NON parteciperò alla manifestazione del 19 febbraio



Anch'io NON parteciperò alla manifestazione del 19 febbraio a Roma

Giorgio Ellero 

------- Segue messaggio inoltrato -------

A Roma la Tavola per la Pace partecipa ad una manifestazione organizzata 
dal CNS siriano.

Perché io non parteciperò alla 
manifestazione del 19 febbraio

Le nostre linee di lotta sono sintetizzate dal nostro slogan dei "quattro no". 
No alla violenza. No alla repressione. No al settarismo. No all´intervento 
militare esterno.

13 febbraio 2012 - Ossamah Al Tawil


Io non posso andare a manifestare sentendo degli slogan in arabo che 
inneggiano all´intervento militare o alla no fly zone, perché mi considererei 
complice nel tradire la mia patria.
Non facciamo della Siria una nuova Libia.

Come secondo motivo, l´esperienza ci dice che il Cns non ha un pensiero 
molto differente dal regime, quando uno viene escluso o minacciato o 
attaccato con violenza perché la pensa diversamente. Vorrebbe dire che 
butteremo giù un regime per mandarne su un altro.

Io temo veramente a stare nei cortei del Cns. Abbiamo avuto un´esperienza 
negativa al Cairo quando un gruppo di loro hanno attaccato la nostra 
delegazione provocando diversi feriti. Io stesso sono stato minacciato qui in 
Italia dopo diversi incontri dove ho spiegato le cose come stanno. 
Per tutti questi motivi sono contrario a partecipare a queste manifestazioni.


(dal sito di Peacelink)

Chi sono quelli del CNS 
(dal dossier SIRIA. GUERRA MEDIATICA): 

Le violenze su civili e militari. 
Il Cns (Consiglio Nazionale Siriano) organizza una manifestazione del 19 
febbraio a Roma) con l´appoggio dei pacifisti con l´elmetto. 

E´ stato il nuovo governo della Libia, frutto della guerra della Nato, il primo a 
riconoscere già lo scorso ottobre come "legittimo rappresentante del popolo 
siriano" il Consiglio nazionale siriano (Cns), in inglese Syrian National Council
(http://latimesblogs.latimes.com/world_now/2011/10/syria-libya-opposition.html ). 
Il Cns a sua volta aveva riconosciuto il Cnt libico già prima della conquista di 
Tripoli.

Del resto, come ricorda Mustafa el Ayoubi su Confronti, nel 2011 "nell´ambito della 
Lega araba, la Siria aveva votato contro l´intervento militare in Libia. Era insomma 
un regime scomodo, non per il fatto che fosse anti-democratico ma perché anti-
americano". Così poco dopo, puntualmente scoppia una rivolta in Siria, "il 17 marzo 
a Daraa, una piccola città di 75mila abitanti. Non è stata una rivolta pacifica in 
quanto molti insorti erano armati e non esitavano a sparare sui civili e sulle forze 
dell´ordine".

Il Cns, basato in Turchia (ma il suo leader Bhuran Ghalioun vive a Parigi da 
decenni; sostiene però di rappresentare l´80% dei siriani), il Cns, attraverso i suoi 
"osservatori sui diritti umani" da Londra e i cosiddetti "Comitati di coordinamento 
locale", è la fonte quasi esclusiva delle notizie pubblicate sui media che 
accreditano la versione di una "rivolta a mani nude contro il dittatore". Peraltro c´è 
uno scontro interno fra "attivisti" che si accusano reciprocamente (vedi la Seconda 
puntata di questa serie).

