auto quanto mi costi



da mcd news di giovedi 25 ottobre 2001

Acquisto, fisco e costi d’uso: l’auto ci costa 303 euro al mese

 

Auto, ma quanto mi costi. E' la Fondazione Filippo Caracciolo, Centro studi
dell'Aci, a fare i conti nei portafogli degli italiani. In un'indagine
presentata oggi alla 57° conferenza del Traffico e della circolazione
organizzata a Riva del Garda dall'Aci l'obiettivo è puntato sugli oneri
derivanti dalla fiscalità, dai costi di acquisto e di uso dell'automobile. 
In particolare dallo studio emerge che agli oneri che l'automobilista
italiano deve affrontare non corrisponde un'adeguata politica dei
trasporti. "Il mercato dell'auto - sottolinea l'indagine - è formato da
un'insieme di segmenti, quello dell'auto, dei carburanti, delle
assicurazioni e degli altri servizi minori che presentano inefficienza
tipiche dei mercati poco concorrenziali".
Dal confronto con la situazione di altri Paesi emerge una sostanziale
omogeneità del prelievo fiscale complessivo: i criteri di imposizione negli
altri Stati sono però spesso improntati a una maggiore equità e prevedono
criteri di reimpiego del gettito riscosso in favore di una politica dei
trasporti più razionale ed efficiente.
Qualche numero. Oltre il 70% dei nuclei familiari possiede almeno un'auto,
il 27,2% ne ha due, il 3,4 tre o più. Il grado di diffusione dell'auto nel
nostro Paese è infatti molto elevato: nel '98, con 35 milioni di vetture
circolanti, l'Italia registrava una media di un veicolo ogni 1,9 persone,
dunque il rapporto più elevato nei Paesi dell'Unione europea, pari soltanto
a quella del Lussemburgo. Più macchine al Nord che al Sud, in linea con le
differenze di reddito fra le regioni: in particolare nel Centro-Nord circa
il 6% delle famiglie ha tre o più auto, dato al di sopra della media
nazionale e di circa cinque volte superiore a quella del Sud. 
I costi legati all'uso delle quattro ruote rappresentano una fetta
significativa nel bilancio familiare. Ogni famiglia italiana destina,
infatti, ai trasporti circa 303 euro (poco meno di 600mila lire) al mese
che rappresentano circa il 17% dei consumi totali: di questa somma circa il
90% (270 euro, ovvero 522mila lire) è relativa all'acquisto, all'uso e al
mantenimento dell'automobile (il resto è destinato ai trasporti
collettivi). Differenze sempre forti fra Nord e Sud: nel Mezzogiorno si
spendono mensilmente per i trasporti 240 euro, al Nord oltre 350 euro.
L'auto e il fisco
Il gettito fiscale relativo all'auto nel 2000 ha raggiunto i 41,7 miliardi
di euro (81mila miliardi di lire), cifra pari al 4% del Pil e al 15% delle
entrate tributarie complessive. 
Le imposte relative all'acquisto dell'auto contribuiscono con un ammontare
complessivo pari a 8 miliardi di euro (oltre 15mila miliardi di lire),
quelle relative al possesso rappresentano 7 miliardi di euro (12.700
miliardi di lire), quelle relative all'uso (tasse su carburanti e
lubrificanti, servizi di manutenzione, pneumatici, pedaggi autostradali,
parcheggi) ammontano a circa 27 miliardi di euro (53mila miliardi di lire).
L'acquisto del carburante rappresenta la prima voce di spesa per le
famiglie italiane e la seconda, dopo quella dell'acquisto dell'auto, per
quelle europee. L'imposta speciale più rilevante sia per l'incidenza
sull'intero carico fiscale dell'auto, sia come fonte di gettito sul totale
delle entrate tributarie degli Stati dell'Unione è l'imposta di
fabbricazione sui carburanti. 
Il settore assicurativo si posiziona come terza voce di spesa per l'auto da
parte del consumatore europeo. La liberalizzazione tariffaria non ha avuto
gli stessi effetti in tutti i Paesi europei: in Francia, Germania e Regno
Unito il trend ha segnato periodi di ribasso delle tariffe, mentre in
Italia è stato registrato un aumento costante delle polizze assicurative.
In generale il mercato dell'auto italiano appare ancora legato a forti
restrizioni di natura monopolistica: il consumatore, quindi, spende per il
prodotto auto più di quanto farebbe in un mercato più concorrenziale. 
La situazione negli altri Paesi europei
I dati esaminati riguardano Francia, Germania e Regno Unito, paesi con
livelli di reddito pro capite simili e con analoghi livelli di elasticità
della domanda di trasporto privato rispetto al reddito. In questi Paesi la
spesa per trasporti in rapporto alla spesa totale si attesta intorno al
15%, con l'unica eccezione del Regno Unito, dove questa percentuale sale al
17 per cento. Il confronto sui livelli di spesa relativi a carburanti,
assicurazione, acquisto dell'auto, ricambi risente delle diverse politiche
fiscali dei Paesi. Spese analoghe in Francia e Germania per l'acquisto
dell'auto, mentre Regno Unito e Italia sono molto distanti. In Italia la
spesa mensile per l'acquisto non è la voce più alta dei costi, ma è
superata dalla voce carburanti. Bisogna però considerare che il parco auto
italiano è caratterizzato da una presenza più elevata di vetture di piccola
cilindrata. La spesa media per il carburante in Italia è comunque più
elevata di quello registrato negli altri Paesi. 
Sul fronte dell'assicurazione obbligatoria la spesa nel nostro Paese è
molto simile a quella di Germania e Regno Unito, mentre in Francia si
registrano spese inferiori di oltre un terzo.
Gli elementi di distorsione del mercato
Lo studio ha individuato i principali elementi di distorsione del mercato
nelle regole che legano produttori e distributori che non permettono, di
fatto, di acquistare l'auto in qualsiasi Paese dell'Unione senza vincoli e
restrizioni, che non consentono al concessionario di vendere nello stesso
salone auto nuove di più marche, permettendo all'acquirente un confronto
immediato fra analoghe categorie di auto. Semaforo rosso anche per
usufruire di servizi di assistenza e manutenzione nel periodo di garanzia
in modo libero e autonomo, senza i vincoli in vigore attualmente fra
vendita e assistenza. Pollice verso anche per lo sviluppo di un unico
mercato dei ricambi, che unisca case produttrici e produttori indipendenti.