QUESTA È LA GUERRA, SIGNORI



QUESTA È LA GUERRA, SIGNORI
di Gianfranco Formenton

Primo comandamento
di tutti gli eserciti:
tu non avrai altra ragione
all'infuori della ragione
(impazzita)
di colui che ti manda.
I soldati devono solo uccidere
ed essere uccisi.

(David Maria Turoldo)

Questa è la guerra, signori, che ora è il dolore della nostra Italia ma che è la quotidiana tragedia di gran parte dell'uma-nità. Ora siamo noi a piangere perché a morire sono stati i nostri figli ma questa è la guerra, signori. I soldati fanno questo di mestiere: "uccidere ed essere uccisi". Il dramma è l'ipocrisia degli uomini di Stato che prima li mandano ad "uccidere e ad essere uccisi" e poi ostentano un dolore attonito ed ufficiale che non ha nessuna forza morale su di noi che conosciamo i meccanismi di questa come di tutte le altre guerre.

Questa è la guerra, signori, che obbedisce solo alla "ragione (impazzita) di colui che ti manda". Sono i "mandanti" i responsabili di questi morti come di tutti gli altri morti senza onori. Delle migliaia di morti civili che nessuno aveva mandato, senza patrie e senza politici e presentatori televisivi ad ostentare dolori ufficiali. Il "valore aggiunto" di essere italiani (o americani) non toglie alla morte la sua tragicità e il suo carico di dolore. Le madri, i figli, le fidanzate… non hanno patria, non hanno nazionalità. Soffrono tutte allo stesso modo, indicibilmente allo stesso modo, anche le madri, i figli, le fidanzate dei "nemici".

Questa è la guerra, signori, che sovverte i comandamenti della vita, che tutto distrugge davanti a se, che non sopporta eccezioni "umanitarie". Perché tutti i soldati sono uguali e tutti i soldati per le proprie patrie sono i migliori ma tutti uccidono e sono uccisi. E tutti sono uomini ingannati dalle bandiere e dalle ideologie e dal fanatismo o dalle necessità economiche che li convincono a buttare la vita per qualche migliaia di dollari al mese.

Questa è la guerra, signori. Ma non raccontate ai nostri ragazzi che questo è un bel morire, che questa è la patria, che questo è un ideale. Il petrolio, il "posto al sole", i "sacri confini", la "guerra al terrorismo" non sono ideali. Sono sempre e solo "pretesti" dei furbi governanti di questo mondo per convincere tanti piccoli uomini a morire per loro. Sì, è triste e drammatico dirlo, ma questi poveri ragazzi non sono morti per nessuna patria che non siano le menzogne di qualche petroliere americano e le ambizioni di qualche piccolo politico italiano.

Questa è la guerra, signori.
E se anche l'ipocrisia del te-atrino della politica italiana ha stabilito che ora è il momento del dolore, è un dovere civile gridare l'assurdità di questo dolore e del dolore degli altri, dei troppi, dimenticati… e rifiutarsi di ingrossare le fila delle retoriche e vuote "liturgie" patriottiche che da sempre preparano altre guerre ed altri morti.

Questa è la guerra, signori… e noi ci rifiutiamo di servire queste meschine "patrie mercantili".

"Deus non vult!"

E poi sulla terra intera a innalzare
monumenti "Ai Caduti"!
così felici di essere caduti!
Ma provate a fissare quei corpi squarciati,
a fissare la loro smorfia ultima
sulle facce frantumate,
e quegli occhi che vi guardano.
Provate a udire nella notte
l'infinito e silenzioso urlo degli ossari:
"Uccideteci ancora e sia finita"!
(David Maria Turoldo)

* parroco di S. Angelo in Mercole e S. Martino in Frignano (Spoleto)