il sindacato nella globalizzazione



dal manifesto

    
    
 
    
 

11 Dicembre 2001 
  
 
   
Il sindacato nella globalizzazione
Il congresso della Camera del lavoro bresciana discute a tutto campo. La
lunga relazione di Dino Greco 
CARLA CASALINI - BRESCIA 

La Camera del lavoro dedica tre giorni al proprio congresso, iniziato ieri,
a conclusione di oltre 1600 assemblee: "uno straordinario fatto
democratico", sottolinea il segretario Dino Greco, "ma - aggiunge - lo
stesso confronto congressuale, dai documenti iniziali a oggi, è mutato per
via di ciò che è successo nel frattempo nella politica italiana, per non
dire degli eventi drammatici del terrorismo e della guerra". Perciò la
lunga relazione di Greco fa perno sull'attacco frontale all'intero edificio
sociale che unisce Governo e Confindustria: "Quanto sta accadendo è molto
prossimo a un cambio di regime", un attacco al cuore della Costituzione che
segna il passaggio "dalla Repubblica democratica e anti-fascista fondata
sul lavoro alla repubblica autoritaria fondata sulla proprietà privata e
sull'impresa". Perciò "non si può non reagire". La battaglia unitaria del
sindacato contro l'art. 18 è stata solo l'iniziativa delle due ore di
sciopero. "Troppo poco, e troppo parziale". Giacché, nota Greco, "è
grottesco che si faccia passare l'attacco allo Statuto dei lavoratori come
la mela bacata in un cesto di frutti sani". Il bersaglio è tutto il diritto
del lavoro e l'edificio sociale e i diritti universali, e allora "bisogna
fermarli". E' "giusto sondare ogni spazio unitario per allargare la lotta,
ma in caso contrario toccherà alla Cgil assumere in proprio l'iniziativa e
porsi alla guida del movimento e della lotta dei lavoratori italiani: non
soccombere è la condizione infatti per riprendere domani un cammino
unitario che il cedimento di oggi ci precluderebbe". E a Cisl e Uil Greco
ha detto direttamente che sembrano ignorare la portata dell'"attacco
letale" e che "rischiano di prestarsi a un'operazione di rottura dell'unità
sindacale, nella quale non si illudano di poter lucrare una rendita di
posizione. Si ricordino - insiste - dell'esperienza delle rotture passate:
prima o poi la campana suona per tutti".
Ma le spie della "barbarie" di questo centro-destra si vedono anche nella
produzione di leggi di "coazione" degli immigrati, o nell'intento di
riaprire i manicomi. In gioco è la libertà di tutti: il primo segnale è
arrivato subito "con la mattanza riservata alle centinaia di migliaia di
manifestanti convenuti a Genova". La compagine di destra al Governo non
soffre di "qualche tentazione illiberale", bensì è attraversata da
"profonde nervature fasciste e razziste" e fermamente intenzionata a
cambiare la società italiana, a stravolgerne l'assetto istituzionale -
ultimo esempio l'affondo contro i magistrati - e a smantellarne i principi
costituzionali. E non fa certo da sponda purtroppo a questa minaccia la
"tiepida", quando c'è, reazione democratica del centro-sinistra. Mentre per
la difesa delle libertà e della democrazia è significativo l'incontro con
il movimento contro la globalizzazione. Greco dedica circa un quarto della
sua relazione a questo contesto che ci sta facendo vivere la guerra in
casa, con la sospensione dei diritti costituzionali in nome della
sicurezza. Da un lato abbiamo avuto la strage di New York, "atto di
nichilismo assoluto" di un terrorismo che non si cura certo delle
sofferenze dei diseredati del mondo, ma che se ne serve per ben altri scopi
di potere. Dall'altro, la risposta è quella della guerra "contro il male":
"o con noi o contro di noi, o terroristi o marines", sono stati i discorsi
del potere americano. Non solo dunque questa guerra infinita non è
strumento adatto per la lotta al terrorismo, ma ne moltiplicherà anzi lutti
e ritorsioni, mentre già copre il terrorismo di stato di Sharon contro i
palestinesi. "Non sottoscriviamo la delega in bianco che gli Usa intendono
riscuotere dall'Occidente e dagli alleati occasionali di oggi per imporre
la propria legge sul mondo intero". Greco ripercorre le vie per "un altro
mondo possibile" contro le ragioni delle armi e le leggi feroci di questa
globalizzazione "governata dal Wto".
Per tutto questo, la prima giornata di congresso della Camera del lavoro di
Brescia si conclude con una tavola rotonda, coordinata da Riccardo
Barenghi, con Vittorio Agnoletto, Ali Rashid (primo segretario della
delegazione palestinese in Italia) Piccardo Hamza (segretario dell'Unione
delle Comunità Islamiche in Italia), Don Ruggero Zani e Zazi Sadou, del
Movimento delle donne algerine. 

 
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