telefonini di terza generazione



dall'unita' di domenica 23 - 2 - 2003


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Telefonini, la terza generazione può attendere
di Gildo Campesato

Si calcola che nel mondo siano oltre un miliardo gli utenti di telefonia
cellulare. Cifra enorme per un servizio che vanta poco più di un decennio
di vita. Eppure, proprio nelle ragioni di un indubbio e rapido successo
stanno le potenzialità di una crisi latente: se nei Paesi emergenti la
crescita quantitativa della domanda di telefonia cellulare ha ancora enormi
potenzialità davanti a sè, è nei Paesi più ricchi che il mercato mobile
«tradizionale» appare ormai saturo. Non a caso, operatori e costruttori si
chiedono con sempre maggior ansia come aumentare il fatturato e far
crescere profitti finiti sotto pressione per il calo delle tariffe seguito
a una concorrenza sempre più forte. La fonia poi è ormai una «commodity»
che rende poco (anche se per molti gestori mobili rappresenta oltre il 90%
del fatturato) e non è nella fascia bassa del mercato che si fanno gli
utili in bilancio.

Questa premesse spiegano perché tutti siano alla ricerca di una nuova via
al profitto. La parola magica non è più «voce» come è stato sino ad oggi,
ma «servizi». Ovvero, il telefonino non serve più solo a parlare, ma
soprattutto ad inviare fotografie, a scaricare files musicali e giochi, a
guardarsi i gol della squadra del cuore, a mandare messaggi in cui parole,
immagini, suoni si integrano in un unico supporto. Questo ovviamente per il
mercato consumer. Per quanto riguarda la clientela business, meno numerosa
ma dal portafoglio più generoso, l'opportunità offerta è di mettersi in
tasca un ufficio mobile e miniaturizzato che consente di gestire le mail,
accedere all'Intranet aziendale, scambiarsi files con i clienti. Tutte
occasioni per le quali i consumatori, individui o aziende che siano,
saranno disponibili a spendere di più, ad usare il telefonino in maniera
diversa, a mettersi sempre più in rete aumentando l'Arpu, il ricavo per
utente chè è diventato l'incubo di tutti gli operatori mobili.
Se queste sono le premesse di una scommessa che promette rinnovati sorrisi,
non sorprende che pur in tempi di crisi il «3GSM Forum» di Cannes, il
principale appuntamento europeo dedicato alla telefonia mobile, abbia
chiuso i battenti con cifre da record quanto a partecipazione.

Privati delle abbondanti libagioni cui si erano abituati, i topi tornano a
sentire odore di formaggio e si precipitano in massa. Anche se non è ancora
chiaro a tutti dove sia veramente la mensa. Ad esempio, dell'Umts a Cannes
si è visto ancora poco. Temendo una trappola, molti preferiscono rimanere
sul più sicuro e solido terreno del Gsm che nella versione avanzata Gprs
promette servizi innovativi e soddisfacienti senza che i gestori debbano
spendere subito troppi soldi nell'implementazione delle nuovi reti. Certo,
non sarà il regno della videotelefonata pura o della navigazione su
Internet a velocità decente come promette l'Umts, ma il mercato può per ora
accontentarsi: se intanto qualcuno ha deciso di fare da cavia nel business
di terza generazione, lo si potrà inseguire più avanti, ringraziandolo per
aver mostrato in anticipo le insidie del nuovo terreno.

La parola multimedialità mobile, che è diventato il nuovo credo del
settore, nasconde però oltre che opportunità anche molte insidie per gli
operatori tradizionali. Se dobbiamo portarci l'ufficio in tasca, non si
capisce ad esempio perché invece dei servizi del gestore mobile non si
debbano utilizzare per la connessione i servizi dell'Internet provider di
fiducia che magari ci propone prezzi meno care.
« Standardizzazione» è la parola d'ordine della Gsm association, la maggior
associazione mondiale della telefonia mobile di cui il direttore generale
di Tim Mauro Sentinelli è fresco deputy chairman: ottimo impegno se mira a
facilitare la vita dei consumatori e lo sviluppo del mercato. Un po' meno
se la parola standard nasconde la voglia di mantenere nelle mani dei
gestori il monopolio degli accessi mobili.
Nemmeno i costruttori di telefonini, però, possono cullarsi troppo
sull'idea di un futuro senza strappi. La multimedialità promette grandi
acquisti dei nuovi cellulari che la consentono. 

Ma chi controllerà le (cruciali) tecnologie e le piattaforme di
collegamento? Sinora il manico del coltello era saldamente in mano ai
costruttori. Che non a caso, con Nokia a fare da trascinatore, si sono
messi tutti o quasi insieme per controllare i software di collegamento
(Symbian è la società in comune creata a questo scopo). Ma se il cellulare
non è più un telefonino bensì un computer mobile, come pensare di lasciar
fuori il re del settore? Sorprende che la Microsoft di Bill Gates abbia
lanciato la sfida anche sui telefonini?

Se la nuova generazione di telefonini e servizi mobili promette di cambiare
la vita dei consumatori, rischia di sconvolgere ancor più profondamente gli
equilibri fra chi si batte sul campo per incassarne i danari.
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