Difesa, la riforma di Di Paola. Tagliati dai 30 ai 40 caccia F-35



A proposito di Gramsci citato da Di Paola (sic)

Notevole lo scritto di Gramsci su Leonardo e il Rinascimento (lettera a 
Tatiana) a proposito del ruolo degli intellettuali in Italia.

Leonardo esemplificava quel tipo di attitudine cosmopolita che, nell’Italia 
rinascimentale dei Comuni, fu in parte responsabile dello scollamento tra gli 
intellettuali e le masse: gli intellettuali italiani non avevano un carattere 
nazionale-popolare ma cosmopolita sul modello della Chiesa e a Leonardo era 
indifferente vendere al duca Valentino i disegni delle fortificazioni di 
Firenze”.

Gramsci affermava che l’unificazione territoriale e politica italiana era 
stata guidata dalla borghesia senza coinvolgere il popolo nella formazione di 
una coscienza nazionale. “In Italia non si è avuta una cultura nazionale come 
in altri Paesi perché gli intellettuali sono sempre stati distaccati dalle 
classi subalterne e, occupati piuttosto ad elaborare il consenso verso lo Stato 
borghese, hanno svolto una funzione cosmopolita e non nazionale”. Denunciava, 
inoltre, l’errore metodologico di separare le attività manuali da quelle 
intellettuali, perchè tutti gli uomini sono intellettuali indipendentemente 
dalla funzione sociale che svolgono: ogni uomo, infatti, al di là della sua 
mansione, è filosofo nel senso che possiede una concezione del mondo, una 
morale, una forma di cultura.

Quindi Di Paola dovrebbe avere il buon gusto di non citare Gramsci, essendo 
lui un uomo autoritario e decisionista, che ha una concezione del popolo come 
massa informe da dirigere e moralizzare.
 
Difesa, la riforma di Di Paola. Tagliati dai 30 ai 40 caccia F-35

Il ministro annuncia riduzioni del personale e dei programmi. In poche parole: 
"Meno generali, meno ammiragli, più operatività e tecnologia"

ROMA - "Il programma F35 è stato riesaminato, pur tuttavia rimane un impegno 
importante dal punto di vista tecnologico, industriale e occupazionale". Lo ha 
detto il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, in conferenza stampa a 
palazzo Chigi. Il ministro ha spiegato che "il programma è stato riesaminato 
sulla base del principio che la Difesa dispone di 90 centesimi ogni 100 euro di 
ricchezza nazionale e il ministero si impegna affinchè siano spesi bene". Tagli 
al personale e ai programmi, dunque. In poche parole: "Meno generali, meno 
ammiragli, più operatività e tecnologia". E tagli anche agli F35: dovrebbero 
essere fra 30 e 40 i velivoli 'tagliati' dalla commessa iniziale.  Per quanto 
riguarda il personale, si parla di circa 4.000 esuberi tra gli ufficiali, 7.000 
tra i marescialli, 16.000 tra i sergenti. La truppa dovrebbe passare invece da 
circa 103mila a poco più di 92mila uomini. Notevole, in proporzione, sarà anche 
il taglio ai più alti gradi - colonnelli, generali e ammiragli - che saranno 
circa 400 in meno.

Il Consiglio dei Ministri ha deciso, inoltre, di diminuire le spese per il 
personale della Difesa ed aumentare le spese per gli investimenti. "Oggi - si 
legge nel comunicato ufficiale del Cdm - l'Italia ha una spesa per la Difesa, 
in rapporto al Pil, più bassa d'Europa (0,9% contro una media Ue dell'1,61%); 
in aggiunta ha una spesa percentuale per il personale, rispetto al bilancio 
assegnato, ampiamente superiore alla media Ue (70% quella  italiana, 51% quella 
europea). Per contro, la spesa d'investimento per ogni militare è ferma a 
16.424 euro, contro una media europea di 26.458 euro". 

La riforma "punta a riequilibrare i livelli di spesa del personale, di 
esercizio e di investimenti per garantire in futuro la sostenibilità 
finanziaria e l'efficacia operativa delle forze armate in chiave europea e 
nato. Vale a dire, coprire con il 50% del bilancio assegnato la spesa del 
personale; la parte restante sarà divisa a metà tra addestramento e 
investimenti". E  "queste scelte comporteranno una revisione e riqualificazione 
dei programmi di investimento, ma anche una contrazione della presenza 
territoriale". Con "il risultato di una struttura difesa ridimensionata nei 
numeri, ma in grado di esprimere un'operatività all'altezza delle aspettative 
dell'unione europea e della nato". E' quanto ha sottolineato il comunicato 
finale della riunione del consiglio dei ministri.

"Il governo  - ha sottolineato palazzo Chigi-  punta ad inserire questa 
revisione nel piano nazionale di riforme, che si è impegnato a presentare a 
livello europeo.Lo scenario geo-strategico internazionale continua ad essere 
caratterizzato da grande incertezza; ne consegue che le forze armate devono 
continuare ad essere pienamente integrabili con quelle degli alleati, ma devono 
anche essere allo stesso livello tecnologico. Da qui la necessità di introdurre 
una profonda revisione della struttura difesa, per armonizzarla ai livelli di 
efficienza e funzionalità europei non solo militari, ma anche industriali ed 
economicamente sostenibili". E "a livello europeo e atlantico l'italia sostiene 
e promuove il processo d'integrazione definito dalla politica di sicurezza e 
difesa comune. Quindi, l'armonizzazione di standard comuni è ancora più 
necessaria e urgente".

"Una riforma di questo genere non si fa in un giorno nè in una settimana nè in 
un anno: parliamo di avviare un discorso che almeno in un decennio riporterà, o 
tenterà di riportare, in equilibrio lo strumento militare" sintetizza il 
ministro. Che, per illustrare la necessità di rivedere lo strumento militare 
italiano al fine di adeguarlo agli standard europei e alle risorse disponibili, 
cita Gramsci: "Per essere cosmopoliti bisogna prima avere una Patria".