Re: SCIENZA & VITA: Eluana condannata a morte



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Caro Benedetti,
                         ho parlato di un corpo che va verso la morte nel senso che sta morendo, dove già la persona si è eclissata e resta solo un residuo di vita vegetativa; sta morendo ed è meglio che la natura compia il suo corso, anziché impedirla artificialmente. Il che non ha nulla a che vedere col fatto che tutti noi andiamo verso la morte. Questo mi sembra chiaro. Del resto lo stesso papa Wojtyla, quando era in fin di vita, rifiutò nuove terapie, disse "lasciate!".
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo 
 
 
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Sent: Tuesday, November 18, 2008 3:46 PM
Subject: Re: SCIENZA & VITA: Eluana condannata a morte: L'ESECUZIONE SIA PUBBLICA, CON TESTIMONI E VIDEO

Se Lei, illustre professore, fosse coerente, dovrebbe in questo contesto predicare anche la soppressione di TUTTE LE PERSONE, dato che tutti noi andiamo verso la morte. Se vogliamo invece ridurre i casi esclusivamente a coloro che la medicina non può curare per GRAVE CARENZA CONOSCITIVA sia SUL CERVELLO UMANO (che viene utilizzato, anche dagli stessi medici, al 10-15% delle reali possibilità), DI UN METODO CHE, MAGARI TRA NON MOLTO TEMPO,  qui la persona già non c'è più e il suo corpo va verso la morte; e trattenerlo è abusivo, è farne un oggetto di cui si dispone a piacere, di cui non si ha diritto di disporre.

Il giorno 17 novembre 2008 13.10, Arrigo Colombo <arribo at libero.it> ha scritto:
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Ho letto la vostra dichiarazione e quella di Scienza e vita. Vi unisco un articolo che ho scritto per il "Nuovo quotidiano di Puglia".
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
 

Poter morire

di Arrigo Colombo

 

 

Finalmente la Cassazione ha dato il sospirato responso: Eluana Englaro può morire. Dopo 16 anni, dal gennaio 1992, quando un incidente di macchina le provocò un trauma al cervello cui seguì una necrosi irreversibile, ridotta allo stato vegetativo, mantenuta in vita con  alimentazione artificiale. Dopo una battaglia giudiziaria che nel luglio di quest'anno aveva raggiunto l'autorizzazione della Corte d'Appello di Milano, poi bloccata dalla Procura, finalmente la Cassazione respinge questo blocco, questo ricorso, e la poverina può morire. La buona morte, la morte liberatrice.

E subito insorge la polemica, il Vaticano grida all'omicidio. Col Card. Barragan, presidente del Pontificio consiglio per la salute; con Bagnasco, presidente della CEI; con Fisichella, che presiede la Pontificia accademia per la vita; con alti esponenti del potere ecclesiastico.

Ma le ragioni non sono chiare, perché di ragioni si tratta. Non è che vi sia un dettato divino, una rivelazione, una parola evangelica. È un problema di etica. Il Vaticano pretende di avere l'esclusiva dell'etica, di sapere lui solo qual'è l'azione giusta e virtuosa; mentre l'umanità, emancipatasi dalla chiesa, sarebbe caduta nel relativismo, nel lassismo, nell'arbitrio, nel tutto è permesso. È il discorso di papa Ratzinger, discorso frequente, intima persuasione. Che però è errato perché l'umanità, e proprio in quella modernità che la chiesa tanto detesta, che Pio IX ha condannato nel suo famoso Sillabo, una esemplare raccolta di tutti quei pretesi errori (tra i quali c'era la sovranità popolare, la democrazia); l'umanità è andata sviluppando un'etica molto salda e forte che è contenuta nelle Carte dei popoli (spesso chiamate Dichiarazioni dei diritti; che però sono sempre diritti-doveri), le quali si sono succedute lungo tutta  la modernità. Mentre la chiesa non aveva mai riconosciuto, fino a tempi recenti (al Concilio Vaticano II) fondamentali principi etici, come la libertà di coscienza (si veda la mostruosa persecuzione dei cosiddetti "eretici", bruciati a decine di migliaia sul rogo); o come la sovranità popolare. Fino a tempi recentissimi (cioè a fine secolo) non riconosceva l'illiceità della pena di morte, e cioè che lo stato non ha il diritto di uccidere il cittadino; e predicava la "guerra giusta", mentre la guerra è un fatto talmente atroce che non può mai essere giusto; sì che i conflitti tra popoli – come dice il trattato dell'ONU –  devono sempre esser risolti con la trattativa, mai con la guerra.

Difficile accettare la chiesa cattolica come un buon maestro di etica, per il fatto stesso che è un centro di potere, una struttura imperiale, ed è quindi sensibile alle ragioni (o pseudoragioni) del potere, alla "ragion di stato"; si veda il recente comportamento nel problema dei preti pedofili. In materia di etica, piuttosto che come maestra, è bene che la chiesa entri nella discussione come discepola, poiché i grandi principi li ha appresi dalla modernità laica. O, supposta questa acquisizione, che vi entri come partner della discussione, su di un piano di parità, e riconoscendo l'autorità degli esperti nei vari campi, la medicina ad esempio.

E quali sono le ragioni che adducono? Parlano di vita che non si deve mai sopprimere; ma qui si tratta piuttosto di vita umana, di persona umana, di eclissi o meno della persona quando è avvenuta la morte cerebrale ed è rimasto solo un residuo vegetativo, Parlano di accanimento terapeutico che in questo caso non ci sarebbe, perché non ci sono farmaci ma solo alimentazione forzata; che poi è un sofisma perché, si tratti di farmaci e macchinari o di alimentazione, la forzatura c'è. Adducono ragioni che vanno discusse come tutte, e che in verità non hanno grande peso perché qui la persona già non c'è più e il suo corpo va verso la morte; e trattenerlo è abusivo, è farne un oggetto di cui si dispone a piacere, di cui non si ha diritto di disporre.

D'altra parte questo interevento del potere ecclesiastico su di un dettato della Cassazione, cioè del supremo potere giudiziario dello stato, costituisce interferenza del religioso nel politico e trasgressione del Concordato. Come quando l'episcopato interviene sull'attività del parlamento e minaccia i parlamentari cattolici se approveranno una certa legge. Un comportamento trasgressivo, quello di questi alti prelati, un comportamento vizioso e non tollerabile. In realtà la chiesa cattolica, che per secoli ha tenuto lo stato sotto la sua tutela, ha acquisito un habitus perverso da cui non riesce a liberarsi; rimpiange quella lunga età di supremo potere non solo religioso ma politico, e in certo modo la perpetua.

Lo stato, poi, è rappresentato da gruppi politici che ne gestiscono il potere; e che spesso assecondano l'ingerenza ecclesiastica per non inimicarsela, per averne il favore, specie nell'incidenza elettorale. Il Centrodestra, in particolare; che ha varato la legge per la procreazione assistita sulla falsariga del decreto vaticano. Così ora s'invoca la famosa legge sull'eutanasia, sul testamento biologico ecc.; ma finché c'è il Centrodestra al governo, sarebbe opportuno farla? Quanto al Centrosinistra, sappiamo che su certe leggi avversate dal Vaticano è rimasto bloccato e impotente: aveva una scarsa maggioranza su cui pesava l'avversione dei cattolici conformisti.   

  

 

 


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