i mali delle città



da lanuovaecologia.it

Venerdì 4 Giugno 2004

EUROPA|100 milioni di persone a rischio

Mal di città

MilanoL'Italia è fra i paesi dove i cittadini sono più esposti a sostanze
dannose. Ma nel Vecchio continente preoccupa anche l'aumento dei rifiuti. E
le ricadute economiche dei mutamenti climatici ammontano a 10 miliardi di
euro l'anno /

Il rapporto Segnali 2004

L'ambiente europeo è sempre più inquinato e la situazione si fa preoccupante
soprattutto nelle città, dove oltre 100 milioni di persone sono esposte a
concentrazioni eccessive di sostanze dannose. Lo afferma l'Agenzia europea
per l'ambiente (Eea) nel suo rapporto Segnali 2004, che analizza i
principali indicatori sulla salute dell'ecosistema europeo. Il documento
pubblicato
sottolinea soprattutto gli aumenti delle sostanze inquinanti e dei rifiuti
prodotti dall'attività umana, lanciando l'allarme anche per i segni sempre
più evidenti delle conseguenze di cambiamenti climatici (aumento della
temperatura media, riduzione dei ghiacciai e allungamento delle stagioni
calde e secche) che rischiano di avere conseguenze disastrose.

METROPOLI A RISCHIO
Concentrazioni elevate di ozono e polveri sottili a livello del suolo sono
la causa di problemi di salute soprattutto nelle città. Nonostante una
riduzione delle emissioni pericolose, troppi abitanti dei centri urbani
rimangono esposti a livelli di inquinamento superiori alla soglia di
sicurezza per la salute umana. Un dato ancor più preoccupante se si pensa
che secondo le stime entro il 2020 l'80% degli europei abiterà in
agglomerati urbani. In particolare, oltre il 45% della popolazione urbana è
esposta a dosi eccessive di polveri sottili e oltre il 30% a concentrazioni
di ozono superiori a quelle minime consentite. Negli anni compresi tra il
1996 e il 2001, il numero di abitanti delle città esposti a livelli
eccessivi di sostanze dannose è raddoppiato, passando da 51 a 103 milioni di
persone.

ITALIA RECORD
I dati dell'Agenzia di Copenaghen indicano che l'Italia è in media il paese
europeo in cui si registra la maggior percentuale di popolazione delle città
esposta a elevate concentrazioni di sostanze inquinanti. In Italia il 100%
della popolazione urbana è esposta a soglie elevate di ozono, oltre il 90%
alle polveri sottili e più del 50% al biossido di azoto. Percentuali di
esposizione particolarmente elevate si registrano anche in Grecia e in
Spagna.

ALLARME RIFIUTI
I dati suggeriscono che il volume dei rifiuti - soprattutto quelli
industriali e da imballaggio, ma anche quelli domestici - continua a
crescere ed è aumentato dal 7% nell'Ue tra il 1997 e il 2001. Si prevede che
l'aumento continuerà anche nei prossimi anni creando seri problemi: «Le
tendenze generali nel campo della produzione di rifiuti sono insostenibili -
osserva l'Eea - e gli attuali strumenti politici sono inadeguati». L'Italia,
dopo Francia e Irlanda, è tra i paesi che generano il maggior numero di
chilogrammi di rifiuti da imballaggio pro capite, e ha fatto registrare un
aumento sensibile tra il 1997 e il 2001, passando da poco più di 160 a oltre
180 kg a persona. Parigi e Dublino sono gli unici a superare i 200 kg.

COSTI ANCHE ECONOMICI
Secondo gli esperti europei, i segni del cambiamento climatico stanno
aumentando, sia sulla terraferma che negli oceani e il loro impatto rischia
di essere ancora più grave nei prossimi decenni. Il rapporto calcola in 10
miliardi di euro l'anno le perdite subite dall'Europa a causa di eventi
legati ai cambiamenti climatici quali alluvioni, tempeste e siccità. Tra i
segnali più inquietanti, il rapporto indica l'aumento costante della
temperatura europea dal 1900 ad oggi (0,95 gradi, superiore alla media
mondiale), il progressivo scioglimento dei ghiacciai (quelli alpini hanno
perso il 20-30% dei loro ghiacci dal 1980 in poi), e l'aumento medio della
durata delle stagioni calde e secche (calcolato in circa dieci giorni) che
ha riflessi sulla disponibilità di risorse idriche e sulla crescita di
numerose specie vegetali.