inchiesta sull'acqua



inchiesta sull'acqua
 
da altroconsumo di maggio 2003
 
Da ALTROCONSUMO di Maggio 2003
 
Inchiesta acqua potabile: l'acqua delle città non ha niente da invidiare alle più costose minerali

La qualità è mediamente buona, o accettabile, ma solo l’1% viene usata per bere o per cucinare: dei 200 litri a testa di acqua corrente potabile che ogni giorno consumiamo in Italia, il resto se ne va in usi di altro tipo, compresi gli sprechi.

In una nuova inchiesta, dopo quella del 1998, l’associazione indipendente di consumatori Altroconsumo ha analizzato l’acqua potabile di 16 città italiane, con prelievi presso fontanelle pubbliche, fin dove, cioé, l’acquedotto è responsabile della qualità del prodotto distribuito.

Le analisi dei campioni di acqua presso laboratori specializzati avevano come obiettivo l’individuazione di eventuali sostanze indesiderate o dannose per la salute.

Nel complesso lo stato di salute dell’acqua degli acquedotti è accettabile, con punte di qualità a Reggio Calabria, Bergamo, Bologna e Roma. La situazione peggiore è a Palermo, dove l’acqua del prelievo fatto alla stazione ferroviaria è fuorilegge per l’eccessiva concentrazione di nitrati. Qualche sostanza inquinante minaccia falde e pozzi di Milano, Torino, e, in misura minore, Brescia. Dunque l’acqua negli acquedotti delle città italiane è mediamente buona, potabile, ma va difesa e migliorata.

Per verificare la differenza tra l’acqua potabile e le acque minerali, più costose (il rapporto è in media 1 a 500) e, secondo i messaggi pubblicitari, con caratteristiche superiori, sono state analizzate anche 5 acque minerali, mettendo a confronto parametri quali calcio, sodio, durezza e residuo fisso. Risultato? La composizione dell’acqua di rubinetto è del tutto comparabile con quella delle minerali.

L’indagine integrale, con i risultati città per città, è pubblicata sul numero di maggio della rivista omonima.

L’inchiesta di Altroconsumo cade in un momento di transizione legislativa: il 25 dicembre 2003 andrà in pensione la normativa che attualmente disciplina l’acqua destinata al consumo umano, e verrà introdotta la nuova legge che regolerà finalmente, oltre all’acqua di rubinetto, anche l’acqua non minerale imbottigliata (la cosiddetta “acqua da tavola o “acqua da bere”) e quella distribuita in boccioni.

Per Altroconsumo è positivo che la nuova normativa, per esempio, preveda un limite unico per minerali, metalli e sostanze inquinanti. Negativo, invece, il giudizio sul fatto che per altre sostanze siano stati ignorati i valori guida e rimanga il più permissivo limite massimo: è il caso dei nitrati, la cui concentrazione massima ammissibile (50 mg/l) non è stata abbassata, nonostante i nitrati siano dannosissimi per neonati e donne incinte.