Europa e Asia centrale: attivisti per i diritti umani minacciati, torturati e perseguitati



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COMUNICATO STAMPA
CS61-2005

EUROPA E ASIA CENTRALE: ATTIVISTI PER I DIRITTI UMANI MINACCIATI,
TORTURATI E PERSEGUITATI, DENUNCIA AMNESTY INTERNATIONAL

In occasione della Giornata mondiale per la liberta' di stampa, Amnesty
International si schiera al fianco degli attivisti per i diritti umani di
Bielorussia, Federazione Russa, Turchia e Turkmenistan. Questi, secondo
l'organizzazione per i diritti umani, sono  quattro tra i paesi dell'area
euro-asiatica che presentano il piu' alto livello di repressione nei
confronti di chi esercita legittimamente il diritto alla liberta' di
espressione, associazione e riunione. In questi paesi le iniziative degli
attivisti per i diritti umani vengono criminalizzate dalle autorita', che
ordinano ed eseguono minacce, arresti e torture senza timore di
ripercussioni.

In Bielorussia, le autorita' non tollerano alcun dissenso pubblico e hanno
un monopolio pressoche' totale sull'informazione: chi critica il regime
rischia la condanna, grazie a un sistema giudiziario che e' sotto il
controllo del governo. Specifiche leggi restringono il campo d'azione di
organizzazioni non governative, partiti politici, sindacati, giornalisti e
chiunque intenda esprimere le proprie opinioni. Minacce, intimidazioni,
arresti di massa, uso della forza eccessiva e lunghe pene detentive sono
metodi impiegati con sempre maggior frequenza per schiacciare ogni forma
di dissenso politico o civile.

In Turkmenistan, chiunque sia sospettato di essere un dissidente rischia
di essere sottoposto a processi iniqui, maltrattamenti e torture. I suoi
parenti, in molti casi, vengono licenziati e sfrattati e le loro
proprieta' confiscate. I gruppi indipendenti della societa' civile si
trovano nell'impossibilita' di operare e molti attivisti sono stati
costretti a fuggire all'estero. Le autorita' controllano i mezzi
d'informazione e hanno adottato una serie di misure per impedire l'accesso
a fonti indipendenti e la diffusione all'estero di notizie considerate
compromettenti; a farne le spese sono i giornalisti locali che collaborano
con la stampa estera critica nei confronti del paese. Saparmurat Niyazov,
auto-proclamatosi presidente a vita e 'padre di tutti i turkmeni', domina
ogni aspetto della vita del paese.

Nella Federazione Russa, gli attivisti che tentano di diffondere
informazioni sulla situazione dei diritti umani nel Caucaso del nord e le
vittime che chiedono giustizia alla Corte europea dei diritti umani sono
sempre piu' nel mirino delle autorita': alcuni di essi sono stati anche
uccisi. Il governo russo sta rafforzando il controllo sui mezzi
d'informazione e le notizie sulla situazione dei diritti umani in Cecenia
e nelle repubbliche circostanti sono sottoposte a censura o ad
auto-censura.

In Turchia, nonostante alcune recenti riforme legali e costituzionali,
coloro che difendono i diritti umani continuano a essere colpiti. Le loro
iniziative e il loro diritto alla liberta' di espressione, associazione e
riunione sono limitati da un'ampia serie di leggi e regolamenti. Molte
autorita' locali (come capi di polizia, governatori, pubblici ministeri)
continuano a considerare i difensori dei diritti umani alla stregua di
'nemici dello Stato'. Gli attivisti degli organismi per i diritti umani,
come la Ihd (Associazione per i diritti umani), sono sottoposti a
intimidazioni, arrestati, processati, torturati, sequestrati o uccisi.
Almeno 12 rappresentanti dell'Ihd sono stati assassinati dal 1991: in
molti casi gli assassini non sono stati identificati e le forze di
sicurezza appaiono fortemente implicate in alcuni di essi.

'Il lavoro dei movimenti indipendenti per i diritti umani e' determinante
in ogni societa', per salvaguardare i diritti umani di tutti e costruire
una societa' basata sulla giustizia' ? ha dichiarato Paolo Pobbiati,
presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. 'I governi
devono garantire che le uccisioni, le 'sparizioni', le torture, i
maltrattamenti e le minacce nei confronti degli attivisti per i diritti
umani siano oggetto di inchieste indipendenti e imparziali che consentano
di assicurare i responsabili alla giustizia'.




Alcuni casi

Il 16 gennaio 2004, nei pressi di Gudermes, in Cecenia, e' stato ritrovato
il corpo mutilato del 29enne Aslan Davletukaev. Lavorava nella Societa'
per l'amicizia russo-cecena, organismo non governativo che documenta le
violazioni dei diritti umani nel Caucaso settentrionale. Davletukaev era
stato arrestato dalle forze federali russe il 9 gennaio. Le indagini sul
caso, aperte e chiuse diverse volte, non hanno ancora portato
all'identificazione dei responsabili della sua morte.

Il 30 settembre 2004 Elena Rovbetskaia, direttrice del settimanale
indipendente bielorusso Birzha Informatisi, e' stata condannata al
pagamento di una multa equivalente a 480 euro, per aver criticato il
referendum con cui il presidente Lukashenko aveva ottenuto un terzo
mandato presidenziale. Due mesi dopo, il settimanale e' stato chiuso per
tre mesi per il medesimo 'reato'; a causa della mancanza di tipografie
indipendenti, la sua pubblicazione e' ancora sospese.

Nel luglio 2004 Saparmurat Ovezberdiev, corrispondente di Radio Liberty
dal Turkmenistan, e' stato costretto a lasciare il paese. Era sottoposto a
stretta sorveglianza da molti anni e a forti pressioni per abbandonare il
lavoro. Anche i suoi familiari sono stati presi di mira nel tentativo di
impedirgli di parlare.

Il 19 aprile 2005, in Turchia, gli esponenti dell'Ihd (Associazione per i
diritti umani), Eren Keskin, Saban Dayanan e Dogan Genc hanno ricevuto
minacce di morte da parte di un gruppo ultranazionalista chiamato 'Brigate
turche della vendetta'. Questo stesso gruppo aveva gia' rivendicato il
tentato assassinio, nel 1998, dell'allora presidente dell'Ihd, Akin
Birdal, rimasto gravemente ferito.

FINE DEL COMUNICATO    Roma, 3 maggio 2005

Per ulteriori informazioni:
Amnesty International, 'Dalla parte dei diritti umani', con una prefazione
di Ivano Fossati, EGA Editore, Torino 2005
Russian Federation: Concerns over reports of 'disappearances' of relatives
of Aslan Maskhadov http://web.amnesty.org/library/index/engeur460042005
Russian Federation: Human rights group threatened by security forces
http://web.amnesty.org/library/index/engeur460012005
Russian Federation: The Risk of Speaking Out: Attacks on Human Rights
Defenders in the context of the armed conflict in Chechnya
http://web.amnesty.org/library/index/engeur460592004
Belarus: Suppressing the last voices of peaceful dissent
http://web.amnesty.org/library/index/engeur490042005
Turkmenistan: The clampdown on dissent and religious freedom continues
http://web.amnesty.org/library/index/engeur610032005
Turkey: Death threats/Fear for safety
http://web.amnesty.org/library/index/engeur440142005
Human Rights Defenders at Risk
http://web.amnesty.org/library/index/engact300202004


Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it




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