il futuro dell' hi-tech



dal corriere. it

lunedi 16 giugno 2003


Il futuro dell'hi-tech


Il mercato ripartirà solo da tecnologie utili

Maurizio Dècina: «In arrivo una nuova rivoluzione radio, il Wi-Fi è solo l'
inizio». Elserino Piol: «Ma senza applicazioni facili non si andrà lontano»


La nuova frontiera? Le tecnologie per trasferire dati ad alta velocità
tramite onde radio, come il Wi-Fi: il sistema che permette la connessione a
Internet senza fili di computer portatili in aree pubbliche come aeroporti o
alberghi. Appena sbarcato in Italia, il Wi-Fi può rappresentare la saldatura
tra le reti di comunicazione fissa e quelle mobili ma già suscita polemiche
feroci ed entusiasmi misti. Così, mentre c'è chi spera in ripercussioni
positive per i mercati finanziari, altri avvertono che è bene pensare prima
a modelli di business in grado di produrre reddito. Anche perché è ancora
aperta la scommessa lanciata da H3G (3) sul successo dei videotelefonini. In
70 giorni, al 31 maggio, 3 ha superato i 100 mila abbonati e dichiara che, a
valore, i suoi clienti pesano per il 40% dei nuovi contratti stipulati nel
periodo. Nel frattempo, comunque, i business nati sotto l'ombrello di
Internet e sopravvissuti allo sboom in forza di valenze reali di mercato si
stanno consolidando e affidano la crescita futura alla diffusione della
banda larga (Adsl, fibra ottica e Wi-Fi appunto). «Dopo Internet, siamo alle
soglie di una nuova ondata di crescita rivoluzionaria basata sulla
tecnologia delle comunicazioni via radio che si protrarrà per tutto il
decennio - assicura Maurizio Dècina, docente al Politecnico di Milano -.
Oltre al Wi-Fi, che diventerà una tecnologia pervasiva, c'è l'Ultra wide
band (Uwb), che permette la trasmissione dati su tutto lo spettro radio,
senza disturbare le emissioni radio esistenti. Per il 2003 la
sperimentazione è consentita alle agenzie federali Usa, ma ci sono oltre
cento vendor che stanno testando chip per questa tecnologia e Intel ha
annunciato una velocità di trasferimento di 400 Mbit/s a una distanza di 10
metri. Siamo agli albori, ma già il prossimo anno l'Uwb arriverà in Europa».
La terza tecnologia su cui puntare è la Radio frequency identification
(Rfid), che sostituirà i codici a barre. «Si tratta di etichette
intelligenti, ossia micro-computer che costano qualche centesimo di euro -
spiega Dècina -. Si applicano ai prodotti e si può leggere e scrivere nella
loro memoria a distanza di decine di metri e senza bisogno di batterie. E'
una tecnologia avanzatissima e nel 2002 sono stati venduti 900 milioni di
pezzi. La rivoluzione è iniziata, ma pochi se ne sono accorti».
Meno entusiasta è Elserino Piol, pioniere del venture capital nell'hi-tech.
«Il futuro non lo si vende più con la facilità di un tempo - dice -. Con
Internet si è detto: partiamo e poi troveremo il modo di guadagnare, ora
siamo tutti più cauti e prima vogliamo capire i modelli di business. Vale
anche per il Wi-Fi, in cui credo». Per Piol, i prossimi anni non saranno
caratterizzati da aspetti tecnologici in senso stretto ma dal problema
applicativo. «La tecnologia ha superato le capacità del pubblico a
utilizzarla. Per questo vedo la ripresa vicina e con pochi rischi nei
prodotti e applicazioni per le aziende ma temo che nell'area consumer, oggi
in grosso fermento, ci saranno morti e feriti. Il rischio è che la
complessità dei nuovi oggetti tecnologici limiti il loro uso ai pionieri e
non li faccia sfondare sul mercato di massa». Quanto al Wi-Fi, secondo Piol
renderà possibile l'estensione della banda larga ad aree in cui l'
investimento iniziale per la cablatura non sarebbe giustificato. «E' una
soluzione ponte: poi, quando la base clienti lo giustificherà, si potrà
cablare».
Di parere diverso è Emanuele Angelidis, amministratore delegato di e.Biscom
e Fastweb, che usa la fibra ottica e l'Adsl per portare Internet veloce e tv
interattiva nelle case di sette città. «Il Wi-Fi lo forniamo ai clienti
residenziali o per creare punti di accesso alla clientela di strutture da
noi collegate con fibra, come un albergo o un aeroporto, ma ho riserve circa
il uso allargato - sostiene -. Per fornire davvero bene Internet veloce e tv
interattiva ci vuole la fibra o l'Adsl, che però noi vediamo come una
soluzione ponte». Pur con una base clienti limitata a 213.000, nell'ultimo
anno Fastweb ha visto raddoppiare la domanda di servizi video. Dice
Angelidis: «E' il mercato del futuro quello da cui ci aspettiamo di più».
Da parte sua Vincenzo Novari, amministratore di H3G, annega la soddisfazione
per come sta andando la sfida dell'Umts, con la rabbia per il modo in cui è
partito il Wi-Fi. «Abbiamo fatto ricorso all'Autorità per abuso di posizione
dominante da parte di Telecom, che ha lanciato il Wi-Fi gratuito per i suoi
abbonati Adsl - annuncia -. Ma Megabeam, la società per il Wi-Fi di Telecom
Italia, non doveva essere separata e indipendente? Il Wi-Fi doveva essere la
libera e perfetta concorrenza: ci hanno preso in giro, perché è sviluppato
in modo che Telecom Italia estenda il suo monopolio». Per H3G, che ha
chiesto la concessione per attivare i cosiddetti «hot spot» a Roma e Milano,
il Wi-Fi è complementare all'offerta dell'Umts. «Ma - avverte Novari - il
modello di business è ancora da definire, e il Wi-Fi ha ancora problemi
tecnici e di sicurezza».
Quanto all'ipotesi che il Wi-Fi sia l'applicazione «killer», a raffreddare
le aspettative è Bruno Murari, di STMicroelectronics. «Non credo che nel
breve ci sarà alcuna killer application, non ci sono i sintomi. Il punto è
che la rivoluzione digitale ha portato a prodotti potenti ma troppo
complessi, ora bisogna pensare alle esigenze del mercato. Cio che serve è
sviluppare interfaccia semplici: solo allora il mercato si amplierà. Sempre
tenendo a mente che la richiesta deve venire dal mercato e non da chi dice:
ho una tecnologia, ora la vendo».

Giovanni Paci