Re: [Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Le ragioni di una mozione da discutere a Roma sull’esempio di Assisi - Lunedì 28 gennaio 2018 Ore 17.30 Sala del Carroccio in Campidoglio




Contro la guerra chi?!?

Qualche ragione per avere dei dubbi riguardo i promotori - aderenti: Un Ponte per…, Arci, Rete della Pace, Amnesty International, Rete italiana disarmo ...

per conoscenza,
Jure

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Il 21 gennaio 2019 alle 11.32 'Mari Cor' via nowaroma <nowaroma at googlegroups.com> ha scritto:

Quando mai Un ponte per (che negli ultimi anni ha mutato pelle rispetto agli anni 1990) si è interessato dello Yemen?
Semmai negli ultimi anni si è interessato della Siria - e molto male, proprio come Amnesty. In particolare ricordo le manifestazioni di UPP con le bandiere dell'Esercito siriano libero (in realtà indistinguibile dai terroristi). Del resto collabora con UPP il Fouad Rouehia di nota e chiara fama.
Adesso ecco qua che queste ricche agenzie, UPP e Amnesty, campeggiano in prima fila fra i promotori di questa iniziativa
Per la verità anche altri promotori, quando mai si sono visti sullo Yemen? Quanti eravamo a manifestare come tapini di Rete No War nel 2015 e 2016 contro il silenzio sulla connivenza italiana con i Saud?
Non voglio stabilire diritti di primogenitura, e à tout péché miséricorde, ma francamente la presenza di Un ponte per mi dà particolarmente sui nervi.
 
Marinella

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brandienzo via nowaroma <nowaroma at googlegroups.com>, 21/gen/2019 12:43 ha scritto:

Marinella hai perfettamente ragione. E' vergognosa questa esibizione da parte, non solo di Un Ponte Per …. ma anche di ARCI, Amnesty, Rete della Pace, e via dicendo, che finora non hanno mai fatto nulla per fermare la guerra in Yemen, non solo, ma anche per fermare le precedenti aggressioni a Libia, Siria, Juugoslavia, Ucraina, ecc. (su molte delle quali erano addirittura d'accordo!).

Due ipotesi si possono fare su queste squallide esibizioni: 1) si interviene oggi perché c'è un governo "nemico" (5Stelle-Lega), mentre nulla si diceva quando a giustificare l'invio di armi era la Pinotti, ed altri figuri targati PD, amici loro; 2) a livello internazionale una parte delle forze che contano veramente (nell'establishment USA) hanno forse deciso di "scaricare" l'imbarazzante macellaio Salman, uomo forte dell'Arabia Saudita, o quanto meno ricattarlo. Si sa che i dirigenti di Amnesty o di Un Ponte Per, o ARCI,  o Rete della Pace, ecc. , sono molto …. sensibili ai segnali che vengono dai poteri forti. Un vero schifo! Che puzza emettono gli ipocriti? Meglio tenersi alla larga, Vincenzo Brandi

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Sent: Monday, January 21, 2019 2:39 PM
Subject: R:Re: [nowaroma] Così, Un Ponte per s'infila (e in prima fila) anche sulla questione Yemen
 
mi spiace molto leggere queste cose, sono divenuta co-presidente di Un ponte per lo scorso luglio con Alfio Nicotra entrambi da anni attivi, sia localmente sia a livello nazionale, contro il disarmo e contro Arabia Saudita. Certo non avrete letto grandi interviste, perché fondamentalmente non ci calcola nessuno. del resto qualcuno di voi è stato ospite di iniziative che abbiamo organizzato ( ad esempio a Napoli) e raramente ci hanno dedicato grandi titoli.
Il ponte negli anni ha sostenuto campagne, appelli e iniziative per lo Yemen: possibile che ogni occasione sia buona per esprimere astio. Le diverse posizioni assunte verso la Siria hanno spaccato ciò che rimaneva del movimento pacifista, ma forse Alfio ed io siamo quelli che hanno tentato in tutti i modi di mantenere equilibri e portare avanti battaglie comuni ( nel nostro piccolissimo, almeno per quel che mi riguarda).
metterci tra le grandi agenzie è veramente "strano" considerando il fatto che continuiamo a contribuire con le nostre tasche a molte attività...
Purtroppo le mie condizioni di salute non mi hanno permesso di dare un contributo adeguato a questo ruolo, e, se mai ne uscirò, cercherò di ricambiare la fiducia di chi mi ha votato, forse molto legato alla pelle degli anni novanta...
Veramente, leggere in questa piccola mail list, per me ancora speranza di rete tra militanti, queste accuse così cieche mi spiace. Soprattutto da parte di una persona a cui sono tanto legata
un abbraccio Angelica
 
