inceneritori e diossine ultime dal fronte



dal mattino.it
Lunedì 24 Novembre 2003

IL DISASTRO
AMBIENTALE

ENRICO FERRIGNO
«In Campania il problema della contaminazione da diossina è molto più grave
che nel resto dell'Europa». A lanciare l'allarme è stato ieri mattina in
occasione di una manifestazione, organizzata ad Acerra dal Comitato
anti-inceneritore e da Greenpeace, il professor Paul Connet, uno dei massimi
esperti mondiali dei pericoli derivanti dalla combustione dei rifiuti. Il
docente dell'Università di Saint Laurence di Canton nello stato di New York
ci va duro sui dati dell'inquinamento registrati nel Napoletano che
oscillano tra i 9 ed 12, con punte di oltre 30 picogrammi di diossina
presenti nel latte bovino e ovino.
«Sono state cifre ben più basse a far scattare l'emergenza in alcuni paesi
dell'Europa e questo perché la presenza di diossina nel nostro organismo può
provocare mutazioni ai danni dei nascituri, dello sviluppo mentale e della
funzionalità del sistema immunitario», ha spiegato Paul Connet nel
sottolineare che «in una situazione così drammatica non si può pensare di
costruire anche un inceneritore per i rifiuti urbani».
Nella sala del Castello baronale affollata da oltre trecento persone cala il
silenzio e tutti gli occhi sono puntati verso lo schermo su cui appaiono
cifre e grafici. Secondo i dati forniti dal professor Connet, il tetto
massimo di diossina registrato nel '99 in Europa è presente in Danimarca con
«appena» 2,27 picogrammi. E quando in Olanda è scattata l'emergenza,
racconta Connet, il governo per abbattere i 12 picogrammi di diossina per
oltre cinque anni ha estratto e termodistrutto la parte grassa del latte. E
ancora: in Germania è vietato mettere in commercio il latte contaminato da
cinque picogrammi di diossina e c'è l'obbligo di accertare le fonti
d'inquinamento. Sotto accusa sono finiti i roghi di rifiuti che
quotidianamente vengono appiccati nelle campagne, ma anche le scorie
prodotte dai processi di lavorazione delle industrie chimiche che avrebbero
determinato l'insorgere di un' emergenza drammatica. Decine di migliaia di
capi di bestiame contaminati dalla diossina e finiti sono sotto sequestro
nel Casertano e nel Napoletano. Non solo: i campioni di latte bovino e ovino
vengono analizzati con grave ritardo.
«Queste cifre dovrebbero escludere completamente l'idea di costruire un
inceneritore: nella combustione si producono gas acidi che sono facili da
abbattere fatta eccezione per l'ossido di azoto che incide negativamente
sull'apparato respiratorio, ma anche metalli tossici, diossine e furani che
non si possono distruggere e che finiscono direttamente nell'aria o nelle
ceneri», ha ribadito Connet nell'indicare come unica strada da seguire per
lo smaltimento, il riciclaggio dei rifiuti. «Da alcune indagini effettuate
dall'Arpac e misteriosamente secretate sono state individuate tre aree a
grande rischio diossina, tutte concentrate nelle vicinanze di Acerra», ha
rivelato il consigliere regionale di Rifondazione Comunista Franco Specchio.
«Vogliamo una nuova valutazione di impatto ambientale che tenga conto del
territorio», ha chiesto Tommaso Esposito del comitato anti-inceneritore.
«Acerra è la seconda Seveso e la Regione su questo è del tutto assente», ha
accusato il sindaco Michelangelo Riemma. «Noi chiediamo di non morire per
mano degli uomini visto che la vita è un dono di Dio», ha ammonito il
vescovo Giovanni Rinaldi. Alla manifestazione hanno partecipato anche
Vittoria Polidori di Greenpeace e Rossano Ercolini della rete nazionale
contro l'incenerimento dei rifiuti.