbastanza alto, hanno tutta la
convenienza a dare la propria carta a chi gliela paga, sottraendola, quindi
ai circuiti della raccolta differenziata.
Ma non saranno certo solo questi i problemi della raccolta differenziata
della carta.
Ovviamente no. Diciamo che ci sono tre ordini di problemi. Innanzitutto le
utenze commerciali medio grosse. Penso a studi di commercialisti, a istituti
di ricerca come il nostro. Faccio un esempio che conosco bene: fuori alla
sede di Ambiente Italia ci sono 4 bidoni, e 3 sono per la carta. Questo per
dare un'idea della proporzione. Differenziando con attenzione la carta, si
arriva quasi ad annullare i rifiuti indifferenziati di un ufficio.
E non lo si fa?
Beh, questi uffici non sono incentivati a farlo, tanto pagano una tassazione
al metro quadro. Ci si affida al "senso civico". Evidentemente bisognerebbe
passare a una tariffazione mirata. E nel contempo attivare una campagna
informativa ad hoc.
Quali sono, gli altri problemi?
In qualche modo legato al precedente è il problema dell'organizzazione della
raccolta specifica nei grandi centri. Ora: le performance di raccolta
differenziata sono da sempre superiori nei piccoli centri e nei piccoli
comuni. Ma questo, anche se ormai è dato per scontato, non lo è per nulla.
Evidentemente, bisogn trovare la quadra e risistemare i sistemi di raccolta.
Manca il terzo problema.
Il terzo problema grosso è la situazione del Sud Italia. Ma in questo caso
non si tratta più di una specifica della carta, ma della raccolta
differenziata in genere, che al Sud non è partita, oppure è partita a
rilento.