A differenza dell´altra opposizione che vuole il negoziato e non accetta la lotta 
armata né l´ingerenza, il Cns rifiuta ogni possibile negoziato e mediazione (come il 
Cnt libico, a suo tempo). Non ne ha bisogno, perché ha trovato molti alleati fra i 
paesi occidentali e petromonarchici, ai quali ha chiesto da tempo l´imposizione di 
una no-fly zone "per la protezione dei civili" (per esempio in ottobre: 
http://globalpublicsquare.blogs.cnn.com/2011/10/11/time-to-impose-a-no-fly-zone-
over-syria/ ; e in gennaio: http://www.wallstreetitalia.com/article/1307700/siria-
opposizione-invoca-intervento-onu-serve-no-fly-zone.aspx ). Del resto come vari 
analisti hanno spiegato, anche nel caso siriano la no-fly zone non avrebbe senso e 
dovrebbe piuttosto sfociare in un vero e proprio sostegno aereo anti-governativo o 
Cas (close air support).

Il Cns ha stretto in dicembre un patto di collaborazione con il cd Esercito siriano 
libero (Free Syrian Army-Fsa). 
(http://www.nytimes.com/2011/12/09/world/middleeast/factional-splits-hinder-drive-
to-topple-syrias-assad.html?_r=1&;pagewanted=all )

Il rappresentante del Cns in Italia e organizzatore della manifestazione a Roma del 
prossimo 19 febbraio (che ha già avuto diverse adesioni di associazioni italiane) è 
Mohammed Noor Dachan. 
Sul sito del Syrian National Council risulta affiliato come appartenente alla Muslim 
Brotherhood Alliance (http://www.syriancouncil.org/en/members/item/241-
mohammad-nour-dachan.html ). 
Egli sostiene che la Fsa è formata da "soldati, sottufficiali e ufficiali che hanno 
scelto di rifiutare di sparare alla gente comune disarmata e non è un esercito di 
guerra, ma ha solo l'obiettivo di difendere le manifestazioni". La realtà appare 
molto diversa.

Il cd Esercito libero appare responsabile di uccisioni di soldati e civili siriani (ci sono 
elenchi nominativi documentati, vedi puntata 3 di questo dossier) e atti di 
sabotaggio e terrorismo. Anche a Homs nella fase attuale 
(http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/7707-homs-un-testimone-
racconta-il-terrore-gruppi-armati-non-damasco.html ). 

Lo stesso il giornalista francese Jacquier è stato ucciso da gruppi armati 
dell´opposizione, secondo quanto raccolto da Le Figaro presso gli stessi 
osservatori della Lega Araba. 

Venerdì 10 febbraio, decine di morti in esplosioni ad Aleppo: la Fsa prima rivendica 
("una risposta ai bombardamenti di Homs" dichiarava all´agenzia spagnola Efe il 
colonnello Riad Assad) poi smentisce e infine costruisce un´altra narrazione: 
surrealmente dichiarando ad Al Jazeera che effettivamente il gruppo ha attaccato 
Aleppo e le due basi militari con razzi e altro per "proteggere i civili che sarebbero 
scesi in piazza", ma che gli attentati sono avvenuti dopo il ritiro dei suoi uomini. 
Secondo il McClatchi Newspaper, dietro i terroristi ad Aleppo c´è Al Qaeda. 
Del resto, leggiamo su TMNews, il leader di al Qaida, Ayman al-Zawahiri, ha 
espresso il suo sostegno alla ribellione siriana contro un regime definito 
antislamico, in un messaggio video diffuso su alcuni siti internet islamici: lo ha reso 
noto il centro di sorveglianza informatica Site. La stessa solidarietà a suo tempo 
espressa ai"ribelli" libici.

Alla tivù satellitare saudita pro.opposizione al-Arabyiya, Ammar Alwani della Fsa 
dichiara: "Ogni soldato e ufficiale sono nostro obiettivo"; e "colpiremo Damasco"; 
poi l´inviato della tivù lo corregge e imbocca: "Vuol dire che colpirete obiettivi 
militari, non civili, vero?".

Il cd Esercito libero non è solo siriano perché è anche formato da elementi esterni, 
non è un esercito perché vari gruppi agirebbero in autonomia e non è libero perché 
dipende da apporti esterni in armi, denaro e uomini. Accanto all´Esercito siriano 
libero, l´intervento armato occidentale e petromonarchico c´è già e da tempo. Non 
sotto forma di bombardamenti ma di finanziamenti e invio di armi, consiglieri e 
mercenari. In appoggio a gruppi armati anti-Assad. Che il Cns avalla e con i quali 
collabora. 

