Tra lamento e omertà scegliamo di essere cittadini




 

 

 

“ La camorra è un mondo.

Un sistema. Che viene percepito come escrescenza e corpo estraneo dagli

altri cittadini, quando uccide e fa strage, ma col quale si finisce per convivere nella quotidianità. Proprio come impara a fare uno dei protagonisti del nostro libro. Il Drago, al secolo Giorgio Villan, commerciante di abbigliamento di Chioggia, finché operava in Veneto si lamentava delle tasse e del fisco, ma al sud pagava regolarmente il pizzo, come fosse una cosa normale. Si è trovato invece stritolato nella guerra tra due bande rivali di taglieggiatori, finendo ucciso.”

Il lamento o l’omertà. Due facce di una sola medaglia.

Due normalità che alla fine fanno sì che un intero Paese, da Nord a Sud, imploda.

 

Ragazzi dalla terra di nessuno, di Gianni Solino, dice fatti e personaggi di un territorio, il nord est aversano (Villa Literno, Frignano, Casal di Principe…) accadute circa 20  anni fa. Non è cronaca, ma ormai storia.

 

Nomi e personaggi e fatti sono veri. Solo, in alcuni casi, leggermente cambiati per non aprire vecchie ferite. A noi come all’autore, non interessa affondare il coltello nella cronaca di oggi che ci consegna quel territorio ogni giorno come un campo di battaglia.

 

Ci interessa dire di più: il clima, il sentimento, gli atteggiamenti che determinarono l’accadere di quei fatti.

 

La camorra, come dice don Luigi Ciotti nella sua prefazione, “è una forma di violenza”... tollerata, accettata, prima ancora che subita o data, con la quale si convive perché fa vivere. Lascia vivere. Consegna a ognuno un apparente “quieto vivere” che però brucia il futuro, il lavoro, i sogni, la vita. La terra. I campi. Gli affetti. E questo sia quando resta a una forma “familiare” di gestione, sia quando si fa grande evolvendo verso un sistema imprenditoriale che le consente di andare oltre i suoi confini e di agganciare poteri economici e politici che stanno a Nord e a Sud. E allora diventa traffico di droga, gestione dei rifiuti, contrabbando di merci e armi.

 

È un clima, un atteggiamento prima ancora che un morto sulla strada.

 

Per questo… si può cambiare. In quella terra campana, segnata anche dall’esecuzione di don Peppe Diana, di cui in questi giorni ricorre l’anniversario dell’uccisione e della cui scuola l’autore fa parte,  il cambiamento già c’è. La “terra di nessuno”, da alcuni anni sta cominciando ad appartenere ai cittadini che la abitano, che se ne stanno riappropriando in un percorso di liberazione. Se non ancora dal giogo della camorra, quanto meno da quella “sorta di collettiva sindrome di Stoccolma” che acutamente contribuisce a spiegare il relativo radicamento sociale del fenomeno criminale. Dal clima appunto di omertà e silenzio.

 

Un libro, quello che proponiamo, da leggere, far leggere e su cui confrontarsi, magari in classe con i ragazzi, a cui va insegnato che tra il lamento e l’omertà c’è un’altra via: scegliere di essere cittadino.

 

 

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