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Cara Angelica, se vuoi salvarti l'anima (sei ancora in tempo!) molla quella fanatica Martina Pignatti Morano, accanita sostenitrice, da anni (e ne ho testimonianza diretta) dei terroristi che cercano di destabilizzare un paese laico come la Siria, finanziati da potenze straniere ben note (USA, UK, Arabia Saudita, Francia, Israele, Emirati Arabi Uniti, Qatar, ecc.). Da anni si aggira per convegni di sostegno ai terroristi insieme a Germano Monti e Fouhad Roueia (quello che scrisse parole esultanti quando i terroristi dell'ISIS attaccarono il parlamento di Teheran facendo 15 morti, e che dice che oggi in Libia si vive meglio di quando il paese, prima dell'aggressione della NATO, era quello con il tenore di vita più alto dell'Africa!). Quanto è cambiato il Ponte da quando era vice-presidente Loretta Mussi, sostenitrice della causa palestinese e dei popoli oppressi!
Un saluto. Vincenzo Brandi

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Da: Fulvio [mailto:fulvio.grimaldi at gmail.com]
Inviato: lunedì 21 gennaio 2019 15:39
A: angelica romano <angelica.romano at unponteper.it>;
Oggetto: Re: [nowaroma] Così, Un Ponte per s'infila (e in prima fila) anche sulla questione Yemen

Forse sei illusa, forse sei solo furba, forse ti fanno fare la foglia di fico. Ma tutto quello che Il Ponte per va facendo da qualche anno a questa parte è in perfetta sintonia con i distruttori di popoli e paesi, a cui contribuisce ad aprire la strada attraverso le sciagurate diffamazioni dei governi da abbattere e rendere docili all’imperialismo. Te lo dice chi con Il Ponte per e per il Ponte per ha lavorato per anni (Jugoslavia, Iraq), in tempi meno indecenti, seppure già con segni di ambiguità, da utile idiota(PRC), che poi sarebbero degenerati nell’operazione di infiltrazione e fiancheggiamento di oggi,  da amici del giaguaro. Del resto, la rivolta e l’abbandono di questa Ong sorosiana sono stati collettivi e questo deve pur aver significato qualcosa-.

Fulvio Grimaldi

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Sent: Monday, January 21, 2019 5:53 PM
To: 'Fulvio' ;
Subject: R: [nowaroma] Così, Un Ponte per s'infila (e in prima fila) anche sulla questione Yemen
 
Provo a rispondere a Fulvio, ma non per alimentare polemiche.
Ho troppo poco tempo e soprattutto credo che questa cultura del giudicare prima di conoscere, di additare prima di sapere è la causa della situazione in Italia e come ricordava un amico che parafrasava Saragat su Salvini al governo “non è colpa di un destino cinico e baro”, ma dell’esercizio a sputare sul prossimo a prescindere…

Sono sicuramente una illusa, e lo rivendico con grande orgoglio: ancora oggi sono qui a sostenere campagne contro la guerra, gli armamenti, ad occuparmi di educazione alla pace (gratis prima che altre congetture vengano fatte), ecc… a seguire piccoli gruppi che sui territori cercano di organizzare azioni dal basso … ma ovvio che non le vediate… sono attività nelle periferie lontano da giornali e riflettori. Come ad esempio incontri sul disarmo nelle scuole per parlare a ragazzi e docenti delle bombe sullo Yemen… che da anni come volontari del ponte portiamo avanti...
Furba… non lo sono per niente… la furbizia è una forma di intelligenza che ahimè mi manca (forse entrambe;).
Foglia di fico… ma scusa che ne sai di un ponte per, di chi sono i soci e i volontari in tutta Italia? Cosa fanno?
Da quando tu sei andato via dal ponte sono passati decenni e ci sono stati cambiamenti continui come è giusto che sia in un’associazione fatta da persone che cambiano, ogni anno.

Sull’accusa di “sorosiana”, basta. Non abbiamo mai preso soldi da loro. Ma dopo tanti anni di accuse infondate forse proporrò di cambiare…

Abbiamo diverse posizioni sulla Siria. Questo vuol dire che siamo nemici? Questo vuol dire che tutto il resto non conta?


Essere con i ribelli significa essere con gli imperialisti? Sul serio le analisi possono essere così meschine?

Non ci credo, credo che si possa fare di più! Anzi, almeno in questo spazio virtuale dobbiamo fare di più!


