Re[2]: nomadismo






On 14/11/2008 at 9:35 a.m. Ass. popoli minacciati / Ges. bedrohte Voelker wrote:

>Ma alcune famiglie non sono pronte a vivere in un appartamento (quando 
>cio' sia possibile) e preferirebbero una soluzione di gran lunga piu' 
>economica e cioe' un luogo all'aperto e attrezzato con luce e acqua con 
>relativamente poche unita' abitative (microcampi possibilmente non a 
>ridosso di discariche o in autostrada).
>La convivenza di entrambe le soluzioni e' possibilissima e rispetterebbe 
>le scelte personali dei singoli.




In merito ad una soluzione stanziale, di Rom o d'altri, son qui a riferire il mio impegno per divenire nomade.

Cittadino italiano, stanziale da sempre, in questi tempi di pazzia dilagante dalla quale scampo tradizionale non c'è per via del fatto fisico della sovrappopolazione (che esiste in Italia, si badi, da almeno cent'anni per via dei nostri trascorsi istinti d'espansione imperialistica e che di recente s'è fatta particolarmente pesante per via dello sviluppo economico) e del fatto morale della generale mancanza di rispetto e degenerazione sociale, sto avviando la trasformazione della mia vita da stanziale a nomade.

Non foss'altro per questo, apprezzo molto quanto scritto sopra dall'Ass. Popoli Minacciati.


Colgo l'occasione per rivolgermi alla stessa Associazione affinché al suo tradizionale percorso ne affianchi uno nuovo che tenga presente che è la sovrappopolazione (che a sua volta genera sovraeconomia) di alcuni popoli, come appunto l'Italia, a scatenarsi contro popoli meno prolifici (e quindi meno economici) non solo minacciandoli ma opprimendoli proprio in vario modo e misura. Fino al punto, a volte, di farli/farci scomparire del tutto (mi ci metto anch'io tra i popoli minacciati, come facente parte del popolo del buon senso, perché col cavolo che mi riproduco fintantoché ci sarà tutto 'sto casino! Col cavolo che passo a mio figlio una società ed un pianeta così mal ridotto!).


Auguro buone cose,

Danmilo D'Antonio