In dieci anni 4 milioni di morti: l'Onu contro le armi leggere



Fonte: L'Unita' Online - www.unita.it - Domenica 8 Luglio 2001
  ESTERI
In dieci anni 4 milioni di morti: l'Onu contro le armi leggere
di red.


Quattro milioni di morti, il 90 per cento dei quali civili e l'80 per cento donne e bambini. Sono le vittime dell'utilizzazione nei conflitti di armi leggere e di piccolo calibro dal 1990 ad oggi, secondo un rapporto delle Nazioni Unite. Il documento sarà la base della .United Nations Conference on the Illicit Trade in Small Arms and Light Weapons in All its Aspects che si apre lunedì 9 luglio a New York per discutere tutti gli aspetti del loro tragico commercio illegale. Per l'occasione l'Onu ha invitato i paesi a trasformare il 9 luglio prossimo nella Giornata per la distruzione delle armi leggere. Nel mondo, informa il rapporto dell'Onu, ci sono oltre 500 milioni di armi leggere e di piccolo calibro, ossia una ogni dodici persone. Nell'ultima decade queste armi sono state utilizzate in 46 su 49 conflitti colpendo soprattutto civili. Due milioni, la metà delle vittime, sono bambini. Altri cinque milioni di bambini sono diventati disabili. L'Onu ricorda inoltre che molti adolescenti sono sfruttati come soldati e forzati a combattere. «Nessuna regione, nessun paese è immune dalle conseguenze devastanti della proliferazione delle armi leggere e di piccolo calibro», rileva il rapporto dell'Onu. Tra l'altro, si stima che circa il 50-60 per cento del commercio di questo tipo di armi sia legale. Tuttavia le armi esportate legalmente, vengono spesso inserite nel mercato nero, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Il documento delle Nazioni Unite informa che soltanto in Afghanistan ci sono circa dieci milioni di armi di questo genere; in Africa occidentale sette milioni ed in America centrale circa due milioni. «Nelle società invase dalle armi illegali - rileva il rapporto - il ricorso alla violenza conduce ad un circolo vizioso che si traduce in una domanda sempre crescente di armi». «Disponibili senza difficoltà e facili da usare, le armi leggere e di piccolo calibro - ha detto il segretario generale dell'Onu Kofi Annan - sono state i principali strumenti di violenza e, talvolta, le sole usate in quasi tutti i recenti conflitti di cui si sono occupate le Nazioni Unite. Nelle mani delle truppe irregolari che operano con scarso rispetto del diritto internazionale ed umanitario, tali armi hanno portato ad un grave sacrificio di vite umane». Il commercio illegale di armi di piccolo calibro garantisce ai trafficanti grandi affari. «La grande domanda rende le armi sempre più economiche. In alcune aree del mondo un fucile d'assalto AK-47 può essere comprato in cambio di un sacco di mais o con l'equivalente di 20-30 dollari. Esiste, inoltre, un indiscutibile legame tra le armi di piccolo calibro ed il traffico di droga». Koifi Annan le ha definite «armi di distruzione di massa» per le quali non esiste un regime globale di non proliferazione che permetta di limitarne la diffusione, come accade per quelle chimiche, biologiche e nucleari. Le Nazioni Unite e la conferenza di Ginevra mirano a definire un protocollo, giuridicamente vincolante, «contro la produzione ed il traffico illegali di armi da fuoco, delle loro parti, componenti e munizioni», a completamento della convenzione delle Nazioni Unite contro il crimine transnazionale organizzato, firmato a Palermo nel dicembre del 2000. L'obbiettivo è di farne uno strumento per l'attuazione del diritto internazionale nell'ambito della prevenzione del crimine e del perseguimento dei trafficanti.