Angelica

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Il problema è che non giudichiamo prima di conoscere. E’ che Un Ponte per fa di tutto per farsi conoscere e farsi apprezzare da chi rade al suolo paesi, popoli, habitat, civiltà per depredare e dominare. E vai tranquilla, che conosciamo ogni dettaglio del collaborazionismo del Ponte. Sì, siete nemici. Chi lubrifica i cannoni contro cosiddetti dittatori per esportare cosiddetti diritti umani e infliggere reali genocidi economici e militari è mio nemico. Mi parli di conoscere prima di giudicare e arrivi a dichiararti dalla parte dei ribelli armati, mercenari rastrellati tra i peggiori tagliagole del pianeta, finanziati, spediti dall’imperialismo a distruggere un paese dopo l’altro, bruciando vivi, stuprando, crocifiggendo, scuoiando, annegando in gabbie. O sei fuori dalla grazia di Dio, o sei qualcosa di totalmente disinformata.
Comunque tra utile idiota e amico del giaguaro, è tua la scelta. Ma prima fatti un viaggetto nella Libia sventrata e nella Siria il cui popolo compatto resiste alla faccia di Israele, Usa e tutta la feccia del Golfo. Ribelli? Complimenti.
Fulvio

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Il 21/01/19 16:48, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:

---------- Forwarded message ---------
From: Rete Disarmo - Segreteria <segreteria at disarmo.org>
Date: lun 21 gen 2019, 15:51
Subject: [ReteDisarmo] Le ragioni di una mozione da discutere a Roma sull’esempio di Assisi - Lunedì 28 gennaio 2018 Ore 17.30 Sala del Carroccio in Campidoglio
To: Coordinamento Rete Italiana per il Disarmo <coordinamento_RID at googlegroups.com>


ciao a tutti

per vostra informazione ecco la convocazione di una importante e interessante iniziativa (con nostro esplicito supporto) organizzata dal Movimento dei Focolari per stimolare anche a Roma una mozione/risoluzione contro la vendita di armi italiane ai Paesi coinvolti nel conflitto in Yemen

vi terrò aggiornati sugli sviluppi, ovviamente
un saluto
Francesco





Basta armi italiane per la guerra in Yemen

Le ragioni di una mozione da discutere a Roma sull’esempio di Assisi

Lunedì 28 gennaio 2018 Ore 17.30

Sala del Carroccio in Campidoglio

In Italia si producono bombe utilizzate nel conflitto in corso dal 2015 in Yemen. Gli ordigni colpiscono scuole e ospedali. Cambiano i governi e la composizione di Camera e Senato, ma le armi continuano a partire nonostante le numerose risoluzioni del Parlamento europeo che invitano gli Stati a sospendere ogni rapporto di fornitura con i protagonisti, nel nostro caso con l’Arabia Saudita, di una guerra che gli esperti Onu definiscono un disastro umanitario.

Il tentativo di trattare la questione come un caso marginale, delocalizzando il problema nel territorio sardo del Sulcis Iglesiente, dove quella produzione avviene, è solo uno degli argomenti più banali usati per coprire le gravi responsabilità politiche di ciò sta accadendo nel nostro Paese.

Peggio ancora avviene quando, in diverse sedi, si afferma che, anche in caso di stop dall’Italia, le bombe arriverebbero comunque dalle aziende degli altri Stati concorrenti nel settore. 

La nostra società non può rassegnarsi a tale declino morale ed economico. Il ripudio della guerra si mette in pratica attuando la legge 185/90 che vieta la vendita di armi ai Paesi in guerra e prevede il finanziamento di seri piani di riconversione industriale.

Un reale cambiamento parte da un dibattito pubblico promosso nei comuni italiani su una mozione che chiede di fermare gli ordigni che provocano stragi e promuovere un’economia di giustizia. Assisi è stato il primo comune a rompere il muro della complicità e indifferenza. Cagliari ha approvato una mozione che va nella stessa direzione.

Come testimonia la resistenza civile del movimento per la riconversione nato in Sardegna, con adesioni a livello nazionale e internazionale, la protesta si accompagna alla proposta di un modo giusto di stare al mondo. Quello che genera ponti di pace oltre ogni frontiera ma erge muri agli strumenti di morte.    

Prime adesioni: Movimento dei Focolari Italia, Un Ponte per…, Arci, Pro Civitate Christiana Assisi, Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), Gruppo Abele, Fondazione Finanza Etica, Istituto di ricerche internazionali Archivio Disarmo, Movimento Nonviolento Roma, Rete della Pace,  Pax Christi, Amnesty International Italia Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione chiese evangeliche in Italia, Rete italiana disarmo, Associazione Città Per la fraternità, Agenzia Adista,  Rete italiana disarmo, Cipax - Centro Interconfessionale per la pace, Associazione città per la fraternità  


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