inquinamento e congestione proposte



da issi.it     

Mobilità e inquinamento 
“Inquinamento e congestione: proposte per una mobilità sostenibile nelle
città”
Roma febbraio 2002
Proposte per una mobilità sostenibile
di Edo Ronchi
 

La gestione della mobilità va affrontata in modo integrato, tenendo conto
di tutti gli aspetti, non solo dell’inquinamento locale, che è poi quello
meno complesso da affrontare con l’aiuto delle tecnologie. L’incremento dei
gas di serra, prodotto diretto dell’inquinamento da traffico, è tenuto poco
in considerazione ed invece è preoccupante; così come il rumore, un
problema serio per milioni di persone che abitano lungo le strade delle
grandi città e la questione della sicurezza stradale: una parte consistente
dei morti e dei feriti per incidenti stradali avviene in città.

C’è, poi, il tema della congestione, che resterebbe anche usando
l’idrogeno; e quello della vivibilità delle città, che si sta perdendo: le
città a misura d’auto espellono i cittadini dalle piazze, dalle strade, dai
punti di incontro.

Un approccio globale richiede una strategia coerente, mirata a gestire in
maniera sostenibile la mobilità nel territorio urbano e metropolitano. Mi
pare utile, per attuare una strategia coerente, fare riferimento all’elenco
delle misure prese in esame dal Working Group n.5 del progetto Autoil 2
dell’UE, che individua come punti centrali: la gestione del traffico, il
trasporto pubblico e quello non motorizzato, il trasporto merci in città,
le misure di tariffazione, l’accessibilità e l’uso del territorio,
l’influenza sui comportamenti di mobilità.

Per stabilire una strategia di gestione della mobilità è necessario partire
dai piani urbani del traffico, affrontando la questione del rapporto tra
Regioni e Comuni: alle Regioni il compito di tracciare le direttrici
generali, ma senza prescindere dai Comuni, che hanno un ruolo
insostituibile nella gestione della mobilità, vivendo concretamente il
problema: limitarsi alla gestione delle emergenze non è sufficiente, senza
il coinvolgimento delle amministrazioni locali non è possibile affrontare
la questione nella sua complessità.

Risulta evidente la necessità di una strategia chiara: per esempio, è
contraddittorio affermare di voler gestire la mobilità e poi non limitare
l’uso dell’auto privata ormai giunto a livelli insostenibili.

La limitazione dell’uso dell’auto privata è una scelta ineludibile: il mix
di misure da prendere ruota attorno a questo obiettivo centrale. In primo
luogo, occorre favorire la concorrenza del mezzo pubblico, mettendo in
condizione di minor favore la circolazione delle auto.

In secondo luogo, va affrontato il tema dei parcheggi: l’incremento dei
parcheggi porta l’incremento del traffico in città. Va sviluppata, inoltre,
una limitazione degli accessi delle auto, con zone chiuse al traffico in
modo permanente e con altre zone chiuse in certi orari ed a certi mezzi.

E’ importante che siano incrementate le linee di mobilità dedicate e
protette per i mezzi collettivi, così da scoraggiare l’uso dell’auto privata.

Queste misure darebbero certamente risultati importanti.

Anche la sperimentazione delle domeniche ecologiche si poneva nell’ottica
di influenzare i comportamenti ed abituare i cittadini a limitazioni
dell’uso dell’auto che devono diventare permanenti ed ad un maggior ricorso
al mezzo collettivo.

Il punto rilevante evidenziato dal Working Group UE riguarda il trasporto
pubblico ed il trasporto non motorizzato (in bici ed a piedi). Va data
priorità al trasporto pubblico, come punto qualificante di una strategia
coerente, evitando errori del passato, come quello di eliminare i tram a
vantaggio dell’auto.

La priorità al trasporto pubblico si ottiene con le linee protette, la
comodità dei mezzi, frequenze adeguate, informazioni e tariffe contenute
(internalizzando i vantaggi del trasporto pubblico).

Andrebbe, inoltre, promosso e sperimentato il Road-pricing, la tariffazione
degli ingressi, i cui proventi vanno direttamente investiti nel trasporto
pubblico, migliorando il servizio e riducendo i costi. E’ possibile
limitare l’iniquità potenziale di una tariffa non proporzionale al reddito,
che potrebbe sfavorire i ceti meno abbienti, attraverso un effettivo
miglioramento del servizio e finanziando con i suoi proventi tariffe
agevolate per i mezzi pubblici.

Queste misure possono trovare un largo consenso tra i cittadini. Va fatta
una scelta netta a favore della tariffazione della mobilità privata,
andando oltre le incertezze che hanno caratterizzato questi ultimi anni.

Va, inoltre, regolato, il trasporto merci in città, che incide fino al 20%
sull’inquinamento e la congestione ed è destinato ad aumentare. E’
necessario arrivare ad una regolamentazione, con orari e modalità ben
determinate ed organizzate.

La consapevolezza degli impatti effettivi della mobilità è molto bassa: la
gente è stufa del traffico, ma le conseguenze sanitarie dell’inquinamento
sono poco conosciute o poco credute. In presenza di comportamenti più
intelligenti e più consapevoli non sarebbe risolto il 100% del problema, ma
una buona quota certamente.

Occorre una buona campagna di informazione e la messa a punto di strumenti
in grado di influenzare i comportamenti di mobilità dei cittadini.

Influenzare i comportamenti di mobilità dovrebbe essere parte di una
politica di mobilità, come sostiene anche l’UE. Una Amministrazione locale
dovrebbe avere tra i suoi compiti quello di scoraggiare l’uso dell’auto, di
favorire il trasporto pubblico, contribuendo a creare un sistema di
mobilità maggiormente sostenibile.

L’industria, a fronte di una domanda di mobilità più sostenibile e più
intelligente, troverebbe il modo per fare affari anche con questa.

Misure mirate per eliminare le auto più vecchie possono essere utili, a
condizione che le nuove auto rispettino condizioni di elevate prestazioni
ambientali.

E’ chiaro che, da sola, tale misura non è risolutiva.

Le tecnologie, dei carburanti e delle auto, non sono in grado di risolvere
la congestione del traffico; ma anche le tecnologie hanno il loro impatto e
non è possibile ignorarle.

Le auto ad idrogeno sono una prospettiva interessante. Non dimentichiamo,
però, che l’idrogeno per ora si ricava dai fossili, per produrlo è
necessario consumare fossili, producendo CO2.

E’ meglio concentrare la produzione di combustibile, piuttosto che avere
milioni di punti di produzione di inquinamento. Resta il fatto che
l’idrogeno ricavato dai combustibili fossili, non è una soluzione effettiva
e non ci esime dalla necessità ineludibile di ridurre l’uso delle auto
private.

La gran parte della mobilità dovrà essere realizzata con mezzi collettivi
più sostenibili. E’, ovviamente, immaginabile che anche in futuro l’auto ci
sarà, non penso che verrà eliminata, ma dovrà avere un impiego molto
minore, soprattutto in città.