Mentre la Turchia offre la base logistica alla Free Syrian Army, Qatar e altri paesi 
non fanno mistero del loro appoggio "diplomatico" e finanziario e in armi; a metà 
gennaio lo sceicco Bin Khalifa Thani ha dichiarato la volontà di mandare truppe. 
Inglesi e francesi hanno confermato di aver mandato unità ad assistere i rivoltosi. 
Sono state scoperte armi inglesi avviate clandestinamente. suolo siriano sono già 
operativi commandos e forze speciali. L´obiettivo è di creare delle"zone liberate" 
così da rendere legittimo l´intervento "umanitario" esterno.

Da tempo l´opposizione siriana ottiene quotidianamente partite di armi 
(http://rt.com/news/syria-opposition-weapon-smuggling-843/ ). 

Obama chiede apertamente di sostenere gli armati anti-Assad e pensa di replicare 
i successi libici: nessun uomo, nessun morto, ma consiglieri e molti soldi. 
Fonti americane rivelano al Times un piano in fase di elaborazione da parte di Stati 
Uniti e alleati per armare i ribelli. Indiscrezioni che si incrociano con quelle del 
Guardian sulla presunta presenza di reparti speciali britannici e americani al fianco 
degli insorti, così come quella del sito israeliano Debka su una infiltrazione sul 
terreno, a Homs. 
A Homs truppe inglesi e qatariote dirigono l´arrivo di armi ai ribelli e consigliano 
sulle tattiche della battaglia, secondo il sito israeliano Debka file (ne riferisce la RT, 
Russian Tv).

A queste indiscrezioni la Russia ha reagito affermando che si tratta di informazioni 
''allarmanti'', secondo il portavoce del ministero degli Esteri, Aleksandr Lukashevich 
(http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/siria-homs-strage-senza-fine-times-
piano-1113360/www.peacelink.it ).

Poi ci sono i mercenari libici. 
A dicembre il presidente del Consiglio nazionale siriano Burhan Ghalioun incontra 
a Tripoli i nuovi dirigenti. E scatta il piano che porta diverse centinaia di volontari 
libici in Siria, sparpagliati tra Homs, Idlib e Rastan 
(http://www.corriere.it/esteri/12_febbraio_10/olimpio-siria-insorti_a9528996-53da-
11e1-a1a9-e74b7d5bd021.shtml ). La missione è coordinata dall´ex qaedista 
Abdelhakeem Belhaj, figura di spicco della nuova Libia, e dal suo vice Mahdi Al 
Harati.

Intanto il sito di petizioni Avaaz, dopo aver diffuso per la Libia notizie di 
bombardamenti su civili (http://www.avaaz.org/it/libya_stop_the_crackdown_eu) in 
seguito ampiamente smentite, invita alla "battaglia mondiale" per la Siria dicendo: 
"Questo è il culmine della primavera araba e della battaglia mondiale contro i 
despoti sanguinari.

In conclusione, ecco quanto denuncia la stessa opposizione non armata (nelle 
parole di un esponente che preferiamo non citare per tutelarlo) 

"il Cns sembra fare il gioco degli sceicchi e del petrolio, sono in maggioranza fratelli 
musulmani che se ne fregano della democrazia e sanno benissimo che la Siria è 
abbastanza laica per poter arrivare al potere in modo democratico, non arriveranno 
senza armi, perciò stanno facendo di tutto per armare la rivoluzione, da altro canto, 
c'è la Turchia che si sente la nostalgia attraverso il partito di Erdogan per 
ottomanizzare la regione contro un'Europa ancora ostile nei suoi confronti. Non 
dimentichiamo che la rivoluzione siriana è la più importante in assoluto nel caso un 
probabile successo. Gli sceicchi del Golfo Persico temono per il futuro della loro 
monarchie basate comunque sulla dittatura e sull'ingiustizia".
( Fonte: Contropiano.org )



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